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anno ii - n° 0 Sabato 5 agoSto 2017
L’Oscar del giorno lo asse-gniamo a Pasquale Guarracino.Sulla questione turismo che,sembra non interessare nessuno,ha chiamato in causa le respon-sabilità politiche del delegato re-gionale, Domenico Di Nunzio.Gli ha chiesto cosa abbia fatto intutto questo tempo.
IL N
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Il Tapiro del giorno lo diamo aDomenico Di Nunzio delegatoregionale al Turismo. A frontedei richiami del sindacalista dellaUiltucs, ci si attendeva una suarisposta in termini di dati, cifre einvestimenti per il settore e diuna legge di programmazione.Tutto, invece, tace.
Domenico Di Nunzio
Economia,
trasporti
e demografia
L’Ardire
di Giuseppe Saluppo
Saranno in Molise, mercoledì, ilministro dei Trasporti, Del Rioe l’amministratore di Rete fer-roviaria italiana, Gentile. La
questione è quella ferroviaria. In Mo-lise è come dire tra il serio e il faceto.Con un drammatico spread di accessi-bilità della regione rispetto ai collega-menti interni, ed alle connessioni versol'Italia. Recuperare questo spread è con-dizione non sufficiente, ma necessaria,per il recupero di produttività del no-stro territorio. Risulta evidente che eco-nomia e trasporti interagiscono, e silegano ad elementi strutturali, quali ledinamiche demografiche. Il saldo mi-gratorio del Molise tra 2001 e 2016 èestremamente negativo. Se il trend pro-seguirà, avremo nel Molise meno dellametà di giovani di oggi. Dagli anni ot-tanta in poi, si è registrato un crollodegli investimenti per i trasporti nelMezzogiorno pari a 4 volte tra il 1992 e2012; negli ultimi cinque anni il calo èstato pari ad un terzo. Rimane dunqueun forte deficit infrastrutturale del Sudrispetto al resto del paese. Tale esito de-riva da una mancata programmazionenazionale. Al centro di una nuova poli-tica dei trasporti ci deve essere una pro-grammazione coerente, priva diduplicazioni di infrastrutture che gene-rano solo una concorrenza distruttiva;rischiamo di disporre sempre meno ri-sorse dall'Europa, se continuiamo a nonprodurre una pianificazione seria e ri-gorosa. Il deficit di mobilità, in parti-colare nel Molise, si traduce in unospread di servizi di trasporto, con pochicollegamenti interni al Mezzogiorno,con l'Italia, con il Mediterraneo e conl'Europa. Ed allora, al ministro dei Tra-sporti e all’amministratore di Rete Fer-roviaria va detto chiaro e tondo cheoccorre superare i localismi autorefe-renziali delle istituzioni locali e pun-tare, decisamente, ad una progettazionenazionale. Solo, così, si potrà dare unasperanza al nostro territorio.
IL N
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Il 9 agosto, in Molise, arrivanoil ministro dei Trasporti Del Rioe l’amministratore Rfi, GentileSignori, è la rete che va rifatta
Pasquale Guarracino
Servizio a pagina 3
25 agosto 2017
TAagliolto
Un accordo politico largo
per superare il gradino
della legge elettorale sem-
bra avere trovato spazio in
consiglio regionale. La vo-
lontà è quella, infatti, che
alle prossime elezioni re-
gionali ci sia una nuova
legge anche per un allinea-
mento con quelle di altre
regioni che, in tal senso,
hanno già legiferato da
cinque anni. Attualmente
in prima commissione re-
gionale sono presenti quat-
tro proposte di legge a
firma di altrettanti consi-
glieri. La mediazione tra le
parti è quella di giungere
ad una sola proposta da
portare in aula in grado di
raccogliere più larghi con-
sensi trattandosi di una
legge elettorale.
I punti che, al momento,
sembrano trovare ampie
convergenze prevedono la
cancellazione del listino e
del voto disgiunto per il
presidente. Due le circo-
scrizioni elettorali: Cam-
pobasso con 14 eletti e
Isernia con 6. Perché un
candidato presidente non
eletto possa entrare in con-
siglio regionale è necessa-
rio che la coalizione che lo
sostiene ottenga, almeno, il
10% dei consensi. All’in-
terno della coalizione, e su
questo si sta ancora discu-
tendo, per ottenere un seg-
gio un partito deve racco-
gliere almeno il 3%. C’è,
infatti, chi punta ad abbas-
sare la soglia al 2%. E su
questo che si sta ancora di-
scutendo.
