UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
FA C OLT À D I SC IE N Z E DE L L A FO RM A Z IO N E
C O R S O D I LA U R E A I N S C I E N Z E D E L L A F O R M A Z I O N E P R I M A R I A
IL METODO EDUCATIVO DELLO SCOUTISMO PER I BAMBINI:
IL LUPETTISMO
Relatore:
Prof. ENRICO EULI
Tesi di Laurea di:
ANGELA PAOLA MELONI
Anno Accademico 2010/2011
Ad Andrea,
che mi ha trasmesso la passione per lo scoutismo,
e che sarà sempre nel mio cuore.
INDICE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 1
IL METODO EDUCATIVO DELLO
SCOUTISMO PER I BAMBINI:
IL LUPETTISMO.
CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE
Introduzione .................................................................................................... 4
CAPITOLO 2 – CENNI SULLO SCOUTISMO
Cenni sullo scoutismo ........................................................................................ 7
2.1 Baden Powell e la nascita dello scoutismo .......................................... 8
2.2 Lo scoutismo in Italia ........................................................................... 19
2.3 Lo scoutismo nel mondo ..................................................................... 23
2.4 Le branche dello scoutismo .................................................................. 25
CAPITOLO 3
IL LUPETTISMO
Il Lupettismo ..................................................................................................... 30
3.1 Il metodo ................................................................................................ 33
INDICE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 2
3.2 Il libro della giungla di Rudyard Kipling ............................................. 38
3.2.1 Il racconto giungla .................................................................... 45
CAPITOLO 4
LA MORALE PER TIPI
La morale per tipi ............................................................................................. 49
4.1 Tipi positivi ........................................................................................... 52
4.2 Tipi negativi .......................................................................................... 58
CAPITOLO 5
I GIOCHI GIUNGLA
I giochi giungla ................................................................................................ 62
5.1 Tipologie di giochi ................................................................................ 63
5.2 Le storie di Mogli: giochi per ogni racconto ........................................ 71
5.2.1 I fratelli di Mowgli ...................................................................... 71
5.2.2 La caccia di Kaa ........................................................................... 73
5.2.3 Come venne la paura ................................................................... 75
5.2.4 Il fiore rosso ................................................................................. 80
5.2.5 La tigre! La tigre! ........................................................................ 84
5.2.6 L’invasione della giungla ............................................................ 88
INDICE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 3
5.2.7 L’ankus del re .............................................................................. 91
5.2.8 I cani rossi ................................................................................... 94
5.2.9 La corsa di primavera .................................................................. 98
5.3 Le danze giungla ................................................................................ 101
CAPITOLO 6 – CONCLUSIONI
Conclusioni .................................................................................................. 110
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ............................................................... 113
INTRODUZIONE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 4
INTRODUZIONE
uesto lavoro nasce da una grande passione, quella per lo
scoutismo, e dalla convinzione che ancora oggi, dopo cento anni
dalla sua nascita, il metodo educativo ideato da Baden Powell sia
attuale ed efficace, e questo è confermato dal fatto che ancora le sue idee e
i suoi principi sono radicati in ogni parte del mondo e uniscono milioni di
persone in una grande fratellanza scout.
Alle fondamenta del Movimento scout sta la branca Lupetti, la cui unità
base è il Branco.
Il Branco accoglie bambini e bambine di età compresa tra i 6-8 e i 10-
12 anni (l’età di ingresso di uscita dall’unità varia a seconda delle
associazioni), più o meno l’età della Scuola Primaria, ed è per questo che,
nonostante sia l’ultima delle branche scout ad essere stata ideata (nel 1916,
quando già il primo campo sperimentale per esploratori si era svolto nel
1907), è sicuramente la più importante, perché coinvolge l’individuo nel
periodo in cui si forma la sua coscienza e il carattere, momento delicato e
fondamentale perché i bambini di oggi saranno i cittadini di domani.
Il bambino a quest’età esce di casa e allarga la sua cerchia sociale (con
la scuola). Ha già chiaro il concetto di bene e di male, non come concetto
astratto, etico o religioso, ma come qualcosa di concreto che si manifesta
nelle azioni (“faccio da bravo” o “da cattivo”).
Q
INTRODUZIONE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 5
Siamo nella fase in cui la fantasia regna sovrana, in cui ogni spunto
può essere buono per costruirsi un gioco o una situazione di fantasia (ad
esempio può parlare con un personaggio immaginario, trasformare una
scopa in un cavallo, ricreare una situazione familiare con le bambole,
simulare una battaglia con i soldatini, ecc.).
Il gioco è, in questa fascia d’età, un modo per rapportarsi con il mondo
esterno e per crescere.
La forza del Lupettismo sta nel fatto che è basato su ciò che
caratterizza la vita del bambino, su quello che a lui piace e che fa parte del
suo mondo: il gioco e la fantasia. Questi sono gli strumenti principali
attraverso cui la branca Lupetti persegue i suoi obiettivi educativi, che
sono: la crescita psicologica, anche in rapporto al mondo esterno, la
crescita morale, lo sviluppo psico-fisico e lo sviluppo del senso di
responsabilità del lupetto.
Tutto nel branco è posto sotto forma di gioco, ovvero si impara giocando.
Le attività presentate non sono pure e semplici, ma ambientate.
L’ambientazione principale scelta da Baden-Powell è quella fantastica del
Libro della giungla di Kipling: un’ambientazione in cui il bambino è in
grado di identificarsi in Mowgli, il cucciolo d’uomo, mentre l’adulto
impersona quei personaggi che nel racconto sono i conduttori del branco o
comunque le figure di esperienza, forza, astuzia, e cioè Akela, Bagheera,
Baloo, ecc. L’adulto entra a far parte integrante del gioco in maniera
naturale e non imposta.
INTRODUZIONE
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 6
L’elaborato si apre con la presentazione dello Scoutismo, del suo
fondatore e dello sviluppo del Movimento in Italia e nel mondo (cap.2).
Il cap.3 è stato dedicato al Lupettismo e alla metodologia del Branco, con i
suoi strumenti.
Negli ultimi due capitoli (capp. 4 e 5) sono stati approfonditi due
strumenti fondamentali sui quali si basa il metodo, e cioè la morale per tipi
e i giochi giungla.
In Branco non si fa morale diretta, ma si agisce sempre
indirettamente. L’ambientazione fantastica ha una morale consona allo
sviluppo morale ed etico dei lupetti. I personaggi che si raccontano sono
sempre buoni o cattivi, e sono modelli da imitare o da evitare, in base alla
simpatia o all’antipatia che ispirano nei bambini.
Nei giochi giungla si trasferisce l’ambientazione fantastica di Kipling,
fermo restando lo scopo del gioco. L’ambientazione giungla offre infiniti
spunti, a partire dai racconti - che in ogni loro parte racchiudono idee,
concetti, e strumenti da utilizzare - sino ad arrivare alle caratteristiche dei
personaggi e dei luoghi, che possono diventare nuove fonti di ispirazione.
Si ha inoltre la possibilità, attraverso i giochi, di ripassare e approfondire
episodi, tematiche e concetti presenti nel racconto. Nell’ultima parte di
questo lavoro sono riportati diversi esempi di giochi collegati ai racconti
delle Storie di Mowgli.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 7
CAPITOLO 2
CENNI SULLO SCOUTISMO
Lo scoutismo è nato in Gran Bretagna nel 1907, da un’idea geniale di Lord
Baden Powell.
Con il termine “Scouting” (scoutismo) si intendono l’opera e le qualità
dei pionieri, degli esploratori e dei soldati di frontiera.
Dando ai ragazzi i primi elementi di questo insegnamento, noi mettiamo a loro
disposizione un sistema di giuochi e di attività che va incontro ai loro desideri e ai
loro istinti, ed al tempo stesso ha un’efficacia educativa.
Dal punto di vista dei ragazzi, lo scoutismo è attraente perché li riunisce in
bande basate sulla fraternità, che rappresentano poi la loro organizzazione
naturale, sia che si tratti di giocare, o di combinare imprese delittuose, o di
bighellonare; lo scoutismo dà loro un uniforme che piace ed un equipaggiamento;
parla alla loro fantasia e al loro senso romantico; e li impegna in una vita attiva
all’aperto.
Dal punto di vista dei genitori, lo scoutismo è ben accolto perché assicura ai
loro figlioli buona salute e sviluppo fisico; insegna loro la tenacia, sveglia
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 8
l’ingegnosità e l’abilità manuale, dà ai ragazzi disciplina, coraggio, cavalleria ed
attaccamento alla comunità in cui vivono; in una parola ne sviluppa la personalità
che è più necessaria di ogni altra cosa all’uomo per farsi strada nella vita.
Il metodo scout sveglia nel ragazzo il desiderio di imparare da sé, e non gli
inculca per forza le cognizioni.
Dal punto di vista nazionale il nostro scopo è quello di avere, dalle nuove
generazioni, dei bravi cittadini.
Nei riguardi della religione del ragazzo, noi lo incoraggiamo a praticare quella alla
quale appartiene.
*…+
Lo scoutismo attira i ragazzi di ogni condizione sociale, e può essere fatto tanto
nelle città come in campagna.1
§ 2.1. Baden Powell e la nascita dello scoutismo.
Robert Stephenson Smith Powell nacque a
Londra il 22 Febbraio 1857. Era di famiglia
antica ma non nobile, non si chiamava allora
nemmeno Baden-Powell. Soltanto nel 1902 un
rescritto reale autorizza il secondo cognome. Era
figlio di un pastore Protestante, reverendo J.
Powell e di Henriette Grace, dodicesimo di
quattordici figli, settimo maschio di quella bella tribù. A soli tre anni,
1 R. BADEN-POWELL, Spiegazioni sullo scoutismo da Scoutismo per ragazzi, Ancora,
Milano, 1991.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 9
rimase orfano del padre e la madre, donna eccezionale, restò sola a tirar su
quel battaglione di figliuoli. A 12 anni, grazie ad una borsa di studio,
iniziò a frequentare il collegio di Charterhouse, ma non eccelleva negli
studi, anzi potremmo dire che si applicava molto poco allo studio. Infatti
amava molto di più scorrazzare nei boschi vicino al collegio: in essi
cominciò a conoscere, amare e vivere a contatto con la natura. Fu
sprannominato dai suoi compagni “B.P.” che trovavano il suo cognome
“Baden-Powell” troppo lungo, ed è così che ancora oggi lo chiamiamo.
Nel 1876, a 19 anni, concluse i suoi studi e si pose il problema della
strada da intraprendere. Dopo qualche incertezza, si presentò, con scarse
speranze (date le sue non brillanti note scolastiche) ad un concorso per
entrare nell'esercito. Su 700 candidati si classificò secondo in cavalleria e
quarto in fanteria. L’11 Settembre dello stesso anno ebbe la nomina a
sottotenente del 13° Reggimento Ussari. Il Reggimento era in India e il
giovane ufficiale giunse a Bombei il 6 Dicembre 1876. Rimase in India otto
anni, densi di pace e di guerra. Il suo coraggio e l’abilità d’esploratore gli
permisero di avere una carriera molto rapida. Nel 1883 fu nominato già
Aiutante Maggiore e Capitano. L’anno dopo il 13° Ussari, i famosi
“Dragoni verdi”, s’imbarcano per fare rientro in patria.
Le sue missioni, continuarono in Africa e in India, gli Zulu, Ashanti,
Matabele, gli danno il soprannome di M'HLALA PANZI, cioè “ l'uomo che
si sdraia per uccidere ” per l'abilità con la quale si apposta per cacciare e di
IMPEESA, cioè “ il lupo che non dorme mai”.2
2 F. JANOVITZ, B.P. e la grande avventura dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 10
L’assedio di Mafeking
Nel 1899, in Sud Africa, durante la guerra Anglo-Boera, B.P. installò
il suo quartier generale, con circa 1.000 uomini, presso la cittadina di
Mafeking3, dove venne assediato dai 9.000 Boeri del generale Cronje.
L’assedio durò 217 giorni, e durante tutto questo tempo B.P. si diede da
fare per trovare sempre nuove idee per convincere i nemici che gli uomini
sotto il suo controllo erano molto numerosi e che la città era difesa più di
quello che non fosse in realtà.
Tra tutte le trovate ci fu quella di utilizzare i ragazzi di età superiore
ai sette anni, per svolgere funzioni di ausiliari: portare messaggi,
consegnare la posta e fare turni di sentinella. Li divise in gruppi di cinque-
sei ciascuno, capitanati da un ragazzo che essi stessi sceglievano tra di
3 Mafeking (oggi Mafikeng parte di Mmabatho, in Sudafrica) all'epoca era una cittadina
di coloni inglesi nel remoto confine nord orientale fra la Colonia del Capo e la
repubblica boera del Transvaal, nodo ferroviario e capoluogo amministrativo.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 11
loro. Col tempo il corpo di cadetti di Mafeking fu ufficialmente
riconosciuto come parte integrante della difesa della città.
Anni dopo, Baden-Powell si sarebbe ricordato di loro. I cadetti gli
avevano dimostrato che anche ai ragazzi si potevano affidare compiti di
responsabilità. Il corpo dei cadetti fu un anello importantissimo della
catena che, alla fine, avrebbe portato alla fondazione dell'organizzazione
scout mondiale.
Il lungo assedio di Mafeking si concluse la sera del 16 maggio 1900.
La Regina Vittoria telegrafò personalmente a B.P., congratulandosi
per il successo del suo comando. Baden-Powell divenne un’eroe e fu
promosso al grado di Maggior Generale. Re Giorgio V gli conferì il titolo
di Lord.
B.P. Scoprì inoltre che nel frattempo il suo manuale d'addestramento
per i soldati Aids to Scouting aveva avuto un grande successo e che era
stato adottato da insegnanti e da associazioni giovanili.4
La formazione del carattere
Durante i suoi numerosi anni trascorsi nell’ambiente militare gli
passarono per mano centinaia di giovani che erano il prodotto tipico
dell’educazione media impartita dalla scuola in quei tempi. Fu proprio
con questi ragazzi che ebbe modo di iniziare un certo metodo educativo
finalizzato a correggere alcuni difetti del loro carattere e colmare le lacune
4 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 12
lasciate dalla scuola, sviluppando in essi le varie qualità necessarie per
farne uomini su cui si potesse contare. Occorreva far nascere svariate
qualità non enunciate dai manuali scolastici, come il coraggio personale,
l’intelligenza, lo sviluppo di iniziativa, lo spirito d’avventura. E lo
facevano, non attraverso l’addestramento in ordine chiuso o una
istruzione imposta, ma tramite il ritorno alla natura e alla scienza
dell’uomo del bosco, riportandoli il più possibile alle condizioni di vita
primitiva, per far loro imparare a seguire una traccia, a osservare il
terreno, di notte come di giorno, ad appostarsi e nascondersi, a
improvvisare un riparo, a nutrirsi e a cavarsela da soli.
Questo programma si rivelò così interessante ed entusiasmante che
non mancavano mai i volontari per l’addestramento. Ben presto i risultati
di tale addestramento sui giovani mostrò che si era ottenuto qualcosa di
più, infatti i ragazzi avevano acquistato una certa fierezza del proprio
lavoro, fiducia in se stessi, un senso di responsabilità, di lealtà, di
affidabilità e rispetto di se stessi.5
A seguito di tali esperienze (tra cui l’importante lezione offerta dai
cadetti di Mafeking), Baden-Powell buttò giù qualche idea per la
formazione dei ragazzi, sulla falsa riga di quella data agli esploratori
militari. Si rese conto che l’obiettivo di questa proposta educativa poteva
facilmente essere convertito dalla guerra alla pace, giacchè la sua base era
costituita dallo sviluppo del carattere, la salute, l’impegno civile,
altrettanto necessarie al cittadino e al soldato.
5 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 13
E’ in questo periodo che Baden Powell inizia a scrivere un libro specifico
per i ragazzi.
Il campo sperimentale di Brownsea (1907)
Prima di pubblicare il progettato libro, volle sperimentare
pienamente il programma tramite l’organizzazione di un apposito campo.
Il primo campo scout della storia si svolse nell’Isola di Brownsea, nella
baia di Poole (nel Dorset), dal 1 agosto al 9 agosto 1907 con una ventina di
ragazzi provenienti da ogni ambiente sociale, mescolati insieme, e già
questa fu un’idea rivoluzionaria.
I ragazzi furono divisi in quattro “Pattuglie” da cinque, che
prendevano il nome di un animale, con il ragazzo più anziano di ciascuna
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 14
a fare il Capo pattuglia. Nel complesso tutte le pattuglie assieme
formavano un “Reparto”.
L'uniforme era di color cachi con sopra il distintivo del giglio scout,
la prima volta in cui fu usato questo emblema. Ciascuno portava un nodo
colorato sul proprio fazzolettone con i colori della pattuglia. Il capo
pattuglia portava un bastone con la bandierina dipinta con il disegno del
proprio animale.
Quest’organizzazione fu il segreto del successo riscosso. Ad ogni
capo pattuglia venne data piena responsabilità per il comportamento della
sua pattuglia in ogni momento, nel campo e sul terreno di gioco. La
pattuglia rappresentò l’unità base del campo e ogni pattuglia era
accampata in un punto diverso. Sui ragazzi si faceva affidamento affinchè
eseguissero gli ordini sul loro “onore”. In tal modo il campo era impostato
sull’affidamento di responsabilità e sulla rivalità competitiva delle
pattuglie, assicurandosi così un buon livello di progresso di tutto il
Reparto di giorno in giorno.
Al Reparto venivano proposte gradualmente le varie tecniche scout,
il programma della settimana infatti prevedeva: vita all’aperto,
osservazione, natura, cavalleria, salvare una vita, patriottismo, giochi6.
La nascita dello scoutismo
Baden-Powell ritenne il test sufficiente a dimostrare la bontà delle
sue idee, pertanto si dedicò alla stesura di queste in un libro dal titolo
6 M. SICA, Brownsea – Il primo campo scout, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 15
Scouting for boys (Scoutismo per ragazzi). Il libro vide la luce, in sei
fascicoli quindicinali, nel gennaio del 1908 e fu un successo. Lo scautismo
era nato e si sviluppò in tutta la Gran Bretagna. Nel settembre dell’anno
dopo ad un raduno al Crystal Palace di Londra c’erano circa 11.000 di
scout!
Fu proprio in quell’occasione che una ragazzina di 11 anni annunciò
che esistevano anche le “Girl Scout”: la presenza e l’entusiasmo di queste
ragazze aprirono gli occhi a Baden-Powell sul fatto che si presentava la
possibilità di un’ulteriore applicazione del metodo scout ai fini della
formazione del carattere e della crescita personale. Così si creò, accanto al
Movimento degli Esploratori un Movimento per le ragazze che chiamò
“Guide”.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 16
Il Movimento si sviluppò automaticamente e velocemente in tutti i paesi
del mondo.
