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LaVer itàAnno II - Numero 263 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 5 novembre 2017

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CHE COSA C’È DIETRO LA CORSA ALLE «CITTÀ CARDIOPROTETTE»

Dae e Dae, vivremo in eterno felici e defibrillatiApparati con gli elettrodi ovunque, persino nelle cattedrali. Sono i nuovi angeli custodidi STEFANO LORENZETTO

n In caso di ma-lattia terminale,preferirei morirenel mio letto, cosìvedrei le colline,almeno. Confes-

so però un sogno irrealizzabile:non mi dispiacerebbe tirare lecuoia direttamente in chiesa,con lo sguardo rivolto verso l’al -tare. Tempi abbreviati per il fu-nerale, fra l’altro. E camera ar-dente che più ardente non si

può, con quel trionfo di ceri ecandele attorno. Dovesse acca-dere d’estate, poi, massimocomfort assicurato. La pievedel mio paesello è dotata di unimpianto d’aria condizionatanaturale; una grata nel pavi-mento della navata centraleporta un soffio gelido diretta-mente dalle viscere della terra,dal Pantheon, tempio ipogeo ri-salente al III secolo, consacratonel 1187 da papa Urbano III, unodei siti paleocristiani più belli,e meno conosciuti, d’Italia (lo

feci visitare a Giovanni MariaVian, direttore dell’Osservato -re Romano, che ne riemerse e-stasiato, con le scarpe infanga-te: da allievo di Manlio Simo-netti, il grande studioso di cri-stianistica morto lo scorso 2novembre, era riuscito a iden-tificare tutte le figure del ciclodi affreschi corrosi dal tempo,ispirati a temi vetero e neote-stamentari, dalla strage degliinnocenti fino all’ingresso diGesù in Gerusalemme).

Temo che questa opportuni-

tà non mi verrebbe concessa inCattedrale, dove pure potreibearmi alla vista dell’Assu n tadel Tiziano. Infatti, ai primi se-gni di cedimento del cuore, lìmi tratterrebbero a forza nel-l’aldiquà. Me ne sono reso con-to domenica scorsa, quando, u-scendo dalla messa, m’è scap-pato l’occhio sulla bacheca de-gli avvisi, nella quale spiccavaun cartello verde, con la sago-ma di un cuore e le scritte «DaeAed Cardiac science». (...)

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Banche, vietato indagare sui crac rossiRenzi incontra Casini a porte chiuse (gli detta l’agenda dei lavori?) e tiene i riflettori accesi solo sugli istituti veneti. Il presidentedel Senato pensa di togliergli l’arma elettorale. Ma gli italiani non tollerano giochini: pretendono la verità. Anche su Etruria e Mps

GRAGRA SSO VUOLE CHIUDERE LA COMMISSIONE SUGLI SCSSO VUOLE CHIUDERE LA COMMISSIONE SUGLI SCANDANDALIALI

di MARIO GIORDANO

n Sospendere la Commissio-ne d’inchiesta sulle banche?E perché? Perché lo vuole ilpresidente del Senato, PietroGrasso? Oppure andare a-vanti? E come? Come (...)

segue a pagina 3

IL BESTIARIO

La Casta saràtravoltadalle schifezzesessualidi GIAMPAOLO PANSA

n Un amico midice: «Tra qual-che mese ci sa-ranno le elezio-ni politiche. Perchi voterai?».

Gli rispondo: «Per nessuno».Lui mi scruta perplesso:«Non capisco. In che sensoper nessuno? Spiegami».«Dovresti averlo già capito.Nel senso che non andrò avotare, non mi presenterò alseggio, mi arruolerò nelgrande esercito degli elettoriastenuti. In Italia siamo mi-lioni. Quale giorno fa, S ette, ilsettimanale del Corriere del-la Se ra , ha dedicato parec-chie pagine alla tribù degliastensionisti. Era un servi-zio divertente, scritto da unagiovane giornalista che nonconosco, ma ha un bel nome:Stella Pupo. Una tarantinache ha offerto ai suoi lettoriun trattato di sociologia de-dicato ai vari tipi di refrattariall’ambiente delle sezioni e-l etto ra l i …».

Il mio amico ridacchia:«Giampa, stai facendo pub-blicità a un periodico chenon parla mai dei tuoi librac-ci. Dovresti rendergli panper focaccia!». Gli (...)