In ogni caso, entro il pros-
simo mese di settembre, la
volontà politica della mag-
gior parte dei consiglieri è
quella di chiudere la partita
legge elettorale anche per
adeguare il sistema moli-
sano a quanto previsto già
in altre regioni.
Nel frattempo, il Consiglio
regionale è convocato per
il prossimo 10 agosto per
l’approvazione del Rendi-
conto. Strumento finanzia-
rio importante che
consentirà una maggiore
fluidità nei pagamenti alle
aziende.
Legge elettorale regionale,si punta all’accordo largo
Una sola proposta, senza listino e voto disgiunto
La costa molisana non è im-
mune dalla minaccia di nuove
trivellazioni. Le concessioni
di coltivazione attive in mare
sono 6, di cui una proprio tra
Vasto e Termoli (Rospo di
Mare di Edison), che con le
sue 4 piattaforme e 29 pozzi
ha estratto nel 2016 oltre
178mila tonnellate di greg-
gio, il 25% del totale estratto
nello stesso anno. Questa
concessione scadrà nel 2018,
ha una estensione di 369,6
kmq, non produce gas, ha 1
pozzo non produttivo al suo
interno e ricade entro le 12
miglia nautiche dalla costa. Il
decreto, per i titoli di conces-
sione già concessi, come nel
caso di Rospo di Mare di Edi-
son, permetterebbe alle com-
pagnie petrolifere di
continuare ad estrarre anche
oltre la scadenza, in pratica
fino a fine ciclo vita del gia-
cimento, aprire nuovi pozzi e
nuove piattaforme anche
entro le 12 miglia. “La Re-
gione Molise – dichiara Ma-
nuela Cardarelli, Presidente
di Legambiente Molise – ha
mancato la scadenza del 1°
agosto per opporsi al decreto
che definisce il disciplinare
per il rilascio e l’esercizio dei
titoli minerari su prospezione,
ricerca e coltivazione di idro-
carburi. Non capiamo – con-
tinua Cardarelli –
l’immobilismo di questa
scelta, considerato che le Re-
gioni Calabria, Basilicata, Pu-
glia, Abruzzo, Marche e Ve-
neto si sono opposte a tale
decreto. Chiediamo ora alla
Regione un impegno serio e
più concreto a tutela del no-
stro mare.” Il decreto mini-
steriale del dicembre 2016,
pubblicato lo scorso aprile in
Gazzetta Ufficiale, è solo
l’ultimo degli aiutini concessi
al mondo delle fonti fossili,
afferma Legambiente. “Basti
pensare che, tra i Paesi del
G20, l’Italia è all’ottavo posto
per i finanziamenti alle fonti
fossili: nel 2016 sono stati
oltre 14 i miliardi di euro de-
stinati a sussidiare, diretta-
mente o indirettamente, le
fonti fossili nel
nostro Paese. Tra questi figu-
rano sussidi al consumo e alla
produzione, esoneri dall’ac-
cisa, finanziamenti pubblici
per nuove infrastrutture sia
nel nostro Paese che al-
l’estero, facilitazione per le
attività di estrazione di gas e
petrolio, ma anche per le
aziende energivore e petroli-
fere. Tra questi finanziamenti
rientrano anche i 6,1 miliardi
di euro che lo Stato italiano
ha destinato tra il 2013 e il
2015, attraverso Cassa Depo-
siti e Prestiti e SACE (società
per azioni del gruppo italiano
Cassa Depositi e Prestiti), a
21 progetti a fonti fossili,
contro i 123 milioni di euro
l’anno destinati alle energie
pulite. Impressionante pen-
sare che SACE entri addirit-
tura nella Top10 dei maggiori
finanziatori del G20. Anche
dal punto di vista delle royal-
ties, la produzione di gas in
Italia è sicuramente favore-
vole alle compagnie petroli-
fere, basti pensare che il 75%
delle concessioni in mare per
il gas (37 su 49) nel 2016 ha
estratto una quantità inferiore
alla soglia di 80 milioni di
Smc (standard metri cubo); di
queste 36 concessioni 29 ap-
partengono ad Eni (di cui una
insieme ad Edison), 7 sono di
Eni Mediterranea Idrocarburi
e 2 sono di Edison. In totale
quindi, circa il 21% della pro-
duzione di gas a mare non è
rientrato nel calcolo del get-
tito per le royalties, che viene
pagata solo da 12 concessioni
di coltivazione. Purtroppo an-
cora oggi la corsa allo sfrutta-
mento dell’oro nero nei mari
italiani continua senza tregua,
grazie alle 69 concessioni di
coltivazione presenti nelle
nostre acque (di cui solo 50
realmente produttive); 29 di
queste ricadono nell’alto
Adriatico, 15 nel medio e
basso Adriatico e 3 nel canale
di Sicilia. Per quanto con-
cerne la produzione di greg-
gio nei mari italiani, nel 2016
è stata di oltre 720mila ton-
nellate, poco meno della
quantità estratta nell’anno
precedente (circa 750mila
tonnellate) e corrispondente
al 19,3% della produzione na-
zionale (mare e terra). Fer-
mare le estrazioni di
idrocarburi e, di conseguenza,
uscire definitivamente dalla
dipendenza dalle fonti fossili,
è un passo fondamentale per
arrestare il cambiamento cli-
matico. Tale stop, infatti, per-
metterebbe di ridurre le
emissioni di CO2 di oltre 750
milioni di tonnellate, ovvero
il 5,8% al 2020. Recenti ana-
lisi mostrano invece come,
continuando ad utilizzare le
attuali risorse di petrolio e gas
negli impianti già in eserci-
zio, il Pianeta si riscalderà
ben oltre gli 1,5°C consigliati
Legambiente: “Trivelle in mare, perchè
la Regione Molise non ha fatto ricorso?”