Nel 1910 Baden-Powell diede le dimissioni dall’Esercito, per potersi
occupare soltanto del Movimento scout, cosa che fece sino alla fine della
sua vita terrena7.
Nel 1912 partì per il suo primo giro del mondo, a bordo dell'Arcadie,
notò una giovane donna di nome Olave St. Soames, si presentò e la
sbalordì iniziando a parlare così: “Due anni fa lei passò vicino alla caserma
di Knightsbridge a Londra, accompagnata da un cane spagnolo bianco e
bruno. Fin da quel giorno avrei gradito parlare con lei, signorina.” Lo
stesso anno, nonostante i 30 anni che li separassero, deciderono di
sposarsi. B.P. divenne un marito assai felice, allietato dalla nascita di tre
figli: Peter, Heather e Betty. Lady Olave fu anche compagna preziosa nella
grande impresa e divenne capo e animatrice del Movimento Scout
Femminile Mondiale.
Giwell
Nel 1919 il Signor Maclaren donò all’Associazione la tenuta di Giwell
Park. La sua intenzione era di mettere a disposizione dei ragazzi delle
classi più povere un terreno di campo che fosse facilmente accessibile da
Londra; poiché nella tenuta vi erano vari edifici adatti, si accolse la
proposta di stabilirvi anche un campo scuola per Capi, iniziativa che B.P.
considerò di estrema importanza per lo sviluppo del Movimento.
7 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 17
Fu proprio grazie a questa scuola e al suo programma di formazione
che il metodo scout è stato compreso perfettamente e applicato non solo in
Gran Bretagna, ma in tutti i paesi del mondo: i paesi stranieri infatti
inviarono i loro rappresentanti al campo scuola di Giwell affinchè
ricevessero l’opportuna formazione e tornassero poi nella loro patria a
organizzarvi lo stesso sistema di formazione8.
Jamboree Mondiale di Olympia (1920)
Dopo la guerra fu organizzato a Londra un grande incontro di Scouts
di tutti i paesi per unire le nazioni per mezzo dello Scoutismo e per
festeggiare la pace.
Era qualcosa più di un raduno, perciò fu chiamato “Jamboree”, il primo
della storia, che letteralmente significa
"marmellata di ragazzi", dall'unione della
parole inglesi jam e boy. Baden-Powell gli
diede questo nome perché voleva che tutti
gli scout del mondo si incontrassero per
fare un campo insieme e quindi una
"marmellata" di colori e usanze.
Esso ebbe luogo all’Olympia e durò dieci
giorni. Vi presero parte circa 12.000
Esploratori. L’ultimo giorno i
8 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 18
rappresentanti di tutti i paesi stranieri si riunirono ed elessero B.P. Capo
Scout del Mondo.
Nel 1929, per celebrare il ventunesimo anniversario del Movimento, si
tenne a Arrowe Park, vicino a Birkenhead, uno Jamboree a cui
parteciparono ben 56.000 Scouts di 54 paesi del mondo.
Gli ultimi anni
Nell’ottobre 1938, le forze improvvisamente abbandonarono B.P., in
viaggio per il Sudafrica. Fu costretto a sbarcare in Kenya, dove viveva da
qualche anno suo figlio Peter, in una casa ai piedi del monte Kenya. B.P.
trascorse qui gli ultimi anni. Laggiù la radio gli portò, nell'autunno del
1939, la notizia tristissima della seconda guerra mondiale. Ai "suoi" scouts
veniva un'altra volta comandato di imbracciare il fucile per uccidersi a
vicenda.
Morì nel gennaio del 1941, alla vigilia del suo 84° compleanno.
L'ultimo messaggio che mandò da quella zona sperduta dell'Africa agli
Scout di tutto il mondo mentre ancora infuriava la guerra, fu una parola di
speranza: "La mia vita è stata molto felice, e quindi desidero che ognuno di voi
abbia una vita altrettanto felice. Cercate di lasciare il mondo un po' migliore di
come lo avete trovato. E quando sarà la vostra ora, potrete morire sereni nel
pensiero che avrete fatto del vostro meglio9”.
9 A. PADOIN, Breve storia dello scautismo, Nuova Fiordaliso, Roma, 2000.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 19
§ 2.2. Lo scoutismo in Italia
Lo scoutismo, sotto la spinta di Baden Powell, ebbe un rapido
sviluppo in Inghilterra e non tardò a varcare i confini britannici per
arrivare anche in Italia.
Il primo esperimento italiano di scautismo fu fatto nella primavera del
1910 a opera di sir Francis Vane, baronetto di Hutton, e si tenne a Bagni di
Lucca. Il 12 luglio 1910, con l'aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, il
baronetto fondò ufficialmente un primo reparto di scout col nome di
“Ragazzi Esploratori” (noti su molta carta stampata come Boy Knight,
Ragazzi Patrioti, Piccoli Esploratori della Pace, Giovani Esploratori, Piccoli
Cavalieri del Mondo), da cui presero origine i “Ragazzi Esploratori
Italiani” (REI), sezione italiana degli inglesi British Boy Scouts. Il 6
novembre 1910 il reparto fu presentato a re Vittorio Emanuele III, che
villeggiava nella vicina tenuta di San Rossore.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 20
A Genova un giovane maestro, Mario Mazza, aveva in precedenza
(nel 1905) fondato una piccola associazione giovanile chiamata “Juventus
juvat”, composta da altri quattro giovani universitari che si dedicavano
all'educazione di un gruppo di ragazzi denominato «Gioiosa». Alla notizia
delle iniziative scout di Vane, Mazza gli scrisse una lettera di adesione.
Quegli gli rispose di prendere contatto con il suo connazionale, il dottor
James Richardson Spensley.
Spensley, medico di varie società inglesi di navigazione e popolare
sportivo, fu uno dei principali promotori del gioco del calcio in Italia,
entrando nel 1896 nel Genoa Cricket and Athletic Club. Nell'estate del
1910, in Inghilterra, aveva conosciuto Baden-Powell, che gli aveva donato
una copia autografata del libro Scouting for Boys. Tornato a Genova,
Spensley aveva iniziato a pensare al modo di introdurre lo scautismo in
Italia e, venuto a conoscenza della prima iniziativa di sir Francis Vane, con
cui era in contatto, lo invitò a Genova per tenere una conferenza sullo
scautismo.
Il 13 novembre 1910 Vane tenne la conferenza sullo scautismo nella
città ligure. Dopo la conferenza di Vane, si costituì, per iniziativa di
Spensley un comitato per fondare una sezione dei REI. Il consiglio
direttivo della sezione di Genova era composto, oltre che da Spensley in
qualità di commissario, dal colonnello Ottavio Reghini come presidente e
da Mario Mazza come segretario.
La prima associazione scout in Italia a diffusione nazionale e
riconosciuta nacque nel 1912 ad opera del dottor Carlo Colombo. Nel
gennaio del 1912, Colombo terminò di scrivere lo statuto del suo
movimento, diviso in due sezioni, maschile e femminile, che chiamò
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 21
rispettivamente “Corpo dei giovani esploratori” e “Unione delle
giovinette esploratrici”, con lo scopo d'essere strumento educativo per
tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Con un gruppo di giovani della Società
Sportiva “Podistica Lazio”, Colombo compì un esperimento, conclusosi
nell'ottobre del 1912, ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e
da quell'iniziativa ebbe origine, all'interno della società, la quarta sezione,
dedicata “all'istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi
esploratori”. Quando si sentì pronto, Colombo si staccò dalla società
sportiva dando vita al “Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori d'Italia”
(CNGEI), ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913. Nel Corpo
Nazionale confluirono gran parte delle sezioni dei Ragazzi Esploratori
Italiani (REI). I giovani esploratori, in omaggio ai primi gruppi scout,
usarono il giglio dei REI della sezione ligure, a cui fu aggiunto il cartiglio
col motto “Sii preparato”.
Nel novembre del 1914 risulta già costituita, a Roma, sempre a cura
di Colombo, la sezione femminile che accolse le girl scouts, anche se i
primi esperimenti di scautismo femminile furono condotti fin dal 1913.
Nel 1916 fu costituita l’ASCI, Associazione Scautistica Cattolica Italiana -
Esploratori d'Italia, ad opera del conte Mario di Carpegna, Guardia nobile
del Papa. L'associazione ebbe ben presto l'approvazione pontificia ed il
primo Commissario generale fu lo stesso Mario di Carpegna. Uno dei
punti fondamentali della nuova associazione scout cattolica fu la catechesi.
Lo scoutismo si diffuse in Italia, ma nel 1927 il governo fascista istituì
l'Opera Nazionale Balilla e soppresse tutte le associazioni giovanili,
comprese quelle scoutistiche, che prima avevano visto riconosciuti i propri
meriti dal governo. Ma non tutti gli scout si rassegnarono a questa
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 22
soppressione e diedero vita in varie parti d'Italia ad associazioni
clandestine che continuarono a riunirsi e svolgere minimamente alcune
attività. Questo periodo detto "Giungla Silente" vedeva parecchi gruppi,
alcuni dei quali sono rimasti famosi: le "Aquile Randage" dell'ASCI a
Milano, i Lupi, le Aquile, i Galli a Roma. Ma non appena cadde il regime,
nel 1944 nel Meridione e nel 1945 in tutta Italia, i gruppi si ricostituirono e
ricominciarono le attività.
In quel periodo nacque in Italia anche il guidismo (lo “scoutismo
femminile") che prese corpo nelle associazioni UNGEI (Unione Nazionale
Giovinette Esploratrici Italiane) e AGI (Associazione Guide Italiane).
L'ASCI e il CNGEI formarono la FEI (Federazione Esploratori Italiani) e
l'AGI e la UNGEI formarono la FIGE (Federazione Italiana Guide
Esploratrici), entrambe riconosciute a livello mondiale rispettivamente
dalle associazioni mondiali dello scoutismo e del guidismo (odierne
WOSM e WAGGGS)10.
Nel 1965 nacque l’ASSORAIDER (Associazione Italiana di
Scautismo Raider), associazione completamente nuova nell’applicazione
della metodologia, la cui conformazione pervenne ad essere Metodo
10 G. DELL’OGLIO, Alere Flamman – Breve storia dello scautismo in Italia, Lampi di Stampa,
Milano, 2007.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 23
Assoraider, con l’arricchimento di esperienze diverse, attraverso continui
studi e confronti tra ex esponenti ASCI ed AGI, GEI e UNGEI, che di
nuovo propone in particolare uno scautismo per adulti, il Raiderismo.
Nel 1974 ASCI e AGI si fondarono per creare l'AGESCI (Associazione
Guide E Scout Cattolici Italiani). Due anni dopo anche il CNGEI operò una
fusione con l'UNGEI. Nello stesso periodo però alcuni capi dell'AGESCI
più tradizionalisti, che non erano rimasti convinti di quella unione si
staccano e formano l'FSE (Federazione dello Scoutismo Europeo).
Negli anni ’80 continuarono a formarsi nell’ambito dello scoutismo
italiano numerose frammentazioni con la creazione – attraverso piccoli
gruppi, spesso locali – di altre associazioni: alcune di esse sono
attualmente riunite in sigla nella FEDERSCOUT11.
§ 2.3. Lo scoutismo nel mondo
Nel mondo esistono al 2009 almeno 540 associazioni (nazionali o regionali)
con più di 28 milioni di scout e 10 milioni di guide, giovani ed adulti,
maschi e femmine, in 216 differenti paesi e territori.
Le organizzazioni mondiali che raccolgono il maggior numero di
associazioni affiliate e di iscritti sono:
l'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM, nota
anche come OMMS) e l'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici
(WAGGGS, nota anche come AMGE), rappresentanti originariamente
11 ASSORAIDER, Dispense di Scoutismo classico a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 24
la parte maschile e femminile del movimento rispettivamente.
Tuttavia, l'originale distinzione si è fatta col tempo meno rigida, molte
associazioni scout accolgono anche ragazze, e addirittura molte
associazioni europee sono affiliate contemporaneamente ad entrambi i
movimenti. WOSM e WAGGGS sono anche le uniche organizzazioni
mondiali che risalgono direttamente allo stesso Baden-Powell.
La Union Internationale des Guides et Scouts d'Europe – Fédération
du Scoutisme Européen (UIGSE-FSE) è una federazione scout
internazionale che opera a livello europeo e raccoglie esclusivamente
associazioni scout di fede cristiana.
La World Federation of Independent Scouts (WFIS) è
un'Organizzazione Scout Internazionale per gli scout indipendenti,
nata con lo scopo principale di favorire l´incontro e lo scambio
mediante campi, corsi di formazione, Jamboree e non solo. La WFIS
nasce nel 1996 a Laubach (Germania) con l'obiettivo di creare una
Federazione per gli scout che non fanno parte di altre organizzazioni
internazionali e per offrire la possibilità di instaurare contatti a livello
europeo e mondiale.
Resiste, quasi fantasma, la prima Organizzazione scout dissidente: The
Order of World Scouts; fondata nel 1911 da Sir Francis Vane, lo stesso
Vane che fondò lo scautismo in Italia nel 1910. L'OWS conta un
numero irrisorio di iscritti ed è ancora presente in Inghilterra,
Australia, Polonia, Italia, Perù, Jamaica, Messico, Argentina, Brasile,
Uruguai, Bolivia, Cile, Repubblica Dominicana.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 25
Una curiosità: la più antica organizzazione scout internazionale attiva
ininterrottamente è la Skolta Esperanto Ligo, fondata nel 1918. Essa
riunisce singoli membri di associazioni scout nazionali (non è dunque
in "concorrenza" con le altre associazioni scout) e promuove la
dimensione internazionale dello scautismo attraverso l'uso della lingua
esperanto, come auspicato da Baden-Powell12.
§ 2.4. Le Branche dello scoutismo
Il movimento scout si suddivide secondo tre fasce d’età. Ciò
permette ai bambini, ragazzi, adolescenti di essere stimolati e valorizzati
secondo le loro necessità ed interessi particolari della loro età.
A seconda delle associazioni ci possono essere delle leggere variazioni
nell’ingresso e nel passaggio da un’unità all’altra, ma i caratteri generali e
le metodologie rimangono le stesse.
BRANCA LUPETTI/LUPETTE (in alcune associazioni BRANCA
LUPETTI/COCCINELLE): la Branca Lupetti fu ideata nel 1916 da
Baden Powell per venire incontro al desiderio di un gran numero di
bambini che volevano divenire Scout, ma erano ancora troppo piccoli
per essere Esploratori, e ne fissò il metodo nel “Manuale dei lupetti”.
Accoglie bambini e bambine dai 6/8 ai 10/11 anni. In ogni realtà
12 D. SORRENTINO, Storia dello scautismo nel mondo, Nuova Fiordaliso, Roma, 1997.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 26
associativa locale i bambini/e vengono raggruppati e formano il
BRANCO, guidato da più Vecchi Lupi, educatori maggiorenni.
L’intera attività del Branco è calata nella fantastica ambientazione de
“Il Libro della Giungla” di Rudyard Kipling (in alcune associazioni le
bambine, che vengono chiamate “coccinelle”, sono riunite nell’unità
chiamata CERCHIO e svolgono attività ambientate in base al racconto
“Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, ma in questo contesto
non andremo nello specifico di questa variante). La Giungla è lo
strumento principale che l’educatore ha a disposizione per “entrare”
nel mondo del bambino e fargli vivere un’esperienza di vita formativa
ed assolutamente divertente, il tutto nell’atmosfera accogliente e
galvanizzante della Famiglia Felice.
Il gioco (o meglio la “caccia”) è lo strumento attraverso il quale si
impara e si cresce, mettendosi alla prova. Tutto ciò che viene proposto
al singolo bambino e all’intero gruppo è, difatti, impostato sotto forma
di gioco: è questo sicuramente il modo migliore per coinvolgere ed
impegnare il bambino nelle varie attività.
Gli obiettivi del Metodo scout, e di conseguenza anche di quello
Lupettistico, sono la crescita psicologica, morale e fisica del bambino.
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 27
Egli viene di continuo stimolato a fare del proprio meglio (come detta
il Motto dei Lupetti) e così facendo, pur non sapendolo (convinto del
fatto di vivere un “grande gioco”), sviluppa la propria morale, il
proprio carattere. Viene responsabilizzato ed incoraggiato ed ogni
qualvolta “in caccia” dimostra di essersi impegnato e di aver rispettato
la Legge gli vengono riconosciuti i propri meriti.
BRANCA ESPLORATORI/ESPLORATRICI o ESPLORATORI/GUIDE:
la seconda branca, con la quale è nato lo scoutismo, accoglie ragazzi e
ragazze dai 11/12 ai 15/16 anni, che svolgono attività che mirano a
preparare se stessi mediante uno stretto contatto con la natura. Questa
branca porta l’esploratore a vivere
organizzato con gli altri e, attraverso
attività/avventura, gioco,
superamento di prove, adeguati allo
sviluppo psicofisico proprio dell’età
evolutiva considerata, ad ottenere la
migliore formazione del carattere,
della personalità e dei sentimenti.
Con il “sistema delle pattuglie” viene
richiesto agli esploratori un certo personale impegno gradualmente
reso complesso dagli stessi programmi di gruppo. Il gruppo degli
esploratori/trici si chiama REPARTO.
BRANCA ROVER/SCOLTE: e' la terza delle quattro Branche delo
scoutismo, e ne fanno parte i ragazzi e le ragazze dai 15/16 ai 18/21
anni. Fu istituita nel 1919, dopo la guerra. Baden Powell scrisse allora il
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 28
libro “La strada verso il successo” che ne definisce la metodologia. Ciò
che caratterizza la Branca è il passaggio dall'essere ragazzo ancora
voglioso di giocare, al diventare uomo iniziando a ricoprire nella
società una più impegnativa presenza e partecipazione ai problemi -
unitamente alla alla consapevolezza di esserne parte attiva anche per
la loro risoluzione.
La vita di Branca è basata su una tipica e
più impegnativa attività scaut; ma anche
ad una maggior presa di coscenza di ciò
che sono i problemi di tutti i giorni.
Questo percorso viene sviluppato
all'interno del gruppo, chiamato
COMPAGNIA o CLAN (a seconda delle
associazioni) analizzando, discutendo, ed
impegnandosi sui problemi della vita e
della società, e soprattutto sul servizio, imparando, nel libero dibattito,
a rispettare sempre più gli altri, ad aiutarli e a forgiare proprie idee. Le
attività basilari della vita della Compagnia sono le imprese, che si
svolgono durante tutto l'anno e possono essere le più varie ed a volte
frutto della fantasia dei ragazzi stessi. Il motto della compagnia è
SERVIRE.
