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I.P.S.S.C.T. C.MusattiTESINA DI TERZA AREA“La Riviera del Brenta”

 

“OPERATORE DEI SERVIZI INCOMING”Studente: Stivanello Alessia

Classe V° BA.S. 2009/2010

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Indice La Riviera del

Brenta Stra Fiesso Dolo Mira Oriago Malcontenta Fusina La Riviera fiorita La calzatura Villa Foscarini

Rossi

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IntroduzioneLa Riviera del Brenta è la zona urbana, storico paesaggistica, distribuita lungo il "Naviglio del Brenta“.

L'area è caratterizzata dalla presenza di moltissime ville, costruite tra il XVI e il XVIII secolo dalle famiglie patrizie veneziane, che testimoniano la potenza aristrocratica dell'epoca. A quell'epoca la Riviera veniva raggiunta solo spostandosi in barca, mentre le strade attuali sono state costruite successivamente.

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La Riviera del BrentaI nobili veneti venivano trasportati sul fiume da un battello chiamato Burchiello trainato dalle rive da uomini, buoi o cavalli, mentre le merci erano trasportate da barche chiamate Burci. Ancora oggi la crociera lungo la Riviera del Brenta costituisce un’attrattiva turistica.

ll corso d’acqua del Naviglio rivestì un importante ruolo come via di comunicazione tra la laguna di Venezia e il padovano.

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LEGENDAColore Abbiname

nto

giallo località

viola chiese

rosso ville

azzurro canali

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Il Naviglio del Brenta

Il Naviglio del Brenta o Brenta Vecchia è un ramo minore (27,37 km) del fiume Brenta che parte da Stra e sfocia in laguna presso Fusina, attraversando i comuni di Fiesso d'Artico, Dolo e Mira. Tramite il canale Piovego, che collega il Brenta tra Stra e Padova, il naviglio rappresenta il collegamento fluviale fra la laguna di Venezia e Padova.

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StraCelebre nel mondo per le sue stupende residenze patrizie e in particolare per Villa Pisani, con il suo salone da ballo affrescato dal Tiepolo, le scuderie, il parco, il labirinto descritto anche da Gabriele D'Annunzio nel 'Fuoco‘, Stra deve il nome proprio all'essere sulla famosa strada romana che da Padova portava ad Altino e ad Aquileia. Ricchissima di opere d'arte incorniciate in una natura rimasta qua e là intatta, è tuttavia una cittadina molto importante dal punto di vista industriale, capoluogo di quel distretto della calzatura fondato dal suo cittadino più illustre, G. Luigi Voltan.

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Villa Pisani “Nazionale”Fu realizzata dall’architetto Francesco Maria Preti e richiama per concezione la residenza reale francese di Versailles, a Stra. Imponente e sfarzosa, presenta anche una curiosità assolutamente da vedere: un labirinto, caratteristico dei giardini all’italiana, situato nel parco. La villa fu acquistata da Napoleone e successivamente dagli Asburgo.

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Il parco

Il parco di Villa Pisani è vincitore del parco più bello d’Italia 2008.

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Nonostante lo sviluppo attuale della vegetazione, l’impianto geometrico settecentesco è ancora evidente.Il parco, infatti, viene considerato “la Versailles del Brenta” sia per la sua estensione, sia per le norme classiche di regolarità, simmetria e geometria che lo distinguono.

In alcuni settori del parco i tigli, i platani, i faggi e i caprini vengono lasciati crescere liberamente e sono sistemati con armonia con le numerose statue, secondo la nuova moda ottocentesca del giardino all’inglese.

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Il labirintoEsso è un altro elemento simbolico che va situato tra le prime realizzazioni nella villa, concepito inizialmente come circolare ed ispirato alla Dea Minerva, per un rituale ritrovo della saggezza.È costituito da un insieme di paesaggi disposti in modo da intersecarsi capricciosamente per rendere difficile l’orizzontarsi, spesso formato da siepi ed usato come elemento decorativo di parchi e giardini.

In origine il labirinto vegetale non era spiegato come semplice arricchimento ornamentale del giardino, ma aveva un significato magico e simbolico: alludeva alla ricerca di sé come un’avventura durante la quale era possibile smarrirsi: rappresentava, inoltre, l’espressione del supremo governo dell’uomo sulla natura.Esso era presente in Francia nel tardo Medioevo ma si affermerà in Italia solo a partire dal 1550 e il 1650 assumendo una tipologia definita “labirinto d’amore”, che è poi quella di Stra.

