A.A. 2008-2009
Prof.ssa Silvia Leonzi
Industria culturale e Media studies
Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali
Modernizzazione
Civilizzazione
Influenza politica
Identità nazionale
Ideologie culturali
Racconto della realtà
Ruolo degli intellettuali
Il caso italiano: alcune parole chiave
Nella difficoltà di trovare una strada coerente verso la “civilizzazione dello Stato” si affermano strategie di
“politicizzazione della cultura “
mercato dei consumi di massa diffuso a “macchia di leopardo”
disomogeneità degli apparati
differenti ritmi di modernizzazione
la diffusione di massa della radio, del cinema e soprattutto della televisione precedono l’aumento
della scolarizzazione
Il caso italiano: caratteristiche e anomalie
debolezza dell’industria culturale
progetto pedagogico
emancipazione indotta dall’alto
Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80
Sacche di arretratezza e di povertà compresenti con quote
di benessere
Diffusione del benessere
Scarsa alfabetizzazione di base
Sacche di analfabetismo
Massificazione dell’istruzione
Differenziazione verticale della fruizione culturale
Tendenza a una diffusione orizzontale della fruizione
culturale
Peso vincolante della stratificazione sociale
Prevalenza delle aspettative di consumo e degli stili di vita
Centralità dell’etica del lavoro e del risparmio
Centralità del consumo e narcisismo di massa
Il caso italiano: dimensioni sociali e culturali
Un’ipotesi di periodizzazione
1945–1953
Il cammino della speranza
1954 – 1963
Il Boom
1963 – 1969
La grande illusione
1970 – 1979
Dagli anni di piombo al Mediaevo
1980 – 1990 L’obbligo del nuovo
Dagli anni ‘90 -…L’era Berlusconi
Il caso italiano: il dopoguerra
Il Dopoguerra: tra provincialismo ed esterofilia
“Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storia d’Italia come unperiodo contraddistinto da uno scarto relativo fra la perdita di benimateriali, che è nel complesso contenuta, e la perdita di beniimmateriali o comunque di ricchezze simboliche, affettive,spirituali, che è invece assai elevata.”
(S. Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90, Marsilio, Venezia 1992, p. 5.)
“Questa America simbolo, speranza, condizione dello spirito, è unatrasparente allegoria di una cultura giovane in cerca di “luoghiideali” in cui ricollocarsi dopo aver subito lo choc deldisadattamento e della frustrazione in patria.”
(G. Pintor, in occasione della pubblicazione di Americana, apparso postumo nel 1945)
Il caso italiano: il boom 1953-1964
La nostra società cercava, in quegli anni, di imitare le società più ricche
Un’assimilazione troppo veloce del modo di consumare tipico delle classi borghesi, da parte di una società ancora
provinciale e contadina, crea uno scenario pieno di contraddizioni
Nelle case iniziano a comparire i primi apparecchi televisivi ma continuano a mancare i sevizi igienici
L’auto diventa uno status-symbol
Mentre si sviluppavano la piccola e media impresa lo Stato e la Pubblica Amministrazione manifestano un’atavica inefficienza
Gli anni Sessanta
Le incrinature intergenerazionali create dall’esperienza traumatica della guerra si radicalizzano:
frattura incolmabile tra giovani ed adulti
le due nuove e distinte classi sociali diversificano l’approccio al consumo e condividono diversi modelli di
modernizzazione
Il caso italiano:dagli anni ‘60 agli anni ‘80
Il caso italiano:dagli anni ‘60 agli anni ‘80
Gli anni Settanta
Stato vs Società civile
La forza del Sessantotto
non confluisce nella politica,
ma intraprende percorsi
verso culture diverse e nuovi
consumi mediali dal forte potenziale
di aggregazione
Gli anni Ottanta
Le potenzialità del sistema
comunicativo, formatosi negli
anni ’70, sviluppano nuove strategie di emancipazione
dal sistema politico
Il consumo diventa centrale nella connessione tra il
quotidiano (livello micro) e la produzione di massa
(livello macro)
Il caso italiano:dagli anni ‘60 agli anni ‘80
Un’ulteriore crescita dei processi di integrazione e differenziazione si riflette in una maggiore complessità del sistema
Aumento progressivo della consapevolezza e della capacità di scelta dei consumatori:
Tv da pedagogica a multiofferta
Crescente autoreferenzialità del sistema dei media
Exploit delle dimensioni comunicative:
comunicazione come habitat
Habitus:
individuo sociale
Il caso italiano:dagli anni ‘90 in poi
Il caso italiano:dagli anni ‘90 in poi
Un’ulteriore crescita dei processi di integrazione e differenziazione si
riflette in una maggiore complessità del sistema
Aumento progressivo della consapevolezza e della capacità di scelta
dei consumatori:
Tv da pedagogica a multiofferta
Crescente autoreferenzialità
del sistema dei media
Exploit delle dimensioni comunicative: comunicazione come habitat
Habitus:
individuo sociale
L’ Industria culturale in Italia
Quando nasce l’industria culturale in Italia?