In Italia l’associazione ASSORAIDER ha anche una quarta branca,
quella RAIDER, che accoglie adulti dai 19 ai 30 anni, che offre la
possibilità ai ragazzi, una volta terminato il loro percorso in branca R/S
e qualora non diventino a loro volta capi nelle unità giovanili, di
CAPITOLO 2: CENNI SULLO SCAUTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 29
continuare a fare scautismo, in modo più responsabile, più maturo,
attraverso imprese che si svolgono in seno alla società, scelte in base
alle proprie inclinazioni e specializzazioni. L’attività della branca
Raider si concentra in gruppi chiamati Raid dove l’interesse personale
diventa comune e permette, semiprofessionalmente, di essere utili a se
stessi, all’associazione e alla società. La quarta branca è una peculiarità
dell’Assoraider, fondata nel 1965 da un ex dirigente del CNGEI, Aldo
Marzot13.
13 ASSORAIDER, Aldo Marzot 1904-1976 Scritti sullo scautismo, Arcobaleno edizioni,
Cagliari, 2004.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 30
CAPITOLO 3
IL LUPETTISMO
La data ufficiale della nascita dello scoutismo si fa risalire al 1907
quando nell’isola di Brownsea si tenne il primo campo scaut.
Da allora la grande fratellanza crebbe come nessun altro gioco per ragazzi
era mai cresciuto.
Da questa famiglia erano esclusi tutti i ragazzi di età inferiore ai 12
anni che ormai da tempo premevano sui Capi Reparto per entrare a farne
parte.
I dirigenti dello scoutismo del tempo fecero presente della nuova e
pressante situazione che si stava prospettando a B.P. il quale rispose in
modo semplice e geniale con la famosa frase: «Fate che si preparino a
diventare scaut; fateli Lupetti e riuniteli in branchi». Era il 19161.
1 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 31
A capo dei Branchi ci sono degli adulti educatori chiamati Vecchi
Lupi che prendono il nome dei personaggi positivi principali del Libro
della giungla di Rudyard Kipling, tra cui Akela, che è il Capo Branco, e uno
o più vice, come Baloo e Bagheera.
B.P. non impose nessuno schema preordinato ma si limitò a subire
l’irresistibile pressione del ragazzo che chiedeva che ci si occupasse di lui,
che gli si desse la possibilità di divertirsi, che gli si volesse bene.
Venne fornito tutto questo con semplicità attraverso il gioco, tramite il
quale venivano posti i rudimenti del metodo scaut. Ci si accorse che la
fascia di età interessata avvertiva la necessità di identificarsi in un
immaginario fantastico, pertanto fu proposto un mondo e un linguaggio
nuovo, la giungla, nella quale venivano facilmente giustificati agli occhi
del bambino le figure degli educatori. Grazie alla presenza della giungla
come immaginario fantastico venne introdotta la morale indiretta, e la
pista che avrebbe accompagnato il lupetto nella sua graduale crescita.
Si venne così delineando il Metodo del Lupettismo, nel quale si
precisavano le necessità del Branco.
Negli anni, grazie all’apporto degli scaut di tutto il mondo, furono
apportate delle modifiche e degli aggiustamenti al modo di fare Branco,
mantenendo salda la radice della proposta educativa tracciata da B.P. che
è racchiusa nel Manuale dei Lupetti.
Riconosciuta l’importanza dell’educazione nell’età esploratore e il
valore rilevante del roverismo, B.P. sottolineò e non solo lui, come il
periodo di gran lunga più importante per lo sviluppo formativo di un
individuo fosse quello al di sotto dei 12 anni .
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 32
Il bambino in questa età potrebbe essere paragonato a una tela bianca
sulla quale si cominciano a intravedere i lineamenti di uno schizzo, sta al
capo unità con la sua opera, in collaborazione con la famiglia e le
istituzioni come la scuola, far si che quello schizzo appena accennato
possa diventare negli anni il capolavoro di un Uomo.
E’ compito di un capo branco iniziare il bambino alla formazione di
se stesso tramite la libera espressione della propria personalità.
In sintesi dunque lo scopo del Lupettismo è quello di fondare le basi
del ragazzo che diventerà un domani uomo.
Compito di Akela e dei Vecchi Lupi è di valorizzare i lati positivi del
carattere del bambino attenuandone i negativi seguendo il metodo.
La vita del bambino si svolge in tre capisaldi:
FAMIGLIA
SCUOLA
TEMPO LIBERO
Se i tre punti su citati fossero tra loro coordinati, se ci fosse una
collaborazione reciproca, si otterrebbe un risultato formativo ottimale.
Il Lupettismo quindi si propone come metodo pedagogico attuale e
d’avanguardia applicabile in quel lasso di tempo che la scuola e la
famiglia lasciano vuoti ovvero il tempo libero.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 33
§ 3.1. Il metodo
L’età dei lupetti è l’età della fantasia e del gioco, e sono proprio questi
ultimi gli strumenti di apprendimento che B.P. propone per il Branco. Si
utilizza cioè qualcosa che attrae il bambino, che è per lui naturale,
assecondando le sue necessità e immergendolo in un ambiente a lui
consono.
L’attività dunque è basata su giochi, gare amichevoli, rappresentazioni
mimiche, racconti, danze e lavori manuali. Giocare insieme, lavorare
insieme e anche scherzare o cantare insieme, vuole essere lo stimolo verso
l’ottenimento di una catena di rispetto ed affetto che leghi
indissolubilmente i lupetti gli uni agli altri, e permetta al bambino di
crescere e raggiungere tappe importanti del suo sviluppo psico-fisico in
serenità e condivisione.
Gli obiettivi principali del metodo sono:
- la crescita psicologica in rapporto al mondo esterno: obiettivo del
Branco è far crescere e sviluppare il senso di gruppo del bambino,
fargli vivere le meccaniche di socializzazione in un ambiente che più si
avvicina a quello naturale con la costante e vigile attenzione dell’adulto
che si integra;
- la crescita morale: si propongono dunque al bambino costantemente
degli esempi positivi, si premiano i suoi sforzi al miglioramento; la
giustizia, la lealtà, l’amicizia, sono vissuti come realtà e non come
concetti astratti e filosofici;
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 34
- lo sviluppo psico-motorio: si propongono attività, giochi, gare, trofei
dove l’abilità fisica, manuale, atletica, sono incentivate e premiate;
- la responsabilizzazione: il lupetto non viene trattato da bambino, ma
da essere capace, entro i naturali limiti, di badare a se stesso; a lui viene
chiesto di eseguire anche degli incarichi che richiedono in maniera
crescente responsabilità e autonomia; i Vecchi Lupi controllano il suo
operato lasciando che lui creda di agire indipendentemente,
intervenendo solo se strettamente necessario.2
I mezzi principali del metodo sono:
1. La fantasia
2. Il gioco
3. La Famiglia felice
4. La giungla
5. La morale per tipi
6. La morale indiretta
7. La pista
1. La fantasia: le attività presentate non sono pure e semplici, ma
ambientate. L’ambientazione principale è quella fantastica della
giungla di Kipling, ma temporaneamente, solo per alcune
attività che iniziano e finiscono in un determinato momento o
2 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 35
giornata, possono essere usati altri tipi di ambientazioni
fantastiche.
2. Il gioco: tutto nel branco è posto sotto forma di gioco, ovvero si
impara giocando. Se per esempio un Vecchio Lupo insegna a
tenere in ordine lo zaino, alla spiegazione seguirà un gioco che
richiama quello che è stato spiegato.
3. La Famiglia Felice: è l’ambiente più adatto ad accogliere un
bambino fino all’età di 10/12 anni, è una comunità piena di
gioia, nella quale ci si sente tutti fratelli. Per questo B.P. definisce
il branco una famiglia ed aggiunge ‚una famiglia felice”. Che non
significa che si vivono situazioni al limite della realtà o solo
felici, ma definisce un ambiente in cui le cose belle e le cose
anche un po’ meno belle vengono vissute con serenità e
naturalezza, e dove il bambino si sente sicuro e protetto.
4. La Giungla: è l’ambiente fantasioso in cui tutto il branco è
immerso, ambiente che B.P. ha scelto ricalcando Le storie di
Mowgli dal Libro della giungla di Rudyard Kipling. La
giungla è il filo conduttore di tutta la vita del branco e insieme
alla famiglia felice è l’atmosfera necessaria all’applicazione del
metodo. Il bambino è in grado di identificarsi nel cucciolo
d’uomo Mowgli, e nell’insieme, come gruppo, nel branco dei
lupi di Seeonee nel quale viene accolto Mowgli, mentre l’adulto
impersona quei personaggi che nel racconto sono i conduttori
del branco o comunque le figure di esperienza, forza, astuzia e
altre doti positive, cioè Akela, Baloo, Bagheera, ecc.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 36
Anche l’ambiente in cui si svolgono le attività del branco (la
tana) deve riprendere le immagini della giungla, con disegni,
richiami alla legge della giungla, massime, e il linguaggio usato
nel chiamare o parlare ai lupetti prende spunto da brani,
esempi, citazioni del Libro della giungla.
5. La morale per tipi: l’ambientazione fantastica ha una morale
consona allo sviluppo morale ed etico dei lupi. I personaggi che
si interpretano o si raccontano sono sempre buoni o sempre
cattivi, rappresentano il bene e il male, in maniera netta3.
6. La morale indiretta: in branco non si fa mai morale diretta, ma
si agisce sempre indirettamente. Non si farà quindi, per
esempio, un discorso su quello che è la lealtà come concetto
astratto o la bontà, bensì col racconto giungla si esporrà una
storia in cui le qualità positive sono premiate e quelle negative
frustrate, senza però spiegarlo, lasciando che siano i lupi stessi a
tirare le somme. Si premierano gli atteggiamenti validi e si
squalificheranno quelli non validi. La stessa condotta dei vecchi
lupi è di esempio costante per loro.
7. La pista: per pista si intende il graduale progredire del Lupetto
nel superamento delle varie prove atte a stimolare il suo
sviluppo psicofisico. Le tappe:
- Il bambino ammesso nel Branco, su domanda dei genitori ed
accettata da Akela, viene chiamato cucciolo .
3 Per approfondimenti si rimanda al capitolo dedicato alla Morale per tipi.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 37
- Una volta che è ammesso a pronunciare la Promessa, previo
superamento di prove specifiche, egli potrà fare il saluto e
diventare un lupetto.
- Qualora abbia dimostrato la sua buona volontà applicando la
Legge nella vita quotidiana, in Branco e fuori, e superando le
prove previste, il lupetto potrà divenire lupetto ad una stella.
Comincia così ad ‚aprire il primo occhio nella Giungla‛.
- Dopo alcuni mesi dal conferimento della Prima Stella il
Lupetto, dando prova di Lealtà, di Disciplina, di Abilità e di
Spirito di iniziativa, può passare a lupetto a due stelle. Ciò
equivale a riconoscere che egli ormai ha ‚entrambi gli occhi
aperti nella Giungla‛.
- Segue il conferimento del Lupo anziano .
- La treccia gialla non fa parte della pista ma viene riconosciuta
al lupetto dai vecchi lupi per meriti speciali4.
La progressione, stimolando l’ego e la competizione positiva, serve
da premio agli sforzi che il lupetto compie, e funge da stimolo a
migliorarsi e a crescere.
4 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider,
Pomezia, 2005.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 38
§ 3.2. Il libro della giungla di Rudyard Kipling
E’ la raccolta di racconti, divisi in due parti, dello scrittore inglese
Rudyard Kipling (1865-1936), pubblicata
nel 1894-1895.
L'opera comprende numerosi racconti
indipendenti l'uno dall'altro, legati da
un comune denominatore: gli animali e
l'ambiente naturale entro il quale essi
vivono, una delle profonde foreste
dell'India Settentrionale.
Il nucleo centrale dei racconti è
costituito da quelli che hanno per
protagonista Mowgli e che, nel loro
insieme, propongono la storia del
ragazzo.
Mowgli è un piccolo bimbo trovato abbandonato nella giungla da Babbo
Lupo e Mamma Lupa (Raksha) che lo portano nella loro tana, lo nutrono
insieme ai loro cuccioli e lo proteggono da Sher Khan, una tigre zoppa, in
cerca di un facile pasto. E’ grazie alla sua nuova famiglia, ad Akela che lo
accoglie nel branco dei lupi, all’orso buono e saggio Baloo che gli insegna
la legge della giungla, e alla pantera Bagheera che gli trasmette la sua
esperienza nella caccia, che Mowgli riesce a sopravvivere nella giungla e
impara il linguaggio degli animali.
La vita nella giungla, però, non è per niente facile, c’è sempre una
trappola in agguato e il ‚cucciolo d’uomo‛ si trova ad affrontare ogni
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 39
giorno le insidie della natura: viene rapito dalle scimmie, per un periodo
vive con gli umani e non smette mai di lottare contro la tigre che voleva
ucciderlo.
Questo straordinario insieme di animali anima la giungla, la vivifica
organicamente.
Una legge governa questa società eterogenea, una legge diversa e
tuttavia analoga a quella che governa le società umane; essa permette
l'esplicarsi della libertà individuale, senza la quale non vi sarebbe
sopravvivenza, tuttavia ne limita la portata a favore della società stessa:
‚Questa è la legge della Giungla, vecchia e vera come il cielo: il lupo che la
osserverà avrà vita prospera, ma quello che la infrangerà dovrà morire. Come la
liana che cinge il tronco dell'albero, la Legge corre avanti e indietro… Poichè la
forza del Branco è nel Lupo e la forza del Lupo è nel Branco”, “Ricorda che il lupo
è un cacciatore: vai per la giungla, e da solo conquista la tua preda”, “Quando ti
batti con un Lupo del Branco, devi farlo da solo e lontano; perchè gli altri non
prendano parte alla lite e il Branco non esca diminuito dalla lotta”, “La tana del
lupo è sua casa e rifugio…”, “Puoi uccidere per te, per le compagne e per i cuccioli
finchè ne hai bisogno e finchè hai forze, ma non farlo per il solo piacere di uccidere;
e sette volte, te lo ripeto, mai dovrai uccidere l'Uomo”, “Il diritto del branco è il
diritto del più debole…”, “Nei confronti di ogni cosa che la legge non precisa, la
parola del tuo capo è per te la legge, lupo: per la sua età e per la stretta che non
molla, per la zampa sua possente”5. Questo principio della legge emerge
dall'opera di Kipling come il centro, l'asse portante della sua filosofia.
5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, pp. 107-109.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 40
Mowgli è divenuto il signore della giungla perchè ha aderito alle sue leggi
pur salvando la propria indipendenza entro il limite e il cerchio della
natura che lo ospita.
Alla fine dell’ ‘800 e all'inizio del ‘900, il problema di un nuovo
imperio si proponeva alla mente degli uomini; il mondo della macchina
offriva all'uomo le sue immense possibilità, ma insieme gli imponeva le
sue esigenze; una certa morale può trarsi da questo Libro della giungla: se
l'uomo saprà aderire, cioè servirsi del mondo della macchina, usare le sue
offerte, e riuscirà tuttavia a mantenersi dominante, al di sopra di esse, a
conservare cioè la libertà delle scelte, allora egli potrà percorrere un nuovo
cammino. Questa morale è attuale per le azioni dell'uomo di oggi, al quale
la macchina, e tutti i suoi derivati, continuano a offrire nuovi mezzi di cui
servirsi o da cui essere sopraffatto.
Perché mai B.P. ha scelto l’opera di Kipling escludendone ogni altra delle
pur tante che ce ne sono state e ce ne sono di analoghe?
L’opera di Kipling rivela un complesso di elementi favorevoli, che
(se pur presenti in qualche misura anche in altre opere analoghe) in
nessuna raggiungono una così alta concentrazione positiva.
Brevemente, Le storie di Mowgli:
1) si possono facilmente raccontare (non solo leggere) e facilmente
capire. Gli elementi del dramma (cioè l’evoluzione
dell’accadimento) emergono da dialoghi vivaci e coloriti, che
consentono una vera e propria ‚recita‛ della vicenda,
accompagnandone i crescendo o i calando con il variare delle
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 41
voci e dei toni, più che con il solo rinforzo del ritmo e della
narrazione;
2) sono adeguate all’età dell’uditorio lupetto: il tema e la trama
propongono una tesi (il farsi uomo di un piccolo bambino) che
pur attraverso il fantastico abbandona il fiabesco e si arricchisce
di riferimenti concreti, che avviano all’impatto con la definitiva
realtà della vita;
3) presentano insegnamenti morali fondamentali in via indiretta,
mediante la proposizione di situazioni vicine al reale inserite nel
racconto, di guisa che la regola di condotta deve essere scoperta
e fatta emergere dall’uditorio, più che essere direttamente
insufflata dal narratore;
4) sono incisivamente disegnate, animatamente condotte ed in
breve felicemente risolte: pur presentando un logico sviluppo,
consistono di tanti episodi circoscritti e conclusi per cui il
raccontare è finalizzato in tempi brevi, senza trascinare lunghe
vicende a lontani traguardi;
5) presentano ricchezza e concretezza di tipi stabili e di situazioni
univoche, a contrasto netto e definito, senza indulgere in quel
‚gioco delle parti‛ che può essere indispensabile in una più
sfumata narrazione per adulti;
6) non solo commuovono, ma anche stimolano, esaltano,
entusiasmano, portano i bambini a dire: ‚Farò anch’io così<
voglio essere così anch’io!‛. E pur considerando l’intero loro
ciclo, non sono esaustive, ma storie ‚aperte‛ (alle quali, cioè,
sono possibili altri rapporti, come: canti, racconti nel racconto,
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 42
recitazioni, scenette, ecc.), che possono essere ‚percorse‛ (cioè
rivissute) più volte e più volte assaporate, approfondite, meglio
comprese;
7) presentano o propongono (o almeno consentono che ci si ricavi)
un certo schema di evoluzione e di maturazione valido anche
per l’Uomo, in una prospettiva di arricchimento progressivo, di
esperienze personali e di gruppo, che da livello di natura si
elevano alla sfera intellettuale, morale, sociale, tecnica tipica
dell’Uomo di domani, che dobbiamo vedere nel bambino di
oggi;
8) prestano agli educatori un accorgimento psicologicamente felice
come quello della favola antropomorfa, usato con rigore ed
attenzione. L’obiettivo del racconto infatti sono la figura ed il
ruolo superiore dell’Uomo, con chiarezza di distacco dalle bestie
del racconto, per simpatiche che siano. Il suggerimento è
educare (=sviluppare) un ragazzo (=piccolo Uomo) mettendo a
frutto le sue possibili esperienze nel mondo degli animali:
educare un ragazzo TRA gli animali, non COME gli animali,
attraverso la ‚appropriazione‛ delle doti che il narratore inventa
come proprie degli animali condotte ad un alto livello di
idealizzazione. Perciò Le storie di Mowgli presentano anche il
personaggio di un bambino ‚tutto Uomo‛, insieme a quelle
degli animali antropomorfi, proprio perché i bambini che
ascolteranno il racconto non siano coinvolti nella equazione
‚uomo=animale‛ e viceversa. L’idea base non è quella di porre
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 43
un animale a misura ed esempio di Uomo, per quanto sottile sia
l’arte del narratore6.