35 agosto 2017
TAagliolto
aa“Ho presentato al Governo,
nelle presone del Presidente
del Consiglio dei Ministri, on.
Paolo Gentiloni e dei Ministri
delle infrastrutture e dei tra-
sporti e dell’economia e delle
finanze, un’interrogazione ur-
gente, per chiedere risposte im-
mediate, stante la situazione
intollerabile a cui i cittadini
molisani, che usufruiscono del
trasporto ferroviario, sono sot-
toposti”, lo afferma in una nota
il senatore del PD, Roberto
Ruta.
“Non è un mistero – evidenzia
il senatore- che i treni diesel
ancora in circolazione sono del
tutto inadeguati provocando di-
sagi insostenibili per i moli-
sani.”.
“La tratta ferroviaria – prose-
gue Ruta- di collegamento
della regione Molise con le
altre regioni limitrofe è sem-
pre più penalizzata per la pre-
senza di treni obsoleti, per i
lunghi tempi di percorrenza,
per ritardi, guasti e sovraffol-
lamento. La sua condizione e il
suo malfunzionamento si tra-
ducono, ormai da tempo, in un
vero e proprio calvario cui
sono costrette a sottoporsi le
centinaia di persone che ogni
giorno, per motivi di studio, la-
voro o turismo, viaggiano.”.
“Il trasporto ferroviario regio-
nale e interregionale della re-
gione Molise- sottolinea Ruta-
e in modo particolare la tratta
Campobasso-Roma, è caratte-
rizzato, ormai quotidiana-
mente, da ritardi e disservizi,
nonostante la rilevante e cre-
scente domanda dei pendolari.
Per questa ragione ho chiesto
di sapere:
-se il Governo sia a conoscenza
dei fatti soprae-
sposti e se ri-
tenga che i
piani di investi-
menti predi-
sposti per i
prossimi anni
da Ferrovie
dello Stato
SpA e da Tre-
nitalia Spa
siano adeguati
a garantire un
servizio di tra-
sporto ferro-
viario degli
utenti molisani conforme agli
standard qualitativi europei;
-quali iniziative urgenti il Go-
verno intenda adottare al fine
di migliorare il trasporto ferro-
viario della regione Molise, per
garantire efficienza e qualità
del servizio di trasporto pub-
blico di interesse regionale e
locale, ed evitare che Trenita-
lia possa continuare ad utiliz-
zare vetture vetuste e del tutto
inadeguate all’utilizzo previ-
sto;
-se il Governo intenda interve-
nire con immediatezza, anche
con l’acquisto straordinario o
la messa in disponibilità di
nuovi treni in sostituzione di
quelli diesel inadeguati ancora
circolanti, affinché sia garan-
tita la fruibilità del servizio del
trasporto ferroviario da parte
dei cittadini molisani che non
intendono ulteriormente dover
subire le condizioni insosteni-
bili e i disagi evidenziati.”.
“In tal senso – prosegue il se-
natore- nel 2015 avevo pre-
sentato con altri colleghi
senatori apposita interroga-
zione per segnalare i tanti di-
sagi che già si registravano in
alcune aree del centro e del sud
d’Italia.”
