Promosso dall’Istituto Tecnico Industriale Statale “Sen. Aristide Merloni”
Patrocinio di:
Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili del Comune di Fabriano
Assessorato alla cultura della Comunità Montana Esino-Frasassi
IL MESSAGGERO DEGLI DEI
N. (18-1) - anno 7°
Dicembre 2009
traguardi traguardi
Tempo di Tempo di
iornata ricca di soddisfazione e di emozio-
ne all'Oratorio della Carità Sabato 26 Settembre
2009. Un sentito intervento sulla scuola, pro-
nunciato da Mons. Giancarlo Vecerrica, ha aper-
to la giornata, proseguita poi ... (continua a
pag.2)
Mai come ora si sono presentate
tante incertezze per le iscrizioni
agli istituti secondari, dei ragaz-
zi della III media. I nuovi ordina-
menti sono praticamente pronti,
manca solo l'emanazione dei
regolamenti Ministeriali, ma
quanti sanno correttamente
della struttura dei nuovi indiriz-
zi, le finalità formative da conse-
guire e le confluenze delle spe-
cializzazioni attuali? (continua a
pag. 2)
all’interno
Novità e
LETTERA
CONFINDUSTRIA
SpecialeSpecialeG
www.itismerloni.it
la luce e l’ombra
iscrizioni ed iscrizioni ed
incertezze incertezze
e
L’Europa con L’Africa
1
TTempo di iscrizioni empo di iscrizioni
Quanti genitori e ragazzi
conoscono nei dettagli i qua-
dri orari predisposti e riesco-
no a coniugare certezze dei
processi educativi con motiva-
zioni ed aspirazioni adeguate
per una scelta consapevole?
Si fa un gran parlare del
ruolo dei tecnici, nell'attuale
e prossima società industria-
le, con bisogni quantificati in
diverse decine di migliaia di
posti, nelle aziende per tali
diplomati. Si riferisce che le
aziende nazionali hanno inve-
stito enormemente sulla figu-
ra del tecnico industriale,
per vincere la competizione
internazionale facendo passa-
re, seppur in questo momento
di grande difficoltà, gli occu-
pati dal 12 al 22%; ma allora
perché tante incertezze anco-
ra? Perché di queste possibili-
tà non circola un'adeguata
informazione, riducendo spes-
so tutto alla consueta casi-
stica di indicazioni, collegate
con difficoltà scolastiche
pre-costituite, ma assoluta-
mente inadeguate agli attuali
contesti sociali? Gli studi
tecnici, dal prossimo anno
tecnologici, hanno un luogo
preciso di pratica che è quel-
lo degli attuali Istituti
Industriali e sono caratteriz-
zati da un'insieme di discipline,
per le quali gli ingredienti del
successo sono l'impegno, l'at-
titudine e il piacere di cono-
scere e scoprire. I prossimi
periti industriali dovranno
essere quelli che potranno
far vincere la richiamata sfida
tecnologica, quindi dovranno
essere preparati adeguatamen-
te, con una solida cultura
scientifica: altro che se si ha
poca voglia di studiare ci si
può iscrivere all'ITIS! Forse
occorreranno tempi più lunghi
delle attuali giornate di
incontro formativo presso le
scuole medie. E' però sicura-
mente necessario si creda in
tanti, che il futuro potrà
essere meno angusto del pre-
sente, se il lavoro sarà una
realtà rapidamente acquisibi-
le; perché si sono condotti
studi adeguati e non si sono
fatte passare ingenuamente
occasioni formative di valore.
Per quanto riguarda l'Istituto
Industriale Merloni di
Fabriano, è iniziato con impe-
gno il processo informativo
sugli studi che si potranno
compiere, ma la strada è ricca
di incertezze che speriamo
vengano superate, grazie alla
volontà degli operatori sul-
l'orientamento presenti nel
territorio e al desiderio dei
destinatari di conquistare un
futuro migliore.
ed incered incertezzetezze
a cura dell’editore
Giancarlo Marcelli
o scorso anno il Progetto Leonardo,con meta Valencia (Spagna), ha messoa disposizione nove borse di studio,quindi ha dato la possibilità a noveragazzi, tra cui me, di parteciparvi. Ovviamente l'adesione richiedeva deiparticolari requisiti, come una certamedia scolastica conseguita durantel'anno precedente e il buon esito di uncolloquio, quest’ultimo formato da unacommissione di professori e dal Presidedell’istituto, Giancarlo Marcelli.Questo progetto annuale, ha la duratadi tre settimane e prevede un corsod'apprendimento in lingua del luogo inquestione, associato ad un periodolavorativo presso un'azienda locale.Solo all'idea, inizialmente, ero un po'titubante per il semplice fatto che nonero mai stata tutti quei giorni fuori casae soprattutto da sola; inoltre non sape-vo con certezza cosa mi spettasse e sesarei stata in grado di aderirvi. Però,più i giorni passavano, più mi convince-vo del fatto che un'esperienza delgenere non sarebbe ricapitata con faci-lità, oltretutto a costo zero.Così il 13 maggio 2009, accompagnatidal professore Giacomo Scortichini,siamo partiti!I primi tempio sono stati i più difficili,perchè non conoscevamo la città e lospagnolo; al di fuori dell’accompagna-tore, nessuno l'aveva mai studiato.Comunque non ci siamo scoraggiati,
anzi, ci siamo fatti forza e abbiamotirato fuori tutto il nostro spirito d'adat-tamento e dopo poco, è stato come seavessimo abitato lì da sempre. Graziea tutte le comodità del luogo, infatti,come per esempio i trasporti pubblici(taxi, autobus, metropolitane ecc.),abbiamo potuto visitare ogni angolodel posto con il massimo del piacere edell’efficienza. Da sottolineare che difondamentale aiuto sono state anchele padrone di casa dove noi eravamoospiti.Il primo appuntamento è stato con ilcorso in lingua il quale, a grandi linee,ci ha fornito le informazioni principali enecessarie per acquisire qualche ele-mento di base per dialogare, visto chepartivamo tutti da zero.La seconda e la terza settimana, inve-ce, sono state interessate dalla messain pratica delle nostre conoscenze sco-lastiche: personalmente, ho avuto l'op-portunità di lavorare in un'aziendainformatica e realizzare quindi dei pro-grammi, ma non solo. Nel tempo libero, in un modo o in unaltro, riuscivamo tutti insieme ad alter-nare giorni dediti allo shopping ad altridi spiaggia e mare; altri ancora allaconoscenza generale della città. Lasera poi, quando era possibile usciredata la stanchezza ecc, decidevamo diandare in discoteca o di passare un po'di tempo nei moltissimi locali del cen-
tro. La città in se per se, con le sue visite,si è presentata veramente tranquilla,sia di giorno che di notte poi certo,come per ogni altro luogo, i momentileggermente spiacevoli ce li ha mostra-ti, ma tutto come sempre, dipende dalcomportamento, per non andareincontro a pericoli.Fin da subito, il gruppo è stato moltolegato, anche se diverse persone nonsi conoscevano tra loro; è stata un'av-ventura che ci ha fatto condivideregioie, emozioni, ma anche pianti edolori. Tutti insieme siamo riusciti aportare avanti un qualcosa di vera-mente bello, che auguro a tutti di pro-vare almeno una volta nella vita, senzalasciarsi condizionare da ciò che ci cir-conda.All'inizio, a me è capitato di non volerpartire, forse per timore, ma poi unavolta lì, la voglia di non tornare è statagrande. Ventuno giorni sembranomolti, ma se vai a guardare, ti accorgiche sono invece pochi. Solo verso lafine, hai il quadro della situazione,quando ormai è già troppo tardi.E' sicuramente un'esperienza, nel verosenso della parola, ma non un'espe-rienza da fare….da vivere!!
3
PROGETTO LEONARDOPROGETTO LEONARDO
L
Di Luana Dolce 5a Inf.
...A VALENCIA......A VALENCIA...
4
ome cantava Fiorella Mannoia in una famosissima
canzone…"Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce, il
cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce, il cielo
d'Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù, ti annega di verde
e ti copre di blu, ti copre di verde e ti annega di blu…"
…e noi che abbiamo partecipato al progetto "English 4you"
abbiamo avuto la fortuna di poterlo vedere con i nostri
occhi il magnifico, spettacolare ed infinito cielo d'Irlanda!!