Qual è la relazione fra Il libro della giungla e il Lupettismo?
Nel Lupettismo, la ‚giungla‛ è il mezzo che permette di
raggiungere i fini essenziali del Metodo:
a) scegliere un tema di gioco, condizione per avere l’adesione del
bambino;
b) presentare l’ideale attraverso ‚tipi‛ concreti, per una maggiore
immediatezza di comprensione;
c) usare un linguaggio nuovo, per non deludere, ma anzi
affascinare e avvicinare il bambino;
d) giustificare la presenza degli adulti nel Branco.
Le relazioni tra ‚Il libro della giungla‛ da un lato e ‚la giungla‛ del
Lupettismo dall’altro sono quindi strettissime: come tra la parte e il
tutto, in quanto dal libro si traggono in massima parte le attività
giungla del Branco, pur essendo possibile attingere da altre fonti.
Le attività di Branco che si possono direttamente o indirettamente
inquadrare e ambientare anche nel clima giungla sono quindi
infinite: racconti, giochi, lavoretti, disegni, canti, danze, scene
mimiche, ecc.
Per quanto riguarda queste attività possiamo considerare Il libro
della giungla come una delle tante sorgenti di ispirazione, con facoltà
quindi di attingere anche altrove altri esempi, altri spunti, altri temi
(lo stesso B.P. quando nel Secondo morso del Manuale dei lupetti
6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, pp. 9-10.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 44
vuole dare un’idea delle ‚esperienze‛ di un lupo si riferisce a Zanna
Bianca di Jack London).
Dove invece il Libro della giungla di Kipling è la sola, unica e
insostituibile fonte di ispirazione è nella creazione del tono del Branco
(parole maestre7, grande urlo8, linguaggio giungla, figura dei Vecchi
Lupi, ecc.), di quel tono, cioè, che è il solo a permetterci di realizzare
i fini or ora indicati. Qui non sono ammesse libertà, eccezioni,
sovrapposizioni o accostamenti di sorta: questa parte è e deve
essere la giungla di Kipling. La giungla di B.P. è quella di Kipling9.
Qual è l’esatta utilizzazione del libro?
Su questo punto occorre fare qualche precisazione ancora.
Considerati sotto l’aspetto psicologico, i personaggi dei racconti di
Kipling solo di rado mostrano sentimenti o personalità complessa.
Quasi sempre anzi sono tipi, assai più che individui: ne Il libro
della giungla poi, rappresentano solo incarnazioni di vizi o di virtù,
7 Le parole maestre sono espressioni che richiamano un valore di riferimento, ne
stimolano l'adesione, suggeriscono un comportamento, incentivano un modo di
vivere, e sono tratte direttamente dal Libro della giungla. I vecchi lupi le mettono in
evidenza in particolari situazioni che si vivono in Branco. Nella mente del bambino
ognuna trasmette un'importante messaggio. Alcuni esempi : “Sii pulito perchè la
forza si riconosce dalla lucentezza del suo pelo”, ‚Cuor leale e lingua cortese ti faranno fare
molta strada nella giungla”, “Zampe che non fanno rumore, occhi che vedono nell’oscurità,
orecchi che odono il vento dalle tane e denti bianchi e taglienti”, “Non lasciare che
richiamo, canto o segnale ti distolgano dalla tua traccia”. 8 E’ il saluto che tutti i lupetti rivolgono ad Akela e col quale ciascuno afferma di
voler fare del proprio meglio per mantenere fede alla promessa (si rifà al modo di
fare dei lupi nel Libro della giungla che, quando Akela prendeva posto sulla rupe,
stavno accucciati in cerchio col muso in aria e urlavano il loro benvenuto) . Il modo
di eseguire il Grande Urlo è indicato da B.P. nel Manuale dei Lupetti (Primo
morso). 9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 11.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 45
ai quali l’individuo appartiene interamente o totalmente, senza
‚zone grigie‛ o incertezze tra il prevalere dei primi e delle seconde.
Tra i personaggi de Il libro della giungla dunque la simpatia ispirata
dagli uni è presupposto per la loro catalogazione tra i buoni; la
ferocia, la viltà, la stupidità di altri sono altrettanti passaporti per il
regno dei cattivi.
Questa evidente esteriorizzazione della morale, in Kipling è, sotto
il profilo pedagogico-strumentale, una idea di notevole pregio,
perché rende possibile nei bambini una assoluta, immediata
corrispondenza tra nozione e comprensione10.
§ 3.2.1. Il racconto giungla
Il momento in cui tutti i lupetti si siedono vicino ad Akela per
ascoltare il racconto delle storie di Mowgli è uno dei momenti più forti e
importanti della vita di Branco.
Il racconto è una validissima forma di comunicazione e di
trasmissione di notizie, contenuti, valori, emozioni, idee, perché il
‚raccontare‛contiene assai più mezzi espressivi che non i suoni che
vengano resi mediante le lettere dell’alfabeto.
Il bambino in età da lupetto convive con l’immaginazione, sogna ad
occhi aperti ed è capace di costruire con la sua fantasia preziosi mondi, che
gli adulti non sono più in grado di immaginare. Grazie al racconto si può
10 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 13.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 46
entrare in questa dimensione fantastica e riuscire ad interagire col
bambino in maniera completa, utilizzando il suo codice comunicativo:
l’immedesimazione fantastica. In questa maniera siamo in grado di far
recepire al Lupetto ogni messaggio in maniera immediata.
Bisogna innanzi tutto coinvolgere i Lupetti favorendo la loro
identificazione e creando l’atmosfera voluta. Se all’inizio del racconto c’è
confusione un buon accorgimento è quello di far nascere il desiderio di
ascoltare, mettendosi a parlare sottovoce con gesti espressivi.
L’ideale è interiorizzare il racconto, memorizzarlo e raccontarlo
perché è difficilissimo leggere senza generare monotonia e noia. Infatti in
alcuni punti ci sono delle ‚tirate‛ descrittive magnifiche dal lato letterario
ma che sul piano del ‚racconto orale al bambino‛ non rendono e rischiano
di disperdere il fascino della storia.
È importante immedesimarsi: come se si stesse raccontando la
propria storia.
E’ bene che il racconto si svolga possibilmente in cerchio, in un luogo
che non porti i Lupetti a distrarsi facilmente. Per questo motivo si
sconsiglia di raccontare in luogo aperto a un Branco numeroso (tranne
qualche eccezione, ad esempio nelle Vacanze di Branco11) in quanto il
Lupetto si distrae con facilità. Basta una farfalla, un fiore, un filo d’erba e
la sua fantasia lo trasporta lontano da dove si trova.
Ci si può servire, ad esempio, per creare l'ambientazione di una luce
speciale in un punto della stanza (senza esagerare, perché ad alcuni Lupi il
racconto concilia il sonno!), utilizzare dei "costumi di scena" per facilitare
l'immedesimazione, creare delle "scenografie".
11 Il campo estivo dei lupetti, che dura solitamente circa una settimana.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 47
I bambini devono essere seduti comodamente, devono tutti vedere il
narratore e devono tutti poter chiaramente ‚sentire‛ la voce di Akela.
Il narratore deve essere seduto nel cerchio, non al centro.
Il racconto va fatto con un linguaggio semplice, alla portata dei
bambini. Si dovrebbe evitare l’uso frequente di intercalari tipo
‚diciamo‛,‚dunque‛,‚cioè‛, ‚appunto‛. La storia deve essere narrata in
maniera facile, non ampollosa, e con un certo accompagnamento
drammatico: la voce acuta di una donna, la voce stridula dello sciacallo, la
voce ringhiosa della tigre.
Occorre che i gesti siano naturali, sobri, ma espressivi: la mimica
delle mani per illustrare lo strisciare del serpente, o i pugni del
combattente messo fuori combattimento. Non vanno esagerati
arbitrariamente, altrimenti l’attenzione dei bambini rischia di spostarsi
dalle parole ai gesti.
Gli psicologi affermano che l’arco di concentrazione nell’ascolto in
un adulto ha un ciclo di durata medio di 8 minuti, ampliabile a 15 per gli
argomenti di un certo interesse.
Oltre questo tempo vi é una parabola instabile, con momenti di
concentrazione alternati a momenti di distrazione.
Per il bambino mediamente si consiglia di non superare la soglia dei
10 minuti. Il termine (eccezionale) da non superare dovrebbe essere
comunque 20 minuti.
CAPITOLO 3: IL LUPETTISMO
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 48
Generalmente é bene suddividere ogni racconto in almeno tre parti,
interrompendolo quando é ancora vivo l’interesse, magari in un punto che
genera attesa per la continuazione12.
I Lupetti talvolta, pur continuando ad ascoltare, si mettono a
giocherellare con qualcosa che hanno in mano, ma si tratta di un loro
modo di essere attenti; le loro azioni sono meccaniche e di solito non
interferiscono con l’attenzione.
12 ASSORAIDER, Comunicare con il Racconto Giungla a cura della Scuola Capi
Assoraider, Pomezia, 2005.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 49
CAPITOLO 4
LA MORALE PER TIPI
‚Predicare il ‘questo non si deve fare’ è incitare a compiere il male.
Infondiamo piuttosto il giusto spirito.
La polvere sta allo sparo come lo spirito sta all’azione‛. (B.P.)
B.P. intuì fin dall’inizio che proporre una morale fatta di “non fare quello”
o “devi essere più buono” – una morale diretta per intenderci – avrebbe
avuto ben poco successo, specialmente con i bambini; ecco dunque l’idea –
forza dello scoutismo in età da lupetto – di proporre una serie di
esperienze e di figure di riferimento che potessero suscitare l’adesione
spontanea del ragazzo a comportamenti orientati secondo i valori (atti
morali)1.
I tipi proposti dalla Giungla di Kipling sono categorici, sempre
uguali a loro stessi. Unico essere dinamico è Mowgli che incarna il lupetto
che cresce giorno per giorno sino a diventare "uomo"2.
I comportamenti umani, riscoperti nelle vicende degli animali, ricevono
un giudizio preciso e netto.
Questa modalità nel presentare i valori crede nella possibilità di una
vita spirituale del bambino che, passato il momento dell’emozione
fantastica, aiutato dall’azione di sintesi dell’adulto, entra in una riflessione
1 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 57. 2 E in quel momento lascerà il branco per andare al villaggio degli uomini. Anche il
lupetto, una volta cresciuto, lascia il Branco per passare in Reparto.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 50
semplice ed immediata e conclude dentro di sé: anch’io voglio o non
voglio essere, voglio o non voglio fare come tale animale.
Nel bambino l’esperienza morale non è ancora centrata
primariamente sul “perché” dell’agire, ma piuttosto sull’imitazione.
Nasce così l’atto morale, che è l’atto decisionale di fronte alla scoperta di
quella che si giudica essere la verità, e il bambino cerca di sintetizzare
nella sua mente e di verbalizzare poi questa sua decisione usando le
espressioni nobili dei suoi amici (le parole maestre), o i discorsi vacui dei
suoi nemici3.
La forza pedagogica della Giungla consiste in questa capacità della
poesia di Kipling di offrire un’emozione profonda e una sintesi razionale
di un’esperienza valida nella vita. La grande intuizione di B.P. è stata
quella di aver reso possibile il gioco di questa avventura, di aver tradotto
il contenuto morale e poetico di Kipling in esperienza pedagogica.
La complessa problematica morale è presente nel Libro della giungla nelle
situazioni di vita degli animali, nei loro comportamenti e nei loro
sentimenti.
Le virtù e i vizi, le cattive e le buone intenzioni, le chiarezze o le
ambiguità dell’agire umano, sono presentati secondo quell’intreccio che è
la vita reale di ogni uomo e società: amore, lealtà, dedizione eroica, libertà
– come conquista, comunità, convivenza democratica, ascolto della vita,
impegno – ma anche: superficialità, qualunquismo, indifferenza, paura,
pigrizia, prepotenza, impostura4.
3 ASSORAIDER, Dispense di Lupettismo a cura della Scuola Capi Assoraider, 2005. 4 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, 1989, pp. 70-71.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 51
I tipi della giungla si possono suddividere in positivi e negativi; ci
sono alcuni personaggi che potremmo definire neutri, cioè con
caratteristiche non ben definite o comunque non totalmente positive o
negative, ma sono personaggi minori, che nel racconto vengono nominati
e descritti solo in alcuni episodi e che non sono determinanti per lo
sviluppo della storia.
I principali personaggi sono (divisi in base alle loro caratteristiche):
POSITIVI NEGATIVI
Akela: il capo del branco;
Baloo: l’orso, il maestro della
legge;
Bagheera: la pantera, esperta
della vita nella giungla;
Kaa: il pitone, la saggezza e la
forza;
Chil: l’avvoltoio, il messaggero
della giungla;
Hathi: l’elefante, il Signore
della giungla;
Raksha: Mamma Lupa;
Fratel Bigio: fratello di tana di
Mowgli;
Mowgli: il protagonista, il
cucciolo d’uomo;
Shere Khan: la tigre, mortale e
dichiarato nemico di Mowgli;
Tabaqui: lo sciacallo, vigliacco
e meschino;
Bandar-log: il popolo delle
scimmie, popolo senza legge.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 52
Il Popolo Libero: lupi,
esempio ideale della società
NEUTRI
Tutti gli altri personaggi minori
§ 4.1. Tipi positivi
AKELA: lupo solitario, capo del branco dei lupi di Seeonee, figura alla
quale Kipling attribuisce dignità e moralità profonde, decisamente
umane; è il garante della legge che, anche a costo della vita, intende
difendere e ricordare con coraggiosa saggezza. Legato a Mowgli da un
amore quasi paterno, proprio per la sua esperienza ed il suo valore che
mette al servizio dei lupi, rimarrà fino in fondo guida anche spirituale del
branco.
‚Akela, il grande e grigio lupo solitario,
che guidava il branco con la forza e l’astuzia…‛5
5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 47, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 53
BALOO: l'orso bruno, maestro della legge, che parlò in favore di Mowgli
la notte della sua accettazione nel branco: “Io stesso gli insegnerò”. Parla
per lui e se ne assume la responsabilità. Guida saggia e sincera, insegna la
legge ai cuccioli del branco e conduce Mowgli nelle sue prime esperienze e
conoscenze nella giungla. Giustamente orgoglioso per quanto il cucciolo
d'uomo impara, nutre nei suoi confronti un affetto intimo e profondo.
‚…«Chi parla per questo cucciolo?» chiese Akela. «Chi parla, del Popolo
Libero?». *…+ Allora il solo altro essere che è ammesso alla Rupe del
Consiglio…Baloo, l’orso bruno sonnacchioso che insegna ai lupacchiotti la legge
della giungla: il vecchio Baloo, che va e viene dove vuole perché si nutre soltanto
di bacche, radici e miele… si alzò sulle zampe posteriori e brontolò: «Il cucciolo
d’uomo… il cucciolo d’uomo?» disse. «IO parlo in favore del cucciolo d’uomo.
Non c’è nulla da temere in un cucciolo d’uomo. Non ho il dono di saper dire belle
parole; però dico la verità. Lasciatelo correre con il branco e sia accettato insieme
agli altri. Io stesso gli insegnerò».‛6
BAGHEERA: la pantera nera, astuta, audace e forte, ma nello stesso
tempo dolce e cortese, riscatta con un toro grasso Mowgli alla Rupe del
6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 52, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 54
Consiglio. Esperta della vita, con saggi consigli guida il cucciolo d'uomo
nella vita della giungla. Terribile per la forza che la sorregge, è però nello
stesso tempo padrona dell'enorme energia che racchiude in sé.
‚…Bagheera, la pantera nera, nera dappertutto come l’inchiostro, ma con le
caratteristiche macchie, che appaiono e scompaiono a seconda della luce come
quelle della seta marezzata. Tutti conoscevano Bagheera e nessuno osava
attraversargli la strada, perché era astuto come Tabaqui, audace come il bufalo
selvaggio e terribile come l’elefante ferito. Ma aveva una voce dolce come il miele
selvatico che sgocciola da un albero, ed una pelliccia più morbida di una piuma.‛7
KAA: il pitone delle rocce, uno dei più fedeli compagni di caccia di
Mowgli. Anche se non intrattiene rapporti col branco dei lupi, essendo
della giungla di mezzo, Kaa è una delle figure più importanti dei Libri della
giungla: accompagna infatti Mowgli in molte delle sue avventure, fino ad
essere uno dei pochi che lo saluterà alla Rupe del Consiglio dopo la Corsa
di Primavera. Di lui risaltano l'amore per Mowgli e la disponibilità ad
aiutarlo in ogni occasione, la forza e la saggezza.
7 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 55, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 55
‚Kaa non era un serpente velenoso *…+ ma la sua forza consisteva nella stretta, e
una volta che si fosse afferrato con le sue enormi spire attorno a qualcuno, non
c’era più niente da dire.‛8
CHIL: il migliore degli avvoltoi, il messaggero della giungla. Anche se in
tutto il contesto delle storie di Mowgli appare come figura di secondo
piano, sta a rappresentare un esempio efficace di disponibilità, aiuto e
cortesia.
‚Chil, l’avvoltoio che planava e volteggiava sorvegliando la Giungla…‛9
HATHI: l'elefante selvaggio, detto il silenzioso, autorevole custode della
legge. È allo stesso tempo: signore della giungla, guardiano della pace,
giudice inflessibile e giustiziere temibile. Stupendo per il senso di calma,
sicurezza e forza che emerge dalla sua figura.
8 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 65, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 56
‚…Hathi, l’elefante selvaggio, che vive cento anni e più…‛10
RAKSHA: Mamma Lupa della tana, detta anche la “diavola”, che per
prima prese le difese di Mowgli. Anche se poco presente nei vari racconti,
è un personaggio che per le sue qualità di passione, tenacia e spirito di
fratellanza, ha una sua efficacia ed importanza nella morale per tipi.
‚ (rivolta a Shere Khan) «E sono io, Raksha (la diavola), che ti rispondo. Il
cucciolo d’uomo è mio *…+ e non sarà ucciso. Vivrà per correre con il branco e con
il branco cacciare; ed alla fine, stai bene attento, cacciatore di piccoli cuccioli
nudi… *…+ darà la caccia a te!»‛11
10 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par.22, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 11 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 39, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 57
FRATEL BIGIO: fratello di tana di Mowgli. Segue il cucciolo d’uomo nelle
sue cacce, aiutandolo particolarmente contro Shere Khan, rivelando
fedeltà e costante amicizia.
