23 settembre 2013Deliberazione n.78
Seduta in I^ convocazione
Richiesta di convocazione Consiglio Comunale presentata dai Consiglieri Simone Pettirossi, Paolo Marcucci, Simonetta Maccabei, Giorgio Bartolini ed Emidio Fioroni prot.n.0025972 del 26 agosto, successivamente integrata con nota prot.n.0027652 del 5 settembre 2013 ad oggetto: Nuovo Piano Regolatore Generale – Parte Strutturale: tipologia e rilevanza delle modifiche chieste dagli enti sovra comunali in sede di Prima Conferenza Istituzionale; criteri generali e specifici assunti dall’Amministrazione comunale per effettuare le modifiche; indicazione delle modifiche ad oggi apportate rispetto all’adottato, chiarimenti sul dimensionamento del piano, sul calcolo dei residui e sul contenuto delle NTA per quanto riguarda la tutela ambientale e paesaggistica; chiarimenti in merito alla cogenza o meno delle linee guida per il restauro del paesaggio e del piano di gestione UNESCO.
L’anno duemilatredici, il giorno ventitrè del mese di settembre, alle ore 20,00 e seguenti, in Assisi presso la Sala del Consiglio Comunale “Palazzo dei Priori”, si è riunito il Consiglio Comunale, nelle persone dei Signori:
SindacoRicci ClaudioPresidenteBuini Patrizia
Consiglieri Almaviva Walter
Bartolini Giorgio Martellini Daniele Bocchini Ivano Pettirossi SimoneBrunozzi Franco Tardioli LuigiFreddii Rino Travicelli Claudia M.
Risultano presenti gli Assessori, sigg.: Lunghi Antonio - Cannelli Lucio - Fortini Moreno – Massucci Moreno.
Travicelli – Paoletti - BocchiniPresidente del Consiglio: dr.ssa Patrizia BuiniPartecipa alla seduta il Segretario generale dr.ssa Claudia Bianchi
Il Relatore: Assessore Moreno Fortini
Senza allegati
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IL SEGRETARIO GENERALE
IL CONSIGLIO COMUNALE
dr.ssa Patrizia Buini dr.ssa Claudia Bianchi
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Sono presenti i Consiglieri Marini – Maccabei – Paoletti – Marcucci. Presenti n.15.
PRESIDENTE. Prego Capogruppo Pettirossi.
CONSIGLIERE PETTIROSSI. Grazie, Presidente. Innanzitutto bisogna sottolineare che
noi avevamo chiesto un Consiglio aperto, purtroppo questo bisogna sottolinearlo, ci
rammarichiamo che il Sindaco non abbia deciso che potesse essere un argomento
tale da richiedere appunto una partecipazione più ampia. Ci sono tante persone che
avrebbero potuto intervenire e che avrebbero potuto dire anche la loro opinione. Il
procedimento amministrativo ha un suo iter, chiaramente, però credo che la
partecipazione, l’ascolto dei cittadini su un tema così importante, che inciderà sul
nostro territorio comunale per i prossimi 10-15 anni, sicuramente, non ha un limite di
possibilità partecipativa, anzi, più c’è questa possibilità di partecipare e di
evidenziare quali sono gli aspetti più problematici, o gli aspetti magari non chiari
fino in fondo e più questa è una possibilità di coinvolgimento dei cittadini, che alla
fine sono coloro che hanno la sovranità nel nostro territorio e che sicuramente sono i
proprietari veri del territorio comunale di Assisi. Sul PRG bisogna dire innanzitutto
che il PRG di Assisi non è un PRG come tutti quelli degli altri Comuni, di territori
completamente vincolati in Italia ce ne sono tre, Assisi, Capri e l’Argentario. Quindi
sicuramente noi viviamo e dobbiamo curarci di un territorio che al di là di essere
Patrimonio UNESCO, già da prima era un territorio la cui valenza, il cui aspetto,
proprio legato al paesaggio è così di grande rilievo che a me sembra nel 1954 ci fu un
vincolo su tutto il territorio. Questo lo dico perché, al di là poi di questioni tecniche
e ci saranno anche altri che interverranno, di coloro che hanno chiesto questo
Consiglio comunale aperto, che avrebbero voluto fare sentire anche la voce dei
comitati dei cittadini, questo perché al di là delle norme regionali anche ultime,
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recenti, bisogna chiederci, secondo noi, come amministratori di questo territorio così
delicato, se noi andiamo a fare qualche cosa con questo PRG che tutelerà più o meno
di prima il nostro territorio. Questo non vuole dire che non bisogna fare niente e non
bisogna sviluppare economicamente un territorio, ma bisogna svilupparlo con le sue
caratteristiche. Ci sono Comuni che hanno deciso - anche se le leggi permettono una
nuova edificabilità fino ad un massimo del dieci per cento - per esempio, di puntare
sulla riqualificazione dell’esistente. Quindi, magari, non è che non costruiscono
niente, costruiscono in alcune zone e tagliano altre zone che magari non erano
partite negli anni. In questo piano invece abbiamo visto che in linea di massima le
zone che c’erano sono rimaste, alcune sono in trasformazione e ne vengono aggiunte
delle altre. Questo non è obbligatorio, che lo faccia Marsciano – ho sentito spesso
dire questa cosa – anche se c’è il centro-sinistra a Marsciano, ma non è che Marsciano
è Assisi; cioè se cementificano Marsciano, penso che fanno male anche a Marsciano a
cementificare troppo, ma non è che fanno un danno così grave come magari
aumentare l’edificabilità eccessivamente come nel nostro territorio. Questo aspetto
è importante perché con la scusa, con il fatto di ridire che siamo entro i limiti,
innanzitutto bisogna ricordare che nell’adottato, con le osservazioni, ormai è
assodato, perché nella prima Conferenza istituzionale abbiamo tutti i verbali,
abbiamo letto tutti, ne abbiamo discusso, chi più, chi meno, prima magari c’era un
aumento anche di più di quanto è venuto fuori, attestato dalla I Conferenza
Istituzionale, perché avevamo dei dubbi e continuiamo ad avere dei dubbi, per
esempio, sul calcolo dei residui. Però, in ogni caso, in quella Conferenza Istituzionale
c’è scritto nero su bianco che il Consiglio comunale alla fine della scorsa consiliatura
ha approvato un PRG che gli enti preposti al controllo dei limiti di legge hanno detto:
no, dovete ridurlo ed abbastanza, perché il limite massimo è il 10 e il limite che
viene sancito nel verbale è quasi 18. Quindi quasi 18, in un territorio così delicato
come Assisi, è una cosa, secondo noi esagerata. Poi nel dialogo e nella discussione
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giornalistica molto spesso si è detto: siamo entro i limiti di legge. Ma probabilmente,
alla fine di tutto il percorso in cui ci sarà l’ente sovra comunale, la Provincia e la
Regione che dicono: guarda, Comune, tu hai sforato, hai fatto un piano che è il 18
per cento, il massimo di legge è il 10, dopo tutte queste varie discussioni, in un
rapporto che non è più neanche pubblico, perché non c’è una discussione nelle
commissioni in cui si decide come fare questo piano, non c’è una discussione con i
cittadini che fanno le osservazioni, c’è una discussione tra tecnici del Comune e
tecnici della Provincia, tra il Sindaco ed altri esponenti di altri enti, che decidono,
che ragionano dove andare a tagliare e a limare questo Piano. Questo è un aspetto,
secondo noi, abbastanza rilevante e abbastanza grave, perché intanto si è scelta
dall’inizio una strada che ha portato a cercare il massimo di edificabilità consentita,
anzi, addirittura proviamo magari ad andare oltre, ci provano anche altri territori, ci
proviamo anche noi; ma noi non siamo altri territori, noi siamo il territorio di Assisi,
e non c’era neppure bisogno che l’UNESCO lo riconoscesse, per sapere che è un
territorio patrimonio dell’Umanità. Quindi, questa cosa è grave perché adesso poi, in
un certo senso si priva lo strumento deputato, che è il Consiglio comunale, che a suo
tempo poteva dire: è il nostro Piano regolatore e noi vogliamo un bel piano; lo
decideva la maggioranza, completamente dentro i limiti, quello era e quello
rimaneva. Questa sarebbe stata una scelta sensata di una Amministrazione seria che
vuole fare un investimento sul futuro per Assisi. Si poteva dire: noi vogliamo un Piano
di altissimo profilo, un Piano che riqualifica, che non consuma eccessivamente
territorio e quanto altro. Ci sono esempi in Italia, c’è il Comune di Firenze, c’è il
Comune di Milano e ce ne sono altri, che non hanno scelto +5 o +4, hanno scelto +0.
Non dico che noi dovevamo fare +0, ma magari potevamo fare +3. A Milano prima
hanno cementificato, se dobbiamo pensare al prima ad Assisi meglio non parlarne,
perché prima ad Assisi già senza questo piano regolatore, abbiamo il PUC di Santa
Maria degli Angeli, che uno arriva e vede un palazzo enorme che ha occluso tutta la
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vista della Basilica, della Porziuncola, del secondo polo più famoso di tutto il
Comune di Assisi, indipendentemente da tutti gli aumenti di edificabilità che
potremo fare con il Piano regolatore. Quindi non è che prima noi non abbiamo
edificato niente, noi abbiamo edificato anche prima ed in più ci sono comunque ampi
residui. Sul dettaglio però non voglio affrontarlo, perché poi ci sono anche altri che
lo affronteranno meglio e più nello specifico. C’è un altro aspetto che volevo porre.
Del Piano Regolatore attuale molto spesso si dice: le linee guida dell’UNESCO. Le
linee guida per il restauro del paesaggio sono una normativa interessante, ben fatta,
ma se fosse una normativa. E quindi bisognerà capire se fatto il piano, le normative
che vengono spesso citate sui giornali e vengono portate ad esempio nazionale ed
internazionale, se poi quando uno farà una DIA ed inizia il lavoro se gli possiamo
bloccare i lavori perché non rispetta le linee guida. Se poi in Conferenza istituzionale
si deciderà magari che invece diventano cogenti, io dico: bene, molto bene. Nel
senso che non è che dico che va tutto male. Se questa cosa, da non cogente, diventa
cogente, credo che sia già un passo avanti sostanziale.