Un cielo forse troppo spesso nuvoloso e carico di pioggia,
ma allo stesso tempo immenso e intrigante, che fa da
"tetto" ad un'infinita distesa di verde e ad un paesaggio
unico nella sua semplicità, che a volte fa mancare il fiato,
come ad esempio le famose scogliere e le isole Aran. Però
l'Irlanda è unica anche in tutto il resto; cosa dire delle leg-
gende a cui tutti gli irlandesi tutt'ora credono?? E' difficile
andare in questa splendida isola e ritornare senza essere
stati colpiti da qualche storia bizzarra o da qualche affasci-
nante fiaba. Come ad esempio la storia dei Lepricani, i fol-
letti verdi che vivono solo qui, dediti alle burle e agli scher-
zi e che non possono scappare se li si guarda fissi, ma che
spariscono immediatamente se si distoglie lo sguardo. Si
dice che queste strane creature fabbrichino scarpe e che,
a furia di produrle, si siano arricchiti di monete d'oro rac-
cogliendole in pentole di terracotta e sotterrandole nei luo-
ghi più impensati. La leggenda narra….il luogo in cui è
nascosto il tesoro di un Lepricano coincide con il punto in
cui finisce l'arcobaleno, ma dice anche che l'uomo arriva
sempre quando l'arcobaleno è già sparito...
Un'altra leggenda irlandese molto famosa, è quella riguar-
dante una particolarissima località della costa nord orien-
tale, cioè il "Selciato del Gigante" (Giant's Causeway). Si
tratta di un affioramento roccioso composto da circa
40.000 colonne basaltiche formatesi da un'eruzione vulca-
nica di circa 60 milioni di anni fa. Raggiungono un'altezza di
12 metri ma alcune, situate su delle scogliere, si innalzano
fino a 28 metri e hanno generalmente una base esagonale.
La storia fantastica, relativa a questa riserva naturale,
parla del gigante Finn MacCool, il quale avrebbe costruito il
selciato per raggiungere la Scozia e combattere il gigante
Benandonner. Arrivato in Scozia però, MacCool notò che il
suo avversario era davvero enorme e corse a casa rac-
contando tutto alla moglie. Benandonner, intanto, accorto-
si dell'accaduto, aveva raggiunto la costa irlandese, ignaro
dell'inganno che la moglie del suo rivale gli stava per trar-
re. Infatti la donna aveva fatto travestire MacCool da neo-
nato, spacciandolo per il figlio e quando Benandonner vide
le dimensioni spropositate del "piccolo", pensò a quanto
poteva essere grande il padre, scappò e distrusse dietro di
sé la passerella. La Giant's Causeway sarebbe una delle
estremità, l'altra si trova in Scozia, in un luogo in cui c'è
una formazione rocciosa molto simile.
Questi sono soltanto alcuni assaggi dei miti e delle leggen-
de della cultura irlandese, che riserva molte sorprese e
particolarità. Una caratteristica spiccata degli irlandesi è
sicuramente l'accoglienza e l'ospitalità; incrociando i loro
sguardi intensi per strada, si nota una piacevole familiari-
tà, come se dietro quei profondi "occhi blu", si nascondes-
se un vecchio amico che conosci da una vita. L'Irlanda è
bella per il calore che c'è per strada, dove gli artisti con un
solo strumento musicale, riescono ad organizzare un "con-
certo" oppure altri, con un semplice gessetto, sono in
grado di creare delle vere e proprie "opere d'arte".
L'Irlanda è bella nei locali, in cui con un violino, una fisar-
monica e una Guinness si possono improvvisare feste
senza età per tutti, dagli appena maggiorenni alle persone
più grandi, che hanno ancora voglia di allegria. Ma un buon
boccale di Guinness non manca mai nell'isola di smeraldo;
simbolo del paese, questa famosissima birra compie pro-
prio quest'anno il suo 250° anniversario.
Insomma, questo Paese è affascinante in ogni sua sfaccet-
tatura, perché…" Il cielo d'Irlanda è un enorme cappello di
pioggia, il cielo d'Irlanda è un bambino che dorme sulla
spiaggia, il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e
nero, ma dopo un momento i colori li fa brillare più del
vero, ma dopo un momento li fa brillare più del vero…"
…è proprio così, tutto brilla di una luce un po' diversa dal
solito, una luce che se ci pensi ti scalda il cuore…
C
d’IRLANDAd’IRLANDAIL CIELO
- Di Giulia Violini
Coordinatrice Editoriale
5
MERCURIUS
Periodico dell’ITIS “Sen.Aristide Merloni”
nato come POF dal 2000
Dal Quotidiano all’Esame di StatoEDITORE
Dirigente Scolastico
Giancarlo Marcelli
DIRETTORE RESPONSABILE
Marco Galli [email protected]
COORDINATORE EDITORIALE
Giulia Violini
IDEAZIONE GRAFICA
Marco Galli
IMPAGINAZIONE E GRAFICA
Erminia Stroppa Marco Galli
OTTIMIZZAZIONE ESTAMPA
Erminia Stroppa
DISTRIBUZIONE
Redazione Mercurius
REDAZIONE
presso l’ ITIS
“Sen.Aristide.Merloni”
Largo S.D’Acquisto 2,60044 FABRIANO (AN)Tel. 0732 2322 Fax. 0732 629047
email: [email protected]: www.itismerloni.it
LA REDAZIONE
Alessio Cervigni 5A Mecc.Gianmarco Loretelli 5A Mecc.Cecilia Archetti 5A Inf.Luana Dolce 5A Inf.Cristian Tinti 4 A Mecc.Giulia Violini 5A Chim.Tommaso Brunori 5A Chim.Cristian Savelli 4B Inf.Davide Colonna 4A Inf.Cristian Teatini 4A Inf.Lorenzo Bertini 5A Mecc.Filippo Brencio 4A Carta
IL NASO
ai come oggi, considerata l’aumentata sensibilità della popolazione nei confronti
delle differenti fonti di inquinamento, si rende necessaria la misurazione degli odori. Questa
misurazione, essendo però la percezione degli odori un indice normalmente soggettivo nelle
persone, ha necessariamente richiesto lo studio del funzionamento del naso come “organo
di percezione"; il tutto per poter realizzare dei sistemi di misurazione elettronica, che fos-
sero recettivi secondo determinati standard. Come sempre, la ricerca ha fatto passi avanti
e sono stati creati perciò i cosiddetti "nasi elettronici"; dispositivi complessi, dotati di una
struttura multisensoriale. in grado di emulare il sistema olfattivo dell’essere umano: una
matrice di sensori chimici, a bassa selettività, fornisce un’impronta univoca dell’odore, con-
sentendone il successivo riconoscimento. Sono al momento strumenti costosissimi e vengo-
no impiegati in una stretta cerchia di applicazioni. Alcuni ricercatori inglesi delle università
di Leicester, Warwick ed Edimburgo, stanno lavorando ad un progetto che, entro pochissimi
anni, dovrebbe portare allo sviluppo del naso elettronico più piccolo al mondo. Si tratta di un
sensore contenuto in un solo chip di silicio, in grado di prestarsi ad un gran numero di com-
piti: valutare la commestibilità di un cibo, il livello di inquinamento dell'aria o la presenza di
mine nel sottosuolo e potrebbe dare un valido aiuto in campo medico, relativamente alla pre-
venzione dei tumori. I ricercatori sostengono che, entro tre anni, saranno in grado di pro-
durre un chip-sensore di un solo centimetro quadrato, capace di "odorare" aromi e sostan-
ze chimiche, in modo simile a quanto fa il sistema olfattivo dell'uomo. La nuova generazione
di sensori potrà essere utilizzata in modo molto più flessibile ed in un'ampia gamma di pro-
dotti. Grazie alle sue dimensioni piccolissime, e grazie soprattutto all'abbassamento dei costi
di produzione, questi chip potrebbero sbarcare, entro la fine del decennio, anche sul merca-
to del consumo. Si tratta di un’ottima innovazione tecnologica, soprattutto molto importan-
te nel campo della medicina, rappresentante ufficiale per la salute dell’intera popolazione
mondiale. Speriamo quindi di vederla al più presto in funzione, con risultati certi.
Fondatore Marco Galli
MM
ELETTRONICOELETTRONICO
IL MESSAGGERO DEGLI DEI
- Di Gian Marco Loretelli 5A Mecc.
6
l divorzio viene introdotto in Italia nel-
l’anno 1970 e più tardi vengono apporta-
te modifiche alla legge, con le quali si
accorcia da 5 a 3 anni il tempo necessa-
rio per raggiungere la sentenza definiti-
va.
E’ risaputo che il nostro Paese non detie-
ne il primato di velocità, per quanto
riguarda gli iter burocratici. Per il divorzio
soprattutto, la procedura italiana è una
tra le più lente d’Europa: dura addirittura
il doppio, rispetto a quanto occorre in
Germania ed in Portogallo, ovvero 634
giorni. Per questo motivo gli italiani si
stanno muovendo, al fine di accorciare
questo tempo. Da segnalare che è nata
inoltre, la “Lega italiana per il divorzio
breve”, un’associazione radicale che rac-
coglie numerose adesioni e simpatie.
La Lega e i suoi aderenti chiedono
appunto tempi più celeri, per poter otte-
nere il divorzio definitivo, ma fin’ora que-
sta proposta non è stata accettata.
