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L’astronautaScoperte,

parla Schlegel

BOLZANO — «Cosa resta da scoprire e perché?". A questa domanderisponderanno oggi dalle ore 14, all’Università, l’astronauta e fisicotedesco Hans Schlegel (nella foto) e il docente universitario Ugo Morelli.Moderatore sarà Enrico Franco, direttore del Corriere dell’Alto Adige.

Ratti: il territorio può diventare laboratorio della terza rivoluzione industriale

BOLZANO — Il rilancio dell’Alto Adige passa dall’edilizia so-stenibile. La Camera di commercio ha organizzato ieri, in colla-borazione con la Fondazione Architettura Alto Adige, la dodice-sima Giornata dell’innovazione, che da due anni si svolge nel-l’ambito dell’Innovation Festival.

È stata dedicata all’edilizia alpina inserendosi nel tema gene-rale del Festival «Ampie vedute – Montagna. Società. Tecnolo-gia». Quattro esperti hanno illustrato questa mattina ai 250 par-tecipanti alla Waltherhaus di Bolzano vari aspetti sul tema.«L’edilizia alpina richiede una progettazione e realizzazione dialta qualità per soddisfare le condizioni particolari dovute allaposizione geografica e al clima — sottolinea Federico Giudice-andrea, presidente dell’Eos —. Altri aspetti molto importantisono l’attenta gestione delle risorse, l’economicità degli investi-menti nel settore e il benessere dell’uomo». Il presidente dellaCamera di commercio, Michl Ebner, ha fatto pervenire un mes-saggio: «Considerato che la superficie edificabile nel territorio

alpino è molto limitata, il setto-re più interessante per le impre-se dell’edilizia, colonna portan-te dell’economia altoatesina, èsicuramente quello delle ristrut-turazioni e del risanamento».

L’assessore Roberto Bizzo haaggiunto: «Nello spazio alpinoe nella cultura edile regionale ilprincipio della sostenibilità as-sume sempre più importanza.Ciò richiede innovazione. Per laprima volta dopo secoli, non sa-ranno le risorse economiche ele materie prime a garantire la

crescita, ma sarà la creatività. La ricchezza apparterrà a chi avràle idee, non a chi realizzerà i prodotti. L’edilizia è strettamentelegata al territorio. L’edilizia sostenibile, sviluppata con il con-cetto CasaClima, è la base del risparmio energetico. La nostraricchezza, in questo campo, sarà l’export delle idee».

Nella sua relazione l’architetto Hans Ullrich Grassmann dellostudio di architettura Baumschlager Eberle ha affrontato il futu-ro, ma anche il passato della cultura edile nel territorio alpino.Il professor Dominik Matt della Libera Università di Bolzano hainvece parlato della città di domani e di come vivremo e abitere-mo tra trent’anni in Alto Adige. Il presidente del Collegio Co-struttori dell’Alto Adige, Thomas Ausserhofer, è intervenutosul tema «Mantenere la qualità di vita e creare sicurezza», men-tre l’architetto Carlo Azzolini della Fondazione Architettura Al-to Adige ha presentato «Il Futuro del patrimonio edilizio esi-stente».

F. E.

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Il convegno Camera di commercio

BOLZANO — Il motto Alexander M. Orlando: «Cerchiamoidee nuove e vincenti». Vicepresidente dell’area Global sales &marketing della Enando Corporation, azienda It che produce so-luzioni enterprise open source, Orlando è considerato guru deifinanziamenti nel suo ruolo di senior venture per «Partners500», rete di ricerca di venture capitalist. Sarà lui, oggi alle16.30 al Musieon, a parlare di finanziamenti e rischi per lestart-up.

