Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Facoltà di Architettura “Valle Giulia”Laurea in Gestione del Processo Edilizio - Project Managememnt
Corso di Tecniche di Recupero e Restauro dell’Edilizia
PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA - Piazza dei Signori – PADOVALAVORI DI RESTAURO CONSERVATIVO DEGLI ELEMENTI DI RIVESTIMENTO DEL COPERTO E ADEGUAMENTO FUNZIONALE ALLE VIGENTI NORMATIVE
SULLA SICUREZZA
Prof. Arch. Maurizio BertiStudenti: Francesca Pantanelli, Alessia Giandomenico, Cinzia Amendola, Pierandrea Mattioli, Pierluigi Turchetti, Fabio Grosso
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Gro
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Relazione introduttivasull’intervento di restauro
Capitolo 3
Identificazione puntuale delsistema oggetto di intervento
Capitolo 6
Intervento eprogrammazione dei lavori
Capitolo 1
Localizzazione edidentificazione dell’opera
Capitolo 4
Rilievo dello stato di fatto
Capitolo 7
Capitolato Specialed’Appalto
Capitolo 2
Analisi del sistemacostruttivo
Capitolo 5
Analisi del degrado
Capitolo 8
Computo Metrico Estimativo
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Relazione Introduttiva
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Tav. 1
27; alto 27 m).Le decorazioni sui muri sono state attribuite a Giotto e alla sua scuola
ma sono state rifatte da Nicolò Miretto e Stefano da Ferrara dopo l'incendio del 1420;
Cappella Scrovegni. La sua fama è dovuta agli affreschi di Giotto.
Sono esposti opere della città provenienti dal museo delle arti che risalgono al XIV
secolo; l'opera più importante è il Crocifisso di Giotto e gli Angeli Armati di
Guariento;
Cappella degli Eremiti. E' stata costruita nel XIII secolo ed è divenuta famosa per il
suo soffitto di legno, per i suoi affreschi e per le sue tombe. Sfortunatamente molti
affreschi sono stati persi durante l'ultima guerra mondiale. Alcuni affreschi di
Guariento, il Martirio di St. James di Mantegna, il Martirio di St. Christopher, sono
conservati nel presbiterio e nella Cappella Overtari;
Basilica di S. Antonio. E' stata costruita dopo la morte di S. Antonio, chiamato il
Santo, nel 1231 ed è stata completata all'inizio del XIV secolo.
All'interno della Basilica sono presenti molti affreschi di Altichiero e di Giusto De'
Menabuoi, statue, l'opera in bronzo di Donatello, l'Altare del Santo e il tesoro della
cappella. Nella parte frontale della basilica è presente il monumento equestre di
bronzo di Gattamelata fatto da Donatello;
Mura e Prigioni. Sono presenti molti resti di mura costruite alla viglilia del Comune,
dalla Signoria dei Carrara, e dalla Repubblica di Venezia. Sono molto interessanti dal
punto di vista artistico: la Prigione di Venezia o di Portello, costruita nel 1519 da
Guglielmo Bergamasco, la Prigione di San Giovanni e la Prigione di Savonarola,
entrambe costruite da G. M. Falconetto;
Palazzo Bo. Questa è la sede principale dell'Università ed è stata costruita tra il 1542
e il 1601. Di notevole interesse sono i vecchi cortili, la stanza dei quaranta con le
sedie di Galileo, l'Aula Magna, la più antica del mondo e la Sala di Anatomia di
Fabrici d'Acquapendente;
Basilica di San Justine. Questa chiesa è stata costruita dai frati Benedettini nel XVI
secolo sui resti della della vecchia basilica della metà del VI secolo. All'interno si può
ammirare il martirio di San Justine creato da Veronese (1575); Cattedrale del
PREMESSA
Il tema del recupero e valorizzazione di un edificio storico di elevato pregio
architettonico è oggi una realtà diffusa che implica la profonda conoscenza del
manufatto e un’accurata analisi delle esigenze pubbliche.
E’ nostra intenzione affrontare tutte le tematiche che la sua complessità propone.
1. LOCALIZZAZIONE DELL’OPERA
L’oggetto dell’ intervento è ubicato nella città di Padova una delle più importanti
città del Veneto sia dal punto di vista artistico quello economico.