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Villa Foscarini RossiFra le ville da non perdere, merita una visita anche questa, a Stra, in provincia di Venezia. Edificata da un architetto ignoto alla metà del XVI secolo, vanta una splendida facciata dove si riscontrano comunque echi palladiani, soprattutto nel pronao.

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Villa LoredanQuesta Villa Veneta, di origine cinquecentesca, è costituita da due fabbricati che si fronteggiano.

Entrambi con pianta veneziana e grandi trifore archivoltate. Fu dimora del potente doge Francesco Loredan.

Ospita nel parco eventi culturali e manifestazioni enogastronomiche.

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Villa Barbariga"La Barbariga", o Lazara Pisani, venne costruita da Alvise Pisani e passò a Chiara Pisani che aveva sposato un Barbarigo, da cui il nome rimasto all’edificio. Originariamente era costituita solo dal corpo centrale, le due ali simmetriche furono aggiunte alla fine del ‘700 conferendole l’aspetto allungato e unitario che si coglie nella vista dal Brenta. Il versante che si apre verso il vasto giardino rivela la presenza di più corpi: i portici, le residenze dei contadini, i magazzini e la villa padronale. All’interno si trova un gran numero di stucchi policromi che adornano molte stanze come la sala degli stucchi cinesi e la sala della caccia.

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Fiesso d’ArticoFiesso d'Artico è un comune della provincia di Venezia, nel cuore della riviera del Brenta. È famoso per le industrie di calzatura e per uno dei più grandi impianti geotermici della provincia di Venezia.

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Villa SoranzoTipico edificio veneto del cinquecento, a due piani, vi si accede attraverso una grande scalinata, che porta al salone principale. La facciata è arricchita dal balcone a balaustra in pietra e da una ricca decorazione ad affresco che con finzione illusionistica, trasforma la sobria architettura in un ricco prospetto. All'interno sono custoditi ornamenti ad affreschi e tre pregievoli caminetti decorati da stucchi.

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DoloIl territorio del comune si trova al centro della Riviera del Brenta, estendendosi su entrambe le rive del Naviglio. In corrispondenza del centro di Dolo, il Naviglio si sdoppia formando la cosiddetta isola Bassa. L'area è solcata da numerosi altri corsi d'acqua, piccoli rii e canali di scolo come la Seriola Veneta, il Serraglio, il Brentoncino e il Tergolino.

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Duomo di San RoccoFra i monumenti di arte religiosa spicca il Duomo, dedicato a San Rocco. Edificato nella metà del ‘700 nel luogo dove esisteva una antica cappella dedicata al Santo, si distingue per la sobrietà delle linee architettoniche ispirate a quei canoni neopalladiani che, intorno alla metà del Settecento, influenzarono molte costruzioni religiose soprattutto veneziane. Il progetto della chiesa e del campanile è ritenuto opera degli architetti G. Bergami e G. Fossati (1705 - 1785).

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Villa Ferretti AngeliLa Villa Ferretti-Angeli fu costruita nel 1608 su progetto di Vincenzo Scamozzi. Da alcune incisioni del Costa o nella stampa eseguita per Voikamer, la parte esterna del complesso immobiliare non appare molto diversa da come doveva essere nel '700: la facciata scandita dall'ordine gigante ionico, il pianterreno caratterizzato da un bugnato rustico, i pinnacoli dei camini lungo il prospetto nord. Si sono conservati i cancelli originari, con i pilastri cilindrici che portano anfore del primo Seicento, nel timpano a sud, gli angeli reggiscudo sono ancora quelli scolpiti, si presume, da Francesco Albanese contemporaneo allo Scamozzi.

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Villa Badoer FattorettoIn località Sambruson, tra Via Badoera e Via E.Tito dietro il Naviglio del Brenta, si trova Villa Badoer Fattoretto, della prima metà del '700. Residenza estiva dei Badoer, fino al 1945 ospitò il barone De Chantal. All’interno della villa è allestita una mostra di attrezzi agricoli, frutto di molti anni di ricerca, a testimonianza dei tempi andati.

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La SeriolaLa Seriola è un canale artificiale che nasce a Dolo e arriva fino a Moranzani, scavata tra il 1609 e il 161, lunga 13,5 chilometri e larga quasi un metro.Questo canale era molto importante perchè portava l'acqua potabile a Venezia. Nel punto in cui la Seriola devia dal Brenta, c‘è un'iscrizione marmorea: HINC POTUS URBIS (da qui l'acqua potabile per la città). Il nome Seriola o Ceriola, nell'antico dialetto veneziano, significa piccolo o stretto corso d'acqua.