E’ successo però un fatto che di certo ha
creato scalpore tra la gente: il Tribunale
di Firenze ha concesso il primo divorzio
breve in Italia, ma questo è accaduto
solamente perché l’ex-sposo era spagno-
lo ed anche se la coppia si era sposata in
Italia, gli interessati avevano precedente-
mente abitato in Spagna. La donna ha
chiesto al foro italiano di poter applicare
la normativa spagnola e la richiesta le è
stata accordata. In questo modo i due
coniugi hanno ottenuto un divorzio imme-
diato, senza dover passare per la separa-
zione legale.
Ma è giusto o no lottare per ottenere il
divorzio breve?
Premetto di essere innanzitutto contraria
al divorzio in sé, perché secondo me è
solo la dimostrazione di non essere in
grado di mantenere un impegno in cui la
riflessione e meditazione sono fondamen-
tali. Quindi credo che, invece di batterci
per annullare velocemente un matrimo-
nio, tutti noi dovremmo pensare e ripen-
sare prima di unirci “per sempre” a qual-
cuno e soprattutto, se proprio fosse tardi
per tornare indietro (come in alcuni casi),
impegnarci nella nostra promessa.
Certo, c’è chi afferma che vivere così, non
faccia altro che danneggiare i rapporti
dei due ex-sposi e aumentare il trauma di
eventuali figli; potrei accettare un divorzio
breve per un matrimonio senza bambini,
ma non capisco chi è favorevole al divor-
zio, breve e non, di due persone genitori.
Sicuramente non sarà la cosa peggiore
del mondo, anche perché certe volte
potrebbe essere inevitabile affrontare
una separazione, ma sento che un padre
ed una madre debbano rimanere insieme
almeno per amore dei propri figli e per
dare loro, una vita felice senza il dolore di
separazioni. Concludo quindi con il mio
parere fortemente contrario al divorzio,
perché a volte è solamente la più facile ed
errata scappatoia, la fuga dalle respon-
sabilità. Dobbiamo invece rimboccarci le
maniche e cominciare a lottare si, ma per
allungare la durata della nostra unione.
E veramente necessarioE veramente necessario
I
- Di ceclia archetti 5a inf.
il divorzio breve?
7
STALKING, ovvero molestie persistenti e rischiose. Un fenomeno molto
diffuso nel nostro paese e non solo, ma che in Italia ha avuto un percor-
so lungo e tormentato prima di essere riconosciuto (per decreto) come
reato. Entro la fine dell' aprile scorso, il Parlamento lo ha trasformato in
legge e ha sancito, finalmente, la pericolosità di questo tipo di persecu-
zione che colpisce, solo in casa nostra, più di due milioni di donne ogni
anno. A volte, i colpevoli sono personaggi conosciuti, ma molto più spes-
so donne comuni, i cui assalitori sono altrettanto frequentemente non
degli estranei, ma partner, mariti, ex, amici di famiglia, colleghi di lavoro.
Accade di essere seguite, pedinate, sommerse da sms e/o mail, molesta-
te con approcci di ogni genere. Anche se non sempre lo stalking si
accompagna a comportamenti violenti (non è raro però che si arrivi per-
fino all'omicidio). Le vittime di questi atti persecutori non riescono più a
lavorare, ad avere una normale vita sociale. Arrivano a subire gravi danni
materiali, psicologici e a volte anche fisici. Solo recentemente lo stalking
è diventato un reato anche in Italia, con un decreto legge entrato in vigo-
re il 25 febbraio 2009. Una conquista importante in quanto, prima della
sua entrata in vigore, la vittima di molestie poteva essere tutelata penal-
mente soltanto se tali atti si concretizzavano con altre fattispecie crimi-
nose, quali ad esempio, la violenza privata, la minaccia in luogo pubbli-
co, o tramite telefono. I numeri delle vitime impressionano per la loro
quantità e modalità; è ancora più sconcertante la casistica derivata dal-
l'introduzione del reato, fortemente voluta dal Ministro Carfagna, la quale
ha reso finalmente visibile questo dramma. Si può querelare subito lo
stalker o chiederne prima l'ammonimento. Una risposta concreta ai citta-
dini, dopo un lungo oblio normativo. I comportamenti persecutori sono
riconducibili a molestie reiterate, sia sessuali che psicologiche, tali da
causare uno stato di prostrazione che induce la vittima a modificare il
modo di vivere quotidiano. Nello specifico, la legge aumenta le condanne
da sei mesi a quattro anni e le pene sono aggravate se il fatto è com-
messo dal coniuge, legalmente separato o divorziato o da persona lega-
ta alla vittima da relazione affettiva, se avviene a danno di un minore, di
una donna incinta, di una persona disabile. Il reo è punito con l'ergasto-
lo se, nell'escalation di atti persecutori accertati, uccide la vittima. La
coazione che connota il comportamento di stalking, e che permette di
delinearlo anche giuridicamente, ha fatto ipotizzare che tale problema
fosse una forma di "disturbo ossessivo". Gli stalkers non sono sempre
persone con un disturbo mentale e, anche se esistono alcune forme di
persecuzione che sono agite nel contesto di un quadro psicopatologico,
questa non è una condizione sempre presente, così come non esiste
sempre un abuso di sostanze associato al comportamento. Ciò che è
importante imparare, è che dietro a comportamenti di molestia simili,
possono celarsi motivazioni anche molto differenti tra loro. Purtroppo
spesso, soprattutto per via di norme giuridiche che limitano gli interven-
ti di prevenzione delle situazioni di emergenza, lo stalking può essere
protratto a lungo, con conseguenze psicologiche fortemente negative
per la vittima, ma anche per chi lo pratica e talvolta, per chi lo osserva.
La persona colpita, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene
perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite. In
base al tipo di atti subiti e alle violenze sperimentate, possono determi-
narsi stati d'ansia e problemi di insonnia o incubi, ma anche flashback e
veri e propri quadri di disturbi traumatici. Lo stalker, che agisce compul-
sivamente, tende a seguire i propri bisogni e a negare la realtà, danneg-
giando progressivamente la propria salute mentale e la qualità della pro-
pria vita sociale che si deteriorano sempre di più, via via che la persecu-
zione si protrae nel tempo.
PERSECUZIONEPERSECUZIONE
FEMMINILE:FEMMINILE:
di Cristian Teatini 4 A Inf
8
el giugno 2008, il Governo ha espresso
la volontà di ripresentare un nuovo dise-
gno di legge, riguardante l'immunità per le alte
cariche dello Stato (solo le quattro più impor-
tanti, facendo cioè rientrare il Presidente del
Consiglio, ma escludendo quella della Corte
Costituzionale). Una proposizione questa del
Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. La cosa
strana però, è stata la rapida approvazione di
questo disegno legge, in concomitanza all'im-
minente conclusione del processo a Milano,
riguardante la corruzione in atti giudiziari, del-
l'avvocato inglese David Mills (condannato in
primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione),
che ha visto e vede come coimputato, il
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A
questo punto l’opposizione, prima delle vota-
zioni, aveva ricordato a tutti i deputati che, quel
DDL andava contro la costituzione e quindi da
definire anti-costituzionale, situazione gravissi-
ma a mio parere, visto che questi articoli rap-
presentano la carta che regola la nostra demo-
crazia. A suo tempo, Il provvedimento è stato
invece accolto dalla maggioranza, in particolar
modo dal Premier, il quale ha sentenziato: "il
lodo di cui si parla è il minimo che una demo-
crazia possa fare a difesa della propria libertà".
Il 26 e il 27 settembre 2008, il Pubblico
Ministero di Milano, Fabio De Pasquale, ha sol-
levato il dubbio di costituzionalità della Legge,
per il processo a David Mills, nel quale è impu-
tato Silvio Berlusconi. I giudici, il 26 settembre,
hanno accolto il ricorso del PM e presentato
alla Corte Costituzionale la richiesta di pronun-
ciamento sulla legge. La popolazione non può
ignorare il fatto che il Presidente del Consiglio
italiano sia indagato in questo e in altri proces-
si, ci deve essere chiarezza e ogni cittadino,
che sia fra le alte cariche dello stato o che sia
un comune e rispettoso operaio, deve essere
giudicato con stessi metodi e stesse misure.
Tutti noi abbiamo il diritto di sapere se la per-
sona che ci rappresenta nel mondo, ha vera-
mente commesso dei reati, punibili penalmente.
Il 7 ottobre 2009, il Lodo viene giudicato inco-
stituzionale, per violazione nel merito e nel
metodo rispettivamente degli articoli 3 e 138,
con la motivazione dell’errato percorso fatto
fare a questo tipo di legge.. Il giudizio è stato
accolto dal Governo, come un affronto alla
democrazia. L’Onorevole Umberto Bossi si è
subito attivato per organizzare una protesta
popolare, minacciando di insorgere con le armi;
Silvio Berlusconi ha definito la stessa Corte «di
sinistra» (precisamente di orientamento politico
comunista). L’opposizione , al contrario, si è
detta favorevole al giudizio della Consulta
Costituzionale e scandalizzata dal tono aggres-
sivo e offensivo del Premier. Il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, si è schierato
subito a difesa dei Valori Costituenti accettando,
senza commenti, la sentenza. Ora non ci resta
che attendere il risultato che daranno i rispetti-
vi processi, in cui è indagato il nostro Capo
dell’Esecutivo, sperando che non vengano
emanate altre leggi che impediscano il regolare
svolgersi delle indagini. Intanto riemergono
prove di presentazione di immunità, processo
breve, …e chissà quale altro ritrovato..