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OGGI LA SICILIA VOTA

È UN RISULTATOCHE INFLUIRÀSULLE ELEZIONIDI PRIMAVERAdi MAURIZIO BELPIETRO

n Oggi si vota in Sicilia.È un appuntamentocon le urne di cui pocoimporta ai siciliani, da-to che le previsioni par-lano di un astensioni-

smo leggermente inferiore al 50 percento. Figuratevi dunque quantopossa interessare a chi siciliano nonè. Tuttavia, nonostante le premesse,queste elezioni ci riguardano e nonp o c o.

Il primo motivo per cui ci dovreb-bero interessare è quello che un col-lega come Pietrangelo Buttafuoco hasintetizzato in un suo recente pam-phlet. La Sicilia è il buco nero dell’I-talia, un buco in cui ogni anno spari-scono miliardi e che ogni anno pro-duce sprechi, clientelismo (...)

segue a pagina 5

Cari maschi,non aveteidea di chesignifichisentirsi prede

JULIANNA MARGULIESL’ULTIMA MOLESTATA

Arrestato Tulliani, parente serpente di FiniEra latitante a Dubai dal 20 marzo. Deve rispondere di riciclaggio, come il cognato. Scontro sull’estradizione

ADELE GRISENDI a pagina 6

di GIORGIO GANDOLA

nn L’ossessione per i giornali-sti può giocare brutti scherzi.Latitante in panciolle a Dubaidal 20 marzo scorso, ma irri-tato nel sentirsi braccato dal-la stampa, giovedì GiancarloTulliani si era recato al postodi polizia dell’aeroporto (do-ve aveva accompagnato la fi-danzata in partenza) per in-durre i gendarmi degli Emi-rati a togliergli di torno i fan-tomatici scocciatori. Aveva u-tilizzato la stessa strategianel 2010 a (...)

segue a pagina 11

«La sinistra staal fiancodel capitalismoLa famigliaè l’unica difesa»

DIEGO FUSARO

MAURIZIO CAVERZAN a pagina 8

Partigiani finitiperò eleggonouna donnaper incassareancora soldi

CARLA NESPOLO

FRANCESCO BORGONOVO a pagina 9PRE SO Tulliani junior

LaVer ità 13DOMENICA5 NOVEMBRE 2017

ZLA CORSA AI DEFIBRILLATORISegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) Acronimi misteriosi, non ancoraregistrati nello Zi n g a rell i . Ho fattoricerche: Dae sta per d é f ib rill ateu rsautomatisés externes e Aed pensoche voglia dire la stessa cosa in ingle-se. Non che occorresse la scienzainfusa, per decifrare il tutto. L’av v i s osegnala la presenza di un defibrilla-tore per soccorrere i fedeli in arrestocardiaco. Peccato che il prezioso ap-parecchio non si trovi lì sotto, pron-to per l’uso. Immagino che vengacustodito in sacrestia. Con tutti i la-dri che ci sono in circolazione, nonmi stupirei neppure se fosse statochiuso a doppia mandata nel taber-nacolo, a tenere compagnia al San-tissimo. Chi più del Sacro Cuore diG e sù ha presente la frangibilità, an-che coronarica, di quello umano?

Passate meno di 24 ore, ho lettouna circolare firmata dall’ammini -stratore del condominio in cui abitamia suocera. Oggetto: «Installazionedefibrillatore pubblico». Scelta op-portuna: l’età media dei residenti siaggira sui 40 anni per gamba. L’ini -ziativa è della farmacia a pianterre-no, la quale ha aderito al progettoCittà cardioprotetta, promosso dal-la società Cardiac science, sempre la

stessa, in collaborazione con Feder-farma e Comune di Verona. Dallechiese alle strade.

Valeva la pena di capirne di più.Ho così scoperto che Cardiac scien-ce ha sede negli Stati Uniti ed è pro-prietaria di oltre 100 brevetti. Il fioreal l’occhiello dell’azienda è questoDae. Fino a oggi è riuscita a piazzareben 500.000 defibrillatori in 90 Pae-si del mondo, giacché gli accidentivascolari non guardano alla nazio-nalità degli individui, anche se pareassodato che la popolazione occi-dentale, abituata a cinque pasti algiorno, sia più esposta al rischio diquella subsahariana, che fatica a ri-mediarne uno solo. Secondo il Con-siglio europeo di rianimazione, nelVecchio Continente ogni giorno1.000 persone restano vittime di ar-resto cardiacoi m p ro v v i s o,circa 350.000l’anno. Nume-ri importanti.