Se si incorpora nella definizione di industria culturale il concetto di un sistema ben sviluppato e articolato di mezzi di comunicazione tecnologicamente avanzati operanti in un mercato di massa, si può dire che l’industria culturale in Italia nasce solo nella seconda metà del XX secolo
Se si estende il concetto di industria culturale anche a fasi anteriori di produzione culturale, prima ancora dell’esistenza di un mercato di massa, diventa legittimo parlare di industria culturale anche in altre epoche
Quando nasce l’industria culturale
in Italia?
Sistema caratterizzato da un andamento discontinuo e da una maturazione disomogenea dei diversi apparati
Quindi, é difficile formulare interpretazioni chiare ed univoche sulla nascita di un’industria culturale nel nostro Paese
Una industrializzazione a singhiozzo
La “Cultura” in Italia
Il concetto di “Cultura” nel nostro Paese è stato tradizionalmente associato
alla cultura a stampa e all’alta cultura
Fino almeno agli anni ’60, Istituzioni destinate all’alfabetizzazione, caratterizzate da un accesso limitato e da bassi livelli di scolarizzazione, in particolare nelle zone rurali;
Prestigio e resistenza di una certa tradizione intellettuale di tipo umanistico che ha identificato la cultura con gli intellettuali, e la storia culturale con la storia intellettuale
L’industria culturale in Italia
Disuguaglianze strutturali del Paese: tra Centro-Nord e Sud; grande città, cittadina di provincia e campagna; grande industria, piccola industria o artigianato
In Italia c’è stato storicamente uno scarto tra l’industrializzazione dei mezzi di comunicazione da un lato e la creazione dall’altro di reti distributive a livello nazionale e di consumi di massa in senso quantitativo
Un andamento fatto di anticipi e di ritardi, che va scomposto e analizzato nelle sue varie fasi e studiato caso per caso
Tratti caratteristici scolarizzazione ritardata; diffusione di massa di radio, cinema e televisione; disomogeneità dei differenti settori
A partire dal dopoguerra: nuova offerta culturale fondata sui media di massa; debolezza del processo di consolidamento degli
apparati; scarsa confidenza con le tecnologie; centralità del sistema politico; gestione elitistica e pedagogica
L’industria culturale in Italia: un percorso atipico
Cultura di massa e modernizzazione all’italiana
“Laddove i tempi e le sequenze
della modernizzazione non
procedono gradualmente
pregiudicano il successo del
processo”.
Alberto Martinelli,
La modernizzazione,
Laterza, Roma-Bari 1998, p. 58
«Il percorso classico è: aumento della scolarizzazione, diffusione di massa della stampa periodica e quotidiana, diffusione della radio, poi del cinema, poi della televisione…
…Da noi invece la diffusione di massa della radio, del cinema e
soprattutto della televisione precedono l’aumento della
scolarizzazione.»
G. Bechelloni, F. Rositi, «Il sistema delle comunicazioni di massa in Italia», Problemi dell’informazione, I, 1977, p. 35.
Cultura di massa e modernizzazione all’italiana
Fasi dell’industria culturale italiana
Fase pedagogica:
1. Artigianale e universalistica
- acculturazione delle masse
2. Industriale e pedagogica
- omologazione del corpo sociale
Fase orientata al mercato:
1. Creazione di singoli apparati
2. Media system
Il caso italiano: 3 scenari
1. Dalla Ricostruzione alla fine degli anni ‘70
Un Mega-scenario di protoindustria culturale
2. Gli anni ’80: il punto di svolta
Uno scenario più circoscritto, caratterizzato dell’exploit dell’industria culturale diffusa (ancora con distorsioni politico, economiche-industriali, tecnologiche etc.)
3. Dagli anni ’90 ad oggi: il Mediaevo
Industria culturale diffusa, avvento delle nuove tecnologie, contraddizione politica-comunicazione, exploit dell’informazione, tendenziale superamento del generalismo e diversificazione culturale accentuata, diffusione dei media digitali
È possibile, quindi, far riferimento alla situazione italiana prima e dopo gli anni Ottanta
Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80
Autorevolezza delle fonti comunicative
Sdrammatizzazione e quotidianizzazione delle fonti
comunicative
Corrispondenza biunivoca tra media e linguaggi
Diffusione della multimedialità
Separatezza e competizione tra i diversi settori dell’industria
culturale
Interdipendenza e Integrazione dei settori
dell’industria culturale
Dieta mediale prescrittiva Dieta comunicativa “alla carta”
Pubblico di massa Pubblici e target
Il caso italiano: le dimensioni della comunicazione
L’Italia del dopoguerra è un paese travolto dalla fame,dalle malattie (peste a Taranto, malaria a Cassino, tifoa Palermo) e dalla miseria.
un bracciante guadagna 250 lire al giorno
Prima di volare: il quadro storico
Accanto alla depressione cresce una grande
speranza per il futuro, una grande voglia di
cambiamento
Cultura di massa e modernizzazione italiana
«Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storiad’Italia come un periodo contraddistinto dauno scarto relativo fra la perdita di benimateriali, che è nel complesso contenuta, e laperdita di beni immateriali o comunque diricchezze simboliche, affettive, spirituali, che èinvece assai elevata.»