NN
- di Tommaso Brunori 5°A Chim.
LODO
Nazionale
AlfaNOAlfaNO
9
Esteri
er la prima volta, dopo più di cinquantaanni, il partito liberaldemocratico, che hasegnato il mutamento del Giappone postbelli-co e la formazione di uno stato economica-mente inferiore solo all’America, leva le tendee al suo posto entra in scena la storica oppo-sizione, guidata dal leader democratico YukioHatoyama. È normale pensare che la grandecrisi economica e finanziaria che c’è stata daun’ anno a oggi abbia causato grandi inquie-tudini, che hanno influito sulla votazione peril cambio di governo. Però oltre a ciò, lavoglia della popolazione di cambiare ha benaltre motivazioni, una delle quali il calo delleesportazioni giapponesi, ma anche l’aumen-to del tasso di disoccupazione, cresciuto nel-l’arco di un anno dal 3,8% al 5,4 %.E’ veramente molto pesante l’onere capitatoad Hatoyama, infatti la valanga dei voti che illeader ha ricevuto corrispondono ad altret-tanti fiduciosi elettori, la cui fiducia va da orain poi conquistata giorno dopo giorno. Il neopremier dovrà, nel vero senso della parola,stupire tutta la popolazione che ha deciso diaffidargli il difficile compito di governare illoro Paese.
Il programma politico annunciato in questigiorni non presenta però radicali rivoluzioni.Si accenna a una solidarietà sociale e ad unafraternità che, sul piano delle relazioni este-re, riaffermerà la solidità del rapporto nippo-americano (anche se con dei distinguo), mache si baserà soprattutto sulla necessità diuna maggiore integrazione asiatica, ancheper il fatto che è in programma la creazionedi una moneta unica. Inoltre c’è l’intenzione,da parte del neo eletto, di portare dall’8% al25% l’abbattimento dei gas serra, dal 1990al 2020, notizia che ha suscitato però nume-rosi dubbi a molti, tra cui il segretario delgoverno Takeo Kawamura. Motivazioni: la dif-ficoltà dei cittadini nel rinunciare drastica-mente all’uso di auto a carburante tradizio-nale oltre che il parere contrario dell’appara-to industriale automobilistico. L’unica voceche ha dato ragione al premier, è stata quel-
la del Ministro dell’Ambiente Tetsuo Saito ilquale prevede l’aumento del taglio delleemissioni al 25%,come una positiva ricadu-ta economica per il Giappone.A parer mio, penso che questo cambio digoverno rappresenti una svolta positiva pertutta la popolazione, in quanto, dopo cin-quanta anni, forse nasceranno nuove svolte,che aiuteranno questa Nazione dell’EstremoOriente, a vivere meglio e a rimodernizzaremolti settori vitali. Le idee proposte dal nuovopremier sembrano poter avere, secondo me,concrete possibilità di successo. Saranno fon-damentali i primi tempi di governo e le rea-zioni dei cittadini e delle aziende, per permet-tere a Yukio di lavorare serenamente nellasua veste di Presidente.
GIAPPONE GIAPPONE
- Di Cristian Tinti i 4A Mecc.
CCONDOONDOTTIERTTIEROO
PP
UN NUOVO
10
enerdì 13 novembre 2009, una nostra
delegazione del giornale scolastico, ha partecipa-
to al Meeting Internazionale ”L’Europa con
l’Africa” tenutosi nei giorni 13-14-15, presso il
Teatro le Muse di Ancona. Evento molto importan-
te per tutta la Provincia, per tutte le Marche, per
molte nazioni mondiali, in quanto erano presenti
tanti personaggi illustri di tutta la penisola e del
continente africano. Appena arrivati, in un clima di
gioiosa festa, hanno preso la parola le più impor-
tanti autorità della Regione e della città di Ancona,
per i saluti di rito, ma non solo. Il Presidente della
Regione Marche Gian Mario Spacca, dopo aver
letto il discorso del Presidente della Repubblica
Italiana Giorgio Napoletano, inviato per l’occasio-
ne, ha parlato del servizio che costantemente la
nostra terra intreccia con gli enti internazionali e
delle scelte future da affrontare, sulla cooperazio-
ne decentrata. Il Vice-Presidente della Provincia,
Giancarlo Sagramola (su mandato di Patrizia
Casagrande Presidente dell’Ente Istituzionale), si
è prodigato in un accorato discorso sull’Africa.
Contenuti emozionanti, offerti alla platea, da chi
sente il problema e conosce determinate situazio-
ni. Molti con la fascia tricolore, di primi cittadini di
municipi, in silenzio ad ascoltare.
Successivamente, ha preso la parola il Sindaco
Fiorello Gramillano, molto orgoglioso di avere
ospitarlo il Convegno nella sua città. Il suo inter-
vento ha posto l’attenzione sulle fonti di ricchez-
za, portatrici di conflitti armati e di atti di vero e
proprio moderno colonialismo, convogliato solo
ed esclusivamente verso lo sfruttamento econo-
mico. Molto risalto è stato dato alla figura delle
donne, questo argomento è stato il Leit-motiv
della giornata, da parte di tutti gli intervenuti. Le
donne si ritrovano, ancora oggi, a gestire tutte le
ricadute negative delle guerre, e a dover organiz-
zare e mandare avanti, gli interi aspetti della vita
sociale. Prima di iniziare il dibattito, su come inter-
venire efficacemente in questi problemi endemi-
ci, il Vescovo Mons. Edoardo Menichelli, ha fatto
un bellissimo discorso sulla Chiesa e l’Africa. La
Chiesa, con il suo ruolo, ha sempre sostenuto il
Continente Nero, mossa da Fede, eguaglianza,
altruismo e non da pietà; pensiero e gesto troppo
accomodante quest’ultimo. Le frasi conclusive
hanno sottolineato che nessuno è proprietario del
mondo, ma è il mondo che è proprietario di tutto
e quindi dobbiamo essere convinti, che siamo nati
tutti dallo stesso Padre. In seguito, un inviata afri-
cana ha portato il messaggio della Presidentessa
della Liberia Ellen Johnson. Prima di ripartire alla
volta di Fabriano, abbiamo ascoltato il discorso di
introduzione al dibattito, fatto da Fabio Lotti,
Coordinatore Nazionale della Tavola della Pace ed
Enti Locali per la Pace; un discorso pulito, asciut-
to, netto, sobrio senza abbellimenti. Passi a tratti
duri, per colpire, per svegliare le nostre coscienti,
ormai sopite ed abituate a sopportare le crudez-
ze del pianeta, senza scandalizzarsi più di tanto.
Basta! pari dignità per ogn’uno: il bianco, il nero,
il giallo..e.. pari dignità nel diritto, non solo a sfa-
marsi, ma anche ad acculturarsi. Purtroppo, il
traffico di droga, di armi, il lavoro minorile, il ter-
rorismo rimangono la piaga del Paese. Però, con
una buona cooperazione ed un impegno serio e
convinto per la pace, possiamo voltare pagina.
Occorre che i Paesi industrializzati lo vogliano
davvero. Infine, abbiamo visionato il video, inviato
da Eveline Herfkens Coordinatrice della
Campagna del Millennio Onu. E’ stata una mattina-
ta significativa, formativa, in cui si sono toccate
tutte le problematiche che spesso, vanno in onda
“distrattamente” in TV e che non trovano mai
nessun apparato politico transnazionale potente
e ricco, con l’intenzione di risolvere. Come sempre
consiglia Flavio Lotti, l’importanza dell’informazio-
ne è primaria e noi, nel nostro piccolo, cerchiamo
di trasmettere notizie e sensazioni.
V- DI Christian Savelli 4°b inf.
L’EUROPA CONL’EUROPA CONL’AFRICA
11
con l'argomento principe sul riordino degli Istituti tecnici,
dell'Ispettore Giuseppe Valitutti, vertente particolarmente sulla
nuova collocazione in cui si troverà l'indirizzo Carta dal prossimo
anno: Carta Comunicazione Grafica; una conquista vera e propria,
a cui ha lavorato alacremente il Dirigente Scolastico Marcelli, sin
dai primi albori. Molte sono state, durante questi ultimi mesi, le
missive tra il Merloni ed il Ministero della Pubblica Istruzione, per
approdare ad una soluzione che, oltre a mantenere l'unicità della
specializzazione, avrà la finalità di allargare gli orizzonti dei futuri
Periti verso settori professionalizzanti, da aggiungere a quelli pro-
duttivi. Le materie di studio permetteranno di offrire un vasto ven-
taglio di proposte, nelle quali lo studente troverà un alto grado di
interesse reale. Non solo. Le opportunità lavorative saliranno di
qualità, di modernità e di percentuale vera e propria come numeri
nelle assunzioni. L'Assessore Stefania Benatti, della Regione, ha
spiegato i compiti istituzionali, dalle macro strutture, ai dettagli,
che l'operazione richiede, nel contesto della Riforma Gelmini.