MOWGLI: il ranocchio, o il cucciolo senza pelo, che fu accolto e accettato
dai lupi. E’ allo stesso tempo realtà e idealità della vita di ogni bambino
che vuole vivere in Branco. Figura centrale attorno alla quale si sviluppano
le principali storie dei Libri della giungla, segna con le sue avventure e la
sua crescita le tappe principali della progressione di ogni lupetto. In
particolare nel racconto si mette in risalto come Mowgli, vivendo tra il
Popolo Libero sotto la legge della giungla, acquisisca quelle virtù e quelle
capacità che lo renderanno, alla fine, Signore della Giungla, dimostrando
così con completezza la sua umanità, che lo porterà ad abbandonare
questo mondo per vivere definitivamente tra gli uomini.
‚Proprio di fronte a lui, sorreggendosi ad un ramo basso, stava un piccolo bimbo
bruno tutto nudo, che sapeva appena camminare… La creatura più morbida e
grassottella che mai sia giunta di notte ad una caverna di lupi. Il bimbo guardò in
su, dritto negli occhi di Babbo Lupo, e rise.‛12
12 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 27, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 58
IL POPOLO LIBERO: appellativo del Branco di Seeonee. Popolo Libero in
quanto rispetta la legge e da essa trae gli insegnamenti per cacciare e
vivere “libero”. Come tutti i popoli ha dei momenti di difficoltà e
sbandamento, ma il racconto si conclude con il branco di nuovo unito
intorno al nuovo capo. La vita di Mowgli si intreccia continuamente con
quella del branco, che, dal canto suo, stimola costantemente, nel bene e nel
male, la crescita del cucciolo d’uomo. Rappresenta l’esempio ideale della
società (in contrapposizione al Popolo delle Scimmie).
‚Conoscete la legge… conoscete la legge.
Guardate bene, o lupi!‛13
§ 4.2. Tipi negativi
SHERE KHAN: la tigre dalla grande testa quadra è il mortale nemico di
Mowgli e del Popolo libero. Superba e prepotente, Shere Khan vorrebbe
tutti ai suoi piedi, anche se lei trasgredisce sempre la legge. E’ il simbolo
degli aspetti negativi che il Branco ed ogni singolo lupetto devono vincere
13 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 47, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 59
e sottomettere, come Mowgli, sia in sé che nella società. Nel racconto tale
figura è completata con altri difetti: la malvagità, l’imprevidenza e
l’incontinenza.
‚«La mia preda. Un cucciolo d’uomo è venuto da questa parte», disse Shere Khan.
«*…+ Datemelo. *…+. Il cucciolo è mio e sotto i miei denti dovrà cadere alla fine
[…]!»‛14
TABAQUI: lo sciacallo, detto anche il leccapiatti. E’ vigliacco e incapace di
cacciare e procurarsi il cibo da solo. Solitamente vive nella sporcizia ed è
capace di ogni umiliazione e adulazione per ricavare un misero utile
personale, godendo del male che procura. Rappresenta gli aspetti
degenerati degli istinti a cui tutti possiamo arrivare, la vigliaccheria, la
meschinità, il servilismo.
‚Era lo sciacallo – Tabaqui, il leccapiatti – ed i lupi dell’India disprezzano
Tabaqui, perché questi corre in giro a combinare guai, a raccontare frottole e
mangiando stracci e brandelli di pellami nei mucchi d’immondizie presso i
14 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 34, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 60
villaggi. Ma hanno anche paura di lui, perché Tabaqui, più di chiunque altro nella
giungla, è predisposto a diventar pazzo, perché la pazzia è la cosa più brutta che
possa capitare ad una creatura selvaggia.‛15
BANDAR-LOG: il popolo delle scimmie, popolo senza legge. Stupide,
pettegole, vanitose. Rappresentano la degenerazione di chi non vive
secondo una legge. Vengono utilizzate per esprimere simbolicamente tutti
i comportamenti negativi di chi non è capace di controllare se stesso.
‚…Le scimmie chiamavono questo posto16 la loro città, e ostentava disprezzo per il
popolo della giungla che viveva nella foresta. E tuttavia non erano mai riuscite a
capire per quale scopo tutte quelle costruzioni fossero state fatte e nemmeno
sapevano servirsene. *…+ correvano dentro e fuori dalle case senza tetto *…+.
Combattevano e strillavano in turbe tumultuanti, per poi improvvisamente
disperdersi a giocare su e giù per le terrazze del giardino del re *…+. Andavano a
bere alle cisterne ma ne intorbidivano l’acqua e poi vi si azzuffavano attorno,
finchè tutte si precipitavano assieme in massa parlando: «Non c’è nessuno nella
15 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 2, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 16 Una città abbandonata in cui vivono le scimmie, chiamata dagli abitanti della giungla
Tane fredde.
CAPITOLO 4: LA MORALE PER TIPI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 61
giungla tanto saggio e buono e bravo e forte e gentile come il Bandar-log»17. *…+
Allora Mowgli comprese di essere arrivato in un luogo davvero assai brutto.
«Tutto ciò che Baloo ha detto del Bandar-log è proprio vero», pensò tra di sé.
«Non hanno legge, né richiamo di caccia, né capi… null’altro che sciocche parole e
piccole mani rapaci da ladri.18»‛
17 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 106, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 18 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 109, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 62
CAPITOLO 5
I GIOCHI GIUNGLA
L’utilizzazione della Giungla non si esaurisce con il racconto e con
l’uso di un determinato linguaggio; è nel gioco – inteso innanzitutto come
libera creazione e autonoma sistemazione individuale delle emozioni
connesse all’immaginario collettivo fondato sul racconto – che diventa
possibile utilizzare in modo educativo gli innumerevoli temi insiti nelle
Storie di Mowgli.
Soprattutto giocandola è possibile vivere la
Giungla, consentendo così ad essa di divenire un
vero ambiente di vita per il Branco ed ogni
singolo lupetto.
Tutta la Giungla è giocabile e va giocata:
sono infinite le circostanze, le situazioni, le
occasioni offerte dal racconto che meritano di
essere tradotte in giochi. Spetta ai Vecchi Lupi,
alla conoscenza che hanno del testo e alla
fantasia di cui dispongono, rintracciare
all’interno delle Storie di Mowgli gli spunti da
inserire nelle attività o giungere ad inventarne di
nuovi.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 63
§ 5.1. Tipologie di giochi
Possiamo classificare i giochi giungla, come tutti i giochi, in diverse
tipologie a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Di seguito le diverse tipologie e alcuni spunti tratti dalle Storie di Mowgli:
a) Giochi di movimento e staffette:
- Tabaqui e la dewanee1;
- camminando a quattro zampe afferrare degli oggetti con la bocca;
- staffetta con le andature degli animali;
- erbivori rincorsi dai carnivori;
- staffetta dei bufali che rientrano al villaggio;
- Raksha difende Mowgli;
- corsa del Bandar-log trasportando un peso;
- percorso a ostacoli o con tracce sulla pista di Bagheera;
- Shere Khan tenta di entrare nella tana di Babbo Lupo;
- i cani rossi2 inseguono Mowgli.
1 E’ così che gli abitanti della giungla chiamano la pazzia. Si cita nel primo racconto delle
Storie di Mowgli intitolato I fratelli di Mowgli. 2 I cani rossi del Dekkan, chiamati anche Dhole, invadono la giungla di Seeonee. Scortesi e
prepotenti, hanno tutti gli aspetti negativi dei violenti. E’ in combattimento contro di loro
che Akela, ormai vecchio, perde la vita. L’episodio è narrato nel racconto delle Storie di
Mowgli intitolato I cani rossi.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 64
b) Giochi di formazione fisica:
- “Babbo lupo si accucciò sulle zampe posteriori pronto al balzo”3:
esercizi per la ginnastica del mattino;
- “Si precipitarono giù per la collina alla ricerca del toro”4: corsa per
trovare il toro di Bagheera;
- “Il ragazzo sapeva arrampicarsi quasi tanto bene quanto sapeva
nuotare e nuotare quasi tanto bene come correre”5: ginkana di prove
fisiche;
- “< ma la sua forza consisteva nella stretta<”6: sollevare da terra o far
uscire dal cerchio l’avversario prendendolo per i polsi;
- “< Bagheera si precipitò avanti col veloce galoppo morbido delle
pantere”7: corse di inseguimento e percorsi fisici;
- “< ogni giorno bisogna lavarsi dalla punta del naso fin giù alla punta
della coda”8: staffetta della pulizia, con un sapone in mano e in
costume da bagno ogni lupetto deve correre ad un catino a lavarsi;
3 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 25, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 4 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 62, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 5 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 6 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 65, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 7 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 100, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 8 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, La legge della giungla, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996,
p.107.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 65
- “< Mowgli percorse la strada del villaggio seduto sulla groppa di
Rama”9: percorso in spalla;
- “L’ankus10 volò scintillando e andò a seppellirsi a trenta yarde di
distanza”11: giochi di lancio in distanza e precisione;
- “< era in grado di fermare un giovane daino nel mezzo del galoppo e
di gettarlo di lato”: giochi di forza e di lotta.
c) Giochi di abilità manuale:
- “Sapeva intrecciare insieme ramoscelli al riparo dal vento”:
costruzione di tane e capanne nel bosco;
- “Chil, l’avvoltoio che planava e volteggiava sorvegliando la Giungla”12:
costruzione di acquiloni;
- “Ebbe il suo posto alla Rupe del Consiglio13”: costruire una testa di
lupo in legno da mettere sul proprio sgabello nel cerchio o da
appendere in tana nel proprio angolo;
- “La valle si apriva a formare una larga pianura cospara di rocce e
solcata da burroni”: costruzione del plastico della giungla con materiali
naturali;
- “Intrecciano cestini d’erba; infilano collane di bacche rosse e nere;
fanno castelli di fango con figurine d’uomini, di cavalli, di bufali<”14:
9 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 34, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 10 Ferro ricurvo usato per guidare gli elefanti. 11 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto L’ankus del re, par. 101, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 12R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 13 luogo in cui si raduna il Branco di lupi di Seeonee.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 66
costruzione di cestini di vimini, di collane o di altri oggetti con
materiale naturale, lavoretti in creta, gesso o altro;
- “Osserva la mia traccia”15: calchi di tracce e orme di gesso;
- “S’insinuarono dentro l’apertura e si trovarono in un vasto
sotterraneo..”: costruzione degli oggetti nominati nel racconto L’ankus
del re.
d) Giochi di espressione:
- “A Mowgli fu insegnato anche il grido di caccia degli stranieri<”16:
imitazione dei versi degli animali;
- “La Giungla ha molte lingue e io le conosco tutte”17: giochi di
espressione vari, scioglilingua, canti, ecc.;
- “Chil l’avvoltoio< sorvegliando la giungla”18: disegni della giungla
vista dall’alto;
- “Ikki è pieno di storie udite a metà e molto mal ripetute”19: invenzione
di storie e loro rappresentazione, comprendere il significato di un
mimo;
14 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 39, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 15 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 45, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 16 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 17 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 11, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 18 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 43, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 19 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 80, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 67
- “Mowgli non aveva mai visto prima di allora una città indiana e gli
parve splendida e meravigliosa”20: disegni di cose caratteristiche della
città;
- “Kaa può rendersi così simile ad un ramo morto o a un ceppo
marcio<”21: gara di travestimento;
- “Verso monte, alla curva della pigra pozza attorno alla roccia della
pace stava Hathi< un poco al di sotto di lui stava l’avanguardia dei
daini<”22: scene mimiche degli episodi della giungla;
- “Cantano lunghe cantilene”23: invenzione di canti;
- “Mowgli compose una canzone danzando su e giù nella pelle”: canti e
danze giungla o inventati sulla natura, le stagioni.
e) Giochi natura:
- “Il vecchio Baloo che va e viene dove vuole perché si nutre soltanto di
bacche, radici e miele”24: caccia alle prede di Baloo consegnando ciò che
lui indica;
- “Baloo, il maestro della Legge, gli aveva insegnato le leggi del bosco e
dell’acqua”25: giochi di scoperta e osservazione di ambienti;
20 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 105, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 21 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 122, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 22 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par. 22, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 23 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 39, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 24 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par. 52, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 68
- “Fu Baloo a dirgli che la Legge era come la liana gigante che si stringe
addosso a tutti”: giochi di osservazione sulle liane e sui rampicanti del
sottobosco (trovare la liana più lunga, quella che avvolge il maggior
numero di alberi, la più grossa<); giochi con le liane: tiro alla fune,
costruzione di lazzi, intrecci<;
- “Dobbiamo vedere come fiorisce la mowha26”27: giochi di osservazione
nelle diverse stagioni; controlare periodicamente la fioritura di un
pezzo di prato;
- “< da qualche parte laggiù nei boschi sottostanti un uccello provava e
riprovava con voce fioca e aspra le poche note nuziali del suo canto di
primavera”28: ascolto degli uccelli, registrazioni, osservazioni<;
- “< questo è il rumore della primavera<”29: i segni della primavera
(gara tra i lupetti che scoprono per primi i segni della primavera in
arrivo);
- “una lieve pioggia di primavera passò sulla giungla”30: osservazioni
con la pioggia (come cambia il posto: luci, rumori, animali<);
25 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 26 Pianta della giungla dai fiori dolci. 27 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto Come venne la paura, par. 6, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 28 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 10, Nuova
Fiordaliso, Roma, 1996. 29 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 25, Nuova
Fiordaliso, Roma, 1996. 30 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La corsa di primavera, par. 31, Nuova
Fiordaliso, Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 69
- “Le stelle si fanno più rade – disse Fratel Bigio, fiutando il vento
dell’alba”: attività di osservazione dell’alba e delle stelle alle vacanze di
Branco per i lupetti anziani.
f) Giochi di allenamento sensi:
- “Babbo Lupo si mise in ascolto”31: giochi di Kim32, rumori;
- “Di quando in quando un lupo anziano si avvicinava silenziosamente
ad un cucciolo, lo guardava con attenzione e tornava al suo posto con
passi che non facevano rumore”33: avvicinarsi ad un cucciolo bendato
in mezzo al cerchio senza farsi sentire;
- “Zampe che non fanno rumore; occhi che vedono nell’oscurità;
orecchie che odono il vento dalle tane e denti bianchi e taglienti”34:
percorsi di Kim;
- “La giungla ha molte lingue e io le conosco tutte”35: giochi di messaggi
cifrati;
- “Questo è il mio messaggio”36: giochi con messaggi da portare o
ricordare;
31 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par.15, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 32 I giochi di Kim sono giochi che sviluppano i cinque sensi (Kim è il protagonista
dell’omonimo racconto di Rudyard Kipling). 33 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto I fratelli di Mowgli, par.47, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 34 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 1, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 35 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 11, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 70
- “< che sa scivolare lungo i rami non facendo più rumore del muschio
che cresce”37: percorso del silenzio, giochi di avvicinamento;
- “Di notte verremo nelle terre coltivate per giocare con te”: utilizzo dei
sensi di notte;
- “Come si spiega tutto questo?”: tracciodromo, saper ricostruire ciò che
è avvenuto utilizzando le tracce lasciate sul terreno;
- “La traccia di Won-tolla38”: giochi e percorsi di tracce;
- “C’è una stella bassa laggiù – guardò meglio facendosi riparo agli occhi
con le mani”: giochi di osservazione e di avvistamento, attività sulle
costellazioni.
g) Giochi di tecnica:
- “Chil trasmetteva l’avvertimento con i suoi fischi”: giochi di
segnalazione;
- “Mowgli non aveva mai visto prima di allora una città indiana e gli
parve splendida e meravigliosa”39: giochi di esplorazione di paesi o
città;
- “Vide la moglie dell’uomo alzarsi nel corso della notte e alimentarlo
con zolle nere; vide il figlio dell’uomo prendere un recipiente di vimini
36 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 92, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 37 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 122, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996. 38 Il lupo che vive lontano da qualsiasi branco, ma che nonostante ciò conosce e accetta la
legge. 39 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La caccia di Kaa, par. 105, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 71
foderato all’interno di argilla, riempirlo di pezzi ardenti di carbone di
legna”: accensione ed uso del fuoco;
- “Aspettami nel burrone vicino all’albero del Dhâk40”41: giochi di
orientamento;
- “Annodò insieme tre o quattro liane e se ne stava a dondolarsi su
un’amaca”: giochi con i nodi e le corde.
§ 5.2. Le storie di Mogli: Giochi per ogni racconto
In questa parte riporterò alcuni esempi di giochi collegati ai racconti delle
Storie di Mowgli, anticipati da una breve presentazione di ogni racconto.
5.2.1. I fratelli di Mowgli
E’ il racconto dell’incontro di Mowgli con
i lupi e della sua presentazione alla Rupe
del Consiglio del Popolo Libero; si
conclude con l’accettazione del cucciolo
d’uomo nel Branco, grazie alla parola di
Baloo che si impegna ad insegnargli la
Legge e a Bagheera, che offre un toro. In
questo racconto si ha la presentazione dei più importanti personaggi della
giungla (Akela, Baloo, Bagheera, Mowgli, Shere Khan, Tabaqui, Babbo
40 Albero della giungla dai fiori rossi. 41 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, racconto La tigre! La tigre!, par. 38, Nuova Fiordaliso,
Roma, 1996.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 72
Lupo e Mamma Lupa) che hanno la funzione di introdurre la morale per
tipi, fondamentale nell’azione educativa di questa età (come ho
sottolineato nel capitolo precedente). Viene altresì presentato il popolo dei
lupi, la sua organizzazione e la sua vita sociale libera e democratica (Rupe
del Consiglio)42.
SHERE KHAN E MOWGLI
Babbo Lupo, Mamma Lupa e tutti i piccoli lupi formano una catena uno
dietro l’altro, con Mowgli, il più piccolo, come ultimo. Ognuno tiene per la
vita colui che lo precede.
Ed ecco che arriva Shere Khan, la tigre. Cerca di acchiappare Mowgli, ma
Babbo Lupo gli si pone continuamente davanti e glielo impedisce e tutta la
catena di lupi si tiene rigida dietro di lui, cercando di proteggere Mowgli
che è in coda.
Mowgli ha un fazzoletto che sporge dal suo maglione come una coda, e se
Shere Khan riesce ad impadronirsi di esso nel tempo di tre minuti ha
vinto, altrimenti hanno vinto i lupi.43
BALOO INSEGNA LA LEGGE
Dividere il Branco in due parti che si fronteggiano. Baloo sta tra i due
gruppi. Baloo fa delle domande e chi sa la risposta va a dirgliela. Il primo
che risponde esattamente guadagna un pelo di Baloo (filo di lana), ma se
42 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 169. 43 R. BADEN-POWELL, Manuale dei lupetti, Editrice Ancora Milano, 1989, p. 29.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 73
sbaglia la risposta i componenti del gruppo avversario cercheranno di
acchiapparlo e se ci riusciranno saranno loro a guadagnare un pelo di
Baloo.