Silvio Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90, Marsilio, Venezia 1992, p. 5.
Finita la guerra, ci fu una sostanziale continuità negli apparati produttivi:
i professionisti che avevano occupato i posti chiave durante il fascismo restarono al loro posto nell’editoria, nella radio, nella stampa
Prima di volare:il quadro storico
E’ un’Italia familistica e contadina, segnata da quadri mentali che appartengono
più all’800 che al ‘900
Discontinuità:
dalla Monarchia alla Repubblica
dalla dittatura alla democrazia
dal partito unico al pluralismo
Prima di volare: il quadro storico
Continuità:
• Opacità della società
italiana rurale
• Valori concreti
• Etica del lavoro
• Monogamia
• Moralità
• Famiglia tradizionale
Prima di volare: il quadro storico
2 GIUGNO 1946 - L'ITALIA E' REPUBBLICANA
A favore della REPUBBLICA
12.717.923 di voti
A favore della MONARCHIA
10.719.284 di voti
Voti nulli
1.498.136 di schede
Un sogno lungo un giorno
Prima di volare: il quadro storico
1947 la coalizione antifascista entra in crisi: del
PCI, DC, PdA, PLI, PSIUP e DL.
Dc: Italia cristiana
Pci: Italia nazionalpopolare
Morte della Patria
Scarseggiano i principi repubblicani
(coraggio civile, rispetto della legalità, lealtà
democratica, etica del lavoro)
Difficoltà di fondare un’identità nazionale su valori condivisi
Prima di volare: il quadro storico
Doppia frattura: con il regime monarchico e con la vecchia classe dirigente d’ispirazione liberale.
Produzione 1945-1953
L'Italia riesce ad
esportare il 35%
della sua
produzione,
il 40% riguarda il
mercato delle
auto, moto,
scooter, mobili,
tessuti di pregio
Occupazione 1945-1953
E’ negli anni ‘50 che il settore agricolo
perde per la prima volta più del 10%
della popolazione
attiva e che l’industria
detiene la
maggioranza relativa
del numero degli
occupati.
DALLE STALLE ALLE STELLE
Le condizioni per dare impulso a questo fenomeno di
ripresa, sono molteplici.
Ci sono inizialmente:
gli aiuti economici americani,
la riconversione degli apparati industriali e una
austerità che paradossalmente colpisce le piccole
strutture e il mondo agrario lasciato ai margini dello
sviluppo, ma non colpisce quel settore uscito
organizzato e reso potenzialmente forte proprio dalla
produzione bellica (motorizzazione di massa e
produzione di beni di consumo primari)
Occupazione 1945-1953
Equilibri di potere:
condominio costituzionale, ferite della guerra
civile: clima di scontro sociale e politico
Crisi dell’identità nazionale e
morte della patria
Prima di volare: nodi problematici
Piano Marshall e adesione
all’economia capitalista;
stabilizzazione della moneta;
modernizzazione
dell’industria con tecnologiee capitali Usa;
lotta alla povertà e alla
disoccupazione;
sollecitazione dell’iniziativa
privata e delle esportazioni;
Patto atlantico (1949).
Prima di volare: il quadro storico
Cultura di massa e modernizzazione italiana
«Dopo quelle prove non si poteva essere più quelli di prima, anche
se non si poteva essere completamente diversi.»
Giuseppe Petronio, Racconto del Novecento letterario in Italia 1940-1990, Mondadori, Milano 2000, p. 8.
Del resto, l'America non e' stata toccata dalla guerra, mentre la
Russia ne e' uscita martoriata e si sta trascinando molti problemi
irrisolti fin dalla lontana Rivoluzione d'Ottobre del 1917
Un sogno lungo un giorno
La contrapposizione tra il blocco sovietico e quello occidentale si
radicalizza
Prima di volare: il quadro storico
Continuità e/o Rottura:
subordinazione a modelli stranieri?
legittimazione conservatrice dell’ordine
sociale?
progetto egemonico dell’area dirigente?
conflitti e resistenze all’ordine esistente?
Prima di volare: nodi problematici
Il caso italiano
Habitus nazionale:
scarsa affezione alla
cosa pubblica
individualismo (amorale?)
diffidenza e disincanto
Identità “immaginarie”
“La “Nazione” è un concetto immaginario”
(B. Anderson)
Elementi per costruire un sentimento Nazionalista:
la creazione di un racconto della storia del paese
simboli ufficiali o meno (bandiera, automobili, etc.)
immaginare una nazione come uno spazio geografico
chiuso
la nazione può essere contrapposta ad elementi esterni
negativi
Identità “immaginarie”“Immaginata in quanto gli abitanti della più piccola nazione non
conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, né liincontreranno, né ne sentiranno mai parlare, eppure nellamente di ognuno vive l’immagine del loro essere comunità. […]La nazione è immaginata come «limitata» in quanto persino lapiù grande, con anche un miliardo di abitanti, ha comunqueconfini. […] Infine è immaginata come una comunità in quanto,malgrado ineguaglianze e sfruttamenti di fatto che possonopredominarvi, la nazione viene sempre concepita in termini diprofondo, orizzontale, cameratismo. In fin dei conti, è stataquesta fraternità ad aver consentito, per tutti gli ultimi duesecoli, a milioni di persone, non tanto di uccidere, quanto dimorire, in nome di immaginazioni così limitate.”