Nata come città di pescatori nel IV secolo dC si è accresciuta velocemente
diventando una delle città più importanti dell'impero romano. Solo alcune rovine
romane sono presenti nella città a causa della sua distruzione ad opera dei
Longobardi nel 602. La sua ricostruzione è stata molto lenta. Nel XII secolo Padova
diventa un Comune libero e sotto la Signoria della famiglia Carrara, espande il suo
dominio a una larga parte del Veneto (1338-1405). In questo periodo si ha un buon
sviluppo sia dal punto di vista economico che da quello culturale che lasciano segni
indelebili: la fondazione dell'Università, le mura medioevali della città, le grandi
costruzioni civili e religiose. Il panorama artistico è dominato da Giotto, Guariento,
Altichiero, Giusto De' Menabuoi, che crearono splenditi affreschi. Padova fu
incorporata nel dominio di Venezia nel 1405 ma, grazie a Donatello e Mantegna, il
suo primato artistico continua durante la prima metà del XV secolo. Sotto il
governo della Repubblica Serena, Padova raggiunge il suo massimo sviluppo
urbano. Dopo quattro anni di dominazione veneziana, Padova cade sotto la
dominazione dell'impero Austriaco 1866 ed è poi annessa al regno d'Italia. Padova
conserva ancora oggi le sue strutture urbane caratteristiche: strade strette con
portici, piazze e palazzi monumentali tra cui:
Palazzo della Ragione. Questo edificio fu costruito dal Comune.
Il piano superiore e' chiamato Salone ed uno dei saloni più grandi nel mondo (81 x
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Tav. 2
Battistero. Il suo nome deriva da San Giovanni il battista ed è una costruzione in
stile romanico (1075) e all'interno sono esposti affreschi di Giusto De' Menabuoi.La
base della struttura è quadrata ed ha un' alta cupola di forma circolare un piccolo
portico ed un' altra cupoletta. Essa è decorata con archi e file di pilastri;
Giardino Botanico. E' un vecchio giardino botanico utilizzato a scopo didattico,
fondato nel 1545 dalla facoltà di medicina dell'Università. E' presente una vasta
collezione di piante rare; Prato della Valle. E' una piazza di notevoli dimensioni con
al centro un canale circolare solcato da quattro ponti e decorato da 78 statue di
personaggi famosi. La piazza è stata ristrutturata nel 1775 da Domenico Cerato per
ordine di Andrea Memmo;
Piazza dei Signori. In questa piazza sorge Palazzo del Capitanio (XVI secolo) con la
vecchia Torre dell'Orologio ideata da Jacopo Dondi (1354) e rifatta nel XV secolo.
Sulla sinistra di quest'edificio si trova il nostro oggetto di intervento la Loggia della
Gran Guardia costruita seguendo un progetto di Annibale Maggi. Fu completato nel
1532 da Falconetto; l' Arco di Trionfo creato da G. M. Falconetto separa Piazza dei
Signori da Piazza Capitaniato.
2. IDENTIFICAZIONE PUNTUALE DEL SISTEMA OGGETTO DI
INTERVENTO
Il sistema costruttivo della Loggia della Gran Guardia si articola secondo le linee
guida dell’ architettura; lo studio sull’immobile, sarà interamente dedicato al
recupero della copertura, andando a determinare quali tipi di problematiche
presenta attualmente la parte in oggetto e con quali tecniche si intenderà procedere
per il suo recupero.
3. METODOLOGIA DI INTERVENTO
Le prestazioni professionali richieste saranno organizzate secondo un processo
progettuale che tenga conto dei vincoli normativi nel rispetto delle caratteristiche e
dei requisiti del particolare insieme.
Lo sviluppo dell’elaborazione progettuale verterà quindi sui seguenti criteri
ispiratori:
- comprensione delle valenze di tutti gli elementi preesistenti attraverso l’esatta
definizione dello stato dei luoghi oggetto dell’intervento;
- definizione del quadro normativo di riferimento;
- ricognizione dello stato di fatto e dei dati acquisiti a mezzo di indagini preventive
comprendenti rilievi prelievi e mappature;
- definizione di alternative progettuali (ad es. il tipo di giunto utilizzato per agganciare
le lastre di copertura in piombo);
- individuazione della soluzione più idonea al soddisfacimento delle esigenze
individuate;
- controllo degli aspetti connessi all’ utilizzo di materiali, componenti e tecnologie
appropriate, con verifica dei requisiti di durabilità, manutenibilità ed adattabilità;
- programmazione dettagliata dei tempi di svolgimento delle varie fasi della
progettazione ed esecuzione dei lavori, a mezzo anche di diagrammi di Gannt.