I LUPI DI SEEONEE OSSERVANO I NUOVI CUCCIOLI
Il Branco è in cerchio. Ogni lupetto tiene in mano, ben visibile, un dato
oggetto; poi gli oggetti vengono tutti posati ai piedi del Vecchio Lupo;
questi, via via, chiama un lupetto e gli mostra uno degli oggetti; il lupetto
deve ricordare il nome del compagno che aveva in mano tale oggetto.
I FRATELLI DI MOWGLI
Ginkana in tana o all’aperto:
1. Partenza: asse di equilibrio
2. Babbo Lupo esce dalla tana: passaggio stretto
3. I salti di Babbo Lupo: ostacoli vari da saltare
4. Babbo Lupo porta il cucciolo d’uomo in tana: trasporto di qualcosa
5. Tabaqui sale la collina: arrampicata di un piano inclinato
6. Tabaqui entra nella tana di Babbo Lupo: passaggio stretto
7. Tabaqui cerca di prendere gli ossi: pesca
8. Raksha difende il cucciolo da Shere Khan: tiro al bersaglio
9. Mowgli gioca con i cuccioli in tana: giochi di equilibrio
10. Arrivo: asse di equilibrio
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 74
5.2.2. La caccia di Kaa
Mowgli va alla scoperta del significato della Legge (che gli insegna
Baloo) come fondamento della vita della giungla e del Branco. Conoscere
la Legge e rispettarla è il primo dovere di ciascun lupetto44. L’essenzialità
del racconto è proprio nella presentazione della Legge come principio
morale cui fare riferimento e dal quale derivare il proprio comportamento.
In questo racconto abbiamo la presentazione del Bandar-log (le
scimmie), il popolo senza legge, che si contrappone radicalmente al Branco
dei lupi; le scimmie rapiscono Mowgli e lo portano alle Tane Fredde (una
città abbandonata in cui vivono). Un’altra nuova conoscenza è Kaa, il
pitone delle rocce, che aiuterà Baloo e Bagheera a liberare Mowgli; anche
Chil, l’avvoltoio (che è un personaggio minore) fa la sua parte portando il
messaggio di Mowgli ai suoi amici. Importante in questo racconto è anche
la scoperta delle parole maestre dei diversi popoli della giungla, da
utilizzare nel Branco e da recepire nel linguaggio corrente dei Vecchi Lupi
e dei lupetti.
LA BANDAR45 ANZIANA
Viene fatto uscire dal cerchio il giocatore prescelto e, mentre questi è
fuori, si nomina una bandar anziana.
Rientrato il giocatore nel cerchio, la bandar anziana comincia a fare dei
gesti, subito imitata da tutti gli altri.
44 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 35. 45 Scimmia.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 75
Il giocatore deve indovinare tra tutte le bandar chi è quella
“anziana”, cioè chi dirige i gesti. E’ quindi necessario che tutti siano molto
pronti a imitare le mosse della scimmia anziana. E’ anche opportuno che i
giocatori non puntino lo sguardo su chi dirige perché altrimenti sarebbe
troppo facile indovinare.
LA CODA DI KAA
I giocatori sono in fila e si danno la mano. Il primo, la testa di Kaa,
deve prendere l’ultimo giocatore, la sua coda, senza che la catena si
rompa. La cosa non è poi tanto facile; il gioco si fa interessante se vi
partecipano almeno 12 giocatori.
Quando la catena si spezza, si invertono le parti.
LA CORSA VERSO LE TANE FREDDE
I lupetti sono divisi in tre squadre: Bagheera, Baloo e Kaa.
Su una serie di percorsi paralleli a staffetta, ciechi seguendo un filo
ad occhi bendati, accidentati nei boschi, ecc., le tre squadre corrono per
vedere chi arriva per primo al traguardo delle Tane Fredde.
KAA MANGIA LE BANDAR
Tutte le bandar fuggono con un solo piede. Kaa le insegue. Quando una
bandar è stata toccata, Kaa la salta alla cavallina, escludendola dal gioco.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 76
5.2.3. Come venne la paura
E’ la storia raccontata da Hathi in occasione della tregua dell’acqua
(l’ordine di non uccidere ai luoghi di abbeveratura durante la siccità). Fu
dichiarata per la prima volta in tempi remotissimi da Tha, il primo
elefante, e in questo periodo tutti gli animali della Giungla non si cacciano
più tra di loro, vivono in pace, mangiando ciò che mette a disposizione
madre natura e dissetandosi tutti insieme della poca acqua rimasta nella
Waingunga46.
Solo un animale non rispetta la tregua ed è la tigre Shere Khan. Nel
racconto Shere Khan caccia ugualmente le sue prede, sporcando col
sangue la poca acqua presente nel fiume.
Hathi racconta anche come avvenne che la morte e la paura entrarono
nella Giungla.
Nel Branco questo racconto può essere utilizzato per rilanciare il tema
della Legge o per presentare ai bambini concetti difficili quali: il male, la
morte, la paura e anche il volto vero, a volte realisticamente duro, della
natura che occorre conoscere e rispettare47.
LA LIANA
Tutti i giocatori si schierano ad un estremo del cortile, mentre la liana,
scelta tra i più veloci, li attende in mezzo al cortile per farne preda.
46 Fiume che scorre tra le colline di Seeonee. 47 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 210.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 77
Ad un fischio del capo gioco tutti corrono verso l’estremo opposto del
campo, cercando di sfuggire alla liana.
Quelli che risulteranno “presi”, tenendosi per mano si uniranno alla
liana, formando una catena mano a mano più lunga.
Sempre al fischio del capo gioco i liberi fuggiranno da un estremo all’altro
del cortile, in ondate successive, facendo in modo di evitare di capitare
sulla catena che diventerà sempre più insidiosa.
E’ permesso ai liberi di urtare e rompere la catena oppure di passare
sotto di essa, mentre i compagni incatenati ne ostruiranno il varco, per dar
tempo e modo agli estremi di ripiegare sui rastrellati, prenderli e farli
prigionieri.
La catena spezzata, finchè non si rinsalda, non può fare prigionieri.
L’ultimo rimasto “libero” vince.
ABBEVERATA NELLA WAINGUNGA
Tracciare un cerchio piuttosto ampio nel mezzo del quale da un
mocchio di sassi di terra spuntano delle strisce di carta (l’acqua rimasta
vicina alla Roccia della Pace48). Il Branco diviso in cervi, caprioli e cinghiali
va a dissetarsi alla Waingunga insieme a Shere Khan, sicuro di essere
protetto dalla Legge e da Hathi. Hathi è un lupetto che sta vicino alla
Roccia della Pace (il mucchio di sassi) munito di una corda appesantita da
una palla di stracci (proboscide).
48 Pietra che affiora al centro della Waingunga nei periodi di siccità e che annuncia la
Tregua dell’acqua.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 78
Iniziato il gioco tutti vanno ad abbeverarsi e Shere Khan, non appena
un abitante della giungla si china (e solo allora) per prendere una striscia
di carta, cercherà di azzannarlo (scalpo49). Hathi allora azionerà la sua
proboscide su Shere Khan che, se colpita, ritornerà innocua, mentre se
sfugge al colpo si avventerà sui lupetti che cercheranno scampo al di là del
cerchio. Gli scalpati si pongono ai limiti della Waingunga rappresentando
gli alberi della giungla.
I lupetti che scappano dalla Waingunga devono passare tra le gambe
dei lupetti-alberi.
Vincono gli abitanti della giungla se portano via tutte le strisce, vince
Shere Khan se riesce a scalpare metà dei lupetti.
TRACCE
Materiale: alcune strisce di cartoncino alte 3 o 4 cm., un vecchio
pennello da barba, una scatola di latta pe conservare il gesso a pronta
presa, una peretta o un contagocce, queche spilla o fermaglio, una
borraccia, una mezza palla di gomma.
Per ricavare l’impronta: pulire molto bene il terreno. Mettere intorno alla
traccia una striscia di cartoncino fermata con uno spillo o fermaglio.
Preparare il gesso in giusta densità e colarlo lentamente entro il cerchio
fatto col cartone in modo da riempirlo interamente.
49 Lo scalpo è una delle tecniche di gioco più comuni fra gli scout. Lo scalpo è un
fazzolettone o qualsiasi un pezzo di stoffa inserito nei pantaloni con un estremo che
pende dietro per almeno 20 cm. Scopo del gioco è togliere lo scalpo all’avversario senza
prima essere scalpati.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 79
Appena il gesso è rappreso e asciutto, con un coltello scavare intorno alla
colata in modo da togliere, insieme al calco di gesso, molta terra.
Conservare per un giorno e poi lavare accuratamente.
Si ottiene così l’impronta al negativo.
Se si vuole ottenere quella positiva il procedimento è semplice:
levigare bene i bordi del blocco di gesso e mettere la solita striscia di
cartoncino, molto più alta del blocco stesso, intorno allo stampo;
cospargere di olio l’impronta ed il cartone; preparare il gesso e fare la
colata come è stato fatto per il negativo; attendere qualche ora finchè il
tutto sia asciutto; togliere il cartone, separare il negativo dal positivo. Se
tutto è stato fatto bene, le due forme si staccheranno facilmente.
Le impronte possono essere in seguito dipinte con acquerelli,
lasciando la traccia in bianco o colorando solo questa. Sul retro del
blocchetto di gesso scrivere il nome dell’animale, data e luogo del
prelievo.
LA CAVERNA DELLA PAURA
La tana (se grande) o uno stanzone, è la “Caverna della Paura50”,
immersa nell’oscurità della notte (la stanza buia).
Dentro la caverna entrano i lupi (una parte del Branco) e la esplorano;
poco più tardi etra la “Paura”, gli uomini (altra parte del Branco), che
prima di addormentarsi vuole assicurarsi che la caverna sia libera; i lupi
rimarranno fermi cercando di non farsi prendere dagli uomini; gli uomini
esploreranno (sempre al buio) la loro caverna cercando di prendere i lupi.
50 In questo racconto gli animali identificano la Paura con l’Uomo.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 80
Si gioca due volte invertendo le parti. Vince la squadra che prende
più prigionieri.
Dare un segno distintivo (es. un fazzoletto al braccio) ai lupi.
5.2.4. Il Fiore Rosso
Il Fiore Rosso è il fuoco, che tutti gli animali della giungla non osano
pronunciare col suo vero nome.
E’ il racconto che evidenzia come il male, irrispettoso di ogni legge e
dignità umana, divide e sgretola la comunità.
Shere Khan si manifesta qui con tutta la sua malvagità che, come tale,
spesso si maschera in atteggiamenti adulatori e spavaldi. A questa figura
negativa si contrappongono la forza di chi cammina nella legge (Mowgli)
e l’umanità pronta al sacrificio che si impernia sulla dignità morale di una
guida sincera (Akela). Mowgli si prepara ad affrontare, per la prima volta
frontalmente, la Tigre Zoppa ora più forte per il seguito di non pochi lupi
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 81
che è riuscita con l’adulazione a conquistare. Giunto il momento della
lotta, Mowgli, avvalendosi del potere quasi magico del Fiore Rosso, si
ripropone come vero signore della giungla, ponendosi a garante di quella
Legge che Akela ormai vecchio e allo stremo delle forze non può che
ricordare ma non può più difendere.
La malvagità di Shere Khan si manifesta nella sua più vera natura
dimostrando viltà e timor panico nel momento più decisivo da lei stessa
voluto. Il cucciolo d’uomo rimarrà alla Rupe con i fratelli e gli amici fedeli
al branco per poi incamminarsi “incontro a quegli esseri misteriosi che
chiamano uomini”51.
SHERE KHAN CONTRO IL BRANCO
Terreno di gioco: un cortile cintato di circa 40 m. per 20 m. Nel centro del
cortile segnare un quadrato di qualche metro di lato.
Materiale: una palla.
Il Branco è diviso in due squadre di cui una è circa un terzo dell’altra (es. 6
contro 18). La squadra meno numerosa rappresenta Shere Khan e i
Tabaqui suoi seguaci. L’altra rappresenta i lupi.
Scopo della squadra di Shere Khan e i Tabaqui: cercare entro un
tempo determinto di colpire con la palla un certo numero di volte gli
appartenenti alla squadra dei lupi (es. 25 colpiti in 20 minuti). Scopo della
squadra dei lupi: cercare di non farsi colpire e ostacolare il gioco.
Vince la squadra di Shere Khan se entro 20 minuti fa 25 centri.
Viceversa vince la squadra dei lupi.
51 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 111.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 82
Regole: Shere Khan e i Tabaqui si possono passare la palla ma non
possono muoversi con la pala in mano; la squadra dei lupi può difendersi
solo con le mani; non è permesso colpire la faccia e la testa; quando uno
della squadra dei lupi si impossessa della palla può lanciarla lontano
oppure può cercare di portarla entro il quadrato segnato al centro del
terreno di gioco e, se ci riesce, può scegliere uno dei Tabaqui che deve
considerarsi ferito; la squadra di Shere Khan deve cercare di impedire che
il lupetto in possesso della palla arrivi al quadrato centrale toccandolo; in
questo caso il lupetto deve cedere la palla alla squadra di Shere Khan; la
squadra dei lupi non può passare la palla tra i propri componenti; tutti gli
appartenenti alla squadra dei lupi colpiti devono considerarsi feriti; tutti i
feriti possono ritornare in gioco dopo aver superato delle prove alle quali li
sottopongono i Vecchi Lupi.
IL FURTO DEL FIORE ROSSO
Ci sono due squadre, i lupi e i boscaioli, in linea ad una certa distanza.
Al centro un pallone che rappresenta il fiore rosso.
Al via i lupi partono in blocco per rapire il fuoco. Non appena uno di loro
tocca il pallone, subito scattano i boscaioli che cercano di riprenderlo.
Il pallone si deve passare e deve essere lanciato oltre la propria linea
di fondo.
Vince chi porta più volte il fiore rosso dalla propria parte.
IL GIOCO DEL FIORE ROSSO
I lupetti sono divisi in due campi delimitati: i lupi e gli Shere Khan.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 83
Il campo dei lupi possiede il fiore rosso, rappresentato da un fiammifero
spento. Ciascun campo ha un capo. I lupi hanno i pugni chiusi e in uno di
essi si trova il fiammifero.
Al fischio del capo degli Shere Khan, i lupi e gli Shere Khan devono
camiare di campo. Gli Shere Khan hanno diritto, durante la traversata, di
prendere un lupo e il capo degli Shere Khan gli ordina di aprire una mano,
una sola per traversata. Se il fiore rosso non è in quella mano, si continuano
le traversate finchè il fiammifero non viene trovato.
A questo punto, i lupi diventano Shere Khan e gli Shere Khan lupi.
Fino al ritrovamento del fiammifero le mani che sono state aperte devono
rimanere tali. Si dà la vittoria alla squadra che è riuscita a scovare il fiore
rosso in meno colpi.
MOWGLI BRUCIA SHERE KHAN
Luogo: in tana o in cortile.
Materiale: un rotolo di giornali (il fiore rosso); un cesto di carta colorata (il
vaso del fiore rosso); un cerchio segnato nel terreno (la Rupe del Consiglio).
Mowgli è dentro il cerchio e custodisce il vaso del fiore rosso. In
mano ha il rotolo di giornali che rappresenta il bastone acceso del fiore
rosso. Al di fuori del cerchio ci sono i quattro fratelli di tana di Mowgli
con lo scalpo rosso (a seconda del numero del Branco se ne possono
aggiungere degli altri).
Intorno alla Rupe ed ai quattro fratelli tutti gli altri lupetti fanno i
ribelli e hanno con loro Shere Khan e portano lo scalpo azzurro. Mowgli e
Shere Khan sono senza scalpo.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 84
I lupi lottano tra di loro (i quattro fratelli contro i ribelli) allo scalpo.
Shere Khan scalpa i quattro fratelli senza poter essere scalpato da loro,
mentre Mowgli colpisce con il bastone (rotolo) e manda così fuori gioco i
ribelli che gli capitano a tiro.
I ribelli devono cercare di prendere il vaso del fiore rosso senza essere
scalpati o colpiti da Mowgli, e lo stesso deve fare Shere Khan.
Quando Mowgli colpisce Shere Khan con il fiore rosso vince perché
Shere Khan bruciato e dolorante fugge via dalla Rupe seguito da tutti i
lupi ribelli.
Si può prevedere di ridare la vita.
5.2.5. La tigre! La tigre!
Il racconto mostra con chiarezza l’intelligenza e l’astuzia di Mowgli,
che riesce ad avere ragione di Shere Khan, grazie anche alla poca
accortezza della tigre e dell’aiuto di Fratel Bigio e di Akela.
Scacciato dal branco Mowgli va a vivere tra gli uomini; viene accolto
da Messua e poi messo a guida dei bufali del villaggio perché li sorvegli
mentre pascolano.
Dopo aver ucciso la tigre, viene però scacciato anche dagli uomini,
che non riescono a comprendere la schiettezza del suo comportamento e
così torna tra i lupi; ma per cacciare solo con i quattro fratelli di tana,
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 85
poiché il branco è disperso e non ancora in grado di vivere nuovamente
unito52.
AL PASCOLO I BUFALI
Il terreno è cosparso di buche, rappresentate da cerchi tracciati per
terra.
I bufali stanno (bendati) in riga sulla linea di partenza. Davanti a loro
stanno i loro Mowgli, rappresentati da altrettanti giocatori, che li tengono
al guinzaglio (un lungo spago).
I Mowgli evono condurre i loro bufali il più rapidamente possibile,
dalla partenza alla linea di arrivo, evitando che mettano il piede nelle
buche.
QUADRETTI CON IL RISO
Materiale: tavolette di legno, tazzine, colla vinilica, un pennello largo,
colori ad anilina, pinzette.
Preparare per prima cosa il riso colorato mettendolo nelle tazzine in
cui è stato sciolto del colore ad anilina (o a tempera), mescolarlo e lasciarlo
asciugare bene.
Eseguire su una tavoletta di legno il disegno desiderato, e spalmarla
di colla vinilica diluita. Riempire il disegno con i chicchi di riso colorati,
che dovranno essere disposti per lo stesso verso, al fine di evitare
disuguaglianze nelle leggere trame degli incastri. Per disporre i chicchi
52 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 131.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 86
con ordine senza spostare gli altri già messi a posto è bene usare un paio
di pinzette.
Asciugandosi la colla vinilica precedentemente distesa sulla
tavoletta, i chicchi aderiranno in modo compatto al legno, senza più
staccarsi.
In tal modo si preparano dei simpatici quadretti.
IL MESSAGGIO SOTTO L’ALBERO
Terreno: un bosco, non accidentato, con ampia radura e possibilità di
nascondigli.