(B. Anderson, Comunità Immaginate. Origini e Fortuna dei Nazionalismi, Manifestolibri, Roma 2009, pagg. 26-28).
L’idea di NazioneDal Riformismo settecentesco
alla volontà rivoluzionaria del Risorgimento
Equilibrio delle forze in Europa
Politica come arte, calcolo,
razionalità
Passioni nazionali
Politica torbida,
tumultuosa, fanatizzante
L’idea di Nazione
Si passa dal piano culturale al piano politico
Si passa dal sentimento alla volontà
La Nazione diventa la Patria, sacra e divina
Risorgimento: la nazione indissolubile è in connessione con la
libertà e l’umanità
Avvento dell’imperialismo e del nazionalismo come primato
della forza
Patriottismo vs Nazionalismo
Patriottismo: devozione a un
particolare luogo o stile di vita che si
reputa il migliore del mondo e che non si
vuole imporre ad altri
Nazionalismo:
inscindibile desiderio di potere,
aggressivo ed espansionista
Non esiste una definizione esaustiva e
assolutamente adeguata.
È più semplice definirla nella sua
assenza.
Strettissimo legame fra la costruzione
dell’identità locale (senso di
appartenenza) e il passato, referente
imprescindibile nel rapporto tra luogo
e identità.
Identità nazionale
Costituzione - Art 1
L’Italia è una Repubblica fondata sul
lavoro..
Non si può scrivere che l’Italia è una
Nazione democratica, anche se la
Nazione “implica la capacità di
produrre integrazione sociale e
identità, molto più di una
Repubblica…”
(Silvio Lanaro)
Identità nazionale
”La nazione è una comunità storica, non etnica e neppure linguistica o culturale; nel caso italiano, i suoi ritmi principali sono costituiti dal Risorgimento e dalla Resistenza, rispettivamente "mito di fondazione" e "mito di rifondazione" della nazione stessa. Ma — né la fondazione né la rifondazione sono riuscite in modo soddisfacente…”
Identità nazionale
Intervento dell’on. Luciano Violante, eletto presidente della Camera dei Deputati Il 9 maggio 1996
“… infatti, la nazione — nel caso, evidentemente, quanti abitavano nel paese al momento degli avvenimenti evocati — ha risposto alla ragione dell’arte politica in modo parziale, e i miti di fondazione e di rifondazione non sono entrati a far parte del patrimonio storico, della memoria collettiva della nazione stessa.”
Identità nazionale
L’arresto di sviluppo dell’identità individuale e nazionale degli italiani (inesistenza o debolezza di un complesso di valori tendenzialmente universali e fedeltà al localismo) si riflette nella letteratura e in generale nell’attività artistica e viceversa…
Identità nazionale
Tutto ciò ha avuto una conseguenza di immensa portata: e cioè che l'esperienza storica centrale occorsa in questa parte d'Europa dal '45 a oggi - vale a dire lo stabilirsi di una democrazia di massa, quell'esperienza così importante è stata per lo più costretta a svolgersi fuori, e come sradicata, dal quadro di riferimento dello Stato nazionale e delle sue risorse pratico-simboliche, concentrate per antonomasia nell'ambito della politica militare e di quella estera. La democrazia europea ne ha dovuto per mezzo secolo fare a meno pagando un prezzo che, ahimè, continua a pagare.
Ernesto Galli della Loggia
La morte della PatriaDefinitosi il conflitto come crociata contro il «fascismo» e
ascritto interamente il «fascismo» alla destra, tutte le
culture politiche riconducibili a questa e ai suoi valori, a
cominciare da una accezione forte dell'idea di nazione, di
patria, si trovarono di fatto a essere messe fuori gioco. Si
aggiungano due importantissimi fattori fortemente
contrastanti con la dimensione nazionale di un tempo.
Italia: la ricerca dell’unità
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
Dante Alighieri. Purgatorio, canto VI
Italia: un paese a civiltà limitata
L'Italia è un'espressione geografica.Klemens von Metternich, Lettere, 1849
L'Italia del Settentrione è fatta. Non vi sono più lombardi, né piemontesi, né toscani, né romagnoli,
noi siamo tutti italiani. Ma vi sono ancora i napoletani [...] V'è molta corruzione nel loro Paese. Non è colpa loro, povera gente. Sono stati così mal governati [...] Non si pensi di cambiare i napoletani con l'ingiuriarli [...] ma non dobbiamo lasciargliene passare una [...]
io li governerò con la libertà e mostrerò che cosa possono fare di quel bel paese.
C. Benso Conte di Cavour, cit. in G. Carducci, Lettere del risorgimento italiano, 1896
Italia: un paese unito?