Il criterio guida prevalente che informerà la realizzazione dell’intervento di recupero
della Gran Guardia sarà basato sul rispetto della memoria storica che l’immobile
conserva, in armonia con le proprie caratteristiche storico-tipologiche e culturali.
Recuperati appieno i valori insiti nei caratteri storici, stilistici e costruttivi dell’immobile
da ristrutturare, e rispettati tutti i requisiti tecnici e funzionali, sarà da noi comunque
perseguito l’obiettivo di connotare l’intervento edilizio come “opera di Architettura” in
grado di esprimere al meglio le proprie funzioni.
L’intervento si propone il restauro conservativo della copertura, realizzata con lastre in
piombo e della relativa struttura secondaria in legno composta da morali, tavolato e
listelli, partendo dall’eliminazione delle cause di degrado, ove possibile, per giungere al
consolidamento, pulitura o sostituzione degli elementi ammalorati.
La copertura in piombo utilizzata per questo intervento anche se possiede le migliori
caratteristiche impermeabilizzanti, buona durabilità e resistenza al fuoco, si è sempre
rivelata la meno economica sia per il costo del materiale, sia per la particolare perizia che
richiede nella posa in opera.
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Tav. 3
Si tratta di un manto di copertura ottenuto per giustapposizione di lastre malleabili,
ovvero che possono essere ridotte in lamine sottili impiegate in grande formato per
limitare al massimo il peso e il numero dei giunti da eseguire in opera.
E’ stato necessario intervenire anche sul supporto intervenendo sul tavolato in legno
deteriorato dall’attacco di insetti xilofagi e da muffa, per garantire un rifinito piano
di posa delle lastre, ciò per evitare che si formino faIle per la presenza di irregolarità
sulla superficie di appoggio, sia durante la posa, sia in seguito, con gli assestamenti
per effetto del calore.
Altro inconveniente per questo tipo di manto di copertura sono le escursioni
termiche che costituiscono, in effetti, uno dei principali problemi, perché provocano
fortissime dilatazioni, con cicli continui che possono alterare la qualità delle lastre.
Infatti le lastre di piombo si devono impiegare su pendenze limitate, a meno che si
accettino particolari limitazioni dimensionali.
Altro problema è l’assorbimento di calore un problema che induce, talvolta, a
verniciare anche questi tipi di metalli che, per quanto riguarda l’ ossidazione, non
ne avrebbero avuto necessità. La capacità di disperdere calore, invece, potendo
produrre problemi di condenza, specialmente durante la notte, induce a realizzare il
manto in modo che non ci sia possibilità di contatti diretti can l’aria interna, se
umida.
Altro importantissimo problema è quello legato alla possibilità che si formino archi
voltaici; il contatto tra certi metalli, ad esempio chiodi di ferro con lastre di piombo,
accelera enormemente il processo di ossidazione, favorendo la rapida corrosione del
materiale intorno al punto di contatto. Si rende, quindi, necessario inchiodare le
lastre di piombo con chiodi di ottone; se accorre qualche elemento di rinforzo, si
deve usare legno o barre di materiale compatibile. Il piombo forma rapidamente
uno strato di ossido superficiale che impedisce l’approfondimento dell’ossidazione;
si mantiene quindi bene nel tempo, dopo una prima fase di alterazione che,
oltretutto, gli conferisce un caratteristico aspetto, ormai apprezzato anche
esteticamente.
Sia nella posa, sia nelle successive manutenzioni, si fa spesso uso della saldatura in
opera, in seguito limitata per motivi di sicurezza. La si può eseguire in due modi
”forte”, a ottone, per rame e piombo, oppure ”dolce”, a stagno e piombo, meno
resistente ma abbastanza facilmente realizzabile per il basso punto di fusione.
Infine, per ottenere la continuità del manto, si realizzano le giunture ripiegando
insieme i lembi delle lastre e, quindi, martellando con utensili di legno, fino a
chiuderle ermeticamente; si avvolgono insieme, ripiegando i lembi orizzontali verso
valle, evitando così possibili infiltrazioni. Sotto ripiegature, sulla sola lastra inferiore
si mettevano i chiodi, stagnati o ottonati, in modo che risultino protetti dal
raddoppiamento del giunto.