Materiale: due messaggi diversi, scritti a caratteri grandi, che devono
essere attaccati a due alberi in due diverse radure; alcune matite e carta da
scrivere per ciascuna squadra.
Numero dei giocatori: sedici e più, divisi in due squadre.
Durata del gioco: da venti a trenta minuti.
Scopo: ciascuna squadra dovrà sia cercare di copiare il messaggio che si
trova nella radura difesa dalla squadra avversaria, sia impedire che
quest’ultima, penetrata nella propria radura, riesca a copiarvi il
messaggio.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 87
Ciascuna squadra è divisa in due gruppi: gli attaccanti, aventi il
berretto come scalpo, e i difensori, che hanno alla cintola il fazzoletto come
scalpo.
Regole del gioco: i difensori non possono abbandonare la radura del proprio
campo; un attaccante non può combattere con un altro attaccante e così
pure (cosa impossibile se viene osservata la prima regola) un difensore
non può attaccare un altro difensore.
Ciascuna squadra deve designare due o tre elementi (sconosciuti
all’altra squadra) che, pur giocando come attaccanti o difensori, avranno il
compito di trascrivere il messaggio, raccogliendo le informazioni loro
recate dagli attaccanti della propria squadra o utilizzando ciò che essi
stessi, se attaccanti, hanno potuto vedere.
Vince la squadra che, al termine del gioco, è riuscita a ricopiare il più
esattamente possibile il messaggio appeso all’albero del Dhâk nella radura
avversaria.
BULDEO SPARA A MOWGLI
Scopo: osservare il lancio e la presa della palla a distanza variabile di un
determinato numero di lupetti (la squadra di Buldeo).
Terreno di gioco: un cortile.
Giocatori: due squadre, una rappresentante Buldeo e gli abitanti del
villaggio (in un numero limitato, 4 o 5), l’altra rappresentante Mowgli e i
bufali (il resto del Branco).
Uno dei lupetti della prima squadra è Buldeo, tutti i lupetti di questa
squadra sono Buldeo a turno (ogni 5 tiri si cambia). Uno dei lupetti della
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 88
seconda squadra è eletto Mowgli all’insaputa dei lupetti dell’altra
squadra.
Solo il Buldeo di turno può colpire con la palla gli altri della seconda
squadra. I lupetti della squadra di Buldeo non possono muoversi con la
palla in mano, quindi devono eseguire passaggi.
Vincono i Buldeo se Mowgli viene colpito entro un certo tempo.
L’arbitro deve essere a conoscenza di chi è Mowgli.
5.2.6. L’invasione della giungla
Nella tradizione del Lupettismo italiano
questo racconto non è molto utilizzato,
perché non aggiunge nulla al contenuto
centrale delle Storie di Mowgli, non offre
precisazioni sulle figure principali, non si
presta a particolari attività da fare col Branco,
ed evidenzia un Mowgli vendicativo che, pur
pervaso dal senso di giustizia, non coincide esattamente con la figura che
si vuole proporre a lupetti.
E’ il racconto infatti della vendetta di Mowgli contro gli uomini del
villaggio: nella prima parte Mowgli, dopo che è venuto a sapere che
Messua e suo marito sono in pericolo di vita per avergli concesso
ospitalità, con l’aiuto dei suoi amici li libera e li salva. Succesivamente, a
causa dei maltrattamenti che ha visto subire da Messua, chiede di
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 89
allontanare gli uomini da quel territorio e, con l’aiuto di Hathi e dei suoi
tre figli, di distruggere il villaggio, sopra il quale ritorna la giungla53.
IL TRACCIODROMO
Il tracciodromo è un’ attività all’aria aperta che impegna fantasia e
attenzione.
Materiale necessario: una zona di terra umida e battuta, di neve non troppo
bagnata, o di sabbia compatta.
Preparazione: si decide un episodio da tradurre in “tracce” sul suolo. Il fatto
deve essere abbastanza semplice da risultare chiaramente ad una “lettura”
del terreno.
Per esempio: si può realizzare un incidente in bicicletta: un lupetto,
Claudio, attraversa in bicicletta il tracciocromo, da ovest ad est; non si
accorge che un vecchio zoppicante (un altro lupetto, Fiorenzo, che si
appoggia ad un bastone) sta venendo verso di lui, e lo urta con la
bicicletta, provocando una caduta generale; subito Claudio si rialza,
chiede scusa all’investito ed esce dalla scena accompagnandosi a lui, e
conducendo la bici per mano. Il linguaggio del tracciodromo è silenzioso
ma chiarissimo: le ruote della bicicletta che vanno incontro ai passi brevi
del vecchietto accompagnati dai buchi del puntale el bastone; la pozza
confusa della caduta, e l’uscita della coppia: i passi affiancati (tracce vicine
e leggere del vecchio, tracce sicure e distanziate del giovane)
accompagnati dal segno della ruota della bicicletta e del bastone.
53 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 165.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 90
Svolgimento: i partecipanti sono divisi in due gruppi. Ogni gruppo
prepara un “quiz” per l’altro, costruendo un tacciodromo con episodio. I
gruppi si scambiano e cercano di interpretare i segni lasciati dall’altra
squadra nel minor tempo possibile.
IL GUIZZO DI SOLE
Alcuni lupetti e/o Vecchi Lupi sono nascosti con alcuni specchi che
devono far brillare esonendoli al sole.
Il Branco, in un tempo prestabilito, deve cercare di trovare coloro che si
sono nascosti.
LA CACCIA AL VILLAGGIO
Si riferisce al tratto della distruzione del villaggio. Nella tana, nel
cortile o nell’edificio in cui il Branco ha la sua tana, si nascondono tante
piccole capannine fatte di carta. Gli animali della giungla (i lupetti) vanno
a caccia delle capanne.
Vince il lupetto o la squadra che trova più capanne.
ABBATTERE I MACHANS54
Materiale: legni ben squadrati o birilli (per fare i machans), una pala di
gomma, un campo ben delimitato.
Nelle Terre Arate55 (campo da gioco) ci sono i machans fatti con i birilli
o i legni piantati o poggiati per terra e con sopra una traversa a formare
una pi greca.
54 Piattaforme da cui gli uomini sorvegliavano i campi.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 91
I lupetti che fanno gli uomini all’interno del cerchio e difendono con
le mani i machans che i lupetti che sono fuori (e rappresentano Mowgli,
Hathi ed i suoi figli) cercano di abbattere con la palla.
Un machan abbattuto può essere ricostruito, ma al momento in cui
tutti i machans sono a terra il villaggio ha perduto.
Si può giocare a tempo, facendo alternare le squadre e contando, al
momento del segnale di fine, quanti machans sono ancora in piedi.
5.2.7. L’ankus del re
Il racconto non ha alcun aggancio con il resto delle Storie di Mowgli. Si
tratta tuttavia di una magnifica parabola sull’avidità umana e sui suoi
effetti morali, con riflessi e considerazioni sull’essenzialità e sul valore
delle cose.
La storia è divisa in due parti: la prima narra come Mowgli sottrae un
ankus al tesoro delle Tane Fredde, malgrado la vigilanza di un cobra
55 Nome che gli animali della giungla davano al territorio in cui sorgeva il villaggio degli
uomini.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 92
bianco; la seconda narra le vicende della mortale contesa intrecciatasi
intorno al possesso dell’ankus, fino alla sua restituzione al cobra custode56.
NELLA CAVERNA DEL COBRA BIANCO
Si prepara una stanza molto ingombra di ostacoli (panche, seggiole,
tavoli, ecc.) e in questo groviglio di oggetti viene tracciato con un gomitolo
di spago un percorso ala fine del quale sono posti dei cartellini, tanti
quanti sono i lupetti.
Al Branco si fa osservare la stanza ben bene, poi i lupetti escono e viene
spenta la luce. Si introduce un lupetto alla volta, il quale cerca nel più
breve tempo possibile di percorrere il tracciato di “spago” (gli viene
consegnato il capo) e raggiungere i cartellini.
Vince il lupetto che impiega meno tempo a impadronirsi di un cartellino.
IL CAPPUCCIO BIANCO57
Viene scelto un giocatore (o anche due o tre contemporaneamente) a
cui vengono bendati gli occhi. Egli sta nel mezzo del cerchi. Ad un tratto
un componente del cerchio si alza dal suo posto e attraversa lo spazio in
mezzo al cerchio, curando di non farsi sentire dal giocatore dagli occhi
bendati.
Questi dovrà tendere l’orecchio ad ogni minimo rumore di passi, ad
ogni più piccolo fruscìo, per indovinare quante persone stanno
56 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 213. 57 Appellativo del cobra bianco.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 93
passeggiando nel cerchio. Infatti possono camminare in silenzio anche
due, tre, cinque persone, confondendo le idee a chi deve indovinare.
Questo gioco va svolto nel più assoluto silenzio, anche da parte degli
spettatori del cerchio.
L’ANKUS DEL RE
Questo gioco può essere usato per illustrare e rendere più familiare ai
lupetti il racconto L’ankus del re.
Ci sono due campi, A e B, uno diretto da Mowgli, l’altro da Kaa. I
lupetti devono andare a cercare l’ankus e le pietre preziose (C) sorvegliate
dal cobra bianco (D). questi non può entrare in C ma cerca di acchiappare i
lupetti nel terreno libero. Quando un lupetto è preso (al tocco), il cobra
bianco lo porta nella sua grotta.
Il prigioniero può essere liberato se un lupetto riesce a toccarlo senza
essere preso dal cobra bianco.
Si conta un punto per squadra per ogni pietra preziosa e dieci punti
per chi prende l’ankus.
Il lupetto catturato con un oggetto in mano lo deve rimettere in C e adare
nella grotta D.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 94
Il gioco termina quendo non c’è più nessun oggetto. Si contano allora gli
oggetti presi da ciascuna squadra.
C D
A B
L’ANKUS CHE PORTA LA MORTE
Due squade, A e B, in fila su due righe (distanti a seconda dell’abilità
del Branco nel giocare con la palla). Dietro la squadra A un giocatore della
squadra B; dietro la squadra B un giocatore della squadra A. Due basi
disposte agli altri due lati opposti del campo.
Le squadre cercano di far prendere la palla dal giocatore dietro la
squadra avversaria; se questo la prende al volo, grida: “Presa!” e la
squadra avversaria scappa verso la propria base, inseguita dall’altra
squadra che dve cercare di prendere i componenti al tocco.
Si contano i presi e si continua il gioco.
5.2.8. I cani rossi
In questo racconto il branco riunito è il protagonista assoluto –
insieme a Mowgli – nella lotta dura e vincente contro i cani invasori del
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 95
Dekkan. Il branco si batterà per la difesa della vita, del territorio di caccia,
delle tane e dei cuccioli e sarà, inoltre, uno strenuo baluardo a tutela della
Legge della giungla58.
In combattimento morirà Akela (già affiancato nella guida del branco
da Phao). Per questo motivo questo racconto viene usato solitamente
quando il Branco cambia Akela (Capo Branco).
INVASIONE DEI CANI ROSSI
Si suddividono i giocatori in due gruppi di pari abilità, cani rossi (C) e
lupi (L).
La squadra C si colloca su una linea estrema del campo e la squadra L
sulla linea opposta, in attesa del “via”; a tutti si bendano gli occhi.
Ad ognuna delle due linne di partenza rimarranno fermi due incaricati, i
quali ogni tanto daranno un segno di fischietto.
Orientati dai due suoni distinti, i giocatori avanzeranno piano piano
e con cautela, gli uni verso gli altri, con l’intento di raggiungere incolumi
la linea dei rispettivi avversari. Cammineranno in silenzio allo scopo di
avvertire, da ogni possibile indizio (rumore dei passi, respiro, ecc.), la
presenza degli avversari, per non urtarli.
Chi urta un giocatore smette di giocare e si porta ai lati del campo,
per non ingombrare nessuno; se l’urto è reciproco, tutti e due escono dal
gioco ed attendono fuori, fino alla ripresa.
58 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 294.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 96
L’invasione reciproca dei due campi avversari deve avvenire entro un
limite di tempo prestabilito dal capo: due, tre minuti, secondo il caso.
Finito il tempo fissato, ad un cenno convenuto, tutti smettono di
avanzare. Sarà vittoriosa quella squadra che avrà spinto più giocatori oltre
l’estrema linea avversaria, attratti dal fischietto rispettivo.
Il gioco può ripetersi in successive riprese.
IL PICCOLO POPOLO59 E IL CERVO
Ci sono due squadre, A e B; il campo di circa dieci metri per cinque è
diviso a metà. Le due squadre si dispongono ciascuna in una metà campo.
Al via un lupetto A oltrepassa il confine centrale e cerca di toccare quanti
più B gli è possibile, facendo il verso delle api “zzz” senza mai fermarsi a
riprendere fiato sin quando non è rientrato nella propria metà campo. La
squadra B cerca di bloccarlo e di trattenerlo nel confine finchè il lupetto A
non smette di fare “zzz” con la bocca.
59 Le api nere dell’India, che uccidono parte dei cani rossi.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 97
Se A riesce a tornare nel proprio campo senza riprendere fiato, si
contano i B da lui toccati. Se invece viene bloccato nel campo avversario o
smette di fare “zzz”, torna nel proprio campo come se non avesse toccato
nessuno.
Poi si invertono i ruoli. Vince la squadra che totalizza più punti.
GRAZIE ALL’AGLIO60
Si strofina su una mano di un lupetto dell’aglio all’insaputa degli altri.
Si dovrà cercare di scoprire, annusando, chi ha la mano con l’odore
dell’aglio.
Naturalmente colui che ha l’odore dell’aglio nella mano dovrà
fingere di cercare anche lui.
Vince chi lo scopre.
I LUPI, I CANI ROSSI E IL PICCOLO POPOLO
Si divide il Branco in tre parti: i lupi, i cani rossi e il Piccolo Popolo.
Ogni gruppo avrà degli scalpi di colore differente; detti scalpi vanno
portati, senza annodare, al braccio sinistro di ogni lupetto.
Ogni lupetto è munito di un bastoncino di legno o di un pezzo di
carta colorata che dovrà deporre nella tana degli avversari. Ogni giocatore
può portare un solo bastoncino o un solo pezzo di carta colorata.
La neutralizzazione dell’avversario avviene mediante asportazione
dello scalpo.
60 Mowgli in questo racconto riesce a salvarsi dalle api perché si sfrega dell’aglio nelle
mani, e il suo odore le tiene lontane.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 98
Chi è scalpato perde la vita e dovrà abbandonare sul posto il bastone
o la carta colorata in suo possesso. Si può portare un solo bastoncino o
pezzo di carta, perciò dopo aver scalpato un avversario si dovrà correre a
deporre il proprio per poi, in un secondo tempo, tornare a riprendere
quello del giocatore vinto.
Chi ha perso la vita la può riavere dopo aver superato una prova che
gli proporrà un Vecchio Lupo.
I bastoncini lascaiti in terra possono essere raccolti da qualsiasi
giocatore purchè non ne possegga nemmeno uno e sia ancora vivo.
Vince la squadra che riuscirà a piazzare tutti i bastoncini o pezzi di carta
in suo possesso più quelli eventualmente persi dagli altri, oppure quella
che ad un determinato momento ne avrà di meno.
5.2.9. La corsa di primavera
Tradizionalmente questo è il racconto che viene riservato ai lupetti e
alle lupette che si accingono a lasciare il Branco per passare in Reparto. Il
motivo è semplice e la tradizione è ampiamente giustificata dal contenuto
della storia: si narra dell’ultima caccia di Mowgli al termine della quale
abbandonerà la giungla per tornare dagli uomini61.
La Corsa si primavera è il racconto di un grande, inevitabile
cambiamento. Si colloca in un periodo, la primavera, che ogni anno vede
61 F. COLOMBO – E. CALVO, La Giungla – un ambiente educativo per i bambini, Edizioni
scout fiordaliso, Roma, 1989, p. 307.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 99
cambiamenti evidenti: la vegetazione rinnova il suo abito, gli abitanti della
giungla vestono nuove piume e nuove pellicce per la “parlata nuova62”.
Per Mowgli questa primavera si differenzia da tutte le altre, perché la sua
natura di uomo lo spinge fuori dalla giungla che non avrebbe mai pensato
di poter lasciare63.
LA FORZA DI MOWGLI
Si divide il campo in due parti. Da una parte si schiera tutto il Branco,
dall’altra un lupetto che farà Mowgli. Al fischio, tutto il Branco dovrà
raggiungere il limite esterno dell’altra parte.
Mowgli dovrà riuscire a prendere e sollevare un lupetto, che a sua
volta resterà nel centro e aiuterà Mowgli.
62 Canto degli animali a primavera. 63 R. KIPLING, Le storie di Mowgli, Nuova Fiordaliso, Roma, 1996, p. 289.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 100
COLLEZIONE DI BOSCO
Acquistiamo in una cartoleria alcuni fogli di carta da pacchi.
Dividiamoli in otto parti e con un punteruolo facciamo due fori su un lato
per il passaggio del cordoncino che fisserà i fogli. L’albo è pronto.
Sistemazione dei fiori e delle foglie: recidiamo i fiori con l’uso delle forbici
lasciando 4 o 5 cm di gambo; pieghiamo la corolla e adagiamola fra due
fogli di carta assorbente; poniamo sui fogli di carta assorbente due libri
pesanti; lasciamoli così per tre o quattro giorni in modo che il fiore possa
liberarsi delle sostanze acquose; fissiamo il fiore sulla pagina dell’albo con
pezzi di carta gommata trasparente.
Usiamo lo stesso procedimento per la raccolta e la sistemazione delle
foglie.
Disponiamo fiori e foglie con un certo gusto, accompagnando ogni
esemplare con notizie più ampie possibile (nome della pianta,
caratteristiche, eventuali usi farmaceutici, nome scientifico, famiglia di
appartenenza, ecc.)
Si prepara così un erbario. Ma si possono fissare foglie e fiori su un
cartellone murale; incollando le foglie su cartoncini colorati, con vetro e
carta gommata colorata, si possono preparare dei bellissimi quadretti
montati all’inglese.
Semi volanti di acero, rami di robinia, felci, foglie di olmo possono
servire ottimamente per cornici (fatte in cartoncino e rifinite con vetro e
nastro colorato gommato).
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 101
LOTTA DI COCCODRILLI
Si formano delle coppie di lupetti che impersonano i coccodrilli, questi
di dispongono a 2carriola”, con un lupetto A che si sorregge da terra con
le braccia, sostenuto per le gambe da un compagno B.
Gli A hanno lo scalpo infilato al collo della maglia, dalla parte destra.
Devono cercare di togliere lo scalpo dal collo dell’avversario prendendolo
con la bocca.
Variante: anziché lo scalpo, si cerca di prenedere il berretto dalla testa
dell’avversario.