Italia: fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
L'Italia è l'antica terra del Dubbio. [...] Il dubbio è un gran scappafatica; lo direi quasi il vero padre del
dolce far niente italiano.
M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867
Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere gl'Italiani vecchi di prima, colle
dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina; [...] pensano a riformare l'Italia, e nessuno s'accorge che per riuscirci
bisogna, prima, che si riformino loro.
M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867
"L'Italia è fatta, ora facciamo gli affari
nostri".
F. De Roberto, I Vicerè, 1894
Italia: un Paese mancato
Italia: un paese a civiltà limitata
In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio.
G. Prezzolini, Codice della vita
italiana, 1921
Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico.
P. Gobetti, La rivoluzione liberale
Italia: un paese a civiltà limitata
Italia: l’insostenibile leggerezza della
borghesiaL'Italia non ha mai avuto una borghesia moderna, che si ponesse come guida e modello di vita e di democrazia. Una classe che fosse maestra di gusto, e insieme attenta all'amministrazione e alla cultura, alla conversazione e all'educazione dei figli.
G. Bollati, L’italiano. Il carattere nazionale come storia e come invenzione, 1983
La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta. Ho famiglia.
L. Longanesi, Parliamo dell'elefante, 1947
Italia: Il Borghese
Distratta, indolente, prudente, la nostra borghesia ama i suoi figli viziati e ribelli.
L. Longanesi, In piedi e seduti, 1948
Italia: IL Borghese
Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione.
Qui non c'è nulla: né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata, fra l'acqua santa e l'acqua
minerale.
Leo Longanesi, La sua signora, 1957
Italia: ll Borghese
“In Italia tutti sono estremisti per prudenza”
“Abuso di potere, mitigato dal consenso popolare: ecco l'ideale della nostra democrazia.”
Leo Longanesi, La sua signora, 1957
Gli italiani non vogliono un dittatore: attendono un impresario.
L. Longanesi (1905-1957)
Italia: un paese a civiltà limitata
L’inferno, che l'italiano si ostina a immaginare come un luogo dove, bene o male, si sta con le donne nude e dove
con i diavoli ci si mette d'accordo.
Ennio Flaiano, da Sparse, in Frasario essenziale 1970
L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
Ennio Flaiano, citato in Corriere della sera, 26 maggio 2009
Italia: un paese a civiltà limitata
Devoto: fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione.
Ennio Flaiano, Don’t forget, 1967/72 (postumo, 1976)
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
Ennio Flaiano, Diario notturno, 1956
In realtà questo Paese è invece il più governabile che esista al mondo: le sue capacità di adattamento e di assuefazione, di pazienza e persino di rassegnazione sono inesauribili. Basta viaggiare in treno o in aereo, entrare in un ospedale, in un
qualsiasi ufficio pubblico, avere insomma bisogno di qualcosa che abbia a che fare con il governo dello Stato, con la sua
amministrazione, per accorgersi fino a che punto del peggio sia governabile questo Paese, e quanto invece siano ingovernabili coloro che nei governi lo reggono: ingovernabili e ingovernatinon dico soltanto nel senso dell'efficienza; intendo soprattutto
nel senso di un'idea del governare, di una vita morale del governare.
L. Sciascia, intervento parlamentare del 5 agosto 1979
Italia: un paese a civiltà limitata
Lei ha semplicemente scoperto una delle eterne regole italiane: nel settore pubblico tutto è difficile; la buona volontà è sgradita; la
correttezza sospetta.
I. Montanelli
Italia: un paese a civiltà limitata
L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un
paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza, come un vivido sangue. È un'intelligenza
che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di
un poco la condizione umana. Tuttavia scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d'un ingannevole, e forse
insensato, conforto.
N. Ginzburg, Le piccole virtù
Italia: un paese a civiltà limitata
Italia: un paese a civiltà limitata
L'Italia, un paese adorabile che meriterebbe d'essere meglio abitato.
Guido Morselli, Diario, 1988 (postumo)
Povertà del retroterra culturale e dell’immaginario simbolico condiviso
Diffusione di mode e consumi extranazionali
Carenza di forme alternative di produzione culturale: la stampa di sinistra è sottofinanziata
Prima di volare: il quadro culturale
1
2
3
Produzione culturale di massa: l’immaginario si costruisce su unacrescita caotica della civiltà industriale
l’esterofilia come rifiuto delpatriottismo e di atteggiamentiprovincialisti
Cinema neorealista:stagione breve ed elitaria
Prima di volare: il quadro culturale
Televisione (1954):
Alfabetizzazione e socializzazione,
Riorganizzazione spazi e tempi della vita
quotidiana.
Unificazione
Controllo
Educazione
Prima di volare: il quadro culturale
Prima di volare: nodi problematici
Controllo delle grandi centrali americane, asfissia dei mercati locali
Ristrettezza dei circuiti “provinciali” (difficoltà economiche, barriere linguistiche, localismo dei contenuti, sudditanza verso la televisione)
1
2
Un’Italia divisa: Peppone e Don Camillo
Giovannino Guareschi inizia la pubblicazione del suo romanzo il cui protagonista è il famoso personaggio Don Camillo.