3.1. FASI OPERATIVE DEL RESTAURO
Intervento sulle lastre in piombo:
Rimozione delle zanche in rame , chioderia e delle lastre in piombo;
Spostamento e rovesciatura delle lastre in piombo;
Ribattitura e risanamento delle lastre ammalorate;
Applicazione sul retro delle lastre infragilite di tessuto in fibra di vetro e
resine;
Trattamento antichizzante delle lastre di nuova fornitura.
Intervento sulle opere in legno:
Sostituzione dei tavolati e morali irrecuperabili;
Pulitura delle superfici lignee della copertura (morali, tavolato e listelli);
Trattamento antitarlo ed antimuffa delle superfici lignee;
Fissaggio del rivestimento protettivo in piombo su listelli con zanche e
chioderia;
Scarico e allontanamento del materiale di risulta (lastre, tavolati e ancoraggi);
Lievo e sostituzione dell'abbaino.
Intervento di restauro del manto di copertura del Cupolino:
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Tav. 4
Rimozione delle zanche in rame, chioderia e delle lastre in piombo;
Sostituzione del tavolato in legno e di n° 4 montanti;
Pulitura delle superfici lignee della copertura (tavolato e morali);
Trattamento antitarlo ed antimuffa sulle superfici lignee;
Fissaggio del rivestimento protettivo in piombo su listelli con zanche e
chioderia;
Trattamento antichizzante delle lastre di nuova fornitura;
Scarico e allontanamento materiale di risulta.
4. METODOLOGIE D'INDAGINE
Le indagini preliminari che potranno essere utilizzate saranno di due tipi:
a) indagini non distruttive;
b) indagini minimamente distruttive.
Nel primo caso si utilizzeranno tecnologie di analisi dei materiali o degli elementi da
sottoporre ad opere di restauro che escludano interventi artificiali o a carattere
invasivo tali da alterare in qualsiasi modo le caratteristiche fisico-chimiche delle parti
oggetto di indagine.
Potranno essere utilizzate delle tecniche di analisi che hanno caratteristiche
distruttive di lieve entità e che si rendono necessarie per la valutazione di alcuni
parametri:
analisi con i raggi x per l'identificazione della struttura di una sostanza cristallina
individuandone i vari componenti;
analisi spettrofotometriche per l'identificazione ed il dosaggio degli ioni presenti
in una soluzione acquosa- campo del visibile (0,4-0,8 micron), ultravioletto
(0,000136-0,4 micron) e infrarosso (0,8-400 Nm);
microscopia ottica per l'analisi del colore, dei caratteri morfologici e delle
caratteristiche specifiche di ciascuna sostanza;
microscopia elettronica per lo studio della distribuzione delle singole parti e dei
prodotti di alterazione;
Le opere di diagnostica e controllo dei coperti della gran guardia prevedono il
prelievo, la mappatura su rilievo cartaceo fornito dalla D.L. in scala 1:20 e 1:50 e
riversamento su CD, l’esecuzione ed interpretazione con documentazione
fotografica, cosi come sarà meglio precisato dalla D.L. di mirate indagini fisico-
chimiche dei materiali lignei presenti nel pacchetto e delle lastre in piombo, per
verificare la natura dei fenomeni patogeni ed accertarne l’avvenuta bonifica e per
identificare i trattamenti e le finiture originali ancora presenti. Le analisi da
effettuarsi sulle lastre in piombo sono:
Analisi della lega mediante I.C.P. o tecniche analoghe previo attacco con
opportuni reagenti.
Analisi dei prodotti del degrado superficiale mediante microanalisi tipo XPS o
tecniche equivalenti.
Osservazione in Sezione stratigrafica dei prodotti del degrado e della profondità
di penetrazione.La prova sarà corredata da analisi multielementari.
Osservazione al SEM della superficie degradata e confronto con le superfici non
esposte. Le osservazioni saranno corredate da analisi multielementari, eseguite su
più punti. A corpo, per 2+2superfici (2 integre e 2 degradate).
Riversamento su disco CD - KODAK in formato DOC, XLS e immagine:
800x600x16M >/= 65.536 colori BMP >2Mb. e,JPEG <200Kb.. a) CD Kodak Color.