Un altro aspetto che penso sia rilevante, è quello del colle storico. Non si capisce,
per esempio, perché il perimetro del colle storico è diminuito un po’, prima era fino
a Gualdi, adesso è un po’ più su. Ci sono due fasce, una fascia in cui non c’è la
possibilità neanche di fare attività ricettività, si può fare restauro, riqualificazione e
così via ed un’altra fascia in cui ci sono delle normative diverse, in cui si possono
fare, per esempio, attività ricettive e zootecnia. Un altro aspetto, sempre sulla
questione di principio è: le normative che sono presenti adesso per quella zona lì,
che fondamentalmente è una zona agricola, sono più o meno cogenti con quello che
prevedeva il Piano Astengo? Perché il Piano Astengo siamo sicuri che per il colle
storico, per Assisi, ha garantito che rimanesse così ed ha garantito che anche altre
zone del colle rimanessero così? Astengo prevedeva solo il restauro. Sulla questione
quindi del colle storico c’è un problema di rigidità della normativa e non è un
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problema di Assisi, è un problema di tipo regionale, però nessuno impediva ad Assisi,
così come non gli impediva di stare molto sotto il limite del 10 per cento di aumento
di edificabilità, neanche di prevedere, per alcune zone di particolare pregio, dei
vincoli maggiori, perché con la normativa attuale, agricola, uno può prendere un
edificio, restaurarlo, magari non lì ma da un’altra parte, leggermente spostato.
Questo però in alcune zone di Assisi non va bene. Io spero che poi non sarà fatto. Ma
questa normativa, che è regionale, nulla vietava che Assisi potesse, se voleva
veramente avere un Piano innovativo, prevedere per alcune zone sensibilissime del
nostro territorio, delle normative più cogenti. Ma non sono cogenti neanche le linee
dell’UNESCO, a meno che, appunto, scopriamo oggi che lo sono. Infine, questo lo
chiedo, poi lascio la parola, visto che nel piano che era stato adottato, con le varie
osservazioni, ecc, erano presenti delle previsioni di nuove aree edificabili nella zona
tra Santa Maria degli Angeli ed Assisi, vicino alla Caserma dei Carabinieri, poi ci sono
altre aree, c’era un’altra area nella zona dei Castelli e così via, volevo capire, a
questo punto del piano, poi se queste aree sono state confermate, oppure con la
riduzione se sono state tolte. Secondo me, sicuramente queste aree tra Santa Maria
degli Angeli ed Assisi, dovrebbero essere sicuramente eliminate.
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcucci, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Una mozione d’ordine, Presidente, procedurale per capire
una cosa, perché nel fascicolo del punto all’ordine del giorno, con cui abbiamo
richiesto la convocazione di un Consiglio comunale apposito, come lei sa, poi invece
questo punto, che lei ha pedissequamente letto prima, nella cartella non è presente
una relazione. Siccome nel momento in cui viene portato al Consiglio comunale, lei
mi insegna, Presidente, deve essere il punto poi illustrato da qualcuno, cioè noi
come minoranza abbiamo il diritto di chiedere che il Consiglio comunale discuta di
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questo argomento. Abbiamo posto delle domande, anche se non c’è il punto
interrogativo; più volte abbiamo avanzato in questo Consiglio comunale la richiesta
di avere risposte, da parte dell’Amministrazione, su quello che era l’iter di
avanzamento delle fasi istruttorie da parte della Provincia, ma non ci è stata data
risposta. Addirittura abbiamo avuto grosse difficoltà a reperire la documentazione,
ma per fortuna Internet consente di scaricare ormai, in tempo reale, anche i verbali
delle Conferenze istituzionali. Quindi vorrei capire, fatta questa premessa, se è
intenzione di questa Giunta, del Sindaco e dell’Assessore, riferire al Consiglio
riguardo agli argomenti che abbiamo sottolineato, oppure no. Questo è un problema
procedurale, perché è inutile, noi vorremmo aprire un dibattito su quelle che sono le
problematiche che abbiamo illustrato. Se cortesemente mi dà una risposta.
PRESIDENTE. L’Assessore Fortini sicuramente ha preparato la sua relazione.
Comunque prego Assessore Fortini.
ASSESSORE FORTINI. A parte la relazione, rispondo a questa cosa. Qui non stiamo
discutendo il PRG del Comune di Assisi, il documento sta in Provincia e fino a quando
non sono terminate le Conferenze dei Servizi, qui dentro non si parla di niente,
perché io non ho nulla di cui parlare, ancora devo chiudere una trattativa con la
Provincia ed io vi devo aggiornare su cosa? Abbiate pazienza, ma di che parliamo? Il
PRG sta in Provincia perché è stato votato da questo Consiglio comunale e la
minoranza non ha votato contro. Di questi problemi devi parlarne con i tuoi, perché
a noi non ci riguarda. Il documento uscito dal Consiglio comunale sta in Provincia e lì
fa il suo iter; quando sarà pronto, lo riporteremo in Consiglio e ne discuteremo qui.
Io oggi non ho nulla da riferire al Consiglio. Non capisco proprio di cosa stiamo
ragionando. Quando dite che si è ristretta la fascia, non è così, perché il PRG era
uscito, prima delle osservazioni, con una fascia enorme, dove c’era l’inedificabilità
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assoluta, non si costruiva da Palazzo fino a Capodacqua. C’è stata una osservazione
dei geometri, architetti, ingegneri, qui dentro, e non ti dico quello che è successo
negli uffici, che ci hanno detto: ma pensate che dobbiamo chiudere tutti? No, perché
se vogliamo fare questo ragionamento, lo facciamo, non c’è nessun problema, hanno
fatto un’osservazione, 400 firme, e chiaramente l’abbiamo accolta, ma leggermente,
quindi si può fare quello che era previsto con il Piano Astengo, cioè il restauro ed il
risanamento. Quindi oggi vi è una fascia del colle storico dove è previsto quello che
era previsto prima; ma quel vincolo che avevamo messo noi, che aveva messo la
Falini nella redazione dei vincoli paesaggistici, andava a non fare toccare niente.
Quindi è stato migliorato dal punto di vista tuo, perché ci abbiamo messo un vincolo
sopra che massacrava il territorio dal punto di vista di come lo vede chi costruisce o
chi lavora negli studi, o chi fa il geometra, o l’ingegnere, ecc; loro ci hanno detto: in
questo modo noi chiudiamo i battenti, vi ringraziamo, grazie di essere sul territorio
assisano, finito il terremoto, andiamo tutti a casa! Ma non è che abbiamo modificato
noi di nostra iniziativa. C’è stata una osservazione, l’abbiamo condivisa con la Falini,
ed abbiamo riportato il vincolo che aveva Astengo, lo abbiamo riportato pari pari.
Quindi oggi non si può costruire sul colle storico e non è che abbiamo ristretto la
fascia, assolutamente no. Anzi, dai tre coni panoramici di Astengo, oggi ne abbiamo
fatti nove. Quindi i vincoli non mancano, però non posso rispondere su cose su cui in
questo momento sono ancora in trattativa con la Provincia. Non vi aspettate che io
riapra una discussione sulle osservazioni o su altre cose, perché non è possibile fare
questo. Io non posso dare risposte per un documento che è stato votato qui dentro;
lo vedremo quando la Provincia ce lo rimanderà. Io vi posso leggere una
interpellanza parlamentare fatta dal Movimento 5 Stelle, il Senatore Lucidi l’ha
fatta, e quindi, siccome abbiamo risposto al Ministero dell’Ambiente, ve lo posso
leggere, perché qui sono riepilogati tutti i dubbi che il Movimento 5 Stelle ha sul
PRG. Quindi sicuramente allarga anche i tuoi dubbi. Io vi posso leggere la risposta
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che ha dato l’ufficio tecnico a questo documento perché magari si possono chiarire
anche quelle che sono le vostre perplessità; sono delle risposte ai molti interrogativi
vostri, non sono risposte tirate a caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bartolini, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE BARTOLINI. Una richiesta di chiarimenti da parte dell’Assessore. Da
quello che ho capito, questo Piano regolatore poteva avere un certo incremento di
volumetria e sembra che invece il Consiglio comunale di Assisi ha approvato un
incremento di volumetria superiore da quello previsto dalle disposizioni di legge.
Penso che le cose stanno così perché l’Assessore mi ha fatto cenno di sì con la testa.
Quindi su questo punto c’è, credo, una differenza dell’8 per cento, si parlava da 10
al 18. L’Assessore dice di attendere i chiarimenti della Provincia, ma il problema
adesso c’è, perché quando voi andrete a togliere queste volumetrie, intanto i
cittadini ci pagano l’IMU, perché in questo momento il Piano regolatore è stato
adottato e quindi ci si paga l’IMU; poi ad un certo punto togliete a queste persone
delle volumetrie e quindi a quel punto non pagheranno più l’IMU e posso dire che
tutto sommato sono anche fortunati perché così non la pagheranno più, perché tanto
con questa situazione economica dell’edilizia, tutto sommato è una fortuna non
avere la cubatura, perché poi, per una decina di anni le cose saranno proprio così.
