Download - Il Reporter Q5 - Gennaio 2015

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Gennaio2015

1865-2015, firenzetra passato e futuro

� Editoriale

la città di ieriche diventaquella di domani

Matteo Francini

In riva all’Arno sorge un nuo-vo anno. E il cambio di ca-

lendario è sempre il momento migliore per tracciare un bilan-cio e guardare prima indietro e poi avanti. Mai come stavolta. Perché passato e futuro si fon-dono come non mai nel 2015 appena iniziato, ricco di eventi in arrivo ma anche di ricorren-ze. La prima, e più importante, è quella dei centocinquant’anni dalla proclamazione di Firenze capitale.

☛ paginE 10-11

☛ SEgUE a pagina 23

Uno sguardo indietro e uno avanti. Firenze è entrata nel nuovo anno con una serie di appuntamenti già segnati in agenda:

lo sbarco in città di Papa Francesco e l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo su tutti. Ma non solo: ecco una “guida” al 2015 in città. Città che avrebbe potuto essere (molto) diversa se nel 1865 non fosse diventata capitale del Regno d’Italia, con tutte le trasformazioni connesse: oggi, centocinquanta anni dopo, si ri-corda e si celebra quel momento storico.

S. Wiedenstritt - L.V. Zarrilli

☛ paginE 8-9

☛ pagina 14

viaggio nel mondodi botteghe e artigianiIl punto sulle imprese attive in città. E c’è chi guarda avanti e si reinventa il lavoro.

cabine e mercatini,i luoghi d’altri tempi

“Le stradedi mister

M� kovitch”,su Il Reporterun racconto

a puntate☛ pagina 18 ☛ pagina 21

dodici mesi,tanti infortuniViaggio a ritroso nel 2014

viola, caratterizzato da un’infermeria aff ollata di attac-canti e da quella fi nale di Coppa Italia da cancellare. Dentro e (so-prattutto) fuori dal campo.

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Anno IX Ed. 5

NovoliRifrediBrozzi

FirenzeQuartiere 5

anno nuovo,i progettinel quartiereSono tante le novitàche attendonoi cittadini, a partiredalla sicurezza stradale

Il programma

☛ pagina 4

orticultura e stibbert?non vanno in letargoEventi e iniziative anche in in-verno: i due parchi diventano sempre più protagonisti.

☛ pagina 2

madonnina del grappa,la storia continua

☛ pagina 7

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La famiglia italiana della frutta

Stibbert e Orticultura sono due luoghi ultracentenari sempre più protagonisti nel quartiere

La richiesta

“altri interventi per villa fabbricotti”

Panchine che portano i se-gni del tempo, erba non

tagliata, insegne di pericolo il-leggibili: sono alcune delle se-gnalazioni degli “afi cionados” del parco di Villa Fabbricotti. Perché se i visitatori “occa-sionali” sono una rarità per il giardino, chi vive in questa zona del quartiere lo frequenta da sempre. E sebbene qua non ci siano i problemi segnalati in altre aree verdi di Firenze, in molti riconoscono che anche questo spazio necessiterebbe di una serie di interventi. “For-se servirebbe qualcosa di più che prolungare l’orario di aper-tura – sottolineano alcuni fru-itori dell’area – per restituire la villa e il giardino al loro antico splendore”.

D.M.

la nuova “primavera”dei parchi di stibberte orticultura(anche in inverno)

Il verde nel quartiere

Piazza della VittoriaSi è chiuso in bellezza il

2014 per due delle realtà “verdi” del quartiere 5: il giardino dell’Orticultura

e il parco del museo Stibbert. Si tratta di due luoghi ultracente-nari, spazi pubblici e istituzioni culturali che, negli ultimi anni, hanno assunto un ruolo sempre più da protagonisti nell’off erta ricreativa e culturale della città. Lo Stibbert è uno dei musei più curiosi e interessanti di Firenze, creato da un collezionista ap-passionato di arte e antiquariato, che oggi conta circa cinquanta-mila pezzi tra armeria, quadre-ria, porcellane e costumi. Ma lo Stibbert è anche un giardino, un parco romantico all’inglese rea-lizzato dall’architetto Poggi con tanto di tempietti, grotte, giochi d’acqua, limonaia e scuderia. Ol-tre alle collezioni permanenti, il museo ospita mostre ed eventi tematici: tra i più recenti, le visite guidate alla collezione indiana in occasione del Florence Indian Festival del mese scorso, una tre giorni all’insegna del vinta-ge per il ponte dell’Immacolata, le iniziative “Natale al museo” e “Un museo da favola” rivolte ai bambini e la mostra sull’Islam prorogata fi no a questo mese. Protagonista dell’estate fi orenti-na, il giardino dell’Orticultura, dal canto suo, non va in letargo nemmeno nei mesi invernali:

sede prestigiosa di numerosi eventi della Biennale Gastrono-mica che si è tenuta lo scorso novembre, il Tepidarium del Roster – maestosa serra in vetro e ghisa completamente ristruttu-rata da un paio d’anni – è stata la suggestiva cornice dell’aff olla-tissimo evento “Cucine di strada Beer&Street Food”. In attesa di “rifi orire” in primavera, questo mese il Tepidarium ospita alcuni eventi di Pitti Immagine, mentre il giardino e la biblioteca al suo interno restano aperti al pubbli-co nelle ore diurne. Ad aprile, poi, sarà la volta della storica mostra di piante e fi ori, a cura della società toscana di Orticul-tura, che organizza anche corsi e seminari di botanica e giardi-naggio, mentre da maggio fi no a settembre il parco si trasfor-merà nuovamente nel giardino dell’Artecultura, teatro di eventi e iniziative en plein air. Appun-tamenti che – si augurano i cit-tadini – potranno intensifi carsi nel tempo, all’Orticultura come allo Stibbert, luoghi verdi e spa-zi di cultura che stanno vivendo una nuova “primavera”. Anche in pieno inverno.

Fannì Beconcini

�Webmuseostibbert.itsocietatoscanaorticultura.itverdeonweb.comune.fi.it

“rischio caduta”, alberi giù

Dodici pini in piazza della Vittoria e quattro lecci in via Tavanti. Sono gli alberi abbattuti tra novembre e dicembre scorsi per-

ché considerati a rischio caduta. Si tratta di piante – hanno spiegato da Palazzo Vecchio – “contrassegnate con la lettera ‘D’ delle cosid-dette ‘classi di propensione al cedimento’”, per le quali il taglio è obbligatorio. Per due pini in piazza della Vittoria e dieci lecci in via Guasti e via dello Statuto è invece bastata una potatura per metterli in sicurezza. Nuova fi sionomia per piazza della Vittoria e zone li-mitrofe, dunque, con l’assessore Giorgetti che ha voluto rassicurare i cittadini dopo che qualcuno aveva sollevato alcuni dubbi, riba-dendo che “gli alberi sono pericolosi e per questo abbattuti, non per recuperare posti auto”. C’era poi anche chi aveva ipotizzato che questi interventi potessero essere in realtà propedeutici ai cantie-ri per la linea 3 della tramvia, ma anche in questo caso è arrivata la smentita da Palazzo Vecchio, anche in considerazione del fatto che – secondo il progetto attuale – i binari passeranno da piazza Leopoldo verso la stazione di Firenze Statuto, per proseguire poi verso la Fortezza senza nemmeno costeggiare piazza della Vitto-ria. Parallelamente all’abbattimento degli alberi ritenuti pericolo-si, ad oggi nella zona sono stati reimpiantati undici esemplari di “Pyrus calleryana Chanticleer” in viale Corsica e due esemplari di “Corylus colurna” in piazza Giorgini, in sostituzione di altrettanti alberi morti, mentre in piazza Leopoldo sono stati piantati nove nuovi alberi sul lato degli edifi ci e, a lavori della tramvia ultimati, le nuove piante saranno ventisei.

F.B.

#Primo piano

Per i due giardiniil 2014 si è chiuso in bellezza.E per il futuronon mancanoiniziativeed eventiin programma

2 | Gennaio 2015 Quartiere 5Novoli . Rifredi . Brozzi

le segnalazioniai vigili? ora si fannoper stradaL’ufficio mobiledella municipalenei borghi storici

Quaracchi & Co.

Il servizio

Mercoledì mattina, via della Saggi-na, Quaracchi, Firenze. L’ufficio

mobile della polizia municipale è a disposizione dei cittadini per raccogliere segnalazioni e recla-mi, intervenire direttamente ove possibile o riportare le istanze della cittadinanza agli enti pre-posti, Quartiere e Comune. La zona si trova tra i borghi antichi di Peretola e Brozzi, viene co-steggiata dal Fosso Macinante ed è accanto all’aeroporto. “Le problematiche relative alle ca-renze strutturali e viarie dell’area sono aggravate dai disagi dovuti al traffico aereo, con inquina-mento acustico oltre che am-bientale”, dicono alcuni abitanti. Negli anni, inoltre, la folta immi-grazione, soprattutto cinese, ha creato un “melting pot” di etnie e culture complesso da gestire: la convivenza – riconoscono i cittadini – non è sempre facile, anche se la comunità ha rispo-sto con alcune iniziative volte all’integrazione e alla valorizza-zione delle diversità. Quaracchi,

Fannì Beconcini

Il servizio della polizia municipale, attivo da alcune settimane nel quartiere, si chiama “Mercoledì nel borgo”

da brozzi a peretola, tappe ogni mercoledì

Si chiama “Mercoledì nel borgo”, ed è un servizio attivo da alcu-ne settimane nel quartiere 5. Dallo scorso novembre, ogni mer-

coledì un presidio mobile della polizia municipale fa tappa in uno dei borghi del quartiere: il primo mercoledì del mese a Quaracchi, in via della Saggina, il secondo a Brozzi, in piazza Primo Mag-gio, il terzo a Peretola, in piazza di Peretola, l’ultimo a Castello, di fronte alla chiesa di San Pio X al Sodo. Ora l’auspicio degli abitanti del quartiere è che l’iniziativa possa venire replicata anche in altre zone, così da avviare un percorso “allargato” di collaborazione tra cittadini e istituzioni. Il Quartiere 5 e il suo presidente Cristiano Balli, che hanno predisposto il servizio insieme alla polizia muni-cipale, intendono dare risposta in questo modo alle richieste delle persone, per migliorare la vivibilità del rione, supportare i processi di integrazione e promuovere il senso civico.

F.B.

insomma, è una zona con le cri-ticità tipiche di ogni periferia ur-bana: girando fra le sue strade e parlando con i residenti, emerge che le necessità di chi qua vive ri-guardano soprattutto l’efficienza delle infrastrutture e dei collega-menti viari, la tutela della salute e della sicurezza, il decoro e l’or-dine pubblico. E anche le segna-lazioni raccolte dai vigili, oltre alle richieste di manutenzione di marciapiedi, manto stradale, canali e fognature, riguardano l’inquinamento acustico e am-bientale dovuto alla vicinanza dell’aeroporto, il traffico pesante che non risparmia nemmeno le strette vie dei borghi medievali, le difficoltà di integrazione della comunità cinese e i problemi di sicurezza, soprattutto nelle ore notturne. L’iniziativa dei “Mer-coledì nel borgo”, ovvero la pre-senza dell’ufficio mobile della polizia municipale la mattina in orario 8-13, coinvolge anche Brozzi, Peretola e Castello. Ogni zona del quartiere ha le sue ca-ratteristiche e peculiarità, ma l’esigenza comune è quella dell’a-

scolto da parte delle istituzioni. Motivo per cui è nata questa ini-ziativa, che i cittadini hanno mo-strato di apprezzare fin da subito. Le richieste dei residenti che, a decine, si sono rivolti all’ufficio mobile, riguardano sia questio-ni risolvibili nel breve periodo – come buche, deterioramento del manto stradale, divieti di so-sta non rispettati, occupazione abusiva del suolo pubblico – sia altre che esulano dalla compe-tenza dei vigili ma che vengo-no segnalate agli enti preposti, come carenze infrastrutturali e viarie, gestione della sosta, ma-nutenzione di canali e fognatu-re, ordine pubblico e viabilità. L’obiettivo è quello di creare un circolo virtuoso tra istituzioni e cittadini, per venire incontro alle esigenze degli abitanti. Anche (e soprattutto) di quelli dei borghi storici.

mobilità e sicurezzatra le criticità

Le zone interessate dal nuo-vo servizio predisposto da

Quartiere e polizia municipa-le – Peretola, Quaracchi (nella foto), Brozzi e Castello – sono borghi antichi che, dopo la ri-organizzazione delle periferie, si sono trovati a dover fare i conti con le conseguenze del-la pianificazione urbanistica e viaria: le criticità – spiegano i cittadini – riguardano soprat-tutto infrastrutture, mobilità, volumi urbani, processi di in-tegrazione, sicurezza e tutela della salute pubblica. “Questa iniziativa non sarà risolutoria, ma almeno rappresenta un se-gnale delle istituzioni di met-tersi al servizio dei cittadini”, commenta una residente.

F.B.

Focus

#Primo piano

L’ufficio mobile della polizia municipalefa tappa ogni mercoledì nei borghi storici di Peretola, Quaracchi, Brozzi e Castello

ORARI:Lun - Sab 9.30-12.30 15.00-19.00Lunedì mattina chiuso

OLu Lu

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Gennaio 2015 | 3 Quartiere 5Novoli . Rifredi . Brozzi

#Zoom

cosa aspetta il quartiere:il 2015 in cinque progettiDalla sicurezza stradale al verde,tante novità in arrivo quest’anno

“volpi rosse”, piùche una squadra

Un 2015 pieno di novità per il quartiere 5. Il nuovo anno è appena iniziato, ma sono tanti i progetti in arrivo. A

fare il punto è il presidente del Q5 Cri-stiano Balli, che illustra cinque progetti (piccoli e grandi) che interesseranno il rione. Il primo investimento sarà quello sulla sicurezza stradale: “È previsto un piano organico di messa in sicurezza di via Pistoiese – spiega Balli – nel tratto che va dai confini del comune di Cam-pi Bisenzio fino all’incrocio con via del

Pesciolino. Sappiamo quanto sia impor-tante il tema della sicurezza stradale, specialmente in zone come via Pistoiese, teatro di troppi, gravi incidenti negli ul-timi anni”. In questo nuovo anno partirà anche un piano di interventi su marcia-piedi e caditoie in tutto il territorio del quartiere, per risolvere piccoli e grandi disagi per i pedoni. Il 2015 vedrà poi la realizzazione di un’altra infrastruttura attesa da tempo: il sottopasso pedona-le tra via Vittorio Emanuele e via del Romitino, opera che i residenti aspet-

tavano da anni e che era rimasta bloc-cata per alcune problematiche tecnico-burocratiche. “Adesso ci siamo davvero – conferma Balli – il progetto c’è già, e nell’arco di poche settimane daremo il via libera”. Non solo interventi materiali, però: nel nuovo anno partiranno anche investimenti sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione. E allora ecco la trasformazione del Quartiere in un vero e proprio “sportello del cittadino”, non solo fisico ma anche, e soprattutto, virtuale: “Abbiamo allo studio l’utilizzo di una piattaforma software con cui il Quartiere riuscirà a gestire le richieste, le segnalazioni e i suggerimenti prove-nienti dai residenti, e a indirizzarli alle autorità tecnico-amministrative com-petenti”. Un modo per razionalizzare e coordinare tanti piccoli interventi, come la riparazione di una buca o una situazione di degrado di un’area verde, grazie alle potenzialità del web. Tra le priorità del Quartiere c’è anche il verde pubblico: nel 2015 è previsto il comple-tamento dell’area di via Dazzi, in zona Careggi. Il progetto parte dalla realiz-zazione di un giardino in “stile agreste”, mantenendo cioè la configurazione di “verde naturale”, ma allo studio c’è an-che l’ipotesi di un uliveto sociale, in linea con le tendenze moderne di “gre-en sharing”. Continuano infine i lavori per la realizzazione del giardino nell’ex Meccanotessile: “Al momento – precisa Balli – i lavori sono fermi, perché dalle analisi delle terre di scavo era emersa la presenza di metalli pesanti che possono essere pericolosi per la salute. Dopo il lavoro dell’Arpat partiremo con le op-portune bonifiche”.