Le indagini da effettuarsi sui morali ,sul tavolato e sui listelli saranno di primo livello
e condotte con l’ ausilio di un martello e di uno scalpello; la misurazione dell’
umidità sarà effettuata per mezzo di igrometri .
5. MODALITA’ DI INTERVENTO
Il processo di Intervento si svilupperà seguendo una serie di fasi che si
susseguiranno andando prima ad individuare il problema e successivamente ad
intervenire su ogni singola parte danneggiata. Il restauro avrà come fine la
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Tav. 5
sostituzione delle lastre in piombo e delle opere in legno (morali, tavolato e listelli)
della copertura, pulitura di tutte le superfici lignee dei coperti e sottotetti da depositi
incoerenti estranee, eseguita con pennelli a setole dure e aspiratore localizzato.
Su tutte le coperture lignee dei coperti e del sottotetto si applicherà un trattamento
antitarlo e antimuffa, eseguito con applicazione a pennello di soluzioni di permetrina
in White Spirit, fino a rifiuto e con un minimo di due mani e consolidamento finale
fino a rifiuto delle parti lievemente degradate o non sostituite, con applicazione
d’idoneo impregnante.
Sul manto di copertura in lastre di piombo si rimuoveranno le zanche in rame della
chioderia in ferro arrugginita e smontaggio a settori, con spostamento e rovesciatura
delle lastre cosi da poter verificare il sottostante piano di posa; il ricovero delle lastre
rimosse per settore, avverrà in adiacenza sul coperto stesso, con un limite indicato
dalla D.L. per evitare sovraccarichi; compresa la fornitura e predisposizione dell’
idoneo tavolato in adiacenza per la posa, ribattitura e risanamento delle lastre
rimosse.
Inoltre si verificherà (circa 300 mq.) tutta la restante struttura e orditura lignea, con
fornitura e posa in opera in sostituzione di materiale avariato (su indicazione della
D.L.) di morali, di tavolati e listelli con sostituzione delle parti irrecuperabili e
integrazione (su indicazione della D.L.) ove necessario al sostegno dei nuovi carichi,
con pezzi di natura e sagoma uguali all’esistente, compreso il fissaggio alla restante
struttura, reggiature nuove, il trattamento antitarlo e antimuffa, i tagli e gli sfridi, le
chiaverie e bullonerie tutte in inox M1. Si sostituirà l’abbaino di accesso al sottotetto
con realizzazione di una porta con idonee aperture di ventilazione su disegno
(incluso) concordato con la D.L.
Infine si procederà al restauro del rivestimento in lastre di piombo e della struttura
lignea del coperto a cupolino del pianerottolo di arrivo dello scalone della Gran
Guardia, con le tutte le modalità precedentemente indicate per il coperto del salone
della Gran Guardia.
5.1.EVENTUALI OPERE Dl COMPLETAMENTO
Saranno così individuate:
campionature, controlli ed altre forniture, maggiori opere o opere non prevedibili,
connesse al difficile intervento di restauro o per analisi chimiche di
approfondimento di indagini già preliminarmente condotte e cosi come precisate
dai consulenti scientifici e dalla D. L, incluse prestazioni, manodopera, materiali o
noli di completamento per opere in economia, di difficile valutazione e
quantificazione preventiva, riferite per lo più alle opere occorrenti per assistenze,
per il riassetto statico, la deumidificazione e la finitura dei coperti e delle
murature in elevato;
fornitura e posa in opera di nuovo manto di copertura in lastre di piombo ivi
compresa la chioderia in rame, gli sfridi, le sovrapposizioni ed ogni onere per la
realizzazione dell’opera compiuta a regola d’arte;
rivestimento con lastre in piombo del cupolino.Sono compresi gli sfridi, la
chioderia, le eventuali staffe di collegamento delle parti, il trattamento antitarlo ed
antimuffa.
esecuzione di trattamento antichizzante sulle nuove lastre di piombo, previa
spazzolatura della superficie, e carico, trasporto e scarico alle PP. DD. delle lastre
di piombo .