Ho detto questa cosa così scherzando, però questi cittadini a cui è stata data questa
speranza soprattutto in campagna elettorale, e noi lo sappiamo, perché c’è stata
quasi una sollecitazione a fare le opposizioni e sono state naturalmente accolte le
osservazioni in Consiglio comunale, io non c’ero, nonostante il parere negativo degli
uffici. Quindi adesso è chiaro che il Consiglio comunale ha approvato, ma l’ufficio già
aveva dato un parere negativo. Quindi, secondo me, per quei cittadini la cosa non si
mette affatto bene, nel senso che probabilmente saranno delle volumetrie che
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verranno tolte. Quindi sono d’accordo di avere tantissima attenzione per il cono
panoramico di Assisi, perché è quello che si vede sia dalla Rocca, sia da Santa Maria
degli Angeli, è una cosa estremamente importante, nel contempo però devo dire che
nei limiti delle esigenze dei 27 mila abitanti che abitano sul territorio comunale, una
certa attenzione dovremo anche averla. Quindi ci sono delle zone che sono vincolate
al massimo e siamo perfettamente d’accordo, ma ci sono altre zone dove invece, in
qualche modo, bisognerà andare incontro anche alle esigenze dei cittadini, perché io
se torno indietro di 10-15 anni ricordo quando ad Assisi non si fabbricava perché non
c’era il terreno per fabbricare, e la gente andava a Bastia. Questo lo ricordo
benissimo. Oggi ci sono invece anche i centri commerciali nel nostro territorio e
credo che sia giusto che ci siano, perché io ricordo che 10 anni fa, dalle statistiche
viste dell’Associazione commercianti, il 50 per cento dei cittadini del Comune di
Assisi andava a fare la spesa a Bastia o a Ponte San Giovanni per quanto riguarda
l’alimentari e per quanto riguarda l’abbigliamento e le scarpe era il 70 per cento.
Quindi è giusto, secondo me, avere creato delle strutture nel nostro territorio,
perché credo che sia inutile che un operaio o un qualsiasi professionista vada a
spendere fuori dal territorio, quei soldi non circolano sul territorio, quindi è un
danno economico. Allora, per concludere, credo che dovremo forse aspettare questi
incontri dell’Assessore con la Provincia e dopo naturalmente discuterne in Consiglio
comunale.
PRESIDENTE. Prego Capogruppo Marcucci.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Grazie, Presidente. Riparto da alcune cose che diceva il
Consigliere Bartolini. Gli aspetti un po’ critici di questo Piano io non li ho mai
nascosti perché subito dopo l’adozione, non ero Consigliere comunale, ma come
cittadino e professionista ho partecipato a degli incontri e già allora ho manifestato
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delle perplessità su questo Piano. Era impossibile allora percepire, per chiunque,
anche per chi poteva avere dimestichezza con questa materia, l’entità di certe
trasformazioni pensate. Aggiungo che, contrariamente a quello che dice l’Assessore
Fortini, io come professionista ho fatto un’osservazione generale, che è stata
cassata, e questa osservazione andava proprio nella direzione che diceva il compagno
Pettirossi, e cioè di ripristinare quel limite che Astengo aveva individuato
nell’attuale Via Francesca, che da Gualdi arriva fino a Rivotorto, dove tutta quella
zona era classificata come zona A, con il divieto assoluto di nuova edificazione,
erano ammessi solo interventi di riqualificazione e restauro. Normative successive,
regionali, che in parte avrebbero potuto contrastare con questa disciplina, hanno
consentito, grazie al condono degli annessi agricoli, la possibilità di recuperare,
mediante ristrutturazione – ed era una categoria che Astengo non contemplava in
quella zona – anche gli annessi agricoli e la loro trasformazione a residenza.
L’arretramento parziale da quella striscia, da quella strada verso monte di una
porzione di territorio, che nella cartografia, per essere precisi, Assessore, nella
tavola EP02D, rispetto a quella linea tracciata di Astengo, la parte marroncina, che
corrisponde alla zona oggetto di inedificabilità assoluta, è arretrata, è arretrata in
una zona molto prossima a San Damiano, nell’altra un po’ di meno. In quella zona,
che torna ad essere zona agricola, valgono le regole per la zona agricola. E quindi ci
chiediamo, come cittadini, se, per esempio, come ammesso dalla normativa
regionale, è possibile il trasferimento dei volumi, cosa che non era prevista con
Astengo. Quindi i problemi sul piatto ci sono e non concordo con l’intervento che hai
fatto prima, Assessore Fortini, perché io non so se le cose sono andate così, che dopo
l’adozione, per la spinta dei tecnici del luogo, l’Amministrazione, che prima aveva
vincolato tutto, ha ridotto il vincolo; a me sembra curioso, perché io sto parlando
delle tavole non post-osservazioni, ma pre-osservazioni, cioè quelle adottate nel
2010 e in quelle tavole determinate cose già erano previste. Quindi, per quello che
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mi è dato capire, io probabilmente non sono un esperto urbanista, però qualcosa la
mastico, però non mi pare che le cose stiano come dici tu. Questa è una cosa che la
gente sa, perché come l’ho scaricato io da Internet, lo può scaricare chiunque il
verbale della I Conferenza. Il verbale della I Conferenza è abbastanza pesante e ci si
interroga, perché chiede al Comune di rientrare nel 10 per cento secco e la
Provincia, da come si esprime qui, se volete lo leggo, non è che dice: toglimi il
volume lì, sopra o sotto, no, al Comune dice: ripresentami il piano modificato. E
allora mi riallaccio a quello che diceva Bartolini, intanto per la gente che è qui, ma
anche per quella che non c’è, che poi queste cose le dovrà cominciare a capire e
alcuni già lo hanno intuito. Con l’accoglimento delle osservazioni, la volumetria
totale edificabile, residenziale si è incrementata, era già alta rispetto al 10 per
cento. Ora, con l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia, quindi con la vigenza
del piano precedente, la variante generale e la vigenza di questo, tutto quello che è
diventato edificabile oggi è soggetto a tassazione. Questo significa che se io ho fatto
una osservazione per un terreno che ho, supponiamo a Castelnuovo, che è zona
agricola, è diventata edificabile ed io ci pago già le tasse, ci pago prima l’ICI, ora
l’IMU, ma se la Provincia impone al Comune di ridurre le volumetrie, queste persone
si troveranno ad avere pagato l’IMU e l’Amministrazione che è obbligata a tagliare,
probabilmente dovrà tagliare da qualche parte. E allora io potrei ritrovarmi che
quella su cui ho pagato le tasse per due, tre, quattro anni, torna ad essere zona
agricola e io non riavrò indietro quel soldi. Su questo mi sono informato, quindi non è
che il Comune a chi ha pagato l’IMU sul terreno che in quel momento era edificabile,
se poi non è più edificabile gli ridà indietro i suoi euro. Quindi questo deve essere
chiaro. C’è un dato però che vorrei sottolineare e che è questo. In realtà, se
facciamo bene i conti, l’aumento di volumetria residenziale totale, ripeto, parliamo
stasera solo di volumi residenziali, quindi tutto il resto è fuori, da solo è un numero
che dice e non dice. Infatti noi dobbiamo andare a fare il conto con l’incremento che
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voi avete previsto nel piano, con le volumetrie potenziali del vecchio Piano
regolatore che ancora residuavano, cioè tutti quei volumi che nell’ultima variante
che derivava dal Piano Astengo ancora erano edificabili e sono rimaste edificabili.
Poi ci sono tutte quelle volumetrie residue, non costruite, che sono state conteggiate
nel consolidato, perché sono lottizzazioni o piani attuativi approvati, ma non ancora
edificati. E perché non sono ancora edificati? Ce lo chiediamo. Non sono edificati
perché le condizioni di mercato, da una parte per la crisi, e forse le esigenze della
popolazione che abitava le zone dove questi piani attuativi e lottizzazioni sono state
approvate, non dà mercato. Quindi io sono un imprenditore, ho lottizzato, ho avviato
un Piano, ma prima di costruire cerco di vendere sulla carta. Oggi la crisi aggrava
questa situazione, fatto sta che ci sono circa oltre mezzo milione di metri cubi di
volumetrie di questo tipo, cioè lottizzazioni che sono partite, approvate, dove non si
è costruito. Basta fare un controllo tra una mappa presa da Google, una foto
satellitare e le varie zone e uno si rende conto di quello che è l’edificato effettivo
presente oggi sul territorio e di quello che nelle carte del Piano è stato dichiarato
come consolidato, cioè come se esistesse. Allora da questi conti, che vengono dalle
carte del Piano, viene fuori, un po’ spannometrico, che sono circa 1 milione e 700
mila metri cubi di nuovo volume residenziale tra l’incremento previsto dal Piano,
quindi la pianificazione prevista, la volumetria precedente….
ASSESSORE FORTINI. No, non va bene il nuovo, è fra il vecchio e il nuovo.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Comunque diciamo che nel Comune di Assisi, se fosse stato
approvato il piano come lo avete pensato e liquidato, anzi, come lo avete pensato,
perché qui non c’è il conteggio delle osservazioni, che vanno ancora ad aumentare le
cubature, 1 milione 700 mila metri cubi. 1 milione 700 mila metri cubi, se uno
facesse un conteggio di 300 metri cubi ad alloggio, cioè un alloggio di 100 metri
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quadri, sono 5667 alloggi da fare nel Comune di Assisi, 5667 alloggi nuovi significa
uno sviluppo dai 10 ai 20 mila abitanti. Ma vi rendete conto di che numeri stiamo
parlando? Quando il Consigliere Pettirossi parlava di Piano regolatore a consumo 0 a
questi si riferiva, cioè che questo Piano effettivamente è sovradimensionato; al di là
poi che la Provincia obbligherà la Giunta a riportarlo nei parametri di legge. Per
inciso, perché a questo punto visto che tu non lo puoi dire perché sei in fase di
trattative con la Provincia, però la Provincia quello che ha scritto, come si dice,
scripta-manent, dice chiaramente che l’Amministrazione comunale dovrà
ripresentare i grafici, le tabelle di calcolo, ecc, riportando l’aumento massimo del
consumo del suolo al 10 per cento e un aumento massimo del volume residenziale
pari al 10 per cento del volume esistente. Certo, sempre con questo giochetto che
nel volume esistente, se ci conteggiamo quel mezzo milione di metri cubi, ce ne
avremo 50 mila in più. Questo è il primo aspetto, il secondo aspetto invece è quello
che sottolineava sempre il Consigliere Pettirossi, che riguarda la tutela ambientale.