Maurizio Quercetti, dell' Assessorato alla Provincia, ha messo il
punto soprattutto sulle questioni dell'edilizia scolastica e delle non
poche difficoltà presenti. Sandro Romani, Vice-Sindaco di Fabriano
e già insegnante, proprio dell'indirizzo Carta dell'Istituto Tecnico
Industriale Merloni, ha portato la sua testimonianza ed esperien-
za, fatta di qualche decennio di docenza nei laboratori delle mate-
rie tecniche. Il Sindaco Roberto Sorci, pur impegnato in un altro
convegno in Umbria, ha voluto essere presente, per portare il salu-
to diretto dell'Istituzione che rappresenta, ma anche per sottoli-
neare, con passi convinti e forti, molti aspetti di eccellenza di que-
sta scuola, i quali spesso vengono vissuti in sordina, riservatamen-
te, magari con una piccola notizia sul suo sito. Durante la seconda
parte della manifestazione, la consegna dei diplomi, i giovanissimi
ex diplomati,che ricoprono oltretutto incarichi importanti presso
diversi gruppi, hanno portato a conoscenza della platea, le loro
idee sul cammino da affrontare nello studio, sulle modalità da
acquisire, sul modo di vivere la scuola per poi giungere a posizio-
ni di prestigio; prestigio non per vivere di immagine riflessa, ma per
essere parte di un complesso produttivo che sia il motore trainan-
te della Nazione e sede di progresso tecnologico ed industriale.
NOVITA’ e TRAGUARDI
ALL’ISTITUTO
Il Direttore Responsabile
12
Da molti anni si sente parlare, in ogni tele-
giornale, di omicidi di adulti verso la famiglia
di appartenenza; ultimamente invece le news
sottolineano gli stessi accadimenti tra figli e
genitori. Sono nati i "baby killer"!
Si dice che faccia più notizia un uomo che
morde il cane invece del cane che morde
l'uomo, ed ecco lo scoop: dei ragazzini, con
età tra i 8 e 17 anni, se ne vanno in giro per
gruppi ad uccidere i propri amici, solamente
per guadagnare un poco di denaro. Compiuto
il crimine, confessano l'omicidio con una fred-
dezza che si vede solo nei film. Tutto ciò
avviene in diverse città e Paesi del mondo:
Liverpool, Londra, Sud America, Asia e anche
nella nostra Italia.
Non si riesce a spiegare il motivo che li spin-
ge ad agire in maniera così criminale. Anche
il cinema, secondo me, in certi casi, danneg-
gia i giovani, a tal punto da portarli a crede-
re che uccidere sia giusto.
Ci sono anche i "baby-scippatori", sono
ragazzini costretti a vendere droga o quan-
t'altro, per ricavarne dei miseri spiccioli. A
volte, nei casi più gravi, uccidono anche chi si
rifiuta di prendere "la roba". Tutto accade per
la solita sete di soldi.
L'Inghilterra non ammette che, negli articoli
di giornale, venga scritto il nome del ragaz-
zo, "baby killer","baby-criminale". La sua
identità deve rimanere nascosta, quindi si uti-
lizza il termine "bambino a" e "bambino b".
Nel nostro Paese, per creare maggior inte-
resse, si cita o scrive il nome nei servizi, ad
esempio "Tizio ha ucciso Caio per rubargli i
soldi".
In America non c'è nemmeno tolleranza per
la famiglia del colpevole. Negli editoriali ven-
gono scritti anche i nomi del padre, madre,
nonni e altri parenti. L’informazione motiva
questo atteggiamento, come un aiuto deri-
vante, per riuscire a scoprire meglio il
movente del fattaccio.
A questo punto c'è una bella domanda da
porsi: sono più spietati i baby killer o gli adul-
ti rei di colpevolezze?
Si potrebbe rispondere che gli adulti hanno
molta più esperienza e sanno quello che
fanno e vanno incontro, oppure che i ragaz-
zini, essendo più piccoli, non hanno alcuna
paura (l’età ne è complice?) e non sanno
ancora valutare il bene o il male. Anche la
legge della strada dovrebbe avere i suoi limi-
ti, specialmente nelle situazioni estreme.
Invece questi piccoli criminali riescono a pro-
gettare piani molto astuti, perfetti, nei quali
giungono sempre all'obbiettivo prefissato.
Questo argomento fa molto riflettere, ma una
sola cosa si sa con certezza: fa molta più
notizia l'uomo che morde il cane, invece del
cane che morde l'uomo.
I BABYI BABYKILLER
- DI DAVIDE COLONNA 4A iNF.
13
- Di Lorenzo bertini 5a mecc.
Vorrei presentarvi una notizia tanto curiosa quanto raccapriccian-
te, il caso France Telecom. Di questo fatto, che oramai è diventato
un vero e proprio dilemma, se ne è parlato molto poco, cerchiamo
quindi di approfondirlo. Oggi come oggi, sono arrivati a venticinque
i suicidi ufficiali, tra dipendenti della France Telecom, nell’ arco di
due anni. L’ultima volta è “toccata” ad un ingegnere di 48 anni, già
in assenza per malattia; si è suicidato nella sua abitazione di
Lannion. Oltre allo sgomento, che un episodio di questo genere incu-
te in tutti, fa molto riflettere e preoccupare il numero così imponen-
te di morti, che sta riguardando la classe dirigenziale della compa-
gnia telefonica. Il pensiero di tutti è quello legato ad una fortissima
esposizione allo stress, la quale ha degenerato tragicamente, por-
tando così a gesti estremi. Le organizzazioni sindacali sono scese in
difesa del personale, organizzando assemblee generali e sedute di
negoziati, con ordini del giorno legati alla condizione lavorativa. Alle
morti bianche, che flagellano i lavoratori, si aggiungono ora quelle
dovute a carichi intellettuali ingestibili, che spesso fanno più danni
di quelli dovuti ad applicazioni manuali. Molti possessori di azioni
della France Telecom, venuti a conoscenza degli innumerevoli suici-
di, hanno immediatamente venduto le proprie quote, un atto secon-
do me di umanità, un atto contro la classe dirigenziale francese,
contro quadri egoisti e spietati. L Amministratore Delegato della
compagnia, Didier Lombard, sollecitato dai sindacati alle dimissioni,
ha risposto dicendo che la nave non si abbandona durante la tempe-
sta. Si è dimesso invece il numero due del Gruppo, Louis Pierre
Wenes , che aveva definito i suicidi una “moda”. Si spera così che i
vertici Telecom, dopo l’ennesima morte annunciata, inizino un com-
pito di monitoraggio, per verificare l’ effettiva situazione dei propri
dipendenti, al fine di evitare nel futuro altri episodi tragici. Questo
mondo che corre, ha bisogno di efficienza estrema, non ha più la
capacità di guardare l’uomo, di rispettarne i dettami. Invece questo,
rappresenta un caso lampante e dimostrativo, di come bisogna
stare sempre all’erta per essere pronti a combattere, semplice-
mente per far valere il rispetto del vivere.
FRANFRANCIA: CIA:
CASO FRANCE TELECOM
14
a sala riunioni dell’Hotel Diplomat di
Rimini, preparata come per un mini verti-
ce, ha ospitato il Follow-Up, "INSEGNARE
LA SHOAH", per insegnanti ed esperti già
corsisti in Israele nel 2005 e 2009.