Divisi dalla fede e dalla politica un parroco di un paese e il sindaco comunista si affrontano e si accordano su piccoli e grandi problemi della vita quotidiana.
Tanto qualunquismo a piene mani, ma ne vengono tuttavia fuori due personaggi simpatici, interpretati dagli attori Fernandel e Gino Cervi.
Un’Italia divisa: Peppone e Don Camillo
Dopo il ’48 i catto-democristiani occupano i luoghi della cosa pubblica: scuola, università, radiotelevisione, istituzioni culturali.
Le professioni degli intellettuali di sinistra trovano spazio nella stampa, nel cinema, nell’editoria, paradossalmente nel “mercato”.
Un’Italia divisa: Peppone e Don Camillo
PCI e Chiesa si alleano in funzione anticapitalista e anticonsumista.
L’eccesso dei consumi daun lato è dannoso per lospirito religioso,
dall’altro perché rappresenta un’evasione.
Penetrare nella società civile attraverso una rete capillare di apparati culturali (biblioteche, case del popolo, parchi di divertimento, etc.)
Peppone…
1
Dopo la guerra, il gruppo dirigente del Pci persegue tre obiettivi programmatici:
Peppone…
Mobilitare gli intellettuali, creando sinergie tra partito, organizzazioni culturali e apparati della nascente industria culturale (scuola, giornali, teatro, cinema, editoria, etc.)
2
Peppone…“De Gasperi disse un giorno, a chi scrive, che, da parte del potere politico, l'unico modo di rispettare la cultura era di ignorarla. [...] Fatto sta che anche dopo il suo trionfo la Democrazia cristiana non sollecitò e non trovò nessun appoggio negl'intellettuali. E di questo approfittarono largamente le forze di sinistra per annetterseli con metodi non molto diversi da quelli usati da Mussolini. [...] Il Pci dimostrò la sua maestria nell'uso e abuso dei premi artistici e letterari, nel battage pubblicitario di chiunque – scrittore, pittore, scultore, regista – si prestasse al suo gioco, nell'amministrazione delle cattedre universitarie. Insomma fu lui il nuovo Principe di una classe intellettuale che, nei secoli, di un Principe non ha mai saputo né voluto fare a meno”
Indro Montanelli
Peppone…
Un luogo importante di questo legame politico e culturale fu per anni la casa editrice torinese Einaudi.
Appena finita la guerra, Giulio Einaudi realizzò con Vittorini la straordinaria rivista Il Politecnico.
Il progressismo del giornale si scontrò con lo zdanovismo che ispirava il Pci: Togliatti attaccò la linea di Vittorini.
Peppone…La cultura popolare
A Roma venne istituito un Centrodel Libro Popolare.
L’Unità reintrodusse forme culturalipopolari tipiche dell’800, come ilromanzo d’appendice, invitando i
lettori a spedire un tagliando con ilnome del romanzo che avrebbero
preferito veder pubblicato.
Il risultato fu una mescolanza diclassici russi e sovietici, di autori
socialisti americani e diverismo italiano.
Atteggiamento paternalista e contraddittorio.
Da un lato, il popolo veniva privato dell’accesso alla “vera” cultura, ma dall’altro le forme della cultura popolare venivano invocate come alternative positivealla cultura di massa.
I film americani spingevano il pubblicoverso un mondo di sogni e di evasione dai problemi reali e dall’impegno politico e sociale.
Peppone…La cultura popolare
Peppone…
3Promuovere una morale collettiva di stampo comunitario, contraria alla cultura di massa e al consumismo, in favore del progresso:
materialismo vs idealismo;
concreto vs astratto;
impegno vs distrazione.
…e Don Camillo
Caduto il regime, subentranonuovamente le associazioni cattoliche che ricostituiscono subito quelle soppresse dal fascismo e si sostituiscono a quelle che il fascismo stesso aveva creato.
Da un lato: modernizzazione, capitalismo, lasseiz faire;dall’altro: tradizionalismo, difesa dell’Italia contadina.
In entrambi i casi: anticomunismo.
Il 28 giugno 1949 viene confermata
ufficialmente, con un decreto del Santo
Uffizio, la scomunica dei comunisti.
"E' scomunicato chi scrive, legge,
diffonde la stampa comunista, chi vota
per esso, chi rimane nelle organizzazioni
delle Camere del Lavoro, Federterra,
Fronte della Gioventù, CGIL, UDI, API, ed
è estesa la sanzione anche a quei
partiti che fanno causa comune
con i comunisti."
…e Don Camillo
26 ottobre 1944EIAR diventa RAI (Radio Audizioni Italia)
3 novembre 19462 programmi nazionali ad onde medie (Rete Rossa e Rete Azzurra)
3 aprile 1947Commissione parlamentare per garantire l’indipendenza politica e l’obiettività informativa delle radiodiffusioni
Prima di volare: il quadro culturale
La radio
03/12/2015 Pagina 104
La liberalizzazione del mercato cinematografico apre le porte ai film di Hollywood.