A me dispiace dovere dire queste cose stasera, perché ho provato a fare passare un
messaggio diverso, però mi sembra che su questo ci sia una certa refrattarietà
soprattutto da parte del Sindaco. Qui va chiarita una cosa una volta per tutte, il
Piano di gestione dell’UNESCO e le linee guida della qualità del paesaggio non sono
norme. Questo il Sindaco lo riconosce tranquillamente, però Sindaco, andare a farsi
belli in giro dicendo che abbiamo un piano meraviglioso, il primo in Europa e in Italia
perché abbiamo questa roba, quando, invece alla fine è carta straccia, ci fa nascere
qualche perplessità. Tornando al problema della mancata tutela, il piano
effettivamente è carente, Sindaco, lei la può incartare come vuole, può farci, alla
fine, il suo bel discorso, come fa sempre, citando, citando, ma qui la sostanza è una
sola. La prima, l’arretramento di quella che era la linea Astengo ai piedi delle
pendici del colle storico; la seconda, l’ho detta poco fa, che le linee guida della
qualità del paesaggio sono del tutto inutili, così come sono. Abbiate il coraggio,
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almeno, di approvarle come norma e vediamo che succede. La riduzione della tutela
delle zone collinari ad ovest della città muraria, cioè tutta la parte delle colline che
arrivano fino a San Gregorio, dove prima c’erano dei vincoli più stringenti, quei
vincoli sono stati allentati. Queste cose è facile ribatterle dicendo che non è così,
ma queste cose le dice anche la Provincia. L’altro elemento di riduzione della tutela
è la zona di pianura sotto la città, cioè la parte che da Villa Gualdi arriva fino al
passaggio a livello; l’inserimento di nuove zone edificabili in ambito collinare e, non
ultimo, l’inserimento di nuove zone edificabili in ambito agricolo, che sono quelle
famose, aggregate, lineari e quanto altro, che la Provincia dice che non si può fare,
cioè o le normi o non puoi fare questo, Quindi quello che emerge in realtà dal
documento della Provincia, se io lo guardo da un punto di vista strettamente tecnico,
è una bocciatura del Piano, se lo guardo da un punto di vista politico, peggio. E’
peggio perché sostanzialmente questo documento dice che non va bene e quindi il
Piano che è stato liquidato, per fortuna che la Provincia su alcune cose ci dice che
non va bene. Io per il momento mi fermo qui, però vorrei ricordare all’Assessore un
fatto perché mi diceva adesso che nelle zone collinari non è previsto; c’è un’area,
visto che qui c’è molta gente di Assisi, che si trova sopra lo Stadio degli Olivi, che in
tutte le pianificazioni da Astengo ad andare avanti, compresa la variante generale di
Serra, era rimasta come zona a servizi. Magicamente è diventata zona residenziale,
in quella zona che è una zona comunque che ha un certo valore e pregio ambientale,
perché la zona di espansione finisce 150 metri più ad ovest. Allora mi chiedo: ma che
motivo c’era se proprio lì bisognava costruire qualche cosa e c’era una previsione
che in qualche maniera andava verso il servizio, quindi verso la collettività, per
quale motivo deve diventare residenza a vantaggio di un privato? Questa è una
piccola domanda.
PRESIDENTE. Grazie. Prego Capogruppo Freddii.
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CONSIGLIERE FREDDII. Grazie, Presidente. Proprio gli interventi che mi hanno
preceduto stanno a sottolineare che questo Consiglio comunale non serviva proprio a
niente, perché stiamo parlando di nuovo di cose già fatte, mettendo in discussione
un Piano regolatore che è già approvato; eventualmente questo dibattito andrà fatto
quanto ritornerà in Consiglio comunale. Poiché ancora non si è concluso l’iter
extracomunale della parte strutturale, non credo si possa aggiungere molto e tanto
meno di nuovo sul PRG, specialmente da parte di chi ha partecipato alle decine e
decine di assemblee pubbliche, di chi in I Commissione ha esaminato centinaia di
osservazioni e di chi partecipa all’ennesimo dibattito in aula. Tuttavia, dal momento
che parte della minoranza ha deciso di richiedere la convocazione di un Consiglio
comunale apposito, anziché presentare una semplice interpellanza, non ci
sottrarremo di certo al confronto, sia per quanto concerne la parte tecnica, sia per
quanto attiene alle posizioni politiche che si sono modificate con il passare del
tempo. Per prima cosa è bene ricordare che la parte strutturale del nuovo PRG è
stata adottata nella precedente consiliatura senza nessun voto contrario, anzi,
l’unico ad avere manifestato qualche perplessità in quel Consiglio comunale fui
proprio io, non per la valenza dello strumento, ma per i rapporti interpersonali non
idilliaci all’interno della Giunta di allora e questo sta agli atti. Quindi primo fatto
inusuale amministrativamente, per quanto significativo politicamente, è che questo
importante strumento urbanistico all’inizio del suo iter ha visto la collaborazione di
tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione; collaborazione continuata
anche in I Commissione, dove in sette intense sedute, furono esaminate 424
osservazioni presentate da cittadini, associazioni e tecnici. Di queste 424
osservazioni, dopo un attentissimo e selettivo esame in Commissione e in aula, 98
non sono state accettate e solo 113 sono state interamente accolte, tra modifiche
grafiche e alle NTA, superando tuttavia il tetto dell’incremento delle volumetrie
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consentite; tetto che, per quanto mi riguarda, non ho mai condiviso, perché non è
stato stabilito in base al ruolo di ogni Comune, alla sua posizione geografica, alle
necessità, ai servizi e alle infrastrutture esistenti e da realizzare, prevedendo anche
eventuali ulteriori riduzioni in base alla bontà o meno del progetto, ma venne fissata
a priori al 10 per cento. Quindi, per tornare al discorso che si faceva prima,
l’aumento di cubatura è dovuto anche all’accoglimento delle osservazioni. Quindi,
secondo le opposizioni, se ho capito bene, quando eravamo arrivati al 10 per cento
dell’aumento di cubatura, dovevamo interrompere l’esame delle osservazioni.
Quindi, dal momento che non si poteva interrompere l’esame delle osservazioni, a
meno che non si diceva si arriva fino alla lettera A, o fino alla lettera B, oppure
facciamo Petrignano al posto di Torchiagina, credo che l’obbligo nostro era quello di
esaminarle tutte, darci un metodo per esaminarle come abbiamo fatto, approvare
quelle che erano da approvare e quelle che non erano da approvare. Adottato quindi
lo strutturale e organizzate numerose ed affollate assemblee pubbliche, esaminate
le osservazioni, il progetto viene spedito alla Provincia per le verifiche, le
integrazioni, i tagli e le modifiche di competenza; mentre ad Assisi si va al voto per
la scadenza naturale del mandato. Il Sindaco Ricci viene riconfermato al primo turno,
e con lui la maggioranza che lo aveva sostenuto nella parte finale della consiliatura
precedente. Anche la minoranza, grosso modo, rimane invariata, anche se cambiano
alcuni nomi come nel caso del nostro schieramento. Dopo un periodo abbastanza
tranquillo durante il quale l’istruttoria congiunta tra tecnici provinciali e comunali è
proseguita in maniera spedita, improvvisamente ed inopportunamente sono iniziate
le ingerenze politiche sulla definizione del nuovo progetto che, per quanto di mia
conoscenza, poteva e doveva essere esaminato solo sotto l’aspetto tecnico. Da mesi
quindi assistiamo ad una escalation di dichiarazioni a tutti i livelli, qualcuna anche
farneticante, come quella di coinvolgere Papa Francesco nella polemica urbanistica,
fino alla presentazione di una interpellanza parlamentare assolutamente fuori luogo
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in quanto la competenza è della Regione, che speriamo non interferisca comunque
con i tempi dell’approvazione definitiva. A questo punto, cari colleghi
dell’opposizione, è chiaro che il vostro cambiamento di rotta sul PRG, rispetto al
passato, e la richiesta di questa seduta sono dovuti sia ad una motivazione comune,
sia alle esigenze interne di ciascuno dei gruppi. La motivazione che vi accomuna è il
tentativo di rifarvi della pessima figura che vi ha visti protagonisti nella vicenda delle
quote rosa, avete fatto ricorso al TAR sbandierando ai quattro venti l’illegittimità
della Giunta, per poi essere clamorosamente smentiti dalla sentenza; è stata
sicuramente una sconfitta politica rilevante, che ora intendete mascherare
spostando la discussione sull’urbanistica, utilizzando frasi tanto allarmistiche quanto
prive di fondamento. Sostenere che con questo PRG Assisi sarà un Comune devastato
dal cemento, dove la speculazione edilizia la farà da padrona, non solo non
corrisponde al vero, ma certamente è un duro colpo all’immagine della nostra città,
così come lo è stato il tristemente noto articolo infamante sul Sindaco apparso su “Il
Fatto Quotidiano”, che voi vi siete ben guardati dal contestare. L’atteggiamento del
PD è la palese conseguenza della divisione interna tra renziani e antirenziani, che
vede Pettirossi in contrapposizione con chi lo ha preceduto in Consiglio comunale.