Un giovane giocatore di basket. Un grave incidente. Una passione stroncata dalla disabilità motoria. O forse no. Magari potrebbe essere l’inizio di un

percorso diverso, anche sportivo. Da questo pensiero venne colto Ivano Nuti, pre-sidente delle Volpi Rosse Menarini, quando decise di fondare la prima società di basket in sedia a rotelle presente sul territorio toscano. “La società nasce per vo-lontà di un gruppo di amici – racconta – che a seguito dell’incidente di un gioca-tore di basket decisero di mettere su questa attività sportiva che in Toscana era del tutto assente”. Nata nel 2005 per volontà dell’associazione Wheelchair Sport, che ha come obiettivo l’inserimento sportivo e sociale dei ragazzi diversamente abili, Volpi Rosse è qualcosa di più di una squadra di pallacanestro, giunta al suo secon-do anno in serie B. “È un bilancio assolutamente positivo – continua il presidente – che ci ha portato già due vittorie. Abbiamo visto aumentare il numero degli iscritti, che quest’anno conta 26 atleti, mentre in serie B ne abbiamo già 14. Abbia-mo un grande sostegno dalla Menarini, che ci ha permesso di approdare a questo campionato, anche con lo scopo di dare un seguito ai ragazzi che avevano iniziato molto tempo fa con noi e che crescendo non potevano più giocare nelle giovanili”. E se lo spirito di gruppo è importante in ogni sport, la squadra che gioca in via Taddeo Alderotti va ben oltre: “I ragazzi si danno una mano anche al di fuori del campo – spiega l’allenatore Antonio Calamai – negli spogliatoi, dove cerchiamo di evitare di portare i genitori per dare maggiore indipendenza ai ragazzi, chi non riesce a vestirsi riceve sempre un aiuto dagli altri. Sono ragazzi, anzitutto, e il fatto che siano disabili non lo tengo mai di conto, tranne nella fase tecnico-strumentale. Anzi, a volte sono persino più duro del solito. E ricevo soddisfazioni immense”. Soddisfazioni che partono dagli atleti fino ai dirigenti: “Oggi siamo forti, ma ab-biamo bisogno di economie – conclude il presidente – perché è uno sport serio e a livello nazionale, quindi ci auguriamo un incremento delle finanze per crescere ancora. Siamo vivi, giochiamo contenti, il gruppo si diverte, cerca di crescere, è sempre presente agli allenamenti: questo è ciò che conta”.

Maurizio Belli

Deborah Macchiavelli

Il punto Basket in carrozzina

Tra i progetti previsti per il nuovo anno nel quartiere c’è anche un piano di messa in sicurezza di via Pistoiese

Le Volpi Rosse Menarini hanno il loro “quartier generale” in via Taddeo Alderotti

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4 | Gennaio 2015 Quartiere 5Novoli . Rifredi . Brozzi

Vicenda Esaote

Ri� uti

È iniziata, grazie alla collaborazione tra Quartiere 5 e Quadrifoglio, una campagna informativa sulla raccolta di� erenziata con la modalità ‘porta a porta’, con riferimento particolare al borgo di Peretola dove, an-che per scarsa informazione, la qualità del servizio sta considerevolmente peggio-rando. Nelle prossime settimane, su indi-cazione del Quartiere, Quadrifoglio invierà una comunicazione a tutte le famiglie

residenti tenendo anche conto delle va-rie provenienze linguistiche. Nello stesso tempo, in collaborazione con l’U� cio Im-migrazione del Comune (l’u� cio ha sede, come il Quartiere 5, a Villa Pallini e conta 40.000 contatti l’anno ndr), si procederà alla distribuzione di una brochure sulla raccolta di� erenziata, scritta in 9 lingue diverse.

A PERETOLA CAMPAGNA INFORMATIVA SUL “PORTA A PORTA”

[email protected] .it

L’alba di una nuova istituzioneI QUARTIERI PROTAGONISTI DELLA CITTÁ METROPOLITANACon l’approvazione di un apposito emendamento allo Statuto della neona-ta ‘Città Metropolitana’ i cinque quartieri � orentini sono diventati attori di primo piano di questa importante istituzione destinata a giuocare un ruolo fonda-mentale in settori chiavi della vita pub-blica del territorio, quali l’urbanistica, i trasporti, le infrastrutture, la gestione dei servizi, la valorizzazione dei beni comuni.È un risultato che premia e consolida il ruolo fondamentale svolto dai quar-tieri in questi ultimi decenni, quando si è dimostrato praticamente come la responsabilizzazione e il coinvol-gimento delle circoscrizioni poteva andare ben al di là di un semplice de-centramento amministrativo, ponendo in una nuova prospettiva e, in un certo

qual modo, capovolgendo il classico scenario della tensione dialettica tra centro e periferia. Un passaggio che i 5 presidenti di quartiere hanno giu-stamente sottolineato, commentan-do l’approvazione dell’emendamento.“I Quartieri entrano giustamente a far parte del funzionamento della Città Me-tropolitana, confermandosi come uno snodo nevralgico tra l’amministrazione comunale di Firenze, i cittadini e i ter-ritori. Ci mettiamo da subito al servizio dell’e� cacia di questo ente, per superare i limiti dei con� ni comunali, a partire dal rapporto con i comuni contermini” han-no dichiarato congiuntamente Maurizio Sguanci (Q.1), Michele Pierguidi (Q.2), Al-fredo Esposito (Q.3), Mirko Dormentoni (Q.4) e Cristiano Balli (Q.5).

In che cosa consisterà concretamente il ruolo dei quartieri? Grazie alla modi� ca apportata all’articolo 17 dello Statuto i Presidenti di Quartiere interverranno alle sedute della Conferenza metropolitana dei Sindaci. Inoltre l’articolo 22 prevede che i Quartieri partecipino a pieno titolo alla formazione di accordi, convenzioni e altre forme di collaborazione tra Città metropolitana e Comuni del territorio sulla riorganizzazione e gestione comu-nale di servizi e funzioni. In� ne l’articolo 7 sancisce il ruolo dei Quartieri nella pro-mozione e delineazione delle ‘procedure partecipative’.

250 posti, destinati a chi abita vicino ai cantieri della linea 3, sono già di-sponibili nel parcheggio dell’Universi-tà di Firenze con ingresso/uscita sia da viale Morgagni 42 che da via Alderotti 93A. Vi si può accedere 24 ore su 24, gratuitamente, tutti i giorni � no al termi-ne dei lavori. Il relativo avviso è disponi-bile sulla rete civica (www.comune.� .it). Possono fare domanda le persone � -siche (una solo per nucleo familiare) residenti nell’area limitrofa al cantie-

re (nel bando sono indicate le stra-de interessate) che non dispongano di autorimessa o posto auto privati. Le autovetture devono essere di pro-prietà dei residenti e non più alte di 2 metri, non devono essere alimentate a Gpl e devono disporre di assicurazione RCA. L’avviso resta aperto � no al rag-giungimento di 400 richieste; i primi 250 residenti saranno abilitati all’ingresso da subito, gli altri 150 resteranno in gradua-toria.

La richiesta va consegnata a mano alla SAS, cubo 8 del Parterre, piazza della Libertà, corredata di copia di documen-to di identità. Lo sportello è aperto dal lunedì al venerdì in orario 8.30-13 e 14-16.30. Agli interessati è consegnato un dispositivo per l’accesso al secondo piano interrato (costo 7 euro più IVA) e un contrassegno (� no a tre auto per fa-miglia) da tenere in vista.

Tramvia / Dove sostare nelle zone dei cantieriBANDO PER 250 POSTI GRATUITI IN VIALE MORGAGNI

400 POSTI NEL PARCHEGGIO DI VIALE CORSICAIn arrivo nuovi posti auto a servizio so-prattutto delle attività economiche della zona di piazza Dalmazia. Si tratta del par-cheggio a � anco dell’Oviesse, disponibi-le nella fascia serale, e di quello di viale Corsica, aperto invece h24. Grazie ad un accordo con i gestori del parcheggio a � anco dell’Oviesse, i posti a disposizione del punto vendita sono

ora utilizzabili dalle 20 a mezzanotte. Per la sosta si pagherà un forfait di 3 euro. Gratuita invece la sosta nel parcheggio di viale Corsica. Il posteggio, di proprietà comunale, consta di circa 400 posti che sono a disposizione soprattutto delle attività del centro commerciale naturale di piazza Dalmazia. Per un migliore uti-lizzo del parcheggio è stato riquali� cato

il sottopassaggio pedonale che collega viale Corsica a via di Rifredi e via Bini con un nuovo impianto di illuminazione, un sistema di videosorveglianza e la tinteg-giatura delle pareti. È stata inoltre inse-rita, lato parcheggio, una cartellonistica per valorizzare le attività commerciali presenti in piazza Dalmazia.

A NOVOLI POSSIBILITÀ DI SOSTA NEL PARCHEGGIO SAN DONATO Per i residenti di Novoli a ridosso dei cantieri della linea 2 si ricorda la possibilità di utilizzo del parcheggio San Donato. Occorre telefonare a 055.410990 (dal lunedì al venerdì in orario 8-18) oppure recarsi presso l’u� cio Park.it che si trova all’entrata del parcheggio di viale Guidoni portando un documento (carta di identità o certi� cato di residenza) che attesti la residenza nella zona interessata.

Mozione approvata dal Consiglio di Quartiere

Il Consiglio di Quartiere 5 nella seduta del 3 dicembre ha approvato una mo-zione per contrastare l’apertura di nuove sale gioco.“E’ un problema molto grave -sottoli-nea il Presidente Q.5 Cristiano Balli - che vede, purtroppo, una larga parte del no-

stro territorio riempirsi di sale gioco e di altri esercizi dove sono in funzione appa-recchi per il gioco d’azzardo”.Il Presidente esprime una forte preoccu-pazione per il di� ondersi di queste situa-zioni e si impegna a mettere in campo tutte le possibili strategie per a� rontare

il problema e attenuarne l’alto costo so-ciale. In questa prospettiva il Quartiere intende organizzare nel corso del 2015 una serie di iniziative di sensibilizzazione continuando a monitorare attentamen-te l’impatto di questa autentica piaga sociale sul territorio locale.

CONTINUA L’IMPEGNO CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO

Il Quartiere 5 è vicino da sempre ai lavora-tori della Esaote, a tal punto da condivi-dere con loro la festa a Villa Pallini per gli auguri di Buone Feste. Cerchiamo di fare il punto sulla situazione della vertenza aziendale e su come il Comune vi sta in-tervenendo attivamente con proposte e scelte di campo ben precise.“Chiediamo al Ministero dello Sviluppo economico che si faccia portatore delle posizioni di Firenze che pone solo un pun-to: ovvero che il Centro di ricerca e svilup-po dove si progettano e si realizzano i soft-ware per gli ecogra� rimanga in città”, così si è espresso il sindaco Dario Nardella in-tervenendo all’assemblea dei lavoratori di Esaote. “Qualunque altra misura, anche lo spostamento di altre attività da Maastricht

o da altre località a Firenze, non compensa la cancellazione del Centro di ricerca e sviluppo - ha spiegato il sindaco - perché togliere da Firenze i nostri tecnici del soft-ware sarebbe come fare una fabbrica di automobili dove non si fabbricano più i motori ma solo la carrozzeria”. “Siamo a un passo da quello che potrebbe essere un accordo importante per Firenze e Genova e c’è un’intesa le due città e i due sindaci - ha continuato Nardella -. Se il Ministero prende atto di questa posizione forte e unisce alle varie richieste di Genova anche quella di Firenze farà un servizio all’Italia e al Paese perché Esaote è una ricchezza alla quale non possiamo rinunciare”.

LA POSIZIONE DEL COMUNE: “UN’UNICA SOLUZIONE PER FIRENZE E GENOVA”

Grazie all’impegno del Quartiere 5, della Direzione Mobilità e della Direzione Am-biente è stata recuperata una vasta area intorno al Centro Socio-sanitario delle Piagge in via dell’Osteria riportando tutta la zona, che versava in stato di abban-dono, ad un livello dignitoso di vivibilità.È stata inoltre illuminata con tecnologia a Led la pista ciclabile tra via Piemonte e via Lombardia lungo il canale Goricina, rendendola così � nalmente fruibile per

ciclisti e pedoni come alternativa agli altri percorsi veicolari. Pertanto si presenta ora disponibile un percorso ciclabile sicuro che collega la stazione FS delle Piagge all’area di via Piemonte e del cimitero di Peretola.A breve, in occasione dell’auspicata � ne dei lavori per la realizzazione del giardi-no compreso tra l’area ferroviaria e via Piemonte, il Consiglio di Quartiere si im-pegna a perfezionare l’ultimo tratto della pista ciclabile parallela a via Piemonte.

LUCI IN PERIFERIA

Cultura e società � orentina negli anni del primo con� itto mondiale, a cura del Co-mitato Fiorentino per il Risorgimento. Sala Archi Villa Pozzolini, viale Guidoni 188, ore 17, ingresso gratuito 23 gennaio, Firenze e gli anni della Grande

Guerra, di Adalberto Scarlino30 gennaio, Gli artisti toscani tra manifesta-zioni interventiste e la guerra in trincea di Sergio CaspriniInfo: U� cio Cultura Q.5 tel. 055.2767046

Ciclo di incontri a Villa Pozzolini

FIRENZE E LA GRANDE GUERRA

Lungo la Goricina

#Il rione in pillole

Un momento della cerimonia commemorativa che si è tenuta lo scorso 13 dicembre in piazza Dalmazia, in ricordo di Samb Modou e Diop Mor

piazza dalmazia,ricordata la strageNardella: “Firenze continuerà a essere città dell’accoglienza”

Tre anni dopo Interventi/1

strade e marciapiedisi rifanno il lookRifacimento di strade e marciapiedi per un milione e 750mila euro e manutenzione degli im-

pianti semaforici, con installazione di nuove lampade a led, per altri 300mila euro. È quanto prevede il pacchetto di interventi dedicato alla viabilità cittadina approvato a dicembre dalla giunta comunale, su proposta dell’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti. Nel quartiere la manutenzione straordinaria interesserà l’intera via Montegrappa e tratti di via delle Serre, via delle Gore, chiuso de’ Pazzi e via della Pietra. “Con questi progetti esecutivi, e per i quali quindi saranno subito bandite le gare di appalto per individuare le ditte esecutrici, si interviene sulla viabilità cittadina con opere di manutenzione straordinaria e ripristini di strade e marciapiedi con un’attenzione particolare alle zone meno centrali della città”, ha spiegato Giorgetti. In programma anche interventi per aumentare il livello di sicurezza delle strade: si va da consolidamento, demolizione o ricostruzione dei muri a retta in varie strade (tratti di via dell’Olmeto, via della Covacchia, via di Rusciano, via Ponte a Men-sola, via di Ruffignano, via Suor Maria Celeste) al consolidamento delle strutture portanti di ponti e passerelle (nello specifico del ponte di via San Martino a Mensola, via di Careggi e via delle Oblate) fino alla sostituzione di tratti di guard-rail (su segnalazione della polizia municipale) e al risana-mento delle carreggiate stradali di ponti e passerelle pedonali. Per quanto riguarda i semafori, infi-ne, è prevista la collocazione di nuovi impianti, la manutenzione di quelli esistenti, la sostituzione di alcune vecchie centraline e l’adeguamento di una serie di semafori alle esigenze dei non vedenti, oltre alla sostituzione delle vecchie lampade a incandescenza con nuove a led in dieci impianti.

Interventi/2

più spazi per chisi sposta in biciclettaIntegrazione della rete ciclabile di Novoli, manutenzione straordinaria di quasi 3,5 chilometri di

itinerari per le due ruote in viale Guidoni e in altre zone cittadine e installazione di nuove rastrel-liere. Sono questi alcuni degli interventi che, lo scorso mese, hanno ricevuto il via libera dalla giunta comunale in materia di mobilità ciclabile. Nel quartiere è prevista la realizzazione di nuovi tratti, a integrazione della rete esistente, per la pista di via Magellano (a collegamento tra l’area di Novoli e Firenze Nova), dove saranno collocate anche nuove rastrelliere. “Continua l’impegno dell’ammini-strazione comunale per rendere la rete ciclabile cittadina più estesa e funzionale anche in ottica me-tropolitana – ha commentato l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – anche in questo pacchetto di interventi abbiamo privilegiato la ricucitura dei percorsi. Non abbiamo però dimenticato la ma-nutenzione delle piste esistenti e l’installazione di nuove rastrelliere”. Interventi di manutenzione sono previsti per le piste ciclabili di viale Guidoni, via Maddalena e via dei Vespucci: sarà utilizzato il conglomerato rosso ed è previsto il ripristino della segnaletica orizzontale e verticale.