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La Seriola, per ordine dei Savi Esecutori alle Acque, doveva restare pulita, perchè l'acqua doveva essere potabile, perciò chi la inquinava doveva pagare pesanti multe; era stata inoltre costruita a una certa distanza dal Brenta perchè lungo il suo percorso potesse acquistare limpidezza; arrivata sul posto l'acqua passava attraverso una serie di vasche perchè si potesse filtrare e lasciare le impurità.

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MiraL'area urbana, posta a metà strada tra Padova e Venezia, si estende lungo il Naviglio del Brenta, sul quale si affacciano le Ville che i veneziani edificarono tra il 1500 e il 1700.A sud-est si estendono le barene, affacciate alla laguna di Venezia, un ambiente costituito da un insieme di isolotti collegati da canali, le quali costituiscono un terzo della superficie del comune. Il territorio comunale è solcato da numerosi corsi d'acqua, oltre al Naviglio, sia naturali che artificiali.

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Chiesa di San NicolòL’intitolazione a San Nicolò della chiesa testimonia il ruolo fondamentale dei barcaioli nell’economia del paese nei secoli passati. San Nicolò era infatti il loro patrono e Mira, in Turchia, era la sua città di origine. Mira divenne poi anche il nome del paese sostituendo quello più antico di Cazoxana. Nei secoli, pur mantenendo l’originale struttura perimetrale, la chiesa ha subito numerosi rimaneggiamenti. Anche il campanile attuale non è quello originale ma una costruzione novecentesca. L’interno è a tre navate con decorazioni tardo-settecentesche del presbiterio; mentre sulla navata sinistra merita attenzione una pala raffigurante “Sant’Antonio da Padova e Gesù Bambino”.

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Villa BonPer Villa Bon si può parlare di due facciate, una rivolta verso il Naviglio e l’altra verso il giardino. Entrambe sono sormontate da un timpano, ma quella che da sul Brenta ha le lesene di bugnato che marcano tutta la facciata. In cima alle bugne d'angolo ci sono dei vasi ben lavorati. Il prolungamento dell'edificio verso sud è dovuto ad un restauro, al quale si fanno risalire anche gli abbellimenti all'interno con affreschi (attribuiti al padovano Costantino Cedini, 1741-1811) e stucchi.

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Villa Widmann-FoscariRealizzata durante il Settecento (Tirali), questa magnifica villa ha visto ospiti illustri (Goldoni, Stavinski, D'Annunzio...).

Un grazioso Giardino immerso in una lussureggiante vegetazioneè popolato da dei, ninfee e amorini. Riccamente decorato il Salone delle Feste, ove si possono ammirare stupendi affreschi.

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Villa Alessandri

È una tipica costruzione cinquecentesca. È stata costruita dai Corbelli verso la fine del '500, poi tra il 1692 e il 1711 Cesare Alessandri fa costruire la foresteria. Osservando le stampe fatte dal Cornelli, dal Volkamer e dal Costa si possono notare già alcuni cambiamenti.

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Villa Barchessa Valmarana

In una delle anse più suggestive e scenografiche del Brenta si erge il complesso architettonico di villa Valmarana, oggi purtroppo privo del cinquecentesco corpo padronale della villa, abbattuta nei primi anni del '900.

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Villa ContariniLa costruzione della Villa Contarini detta “dei Leoni”, viene fatta risalire al 1558, per volontà del Procuratore di San Marco, Federico Contarini. E' un palazzo maestoso e compatto la cui struttura interna prevede su entrambi i piani un grande salone centrale e le stanze disposte ai quattro angoli.

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Villa Principe PioI lavori di costruzione di questa villa dovrebbero essere stati conclusi entro il 1729. Nella stampa del Costa si può notare la ricchezza della sua facciata: al settore centrale in aggetto all'abbaino molto decorato. Inoltre risaltano lo grande stemma, gli elementi decorativi sopra le finestre ed il portale archivoltato. L'abbaino è stato rifatto nell'800 ed ora non ha nulla di simile all'originale, inoltre è stato tolto lo stemma.

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Villa Querini Stampalia

Lo stile architettonico è quello del Cinquecento, anche se la villa ha subito qualche rimaneggiamento in epoca successiva. Consta di due piani e sottotetto con adiacenze simmetriche. All’interno si trovano numerosi affreschi recentemente restaurati che potrebbero i parte essere opera del Tintoretto. Il Tiozzo ha attribuito inoltre alcune parti a Bonifanzio dei Pirati e Andrea Schiavone.