L'iniziativa, ha avuto come figura organiz-
zatrice, la responsabile Yad Vashem per il
nostro Paese, Rita Chiappini, alla presen-
za della delegata per l’Europa, inviata dal
Museo Internazionale dell’Olocausto di
Gerusalemme, Shira Magen. La mattinata è
stata dedicata alla ricaduta sulla didattica,
delle missioni avvenute in terra israeliana
e alle presentazioni di lezioni-interventi
da parte dei 21 invitati, con discussioni
individuali e di gruppo. L’Istituto Merloni,
dopo un breve cenno sui lavori svolti
durante gli anni passati, ha illustrato nei
dettagli il Progetto sviluppatosi nell’anno
scolastico appena trascorso, realizzato
con la partecipazione della Comunità
Montana Esino-Frasassi e inserito nel POF
della scuola. Mesi densi spesi nella ricerca
di materiali informativi e contenuti, di
immagini e fotografie, di testimonianze, di
visione di films con approfondimento dei
significati e dei contesti, sino alla prepara-
zione di uno spettacolo finale, svoltosi al
teatro di S Maria della Misericordia, fatto
di lavori su brani musicali, testi, piccole
prove di recitazione, disegni e creazioni
su manifesti e molte altre attività con al
centro: La Shoah. Da non dimenticare la
pagina Speciale del Giornale dell’Itis:
MERCURIUS-Il Messaggero degli Dei, ad
opera della Coordinatrice Editoriale e la
creazione di un sub-sito all’interno di
www.itismerloni.it sull’Olocausto degli
Indiani d’America e degli Ebrei. Il tutto a
cura di studenti interclasse, che già in
questi giorni di Settembre hanno richiesto
di partecipare ad un progetto similare. Un
ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, di
come gli allievi rispondano alle sollecita-
zioni didattiche, quando vengono resi
operativi e responsabilizzati verso temati-
che profonde. Il pomeriggio riminese è
continuato con Luciana Nissim e Giuliana
tedeschi, sulle prime testimonianze fem-
minili della Shoah; la relazione di
Alessandra Chiappano, responsabile
dell’Ist. Naz. Per la storia del Mov di Lib in
Italia e l’interessante presentazione di
Laura Fontana, funzionaria Educazione del
Comune di Rimini, su Sport e diritti umani.
Storie di uomini e donne alle Olimpiadi di
Berlino 1936. Shira Magen e Rita
Chiappini, hanno chiuso il Follow-Up con
rispettivamente: Ritorno alla vita e
Insegnare la Shoah attraverso i documen-
ti.
Il Direttore Responsabile
LL
a Riminia RiminiFOLLOW - UPFOLLOW - UP
15
i sente parlare del Burqa quotidianamente, per ragionii sente parlare del Burqa quotidianamente, per ragioni
culturali, religiose e ormai anche per questioni di sicurezzaculturali, religiose e ormai anche per questioni di sicurezza
nazionale; ma quanti di noi conoscono la storia e le origini delnazionale; ma quanti di noi conoscono la storia e le origini del
burqa?? burqa??
Questo capo d’abbigliamento viene indossato dalle donne diQuesto capo d’abbigliamento viene indossato dalle donne di
alcuni paesi di religione islamica e le sue origini risalgonoalcuni paesi di religione islamica e le sue origini risalgono
all’inizio del 1900. Infatti, proprio al principio del secoloall’inizio del 1900. Infatti, proprio al principio del secolo
scorso, il Burqa venne introdotto in Afghanistan durante ilscorso, il Burqa venne introdotto in Afghanistan durante il
regno di Habibullah, il quale impose questo capo alle donneregno di Habibullah, il quale impose questo capo alle donne
del suo harem, per far sì che, fuori dalla residenza reale, nondel suo harem, per far sì che, fuori dalla residenza reale, non
procurassero tentazioni agli uomini che incontravano. Quindi,procurassero tentazioni agli uomini che incontravano. Quindi,
inizialmente era riservato soltanto alle donne di ceto alto, mainizialmente era riservato soltanto alle donne di ceto alto, ma
con il passare del tempo, iniziò a diffondersi in tutto il Paese,con il passare del tempo, iniziò a diffondersi in tutto il Paese,
anche tra le più povere e fu proprio il sesso femminile dianche tra le più povere e fu proprio il sesso femminile di
estrazione più ricco a toglierselo per primo. Una legge delestrazione più ricco a toglierselo per primo. Una legge del
1961 lo vietò alle dipendenti della Pubblica Amministrazione,1961 lo vietò alle dipendenti della Pubblica Amministrazione,
ma durante la guerra civile si instaurò un regime islamicoma durante la guerra civile si instaurò un regime islamico
che riportò ad indossarlo. Il regime dei Talebani, invece,che riportò ad indossarlo. Il regime dei Talebani, invece,
impose a tutte le donne di indossarlo, a causa del severissiimpose a tutte le donne di indossarlo, a causa del severissi --
mo divieto di mostrare il volto. mo divieto di mostrare il volto.
Esistono due tipi di Burqa: il primo è quello completo (oEsistono due tipi di Burqa: il primo è quello completo (o
afghano), che copre la donna dalla testa ai piedi, con unaafghano), che copre la donna dalla testa ai piedi, con una
retina all’altezza degli occhi che le permette di vedere; ilretina all’altezza degli occhi che le permette di vedere; il
secondo è un velo che copre solamente la testa e ha una finesecondo è un velo che copre solamente la testa e ha una fine --
strella all’altezza degli occhi, i quali in questo caso, sonostrella all’altezza degli occhi, i quali in questo caso, sono
scoperti. Per quanto riguarda i precetti religiosi riguardantiscoperti. Per quanto riguarda i precetti religiosi riguardanti
il velo, il verso 33,59 del Corano dice:il velo, il verso 33,59 del Corano dice:
“…Oh Profeta, dì alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei“…Oh Profeta, dì alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei
credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciutecredenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute
e non essere molestate…”e non essere molestate…”
Analizzando queste parole, si può dedurre che il Corano nonAnalizzando queste parole, si può dedurre che il Corano non
impone alla donna islamica di indossare un velo completo,impone alla donna islamica di indossare un velo completo,
come il Burqa afghano, ma un velo parziale, con cui possacome il Burqa afghano, ma un velo parziale, con cui possa
essere riconosciuta, come può essere ad esempio il Chador.essere riconosciuta, come può essere ad esempio il Chador.
Questo copricapo non nasconde tutto il corpo, ma lascia scoQuesto copricapo non nasconde tutto il corpo, ma lascia sco--
perti volto, mani e piedi. perti volto, mani e piedi.
L'obbligo del velo, quindi, è una conseguenza delle tradizioniL'obbligo del velo, quindi, è una conseguenza delle tradizioni
locali di uno stato. Sono indipendenti dalle prescrizioni relilocali di uno stato. Sono indipendenti dalle prescrizioni reli --
giose dell'Islam.giose dell'Islam.
Detto ciò, si può concludere affermando che questo cosìDetto ciò, si può concludere affermando che questo così
discusso indumento, non è dettato dalla religione islamica,discusso indumento, non è dettato dalla religione islamica,
come molti ci vogliono far credere, ma fa parte del costumecome molti ci vogliono far credere, ma fa parte del costume
di un singolo Stato. Inoltre, è importante far notare che moltedi un singolo Stato. Inoltre, è importante far notare che molte
hanno continuato a portarlo anche quando non era più obblihanno continuato a portarlo anche quando non era più obbli --
gatorio; il fatto conferma, nero su bianco, l’aspetto culturagatorio; il fatto conferma, nero su bianco, l’aspetto cultura--
le della questione. Tutto muove dal loro pensiero e dalle lorole della questione. Tutto muove dal loro pensiero e dalle loro
tradizioni, NON SEMPRE è un’imposizione, ma una volontà. tradizioni, NON SEMPRE è un’imposizione, ma una volontà.
socialesociale
STORIA DI DONNE E DI VELI:
IL BURQA
S
LA COORDINATRICE EDITORIALE
Giulia Violini
16
narrativanarrativa
SUO “ALLUNAGGIO” IN ITALIA- di Giulia violini
Coordinatrice Editoriale
Il 10 ottobre, presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, l’autore Mihai Mircea
Butcovan ha preso parte alla Fiera del Libro, organizzata dal Comune di
Fabriano. La Presidenza della scuola ha sensibilizzato la redazione di
Mercurius a partecipare all’incontro ed il Comitato ha deciso di essere pre-
sente.
Mihai Mircea Butcovan è nato in Romania ed è arrivato in Italia nel 1991 “con
la valigia piena di parole romene”, a cui piano piano ha cominciato ad aggiun-
gere parole italiane. Attualmente vive a Sesto San Giovanni e lavora a Milano
come educatore professionale e mediatore linguistico-culturale; è impegnato
nei servizi per la prevenzione e la cura delle tossicodipendenze, in progetti
interculturali, in percorsi orientativi specialistici, sul profilo dell’operatore
dei servizi sociali. Ha pubblicato il romanzo “Allunaggio di un immigrato inna-
morato”; la raccolta di poesie “Borgo Farfalla” e collabora con importanti
giornali e riviste. Mihai è arrivato nel nostro Paese con un grave ritardo sco-
lastico e ha subito visto l’Italia come una grande opportunità per proseguire
gli studi e per ampliare i propri orizzonti. Inizialmente il suo “migliore amico”
è stato il dizionario di Italiano, il modo più semplice per imparare nuove voca-
boli. Sentendosi profondamente “segretario delle sue sensazioni”, inizia a
scrivere per affidare i propri pensieri e le proprie impressioni alla carta. Ha
la consapevolezza che scrivere qualcosa di doloroso può aiutare a liberarsi,
ad esorcizzare il male. E poi la carta non ti tradisce, non è come quegli amici
romeni che una volta hanno raccontato le sue confidenze al Regime. Scrive
per diletto, sul retro di volantini di negozi falliti senza velleità di pubblicazio-
ne; vuole solo continuare a studiare per portare le sue nuove conoscenze in
Romania. Durante il suo soggiorno “di apprendimento” in Italia, inizia a tradur-
re alcuni libri del suo Paese, per cercare di instaurare una convivenza paci-
fica, per far capire che la Romania in realtà è un paese molto vicino all’Italia.