Ha raccolto oltre 300 milioni di dollari in finanziamenti peraziende sia in fase progettuale che in fase pre sales. Il professo-re di Philadelphia (alla Temple University) pochi mesi fa ha par-tecipato anche al workshop «How Founders Meet Funders - Apractical approach for micro and small enterprises» organizza-to dal Business Networking Club 2.0 Milan-In di Milano. «Stia-mo cercando di promuovere un gruppo che aiuti le start-up inEuropa — spiega Orlando — con un finanziamento di privateequity, ossia di coinvolgimento diretto nella gestione da parte

del venture capitalist. C’è biso-gno di una proposta vincenteche possa essere interessanteper il mercato globale. Ascoltia-mo ragazzi, persone che abbia-no idee innovative e offriamocapitali ampi in modo che laparte intellettuale del progettopossa rimanere in Italia, me chepoi si espanda al resto del mon-do».

Una gara aperta a quanti han-no idee completamente nuoveoppure sappiano trasformare inmeglio qualcosa di già esistenteper creare nuovi posti di lavoro

e aprire posizioni nuove. «Durante i nostri corsi — aggiungeOrlando — insegniamo cosa vogliano gli investitori. Alcunepersone quando si propongono perdono il filo del discorso. Ilsegreto è andare al nocciolo dell’idea subito. La comunicazioneè determinate. Capiamo subito dalle prime parole se una perso-na fa al caso nostro. E in questi anni abbiamo trovato molti ta-lenti in Italia a Milano, Roma, Cagliari, Ancona e Napoli. Cer-chiamo persone che abbiano nel loro dna il genio di Leonardoda Vinci. Qualcuno che accetti la sfida. Noi offriamo capitali epianificazione strategica. Ci rivolgiamo anche ai giovani delSud che devono essere più fiduciosi verso il futuro e verso sestessi. Bisogna cimentarsi e cercare di mantenere sempre vivoil proprio focus. Se c’è una persona che vale noi la ascoltiamosenza distinzione di sesso, razza e politica. Vige la meritocrazia.Oggi c’è la rete che offre milioni di opportunità anche se allespalle non c’è nessuno. In Italia le idee ci sono e anche i talen-ti».

F. E.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il guru L’incontro oggi pomeriggio

Innovation Festival

«L’Alto Adige unisca Green e Smart»

Hans Ulrich Grasssman

Edilizia sostenibile«Esportare idee»

Alexander M. Orlando

Orlando: troviamofondi alle start up

BOLZANO — «L’Alto Adige ha giàla leadership italiana del Green, se lainterseca con le competenze Smartapre grandi opportunità di sviluppoeconomico sul territorio». Parola diCarlo Ratti, una delle menti più bril-lanti del mondo: sarà lui a chiudere,questa sera alle 21 al Museion, la se-conda edizione dell’Innovation Festi-val con la relazione «Live Singapo-re».

Architetto e ingegnere, il 42ennetorinese è titolare dello studio «Car-lorattiassociati» di Torino, ma anchedirettore del Mit Senseable City Labdi Boston. Detiene numerosi brevet-ti ed ha partecipato ad oltre 250 pub-blicazioni. Il suo lavoro è stato espo-sto alla Biennale di Venezia, al Desi-gn Museum di Barcellona, al ScienceMuseum di Londra, al Gafta di SanFrancisco ed al Museum of ModernArt di New York. Ratti è stato inclu-so nella lista «2008 Best & Brightest»di Esquire Magazine e nella selezio-ne di Thames&Hudson per 60 inno-vatori negli ultimi 60 anni, in Blue-print Magazine’s 25 «People whowill Change the World of Design» edin Forbes Magazine’s «People youneed to know in 2011». Fast Com-pany lo ha inserito nella lista dei «50Most Influential Designers in Ameri-ca». Inoltre è stato anche incluso nel-la Smart List 2012 di Wired Magazi-ne «50 People who will Change theWorld». Il progetto per il Digital Wa-

ter Pavilion per l’Expo di Saragozzaè stato nominato da Time Magazineuna delle migliori invenzioni del2008.

Professor Ratti, che ruolo avran-no le Big Data?