Chi ricorda gli interventi di Romoli sul PRG adottato, oltre che stupirsi per le analisi
e i giudizi che vengono dagli stessi banchi, non può non rilevare che le scelte
politiche di questo partito, almeno in fatto di urbanistica, non sono condivise al suo
interno, ma cambiano a seconda del candidato che viene eletto e questo non è un
bene, né per noi della maggioranza, né tanto meno per il futuro della città. Penso
che l’attuale posizione della Lista Bartolini sia dovuta invece all’arcinota avversione
del suo leader nei confronti del Sindaco e di alcuni Assessori e non certo ai contenuti
del PRG. Infatti, ricoprendo il ruolo di Vice Sindaco, Bartolini stesso ha contribuito
alla definizione delle linee guida per i progettisti e seguito con attenzione lo stato di
avanzamento del progetto, credo, condividendo anche le numerose osservazioni
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presentate dalla Capogruppo Maccabei. Gli attacchi verbali, al limite della normale
dialettica politica e certe infondate accuse al Sindaco, che si ripetono ad ogni
seduta, confermano che per quanto concerne “Buongiorno Assisi”, la motivazione sta
tutta nella chiara scelta attuale di essere contro le proposte di questa maggioranza a
prescindere, oltre naturalmente che fare da spalla ai referenti provinciali e
regionali, bisognosi di visibilità. Potrete continuare a gridare “al lupo al lupo”,
ancora per poco, infatti entro un mese, al massimo due, speriamo, discuteremo ed
approveremo in quest’aula il progetto definitivo che, come abbiamo sempre detto,
recepisce tutte le normative vigenti, sia regionali che provinciali, include le norme di
gestione del sito Unesco e le linee guida per la qualità del paesaggio, amplia il
perimetro del centro storico di Assisi, prevede una politica di sviluppo e riordino
qualitativo delle aree industriali ed artigianali, pone una particolare attenzione alla
salvaguardia dei coni visuali e dei crinali, inserendo vincoli prima inesistenti ed in
aggiunta a quelli previsti dal piano territoriale di coordinamento provinciale, rispetta
tutti i parametri, anche di cubatura, fissati dal suddetto PTCP. E allora sarà evidente
a tutti l’inconsistenza di certe accuse e si saprà con certezza chi fino ad allora ha
mentito e chi, invece, con coerenza e trasparenza, ha lavorato per dotare il Comune
di uno strumento di grande rilevanza, non solo dal punto di vista urbanistico, ma
anche sociale ed economico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Capogruppo Tardioli, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE TARDIOLI. Io non volevo intervenire, ma se il Consigliere Marcucci
parla di bilancio, allora mi metterò anche io a parlare di urbanistica. Però vorrei dire
che alla fine il Consiglio comunale aperto lo abbiamo fatto e mi sembra che c’è stato
anche dibattito. La cosa che mi ha lasciato un po’ stupito, ma sicuramente
l’Ingegnere Marcucci nella sua foga non l’ha fatto con cattiveria, a parte la parola
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che ha detto prima, che siamo tutti “fru-fru”, e io non mi ci sento, quando ha
definito “carta straccia” un documento di programmazione del territorio. Io credo
che se c’è un professionista, perché alla fine questo è stato scritto da professionisti
ed anche di un certo livello, non solo, oserei anche dire non affini al centro-destra,
hanno vinto la gara, è giusto che lo hanno programmato e lo hanno scritto. Però sulle
linee guida vorrei tornare ad un discorso politico e qui non parlo perché il Consigliere
Freddii ha anticipato una lunga e tortuosa strada che ha portato a questo discorso
del PRG. Io sono d’accordo, per esempio, con il Consigliere Pettirossi quando ha
detto di alcuni palazzi di un certo tipo, e io che provengo da Bastia dico che di
questa tipologia di palazzi ce ne abbiamo diversi e li abbiamo fatti noi a sinistra.
Però, al di là di questo, credo che l’edilizia di qualità debba essere premiata, fermo
restando che non è facile, purtroppo farla, perché comunque la situazione
economica del paese non è delle migliori. Io però posso dire questo, nel mio piccolo,
che i passaggi che ha detto Rino Freddii e che sono stati condivisi, molti sono stati
fatti con molti professionisti, io, ripeto, di urbanistica non ci capisco nulla, posso
solo distinguere l’aspetto bello o meno di una casa; però io ho valutato tutta una
serie di questioni e di esigenze che il territorio ha ed ha avuto. Ricordo un’assemblea
pubblica a Tordibetto, dove al Consigliere Cianetti gli fu detta qualche cosa,
appunto, si parlava di urbanistica e gli fu riferito qualche cosa che i cittadini non
erano d’accordo. Allora io dico che va bene l’edilizia di qualità, siamo tutti
d’accordo, però bisogna anche un attimo capire quanto questa poi possa essere
negativa per il territorio. Da quello che ho visto non so se sia il 10 per cento o il 18
per cento, pero fondamentalmente rispetto a quello che abbiamo intorno, credo che
Assisi si possa tranquillamente ritenere soddisfatta della programmazione che è stata
fatta, e speriamo che questo Piano regolatore venga utilizzato, perché significa che
un minimo di ripresa c’è stato e punti anche alla qualità.
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PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Paoletti, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PAOLETTI. Intervengo per una mozione d’ordine. Presidente, scusi,
vuole rileggere il punto all’ordine del giorno? Il punto all’ordine del giorno parla di
una richiesta di un Consiglio comunale aperto. Se lo dobbiamo discutere adesso è un
altro discorso, ma questa è una richiesta per un Consiglio comunale aperto sul Piano
regolatore. Quindi si voti questa richiesta e basta, non è che dobbiamo iniziare a
parlarne ora, perché è limitativo anche nei confronti dei cittadini, perché
potrebbero o vorrebbero, magari, intervenire anche loro in un Consiglio comunale
aperto. Io ho letto il punto all’ordine del giorno, si parla di una richiesta di un
Consiglio comunale….
PRESIDENTE. Consigliere, è stato convocato il Consiglio comunale in sede chiusa, non
è che si vota il punto sulla richiesta, si discute.
CONSIGLIERE PAOLETTI. Allora però credo che sia importante spiegare, perché
questa non è una richiesta, ma un ordine del giorno allora, è un punto all’ordine del
giorno.
PRESIDENTE. Non è neanche un ordine del giorno, perché alla fine l’ordine del
giorno si vota; questa è una richiesta che è stata accolta e se ne discute all’interno
di una seduta aperta, ma in un Consiglio comunale chiuso.
Chiede di intervenire il Vice Sindaco, Architetto Lunghi, prego.
VICE SINDACO LUNGHI. Io vorrei fare un’osservazione di fondo, che credo possa
sgomberare tutte le nostre discussioni, belle, interessanti, ecc. Credo che il Consiglio
comunale si è espresso, ha approvato il Piano, poi ha approvato le osservazioni al
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Piano. Questa nostra proposta è stata presentata alla Provincia, che ha l’obbligo di
esprimere un parere. Credo che non bisogna fare discussioni, se la Provincia ha le
capacità di potere indicare le modifiche da fare, speriamo le farà, o non le farà, ma
è nelle sue possibilità e quindi non creiamo confusione, non creiamo falsi discorsi; la
Provincia deve esprimersi il più velocemente possibile e anche se dovesse tagliare,
lo può fare, però quello che è inammissibile è che non si esprima, e che ancora
continuiamo a perdere tempo. E questo del tempo è un problema fondamentale
perché abbiamo bisogno di chiarezza urbanistica. Quindi sono due anni che la
Provincia ha in mano questo Piano, deve dare delle risposte ed ancora continua a
girare il manico. Non so quanto tempo ancora vorrà farlo. E questo, credo, come
Amministrazione di Assisi, tutti quanti, dobbiamo pretenderlo, ha la possibilità di
farlo, lo faccia, in maniera veloce, decisa e seria, perché secondo me,
personalmente, come si è comportata fino adesso, per queste cose non lo ha fatto
assolutamente.
PRESIDENTE. Prego Capogruppo Marcucci.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Sono molto contento dell’intervento del Vice Sindaco
Lunghi perché mi consente di riallacciarmi a quello che diceva il Consigliere Freddii,
qui sfioriamo il paradosso. Caro Freddii, se il piano era già sovradimensionato, e
ammesso e non concesso, perché altrimenti si offende l’Assessore Fortini, stava solo
al 10 per cento, avevate l’obbligo di respingere qualunque osservazione che andava
in aumento. Punto. Se si era già al 10 per cento, non si poteva aumentare.
ASSESSORE FORTINI. Quindi la fase democratica e partecipativa non bisogna farla!
Questo tu dici?
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CONSIGLIERE MARCUCCI. Posso parlare o non posso parlare?
ASSESSORE FORTINI. Mi rispondi?
CONSIGLIERE MARCUCCI. Presidente, richiami all’ordine? Io rispondo dopo quando
farai le domande, al tuo turno, adesso parlo io e per cortesia stai zitto!
Allora finisco il ragionamento e poi rispondo alle domande quando me le farai.
Allora, caro Freddii, semplicemente, se il Piano già aveva cumulato tutto
l’incremento che poteva avere, non potevano essere accolte le osservazioni.
Secondo elemento, dice il Vice Sindaco Lunghi: la Provincia ce la sta tirando a lungo.
La Provincia probabilmente sarà stata in difficoltà con un Piano che era complicato.
Io però vedo che il 29 aprile la Conferenza Istituzionale si chiude, dopo avere detto
che è sovradimensionato, che non va bene quello, che manca questo, che manca
quell’altro, che non è stato fatto questo – la possiamo pubblicare su Internet così i
cittadini si rendono conto di tutto quello che non c’era sul quel Piano regolatore –
con questa frase, che voglio leggere perché è curiosa: “…visti i rapporti…, ecc,
ciascuno per gli aspetti di propria competenza, al fine di rendere il PRG del Comune
di Assisi compatibile con i contenuti….” - quindi fa propria la Conferenza tutta
quella che è l’istruttoria – “…al fine di rendere compatibile il PRG di Assisi con i
contenuti della legge regionale 27 del PTCP dei Piani di settore. Il Comune, sulla
base di quanto accertato durante gli incontri” – quindi parla non della Conferenza,
ma degli incontri precedenti avuti dai tecnici in fase di istruttoria – “in seguito alle
considerazioni emerse in sede di Conferenza, ritiene….(registrazione mancante) a
data da destinarsi. 29 aprile 2013, 13.30”. Sono trascorsi 5 mesi e in questi 5 mesi
cosa gli volete imputare alla Provincia, Vice Sindaco Lunghi? Allora, se il Piano fosse
stato concertato correttamente fin dall’inizio, la Provincia avrebbe dovuto
approvarlo subito. Quindi, se ve la dovete prendere con qualcuno, prendetevela con
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voi, primo. Secondo, rispondo perché mi ha chiamato in causa, ma io credo che non
sia corretto, da parte di chi siede sui banchi della Giunta comunale fare allusioni in
qualche modo all’attività professionale, perché questo è quello che ha detto poco fa
l’Assessore Massucci e credo hai ribadito anche tu, non ho capito bene, ma lui
sicuramente l’ha detto. Parliamo delle osservazioni che hai presentato tu. Allora io
intanto, personalmente ho presentato un’unica osservazione…
ASSESSORE FORTINI. Allo Strutturale…(intervento fuori microfono).