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OriagoOriago è una frazione del Comune di Mira, in provincia di Venezia.

Ad Oriago si trova un cippo di mattoni, chiamato "il Termine", che fino ai primi anni del 1400 serviva per segnare il confine tra i territori di Padova e la Repubblica di Venezia .

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Chiesa di Santa Maria Maddalena

La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena presenta un campanile romanico a cella ottagonale decorato da formelle di terracotta. La chiesa, iniziata nel ‘400 e modificata nel secolo successivo, è a navata unica con cappelle laterali. Tra le tele conservate all’interno è interessante quella posta sulla nave di destra, “noli me tangere” attribuita a Francesco Vecellio (1475-1559). Il soffitto è opera moderna (1947), realizzata da Beppi Spolaor (1910-1950).

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Villa GradenigoLa Gradenigo si presenta con forme quadrate come quella dei palazzi cinquecenteschi veneziani. Il balconcino centrale nel piano nobile indica ancora la localizzazione del salone. Presenta tracce di affreschi nel prospetto principale.

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Villa MocenigoLa Villa è di epoca tardo cinquecentesca o dei primi del Seicento. E’ rimasta sostanzialmente identica alle riproduzioni del Costa (XVIII secolo), dalle quali differisce per delle diverse mura di cinta. Nel '700 la villa venne rifatta dai Mocenigo, conservando la planimetria preesistente. La facciata segue uno sviluppo longitudinale: si è dato risalto al settore centrale e gli si è posto sopra un timpano ad ammorbidire l'intera struttura. La villa colpisce per il disegno limpidissimo e la regolarità delle finestre. Di notevole pregio il giardino retrostante. Oggi è la sede della facoltà di "economia e gestione dei servizi turistici" dell'Università di Venezia.

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Malcontenta

La Malcontenta è una località della provincia di Venezia, divisa in due dal Naviglio del Brenta. Sin dal passato la Malcontenta ha rappresentato un importante punto di passaggio lungo il percorso fluviale che mette in comunicazione Venezia a Padova: all'altezza del centro si dirama dal Brenta il canale Bondante, che sfocia nella laguna veneta.

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Chiesa di Sant’IlarioIl titolo religioso dell'Abbazia Sant'Ilario è passato nel 1919 alla chiesa della Malcontenta, nel passato dipendente dalla chiesa di Gambarare e dal 1924 parrocchia della diocesi di Venezia (vic. di Gambarare). Dal 1949 la chiesa della Malcontenta ha ripreso il titolo abbaziale.

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Villa Foscari “La Malcontenta” Villa Foscari detta La Malcontenta è una villa veneta costruita da

Andrea Palladio nel 1559 a Malcontenta, lungo il Naviglio del Brenta, per i fratelli Nicolò e Alvise Foscari.

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FusinaFusina era anticamente nota come Lixa o Lizza Fusina (è citata per la prima volta nel 1191). Riguardo al toponimo si sono avanzate molte ipotesi: se Fusina significa chiaramente "officina", è ancora incerta la derivazione di Lizza.

Fino al 1926 Fusina era compresa nel comune di Mira.

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Curiosità e tradizioni

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I giardiniSpesso oggi sono scomparsi i giardini che fin dall’inizio furono i veri protagonisti della villeggiatura. In origine erano molto ampi e lo schema rimase immutato fino al Settecento, quando si volle dare più spicco all’elemento della natura e si creò un rapporto di armonia tra paesaggio ed elementi architettonici, quali le colonne, gli archi, i portici, le gradinate, i cancelli ecc. Da sempre l’arte del giardino si rifaceva alla tradizione di ricreare l’universo in miniatura, arricchendolo di alberi da frutto, fiori, laghetti, riserve di pesca e caccia.

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Il giardino era per elezione il luogo degli idilli amorosi e la meta ideale per i veneziani, costretti tra palazzi e rii e bramosi di lasciare per un po’ i traffici cittadini. Questi periodi di villeggiatura si intensificarono specialmente quando non furono più necessarie le fortificazioni. In particolare l’acqua aveva una funzione rilevante, non solo per l’utilità con le peschiere, ma anche perché creava una vera atmosfera musicale. Le fontane infatti erano situate nei punti strategici, mentre i nifei davano adito a recessi segreti.