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6. RIFERIMENTI NORMATIVI
I riferimenti normativi a cui ci siamo riferiti durante l’intero studio di intervento sono
qui di seguito elencati:
DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI ART.31 LEGGE 457/78:
La legge 5 Agosto 1978 n.457 art.31, le categorie di intervento:
a) interventi di manutenzione ordinaria;
b) interventi di manutenzione straordinaria;
c) interventi di restauro e risanamento conservativo;
d) interventi di ristrutturazione edilizia;
e) interventi di ristrutturazione urbanistica.
c) interventi di restauro e risanamento conservativo, “quelli rivolti a conservare
l’organismo e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che nel
rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso ne consentano le
destinazioni d’uso con essi compatibili”
DEFINIZIONE DI RESTAURO NEL D.Lgs N. 490/99
Recita alla sezione seconda dell’articolo 34 del Testo unico normativo:
“ai fini del presente Capo, per restauro si intende l’intervento diretto sulla cosa volto a
mantenere l’integrità materiale e ad assicurare la conservazione e la protezione dei suoi valori
culturali”
PROCEDURE URBANISTICHE SEMPLIFICATE PER GLI IMMOBILI TUTELATI
La norma (L.490/99) stabilisce che ai lavori di restauro già approvati dalla
Soprintendenza devono necessariamente applicarsi le procedure semplificate per essi
previste nella normativa urbanistica, ed applicabili agli altri edifici. Si tratta di quegli
interventi diretti sul bene culturale, e volti a mantenere l’integrità materiale e ad
assicurarne la conservazione e la protezione dei suoi valori culturali.
DEFINIZIONE DI RESTAURO NELLA NORMATIVA SUI LAVORI PUBBLICI
Il regolamento di attuazione della normativa quadro sui lavori pubblici, Legge 11
Febbraio 1994 n.109 e successive modificazioni, emanato con D.P.R. n. 554/99, nel
titolo XIII, concernente i lavori sui beni culturali, dà all’art.212, la definizione di
restauro:
“Il restauro consiste in una serie organica di operazioni tecniche specifiche indirizzate alla
tutela e valorizzazione dei caratteri storici-artistici dei beni clorali e alla conservazione della
loro consistenza materiale”
CODIFICAZIONE DEI PROBLEMI CONSERVATIVI: LE CARTE DEL RESTARO
1931 Carta di Atene;
1931 Carta del Restauro Italiana;
1964 Carta di Venezia:
Scopo del restauro “è di conservare e di rivelare i valori storici del monumento” esso si
fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche”; (Tratto
dall’articolo nove della Carta di Venezia).
1972 Carta del Restauro del M.P.I.:
“Si intende per restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a facilitare la
lettura e trasmettere integralmente al futuro le opere e gli oggetti di interesse monumentale,
storico e ambientale”; (Articolo quattro Carta del Restauro 1972.
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Capitolo 1
Localizzazione ed identificazione dell’opera
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Capitolo 2 – Tav. 1
1 - Corografia 1:10’000
3 - Planimetria 1:500
2 - Estratto diaerofotogrammetrico1:2’000
Veduta da Piazza deiSignori
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Capitolo 1 – Tav. 2
1 – Scorcio fotografico fronte est2 – Prospetto nord3 – Scorcio fotografico fronte ovest4 – Prospetto est
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5 – Rilievo fotografico fronte nord6 – Prospetto ovest7 – Prospetto sud
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Capitolo 2
Analisi del sistema costruttivo
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Capitolo 2 – Tav. 1
Di tamponamento
Di collegamento
Solai
Tetti
Volte
Capriate
Strutture esterne
Strutture portate odecorate
Strutture portantisecondarie
Strutture portantiprincipali
Terreni di fondazione
Fondazioni continue
Apparecchi murari
Pilastri
Colonne
Verticali
Orizzontali
Inclinate
Modanature
Elementi decorativi
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Capitolo 3
Identificazione puntuale del sistema oggetto di intervento
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sso Identificazione grafica del pacchetto di copertura
Capitolo 3 – Tav. 1
Pianta dei morali Pianta del tavolato e dei listelli
Pianta delle lastre in piombo Schema di deflusso delle acque
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Capitolo 3 – Tav. 3
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Capitolo 4 – Tav. 2
Giunto sul colmo con cappelloto Giunto verticaleGiunto verticalecupolino
Giunto verticale falde – chiodatura superioreGiunto verticale falde – chiodatura laterale
Giuntoverticale conlinguetta
Giunto orizzontalefalde e capolinoa semplice sovrapposizione
Giunto orizzontalefalde e capolinoa ripiegatura