A propositod i n u m e r i :qu a nto s a ràcostato il mez-zo milione didefibrillatori echi avrà paga-to? Non è datosapere. Car-diac sciencenon è l’u nicafornitrice im-pegnata nel-l’assicurare almomento op-portuno la scarica elettrica che faripartire i cuori rimasti privi di bat-tito. Per esempio, dalle nostre partic’è anche la Low cost service, che hasede nel Modenese, a Carpi, localitànota fino a ieri solo per quello che stasubito sopra i cuori, cioè le canottie-re. Anche questa ditta è impegnatanel progetto Città cardioprotetta.Però non c’è verso di scoprire, dalsuo sito, quanto costi l’attrezzo sal-vavita. In compenso vengono elargi-te preziose informazioni sulle speseaccessorie: «Gli elettrodi necessita-no di essere sostituiti mediamenteogni 24 mesi o dopo ogni utilizzo, labatteria ogni 4 o 5 anni. Per calcolareil vero costo di un defibrillatore, nonoccorre solo valutare il prezzo di ac-quisto ma anche e soprattutto i costidi gestione, e qui ci sono le vere sor-

prese! Il costo di una coppia di elet-trodi adulti varia da 30 a 100 euro. Laforbice si allarga ulteriormente se siparla di elettrodi pediatrici, da 40 a200 euro, mentre il costo di una bat-teria varia da 30 a 480 euro. E perl’aggiornamento del software? Mol-ti produttori lo effettuano gratuita-mente ma c’è chi chiede oltre 200euro». Un bel giro d’affari, insomma.Resta intatto il quesito: chi paga?

Più prodiga d ’ i n fo rm a z io n iH ea rt sine: «Sul mercato sono pre-senti diversi defibrillatori prodottida numerose aziende, con prezziche variano dai 700 ai 2.000 euro.Tendenzialmente, un defibrillatorecon un costo inferiore ai 1.000 euro èun Dae di scarsa qualità, magari pro-dotto in Cina o in Turchia». Ma perinfo e prezzi esatti, bisogna inviare

un messaggio.Sono spun-

tati all ’o ri z-zonte vendito-ri - pardon,c a rd io p rotet-tori - un po’d o v u n q u e :Bergamo, Mi-lano, Sassuo-l o, C a s a l e c-chio di Reno,S c a r p e r i a ,Sa n s e p o l c ro,C a v r i g l i a ,Quarto... Fa-rei prima a e-lencare i Co-muni sguarni-ti. Le colonni-

ne gialle dei defibrillatori sono de-stinate a soppiantare quelle degli au-tovelox, con grande sollievo di tutti.

Spesso i defibrillatori vengonodonati dalla Croce rossa, da singolibenefattori o da associazioni civi-che, come Gallipoli futura, che haregalato 10 postazioni al capoluogopugliese. E ha fatto benissimo: il feu-do elettorale di Massimo D’Alema èl’unico luogo al mondo dove un’esta -te ho rischiato l’infarto. Mi ero infat-ti incaponito a parcheggiare vicinoal centro storico di Gallipoli per an-dare a cena alla Grotta marinara.Due ore incrodato in un traffico maivisto prima in vita mia. Alla fine horipiegato, quand’erano le 10 di sera,su una masseria in mezzo ai campi.

Giusto un mese fa, Striscia la noti-z ia ha documentato però che nelle

strade di Gallipoli sono stati instal-lati i soli totem gialli. Dentro le te-che, i defibrillatori non ci sono. Ilsindaco Stefano Minerva si è giusti-ficato spiegando che prima bisognaformare il personale capace di uti-lizzarli e che mancano ancora i nu-meri telefonici per le chiamate d’e-mergenza. In Italia, si sa, si costrui-scono le case partendo dal tetto, maidalle fondamenta.