CONSIGLIERE MARCUCCI. Io ho presentato un’osservazione che è rubricata,
presentata da Paolo Marcucci.
ASSESSORE FORTINI. Va bene, va bene! Tu fai l’ingegnere non fai il farmacista, abbi
pazienza!
CONSIGLIERE MARCUCCI. Guarda che ti stai avventurando in un campo minato dove
o dici le cose, oppure le allusioni te le tieni in tasca, per cortesia, perché stai
entrando in un campo dove metti in dubbio o quanto meno stai discutendo la mia
professione. Io sono qui come Consigliere comunale, Presidente, quindi questa cosa è
molto grave che hai detto, attenzione, ricordatelo, perché, caro Sindaco, prendo la
palla al balzo con quello che diceva il Consigliere Freddii, non l’avrei voluta citare
stasera, guardi, ma siccome all’ultimo Consiglio due settimane fa, lei ha avuto la
faccia tosta di dire che la famosa denuncia-querela fatta a “Il Fatto Quotidiano” per
quell’articolo era stata lasciata correre perché dietro quel nome c’era un giornalista
di fantasia e quindi si sarebbe dovuto attivare un procedimento lungo, le posso dire
che lei ha mentito. Ha mentito, perché qui ho il decreto di archiviazione, che come
lei saprà non è pubblicabile, perché lo chiede il Giudice, però alcune cose si possono
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dire e si può dire che sostanzialmente è stata archiviata perché non vi era alcun
fatto diffamatorio ai danni del querelante. Il querelante, le vorrei ricordare, che era
il Comune di Assisi, non era il signor Claudio Ricci, perché il signor Claudio Ricci, se
avesse voluto fare la denuncia-querela, come ha detto il PM, se la sarebbe dovuta
pagare di tasca sua; e invece l’abbiamo pagata noi, con la denuncia-querela inutile,
che è stata archiviata per difetto di querela. E intanto i cittadini si sono pagati
l’Avvocato Berretti che l’ha difesa. Questo tanto per chiarire le cose.
PRESIDENTE. Ha terminato il tempo, Consigliere Marcucci.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Sì, ho quasi terminato, ma visto che mi hanno interrotto,
Presidente, spero che…
PRESIDENTE. Ma erano tre minuti, devo dare la parola al Capogruppo Pettirossi.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Vorrei poter concludere un secondo.
PRESIDENTE. Non ha più tempo.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Presidente, sono stato interrotto almeno quattro volte, le
chiedo per cortesia di farmi finire l’intervento.
PRESIDENTE. Guardi, devo passare la parola al Capogruppo….
CONSIGLIERE MARCUCCI. Presidente, le chiedo la cortesia di farmi concludere
l’intervento.
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PRESIDENTE. ….Pettirossi.
E’ assente il Consigliere Travicelli. Presenti n.14.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Presidente, rinnovo la richiesta cortese di farmi concludere
l’intervento, sono 30 secondi.
PRESIDENTE. E’ scaduto il tempo, che siano 30 secondi, perché ha ampiamente
esaurito il suo tempo.
CONSIGLIERE MARCUCCI. Allora se non si capisce il perché si è reso necessario
convocare questo Consiglio comunale è perché ancora siamo in grado, e se lo
vogliamo tutti insieme, di potere introdurre quelle modifiche di tutela paesaggistica
soprattutto, è possibile, perché il Comune può farlo ancora, che restituiscano quel
livello di tutela paesaggistica ed ambientale che il nostro territorio merita. L’invito è
qui sul tavolo, per tutti.
PRESIDENTE. Prego Capogruppo Pettirossi.
CONSIGLIERE PETTIROSSI. Grazie, Presidente, volevo intervenire per fatto
personale, ma interverrò tutto insieme senza allungare gli interventi. Per fatto
personale perché la cosa citata dal Consigliere Freddii è molto divertente. Renzi è un
democratico di spicco del Partito Democratico e per fortuna non ha il difetto di
essere del PDL, questo è sicuro, ed in questa situazione, se ci fosse stato Renzi
avrebbe fatto un Piano ad aumento 0, come ha fatto a Firenze, quindi a me stava
benissimo. Sulle questioni delle spaccature non c’entra nulla essere renziani oppure
no, Renzi non c’era alla fine della scorsa consiliatura, quindi non so che film ha
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visto, Capogruppo Freddii. Per quanto riguarda invece il PRG, per fortuna che se ne
parla, ma il Consiglio aperto sarebbe stato un aspetto molto importante perché qui ci
sono persone che sarebbero state interessate a dire la loro, ci sono anche esponenti
di comitati, ci sono persone che hanno evidenziato degli aspetti problematici, tanti
sono del centro storico e potevano magari esprimere la loro, per sapere se c’era
bisogno, sopra lo stadio, di più case o magari di un centro associativo; ci sono altri,
magari di Capodacqua, che si chiedono, visto che ci sono ancora delle aree edificabili
a Capodacqua, se bisogna farne altre sul colle storico; se servono. Ci potevano essere
valutazioni su 6 ettari nella zona dei Castelli, tra Rocca Sant’Angelo e San Gregorio.
Dopodiché c’è un punto su cui bisogna essere seri, cioè noi ci troviamo in questa
situazione e non è cosa da niente quella detta dall’Assessore Fortini prima, ha detto
che non si può rispondere più di tanto perché ancora siamo in trattativa. Allora, dico
che intanto il collega Marcucci, che quel verbale mi sembra lo ha trovato sul sito
della Regione, ha espresso alcuni pareri precisi. E così come la competenza
urbanistica è del Comune, la competenza anche adesso è del Comune, è il Comune
che deve decidere dove tagliare, è il Comune che avrà la responsabilità di tagliare in
alcune zone e non in altre e sarà il Comune che dovrà dire ai cittadini: voi avete
pagato l’IMU in quella zona, ma adesso l’area non sarà più edificabile e i soldi non ve
li ridaremo. Questa è una cosa certa ed ho chiesto un parere anche alla dirigente del
Comune; questi soldi non sono rimborsabili. Sulla questione quindi di chi è la palla,
questo è grave, perché a quel PRG con più 18 per cento, comunque,
indipendentemente dalle scelte che i Consiglieri hanno fatto - ed io rispetto i ruoli
nei vari periodi che uno vive, anche se io sinceramente non sarei stato d’accordo e
non ero d’accordo su una impostazione di questo tipo, con tutta questa nuova
edificabilità, ve lo dico tranquillamente - come è stato ricordato, la Provincia
avrebbe dato il via libera e il Consiglio comunale, con tutta la sua autorevolezza e la
sua autorità di massimo Consesso rappresentativo della nostra città, avrebbe attuato
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e adottato il suo PRG. Adesso voi, fra un po’ di tempo, quando tornerà, che PRG
attuerete? Che PRG sarà questo? Chi li avrà decisi i tagli? Per questo noi facciamo
questo Consiglio comunale, perché non ci sta bene che i tagli li decida l’Assessore
Moreno Fortini o il tecnico comunale, perché prima tutta la discussione del PRG su
come farlo, sulle impostazioni, sulle osservazioni, sul recepimento è stata fatta tra
maggioranza ed opposizione, adesso invece i tagli chi li decide? Non li decide la
Provincia, non è la Provincia, la competenza di tagliare spetta al Comune. E con che
criteri taglia? E chi taglia? Dopodiché, certo, quando tornerà ne discuteremo
ulteriormente, ma questo è un passaggio importante perché vogliamo dire la nostra
anche su questo. Quindi lo diciamo non quando i tagli saranno già stati fatti, ma lo
diciamo adesso che è in discussione e diciamo che alcune zone critiche, la zona dei
Castelli, una particolare attenzione a Capodacqua, una particolare attenzione al
colle storico, una particolare attenzione alla zona tra Santa Maria degli Angeli ed
Assisi è necessaria. Quindi a questo non è che ci si arriva con il Piano già cambiato e
quindi queste zone rimangono intatte e magari altre non si sa con quali criteri
vengono cambiate. Io penso che alcune risposte, almeno alcune, si possono dare, le
potreste dare. Io ho fatto anche una interpellanza e lo ricordo, perché non è stato
ricordato, l’Assessore Fortini già quando io avevo fatto quell’interpellanza aveva
detto che si partirà con il tagliare le osservazioni con parere negativo. Quindi, chi ha
presentato le osservazioni con parere negativo l’Assessore Fortini l’altra volta ci
aveva detto che si partirà da quelle. E quindi a coloro che il Consiglio ha approvato
delle osservazioni con parere negativo, quelle saranno le prime che cadono. Ho tutti
i verbali, quindi mi ricordo di questa risposta che ci ha dato. Ma forse non basteranno
per tornare sotto i limiti a livello di aumenti di superfici e volumi e questo lo deve
decidere il Comune, non lo decide la Provincia. Con quale competenza la Provincia
decide i tagli nel Comune di Assisi e dove tagliare? Forse solo casi eclatanti di impatti
ambientali, che noi non dovevamo neanche portare, perché siamo Assisi. La
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Provincia ha messo in evidenza le criticità, cioè ha detto: qui il limite massimo è il
10, ci sono delle zone dove non sono state previste le altezze, dove sono state tolte
aree agricole di pregio e devono essere rimpiazzate, ecc; cioè voi Comune di Assisi
dovete decidere dove tagliare. Allora la questione è: chi decide? La maggioranza?
L’Assessore? I tecnici? Ditecelo. E, se decidete voi, in base a quali criteri decidete?