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Capitolo 4 – Tav. 3
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Rilievo dello stato di fatto
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Capitolo 4 – Tav. 2
UniversitàdegliStudidiRoma“LaSapienza”–FacoltàdiArchitettura“ValleGiulia”-LaureainGestionedelProcessoEdilizio–PojectManagememnt
CorsodiTecnichediRecuperoeRestaurodell’Edilizia
Prof.Arch.MaurizioBerti-Studenti:FrancescaPantanelli,AlessiaGiandomenico,CinziaAmendola,PierandreaMattioli,PierluigiTurchetti,FabioGrosso Mappatura del degrado del tavolato ligneo del tetto a falde
Capitolo 4 – Tav. 5
UniversitàdegliStudidiRoma“LaSapienza”–FacoltàdiArchitettura“ValleGiulia”-LaureainGestionedelProcessoEdilizio–PojectManagememnt
CorsodiTecnichediRecuperoeRestaurodell’Edilizia
Prof.Arch.MaurizioBerti-Studenti:FrancescaPantanelli,AlessiaGiandomenico,CinziaAmendola,PierandreaMattioli,PierluigiTurchetti,FabioGrosso Mappatura del degrado delle lastre in piombo del tetto a falde
Capitolo 4 – Tav. 6
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Capitolo 4 (4+4)
Rilievo dello stato di fatto
(METODOLOGIE E TECNICHE DI ANALISI)
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Analisi della lega di piombo mediante ICP• Spettroscopia di emissione con sorgente induttiva al plasma• Analisi quantitativa del contaminante• Strumento VARIAN ICP LIBERTY 200• Fornisce la quantità di ciascun elemento presente all’interno del contaminante (es. % Fe, % Al, ecc.)
Analisi dei prodotti del degrado superficiale mediante microanalisi XPS• Spettroscopia fotoelettrica ai raggi X• Implica l’analisi dello spettro dell’energia cinetica degli elettroni che sono emessi dagli atomi superficiali
come risultato dell’irraggiamento con i raggi X. Gli elettroni emessi nei primi 3-5 nm possono allontanarsi dalcampione per il rilevamento e quindi sono rimisurate solo le proprietà di alcuni strati superficiali di atomi.
• Strumento MICROSCOPIO FOTOELETTRONICO con risoluzione spaziale di 5-10nm• Informazioni sui diversi stati di ossidazione dello stesso elemento, la quantificazione e l’analisi dell’immagine
della composizione superficiale delle aree selezionate.
Osservazione al SEM della superficie degradata e confronto con le superficinon esposte• Microscopia elettronica a scansione• Determinazione della composizione chimica mediante microsonda• Esame morfologico con elevata profondità di campo e risoluzione• Un rilevatore di raggi X emessi dal campione consente di eseguire anche localmente l’analisi elementare dei
costituenti fornendo anche indicazioni quantitative del contaminante• Strumento: PHILIPS SEM 505
Osservazione in SEZIONE STRATIGRAFICA dei prodotti del degrado edella profondità di penetrazione• Attività di diagnostica effettuata presso i laboratori ISRIM• Studio della patina di alterazione e dei prodotti di corrosione• Consente la definizione puntuale della lega metallica e l’accertamento dello stato di fessurazione e porosità
indotte dal degrado e di eventuali precedenti interventi
Indagine di Primo Livello• Indagine effettuata con l’ausilio di un martello e di uno scalpello e mirata a valutare lo stato di conservazione
del legno e sempre coordinata da una indagine visiva
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sso Osservazioni al SEM su frammento del manto di copertura in piombo
Capitolo 4 – Tav. 3
SCHEDA CAMPIONETipo di prelievo Frammento metallicoZona di prelievo Copertura Gran GuardiaScopo delle indagini Caratterizzazione delle alterazioni suerficialiAnalisi effettuate Osservazioni al SEM
OSSERVAZIONI AL SEM
Microscopicamente e a bassi ingrandimenti nono si sonoosservate patine di alterazione sulla superficie del campioneche risulta in buono stato di conservazione.Solo ad elevati ingrandimenti sono risultate visibili piccolemineralizzazioni secondarie che l’analisi all’EDS(microsonda) ai raggi X di un sistema a dispersione di energiaha permesso di attribuire ai prodotti di alterazione delpiombo ed in particolare:CERUSSITEIDROCERUSSITEPLATNERITE
Nell’immagine si possono osservare i prodotti di alterazione del piombo presentisulla superficie del campione in esame e la rete di microfessure ad andamento
CERUSSITE
È un carbonato di piombo, Pb CO3, del quale può costituire unamateria prima.Fa parte della serie isomorfa rombica dell’aragonite. Formafrequentemente cristalli incolore oppure bianchi con riflessi grigi,giallo marrone se contiene inclusioni di galena. Essi possono essereallungatie egimineti con simmetria pseudoesagonale, o tozzi etabulari, gemianti a forma di stella. la lucentazza è adamantina.È un minerale semiduro, piuttosto pesante, molto fragile e facilmentesfaldabile. la cerussite ha durezza 3,5 e peso specifico 2,9. È solubile inacido nitrico.