La moda (utile, per carità) del Daes’inscrive perfettamente nella ga-loppante medicalizzazione della so-cietà. Ormai convinti che la mortesia un accidente evitabile, gli uominidel nostro tempo pensano che bastidotarsi degli strumenti adatti perriuscire a scongiurare la seccanteevenienza. Una situazione ben de-scritta da un prete che opera nonlontano dai defibrillatori di Gallipo-li, tra Palamariggi e Otranto, don Mi -chele Cursano: «Oggi la morte è di-venuta l’innominabile. Ormai tuttoavviene come se né io, né tu, né quelliche mi sono cari fossimo più morta-li. Gli anziani vengono presi in cari-co dall’ospedale e dalla medicinadelle case di riposo, sottratti ai lorocongiunti prima ancora di esseremorti. Il morire è spogliato di ognisignificato umano e ridotto a puro esemplice evento biologico».

Invece il mio amico Emilio Cupo-l o, architetto di Desenzano, al Daepreferisce l’angelo custode. Gli capi-tò di affidarsi alla creatura celesteanche per soddisfare la pressanterichiesta del suo socio Giuseppe Co-l o s io, imprenditore bresciano parti-to da operaio e arrivato a possedereu n’azienda con 200 dipendenti, ilquale voleva conoscere a tutti i costiFidel Castro solo perché aveva lettosu un giornale che era consideratol’uomo più inavvicinabile del piane-ta .

Cu p ol o portò C ol o s io in vacanza aCuba. «La sera prima del “m i rac o l o”,chiesi al mio angelo custode: conce-dimi un regalo per questo amico cheè stato così importante nella mia vi-ta. E in quel momento sentii unarisposta: “Sì, domattina avrete unincontro con C a s tro”. All’alba, dissia C ol o s io: “Andiamo! Fidel ci aspet-t a”».

Raggiunsero la spiaggia di SantaMaria del Mar. Una volta lì, si addor-mentarono sulle sedie a sdraio. Ver-so le 11, Cu p ol o si ridestò di sopras-

salto e vide in lontananza una mac-chia verde. «Militari! Che ci faceva-no in spiaggia i militari? Svegliai Co -l o s io. Corsi verso l’a s s e m b ra m e ntodi soldati e al centro intravidi il ber-retto del Líder máximo. Mi saltaro-no addosso in sei. Gridai che mimandava l’angelo custode. Ca s troordinò agli uomini della sicurezza dilasciarmi passare. Allora gli dissi: cisarebbe anche C ol o s io, che vuol fareuna foto con lei. “Va bene”, rispose. Esi mise in posa. Gli spiegai che erostato candidato al Parlamento euro-peo. “Ah sì? E in quale partito mili-ta? ”, s’incuriosì. Cdu, risposi. Glimostrai un mio volantino elettoralecon il simbolo della vecchia Dc. “Esi -ste ancora la Democrazia cristia-n a? ”, si stupì. Frammentata in tantimovimenti, comandante, però so-pravvive, sia-mo il partitopiù anticomu-nista d’Eu ro-pa. E lui: “Vuo imetterti a farp ro p a g a n d aanche a SantaM a r i a d e lM a r? ”».

L’a rc hi tettovisionario sir i c o rd ò c h eC a s tro ave vastudiato daig e s u i t i . G l ipropose per-ciò un’intervi -sta sul sensodella vita, conlui nelle vesti di nonno e la figlia,E l i s a b etta Cu p ol o, in quelle di nipo-te. «Es posible», rispose il dittatore.E quando seppe che la ragazza avevasolo 18 anni, volle telefonarle: «Elisa-betta, sono Fidel Castro. Tu pensiche sia uno scherzo? Vediamo, pro-vo a descriverti tuo padre. Sarà altoun metro e 90, avrà 40 anni...». «Cin-quanta», lo corresse Cu p ol o. «Quan-te ore al giorno stai sui libri, Elisa-betta?», chiese C astro. «Quattro»,rispose lei. «Non ci credo. Quattrosono semmai le ore che passi davantialla tv». Poi le raccomandò di studia-re la storia e soprattutto i grandicondottieri, «como Giulio Cesare », ele domandò se avesse mai visto i filmcubani: «Fra i migliori al mondo. Maanche i vostri sono molto belli. Il miopreferito è Divorzio all’ital iana di

Pietro Germi. Invece ti sconsiglioquelli americani: troppa violenza».