La raccolta straordinaria

centodieci quintalidi generositàUn sabato all’insegna della solidarietà. Lo scorso 13 dicembre nel quartiere, nell’orario di apertu-

ra dei supermercati Coop di piazza Leopoldo, via Carlo del Prete, Le Piagge e via Forlanini, si è tenuta una raccolta straordinaria di generi alimentari e prodotti per l’infanzia promossa da Uni-coop Firenze con il coinvolgimento delle associazioni della Rete di solidarietà del Q5. “Nonostante la crisi – ha sottolineato il presidente della Commissione welfare del Q5 Fabrizio Tucci – grande è stata la risposta dei residenti del quartiere che, grazie alla loro generosità, hanno contribuito alla raccolta di circa centodieci quintali di generi alimentari e prodotti per l’infanzia”, che sono poi stati distribuiti alle famiglie bisognose della zona attraverso la Rete di solidarietà. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di oltre 350 volontari. “In un momento particolarmente difficile per le famiglie bisognose, il nostro quartiere si dimostra sempre attento e generoso in tutte le sue componenti, i cittadini, i volontari, le associazioni della Rete di solidarietà e le imprese, in questo caso Unicoop Firenze, che hanno fatto davvero rete per cercare di dare una risposta ai bisogni di tutti”, ha com-mentato il presidente del Q5 Cristiano Balli.

La ristrutturazione

dieci alloggi erp per le famiglieAltri dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica saranno completamente recuperati per essere

poi assegnati, già in primavera, alle famiglie che hanno perduto la propria abitazione non essendo più in grado di pagare l’affitto a causa delle difficoltà economiche dovute alla crisi. A occu-parsi della ristrutturazione dei dieci alloggi Erp è l’azienda farmaceutica Menarini: gli appartamenti (che si trovano sul territorio del Q5, ma anche nei quartieri 2 e 3) vanno ad aggiungersi ai dieci ristrutturati lo scorso anno in via Rocca Tedalda dal gruppo farmaceutico e già assegnati ad altret-tante famiglie. Si tratta, tranne che in un caso, di alloggi di circa trenta e quaranta metri quadrati. Il progetto, in collaborazione con Casa s.p.a. (che gestisce il patrimonio di edilizia residenziale pub-blica nell’area fiorentina) consentirà il ripristino di impianti elettrici, meccanici e termo-sanitari, la sostituzione dei rivestimenti nelle cucine e nei bagni e la revisione e sostituzione degli infissi degli appartamenti. “Vorrei ringraziare la famiglia Aleotti e l’azienda Menarini perché questa non è un’operazione di marketing – ha detto il sindaco Dario Nardella – ma un’operazione per Firenze che ha un fine sociale e che serve alla città perché consente di dimostrare come la collaborazione tra pubblico e privato possa andare oltre i semplici interessi specifici dell’uno o dell’altro, puntando all’interesse collettivo della nostra città”.

Lo scorso 13 dicembre Firenze ha ricordato la strage piazza Dalma-zia con una cerimonia

per Samb Modou e Diop Mor, a tre anni dal tragico 13 dicem-bre 2011. “Oggi Firenze rivive il lutto del 13 dicembre 2011, quando Samb Modou e Diop Mor hanno pagato con la loro vita la follia della mano uma-na mossa da ideali di razzismo, odio ideologico e umano. L’odio e il razzismo producono violen-za e la violenza non distingue il valore della vita umana. La vio-lenza produce morte”, ha detto il sindaco Dario Nardella nel corso della cerimonia commemorativa che si è tenuta in piazza Dalma-zia a tre anni esatti dalla strage. “Ai familiari e agli amici delle persone che hanno perso la vita e che sono rimaste ferite rivolgo, oltre al nostro cordoglio e alla

nostra vicinanza, parole di im-pegno – ha aggiunto Nardella – perché a Firenze azioni di questa violenza efferata non si ripetano. Firenze è stata, è e continuerà a essere una città dell’accoglienza, del pluralismo culturale, dell’a-pertura, della socialità e della so-lidarietà”. La commemorazione si è poi conclusa con un minuto di silenzio in ricordo delle due vittime.

Ivo Gagliardi

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6 | Gennaio 2015 Quartiere 5Novoli . Rifredi . Brozzi

#Luoghi & persone

quell’oasi di solidarietà nel quartiereÈ antica la storia della Madonnina del Grappa,che ancora oggi porta avanti moltissime attività

Un’oasi di solidarietà all’interno del quar-tiere. È antica e af-fascinante la storia

della Madonnina del Grappa, l’as-sociazione caritatevole nata nel cuore di Rifredi più di novant’an-ni fa, quando il rione era solo un gruppetto di case attorniato dalla campagna. Tutto nacque dall’in-tuizione e dal lavoro di don Giu-lio Facibeni, sacerdote originario di Forlì ma “adottato”, e la parola è la più appropriata, dalla no-stra città. Per risalire alle origini della Madonnina del Grappa si deve tornare indietro nel tempo fino alla prima guerra mondiale, quando don Giulio, già pievano di Rifredi, viene inviato sul fronte bellico, sul monte Grappa, come cappellano militare. Don Facibe-ni torna dal fronte con un’idea precisa, quella di dar vita a un’o-pera assistenziale per gli orfani, di cui anche la sua Rifredi è piena: è il 21 ottobre 1923 quando viene posta la prima pietra dell’Opera della Divina Provvidenza Ma-

donnina del Grappa, un orfano-trofio chiamato così proprio in onore della statua della Madon-na presente sul monte Grappa. All’epoca dell’apertura i bambini ospitati dall’Opera sono appena dodici, ma dopo soli quattro anni saranno già saliti a cento, fino alla cifra record di 1.200 all’indoma-ni della tragedia della seconda guerra mondiale. Da lì in poi è storia nota, con un’associazione la cui storia si è legata indissolu-bilmente a quella della città che la ospita, ma soprattutto al quar-tiere: “Sentiamo l’Opera come parte integrante del nostro terri-torio – spiega la signora Giuditta, un’anziana residente – è davvero bello che una realtà così impor-tante sia proprio basata in questa zona”. “Abbiamo creduto all’amo-re”, recita l’antico motto della Ma-donnina del Grappa. Un amore che va avanti ancora oggi, e che continua a dare i suoi frutti: sono tantissime le attività portate avan-ti dall’associazione. Si va dalle quattro case famiglia che ospita-

Maurizio Belli

Rifredicosì don facibenisalvò tanti ebreidalla persecuzionenazi-fascista

Don Giulio (nella foto) amico degli ebrei durante

le persecuzioni nazi-fasciste. Uno dei lati meno conosciuti della Madonnina del Grappa è proprio quello, forse, più bello. Sono almeno diciotto i cittadi-ni italiani di religione ebraica (di cui ben dieci bambini) na-scosti e aiutati da don Facibeni e dai suoi collaboratori dalla fine del 1943 al termine dell’oc-cupazione, che devono la vita proprio a quell’atto di carità, disinteressato e rischioso, del sacerdote.

Focus

no bambini e ragazzi abbandona-ti o con problemi familiari, divise per fasce d’età, alle mense per i poveri (la più importante in piaz-za Santissima Annunziata), fino alle missioni nel terzo mondo, in Brasile e Albania. Tante anche le attività educative e ricreative per i detenuti, dentro al carcere, e per

gli ex detenuti, assistiti nel loro ritorno in società. La Madonni-na del Grappa rappresenta una realtà apprezzata nell’intera città: il suggello del profondo rapporto tra Firenze e l’Opera è arrivato nel giugno 2013, quando l’allora sindaco Matteo Renzi consegnò il Fiorino d’Oro (il più prestigioso

riconoscimento fiorentino) a don Corso Guicciardini, successore di don Facibeni dalla morte del fondatore, nel 1958, e figura sim-bolo dell’Opera, di cui dal 2006 è anche presidente. E oggi per don Giulio, “l’angelo dei bambini” di Rifredi, sono state avviate le pra-tiche di beatificazione.

Gennaio 2015 | 7 Quartiere 5Novoli . Rifredi . Brozzi

Quasi trentamila, 29.906 per la precisione. Sono le impre-se artigiane attive a Firenze, stando agli ultimi dati della

Camera di Commercio relativi al terzo trimestre dell’anno passato, con un saldo positivo, seppur di poco, tra iscrizioni e cessazioni. Ma la crisi si è fatta sentire: gli ultimi dati sull’artigianato manifatturiero toscano, secondo l’indagine di Unionca-mere Toscana “La congiuntura dell’ar-tigianato manifatturiero in Toscana”, parlano di una fl essione di fatturato del 5,8 per cento e di un saldo negativo con oltre 1.300 imprese artigiane in meno nei registri camerali toscani tra luglio 2013 e giugno 2014, ovvero 8.506 iscritte contro 9.901 cessate. Per quanto riguarda l’arti-gianato artistico e tradizionale, a Firenze, secondo le stime di Confartigianato, si trovano 699 imprese, 24 nella ceramica, 377 nell’orefi ceria, 260 nel restauro, 38 per vetro, musica e arti varie, cui vanno aggiunte però quelle dei settori legno, moda e pelletteria che negli elenchi sono classifi cate insieme alle imprese “non artistiche”: oltre la metà sono a Firenze città, over 50 il 49% degli occupati. E se le diffi coltà non mancano, diverse sono anche le realtà che si occupano di salva-guardare e valorizzare l’artigianato tradi-zionale. Nasce a Firenze ma opera ormai a livello nazionale, con sedici fondazioni bancarie associate, l’Osservatorio dei Me-stieri d’Arte, progetto sviluppato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che punta a una promozione mirata e concreta del settore, con iniziative, progetti di forma-zione, percorsi turistici con guide specia-lizzate e mostre: in ponte per il 2015 ce n’è una sulle ceramiche delle tre manifat-ture fi orentine. Di promozione e tutela dell’artigianato artistico si occupa anche il Pio Istituto dei Bardi, in Oltrarno, che organizza mostre ed eventi. L’associa-zione Atelier degli Artigianelli, con sede sempre in Oltrarno, nata in collaborazio-ne con Oma ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è un centro didattico specia-lizzato nel settore del restauro di opere su carta, libri d’arte e legatoria. Novità in vista per lo spazio Sam al “conventino” di via Giano della Bella, già sede di botteghe artigiane e in futuro oggetto di un bando per giovani artisti, secondo quanto an-nunciato dall’amministrazione. Un’espo-sizione online e itinerante in vari eventi nazionali è la Galleria dell’Artigianato Ar-tistico della Toscana, che raccoglie quasi duecento pezzi unici realizzati da più di cinquanta artigiani toscani doc. Artour è invece un’originale guida online agli iti-nerari dell’artigianato toscano alternativi ai circuiti di massa, un progetto di Artex, Cna e Confartigianato: tra le proposte si trovano, ad esempio, un “viaggio” tra Sof-fi ano e l’Isolotto e un altro a Peretola, per riscoprire le botteghe di periferia.

#L’inchiesta

viaggio nel mondo dell’artigianato fiorentinoQuasi trentamila imprese attive in città: la crisi si fa sentire,

ma non mancano le iniziative per aiutarle

Le botteghe ieri e oggi/1

Il “civaiolo” di via Taddea: in città si possono ancora

trovare questi “antenati” dei supermercati

I civaioli

gli antenati dei supermercati

Al loro interno si può trovare di tut-to, dai ceci neri fi no al dentifricio

made in Florence, dalle spezie orienta-li all’ultima diavoleria moderna per la cucina. Sono i “civaioli”, mestiere nato secoli fa. In pratica, si tratta dell’antena-to fi orentino dei moderni supermarket: piccole botteghe a conduzione familia-re riempite all’inverosimile di merce di ogni tipo. In pochi metri quadrati ogni emporio conserva tutto ciò che può servire alla massaia di oggi. Accanto ai colorati sacchi che custodiscono le “ci-vaie” sfuse (legumi, ma anche risi, semi, farine e spezie), ci sono cibi in scatola, articoli per la casa, pentole e gadget. In via della Spada, a due passi dal triango-lo della moda, esiste quello più antico, “Civaie Mechini”. In via Taddea, sempre in centro, quello più “tecnologico”: ha stampato magliette personalizzate con tanto di anno di fondazione (1948) e ha una pagina Facebook aggiornata con le ultime novità (facebook.com/IlCivaio-lo).

I maghi del fatto a mano

chiamateli pure “arti-star”

Calzolai osannati dai vip, liutai che hanno forgiano violini per gli uomini più potenti al mondo, truccatori da red carpet, maghi del fatto a mano. Sono gli

“arti-star” fi orentini, gli artigiani nostrani che mezzo mondo ci invidia. Come Gabriele e Gherardo Filistrucchi, un cognome che è tutto un programma: sono gli ultimi eredi di una dinastia che, dal 1720, si è sempre occupata di trucchi di scena nella bottega di via Verdi. Creano maschere, parrucche in capelli naturali, barbe e baffi per cinema, tv e teatro. Tra i clienti vip, pezzi da novanta come Maria Callas e Luciano Pavarotti. È storia più recente, invece, quella dell’eccentrico Mondo Al-bion, che con il suo atelier di via Nazionale, una stanzina stretta stipata di scarpe colorate, ha fatto fortuna a partire dagli anni Settanta. Marchio di fabbrica: le zeppe altissime, da far invidia a Lady Gaga. Modelli di tutt’altro genere quelli, sobri e signorili, marchiati Mannina. Il capostipite, Calogero, una vera e propria star in Giappone, è scomparso qualche mese fa all’età di 78 anni. La sua passione per le scarpe fatte a mano è ora affi data al fi glio: a lui è andata anche la collezione di calchi in legno custodita nel laboratorio vicino piazza Pitti, che riproducono i piedi degli acquirenti di tutto il mondo, tra cui molte celebrity. Arrivano da ogni parte del globo anche i clienti della moleria Locchi, popolare per i suoi restauri di oggetti in cristallo e vetro secondo antiche tecniche: nel corso della sua “carriera”, questa bottega di San Frediano, attiva da duecento anni sotto la stessa famiglia, ha salvato preziosi calici e candelieri in vetro di Murano. Non è una fi orentina doc, ma Jamie Marie Lazzara ormai si può considerare di casa. In città è arrivata nel 1979, e la sua rassegna stampa fa invidia a quella di una popstar: dalle riviste spe-cializzate ai rotocalchi internazionali, in tanti hanno raccontato la storia di questa californiana che, da quando era quindicenne, desiderava diventare una liutaia. Il suo piccolo laboratorio dietro Palazzo Vecchio ha quasi tre decenni di vita: qua vengono creati violini per musicisti professionisti, appassionati e personaggi fa-mosi. Tra loro anche mister president, Barack Obama.

G.C.