IN EQUILIBRIO
I due giocatori si tengono con la mano sinistra la caviglia del piede
sinistro, mentre con la mano destra prendono il polso dell’avversario.
Vince colui che, attirando verso di sé l’avversario, lo fa cadere.
§ 5.3. Le Danze Giungla
Fra gli strumenti più originali e coinvolgenti che il Lupettismo mette
a disposizione per la creazione di quella particolarissima atmosfera
giungla, che è la nota determinante di tutto il metodo del branco, un posto
predominante lo occupano certamente le Danze Giungla64.
Baden Powell nella sua esuberante capacità creativa aveva progettato
tutte queste danze ispirandosi alle danze sacre delle tribù africane e di altri
popoli primitivi. Quindi gesti cadenzati ritmici evocativi, e alla fine il
64 E. CALVO, Danze giungla, Nuova Fiordaliso, Roma, 1999.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 102
risultato è un qualcosa di diverso da una danza vera e propria o da un
qualsiasi banalissimo bans65. Il risultato è una forma espressiva vera e
propria, una drammatizzazione che ha lo scopo di creare situazioni di
personificazione dei vari tipi giungla e della rappresentazione di
determinati episodi della vita del branco. Il lupetto rivive così in prima
persona il racconto appena ascoltato: comportandosi come il protagonista
dell'episodio assimila subito il valore o il difetto che gli viene proposto.
Senza contare che come per una danza anche in questo il bambino
acquista una maggiore padronanza corporea, un migliore senso del ritmo
e dell'equilibrio.
Le danze vanno sapute utilizzare. Il momento più opportuno sarebbe
appena terminato il racconto giungla in questione o magari dopo una
caccia particolarmente importante. E a parte questo bisogna sottolineare
che ogni danza va preparata bene perchè ogni gesto assuma il suo più
vero significato. Non è semplice, soprattutto quando si ha a che fare con
branchi numerosi, ma il risultato è davvero stupefacente se ben riuscito.
Qui di seguito riporterò le danze descritte da Baden Powell nel Manuale dei
lupetti.
65 I bans sono dei balli animati, da fare in gruppo. Solitamente si canta una canzone
orecchiabile e facile da imparare e si accompagna con i gesti, e in alcuni casi si ripete più
volte con delle variazioni (di volume, di velocità, ecc.).
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 103
LA DANZA DI TABAQUI
Nella danza di Tabaqui il Branco si divide in due parti: una metà
rappresenta i Tabaqui ed il loro capo sarà Shere Khan, l'altra metà
rappresenta i lupi e fra loro Mowgli.
Mentre i lupi stanno seduti tranquillamente in un angolo, i Tabaqui e
Shere Khan fanno la loro parte con Shere Khan che si pavoneggia
orgoglioso al centro del cercho formato dagli sciacalli. Il lupetto che
rappresenta Shere Khan infatti si vanterà di sè stesso e del suo valore
ripetendo “Io sono Shere Khan la Tigre Reale” invitando tutti a sfidarlo,
mentre gli sciacalli si muovono in cerchio rispettosamente e mormorando
“Sciacallo, sciacallo”.
Ad un tratto uno degli sciacalli si stacca dagli altri
e striscia fino a Shere Khan prostrandoglisi ai
piedi. Naturalmente la tigre con fare tipico del
prepotente gli allunga un calcio. Lo sciacallo si
inchina quasi a ringraziare e corre al suo posto,
ma una volta giunto, non visto da Shere Khan gli
fa le boccacce.
Dopo un poco i lupi si muovono piombando
addosso ai Tabaqui ed ogni lupo si porta via uno
di loro (che naturalmente si arrendono subito per viltà). In mezzo a tutto
questo trambusto Shere Khan non si muove ma dimostra una certa
preoccupazione e quando si trova al centro del cerchio formato ora dai
lupi tuona “Io sono Shere Khan, la Tigre Reale” quasi a voler convincere
di ciò tutti gli abitanti della giungla.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 104
Ma Mowgli non si fa di certo intimorire e va incontro alla tigre con l'indice
puntato guardando negli occhi la bestia che non può sostenere il suo
sguardo e quindi lo abbassa. Continua a ripetere la stessa frase ma con
sempre minore convinzione (mentre Mowgli resta fermo davanti a lui con
il dito puntato) e si accuccerà pian piano fino a sdraiarsi.
A questo punto la danza è finita.
LA DANZA DI BALOO
Baloo era l'orso che insegnava la legge ai lupetti ed era tanto grosso
quanto bonaccione.
Perciò quando il Capo darà l'ordine “Baloo” ogni lupetto si girerà e
seguirà il Capo marciando lentamente e rigidamente, con il petto gonfio in
fuori, i gomiti allargati e pugni sui fianchi, mento all'aria guardando con
aria importante a destra e a sinistra. Facendo ciò in coro si ripeterà la legge
con un tono ed un ritmo adatto.
DANZA DI BAGHEERA
Nella danza di Bagheera ogni lupetto diventa una pantera.
Il Branco è in cerchio; ogni lupetto si muove in giro stando accucciato,
guardando a destra e a sinistra se scorge selvaggina. Improvvisamente la
elvaggina è in vista. Ogni lupetto si getta a terra, voltando la testa e
guardando fissamente verso il centro del cerchio, dove deve immaginare
ci siano delle antilopi al pascolo.
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 105
Per non essere visto, egli si mette silenziosamente a quattro zampe,
volgendosi verso il centro, indietreggia quindi cautamente di alcuni passi,
per allontanarsi di più dalle antilopi e non spaventarle.
Ogni lupetto comincia poi a strisciare lentamente verso il centro. E
man mano che si avvicinano, tuti si appiattiscono di più contro il terreno e
strisciano ancora più lentamente.
Quando sono vicini, tutti giacciono immobili, schiacciati a terra, fino
a che il capo dice: “Ora” e tutti balzano avanti sulle antilopi immaginarie
con un grido, le afferrano e le fanno a pezzi. Ciascuno torna saltando di
corsa a riprendere il suo posto nel cerchio, portando con sé e addentando
pezzi immaginari di carne di antilope.
Durante tutta la danza ogni lupetto deve fare attenzione ai gesti che
fa il capo ed istantaneamente imitarlo.
LA DANZA DELLA FAME DI KAA
Un lupetto sarà la testa di Kaa ed il resto del Branco sarà la coda dietro
di lui, tenendosi ognuno con le mani sulle spalle del precedente, e
seguendo la testa dovunque essa vada, muovendosi il più lentamente
possibile, e tenendo il passo regolandosi sul lupetto che precede.
La testa scivolerà silenziosa, descrivendo un grande otto, ed infine si
arrotolerà in un cerchio sempre più stretto, volgendosi da ultimo in senso
inverso per svolgersi di nuovo, descrivendo una figura a spirale.
Ogni lupetto, durante tutta questa manovra, manda un leggero sibilo, e
camminerà nella punta dei piedi senza fare il minimo rumore, in modo
che tutta la fila sembri proprio il corpo di un serpente che strisci tra l’erba,
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 106
emettendo di quando in quando un sibilo più acuto, che è il modo del
serpente di chiamare i suoi amici.
Quando Kaa si è arrotolato e quindi srotolato, il capo comanda:
“Bandar-log” ed immediatamente il serpente si spezza ed ogni lupetto
scappa, chi qua e chi là a piacere, imitando le scimmie. Uno correrà in una
certa direzione come chiamato da un affare urgente, ed improvvisamente
si fermerà, si metterà a sedere, guardando il cielo. Un altro si metterà a
danzare a quattro zampe, girando intorno senza alcuno scopo. Un altro
cercherà di acchiapparsi la coda. Altri cercheranno di arrampicarsi su
alberi immaginari, sui quali si fermeranno a grattarsi. Uno descriverà,
correndo, una figura di otto, ripetendola all’infinito, ecc. Insomma devono
fare ogni sciocchezza che possano fare le scimmie, senza interessarsi
minimamente di quello che fanno gli altri.
Durante tutti questo tempo si deve lanciare il grido delle scimmie. Ci
sarà quindi gran confusione, perché ciascuno fara senza scopo cose
stupide e tutti lanceranno continuamente il grido delle scimmie:
“Gurrruuk, gurruuk, hau, hau garruuk”.
D’un tratto il capo grida “Kaa”. Le scimmie rimangono pietrificate dallo
spavento, perché sanno fin troppo bene che cosa farà di loro il terribile
nemico.
Il lupetto che forma la testa di Kaa sta dritto con le braccia stese in
avanti, la testa bassa e lentamente oscilla con il corpo a destra e a sinistra.
Egli sibila ancora e tutte le scimmie fanno controvoglia un passo in avanti.
Egli indica una di loro. La vittima terrorizzata striscia verso di lui, gli
passa tra le gambe “inghiottita” e si mette alle sue spalle, come nella prima
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 107
parte della danza. Passano così forse una dozzina di scimmie, una dopo
l’altra, e si forma di nuovo il corpo di Kaa. Quando tutti sono al loro posto,
il serpente si muove pesantemente in cerchio, e quindi si sdraia giù e si
mette a dormire dopo il lauto pasto. Questo si fa mettendosi giù uno dopo
l’altro a cominciare dalla coda. Appena la testa di Kaa ha chiuso un
cerchio abbastanza stretto, ogni lupetto deve fare passi cortissimi. L’ultimo
lupetto della coda si abbassa molto lentamente fino a sdraiarsi, la
pressione delle sue mani nelle spalle del lupetto che lo precede, costringe
anche questi ad abbassarsi e così fino a che tutto il corpo di Kaa è
abbandonato a terra, meno i tre di testa. Questi tre, guidati dalla testa di
Kaa, esitano per un momento, la testa gira di qua e di là, guardandosi
attorno, poi si stendono guù anch’essi per riposare.
LA DANZA DELLA MORTE DI SHERE KHAN
Prima il Branco forma un cerchio, e volgendosi a sinistra cammina in
cerchio, cantando queste parole sull’aria di Fra Martino:
“Mowgli è a caccia
Mowgli è a caccia
Uccide Shere Khan
Uccide Shere Khan
Scuoia lo striato
Scuoia lo striato
(grido) Rah, rah, rah,
rah, rah, rah!”
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 108
Si fa un passo ad ogni verso, e la canzone si ripete immediatamente
facendo dietro front e camminando in direzione opposta.
Le azioni sono queste: 1° verso, ci si muove in avanti con il piede
destro e la mano destra viene portata a far ombra agli occhi
nell’atteggiamento di chi scruta l’orizzonte. 2° verso, ripetere con la mano
sinistra. 3° verso, fare un movimento violento con la mano destra come
per pugnalare la tigre. 4° verso, ripetere. 5° verso, entrambe le mani alzate
alla fronte, imitando l’azione di scuoiare, tirando giù la pelle. 6° verso,
ripetere. 7° verso, danza in un tondo a destra agitando il braccio sopra la
testa. 8° verso, ripetere.
Per la seconda parte, i lupetti si mettono giù a quattro zampe, faccia
al centro del cerchio, mentre chi comanda si tiene fuori. Questa parte
consiste in una serie di invettive lanciate da chi comanda contro la tigre
morta, ed il Branco risponde ad ogni invettiva brontolando e restringendo
un po’ di più il cerchio. Si fanno quettro invettive in tutto. Sia le invettive
che i brontolii si cominciano piano ed aumentano gradualmente in
intensità e forza. Non deve esserci alcun rumore o gesto del Branco tra un
brontolio e l’altro. Le quattro invettive sono: “Lungri (zoppo)”,
“mangiatore di ranocchi”, “bestia bruciata della giungla”, “cacciatore di
cuccioli d’uomo nudi”!
Si comincia allora la terza parte della danza inginocchiandosi seduti
all’indietro sulle gambe, le braccia abbandonate liberamente lungo il
corpo.
Il capo raggiunge gli altri in cerchio, si mette sulle ginocchia come gli
altri, alza entrambe le mani sopra la testa e dice, in too lento e drammatico:
CAPITOLO 5: I GIOCHI GIUNGLA
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 109
“Shere Khan è morta”. Il Branco alza le braccia nella stessa posizione, e
prendendo il tempo dal capo tendendo le mani come lui, si chinano in
avanti per tre volte dicendo: “Morta, morta, morta”. Allora tutti saltano su
e gridano: “Evviva” con gran forza per tre volte, e piombano a terra, come
fulminati a mezz’aria. Rimangono così in silenzio di morte per circa 5
secondi, dopo di che ci si alza al segno del capo e la danza della morte è
finita.
CAPITOLO 6: CONCLUSIONI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 110
CAPITOLO 6
CONCLUSIONI
a Giungla è una meravigliosa, unica ed irripetibite invenzione
pedagogica una delle più rilevanti del secolo XX, lanciata nel
mondo con il Manuale dei Lupetti da B.P. che sin dalle prime
parole ringrazia Kipling per avergli permesso “di far mio il suo inimitabile
Libro della Giungla”.
Ma in cosa consiste la scoperta? Tutti coloro che si sono occupati di
psicologia e pedagogia dell’età evolutiva sono giunti alla conclusione
dell’importanza della fascia d’ eta 6/8 - 10/12 anni caratterizzata dal gioco
e dalla fantasia. Contemporaneamente hanno rilevato l’estrema chiusura
ed impermeabilità del mondo del bambino dall’intimo del quale restano
sostanzialmente esclusi i vari tipi di educatori che lo circondano e che
interagiscono con lui. Proprio questo apparentemente insuperabile
ostacolo viene eliminato ed il problema radicalmente risolto con la
Giungla nel metodo per i Lupetti. Perché la comunità nella quale viene
loro proposto di vivere e giocare è immersa totalmente nell’atmosfera
della storia di Mowgli.
I suoi personaggi vivono ed agiscono e sono accettati dal bambino
perché sono indispensabili al suo Grande Gioco. Non si può immaginare
la storia senza di loro, perché non sono attori su un palcoscenico che ha la
scenografia della giungla con gli alberi e gli animali disegnati in modo da
creare un ambiente fantastico il quale sarebbe mutevole ed intercambiabile
come gli spettacoli d’un normale teatro che offre storie recitate al pubblico
L
CAPITOLO 6: CONCLUSIONI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 111
che così assiste e partecipa. L’atmosfera giungla è ben altra cosa: per la
fantasia del bambino diventa la vita ed il Branco il suo mondo ed Akela,
Baloo e gli altri personaggi la vivono con lui e sono quindi dentro in pieno
nel suo mondo.
Ed è questa certo una meravigliosa esperienza che vive ogni Vecchio
Lupo che dedica il suo tempo nel Branco ai piccoli fratellini Lupetti. E
tante volte un Akela si sente dire da un genitore: “Come fate ad essere così
ascoltati da mio figlio che torna a casa e dice: “L’ha detto Akela e basta”.
Circa l’unicità e l’irripetibilità della Giungla di Kipling bisogna
valutare l’eccezionalità del testo scelto da B.P. Non un romanzo qualsiasi
per l’infanzia, ma un capolavoro sul quale sono stati scritti dai più grandi
critici e studiosi bellissimi ed interessantissimi saggi.
La lettura a più livelli ha fatto notare che i personaggi rappresentano
categorie immutabili del Bene e del Male. Così nessuno può immaginare
Shere-Khan buona ed altruista o un Baloo malvagio. Ciò consente nel
Lupettismo quell’altro geniale aspetto della morale per tipi trasmessa a
bambini che ancora non possono comprendere come attuare slogan tipo
“devi sempre fare il Bene non devi fare il Male”.
Ed ancora va notato che mentre i personaggi sono categorie
immutabili, l’unico essere che cresce, si sviluppa, sbaglia e viene corretto
(basti pensare all’avventura con il Bandar-Log), è Mowgli che rappresenta
l’uomo nell’età evolutiva.
La morale per tipi consente al bambino di comprendere il bene ed il
male, secondo la sua misura ed identificare i singoli aspetti etici positivi e
negativi, valori e disvalori. L’ideale positivo da raggiungere è per lui
chiaro e concreto.
CAPITOLO 6: CONCLUSIONI
Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 112
Sul piano personale occorre aiutare il bambino a liberarsi dal
soggettivismo e dall’egocentrismo; la famiglia naturale e la scuola spesso
non bastano, secondo l’analisi di B.P. Ed ecco allora il Branco, una
comunità, vero inizio d’una vita sociale. Ma il bambino ha in sé un grande
desiderio di gioia, di vivere nella gioia. La risposta di B.P. è “Non siate
solo una famiglia, ma una Famiglia Felice!”1.
1 R. BADEN-POWELL, Manuale dei lupetti, Editrice Ancora Milano, 1989.
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Il metodo educativo dello scoutismo per i bambini: il Lupettismo. 113
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http://www.scautismo.net
http://www.scoutsanbenedetto.it/scautismo-in-italia.html
www.tuttoscout.org
Ringraziamenti…
al Prof. Enrico Euli, per la sua disponibilità e la fiducia nel mio lavoro;
alla mia docente Supervisore Maria Rosaria Cocco, che è stata un esempio di passione
e dedizione al mestiere dell’insegnante, di grande sensibilità e disponibilità, e che
sono sicura che anche dall’alto ci guarda e ci guiderà sino al traguardo finale;
alla Dott.ssa Clara Ligas, che ha accolto noi orfani di tutor e ci ha permesso di
concludere il percorso iniziato;
ad Antonio Mancarella, Commissario Centrale alla Branca L/L Assoraider, per i
consigli preziosi sulle fonti da consultare per il mio lavoro;
alla mia amica Giovanna e alla sua famiglia, per l’accoglienza e la disponibilità
dimostrata in qualsiasi momento ne avessi bisogno, e per avermi fatto sempre sentire
“a casa”;
alle mie amiche storiche per esserci sempre, e in particolare a Fabiana e Francesca che
mi hanno sostenuto e aiutato - anche materialmente – in quest’ultima parte del mio
percorso di studi;
a Nadia, che invece negli ultimi mesi, in previsione della sua partenza, mi ha
distratto spesso e volentieri, ma sempre piacevolmente, dai miei studi! …ma che mi è
stata vicina e mi sostenuto nei momenti difficili di quest’ultimo anno…
ad Antonio, amico speciale che c’è sempre per aiutarmi quando ne ho bisogno e per
gioire insieme a me dei miei traguardi, per la disponibilità e l’affetto che ogni giorno
mi dimostra, per il suo aiuto tecnico, per il cammino scout che da anni
condividiamo…
agli Scout, che mi hanno riempito la vita e fatto diventare quella che sono oggi…
ai miei genitori e a mio fratello, che ancora mi sopportano, mi mantengono e mi
sostengono…
a tutte le persone che ho incontrato nel mio percorso di studi: i colleghi del tirocinio,
le compagne di viaggio, gli sconosciuti con i quali ho condiviso gli esami… perché i
sacrifici, il tempo e la stanchezza vengano a tutti ripagati col lavoro che sognamo…
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