IDROCERUSSITECarbonati Formula: Pb3(CO3)2(OH)2
PLATNERITEBiossido di piombo PbO2, la plattnerite presenta lastessa struttura cristallina del rutilo e della cassiterite;raramente tuttavia da' luogo a cristalli il cui abito èmanifesto ad occhio nudo. La plattnerite costituisce unprodotto di estrema ossidazione all'aria degli altriminerali di piombo, e come tale si presenta inaggregati feltrati o raggiati di minuscoli cristalliniaciculari neri, lucentissimi, a volte impiantati suidrozincite bianca, sulla quale spiccano con magnificocontrasto.
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sso Mappatura del degrado del cupolino
Capitolo 4 – Tav. 6
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Capitolo 5
Analisi del degrado
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sso Analisi del degrado del manto di copertura in piombo
Capitolo 5 – Tav. 1
Degrado indotto
Tipo di degrado
Cause del degrado
DETERIORAMENTO DEL SUPPORTO LIGNEODETERIORAMENTO DEL MANTO DI
IMPERMEABILIZZAZIONEMACCHIE SUI CORNICIONI
ECCESSIVO PESO DELLE LASTRECONDENSA
INFILTRAZIONI D’ACQUA
SLABBRATURAANCORAGGI
MUFFA DEL PIOMBO
FESSURAZIONE DEFORMAZIONE DILATAZIONEDEI GIUNTI
CORROSIONE
MINERALIZZAZIONE
PESO DELLE LASTRECONTATTO LEGNO
SU PIOMBO
ECCESSIVO SVILUPPODIMENSIONALE
ESCURSIONETERMICA
ARCHI VOLTAICICONTATTI CON CLS E/O
CARBONATAZIONE
Cause Tipo
ESCURSIONE TERMICAIRREGOLARITA’ PIANO DI POSA
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sso Analisi del degrado della struttura di supporto in legno
Capitolo 5 – Tav. 2
Tipo di degrado
CEDIMENTI PER ROTTURA AFLESSIONE
FORI DI 2-4 mm E GALLERIE COMUNICANTIFUORIUSCITA DI SEGATURA
PROLIFERAZIONE DI SPORE FUNGHIFERE DEFORMAZIONE INFRADICIATURA E PERDITA DIRESISTENZA SCONNESSIONE DEGLI ELEMENTI
Cause del degradoCARICHI PORTATI TROPPO ELEVATIATTACCHI SUPERFICIALI E PROFONDI
DI INSETTI XILOFAGI (tarli e termiti)
UMIDITÀ DELL’AMBIENTECon temperatura compresa tra 20° e 25° ESCURSIONE TERMICA INFILTRAZIONI DI ACQUA CEDIMENTO DELLE CAPRIATE
Incompatibilità del legno per contattoCause Tipo
Mancanza di respirazione del legno su cemento / calce / plastiche / resine Deterioramento del legno - attacco dei funghi
Ritiro del legno su legno (diversa stagionatura) Fessurazioni – perdita di resistenza – attaccabilità dai funghi
Mancanza di respirazione del legno su gesso Formazione di umidità – decomposizione del gesso
Diversa dilatazione cemento / legno Distacchi - fessurazioni
Ritiro del cemento su legno Lesioni superficiali
Aderenza imperfetta tra metalli e legno Infiltrazioni d’acqua
Differente dilatazione dei metalli / materie plastiche e legno Schiacciamento delle fibre – perdita di resistenza
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