Elisabetta Pini

8 | Gennaio 2015

#L’inchiesta

come ti inventoun mestiere(in tre dimensioni)All’Isolotto una famigliaha deciso di puntare tutto sulle stampanti 3D

Le botteghe ieri e oggi/2

Nonno Luciano, una vita da artigiano alle spalle, all’inizio ripuliva le imperfezioni dei pezzi appena sfornati dalle stampan-ti tridimensionali. Babbo Ugo, idrauli-

co, ha messo a disposizione la sua esperienza come piccolo imprenditore. I fratelli Cantini, 53 anni in due, hanno trasformato la loro passione in un lavo-ro. In quattro anni hanno coinvolto mezza famiglia nel progetto, fondato una società, Kentstrapper, e venduto centinaia di macchinari. Tutto è nato nella loro cameretta: Lorenzo, 23 anni, ex studente di ar-cheologia, e Luciano, ingegnere elettronico 30enne, sono sempre stati due “smanettoni”. Con i pezzi del Lego technic, quando erano ragazzini, sono riusciti a costruire di tutto, perfi no un robottino che giron-zolava per casa e spaventava il gatto. Nel 2010, quasi per gioco, hanno realizzato uno dei primi prototipi

di stampante 3D made in Italy, semplice da montare a casa propria e, soprattutto, a basso costo. Adesso possono contare su due modelli (Galileo smart e Volta beta) che vendono e spediscono alle aziende di tutto il Paese, garantendo assistenza tecnica gra-tuita. Sono questi stessi modelli a lavorare senza so-sta nella vetrina del loro showroom-laboratorio alla prima periferia di Firenze, calamitando l’attenzione di chi passa da via del Pollaiolo, nella zona dell’Iso-lotto. “All’inizio contavo i bulloni da mettere nei kit che spedivamo: dentro tutto l’occorrente per costru-ire una stampante 3D”. Leonardo, 19 anni, fresco di studi liceali, cugino dei fratelli Cantini, è ora diven-tato responsabile marketing dell’azienda. Snocciola dati e numeri. Negli ultimi tre anni le vendite sono cresciute esponenzialmente. “È un mercato che si sta velocemente espandendo – sottolinea – un’azienda,

con una stampante 3D, a un costo irrisorio può crea-re migliaia di prototipi”. Si va da 870 a 1.500 euro per un singolo macchinario ad alta precisione. Funziona come una normale stampante, ma al posto dei testi può stampare oggetti tridimensionali: il disegno vie-ne fatto su computer e i dati inviati all’apparecchio, che riproduce fedelmente l’oggetto. Fonde un fi lo di plastica, lo deposita su una superfi cie e crea i vari strati del prototipo. Si può stampare di tutto: dai mo-delli per bottiglie da profumo alle dentiere, fi no ai caschi dei supereroi. I pionieri fi orentini della stam-pa in 3D fanno anche prototipazione rapida: disegni l’oggetto e loro lo creano. Tra i clienti case di moda, professionisti, copisterie e scuole, senza dimenticare gli appassionati di tecnologia. “Quando vedono che una stampante 3D costa poco più di un Iphone – conclude Leonardo – la comprano subito”.

Gianni Carpini

Le stampanti 3D funzionano come quelle “normali”, ma al posto dei testi possono stampare oggetti tridimensionali

La banconota elettronica nata in Giappone nel 2009 è ormai diventata un fenomeno mondiale (foto dal sito bitcoin.org)

Bitcoin E-commerce

la cena all’osteria? si paga con la banconota virtuale E i negozi storici sbarcano sul web

Antipasto, primo, un bicchiere di buon vino, dolce e caff è, a due passi

dal Duomo: in tutto dieci centesimi di bitcoin, stando almeno al cambio attua-le. A Firenze esiste la prima osteria della Toscana, una delle poche in Italia, ad accettare pagamenti nella “criptovalu-ta”: i bitcoin. Si tratta di una banconota elettronica (letteralmente “moneta di bit”) nata in Giappone nel 2009 e diven-tata ormai un fenomeno mondiale. Non ha odore, colore e non si può falsifi ca-re. Tutto si basa sul web e su un codice criptato. A controllare gli scambi non è una banca centrale, ma il possesso vie-ne registrato dalla rete globale di tutti i computer entrati nel mondo di bitcoin, anche il pc del singolo utente. In gergo, peer-to-peer. Nel nord Italia esistono palestre che accettano pagamenti “all digital”, nel modenese c’è un benzina-io dove si può fare rifornimento con il gettone matematico, Pisa ha il secondo bancomat italiano per convertire euro fruscianti in monete virtuali, da spende-re negli esercizi che li accettano (www.coinmap.org). In Toscana sono una ven-tina le attività con bitpay, la metà delle

quali a Firenze. La maggior parte sono legate alle nuove tecnologie, ma tra loro c’è anche chi al mouse preferisce le pen-tole. “Me ne ha parlato un amico – rac-conta Manuel, socio dell’osteria dell’olio, nel pieno centro di Firenze – abbiamo introdotto bitcoin da metà estate, vedo qualche pagamento in più ogni volta. Nei primi mesi ne abbiamo registrati una decina”. A sorpresa sono soprattut-to gli italiani a pagare il conto con i bit. “Perlopiù tra i 25 e i 35 anni”, spiegano dal ristorante. Se le informazioni che stanno dietro alla valuta sono complesse (criptografi a e un codice generato solo da macchine con un’altissima potenza di calcolo), il funzionamento è semplice anche per chi non ne sa troppo di infor-matica: basta scaricare un programma sul computer e farsi un proprio porta-foglio digitale, ottenendo un indirizzo da cui inviare o ricevere il gruzzolo vir-tuale. È possibile cambiare euro in bit-coin (e viceversa) od ottenerli vendendo servizi e oggetti nella criptovaluta. At-tenzione, però: la moneta del web – av-vertono gli esperti – è soggetta a bruschi cambiamenti di valore.

Un fenomeno in crescita, anzi in esplosione. È quello dell’e-commerce, che nel no-stro paese, secondo gli ultimi dati dell’osservatorio eCommerce B2c promosso

dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ha registrato nel 2014 un +17 per cento di vendite da siti italiani, per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e un +16% di acquisti dei clienti italiani, per un totale di 14,6 miliar-di. E i marchi fi orentini sono protagonisti di questa “rivoluzione”, se non per quantità, sicuramente per qualità. Ha destato grande interesse lo sbarco sul web, alcuni mesi fa, della storica bottega di biancheria personale e per la casa di Loretta e Lucia Caponi, che dalla prestigiosa sede di piazza Antinori è sbarcata nel mondo virtuale dell’e-commer-ce. Altro esempio di esercizio storico fi orentino che si è “modernizzato” è la Valigeria Gazzarrini, che propone l’innovativa formula dello “shop online live”, che consiste nel collegarsi via Skype al negozio e scegliere da casa accompagnati da una commessa che guida il cliente nel tour del negozio, mostrando nei dettagli tutti gli articoli che possono interessare, per poi comprare in sicurezza dopo aver ricevuto via mail la scheda riassun-tiva del prodotto scelto e le istruzioni necessarie per concludere l’acquisto. Infi ne, una novità recentissima nel panorama fi orentino e dell’e-commerce è Archivio Store. Il suo fondatore lo presenta così: “Abbiamo inventato Archivio per restituire il giusto tempo alla creazione del proprio stile personale”. Per saperne di più: www.archiviostore.it.

S.W.

Gennaio 2015 | 9

#Focus

Quando a Firenze c’era il reCentocinquanta anni fa, nel 1865, la capitale del Regno d’Italia si spostava in riva all’Arno

Oggi sarebbe una Firenze diversa se alla fi ne del 1864 le cose fossero andate in un altro modo. Centocinquanta anni fa (erano i primi mesi del 1865) Firenze diventava uffi cialmente la capitale del Regno d’Italia. E oggi, a distanza di un secolo e

mezzo, si celebra quel momento storico. Un momento che ha cambiato la geografi a e gli equilibri politici del bel paese per un lustro, ma che ha so-prattutto cambiato defi nitivamente l’aspetto di una parte importante della città. Sarebbe potuta essere una città per certi aspetti molto diversa se nel protocollo della convenzione fi rmata a Parigi il 15 settembre 1864 non ci fosse stato scritto a chiare lettere che la Francia avrebbe messo fi ne all’oc-cupazione di Roma (cominciata nel 1849), ma che la capitale del regno si sarebbe dovuta spostare da Torino. Il nome della città del giglio fu fatto fi n da subito, ma era altrettanto chiaro che sarebbe stato un trasferimento temporaneo, ovvero che Firenze sarebbe stata una capitale a scadenza. Per quella capitale “a tempo determinato”, però, furono pensati molti “aggiu-stamenti” che avrebbero dovuto dare alla città un aspetto (e una funziona-lità) pari ad altre capitali europee. È per questo che, al netto dei principali attori di quella stagione politica, il protagonista assoluto del periodo fu Giuseppe Poggi, architetto incaricato di rivoluzionare in toto la viabilità fi orentina e l’assetto di alcuni quartieri. Il 7 febbraio 1865, su La Nazione,

si legge del cambiamento “indispensabile per le mutate condizioni della nostra città. Firenze (deve) far lungo cammino prima d’agguagliare taluna (altre città) in ciò che attiene alla capacità di soddisfare ai bisogni del viver moderno”, ed è con questo impeto che la rivoluzione urbanistica viene pianifi cata nei dettagli. Via le mura trecentesche progettate da Arnolfo di Cambio, spazio a viali alberati larghi quaranta metri (pensati sulla falsari-ga dei boulevard parigini), benvenute piazze dove far confl uire il traffi co di carrozze e pedoni in arrivo dai quattro angoli della città. E poi via libera al proseguimento del viale di circumvallazione che, inerpicandosi su per la collina di San Miniato, è andato a creare la terrazza panoramica del piazzale Michelangelo, scorcio privilegiato sui monumenti del centro. Ma non è tutto, perché la svolta funzionale non era l’unico dettaglio a stare a cuore ai “rottamatori” della seconda metà dell’Ottocento. Un altro pezzo molto importante della rivoluzione urbanistica riguarda il cuore vero di Firenze, quella che oggi si chiama piazza della Repubblica (all’epoca piaz-za Vittorio Emanuele) e che un tempo era il ghetto ebraico della città. Un dedalo di vie e viuzze strette, palazzi medievali, una chiesa e uno slargo occupato da banchi e barrocci dove si svolgeva il mercato e dove sorgeva, oltre alla colonna dell’abbondanza (unica superstite di tutta la piazza), la loggia del pesce progettata dal Vasari su commissione di Cosimo I nel

1567, quando i pescivendoli furono fatti spostare dal lungarno degli Ar-chibusieri (dove stava nascendo il loggiato che avrebbe sostenuto il Corri-doio Vasariano) alla piazza. Dell’antico ghetto oggi non rimane più niente, spianato da una piazza dallo scarso allure ottocentesco che, come molti fi orentini avranno ben presente, recita in cima all’arco che la collega a via Strozzi: “L’antico centro della città da secolare squallore a nuova vita resti-tuito”. Palazzo Vecchio divenne la sede della camera dei deputati e del mi-nistero degli Esteri, il ministero dell’Interno prese casa a Palazzo Medici Riccardi, mentre parte del convento di Santa Maria Novella divenne sede della corte di Cassazione. Piano piano tutti i ministeri si trasferirono sulle rive dell’Arno, e per cinque anni dalla città del giglio vennero prese deci-sioni, varate leggi, annunciate la guerra e la pace, organizzate cerimonie solenni (come quella in onore di Dante nel maggio del 1865, in occasione della quale viene collocata la statua dedicata al poeta in piazza Santa Cro-ce). Fino a quando, il 1° luglio 1871, Firenze “cessa di essere uffi cialmente capitale” e gli uffi ci, i dirigenti, i ministri e tutta la macchina politica del regno si spostano defi nitivamente a Roma. Firenze non fu nient’altro che una parentesi nel tragitto dell’Italia unita. Una parentesi bellissima e cru-ciale, ma nient’altro che una parentesi.

Ludovica V. Zarrilli

Tra passato e futuro/1

1 - Piazza della Libertà (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015) • 2 - Il Consiglio Comunale nel Salone de’ Dugento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia)3 - Il parlamento nel Salone dei Cinquecento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) • 4 - Una vista dal Piazzale Michelangelo (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015)

Il Piano Poggi (1865),che ridisegnò la città divenuta

Capitale d'Italia,configurandone il successivo

sviluppo urbanistico ↓

10 | Gennaio 2015

EXPO 2015Si chiama “La Toscana verso Expo 2015” il progetto che punta a pre-sentare, nell’ambito dell’esposizione universale, la regione come pun-to di riferimento globale per la sperimentazione della qualità della vita e l’umanizzazione della società e dell’economia. A questo scopo, oltre a una presenza fi sica a Expo Milano 2015 dal 1° al 28 maggio con uno spazio espositivo adiacente a Palazzo Italia, la Toscana avrà a disposizione, per tutta la durata dell’evento, un presidio costante che potrà essere sfruttato dalle varie realtà istituzionali e imprenditoriali per riunioni e incontri di aff ari. A settembre, inoltre, la Toscana avrà un ruolo centrale sul tema creatività e conservazione: protagonista indiscussa di tutti questi eventi la città di Firenze.

CONCERTIIl 2015 regalerà infi ne un’estate da ricordare per gli amanti della mu-sica e dei concertoni, grazie a tre imperdibili appuntamenti che si terranno al Franchi. La prima data da segnare in agenda è quella del 12 giugno, quando Vasco Rossi presenterà il suo nuovo tour Live Kom. Appena undici giorni dopo, il 23 giugno, sarà la volta di Tiziano Ferro. Il 4 luglio, infi ne, spalti pieni per il con-certo di Lorenzo Jovanotti. Ma Firenze non si farà man-care nemmeno la buona musica internazionale: il 28 marzo al Mandela Forum concerto degli Spandau Ballet, all’Obihall il 21 aprile si esibirà il cantauto-re americano James Taylor, mentre il 5 novembre al Man-dela Forum arriva-no i Deep Purple.

#Focus

eventi e progetti, “guida” al 2015 in cittàDall’arrivo di Papa Francesco all’attesa riaperturadel museo dell’Opera del Duomo: cosa ci aspetta

“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è fi nito ormai...”, cantava l’indimenticato Lucio Dalla. E ora che anche il 2014 è fi nito, ecco una panoramica su quello che Firenze off rirà in questo 2015.

ARTERiaprirà nell’autunno di quest’anno, il 29 ottobre, il museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Dopo circa due anni di lavori strutturali, il nuovo museo vedrà raddoppiare la sua superfi cie, arrivando a oltre cinquemila metri quadrati. Tra le maggiori raccolte di arte sacra al mondo, con capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca Della Robbia e Michelangelo, il museo raccoglie anche statue e dipinti eseguiti per Battistero, Campani-le di Giotto e cattedrale. L’obiettivo del museo nella sua veste rinnovata – viene spiegato – sarà quello di permettere ai capolavori di “parlare il loro vero linguaggio”, che è quello dell’arte ma anche e soprattutto il linguaggio della fede: “Così, insieme agli allestimenti evocanti spazi e scenografi e del passato, un sofi sticato apparato multimediale colle-gherà le opere all’odierno contesto liturgico e devozionale del vicino Duomo, insistendo sull’attualità dei riti e dei valori a cui le opere d’arte rimanda-no”, fanno sapere dall’Opera del Duomo.

IL PAPA IN CITTÀÈ previsto per novembre l’arrivo di Papa Francesco a Firenze, in occasione del convegno ecclesiale della Conferenza Episcopale Ita-liana, che si terrà nel capoluogo toscano dal 9 al 13 del mese. La città si sta già preparando per l’evento: l’ultima visita papale in riva all’Arno risale a ben ventinove anni fa. Era il 1986 quando l’allora pontefi ce Giovanni Paolo II celebrò una seguitissima messa al Franchi. L’annuncio dello sbarco di Papa Bergoglio a Firenze è arrivato lo scorso novembre da Assisi: si sono subito detti entusiasti sia il cardinale Betori che il sindaco Nardella. Ancora da defi nire la data precisa e l’agenda della giornata.