In base alla sua esperienza, Mihai ha voluto dare un consiglio a tutti i ragazzi
presenti, cioè quello di non farsi mai semplificare le cose, di imparare, al con-
trario, ogni giorno, una cosa in più, proprio dalle difficoltà. Servirà ad inseri-
re costantemente, nuovi termini nella “valigia delle parole” e soprattutto a
tenere i confini della mente aperti. Inoltre, Mihai ha accennato ad una delle
problematiche italiane più attuali, quella dell’immigrazione e ci ha consigliato
di metterci nei panni dell’immigrato, di guardare l’altra faccia della medaglia,
per capire che in realtà, i romeni non sono tutti delinquenti, ma solo persone
che si spostano portandosi dietro i loro problemi. Detto da uno che ha vissu-
to in prima persona queste esperienze, non possiamo che rifletterci sopra,
guardando tutte e due le facce della medaglia.
MIHAI MIRCEA BUTCOVAN E IL
17
20122012
cinemacinema
cco il tanto atteso film 2012, diretto da Roland Emmerich, uscirenelle sale cinematografiche il 13 novembre 2009.La storia è inspirata alla profezia Maya, la quale afferma che il 21dicembre 2012, tutto il mondo sarà travolto da una serie di disastri,quali terremoti, eruzioni e tsunami, dovuti all'allineamento di tutti i pia-neti del Sistema Solare; si assisterà a delle potentissime eruzioni sola-ri che andranno a surriscaldare le acque del globo e in questo modo lacrosta terrestre inizierà a sfaldarsi e dislocarsi tanto da soppiantareogni continente. Si pensi che questo è lo stesso fenomeno verificatosidurante l'era dei dinosauri.La prima scena del film è ambientata in India, dove il giovane AdrianHelmsley, interpretato da Chiwetel Ejiofor, con l'aiuto di uno scienziatoindiano, viene a conoscenza della catastrofe che si sta per abbatteresull'intero pianeta. Adrian cercherà in tutti i modi di mettere in allerta lapopolazione, ma verrà ostacolato dal capo della comunità scientificaamericana.Intanto però, in Tibet, si sta organizzando un piano di evacuazione,disponibile solo per i capi di Stato e per quelle persone aventi unacospicua quantità di denaro tale da poterne beneficiare; il tutto conl'aiuto di astronavi dalle dimensioni e resistenza veramente impressio-nanti.Vengono marcate le vicende di alcuni personaggi, le cui azioni andran-no poi ad incidere sul finale della storia: lo scrittore Jackson Curtis,interpretato da John Cusack, Amanda Peet nei panni della sua ex moglie,i loro figli e un pazzo radiofonico,Charlie Frost (Woody Harrelson),sostenitore della teoria Maya.
2012 raccoglie al suo interno tre diversi generi: azione, drammatico efantascienza e viene definito dal regista stesso come il suo ultimo disa-ster-movie.La trama parecchio scontata e ricca di scene già viste, viene però com-pensata dagli incredibili effetti speciali e dalla meravigliosa fotografiacurata da Dean Semler, che regala immagini davvero spettacolari e cari-che di emozioni.E' da sottolineare in particolare una scena del film, che nella realtàavrebbe dell' assurdo: il momento cioè in cui Jackson Curtis, ad unminuto dall'impatto con il Monte Everest, trova il tempo di dimostrare ilsuo amore, ancora vivo, verso l'ex moglie. Però anche se cose di que-sto genere sono inverosimili, date le circostanze, diciamo che il roman-ticismo alla fine non guasta, anzi appassiona ancor di più lo spettatore,catturato dalla storia d'amore, quasi quanto dalla tensione provocatadal disastro imminente.Date le due ore e mezza di film, possiamo dire che nel contesto il regi-sta ha saputo tenere alta l'attenzione dello spettatore, grazie anche alfatto che negli ultimi tempi, questo tema è stato affrontato spesso.Quindi la gente ne è, sia incuriosita, sia impaurita, visto che la pellicolanon si limita solo a raccontare una di quelle scene apocalittiche inven-tate, ma mostra una previsione di quello che potrebbe accadere trapochi anni."Arrivati al 2012, non potremo negare di essere stati avvertiti": la fraseche pervade tutto il film.
- Di CECILIA ARCHETTI 5°A INF
LUANA DOLCE 5°A INF
E
18
escrivere una band in un giornale
scolastico sembra strano, ma mi preme farlo
perché sto parlando di uno dei gruppi rock
en roll più conosciuti e rinomati di tutto il
centro Italia; spero che con l'uscita naziona-
le del nuovo disco diventi famoso in tutta la
penisola. Di strada, ne ha fatta, eccome! A
suon di rock ovviamente. E' freschissimo il
nuovo disco dei The Fottutissimi, dal titolo
"Bad grass never dies". Prodotto in Italia,
con la collaborazione di alcune importanti
etichette discografiche: TERZO MILLE-
NIO/DIVINAZIONE/VALLEMANIARECOR-
DINGS e distribuito da SELF. I componenti
sono Jello PJ, voce e chitarra, Monkey, basso,
Fufi from the Stars, batteria: una miscela
esplosiva di rock'n'roll, grinta e spontaneità.
Dal primo album "One day" , sono trascorsi
tre anni circa, nel frattempo per i
Fottutissimi inizia un'intensa attività live in
giro per l'Italia. Nel 2008, arriva il successo
al Concorso Nazionale "Rock targato Italia".
Un riconoscimento molto importante, Lo
staff organizzativo fa parte di una importan-
te casa di produzione milanese che è rimasta
favorevolmente impressionata, dal loro
nuovo album dopo averlo ascoltato in fase di
pronto ascolto. Tra l'altro, l'etichetta in que-
stione vanta anche nomi piuttosto illustri.
Ad esempio i Litfiba e Elio e le storie tese
hanno iniziato la carriera con loro. " Bad
grass never dies" è stato realizzato a Genga,
in Provincia di Ancona, nello studio
"Vallemania recording" curato nei minimi
particolari. Il disco ha preso forma nei lun-
ghi tragitti che separano la sala prove dallo
studio e nelle nostre piccole città. In realtà,
ascoltando i brani, uno si potrebbe immagi-
nare una dimensione più caotica, di città, ma
in realtà è esattamente il contrario. E' stato
scelto il nome Bad grass never die,s come
titolo dell'album, prendendo spunto da uno
slogan usato spesso da un amico ed hanno
pensato che cadesse a fagiolo, sia per il con-
tenuto del nuovo lavoro, che per l'attitudine
della band in sé. L'album è del genere
Rock'n'roll-punk, che non dimentica però la
lezione del pop ed un certo gusto per i ritor-
nelli. Il suono, per quanto grintoso, è spesso
solare anche se dai testi emerge una certa
disillusione di fondo e non può che essere
così vista la situazione attuale e per l'incer-
tezza dei tempi che corrono. Il prodotto è
l'esplosivo, mix tra storiche cover e i nuovi
brani originali; racchiude tutta la carica di
questo gruppo ed è il vorticoso contenuto
delle undici tracce dell'album di debutto
"ONE DAY". Insomma, Jello, Monkey e Fufi
from the stars, tirati a lucido come non mai,
suonano tutta la loro passione dal primo
all'ultimo secondo, senza titubanze ne inibi-
zioni, rallentando il ritmo in ballate come
WIND, per poi affondare il pedale a tutto gas
in pezzi come I DON'T MIND e I'M ON FIRE..
I brani sono stati scritti in larga parte dal
cantante chitarrista jello; con la chitarra ha
costruito lo scheletro delle canzoni, per poi
svilupparle con il resto dei colleghi.
Generalmente i loro pezzi sono cantati in
inglese, ma hanno voluto anche andare
incontro alle esigenze del mercato discogra-
fico italiano, senza però cancellare una
dimensione più internazionale, attraverso
l'uso dell'inglese. Questo genere musicale,
non deve necessariamente parlare di cose
particolarmente filosofiche o introspettive
secondo il loro punto di vista, ma non cade-
re nenanche nel banale. I Fottutissimi non
vogliono certo essere etichettati nel filone
del punk demenziale che non gli appartiene.
Come da sempre, tutto il calore e il sound del
più puro rock che accompagna tutte le esibi-
zioni della band, ora più frequenti che mai, ci
danno la conferma della grande fama del
gruppo. Dal vivo come sempre, un paio
d'ore per sgranchire gli ossicini e sfogarsi al
grido di "It's only rock and roll but we like
it"… insomma, un' altra occasione da non
perdere. Let's roll baby!