«Tutti i dati prodotti dall’umanitàdall’inizio al 2003, comprese le ope-re di letteratura, equivalgono a quelche adesso produciamo in 48 ore.Analizzando i dati possiamo capiresistemi complessi come le grandiaziende, le città, intere nazioni. Se icittadini accedono a questi dati inmodo aperto, riescono da soli a svi-luppare comportamenti virtuosi. Èquel che abbiamo fatto a Seattle, eti-chettando i rifiuti per tracciarne glispostamenti: molte persone, dopoaver visto esattamente dove finiva-no i loro rifiuti di plastica, hanno ca-pito che dovevano utilizzare di più ilvetro».

Decrescita felice o crescita soste-nibile con le Big Data?

«La decisione su crescita o decre-scita è politica e filosofica. Fissato lostandard qualitativo di vita, la BigData fa funzionare meglio l’esisten-te, a prescindere dal trend di svilup-po».

«Live Singapore»: questa metro-poli asiatica è un modello di svilup-po per la vecchia Europa?

«Singapore ha sviluppato un inte-ressante sistema di mobilità, così co-me Copenaghen è un modello di so-

stenibilità o Boston lo è per la parte-cipazione pubblica. Parliamo di cittàlaboratorio: basta pubblicare i risul-tati per replicare le migliori esperien-ze. Il modello Silicon Valley america-no, ad esempio, oggi viene replicatoa Londra e Tel Aviv. Senza dubbio,però, è una città ma anche uno statoe un’isola. Per questi motivi, oltreche per l’entusiasmo che ha sempredimostrato nello sperimentare conle nuove tecnologie, è un laborato-rio ideale per studi al confine tra ur-banistica e tecnologia».

Lei lavora anche in Italia ma inse-gna al Mit di Boston. È impossibilefare entrambe le cose in Italia?

«Il problema della fuga dei cervel-li lo considero superato. Si può lavo-rare in molti Paesi, da molti Paesi econ molti Paesi. Il nostro studio diTorino sviluppa progetti per l’Asia equello di Boston per l’Europa. I cer-velli italiani all’estero possono lavo-rare per l’Italia anche da altre nazio-ni».

Cosa consiglierebbe a un giova-ne ricercatore italiano?

«Di andare all’estero perché èun’esperienza formativa. Che poirientri o meno in Italia è un falso pro-blema. Anzi, può darsi che una pre-senza diffusa dell’eccellenza italianarappresenti uno dei punti di forzadel nostro paese. L’eccellenza italia-na, infatti, è dentro e fuori dai confi-ni nazionali, come in realtà è sem-

pre stata».La crisi economica è una chance

per chi ha idee?«La crisi può essere una grande

opportunità per ripensare l’esisten-te. Per Italia è un’opportunità legataalla cosiddetta Terza rivoluzione in-dustriale. Gli Usa si stanno reindu-strializzando, ad esempio GeneralElectric ha riportato la produzionedi elettrodomestici dall’Asia agli Sta-ti Uniti perché robot e stampanti 3Dhanno cambiato i sistemi di produ-zione. L’Italia ha una chance in piùlegata al binomio artigianato-creati-vità».

Che ruolo vede per l’Alto Adige,portavoce in Italia del modello Gre-en Region?

«L’Alto Adige ha già una leader-ship nazionale consolidata nella vi-sione Green, sia per l’energia, cheper i trasporti e l’edilizia. Adesso de-ve estendere il campo Green a quel-lo Smart, intersecando i due rami:questo darebbe grandi opportunitàdi sviluppo economico del territo-rio. La vera sfida dei prossimi anniper l’Alto Adige, così come per il re-sto dell’Italia, è capire come questenuove tecnologie digitali e leggerepossano aiutarci a far funzionare almeglio i nostri centri storici, valoriz-zando un patrimonio fantastico chetutto il mondo ci invidia».

Felice Espro

© RIPRODUZIONE RISERVATA Protagonista Carlo Ratti è ritenuto una delle menti più brillanti del pianeta

Il personaggio Museion, stasera l’architetto con studio a Torino e cattedra al «Mit» di Boston chiuderà la tre giorni

2 Primo Piano Sabato 28 Settembre 2013 Corriere dell'Alto Adige

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