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Nel tardo Cinquecento anche il giardino divenne mezzo per manifestare il potere e la ricchezza del proprietario: si adornò così di labirinti, belvedere, teatri all’aperto, statue mitologiche, giochi d’acqua. Questo fino al Seicento, quando il giardino riproduceva i capricci, gli svolazzi e gli imprevisti prospettici delle abitazioni. Un cambiamento si avvertì nel tardo Settecento, quando, in conformità con le correnti artistiche e letterarie romantiche provenienti dall’Inghilterra, si manifestò una reazione alla natura razionalmente organizzata dall’uomo.

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Si diffuse pertanto il cosiddetto giardino all’inglese, riproducente il disordine naturalistico e pittoresco della natura, con laghetti, collinette, tempietti neogotici, finte rovine, viali tortuosi, piante esotiche, con l’intento di ricreare il paesaggio naturale. Grandi innovazioni furono apportate da Japelli, che creò intorno alle ville aree di natura spontanea contrapposta ai giardini classici all’italiana.

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La Riviera fioritaNel 1547 il futuro re di Francia, Enrico III, navigò lungo la Riviera del Brenta per incontrare il Doge a Venezia dal quale ottenne un prestito di 100 mila scudi senza interessi. L'accoglienza fu trionfale e da allora, oggi, come un tempo, un corteo di imbarcazioni storiche cariche di oltre 1100 figuranti e vogatori sfila lungo il Naviglio tra un folto pubblico festante rievocando l'episodio.

In 1547 the future king of France, Henry III, sailed along the Brenta Riviera to meet the Doge in Venice from where he obtained a loan of 100.000 crowns without interest. The welcome was triumphant, and since then, now, as before, a procession of historic boats laden with over 1100 rowers parade along the canal from a crowd cheering recalling the episode.

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La calzatura nella Riviera del Brenta

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La tradizione calzaturiera della Riviera del Brenta (14 comuni in provincia di Venezia) è relativamente recente e data dagli ultimi anni dell'ottocento quando fu fondata la prima azienda a Stra. Questa azienda aveva però la particolarità di essere la prima in Italia, nel suo settore, ad essere completamente meccanizzata. E' stato soprattutto nel secondo dopoguerra che si è verificata una grande espansione del settore calzaturiero in quest'area, con prodotti che, inizialmente di livello qualitativo piuttosto modesto, si sono andati via via raffinando fino a diventare sinonimo di qualità, accuratezza e raffinatezza, con un'attenzione ed una cura nei processi di lavorazione derivanti dal carattere ancora artigiano di molte imprese.

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Villa Foscarini Rossi

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La storiaA Stra sorge il complesso architettonico secentesco di Villa Foscarini-Rossi. Sulle rive del Brenta, le nobili famiglie veneziane costruirono dimore importanti per la villeggiatura, specchio della loro ricchezza e potenza. Secondo il costume aristocratico, i Foscarini chiamarono illustri architetti, come Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini, Giuseppe Jappelli, pittori e decoratori, come Pietro Liberi e Domenico de Bruni, affidando loro il compito di creare e decorare una residenza che esprimesse l'importanza del casato, soprattutto da quando la famiglia aveva dato alla Serenissima un Capitano da Mar e un Doge.

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Il museoIn Villa sono ospitate due mostre permanenti: una, "Calzature d'Autore" raccoglie i modelli più rappresentativi della produzione di cinquant'anni della ROSSIMODA, che da anni realizza le calzature dei più famosi stilisti italiani, francesi, americani (Fendi, Genny, Yves Saint Laurent, Givenchy, Ungaro, Anne Klein, Richard Tyler, Vera Wang e altri). L'altra mostra raccoglie una parte della collezione d'arte moderna di Luigino Rossi, presidente del Calzaturificio proprietario di Villa Foscarini.

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Renè CaovillaRené Caovilla, figlio di un artigiano calzaturiero dei primi del ‘900, deve il suo ingresso nel mondo del fashion grazie a Valentino Garavani, che ne aveva scoperta l’esistenza e aveva trasformato le sue ‘sculture da calzare’ in eleganti creazioni gioiello, sensuali e preziose.

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BibliografiaTesti consultatiCentro studi Editori: “La Riviera del Brenta”A. Baldan: “La Riviera del Brenta” Ed. Francisci - 1988N. Baldan: “Ville e palazzi nella riviera del Brenta” Libraria Padovana

Editrice - 2005Scuola Media G. Leopardi di Mira: ”La storia in villa”E. Vulcano: “Toponomastica della riviera del Brenta” Libraria Padovana

Editrice - 2004F. Bondi, G. Mariacher: “ La calzatura della Riviera del Brenta”

Siti web consultatiwww.rivieradelbrenta.itwww.wikipedia.itwww.comunedidolo.it