Serena Wiedenstritt

Tra passato e futuro/2

A destra Tiziano Ferro, Vasco Rossie Jovanotti, protagonisti dei concerti estivi allo Stadio Artemio Franchi di Firenze

A sinistra Papa Francesco

Il rendering del nuovoMuseo dell’Operadel Duomo di Firenze(progetto di Adolfo Natalini e Guicciardini& Magni architetti)

Gennaio 2015 | 11

#Attualità

certificati, pagamenti & co:i servizi on line “anti-code”

Web

Per chi ha bisogno del certifi cato di nascita o di stato civile, oppure vuol iscrivere il fi glio all’asilo nido, ma non ha tempo per farlo (e soprattutto non ha tempo per attendere il proprio turno in coda), la risposta ar-riva dal web, con i servizi online del Comune di Firenze che permettono di sbrigare le pratiche attraverso un qualsiasi dispositivo elettronico. È dal 2007 che Palazzo Vecchio ha iniziato a digitalizzare procedure

di vario tipo: al momento sono oltre sessanta le possibilità off erte nell’apposita sezione del sito del Comune, senza contare il Suap, lo sportello online per le attività produttive. Per utilizzare i servizi online del Comune basta ritirare le proprie credenziali di accesso in uno sportello abilitato o registrarsi con la propria tessera sanitaria. “Certifi cati facili” è la sezione in cui è possibile prenotare, stampare e pagare certifi cati di anagrafe o stato civile. Chi vuole comunque ritirarli di persona, ma evitando le code, può usare la app “Qurami”, che consente di fare direttamente dal proprio dispositivo mobile il biglietto che dà accesso ai servizi. Non solo: la app fa anche una stima del tempo che manca al proprio turno e invia una notifi ca quando questo si avvicina. Sono molte, poi, le possibilità off erte dal settore istruzione: dall’iscrizione ad asilo nido, centri estivi e spazi gioco al pagamento delle relative quote, fi no a una delle prime app messe a punto dal Comune, “Scuola Mobile”, tramite cui ricevere ogni tipo di informazio-ne sulla scuola frequentata dal fi glio ma anche mandare avvisi. Anche molte certifi cazioni ambientali sono ora disponibili online, come ad esempio l’attestato di prestazione energetica che indica il consumo di energia di un edifi cio, obbligatorio nel caso in cui si debba vendere la propria abitazione o stipulare un contratto di locazione. Cambiando “settore” si trova uno dei primi servizi messi a punto ma curioso e – certamente – utile: nella sezione “oggetti ritrovati” è possibile cercare documenti e oggetti di vario tipo che si sono persi. Anche la Regione Toscana off re diverse opportunità online: attraverso il portale OpenToscana.it è possibile pagare vari tributi regionali, dal bollo automobilistico alle tasse di concessione dell’esercizio venatorio e della pesca, ma anche accedere al proprio fascicolo pagamenti e capire se si hanno debiti con la pubblica amministrazione. “Muoversi in Toscana” è infi ne il portale della Regione dove reperire informazioni in tempo reale sulla viabilità e sui percorsi di treni, aerei, traghetti e bus: con lo stesso nome (e lo stesso scopo) c’è anche una app gratuita disponibile su Android e Ios.

Elisabetta Pini

l’ospedale? a portatadi click: gli esamisi controllanosul computer di casa

Scaricare i propri referti, con-sultare e chiamare i numeri

utili, visualizzare la moduli-stica aziendale. Tutto con un semplice click. Chi è residente in Toscana e ha attivato la carta sanitaria elettronica può acce-dere al proprio fascicolo sani-tario elettronico e consultare, scaricare o stampare i referti di esami di laboratorio fatti a Careggi direttamente dal pc. Grazie a “Careggi Smart Ho-spital”, la app gratuita dell’Aou di Careggi, si può farlo anche attraverso tablet o smartphone e da qui, inoltre, reperire ogni informazione su struttura sa-nitaria, dipartimenti e perso-nale. Il tutto in piena sicurezza.

E.P.

Salute I numeri

utenti e richieste in crescita

È in costante aumento l’utilizzo dei servizi online del Comune di Firenze, cresciuto circa del doppio negli ultimi tre anni e di cin-

que volte nell’ultimo quinquennio. Nel 2013 sono stati oltre 25mila gli utenti attivi, mentre 461mila sono state le richieste di servizi, con il 13% delle persone che si è collegato tramite dispositivo mobile, percentuale arrivata al 18,7% nei primi mesi del 2014. Cresce anche lo scambio di documenti tramite posta elettronica certifi cata (Pec), dai 92 inviati e 481 ricevuti del 2011 ai (rispettivamente) 9.908 e 8.324 del 2012 e 20.240 e 13.774 del 2013. Piede sull’acceleratore verso la digitalizzazione da parte di Palazzo Vecchio che, in vista del piano di informatizzazione comunale previsto per legge, dovrà rendere fruibili online tutte le procedure. Accelerare sull’agenda di-gitale è anche lo scopo di un protocollo siglato tra Regione e Comu-ne, in cui i due enti si impegnano a scambiarsi banche dati, sfruttare in maniera congiunta competenze e infrastrutture informatiche e aumentare servizi e open data. “Con questo protocollo – hanno spiegato Vittorio Bugli, assessore regionale ai sistemi informativi, e Lorenzo Perra, assessore comunale all’innovazione tecnologica – mettiamo a fattor comune anche la possibilità di erogare insie-me molti servizi ai cittadini: dall’accesso unico ai servizi a quelli di pagamento (bollo, multe, ecc.), fi no a quelli alle imprese come, tra gli altri, Suap, fatturazione elettronica, gare di appalto telematiche, conservazione digitale a norma dei documenti”. “Una collaborazio-ne che si estenderà anche alle aziende municipalizzate, alle parteci-pate e ad altri attori industriali disponibili a operare sul territorio. Da parte nostra – ha concluso Perra – ci impegneremo a integrare e omogenizzare i servizi di information e communication technolo-gies in un’ottica metropolitana”.

Dall’anagrafe alla scuola,sempre più possibilitàper i fi orentini

12 | Gennaio 2015

GRANDI OPERE, TUTTE LE SFIDE DEL 2015Cantieri del tram, stadio, aeroporto:è lungo l’elenco delle “partite” aperte in città

Progetti Per ogni anno che comincia c’è una lista di buoni propositi. Per Firenze l’elenco delle sfi de di questo 2015 è più lungo che mai. In molti casi si tratta di partite con una sola parola d’ordine: rimontare. Dalla tramvia all’aeroporto fi no all’alta velocità, nel campo di grandi opere pubbliche e infrastrutture, portare a casa il risultato signifi cherà recuperare tutta una serie di ritardi. Non solo un obiettivo di buon senso ma un vero e proprio imperativo, visto che all’orizzonte si profi lano appuntamenti internazionali come il G8 e forse, la città ci spera, le Olimpiadi 2024, di fronte ai quali Firenze non può farsi trovare impreparata.

TRAMVIAFare presto (e fare bene) è necessario in pri-mo luogo sul fronte del tram. Con i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 aperti contemporaneamente in zone come Novoli e Careggi, tra le più calde della città per il traffi co e la viabilità, i fi orentini reclamano tempi certi per scongiurare i disagi che si re-gistrarono per la linea 1. Finora alcuni ritar-di sulla tabella di marcia non sono mancati: le imprese costruttrici hanno accusato il Co-mune di emettere a rilento ordinanze e per-messi necessari per procedere con i lavori,

Palazzo Vecchio per tutta risposta ha minac-ciato di bloccare i fi nanziamenti alle ditte se non vedrà aumentare il numero di squadre e operai nei cantieri. Il 2014, insomma, si è chiuso tra qualche preoccupazione, ma an-che con la promessa del sindaco Dario Nar-della di recuperare i ritardi entro l’estate. Sei mesi per rifarsi del tempo perduto, anche a costo di lavorare con doppi turni e di notte, e rispettare così il termine per portare i binari dei Sirio dalla zona della stazione fi no all’ae-roporto di Peretola (linea 2) e all’ospedale di Careggi (linea 3) fi ssato per la fi ne del 2017. Giusto in tempo, almeno questa è l’idea, per ospitare i big delle istituzioni internazionali che in quei mesi dovrebbero approdare a Fi-renze per il G8 annunciato da Matteo Renzi nel suo discorso di commiato alla città una volta diventato premier.

AEROPORTOUn evento, il G8, assunto come paletto tem-porale anche per un’altra grande opera, la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. Del potenziamento dello scalo fi orentino si parla da decenni. Un tema su cui lo stesso centro-sinistra al governo della Regione ha rischia-to più volte di spaccarsi, con i sindaci della piana fi orentina, Prato e Pisa contrari all’am-pliamento. Nei mesi scorsi si è registrato un braccio di ferro sulla lunghezza della pista tra il governatore Enrico Rossi, che l’avrebbe voluta di duemila metri per non fare con-correnza sui voli low cost allo scalo pisano, e l’Ente nazionale dell’aviazione civile, che di metri ne ha imposti 2.400. Con l’approvazio-ne del masterplan dell’aeroporto nel mese di novembre, tutto sembrava pronto per pas-sare ai fatti. Finché nelle scorse settimane è stata anche l’Università di Firenze a interve-nire sulla nuova pista che – è stato osservato – sorgerebbe troppo vicina al polo scienti-fi co di Sesto. Una nuova frenata al proget-to di sviluppo dello scalo, che con i suoi 4,5 milioni di passeggeri annui potrebbe creare duemila nuovi posti di lavoro. Con il rischio che nemmeno il 2015 lo veda decollare.

STADIONel quadrante a nord-ovest della città si gioca anche la partita del nuovo stadio della Fiorentina. I patron Della Valle propongo-no un investimento di oltre trecento milioni di euro sull’intera area Mercafi r (cinquanta ettari) per realizzare un impianto da qua-rantamila posti (tutti coperti), strutture commerciali e turistico-ricettive e un par-cheggio di 136mila metri quadri. Resta da capire come si chiuderà il confronto tra Co-mune e società viola. Tra i nodi da sciogliere ci sono gli oneri del trasferimento del mer-cato ortofrutticolo: Palazzo Vecchio chiede che vengano sostenuti dal privato. Quel che è certo è che, con il nuovo stadio, si dovrà ripensare anche il futuro dell’Artemio Fran-chi a Campo di Marte. L’idea è renderlo il fulcro di un quartiere a vocazione sportiva che incentivi il rugby, l’atletica e i cosiddetti “sport minori” e che si snodi intorno a un viale Paoli pedonale. Un’occasione unica in tal senso potrebbe essere rappresentata dalle Olimpiadi 2024, per le quali Renzi ha candi-dato Roma e Firenze.

ALTA VELOCITÀDi rincorsa, Firenze in questo 2015 dovrà inoltre imboccare i binari dell’Alta velocità. Anche se, parola dell’ad di Ferrovie Michele Elia, i lavori del nodo fi orentino della Tav, al palo da più di un anno anche in conseguen-za della maxi-inchiesta della magistratura, prima di settembre non ripartiranno.

STAZIONEPassi in avanti, almeno, per quanto riguarda i cantieri a Santa Maria Novella. Prima di Natale sono stati inaugurati la galleria com-merciale sotterranea con ventinove nuovi negozi (in grado di creare, è stato calcolato, quattrocento posti di lavoro) e il parcheggio per le biciclette da ottocento posti: i lavori – costati circa venticinque milioni di euro – sono stati bloccati per quasi un anno a causa del fallimento della ditta incaricata.

Natalia Binagli

#Politica Gennaio 2015 | 13

Dopo il primo fl ash regna un silenzio tombale. Dal secondo in poi, dietro la tendina, scoppiano sonore

risate. Cinque ragazzi sono appollaia-ti sullo sgabello in un bugigattolo più piccolo di un metro quadro.Fascino della fotocabina versione anni Settanta: quattro scatti diversi l’uno dall’altro, niente digitale, fototessere in bianco e nero che spuntano fuori dalla fessura dopo cinque minuti di (trepi-da) attesa.Da quattro anni e mezzo, nel centro di Firenze sono attive tre cabine vecchio stile (in via dell’Agnolo, piazza Stazione e via del Proconsolo). Tutti pezzi origi-nali che arrivano da mezzo mondo, re-staurati da un ex scenografo fi orentino.Matteo Sani, 41 anni d’età di cui quat-tordici vissuti nel mondo del cinema, si è scoperto un appassionato del “selfi e vintage”.Adesso il suo sogno è quello di portare queste cabine in Oltrarno, ma per ora le sue richieste di autorizzazione sono sempre state respinte.“Ho inviato una grandinata di doman-de per l’occupazione di suolo pubblico, papiri di documenti, pagato i bollettini di rito. Niente. Ma non demordo”, as-sicura.Sani è la mente di “Fotoautomatica”, un progetto per riportare in vita vecchie fotocabine abbandonate, rispettando lo stile originale e rimettendo in moto i meccanismi analogici.“Dentro non c’è niente di elettronico –

precisa – se la macchina si inceppa, la apri e capisci subito cos’è successo”.La sua singolare collezione vanta una quarantina di pezzi tra cabine già re-cuperate, pronte per entrare in servi-zio (autorizzazioni permettendo), ed esemplari da rimettere a nuovo.Arrivano da mezzo mondo: ci sono i modelli americani “tutti in legno, belli da morire”, molti provengono dall’Eu-ropa dell’est.La prima “stanza dell’autoscatto” è ri-comparsa a Firenze nel 2010.Da allora è stato un crescendo di scatti, tant’è che Matteo spiega che è possibile vivere solo con questo lavoro.Il prezzo per quattro fototessere è ri-masto lo stesso (due euro), sempre più fi ere affi ttano le vecchie cabine per i propri eventi, mentre per le strade di Firenze sono soprattutto i turisti ad an-dare pazzi per l’autoscatto in bianco e nero.Forse sarà merito del fascino dell’ana-logico, dell’imprevedibilità della foto senza preview nell’era dei selfi e tecno-logici.“È la macchinetta che decide per te. Una volta inserita la moneta sei frit-to – spiega divertito Sani – garantisco però che in bianco e nero anche i brutti come me vengono bene”.

quelli che “cheese” lo dicono ancorain bianco e neroNel centro della cittàsi possono trovare trefotocabine vecchio stile

Viaggio nella Firenze vintage/1

Gianni Carpini

� Web

fotoautomatica.com

Viaggio nella Firenze vintage/2

telefoni pubblici addio. ma “salvarli” è possibile

Firenze continua a perdere le sue cor-nette. In altre città, per salvarle dalla

pensione forzata, le cabine telefoniche sono state trasformate: una biblioteca dentro il telefono pubblico a Roma, mi-ni-serre tra la Capitale e Milano, a New York off rono connessione wi-fi senza fi li e un punto per ricaricare i cellulari. In Italia, da qualche anno, l’autorità ga-rante per le comunicazioni ha dato l’ok alla dismissione di buona parte dei te-lefoni pubblici. Nella città del giglio nel 2008 erano più di 1.800, tre anni dopo settecento postazioni erano state disat-tivate. Ottocento sono in servizio an-cora oggi: circa la metà lungo le strade, poco più di duecento vicino a stazioni, ospedali e centri commerciali (gran parte di queste rimarranno attive), 150 infi ne resistono all’interno dei negozi. Ma per la cara e vecchia cabina è previ-sta una nuova cura dimagrante in riva all’Arno. A macchia di leopardo negli ultimi mesi sono comparsi avvisi su alcune superstiti: gli utenti hanno qual-che settimana di tempo per “salvare” la cornetta preferita, mandando una mail a [email protected]. An-che se per il momento, dicono da Te-lecom Italia, le segnalazioni fi orentine per rimandare il congedo del telefono pubblico vicino casa sono state poche.

#Società

Gli appuntamenti

Indietro nel tempo, a spasso tra i mercatini

FORTEZZA ANTIQUARIA TERZO WEEKEND DEL MESEBancarelle, rarità e mobilia intorno al lago dei ci-gni, nei giardini della Fortezza da Basso, sabato e domenica.

PIAZZA SANTO SPIRITOSECONDA DOMENICA DEL MESEDai grammofoni ai libri, è uno dei mercatini vin-tage più aff ascinanti dell’Oltrarno.

PIAZZA DEI CIOMPIULTIMA DOMENICA DEL MESEUn must per i collezionisti, con banchini intorno al cuore antiquario della città.

SCANDICCIULTIMA DOMENICA DEL MESEBasta qualche fermata di tramvia e dieci minu-ti a piedi per ammirare la “Vetrina antiquaria” in piazza Matteotti.

Non chiamatele “delle pulci”. Sono la patria dei vecchi telefoni a rotella, dei vinili d’altri tempi e dei fumetti ingialliti ricchi di fascino. Sono le “piazze vintage” di Firenze, che periodicamente ospitano mercatini per i cultori dell’old style. Ecco

allora alcuni appuntamenti fi ssi che i nostalgici del passato farebbero bene a non perdersi, in città e alle sue porte.