MUSICAMUSICA
- Di Christian Savelli 4B Inf.
GruppiGruppi
locali MusicaliD
19
> > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > >
Elogiato, poi imitato, ora quasi dimenticato. Il "terzo tempo", quello che la Fiorentina inau-
gurò il 2 dicembre del 2007 contro l'Internazionale, sta per compiere 2 anni. Proprio nel
momento in cui ci avviciniamoal secondo compleanno, il calcio italiano sembra quasi
essersi dimenticato dei buoni propositi. Quello che doveva essere un richiamo alla spor-
tività e alla correttezza, fra giocatori e direttori di gara, è diventato solo uno stanco e fret-
toloso rito obbligato, a cui partecipa ormai (e se va bene) appena la metà dei protagoni-
sti. La maggior parte dei calciatori insomma, senza usare tante parole banali, se ne frega.
Molti di loro colgono l'occasione per avvicinarsi all'arbitro e scaricare tutta la loro rabbia
per una partita persa. Eppure quella della Fiorentina, era stata una grande idea. Quell'
evento fece molto scalpore; la lega calcio, spiazzata, ipotizzò addirittura una multa, per-
ché "non era stata avvertita". Poi, per non cadere nel ridicolo, impose il terzo tempo a
tutte le società. All'inizio tutti d'accordo, telecamere e macchine fotografiche puntate sul
cerchio di centrocampo, dirette tv ''allungate'' per riprendere il saluto tra i protagonisti,
poi più nulla. Credo che il calcio italiano dovrebbe interrogarsi, anche solo un attimo sul
da fare, e perché no, prendere spunti e nuove idee da altri sport, come per esempio dal
rugby, dove il "terzo tempo" si effettua già da diversi anni.
SPORTSPORT
IL "TERZO TEMPO"
COMPIE DUE ANNI:MA NESSUNO LO SEGUE
di Alessio Cervigni 5 A Mecc.
N. (18-1) - anno 7°
Dicembre 2009
SENSAZIONE
Di Arthur Rimbaud
Nelle azzurre sere d'estate, io andrò per i sentieri,
Punzecchiato dal grano, a pestare l'erba minuta:
Sognatore, io ne sentirò la frescura ai piedi.
Io lascerò che il vento bagni il mio capo nudo.
Io non parlerò, io non penserò a nulla:
Ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
E io andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,
Nella Natura, - felice come se fossi con una donna.
L'Angolo della Crvsca in versi
ILMESSAGGERODEGLIDEI
Promosso dall’Istituto Tecnico Industriale Statale “Sen. Aristide Merloni”
Patrocinio di:
Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili del Comune di Fabriano
Assessorato alla cultura della Comunità Montana Esino-Frasassi
www.itismerloni.it
(Marzo 1870)
bbiamo ricevuto numerose segnalazioni in ordine alla confusione che può scaturire nelle prossime settimane diorientamento per le famiglie e i giovani tra i nuovi Istituti Tecnici e il Liceo Scientifico-Tecnologico (una delle rare spe-rimentazioni che è entrata in ordinamento con il regolamento approvato in prima lettura il 28 maggio u.s. e di cui si atten-de l'approvazione in seconda lettura entro il prossimo dicembre).Desideriamo fornire alcune indicazioni e suggerimenti che ci auguriamo evitino confusioni e incomprensioni.1) Non esiste nell'ordinamento italiano il Liceo Tecnologico (previsto dalla Riforma Moratti e modificato dalla Legge 40del 2007 che ha ripristinato l'Istituto Tecnico e l'Istituto Professionale quinquennale).2) Il Liceo Scientifico-Tecnologico non è una scuola professionalizzante. E' semplicemente un Liceo Scientifico senza illatino, ottimo per preparare alla prosecuzioni degli studi. Inutile per trovare lavoro col diploma.3) L'Istituto Tecnico è l'unica scuola in Italia che consente sia il proseguimento degli studi (il 53 per cento dei diplomativanno all'Università e il 30 per cento dei laureati in ingegneria provengono da istituti tecnici) sia l'inserimento profes-sionale (il 63 per cento dei diplomati trovano lavoro, di norma a tempo indeterminato e sono molto graditi dalle impre-se). La somma non fa cento perché alcuni tra coloro che lavorano si iscrivono anche all'Università.4) L'Italia non ha bisogno di omologazione ma di differenziazione. Dunque ottimo il liceo per chi vuole andare soloall'Università. Perfetto l'Istituto tecnico per chi vuole approfondire scienza e tecnologia e avere la libertà di scegliere selavorare col diploma o iscriversi a una facoltà tecnica. Straordinario l'Istituto professionale o la formazione professionaletriennale o quadriennale di qualità (come quella che si realizza positivamente ad esempio nel Trentino e in Lombardia)per chi vuole uno sbocco lavorativo a breve.5) Merita una attenzione particolare l'orientamento "di genere". Occorre aiutare le ragazze della terza media a scoprireche l'unica legge che fa al caso loro non è il Magistrale o lo Psico-Pedagogico. E che per una ragazza un istituto tecnicoelettronico, chimico, meccanico o tessile può essere una eccellente scommessa.
IL MESSAGGERO DEGLI DEI
Speciale n°17 anno 7 Dicembre 2009
A
DaDa GRUPPO EDUCATION GRUPPO EDUCATION
Speciale
di CONFINDUSTRIAdi CONFINDUSTRIA
"La Luce e l'Ombra" è un evento formativo dedicato alla cittadinanza oltre ogni confine per offrire alla scuola, e non solo, un occasione di stu-dio e riflessione sulla propria funzione e sul modo opportuno di educare le persone a vivere insieme civilmente…….un progetto che condivido esostengo, perché penso che la Scuola non possa fare a meno di vivere insieme esperienze culturali significative che l'aiutino a svolgere il com-pito che la Costituzione le assegna, che è quello di realizzare la forma più alta della cittadinanza che è la democrazia….sono convinto che oggipiù che mai ci sia un forte bisogno di riformulare insieme domande di senso che aiutino le persone a capire il valore dell'essere cittadino epenso che soprattutto i ragazzi abbiano bisogno di credere a qualcosa per cui vale la pena vivere, a cominciare dalla dignità della personaumana come valore essenziale che porta luce alle nostre azioni, grandi o piccole che siano.Stralcio della lettera del Direttore Scolastico Regionale delle Marche Antonio Coccimiglio indirizzata a tutti gli ospiti dell'iniziativa L'evento ha coinvolto studenti, genitori, personale dirigente, docente, tecnico e amministrativo della scuola, nonché studenti degli Stati extra-europei ed extracomunitari, dell'area dei Balcani, dell'area Me.N.A (mediterraneo e Nord Africa) e comunque dell'Europa lontana. Collocatoall'interno del progetto culturale "Le Marche: una regione laboratorio", promosso nel 2003 dalla Direzione Generale e condiviso dalPresidente della Regione Marche. L'obiettivo essenziale è stato ed è dunque di riunire, in continuità con le edizioni precedenti, ragazzi didiversa provenienza, per invitarli a dialogare e a riflettere, in un luogo neutro, sul valore universale di quei principi.Intento principale è quello di recuperare e riaffermare la preziosità di una dialettica dai toni miti, necessaria a chi pone al centro dei propriinteressi, il rispetto della dignità dell'essere umano e del suo cammino quotidiano, alla ricerca della "giusta misura" tra il bene individuale ecomune.Il programma era diviso in moduli del mattino che trattavano temi legati alla cittadinanza e approfondimenti pomeridiani formati da 11 semi-nari. Gli argomenti proposti, dalla bioetica alle religioni, dalla sicurezza alle problematiche dell'amicizia, dell'affido, del racconto sino a Iside eOsiride, hanno dimostrato quanto vasto e nutrito sia stato il palinsesto delle discussioni. Ha rappresentato un tuffo in un oceano di "Luce edOmbre", pieno di argomento da dibattere in maniera condivisa. L'ITIS Merloni, che segue da tempo gli incontri, dopo le visite ai vari laboratori, ha assistito all'esposizione di Giuliano Calza, ResponsabileSviluppo Organizzativo dell'Indesit, coadiuvato dalla Prof.ssa Marcella Tinazzi: Il significato etico del lavoro nella vita di una persona. Avvincente e esposta con calore, la relazione ha sottolineato il punto fondamentale del percorso di un giovane: scelta universitaria fatta conconvinzione verso facoltà dettate dal cuore, apprendimento della lingua inglese in maniera semi-perfetta, predisposizione a viaggiare.Queste richieste, che vengono dal mondo del lavoro, sono le "Colonne d'Ercole" che quasi obbligatoriamente il giovane, al termine degli studi,si trova a dover attraversare, per navigare nel mare aperto, delle grandi opportunità professionali.
LA REDAZIONE
LA LUCE E L'OMBRAAnno europeo della creatività e dell'innovazioneSenigallia 25-30 Ottobre 2009-10-28Quarta edizione
Top Related