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In occasione della presentazione a Torinodi ROMANZO BALCANICO di Abdulah Sidran

QUALE FUTURO PER I BALCANIGiovedì 11 marzo 2010 - 17,30 Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà.Corso Valdocco 4 - Torino

Intervengono Abdulah Sidran, sceneggiatore, poeta, drammaturgoSilvio Ferrari, docente di letteratura serbo-croata e traduttore di SidranGiuseppe Di Paola, storico

Introduce e modera Anja Gunjak, esperta progetti culturali Romanzo balcanico(a cura di Piero Del Giudice, Aliberti Editore, 2009)Romanzo balcanico è la complessa e ambiziosa opera che parte dalle scritture cinematografiche e teatrali del poeta di Sarajevo ABDULAH SIDRAN e affronta le tappe della fondazione, della crescita dram-matica, dello sviluppo e della dissoluzione della Jugoslavia.

Abdulah Sidranè nato a Sarajevo nel 1944. Poeta, prosatore, drammaturgo, sceneg-giatore cinematografico, è personalità centrale del cinema, della let-teratura e della poesia contemporanea. La sua opera è legata alla cul-tura plurale della sua città e alla vicenda storica della nascita, ascesa e dissoluzione della Jugoslavia. Ai testi di Abdulah Sidran e alle regie di Emir Kusturica si deve - negli anni Ottanta - l’irruzione della Jugoslavia nel cinema contem-poraneo con Ti ricordi di Dolly Bel e Papà in viaggio di affari - Leone d’oro a Venezia, Palmarès a Cannes. Ha pubblicato in edizioni italiane: La bara di Sarajevo/Sarajevski tabut, poesia, a cura di P. Del Giudice (edizioni bilingue, Saraj, Milano 2006); Il cieco canta alla sua città/Slijepac pjeva svome gradu (edizione bilingue, Saraj, Milano 2006); Poesie Scelte, a cura di Vanni Bianconi (editore Casa-grande, Bellinzona, 2010); A Zvornik ho lasciato il mio cuore, teatro (ed. Saraj, Milano, 2005, edizione Festival teatrale di Mantova 2009). La sua opera è tradotta in Italia da Silvio Ferrari.

Piero Del Giudicedocente di storia e letteratura italiana, critico e storico dell’arte, scrittore e giornalista. Nella Jugoslavia della guerra civile e in Sarajevo assediata è stato corrispondente dei maggiori quotidiani e periodici di lingua italiana, della televisione svizzera e italiana. I suoi libri di quegli anni: I giorni della Slovenia (ed. “e” Trieste, 1991); Sarajevo Samizdat ( ed. “e” Trieste, 1993); Morire per Sarajevo ( ed. “e” Trieste, 1994); Sarajevo!(Galleria Got-tardo, Lugano ed. “E” Trieste, 1995 e seguenti).

È previsto un servizio di traduzione consecutiva

P A R A L L E L I

Le attività di Paralleli sono sostenute dalla

Proiezioni nell’assedioVideo, documentari e film di Piero Del Giudice10 piccole storie per il TG (durata 18’34”). Dieci piccole storie girate per il telegiornale svizzero e mandate in onda nell’arco di un paio d’anni. Progettate e montate con un taglio giornalistico ma soprattutto di ricerca. Storie tutte interne all’assedio di Sarajevo, vicende di paura e di piccola umanità, di giovani combattenti e di gruppi familiari. Tutto ciò che si può narrare in una città assediata, fuori dai briefing ufficiali.

Krstanović fotografo dell’assedio (documentario, durata 7’40”). Una giornata pericolosa per il fotografo che ha documentato l’assedio di Sarajevo. Rassegna del suo lavoro e delle sue immagini dai primi giorni della “blokada” sino all’estate del 1995, quando viene realizzato il breve documentario “immagini della sua incerta identità”.

Un poeta nell’assedio. Abdulah Sidran (documentario, durata 8’40”). Abdulah Sidran di fronte alla lenta agonia della sua città. Sidran che parla della vita e della morte in una città e per un consorzio umano stretti da un assedio ormai di quattro anni. Sidran che si sposta lunga la linea del fronte e recita le sue poesie. La poesia di Sidran come narrazione, orazione funebre e ultimo saluto per una giovane donna uccisa da una granata – morta per caso come si muore per caso nella Sarajevo assediata.

Scomparso: storia del comandante Palić (docu-film, durata 1h 36’, realizzato insieme a Michael Beltrami). Anno 1996, immediato dopoguerra in Bosnia Erzegovina. Una giovane donna alla ricerca del marito, Avdo Palić, nella Bosnia distrutta e smembrata del dopoguerra. Avdo Palić, professore nella vita civile, ma responsabile militare nella guerra della enclave protetta di Žepa – scompare nei giorni concitati della caduta e della resa della enclave (luglio 1995, poco prima di Srebrenica). In realtà è stato ucciso dal generale Ratko Mladić durante le trattative per la resa, ma la giovane moglie non si rassegna. Del suo dolore e smarrimento cercano di approfittare alcuni personaggi che emergono nella umanità collassata e visionaria che il dopoguerra mette in scena. Esma Palić, questo il suo nome, si muove tra Sarajevo, Mostar, Zenica, Tuzla, su deboli e confuse tracce, a confronto con ex-prigionieri e gente della dispersa comunità di Žepa. Realizzato nel 1996, con le ceneri della guerra ancora calde, il docu-film di Del Giudice e Beltrami è stato montato nel 1997 e messo in onda nel circuito televisivo europeo.

Le proiezioni avranno luogo presso la la Sala Conferenze del Museo Diffuso della Resistenza con il seguente calendario:Sabato 13 e domenica 14 marzo h. 15,30Sabato 20 e domenica 21 marzo h. 15,30Sabato 27 e domenica 28 marzo h. 15.30 Giovedì 25 marzo h. 18.30Ingresso libero fino a esaurimento posti

Mostra “Sarajevo” di Danilo Krstanović

Contestualmente alla presentazione del volume Romanzo balcanico si apre negli spazi del Museo Diffuso della Resistenza un’ampia mostra di fotografie di Danilo Krstanović che consegna al visitatore immagini di Sarajevo negli anni dell’assedio (aprile 1992-febbraio 1996) e nel dopoguerra della cosiddetta normalità.

La mostra apre il giorno 11 marzo e proseguirà fino al 28 marzo 2010 presso il Museo Diffuso della Resistenza negli orari di apertura del Museo (dalle 10.00 alle 18.00 da martedì a domenica; dalle 14.00 alle 22.00 il giovedì; chiuso il lunedì)

Danilo Krstanović - fotografo prima di Oslobođonje e poi della Reuter – ha fama internazionale e molti conoscono le sue prese per immagini, la loro drammatica efficacia. Figlio di fotografi, di famiglia sarajevita serba ha documentato la quotidianità e i lutti dell’assedio della città e continua a darci di Sarajevo immagini della sua incerta identità.

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