14 | Gennaio 2015

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al parco o in teatro, là dove si impara a ridereI “luoghi del buonumore” per la giornata mondiale della risata

“funziona come una medicina”Ha diciassette anni ma non li

dimostra. È la giornata mon-diale della risata, celebrata per la prima volta l’11 genna-

io 1998 a Mumbai e da allora diventata un appuntamento fi sso nella prima domeni-ca di maggio. Ma non si tratta soltanto di una festa “allegra” per defi nizione. Ridere, infatti, fa bene alla salute, come aff ermano le ricerche portate avanti negli ultimi anni da studiosi di tutto il mondo. Il perché è presto detto: la risata allena il cuore, i muscoli, il cervello e i polmoni. È dimostrato e sul tema si sono spesi di-versi esperti, ultimo in ordine di tempo il neuroscienziato cognitivo della Universi-ty of Maryland, il professor Scott Weems, sostenitore della tesi secondo cui la risata rinforzerebbe perfi no il sistema immuni-tario. Così, per divertirsi ma soprattutto con l’obiettivo di vivere meglio, si sono diff usi anche a Firenze i corsi di “yoga della risata”, disciplina creata dal medico indiano Madan Kataria che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica. Gli appuntamenti, online sul sito www.yogadellarisata.it, spaziano tra di-verse location. Alcune lezioni, ad esem-pio, si sono tenute alla residenza per an-ziani “Il Bobolino”, in collaborazione con la Misericordia di Firenze. Il Quartiere 2 è stato già nel 2010 precursore di corsi a prezzi popolari a Villa Arrivabene. I giar-

dini, da Villa Favard a Villa il Ventaglio, sono stati altri scenari per corsi di yoga della risata, disciplina che è approdata anche in alcune aziende per rendere più produttivo l’ambiente lavorativo e miglio-rare la sintonia fra colleghi. E per tanti che fanno corsi per imparare a ridere “bene”, a Firenze ce ne sono quasi altrettanti che ambiscono a insegnare a far ridere. Fra le numerose scuole di teatro della città, non mancano quelle che propongono corsi di teatro comico e cabaret. E ancora, Firen-ze è stata più volte palcoscenico di mani-festazioni come “Ridi che ti passa”, rasse-gna estiva alla Limonaia di Villa Strozzi

realizzata con la Scuola comicità di Firen-ze in collaborazione con Offi cine Creati-ve e con la direzione artistica di Andrea Muzzi. La stessa scuola ogni lunedì in via Baracca tiene il suo corso per sfornare nuovi comici ([email protected]). Fra le scuole di teatro che, nel percorso di for-mazione, dedicano particolare attenzione al trattamento del comico c’è la scuola “Il Genio della Lampada” ([email protected]), che lo aff ronta all’interno di ogni singolo corso e che, al terzo anno, prevede lo studio della messa in scena di un monologo comico. Insomma, anche a ridere (e a far ridere) si impara.

Gabriella Bigi pratica e insegna yoga della risata da circa dieci anni. Ha scoper-to questa passione per la disciplina sviluppata nel 1995 dal medico indiano

Madan Kataria, presidente e fondatore del Laughter Yoga International, “quasi per caso – racconta – in un momento di turbolenza della mia vita. Avevo trovato l’an-nuncio di un corso, che avevo messo da parte ed è saltato fuori al momento giusto. È stata subito un’esperienza positiva e così ho approfondito”. Da allora Gabriella, il cui background professionale consiste nell’insegnamento della lingua inglese e nell’educazione degli adulti, ha ottenuto il diploma di Laughter Yoga teacher, che le permette di tenere corsi in prima persona. Alla domanda sul perché ridere faccia bene, risponde senza dubbi elencando una serie di conseguenze naturali della risata, che “funziona proprio come una medicina: in pratica riduce lo stress e la tensione, allontana i sentimenti e i pensieri negativi, ha un eff etto analgesico e antidolorifi co dovuto anche al fatto che aumenta la quantità di ossigeno nel corpo, l’effi cienza delle vie respiratorie, la circolazione del sangue e la resistenza fi sica – spiega – fra l’altro si sono registrati, soprattutto in America, anche casi in cui lo yoga della risata ha risolto, o almeno contribuito a risolvere, alcuni casi di malattie già conclamate, po-tenziando al massimo l’eff etto delle cure”. A livello psicologico, Gabriella sottolinea l’importanza della risata per stabilire un rapporto di sintonia con gli altri e aumenta-re la fi ducia in se stessi e nel prossimo: “Le nostre sessioni si svolgono con più perso-ne, inizialmente la risata è un esercizio fi sico, si comincia con stretching ed esercizi di respirazione per preparare i polmoni alla risata, che ben presto si trasforma in spontanea. Si crea così un clima di giocosità, che ricorda quella dei bambini, e di benessere. A dire la verità spesso poi il diffi cile è smettere di ridere. Non solo, con la pratica regolare dello yoga della risata – conclude – si tende a sviluppare un atteggia-mento mentale positivo, che aiuta ad aff rontare meglio i problemi che si pongono”.

Serena Wiedenstritt

La ricorrenza

L’insegnante

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#Fiorentina

Il calendario

quanti ko in attacco:addio “maledetto” 2014Rossi, Bernardeschi, Babacar:storia di 365 giorni sfortunati

Il bilancio

Neanche il tempo di esultare dopo il gol di Gonzalo Rodri-guez alla vigilia della

Befana al Franchi, che arriva su-bito il carbone amaro per i viola. Immeritato per la Fiorentina, immeritatissimo per Giuseppe Rossi (nella foto da www.viola-channel.tv). Al 68esimo minuto il livornese Rinaudo compie una brutta entrata su Giuseppe, che subisce una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Sì,

Messi? Cristiano Ronaldo? Macché, i gol della “Pul-

ce” non sono neanche nella top ten e quello di CR7 è lontano dal podio. La seconda magia più bella nei sessant’anni della storia dell’Uefa è fi rmata da... Mauro Bressan. Sì, avete ca-pito bene, alle spalle del gol di Van Basten con la maglia de-gli Orange nella fi nale di Euro 88 c’è la prodezza dell’ex viola, che fece esplodere in un boato i trentamila del Franchi il 2 no-vembre 1999. La Fiorentina del Trap, con otto giocatori infor-tunati tra cui un certo Batistu-ta, aff rontava le stelle del Barça, allenate da un giovane Louis Van Gaal. I blaugrana prendo-no le redini del gioco nell’avvio di gara, ma al 13° sono i viola a passare in vantaggio, con quella spettacolare rovesciata da oltre trenta metri fi rmata da Bressan all’incrocio dei pali, imparabile per Arnau. Dopo sei minuti, però, è Figo a riportare in parità il match. E al 43esimo, come da copione, segna anche l’altra stel-la del Barça, Rivaldo. Ma Balbo

Irene Delfino

proprio quello già fi nito sotto i ferri. Comincia male il 2014 per la Fiorentina, e il “viaggio” de Il Reporter nell’anno da poco con-cluso non può che partire da qui, da quella maledetta partita con-tro il Livorno. Perché perdere il capocannoniere del campionato, il giocatore con maggior genio, il campione che con un tocco ti cambia la partita, è un duro colpo, che senza cercare alibi ti cambia la stagione. È mancato Pepito nel ritorno degli ottavi di Europa League contro la Ju-

ventus, vinti dai bianconeri solo grazie a una prodezza di Pirlo, la solita punizione che mette fuori causa qualunque portiere. Vedi, la Juventus il suo campione ce l’aveva in campo. Addio Europa League e addio terzo posto in campionato. Perdendo tutti big match (Inter, Lazio, Juve, Milan e Roma), ad eccezione della par-tita contro il Napoli. E proprio i partenopei la Fiorentina ritro-verà in fi nale di Coppa Italia, la partita da cancellare per i fattacci dell’Olimpico, come per il risul-

tato (3-1) e la prestazione dei ragazzi di Montella. Troppa poca grinta per una fi nale, nonostan-te l’alibi di un attacco spuntato senza Cuadrado, Gomez e Ros-si. Purtroppo è il leitmotiv del 2014, l’attacco funestato dagli in-fortuni, che continua anche con l’inizio della stagione 2014-15, non risparmiando Bernardeschi e Babacar. Ma è l’atteggiamento di chi scende in campo la causa della brutta partenza nella nuo-va stagione: a mancare sembra essere la voglia di lottare, mentre qualcuno punta il dito contro i troppi cambi di modulo che ren-dono la Fiorentina imprevedibile perfi no agli stessi giocatori viola. Fino alla svolta, dopo la sosta, contro il Cagliari del maestro Zeman. Poi la partita perfetta con la Juventus, che profuma di vittoria, anche se il tabellino segna lo zero a zero. In Europa League la Fiorentina passa age-volmente ai sedicesimi con un turno di anticipo. In Europa ri-comincerà a giocare a febbraio contro il temibile Tottenham, ma per conquistare in campio-nato quella con la musichetta, la squadra dovrà rimboccarsi le maniche in questo 2015. Perché le outsider per il terzo posto non hanno ancora fi nito la benzina.

nella ripresa non fa rimpiangere Bati, con una doppietta che ri-porta avanti gli uomini del Trap. Poi il Barça pareggia i conti con Rivaldo. Un 3 a 3 scintillante, di quelli che solo le notti di Cham-pions sanno regalare, nonostan-te entrambe le squadre fossero già qualifi cate per la fase succes-siva dell’Europa che conta.

I.D.

La coreografia dei tifosi viola nella partita contro la Juventus: la prima sfida del 2015 fra le mura amiche del Franchi è contro il Palermo

La rovesciata di Mauro Bressan, valsa all’ex giocatore viola il secondo posto tra i gol più belli segnati nei sessant’anni della storia dell’Uefa

via a un nuovo anno in viola

Buon 2015, Fiorentina. La squadra di Montella è chiamata a ini-ziare il nuovo anno nel migliore dei modi, per potersi poi gio-

care tutto in primavera. Come ormai consuetudine, il campionato ricomincia per la Befana dopo la pausa natalizia. I viola ripartono in casa di un disperato Parma, con gli emiliani che la passata stagio-ne avevano conquistato l’Europa sul campo e che invece quest’anno si ritrovano a lottare per la retrocessione. Nel turno successivo al Franchi arriva il Palermo, per la prima partita del nuovo anno fra le mura amiche. Altra gara da vincere, una settimana dopo, a Verona contro il Chievo, nell’ultima giornata del girone di andata. Poi parti-rà la seconda parte della stagione, con una delle sfi de più sentite dai tifosi viola: al “Franchi” arriva la Roma. Nel turno di campionato a cavallo tra gennaio e febbraio, la Fiorentina sarà infi ne impegnata in trasferta sul campo della “rivelazione” Genoa. L’obiettivo del gen-naio viola è quello di fare più punti possibili. Perché, eccezion fatta per le prime due posizioni, tutto può ancora accadere.

Lorenzo Mossani

Top gol

messi o cr7? macché, bressan

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18 | Gennaio 2015

Il libro

azzurri di casa nostraFirenze città dell’arte, della cultura e... dello sport. Nell’ultimo mezzo secolo il capoluogo toscano

ha rifornito le nazionali di tutte le discipline con settecento atleti, nati in riva all’Arno o adottati dalla città del giglio. Ora un libro li racconta. Si chiama “Dal Giglio alla Nazionale” ed è un’antologia dello sport fi orentino dal 1963 al 2013, curata da Luca Giannelli e pubblicata dalle edizioni Scramasax (euro 22). In 328 pagine il volume raccoglie 236 schede, ognuna dedicata a un atleta di ieri o di oggi e al racconto della sua esperienza in azzurro. Campioni indimenticati a fi anco di tante “meteore” che la maglia della nazionale magari l’hanno indossata una sola volta. D’altra parte, si sa: azzurro per un giorno, azzurro per la vita. C’è tanto calcio, ovviamente. Giancarlo Antognoni, Ciccio Graziani, Alberto Di Chiara o, in tempi più recenti, Manuel Pasqual: viola e azzurro, due colori che da sempre si abbinano alla perfezione. Firenze è però anche la capitale di canoa e canottaggio, con quasi 150 atleti partiti dall’Arno e arrivati in Nazionale. Restando a pelo d’acqua, sono una settantina i nuotatori gigliati che hanno indossato il costume azzurro e più di cento gli agonisti dell’atletica. Senza dimen-ticare i commissari tecnici. Tre nomi su tutti: Ferruccio Valcareggi, Alfredo Martini e Franco Balle-rini. In tema di ciclismo non poteva poi mancare un bel ricordo di Gino Bartali, in testa alla sezione “Campioni nella memoria”, e per chiudere il fotoracconto di quando Firenze è stata il palcoscenico del mondo: ai mondiali di Italia ‘90, gli Europei di pallanuoto del ‘99, i recenti mondiali di ciclismo del 2013 e la World League di pallavolo della scorsa estate. Questa è Firenze: arte, cultura, moda e buona tavola. Ma anche tanto, tanto sport.

Pallavolo

UN TIFO DA... STADIOSe forse qualcuno si sarà meravigliato nel vedere Firenze con due

squadre di pallavolo in serie A1, tutti lo hanno fatto certamente per la risposta del pubblico. Il Bisonte Firenze, forte dei “Pellicani Feroci”, riesce a portare quasi tremila persone al Mandela Forum dove, pur tra alti e bassi in classifica, la squadra riesce spesso a esprimere un’ottima pallavolo e a far valere il fattore campo. L’al-tra metà della mela pallavolistica di casa nostra è Scandicci. Se la media di pubblico che assiste alle partite è inferiore, dopo solo un mese di campionato, per sostenere capitan Samec Lipicer e com-pagne, si è formato il tifo organizzato chiamato Scandicci Road Runners, che col passare delle settimane è diventato sempre più caldo sostenendo la squadra anche nelle trasferte. Per la Savino Del Bene i punti sul campo sono arrivati prima rispetto a Firenze, ma ci sarà da lottare fino all’ultima giornata per la salvezza. Infine, in serie B1 grande merito va alla San Michele di Alderani, autrice di un campionato di vertice. Chapeau, volley.

#Sport

Sono due le squadre fiorentine impegnate quest’anno in serie A1. E la risposta del pubblico non si è fatta attendere

centro ippico toscano,un secolo a cavalloNata nel 1904, la società si trova in via dei Vespucci

Equitazione

�Web centroippicotoscano.it Tel. 055.315621 Nasce nel 1904 con

sede in via degli Orti Oricellari, per tra-sferirsi poi in via dei

Vespucci negli anni ‘50, quando lo sviluppo della città comincia-va a rendere impossibile lo svol-gimento di una simile attività nel pieno centro cittadino. Già, perché stiamo parlando nien-temeno che di equitazione. La società in questione è il Centro Ippico Toscano, che in più di un secolo di attività si è estesa fino a raggiungere i sei ettari di proprietà, è in grado ad oggi di ospitare concorsi nazionali e in-ternazionali e possiede uno dei più ampi maneggi coperti d’I-talia. Insomma, un’opportunità per chi desideri dedicarsi a uno sport diverso, a contatto con la natura, pur restando in città. In modo particolare per i bambi-ni. In un mondo di videogiochi come quello attuale, dove il con-tatto con natura e animali è spes-so ridotto al minimo, per i più piccoli l’equitazione comporta più di un vantaggio: oltre al con-tatto diretto con la natura, si può imparare a rispettarla superan-

Carlo Marrone

done al tempo stesso il timore. E si può imparare a superare le difficoltà anche tramite il legame con il cavallo, socializzando con i coetanei e apprendendo un’arte tra le più nobili e antiche. Un’at-tività – viene spiegato – partico-larmente indicata per i bambini con problemi di timidezza, an-sia e sovrappeso, perché limita il confronto diretto con i com-pagni ed è uno sport completo: per mantenersi in equilibrio e cavalcare correttamente si met-tono in moto moltissimi musco-li. Insomma, uno sport adatto a tutti, o quasi: è sconsigliato soltanto in caso di problemi car-diologici importanti, allergie al pelo e patologie della colonna vertebrale. Per chi desideri av-vicinare i propri figli a questo mondo (l’età consigliata è sette anni, ma nulla vieta di comin-ciare più tardi), il Centro Ippico Toscano offre lezioni quotidiane (a esclusione del lunedì) sotto la supervisione di Angela Frati, istruttrice federale di secondo livello, con frequenti passeggiate nel parco delle Cascine, un’ot-tima occasione per stimolare

l’attenzione, la concentrazione, il senso d’orientamento, i riflessi e l’equilibrio. Una volta al mese, poi, si tengono corsi di equita-zione sociale a prezzi contenuti, perché – è risaputo – la passione per il cavallo ha i suoi costi e di questi tempi non tutti possono permettersela. Per quanto ri-guarda invece l’agonismo, i risul-tati non mancano: il centro van-ta ottimi atleti e in particolare il Pony Team di salto a ostacoli sta regalando soddisfazioni alla so-cietà grazie ai suoi giovani atleti. Dunque un percorso completo, dalle basi all’agonismo, al qua-le è possibile unirsi in qualsiasi momento. Da non sottovalutare infine nemmeno la possibilità di frequentare qua i centri estivi: un modo piacevole di vivere l’estate a Firenze.