Un altro aspetto sul quale ritorno, perché era un aspetto che avevamo messo anche
nelle specifiche, è sulla questione della cogenza o meno delle linee guida per il
restauro del paesaggio e del piano di gestione del sito Unesco. Questa è una risposta
chiara, non ci vuole il parere della Provincia, e il Sindaco o l’Assessore Fortini
potranno rispondere se è cogente o non è cogente, se un’opera viene fermata o no in
base al fatto che va in contrasto o meno con queste linee di indirizzo.
Penso che questi sono punti e questioni che hanno una loro rilevanza e ritengo che il
ragionamento fatto da alcuni Consiglieri della maggioranza e dall’Assessore sul fatto
che è stato già discusso ed è stato già partecipato, poteva andare bene se c’era un
Piano che non aveva nessun problema, che arrivava in Provincia e la Provincia
diceva: sì, siete stati nei parametri, avete fatto le vostre scelte urbanistiche, non ci
sono criticità ambientali, è il vostro piano. Ma visto che invece è stato presentato un
Piano in cui c’è uno sforamento dei limiti di legge massimi, quando potevamo
scegliere anche dei limiti molto inferiori, visto che ci sono delle criticità in alcune
zone, credo che discuterne prima di ritrovarci già tutto il Piano fatto sia giusto e
sensato, perché i Consiglieri comunali eletti in questo Consiglio comunale, non
nell’altro, sono comunque, volenti o nolenti, rappresentanti dei cittadini più di
alcuni magari che sono subentrati successivamente nella maggioranza e quindi è
importante che siano messi a conoscenza di questi aspetti. Noi abbiamo proposto
alcuni aspetti, che si sembravano quelli più importanti, ma una discussione di questo
tipo non è per niente inutile, anzi, sarebbe stata ancora più utile se quelle persone
che stavano lì potevano intervenire.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IL SEGRETARIO GENERALE
dr.ssa Patrizia Buini dr.ssa Claudia Bianchi
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A Paoletti vorrei dire che il problema per cui non è stato fatto il Consiglio aperto è
che purtroppo, come viene fatto per il PRG e per altre situazioni, la maggioranza le
norme le applica molto rigidamente quando si tratta di partecipazione, perché il
Consiglio comunale doveva essere convocato per forza perché c’è una norma che lo
impone, se 5 Consiglieri lo chiedono; però l’adunanza aperta non è una cosa che uno
può obbligare a fare, perché nello Statuto comunale questo viene riservato al
Sindaco, che poteva decidere però liberamente di farlo. Noi abbiamo chiesto il
Consiglio aperto, la domanda che è stata presentata inizialmente era quella di
richiedere un Consiglio aperto, poi è stato specificato il contenuto del punto e della
discussione, ma non è che dopo è diventato un Consiglio chiuso. La scelta del
Consiglio chiuso è stata una scelta fatta dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio,
che hanno ritenuto che il tema non fosse tale da fare un Consiglio aperto; noi
avevamo chiesto un Consiglio aperto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il signor Sindaco, ne ha facoltà.
SINDACO RICCI. Grazie, signor Presidente del Consiglio. Difetto di querela, lo dice la
parola stessa, è un difetto di querela e quindi andava ripetuta la querela in sede di
Consiglio di Stato. Non lo abbiamo fatto appunto perché ritenevamo la procedura
ormai lunga ed anche onerosa. Guardi, l’Avvocato ci ha bene esplicitato
tecnicamente la cosa, il difetto di querela è tale quando c’è il ricorrente, e quando
c’è – non è entrato nel merito – è un difetto di querela. Il difetto di querela, lo dice
la parola stessa semanticamente, anche senza essere avvocati, significa che c’è un
difetto nel fare querela e quindi va ripetuta in sede di Consiglio di Stato; cosa che
non abbiamo fatto proprio per evitare di perdere ulteriore tempo ed anche risorse.
Detto questo però mi sorprende molto che lei, Consigliere Marcucci, rispetto ad un
articolo che descrive il Sindaco come “misogeno” e come “affetto da turbe psico-
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fisiche e psichiatriche” continua a difendere “Il Fatto Quotidiano”. Ho qualche
difetto, molti, qualche cedimento anche, però non certo quell’articolo fa onore a chi
lo ha scritto e mi meraviglio che non si abbiano ancora avute le possibilità, magari,
di prendere le distanze da quel determinato articolo de “Il Fatto Quotidiano”.
Fatta questa premessa, entro sul tema. Innanzitutto devo ringraziare l’Assessore
Moreno Fortini, che sta seguendo, credo in maniera puntuale, la procedura
amministrativa non facile. Il secondo che voglio ringraziare è il Professore Alberto
Cecchetto e la Professoressa Paola Falini, che sono stati i due progettisti strategici
principali del nostro Piano e poi l’Architetto Paolo Ghirelli e l’Ingegnere Stefano
Nodessi, che hanno dato al Piano anche gli aspetti più operativi. Voglio ringraziare
molto l’Assessore Moreno Fortini perché sta, in maniera molto puntuale, con gli
uffici, portando a compimento una procedura molto complessa e lo sta facendo
anche con quell’equilibrio che, credo, uno strumento di questo tipo richiede.
Prima osservazione: 2004. Nel 2004 avvengono due fatti urbanistici importanti per il
territorio. Innanzitutto l’approvazione della variante generale al Piano regolatore e,
al tempo stesso, l’approvazione del documento programmatico, il primo dei tre
necessari per arrivare alla conclusione di un Piano regolatore, che sono
sostanzialmente le linee di indirizzo. E fu corretta tale procedura, l’approvazione
della variante generale, ma al tempo stesso l’avvio, con il documento
programmatico, di un nuovo Piano regolatore, perché venivamo dagli anni 1997-1998
e successivi, dove il territorio aveva avuto molti interventi legati ai restauri post-
sisma, molti interventi urbanistici, a volte anche sconnessi da una strategia unitaria.
E quindi era necessario, dopo queste ampie situazioni di intervento nel territorio,
che fossero restauri, o riqualificazioni urbane, o nuove strutture, dovute in parte a
tutto il quadro post-sisma, dare vita ad un nuovo Piano regolatore che avesse dato la
strategia anche di riordino di questi fatti urbanistici, che dopo il sisma del 1997
avvennero, a volte, anche in forma non strategica. Il Piano Strutturale poi ha avuto
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una lunga fase partecipativa, dall’anno 2006 all’anno 2011 ci sono state quattro fasi
partecipative, quasi 550-600 persone alla volta, per un totale di circa 2400 cittadini
che hanno partecipato ed oltre 120 tecnici che in generale hanno, durante questi
anni, dato anche i loro contributi, per altro anche in forma critica, a volte, come
doveroso. E poi ci sono state le 424 osservazioni. Ma la procedura di adozione e poi
di approvazione delle osservazioni ha avuto una durata di ben 5 anni, includente
anche delle forme partecipative a mio avviso molto ampie che ci sono state,
doverosamente ampie. Io credo che cinque anni di fase partecipativa, oggi che
viviamo un momento dove ogni uno o due anni i sistemi economici si riposizionano e
cambiano le esigenze, sia una fase partecipativa molto ampia; per altro, ripeto,
cominciata con il documento programmatico dell’anno 2004. E, ad oggi, questa fase
partecipativa è conclusa, il documento programmatico è agli atti della Provincia,
svolgerà la sua istruttoria contestuale con il Comune e la Regione e, a questo punto
ci sarà un parere con il Consiglio comunale che si “limiterà” a prendere atto dello
stesso parere in sede di approvazione definitiva.
Tre considerazioni. Faccio un unico intervento. La prima: i vincoli. Io vi invito e lo si
può fare anche da non tecnici, a prelevare in Comune la carta dei vincoli, è così
complessa, è così densa di vincoli, a mio parere giusti, che è davvero difficile per un
non tecnico, ma anche per un tecnico, districarsi tra tutti i vincoli, giusti, a cui è
stato sottoposto il territorio comunale. Ovviamente tutti i vincoli che ci sono, sono
stati confermati e sono quelli imposti dalle leggi nazionali, regionali ed anche altre
tipologie normative, finanche europee. Ma a questo abbiamo aggiunto tre nuovi
strumenti. Il primo: i coni di vista del paesaggio. Sta nelle carte che vi invito a
prelevare in Comune. Il Piano Astengo aveva un solo cono di vista; è stato
confermato, ma ne sono stati aggiunti altri otto, per un totale di nove e credo che
uno sia diverso da nove. Se prima c’era un cono di vista del paesaggio e adesso ve ne
sono nove, credo che le tutele ambientali sono aumentate. Non solo questo, ma nella
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prima parte del cono di vista siamo addirittura arrivati a porre l’inedificabilità
totale, anche rispetto a quanto previsto dalle norme regionali. Credo che quindi le
tutele non sono diminuite, quelle esistenti sono state confermate e sono state
aumentate, introducendo il piano di gestione del sito Unesco, le linee guida di
restauro del paesaggio ed anche il censimento dei beni sparsi, perché, nel
frattempo, per una giusta normativa della Regione Umbria, il Comune di Assisi ha
dovuto anche, ripeto, censire tutti i beni sparsi, casolari e non solo, e vincolarli in
maniera più cogente; normativa giustissima, aggiungo. Quindi non solo siamo passati
da uno a nove coni di vista del paesaggio, ma abbiamo aggiunto le linee guida di
restauro del paesaggio, il piano di gestione del sito Unesco e il censimento dei beni
sparsi. Si è parlato delle linee guida del paesaggio, ma in particolare si è parlato del
piano di gestione del sito Unesco. Come noto, l’Unesco non appone vincoli normativi,
ma se si rispetta il Piano di gestione, si rimane nella lista del patrimonio mondiale
posto sotto la tutela dell’Unesco; se non si rispetta il piano di gestione, non succede
nulla sul piano normativo, ma l’Unesco può portarti fuori dalla lista del patrimonio
mondiale Unesco. Caso Dresda. Dresda aveva un piano di gestione, lo aveva
approvato, ma non lo ha rispettato ed è uscita dalla lista. Ecco, noi credo che stiamo
invece facendo una sperimentazione molto importante, per la prima volta in Italia,
perché poi i siti Unesco sono 49 ed è facile anche la verifica, il Piano di gestione del
sito Unesco non è uno strumento approvato a parte, ma se lo ricorderanno i signori
Consiglieri comunali presenti in quel Consiglio comunale, il Piano di gestione del sito
Unesco fu approvato insieme al Piano regolatore generale ed anzi era tra i documenti
allegati, ed anzi, era all’interno delle norme tecniche di attuazione dello stesso
Piano, unitamente alle linee di restauro del paesaggio. Cioè per la prima volta, fra i
49 siti italiani patrimonio mondiale Unesco, seppure, certo in una forma di
metodologia di qualità, e questo lo condivido perché non può essere un fatto
normativo, per la prima volta le linee guida di gestione del paesaggio e il piano di
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gestione del sito Unesco sono state citate, ed ampiamente, all’interno delle norme
tecniche di attuazione. E mi risulta e poi l’Assessore ce lo confermerà, che già in
questa fase gli atti legati alle concessioni ex, oggi diciamo titoli urbanistici, vengono
rilasciati con l’obbligo, da parte dell’ufficio tecnico, del rispetto di questi strumenti
che già sono stati adottati. I nostri titoli urbanistici che vengono rilasciati già devono
essere conformi, per indirizzo dell’ufficio, a tali norme. E credo che questa sia stata
una sperimentazione importante, di rilievo europeo, così importante che a Parigi
siamo andati soprattutto presso la sede dell’Unesco a presentare, credo anche come
modello italiano, questo tipo di sperimentazione urbanistica.