Ci fu un tempo in cui tutti, anchesenza saperlo, ci affidavamo comeCup olo agli angeli custodi. Il miocompagno di banco delle elementa-ri, Giovanni Brutti, che da grandesarebbe diventato cameraman al se-guito di Giovanni Paolo II, Benedet -to XVI e Francesco nei cinque conti-nenti, un giorno di 50 anni fa pensòbene di scendere le due rampe digradini della sala parrocchiale inti-tolata a San Pio X, scivolando con ilsedere lungo il corrimano, mentrecantava Stasera mi butto per imitareRocky Roberts. La sorte lo prese inparola: precipitò nella tromba dellescale, sotto lo sguardo atterrito deisuoi coetanei. Ricordo che si alzò inpiedi senza un gemito, si guardò at-torno stralunato, poi fuggì a gambelevate verso casa, cacciando un urlodisumano. Nessuno fece in tempo achiamare il 118, anche perché il nu-mero d’emergenza sarebbe stato i-stituito solo dopo un quarto di seco-lo. Br utti se la cavò con la fratturascomposta di un braccio.

Invece G i a n f ra n c o C o rel l i ebbe lapessima idea di concedersi un ba-gno invernale fuori programma nel-la fontana ghiacciata di piazza Libe -ro Vinco, dedicata ai caduti di tuttele guerre. Ci scivolò dentro, vestito,

per una maldestra prodezza. Loriaccompagnammo dai suoi chesprizzava acqua dalle scarpe a ognipasso. Non fu sottoposto ad alcunaprofilassi, né si buscò la polmonite.

Alla stessa età di C o rel l i , io m’im -provvisai soldato romano afferran-do di slancio un pezzo di legno chemi sembrava più letale della spadadel Bre n n o di «Vae victis!». Mi ritro-vai con un chiodo ricurvo piantatonell’indice della mano sinistra (hoancora la cicatrice). Corsi dallamamma con quel gladio insanguina-to e penzolante. Per fortuna incro-ciai mio zio Arturo, idraulico, cheprovvide a estrarre l’uncino. Non homemoria di una successiva iniezio-ne antitetanica.

Mio padre, calzolaio, il giorno incui con il trincetto si squarciò il pol-

lice sinistro fi-n o a l l ’ o s s o ,mentre taglia-va un pezzo dicuoio, preferìr i c uc i r s i d asolo con il filoche usava per iguardoli. Nonvoleva inter-rompere il la-voro. L’in d o-mani finì alp r o n t o s o c-corso, ma soloperché il ditoaveva raggiun-to le dimen-sioni del restodella mano.

Un mio fratello venne fatto piroet-tare da un altro mio fratello comeuna giostra di cavalli e, sfuggito dimano, andò a schiantarsi con il capocontro il cordolo del marciapiede.L’incidente si chiuse con una com-mozione cerebrale transitoria e unpaio di incisivi in meno. Mio figlio a 7anni rischiò di morire negli impiantisportivi comunali per una porta dicalcio che non era stata ancorata alterreno, trasformatasi in una ghi-gliottina che gli piombò sul collo.Gra -ziaddio, non dovette accorrere l’am -bulanza. Vegliava l’angelo custode.

In punto di morte, Federico Felli-ni disse a Enzo Biagi: «Se non siamocresciuti proprio stupidi, è un mira-colo». Se siamo ancora vivi senzadefibrillatori, pure.

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“Ignoto il prezzo degli attrezziche danno la scossa. L’unicacosa certa sono gli alti costidi manutenzione. A Gallipolihanno installato 10 colonninegialle: peccato che siano vuote

”“L’architetto Emilio Cupolosi fa assistere solo dallo spiritoceleste che gli fece incontrareFidel Castro. Lo stesso chesalvò il cameraman dei papie mio figlio sul campo di calcio

QUESTIONE DI BATTITO Dae (défibrillateurs automatisés externes) installati in Italia nell’ambito del progetto Città cardioprotetta

Il Dae è l’angelo custode del terzo millennioIn strade, chiese, condomini, farmacie dilaga il progetto Città cardioprotetta, promosso da una società americana che ha giàpiazzato 500.000 apparecchi capaci di far ripartire il cuore dopo un arresto improvviso. Le aziende italiane inseguono. Chi paga?