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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Gennaio 2015 | 19

#Cultura

bandabardò: “noi, partigiani del palcoscenico”A tu per tu con Erriquez, frontman della band che il 24 gennaiosi esibisce all’Obihall. “Suonare a Firenze è sempre una gioia”

Ventidue anni e non sentirli. La Banda-bardò, nata uffi cial-mente a Firenze l’8

marzo 1993, di candeline ne ha spente diverse, ma non ha mai perso lo spirito che l’ha animata fi n dal principio, quello che la rende ancora oggi una calamita per gli appassionati del gene-re, lo stesso che ha permesso al gruppo di non perdersi mai e di proporre al pubblico un nuovo album (uscito una manciata di mesi fa), per molti il più bello della loro carriera. La “Banda”, così viene chiamata confi den-zialmente, il 24 gennaio sarà sul palco dell’Obihall per comincia-re col piede giusto il nuovo anno fi orentino in musica. Ed è per questo che Il Reporter ha voluto fare due chiacchiere con Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico frontman del gruppo.Enrico, come ci si sente con oltre vent’anni di successi alle spalle e un disco da poco pub-blicato?

Ci si sente bene. Abbiamo dimo-strato che anche dopo un ven-tennio siamo sempre noi, con la stessa voglia di fare musica, con il desiderio di cercare ritmiche e sonorità sempre nuove. La vena creativa non ha pro-prio voglia di esaurirsi...Tutt’altro, abbiamo prodotto un album che ci sta dando grande soddisfazioni. A mio parere, uno dei più belli dall’inizio dell’av-ventura Bandabardò.Un disco che vede tra i collabo-ratori anche Jacopo Fo.Sì, Jacopo è stato molto più di un collaboratore. È un amico, in-nanzitutto, che ha fatto da chioc-cia a questo progetto, una perso-na a cui voglio molto bene, che ha regalato, con parole e buoni consigli, benzina per accendere questo nuovo disco. In più ha re-alizzato per noi la copertina.E ora salirete sul palco dell’O-bihall...È sempre una gioia esibirsi a Fi-renze, un po’ perché è una città che ama la musica, che dà grandi soddisfazioni, un po’ perché sa-pere che dopo il concerto si può tornare a casa e non andare in un

Ludovica V. Zarrilli

L’intervista

Enrico “Erriquez” Greppi durante un concerto (scatto tratto dalla pagina Facebook della band)

�Webbandabardo.itFb: Bandabardò

albergo è una sensazione impa-gabile. Qual è il segreto per tenere in-sieme un gruppo come la Ban-dabardò?Trovare un equilibrio e affi dare a ognuno un compito, a seconda delle proprie attitudini.Come in una sorta di famiglia...Più o meno. C’è chi cura i so-cial, chi si occupa della gestione economica, chi ha rapporti con l’agenzia, chi si occupa dei live. Insomma, una distribuzione na-turale dei compiti. E poi siamo toscani e abbiamo uno spirito partigiano, viviamo la Banda come una creatura da difendere.Esibizioni live ma non solo, le vostre musiche faranno anche da colonna a uno dei � lm più attesi dai � orentini.Sì, stiamo lavorando alla colon-na sonora del lungometraggio “Io mi fermo qui” di Federico Micali, che uscirà a fi ne febbraio: pellicola dedicata all’esperienza fi orentina del cinema Univer-sale, alla quale qualcuno di noi ha partecipato non solo come musicista, ma anche nei panni di attore.

� Web

unannoadarte.it

Il dipinto del Saltini “Memmi che per incarico del Petrarca sta ritraendo la Laura” (1863, Galleria Palatina)

Un anno ad arte

il polo museale festeggia con otto eventiTrecentosessantacinque

giorni, non uno di più né uno di meno: tanti sono i dì dedicati alla cultura dal polo museale fi orentino. La decima edizione di “Un anno ad arte”, il programma di esposizioni organizzate dai musei statali della città, presenta un corpus di appuntamenti ricco, spalma-to sull’intero 2015 e distribuito nei musei cittadini. Si comincia con gli Uffi zi e “Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre” (dal 10 febbraio al 24 maggio), dedicata al fi am-mingo Gerrit van Honthorst, di cui sarà valorizzata la pre-senza in Italia nel primo Sei-cento e l’entusiastica ricezione fi orentina, che assicurò quat-tro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affi ancati altri pittori degli anti-chi Paesi Bassi, dediti alle stesse ricerche luministiche Il secon-do step è fi ssato al Bargello dal 20 marzo al 21 giugno con “Il Medioevo in viaggio”, in oc-casione dei centocinquant’an-ni di Firenze Capitale e della

Le nozze d’argentodella cultura vintagesi celebrano alla leopolda

Appassionati di vintage, unitevi. Dal 28 gennaio al

1° febbraio, in occasione di Pit-ti Immagine Filati, torna “Vin-tage Selection” alla Stazione Leopolda. Nozze d’argento per la prima edizione del 2015 (ce ne sarà, come di consueto, una seconda a giugno), la 25esima dell’evento dedicato all’usato di qualità. La mostra-mercato di abbigliamento, accessori e og-getti di design vintage è anche un laboratorio di ricerca che guarda alla moda del passato con occhi curiosi, proponen-do uno sterminato archivio da cui i designer di oggi traggono suggestioni creative. Una ve-trina che vuol off rire ai cultori del genere il meglio del meglio, con una selezione di distribu-tori in arrivo da tutti gli angoli d’Italia. Vestiti ma non solo, accessori, piccoli complemen-ti d’arredo, snack a tema con drink old style e una quantità di eventi che off riranno un’oc-casione per divertirsi anche ai più scettici.

E.C.

Una vita vissutatra gli scaffali:falciani dagli esordiall’esperienza edison

La vita di un libraio fi oren-tino. Le storie, gli incontri,

gli aneddoti. Frammenti del quotidiano di chi ha passato (e continua a farlo) una vita tra il fruscio di una pagina e l’altra. Si intitola “Felicemente annegato tra i libri” ed è edito da Firenze Leonardo Edizioni (172 pagg., 14 euro), il volume che traccia i contorni della vita di Alessandro Falciani, libraio fi orentino (ex direttore della Edison di piazza della Repub-blica) che ha attraversato – step dopo step – tutti i gradini della carriera in libreria: da fattorino a commesso, fi no a proprietario ed editore e anco-ra direttore di una delle realtà (la Edison, appunto) più amate della città. A sostenere il suo racconto autobiografi co, arric-chito anche da materiale foto-grafi co, ci sono gli interventi di alcuni amici di sempre: dal consigliere regionale Eugenio Giani ai giornalisti Benedetto Ferrara e Pier Francesco Listri, fi no a Luciano Artusi.

E.C.

La kermesse Il libro

fondazione del museo, che pre-se vita in concomitanza con il trasferimento della prima città del regno in riva all’Arno. Quasi contemporaneamente, il 30 mar-zo (e fi no all’11 ottobre) alla Gal-leria dell’Accademia parte “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV seco-lo”. Il museo degli argenti di Pa-lazzo Pitti off re invece un focus su una delle gemme più amate dalle corti del passato con “La-pislazzuli. Magia del blu” (dal 9

giugno all’11 ottobre), che off rirà ai visitatori un’accurata selezione di oggetti e gioielli decorati con la pietra preziosa “striata” d’oro. Importato dall’Asia, il lapis, oltre alla creazione di preziosi ogget-ti, serviva ai pittori per dar vita – una volta ridotto in polvere – al blu detto Oltremare naturale, utilizzato per le vesti delle divi-nità e il fi rmamento. Il 22 giugno si torna agli Uffi zi per celebrare un altro artista attivo tra la fi ne del Quattrocento e l’inizio del

Cinquecento, “Piero di Cosimo. Pittore fi orentino eccentrico tra Rinascimento e Maniera” (fi no al 27 settembre), mentre alla Galleria Palatina dal 30 giugno al 15 novembre prenderà vita l’evento dedicato a Carlo Dolci e alle sue pitture luminose rea-lizzate per la corte fi orentina del Seicento. Sempre a Palazzo Pitti, ma al piano superiore, dove ha sede la Galleria d’arte moderna, si torna a parlare di Firenze capi-tale con “I doni e le collezioni del re”, dal 19 novembre al 3 aprile 2016. Infi ne, per chiudere l’anno nel migliore dei modi, la Galleria dell’Accademia sceglie una car-rellata di quadri di “Carlo Por-telli. Pittore di pregio” (fi no al 17 aprile 2016), lavori di “un eccen-trico fi orentino ben più inoltrato nella Maniera del pieno Cinque-cento, che rivela la sua insistente ricerca di eleganze tanto raffi nate quanto complicate”.

20 | Gennaio 2015

#Cultura

Le strade di Mr. Moskovitch | Prima puntata

Chi arriva prima, forse aspetta

Bernard Moskovitch,Jumeira ResortDubai.

Totally Unnecessary PublishingMordecai Richler blvd.Montreal - Canada

Gentile direttore,come sai qui non mi riesce più a vivere. Ho scritto tutto quello che dovevo scrivere e ve l’ho inviato. Mi manca di mangiare prosciutto, anche se per l’alcool qui non ci si può lamentare. Un panino con il lampredotto, in subordine l’insalata di nervetti sarebbero ora il mio desiderio più ambito. Capisco che non sai di cosa parlo. Fai l’editore e conti i dollari. Te ne ho fatti fare tanti. Io scrivo; altra vita, altre esigenze. Gentilmente, qui mi sono proprio stancato - è un deserto - mandatemi a Firenze e scrivo quanto volete (lette le ultime cento pagine del romanzo? Piaciute?). Un po’ di Rinascimento non può che fare bene alla mia creatività.Spese a vostro carico, ovviamente.In fedeBoogey

* * *

Barney PanofskyTotally Unnecessary PublishingMordecai Richler blvd.Montreal - Canada

Bernard Moskovitch,Jumeira Resort Dubai

Gentile mr. Boogey,come sai, qui stai diventando l’incubo dell’amministrazione, in particolare della sig.na Miriam Greenberg, ancora le si inumidiscono gli occhi quando legge una tua ricevuta per le spese del frigo bar. In ogni caso, senza girarci troppo intorno, vorremmo (noi, cioè io, quello che scuce i quattrini per la tua dissennata vita), che tu scrivessi qualche sobria (intendimi bene, sobria) pagina pubblicabile sotto forma

di parole stampate. Ti verrà corrisposto un compenso di 180 $ lordi a pagina (di 1000 battute circa). Il corrispettivo è da intendersi in dollari canadesi. Così mi conferma la sig.na Greenberg, quella dagli occhi inumiditi. Perdonami se sono così schietto, però viste e considerate le tue esperienze passate e presenti, di un certo livello, mi premurava farti intendere senza girarci troppo intorno che la sig.na Greenberg continuerà a pagarti i conti solo nel caso tu scriva qualcosa di utile. Ti abbiamo prenotato un appartamento all’Hotel Internazionale a Firenze. “Coperta” esclusa, trattandosi di primavera. Ma non dubito che come al solito, ti scalderai. Le trentasei pagine (e mezzo, sulla trentasettesima vi erano solo due righe) del tuo manoscritto le conserviamo gelosamente. Se per il proseguimento del tuo notevole romanzo non ti ricordassi più come proseguire, ti prego contatta la sig.na Greenberg: sarà felice di inviartene una copia.A presto.Barney.

* * *

Si dice che quando una donna corre, corre per l’amore. Dio! quanto aveva corso lei, in cima ai suoi tacco dieci, scendendo dal Freccia Rossa. Aveva anche dribblato la coda di persone in attesa dei taxi, con una qualche improbabile scusa. Ma a una diva, non si dice mai di no.- Mi porti all’Internazionale, rapido come un fulmine.Il tassista aveva aggiustato lo specchietto.- Ma lei non è… Scusi, sa ma le somiglia come una goccia d’acqua… Certo è davvero incredibile…La donna si sollevò gli occhiali da sole, portando i lunghi capelli biondi indietro.- Magari… No, non sono io e se lo fossi sarei in incognito - rispose, facendo in modo che i suoi occhioni blu tempestati di pagliuzze dorate fossero bene inquadrati nel rettangolo dello specchietto.- Ma se vuole le firmo tutti gli autografi che vuole, basta che siamo lì in un battibaleno. L’autista ingranò la marcia. L'auto scattò in avanti.- Parla parecchio bene l’italiano per un’americana. - Sono danese, ma ho lavorato spesso anche in Italia…- Davvero?- Sì. Senta vada spedito, per favore. È distante?- Ma no. Cinque minuti al massimo. Dica, me lo farebbe un autografo comunque, anche se è in incognito?- Sì, ma vada…

Continua ☞

Un racconto a puntate, questa è la sorpresa che Il Reporter riserva ai suoi lettori per l'anno appena iniziato.Una storia inedita, scritta da Domenico Luigi Cena in esclusiva per la nostra testata e ambientata a Firenze.

I nuovi angeli della NazionaleDa Cooplat una donazione alla bibliotecadopo i danni del maltempo

Un contributo economico per dare ossigeno a una delle istituzioni cul-turali più prestigiose della Toscana, alle prese da tempo con una serie di

diffi coltà aggravate di recente dai danni del mal-tempo. Protagonisti del gesto di solidarietà sono i soci e i lavoratori della cooperativa Cooplat, sto-rica azienda di servizi nata nel ‘46 a Firenze che oggi conta quasi tremila addetti in tutta Italia, au-tori di una donazione di 7.500 euro alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. “Siamo legati alla Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il presi-dente di Cooplat Fabrizio Frizzi –. Non potevamo restare indiff erenti di fronte alle criticità che sta attraversando”. Era il 1966 quando i destini della cooperativa e della biblioteca si incrociarono. In seguito all’alluvione che investì la città, i soci Co-

oplat si fecero avanti come volontari per salvare i volumi danneggiati dalla furia dell’Arno. Da “an-geli del fango”, ben presto venne proposto loro di occuparsi a tempo pieno della cura dei libri allu-vionati. E dopo essere stati formati adeguatamen-te, dettero vita al Laboratorio di restauro, che nel ‘76 divenne organismo interno della biblioteca. Tutt’ora inoltre sono proprio le lavoratrici e i lavo-ratori della coop a pulire quotidianamente i locali della Nazionale. Da qui un legame strettissimo, sfociato nel dono che servirà proprio all’acquisto di materiale e macchinari per il Laboratorio per la cura dei libri. “L’intesa tra le due realtà aff onda le sue radici in uno dei momenti più drammatici della biblioteca – dice la dirigente della Nazionale Maria Letizia Sebastiani – siamo grati alla Coo-plat ancora una volta al nostro fi anco”.