I volumi. Ieri ho voluto “perdere” qualche ora per contattare l’Architetto Paolo
Ghirelli e per farmi dire quanti sono gli abitanti insediabili da questo strumento
urbanistico. Infatti spesso si parla di metri cubi, di metri quadrati, ma alla fine ci
sono una serie di parametri, per cui si parla di abitanti insediabili nella durata del
documento strutturale, cioè nel Piano regolatore generale parte strutturale.
Ovviamente abitanti insediabili in questo momento, cioè nel momento in cui
l’istruttoria con la Provincia ha raggiunto una fase di rispetto di tutti i parametri che
sono la condizione al contorno. Gli abitanti insediabili da questo strumento
urbanistico sono circa poco oltre, per la verità, 33 mila. Siccome credo che il nostro
territorio stia arrivando ormai a toccare quota 29 mila residenti, per la verità sono
28.400 in crescita, quindi verso i 29000, prevedere a dieci, quindici anni, e cioè la
durata di un piano strutturale, un incremento fino a 33 mila, credo che sia un fatto
etico doveroso verso l’ampio territorio comunale di Assisi che è fatto, come sapete
meglio di me, di ben 187 chilometri quadrati. E ricordo a me stesso e a tutti voi che
il piano tanto citato, giustamente citato, di Giovanni Astengo, prevedeva fino a 50
mila abitanti insediabili, tant’è che la variante generale al PRG già li riduceva e con
questo Piano raggiungeremo la quota, ripeto, poco oltre di 33 mila residenti
insediabili da qui a 10-15 anni, con un incremento di poco oltre 4 mila unità
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complessive nei 10-15 anni, che mi sembra un fatto a dire poco eticamente doveroso
per il territorio.
Terzo ed ultimo punto. Penso che il piano ricuce fondamentalmente i perimetri dei
territori, lo fa, per altro, soprattutto nei paesi, dove si tenta di ricucire i perimetri;
ci sono molte zone che vengono riqualificate. Per esempio, non ho sentito in queste,
anche interessanti giornate e settimane di dibattito urbanistico, un fatto
fondamentale, che finalmente la zona est del territorio di Assisi è ricompresa nel
quadro del centro storico e quindi nel quadro degli ambiti da riqualificare, cioè dove
porre un’attenzione strategico-urbanistica. Così come Santa Maria degli Angeli, di
fatto, ha conservato l’attuale perimetro, tranne una lieve ricucitura delle zone
artigianali ed industriali. E poi comunque questo piano introduce gli elementi di
ampia flessibilità. Cosa significa flessibilità? Che se io oggi devo fare un intervento
all’interno dei perimetri modificabili, definiti dallo strutturale, molti degli interventi
oggi sarebbero delle varianti urbanistiche anche con tempi lunghissimi; mentre se io
sto all’interno dei perimetri definiti modificabili dallo strutturale, dopo
l’approvazione di questo piano, quelle che potevano essere le varianti generali al
PRG e quindi tempi lunghi di risposta a famiglie e ad imprese, diventeranno tempi
molto più brevi e finanche conclusivi in un’unica pratica, in un’unica deliberazione
del Consiglio comunale. Credo che con la Provincia si stia facendo un lavoro tecnico
adeguato, seppure ovviamente nelle complessità normative; credo anche che da qui
ad un tempo relativamente breve, la Provincia possa concludere positivamente, in
maniera congiunta, il lavoro con il Comune e già vi anticipo che i perimetri che sono
usciti dall’adozione del Piano strutturale e poi con le aggiunte, quelle possibili,
dovute alle osservazioni, sono rimasti sostanzialmente intatti e quindi l’impostazione
del Piano è rimasta sostanzialmente intatta. Anzi, abbiamo creato un’altra
innovazione, delle buffer zone e cioè non tutte, per esempio, le zone artigianali-
industriali si potranno utilizzare subito, anche se stanno all’interno del perimetro,
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ma prima occorrerà utilizzare quelle vicino alle zone già urbanizzate e solo una volta
conclusa questa fase, si potrà occupare più territorio. Credo che questa sarà una
innovazione molto importante, perché fa crescere la struttura urbana gradualmente
verso l’esterno, ma solo se serve, cioè solo se prima all’interno la volumetria è stata
utilizzata. Concludo dicendo che “Altre economia”, un quotidiano, anzi, è un
periodico on-line, aveva scritto che andavamo a costruire fino a sotto la basilica,
riferendosi, per altro, a due osservazioni, una nella zona di Torchiagina, che
francamente, seppure molto importante come tutte le zone paesaggistiche del
territorio, non è sotto la Basilica, ed un’altra osservazione riferita a Capodacqua,
che seppure molto importante sul piano paesaggistico-ambientale, non è sotto la
Basilica. Debbo riconoscere ad “Altre economia”, che hanno pubblicato un articolo
su questo, però hanno anche correttamente pubblicato la controdeduzione, quindi la
smentita, che il Comune aveva inviato. Quindi diciamo che da questo punto di vista
non posso che, rispetto a questa testata giornalistica periodica, rappresentare che si
sono comportati in modo ampiamente corretto. Penso che il lavoro che stiamo
facendo, anche per le due osservazioni, una a Torchiagina e un’altra a Capodacqua,
che hanno poi generato finanche la dizione: “andiamo a costruire sotto la Basilica di
San Francesco” e non era così, si potranno con la Provincia trovare soluzioni diciamo
adeguate. E credo che su questo c’è una riflessione in atto che rappresenteremo al
Consiglio comunale come doveroso. Certo, la norma regionale nelle zone
paesaggistiche delicate non aiuta, perché consente la demolizione e ricostruzione di
volumi condonati e il suo spostamento, soprattutto è lo spostamento che non aiuta
nel quadro della tutela. Però anche su questo, siccome i casi, che sono monitorati,
sono quattro o cinque, nella zona più delicata, credo che ragionevolmente con la
Provincia si troveranno soluzioni adeguate. Ultima cosa e concludo, scusandomi di
avere utilizzato tutto insieme il tempo previsto, ma almeno ho ottimizzato
l’intervento, così come non molto si è citato il perimetro della zona est, che è
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divenuto centro storico, con un quadro di riqualificazione, così come è stato
ampliato il centro storico nell’area di Santa Maria degli Angeli, io credo che il Piano
introduce una ultima innovazione molto importante per il centro storico di Assisi e
più in generale per i centri storici. Nelle norme tecniche di attuazione introduce un
parametro, che sarà davvero molto importante anche per il riuso degli edifici in
centro storico, che nei termini di 3 mila metri quadrati complessivi, nel centro
storico di Assisi, si potrà, ovviamente su ciò che già è costruito, intervenire in
maniera più flessibile per modifiche, cambi d’uso ed anche ricucire situazioni e ve ne
sono ad Assisi, di interventi che sono attualmente non conclusi e che rappresentano,
quelli sì, un impatto anche paesaggistico, molto importante. Credo che introdurre la
possibilità per 3 mila metri quadrati complessivi, di creare una flessibilità, anche in
destinazione d’uso, all’interno del centro storico e dei centri storici, sia un altro
elemento importante per la valorizzazione in questo caso dell’area della città
all’interno delle mura urbiche. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie. Prego Consigliere Bocchini.
CONSIGLIERE BOCCHINI. Grazie Presidente. Io noto una cosa, che il precedente
Consiglio comunale votò all’unanimità questo Piano. Questo era un segnale forte
verso la Provincia e verso le altre istituzioni che dovevano approvare il Piano. Non
trovare una sintesi sul Piano regolatore, che è uno degli strumenti più importanti
dello sviluppo del territorio, così come per tanti politici della Provincia viene bene
parlare sui giornali del Piano regolatore di Assisi perché si acquista visibilità, non
trovare una sintesi, cari colleghi Consiglieri, non fa bene né alla città e né ai
cittadini.
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
N. del reg. Pubblicazione
Copia della presente deliberazione è pubblicata all’albo pretorio per 15 giorni consecutivi
con decorrenza dal 08.10.2013 IL MESSO COMUNALE
_______________________
al 23.10.2013 IL MESSO COMUNALE
_____________________________
IL RESPONSABILE DELL’UFFICIO ________________________
.............................................................................................................
...........................
La presente deliberazione:
◊ è divenuta esecutiva per decorrenza dei termini di rito
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