Nascono i periodici: “L’Europeo”, “Confidenze”, “Grand Hotel”.
Straordinaria crescita dei consumiculturali: balli, mostre, fiere, ecc.Il cinema domina il mercato dei consumicon una media annua di 560 milioni dibiglietti venduti.
1946
Prima di volare: il quadro culturale
Nasce nel giugno del 1946, da un’idea di Domenico del Duca, proprietario della casa editrice “Universo”.
E’ il primo settimanale con storie a fumetti per adulti (è un ibrido tra i cartoons degli adolescenti e il romanzo popolare).
Contiene storie favolistiche e sentimentali.
Presenta un mondo patinato, che richiama il mondo americano, ma con dive ed eroi più popolari.
Prima di volare: il quadro culturale
“Grand Hotel”
Nasce il fotoromanzo: un incrocio tra film narrativo romantico e ilfumetto.
“Il fotoromanzo permise ciò che né la stampa né la radio erano riuscite a fare in Italia . Penetrò negli strati di popolazione che non erano mai stati toccati da un mass medium: i contadini del sud, e inparticolare le donne. Migliaia di donne che non avevano mai lettocominciarono a leggere con passione, con frenesia (le testimonianze in questo periodo sono abbondanti) le improbabili foto-storie di Grand Hotel, Bolero, Sogno”
Prima di volare: il quadro culturale
Il fotoromanzo
Con il termine letteratura rosa generalmente si fa riferimento ad
un preciso genere che si caratterizza principalmente per il
maggiore spazio dedicato alle storie d’amore.
Il rosa è effettivamente un metagenere.
Prima di volare: il quadro culturale
Il romanzo rosa
1924: Istituto Luce - Importazione di film USA
1937: Cinecittà
1938: embargo, tasse nei confronti degli USA
Lo Stato interviene con contributi dal 1935 al 1944
G. Andreotti, sottosegretario allo spettacolo (chiede contributi sulla base dei biglietti venduti)
Prima di volare: il quadro culturale
Il cinema prima del neorealismo
Fu creato un Ufficio Centrale per la Cinematografia
La Censura veniva:- attuata preventivamente sutrattamenti e sceneggiature
- integrata dalle attività delCentro Cattolico Cinematografico
Dal maggio 1947 all’agosto 1953, Andreotti fu Sottosegretario per loSpettacolo
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
Nel 1949, una legge sul cinema, concedeva sussidiall’industria nazionale e premi ai “film di qualità”.
Aumentava il controllo del governo sull’esame dei progetti e sul finanziamento della produzione tramite la BNL.
Caratteristiche principali:
• forte spinta del mercato da parte dei distributori americani;
• atteggiamento ostile dei governi di centro-destra, della radio e di gran parte della stampa verso il Neorealismo;
• spinta, dal settore della distribuzione italiana, ad accaparrarsi film commercialmente validi e ottenere incassi ingenti.
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
Alla fine della guerra ci fu un forte afflusso di film Usa -ma anche inglesi e francesi - bloccati dall’autarchia fascista iniziata nel ’38.
Fu messo in atto un aggressivo dumping di film, trattenuti durante il boicottaggio italiano.
I distributori erano obbligati a prendere due film non scelti da loro, per ogni film scelto.
Tra i 100 film di maggior successo 79 erano americani.
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
Anno
Nazionali Stranieri Totale
Numero % Numero % Numero %
1950 104 21,2 387 78,8 491 100,0
1951 107 21,6 389 78,4 496 100,0
1952 148 26,9 403 73,1 551 100,0
1953 163 32,6 337 67,4 500 100,0
1954 201 40,3 298 59,7 499 100,0
1955 133 26,1 376 73,9 509 100,0
1956 105 24,8 318 75,2 423 100,0
1957 129 25,9 369 74,1 498 100,0
1958 137 27,4 363 72,6 500 100,0
1959 167 31,9 357 68,1 524 100,0
1960 168 33,3 336 67,7 504 100,0
Fonte: SIAE
La produzione cinematografica tra il 1950 ed il 1960
03/12/2015Pagina 115
Incassi Usa sul totale
1950 67%
1959 50,7%
Spettatori
1946 417 ml
1953 778 ml
1955 820 ml
“Stelle e strisce”
Nelle sale di periferia i ceti popolari divennero un pubblico omogeneo.
A riscuotere il maggior successo sono:
Il melodramma popolare, Il film comico
Il film rivista, La commedia popolare
Il filone storico-mitologico
Il film di cappa e spada
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
03/12/2015 Pagina 118
Il cinema del secondo dopoguerra si trova a dover recuperare un ruolo di socializzazione.I film hanno una duplice funzione, ludica ed educativa:
divertire
orientare l’italiano nuovo
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
All’industria cinematografica mancava:
una pianificazione strategica di ampio respiro;
la capacità di creare sinergie delle risorse, che consentissero di realizzare una standardizzazione dei prodotti filmici.