Solidarietà

Gennaio 2015 | 21

#Rubriche

L’attuale numerazione civica dei fabbricati, com’è oggi applica-ta, risalente al 1865

(primo anno di Firenze capitale d’Italia), è cosa molto diversa da quella anticamente usata. Ai nostri giorni la numerazione è applicata per ogni strada pro-cedendo con il numero uno dal lato sinistro e il numero due da quello destro, contrassegnando così progressivamente tutti gli ingressi di accesso ai fabbricati. I numeri rossi riguardano le atti-vità commerciali. Per un rapido e sicuro riconoscimento, l’inizio della numerazione viene “affi -dato” al corso del nostro fi ume: l’Arno. Infatti, dalla direzione di scorrimento deriva tale conven-zione, per cui si distinguono sia per le strade cittadine che per quelle periferiche e dei sobbor-ghi, i numeri dispari a sinistra e quelli pari a destra. Tale applica-zione è peraltro precisata dall’art. 12 del vigente Regolamento Co-munale per la Toponomastica. La numerazione delle strade più

o meno parallele all’Arno che vanno da monte a valle secondo il defl usso della corrente, inizian-do ovviamente a monte, mentre quelle più o meno trasversali al fi ume (come se si dirigessero fuori rispetto al suo corso), verso Nord quelle poste sulla riva de-stra, e verso Sud quelle poste in Oltrarno sulla riva sinistra. Nelle piazze, invece, la numerazione ha inizio dalla prima casa all’an-golo di sinistra facendo ingresso dalla via considerata principale, procedendo con la numerazio-ne progressiva per tutte le case circostanti, per fi nire all’angolo opposto. In antico non esisteva una denominazione delle strade e, tanto meno, la numerazione. L’individuazione del luogo av-veniva attraverso i “canti”, cioè le cantonate dei palazzi e delle case di note famiglie, da attività svolte o ancora da personaggi tipici, oppure da insegne pubbli-citarie esistenti in quel luogo. Il nome dei “canti” rappresentò la toponomastica più antica, ancor prima che le strade assumessero

“L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà”, così cantava il mitico Lucio Dalla e mi sembra la previsione più certa per il nuovo anno. Invece noi affi diamo le nostre speran-

ze, il nostro futuro, a gente che dice di sapere tutto di noi: lavoro, salute, amore. Sulla salute posso anche credere che ci azzecchino, in Italia a volte è più probabile che faccia la diagnosi giusta uno sco-nosciuto che non sa niente di medicina piuttosto che un primario... Il lavoro, invece, è più diffi cile da prevedere, eppure c’è gente che la mattina non va all’uffi cio di collocamento a chiedere informazioni ma in edicola per sapere se è uscito il nuovo numero di Astrologia. Ho un amico che pensa di essere disoccupato per colpa degli astri, infatti durante una manifestazione della Cgil lui era l’unico che sfi la-va con un cartello con scritto: “Via Marte dalla settima casa!”. Siamo ossessionati dalla conoscenza del futuro. Ho una cugina che tutte le mattina legge il fondo delle tazzine da caff è, però non capisce quello che le dicono. In fondo alla tazzina legge sempre il solito nome, ma lei non conosce nessuno che si chiami in quel modo: Jolly Caff è! Io piut-tosto che il futuro preferisco saper leggere il presente. Come diceva un fi losofo (non un bischero qualunque): il futuro è solo la somma di tanti presenti. Come dargli torto!

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Webandreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

una specifi ca denominazione e, quindi, la numerazione. Va detto che fi no all’anno 1826, la maggior parte delle targhe stradali, fatta di semplice intonaco, era soggetta ad inevitabili deterioramenti e, quindi, a continui ripristini. Soltanto alla fi ne di quell’anno, la municipalità decise di rimediare all’inconveniente, stabilendo che l’apposizione dei nuovi cartelli stradali, dovesse essere eseguita con lastre di marmo e non più ad intonaco. Sino al XVII secolo, le case ebbero una “numerazione parrocchiale”, e cioè il numero del-lo stabile corrispondeva a quello del “Registro degli Stati d’Anime” che ogni parroco aveva il compito di tenere, secondo quanto di-sposto nel Concilio di Trento. Questo sistema restò in vigore fi no al 1808, ma sul fi nire di quell’anno, sotto la dominazione francese, il 24 ottobre, “per facilitare il servizio della Posta delle Lettere, della Polizia e degli alloggi militari” venne imposta per tutti gli edifi ci la “numerazione generale progressiva”. L’innovativo sistema iniziò nel gennaio 1809 e terminò nel novembre dello stesso anno. La spesa di tre soldi per ciascun numero, necessaria per l’apposizio-ne dei nuovi numeri civici, fu a carico dei proprietari degli im-mobili. Palazzo Vecchio, ritenuta la “prima casa” della città, ebbe naturalmente il numero 1, dall’accesso da Via dei Leoni e da qui, continuando a girare in modo quasi avvolgente intorno alle strade comprese entro le mura trecentesche, la numerazione giunse al Ponte Vecchio con il numero 1288. In Oltrarno, nel Quartiere di Santo Spirito, iniziava con il numero 1289 e terminava alla fi ne del Lungarno Soderini con il 3345. Ritornando sulla destra del fi ume, dal Ponte alla Carraia in Borgo Ognissanti, nel Quartiere di Santa Maria Novella, poi in quello di San Giovanni dove al Palazzo Me-dici Riccardi fu assegnato il numero 6038, oggi n. 1, per poi fi nire in Santa Croce, precisamente in Via Mozza con l’ultimo numero, 8025, che corrispondeva all’attuale n. 2 di questa breve strada che, proprio per la sua esigua estensione era detta comunemente Via Mozzina. Particolare curioso è dato da Palazzo Pitti, che fu di-chiarato esente dalla numerazione in quanto “reggia” quindi co-nosciuta e superiore a tutti gli altri immobili. Nella piazza, però, la numerazione “a chiocciola” scorreva regolare come dimostra ancora, nella sua vetusta presenza, il n. 1702 sopra l’ingresso dell’e-difi cio contrassegnato con il numero civico 7. Ma in Oltrarno non c’è rimasta questa sola attestazione: in Via dei Serragli 99 all’angolo con Via Santa Maria, sull’immobile di quello che fu lo studio dello scultore Pio Fedi è ancora ben visibile il numero 2538. Ma vi sono in città anche altre testimonianze di questa numerazione progres-siva francese: al lato del portone contrassegnato dal n. 12 in Via Porta Rossa, dove esiste ancora il 1026, un’altra in Piazza Strozzi al n. 5 già 1012, nonché quella di marmo in Via dei Cerretani n. 10 già 4659, numero scolpito fra graziosi riferimenti fl oreali.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

L’ANTICA NUMERAZIONE CIVICAPiazza dei Pitti 7 già 1702e via dei Cerretani 10 già 4659

oroscopi e fondi di caffè:tutta colpa degli astri!

22 | Gennaio 2015

Lettere

“GIARDINIDELLA MONTAGNOLA”,L’INTERVENTODEGLI ANGELI DEL BELLO

Gent.ma redazione buon pomeriggio.La presente per informarvi che rispetto alla segnala-zione fatta dall’utente Claudio N. nella sezione delle Lettere dell’edizione de “Il Reporter” (ottobre 2014) la Fondazione degli Angeli del Bello ha deciso di intervenire. È stato, infatti, costituito un gruppo di volontari nella zona di Campo Marte dopo la grande festa annuale del 4 ottobre che quest’anno ha visto la partecipazione di circa 1500 volontari e l’attivazione di interventi su tante e diverse aree del capoluogo toscano. Il gruppo sensibile alle segnalazioni dei cittadini, compresa quella pubblicata sulla vostra te-stata, sta organizzando l’intervento anche nei “Giar-dini della Montagnola” dove “manutenzione lasciata andare e sporcizia la fanno da padrone”, secondo quanto dice il lettore. Chiaramente la fondazione di volontari “Angeli del bello” invita tutta la cittadinan-za a partecipare, iscrivendosi al gruppo e seguendo il calendario degli interventi su www.angelidelbello.org, e facendo segnalazioni all’indirizzo: [email protected].

Fondazione degli Angeli del Bello

BORGO OGNISSANTIE LE VIE CIRCOSTANTI

Buonasera,sono un fi orentino che abita nella zona di Borgo Ognissanti, zona di cui tante volte si parla soprat-tutto per le vicende della vicina via Palazzuolo. Non voglio stare qui a parlare dei problemi “storici” di via Palazzuolo, di cui tanto si è già discusso e si con-tinua a discutere, ma voglio sottolineare come con impegno e voglia di fare tante cose possono cam-biare. La nostra Borgo Ognissanti è una strada viva, dove ci sono negozi storici ma anche nuove attività aperte recentemente che l’hanno arricchita, insom-ma pur con i suoi problemi (ma quale strada non ne ha?) è un posto dove si vive bene, e so che come me la pensano molti altri abitanti. E allora mi chiedo perché non pensare di intervenire anche nella zona circostante alla strada, nelle vie intorno, fi no alla sta-zione, per migliorare la situazione di tutta l’area? Ci guadagneremmo tutti. La nuova galleria commer-ciale della stazione potrebbe essere una delle cose da cui ripartire, ma si potrebbero fare anche tante altre cose per aumentare la sicurezza e migliorare la vita nella zona. Si potrebbe pensare alla risistemazione delle strade, dell’illuminazione, a fare interventi che renderebbero la zona più bella e “appetibile” per chi vuole aprire nuove attività.. visto che stiamo comun-que sempre parlando di una zona centrale, storica e vicino alla stazione. Questa è una parte di Firenze che non deve essere abbandonata ma che può, e deve essere valorizzata.

Un abitante

IL TRASPORTO PUBBLICO VERSO CAREGGI

Buongiorno, mio fi glio gestisce un piccolo B&B in via delle Pan-che, zona Castello. Lavora quasi esclusivamente con pazienti dell’Ospedale di Careggi, ma non esiste mezzo pubblico che da qui (né da Sesto Fiorenti-no....) raggiunga l’ospedale. Prima c’era il 18. Potreb-

be essere una soluzione far fare al 2 il tragitto che faceva il 18. Come fare? Chi può aiutare una vasta zona del Q5 tagliata fuori dall’Ospedale? Grazie per l’attenzione. Cari saluti,

Livia

“LE MIE IDEEPER I PARCHI DELLA CITTÀ”

Cara redazione,ho letto sul Reporter numero di novembre 2014 la lettera del signore che faceva le sue segnalazioni per il parco di San Donato di Novoli. Mentre la leggevo mi è venuto in mente che in tanti giardini di Firenze ci sarebbero piccole cose da risolvere o sistemare che se venissero fatte li renderebbero praticamente per-fetti. Panchine, giochi per i bambini, cura del verde, spazi al coperto per gli anziani per passare il tempo anche quando piove..... ci sarebbero tante idee per migliorare i giardini, che Firenze ha e che sono già belli e in generale tenuti abbastanza bene, a parte alcuni. Mi è venuto in mente anche che forse un’idea potrebbe essere dare lavoro a qualche giovane per risistemare queste aree verdi ma anche per attivare all’interno dei giardini attività come piccoli bar am-bulanti o altre cose simili, per dare servizi in più a chi frequenta i giardini e creare qualche nuovo posto di lavoro. Sarebbe bello se nei giardini ci fosse più vita, più cose da fare, gli anziani avrebbero compa-gnia e per i bambini ci potrebbero essere animazioni o altre attività. Anche io penso come l’altro lettore ha detto a proposito di San Donato che molti giardini di Firenze sono già molto belli: con poco in più po-trebbero diventare perfetti!Saluti,

Anna

IL FUTURODELLO STADIO FRANCHI

Si parla tanto della costruzione del nuovo stadio, che chissà se verrà mai fatto... però quando verrà fatto bisogna pensare anche bene a cosa succederà al vec-chio stadio. Io e gli altri abitanti del Campo Mar-te siamo preoccupati che al vecchio stadio poi non si penserà più e sarà dimenticato, questo non deve succedere.. Tutti sono contenti che non ci sarà più la confusione delle partite della Fiorentina, però... avevo letto l’idea di un “parco dello sport pedonaliz-zato” in tutta la zona intorno allo stadio... questa se-condo me è una buona idea, non deve essere dimen-ticata, noi abbiamo convissuto per tanti anni con il traffi co delle partite.... un po’ di pace ce la meritia-mo! Quindi l’importante è che quando verrà presa la decisione per il nuovo stadio non venga dimenticato quello vecchio, con il parco dello sport o con altre idee, ma l’idea di un posto per tutti gli sportivi per correre e camminare mi sembra la migliore.Grazie per l’attenzione,

Giampiero V.

PIAZZA DELLE CUREE IL TRAFFICOIN VIA FAENTINA

Si legge spesso sia sul Vs. giornale che su altri quoti-diani di interventi per rifacimento di piazze, giardi-ni ecc. sia nel quartiere 2 che in altre zone ma non si sente mai parlare della sistemazione di piazza delle Cure, la quale avrebbe un bisogno impellente dato il grande traffi co che si svolge attorno alla suddet-ta piazza. Inoltre ci sarebbe bisogno del rifacimento del manto stradale di tutta via Faentina per il grande traffi co che vi passa tutti i giorni. Penso sia l’uni-co quartiere che ancora oggi non ha un fontanello dell’acqua pubblica. È un quartiere dove i vigili ur-bani fanno solo capolino, circa mezz’ora - tre quarti d’ora la mattina e basta e questo penso sia dovuto al fatto di non disturbare gli automobilisti che si reca-no a far spese dai commercianti e ortolani che ogni mattina con i loro banchi occupano gran parte della piazza. Non interessa al Comune se poi la coda di auto che proviene dalle tre vie che si immettono in piazza è, soprattuto lungo via Faentina, chilometrica con tanto di inquinamento. Chiedo alla redazione del giornale di svolgere un’inchiesta su ciò che ho scritto.Distinti saluti.

Lettera fi rmata

IL REPORTERRISPONDE

Caro lettore,sul nostro giornale abbiamo parlato più volte dei pro-getti di risistemazione di piazza delle Cure, un’area tanto cara agli abitanti della zona quanto oggettiva-mente bisognosa di alcuni interventi. Più volte abbia-mo aff rontato la questione, dando spazio alle propo-ste che nel tempo sono state avanzate per donare una nuova vita alla piazza, centro nevralgico del rione con i pro e i contro che questo comporta. Certo, dopo tan-te discussioni e dichiarazioni d’intenti sono sempre di più i cittadini che chiedono di passare ai “fatti”, per valorizzare la zona da un lato e per risolvere dall’altro i problemi che la riguardano, in primis quelli di via-bilità. Dopo la presentazione degli ultimi progetti per ridisegnarne il volto (e dopo un’attesa piuttosto lunga, come sottolineato più volte da chi nella zona vive da tempo), per la piazza sembra essere sempre più vicino il momento di una svolta. E Il Reporter continuerà a seguire – come ha fatto fi nora – gli sviluppi della situazione. Legata (almeno parzialmente) alle sorti di piazza delle Cure è l’altra questione da lei segnalata, quella di via Faentina, che proprio nella piazza trova, soprattutto nelle ore di punta mattutine, un “tappo” che causa spesso code lungo la strada, come anche da lei descritto. Una migliore organizzazione della viabi-lità in piazza delle Cure risolverebbe senz’altro parte del problema, anche se non potrebbe fare “miracoli” considerati la larghezza ridotta della carreggiata di via Faentina e l’alto numero di veicoli che ogni giorno transitano dalla strada. Per sistemare la quale alcuni interventi sono ora in arrivo. In attesa di capire se, come e quando potrà essere aff rontata anche la que-stione della sua (complicata) viabilità.

MATTEO FRANCINI [email protected]

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Editorialedalla primaEra il 1865 quando l’attuale ca-poluogo toscano assumeva que-sto importante ruolo, destinato a cambiare non soltanto la storia dell’Italia, ma anche (e soprattut-to) quella della stessa città, rivo-luzionata nell’urbanistica e nella viabilità per vestire al meglio i panni di “guida” del paese. Una città che, senza quella parentesi durata poco più di un lustro, sa-rebbe oggi probabilmente molto diversa. Ma una città che, tor-nando ai giorni nostri, è desti-nata a cambiare ancora. E il 2015 si profi la come un anno decisivo per tante delle più importanti “partite” aperte in riva all’Arno, dalla realizzazione della seconda e terza linea della tramvia alla questione dell’aeroporto fi no alla nascita del nuovo stadio. Intan-to però, in attesa di capire qua-li risposte il nuovo anno saprà dare alle principali sfi de di casa nostra, c’è già un’agenda fi tta di appuntamenti che attendono Firenze e i suoi abitanti nei pros-simi dodici mesi. L’evento de-stinato a segnare forse più degli altri la storia del 2015 fi orentino è lo sbarco in città a novembre di Papa Francesco, ventinove anni dopo l’ultima visita di un Pontefi ce. Poco prima, a fi ne ottobre, è in programma l’aper-tura del nuovo museo dell’Opera del Duomo, mentre in estate al Franchi si avvicenderanno i big della musica di casa nostra per una serie ravvicinata di “concer-toni”. Insomma, per i momen-ti “clou” dell’anno l’attesa è già tanta. Ma non saranno solo ap-puntamenti e ricorrenze a legare a doppio fi lo passato e futuro in questo 2015 fi orentino: anche il mondo del lavoro cerca di anda-re avanti, pur restando legato alle sue tradizioni. Così, questo mese Il Reporter ha fatto un viaggio tra botteghe e artigiani per capire cosa resta e cosa cambia di que-sto pezzo importante del tessuto fi orentino. Scoprendo come la Firenze di ieri stia (già) diven-tando quella di domani.

MATTEO FRANCINI

Gennaio 2015 | 23

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