Prima di volare: il quadro culturaleIl cinema del dopoguerra
modernizzazione (esterofilia)
tradizione (provincialismo)
1. Oscillazione tra:
2. Non si crea interscambio tra:
Prima di volare: il quadro culturalePolitiche strategiche
cinema popolare o di massa, fortemente di
genere
cinema d’autore, innovativo
Prima di volare: il quadro culturaleIl neorealismo
I film del Neorealismo ebbero un grande successo di critica, ma furono solo una piccola parte della produzione italiana e una ancora più piccola dei film visti nel dopoguerra.
*** Roma città aperta di ROBERTO ROSSELLINI
Fu un caso eccezionale, poiché suscitò il plauso della critica e del pubblico,riscuotendo un immediato successo di cassa, registrando gli incassi più altidella stagione 1945/46, con 162 milioni.
*** Ladri di biciclette di VITTORIO DE SICA
Una delle opere migliori del neorealismo che fece guadagnare a De Sica ilsuo secondo Oscar dopo Sciuscià.
*** La terra trema di LUCHINO VISCONTI ispirato ai "Malavoglia" di Verga.
Un grande affresco poetico-politico di eccezionale interesse. Lo strettodialetto siciliano e l'impostazione spiccatamente comunista impedì al film,in questo particolare periodo di Crociate Cattoliche, di avere un grandesuccesso nelle sale.
03/12/2015
Prima di volare: il quadro culturaleIl neorealismo
03/12/2015 Pagina 124
“Il neorealismo aveva dietro una grande cultura: il ‘900”
Si cercava di recuperare un passato molto dinamico, nel senso di un lavoro in profondità per verificare e raccontare storie e personaggi d’un paese che cercava se stesso, che cercava una sua identità.
Sarebbero entrati in questa prospettiva anche i film storici di Visconti, come Senso o Il Gattopardo, e naturalmente tutto quello che raccontava l’Italia contemporanea.
Prima di volare: il quadro culturaleIl neorealismo secondo Lizzani
“Il neorealismo non era quello che mettevi nelle immagini, o il realismo di strada, ma lo sguardo morale che veniva fuori. Io dico sempre che anche un film di fantascienza può diventare neorealista”
Prima di volare: il quadro culturaleIl neorealismo secondo Mario Monicelli
03/12/2015 Pagina 126
I. Mette in scena, per un breve periodo, un ‘umanità dolente extranazionale.
Il Neorealismo
Nodi cruciali
II. Non è una scuola ma un orientamento - non tanto estetico, quanto etico/ politico - di autori diversi con stili diversi.
03/12/2015 Pagina 127
III. Riflette la rivoluzione antropologica
in atto.
Il Neorealismo
La guerra ha sconvolto modi di parlare e gerarchie, creando nuove figure sociali:
Nodi cruciali
bambini adultidonne soldato preti partigiani
03/12/2015 Pagina 128
Il Neorealismo
Nodi cruciali
IV. Opera una ibridazione tra generi.
V. Alla monumentalità del cinema precedente si sostituisce un paesaggio lineare e orizzontale.
VI. Nell’umanesimo del neorealismo è contenuto lo spirito della Ri-costruzione.
03/12/2015 Pagina 129
Caracciolo lamenta che i collaboratori
hanno avuto difficoltà a documentare la
miseria, regolarmente censurata dai
cinegiornali.
Andreotti, al tempo sottosegretario allo
spettacolo, definisce Umberto D come
un "film totalmente privo di speranza”.
Reazione di una società ipocrita e
perbenista che pensava fosse
meglio lavare i panni sporchi in
casa.
Prima di volareIl quadro culturale
03/12/2015 Pagina 130
“Ritengo che la stagione migliore delcinema italiano sia stata quella delneorealismo. Io mi attirai fulmini a farnotare che oltre ai ladri di biciclette e aibarboni vi erano “anche” altre realtàitaliane validamente considerabili. Tuttaviami accredito il merito di aver promossoleggi di sostegno del cinema italiano, in unclima che non era molto favorevole. Eppurein tutto il mondo nostri film raccolserosuccessi straordinari. Ci fu una vera svoltarispetto agli anni del fascismo”.
(Giulio Andreotti)
Il Neorealismo e Andreotti
I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE
Con il termine letteratura rosa generalmente si fa riferimento ad un preciso genere che si
caratterizza principalmente per il maggiore spazio dedicato alle
storie d’amore.
Il rosa è effettivamente un metagenere.
La paraletteraturaIl
romanzo
rosa
Nasce il fotoromanzo: un incrociotra film narrativo romantico e il
fumetto.
Fotoromanzo
“Il fotoromanzo permise ciò che né la stampa né la radio erano riuscite a fare in Italia : penetrò negli strati di popolazione
che non erano mai stati toccati da un mass medium: i contadini del sud, e in
particolare le donne. Migliaia di donne che non avevano mai letto cominciarono a leggere con passione, con frenesia (le testimonianze in questo periodo sono
abbondanti) le improbabili foto-storie di Grand Hotel, Bolero, Sogno, Tipo”.
I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE
La paraletteratura
Top Related