“L’interrogazione – conclude
Ruta- l’ho inviata per cono-
scenza sia ai vertici di Ferrovie
dello Stato Italiane Spa, sia a
Trenitalia Spa, perchè, in as-
senza di risposte e di azioni
tempestive, agirò in ogni sede,
con tutti gli strumenti predi-
sposti dall’ordinamento giuri-
dico vigente, per tutelare i
diritti dei cittadini.”.
Ruta: “La mia interrogazionesul sistema ferroviario molisano”
Saranno in Molise, mer-
coledì, il ministro dei Tra-
sporti, Del Rio e
l’amministratore di Rete
ferroviaria italiana, Gen-
tile. La questione è quella
ferroviaria. In Molise è
come dire tra il serio e il
faceto. Con un dramma-
tico spread di accessibilità
della regione rispetto ai
collegamenti interni, ed
alle connessioni verso
l'Italia. Recuperare questo
spread è condizione non
sufficiente, ma necessaria,
per il recupero di produt-
tività del nostro territorio.
Risulta evidente che eco-
nomia e trasporti interagi-
scono, e si legano ad
elementi strutturali, quali
le dinamiche demografi-
che. Il saldo migratorio
del Molise tra 2001 e
2016 è estremamente ne-
gativo. Se il trend prose-
guirà, avremo nel Molise
meno della metà di gio-
vani di oggi. Dagli anni
ottanta in poi, si è regi-
strato un crollo degli in-
vestimenti per i trasporti
nel Mezzogiorno pari a 4
volte tra il 1992 e 2012;
negli ultimi cinque anni il
calo è stato pari ad un
terzo. Rimane dunque un
forte deficit infrastruttu-
rale del Sud rispetto al
resto del paese. Tale esito
deriva da una mancata
programmazione nazio-
nale. Al centro di una
nuova politica dei tra-
sporti ci deve essere una
programmazione coe-
rente, priva di duplica-
zioni di infrastrutture che
generano solo una con-
correnza distruttiva; ri-
schiamo di disporre sem-
pre meno risorse dall'Eu-
ropa, se continuiamo a
non produrre una pianifi-
cazione seria e rigorosa.
Il deficit di mobilità, in
particolare nel Molise, si
traduce in uno spread di
servizi di trasporto, con
pochi collegamenti in-
terni al Mezzogiorno, con
l'Italia, con il Mediterra-
neo e con l'Europa. Ed al-
lora, al ministro dei
Trasporti e all’ammini-
stratore di Rete Ferrovia-
ria va detto chiaro e
tondo che occorre supe-
rare i localismi autorefe-
renziali delle istituzioni
locali e puntare, decisa-
mente, ad una progetta-
zione nazionale. Solo,
così, si potrà dare una
speranza al nostro territo-
rio.
Ferrovie, arriva Del Rioper fare il punto della situazione
In Molise, giorno 9 agosto, anche l’amministratore di Rete Ferroviaria, Maurizio Gentile
L’Intervento
45 agosto 2017
TAagliolto
di Susanna Pastorino
Generano forti perplessità le di-
chiarazioni del Presidente della
Regione Molise riguardo alle
modalità di trasformazione del
POS 2015/2018 per il rientro
dal disavanzo sanitario in legge
dello Stato. L’aver più volte
sottolineato che la volontà di
cristallizzarlo in una legge sia
maturata nelle segrete stanze
del Governo Regionale per es-
sere, poi, accolta e condivisa
dal Governo Nazionale, deter-
mina una questione democra-
tica e costituzionale nel nostro
territorio.
Se è vero che il POS in parola è
stato “blindato” per evitare le
continue obiezioni dei cittadini
avanzate per mezzo di Associa-
zioni, Organizzazioni Sinda-
cali, Forum e Comitati – e
validate dal TAR Molise – è,
conseguentemente, lecito pen-
sare che la politica regionale
abbia smarrito il senso del pro-
prio ruolo di rappresentanza
della comunità; della nostra co-
munità! Molte sono state le
volte in cui la FP CGIL Molise
ha invitato il Governo Regio-
nale ad un confronto sulla
scelta delle politiche sanitarie
più corrispondenti alle caratte-
ristiche del territorio ed in linea
con la tutela del principio uni-
versalistico, ma senza avere
alcun riscontro. La FP CGIL
Molise ha più volte dichiarato
di condividere il principio di
portare l’assistenza sanitaria
dall’ospedale al territorio, il
medico dal paziente eviden-
ziando, però, che le modalità in
cui questo processo viene at-
tuato sono fondamentali, im-
prescindibili, per poter
garantire l’accesso universali-
stico ai servizi sanitari e l’effi-
cienza delle cure mediche
anche, e soprattutto, nella fase
della prevenzione; la tutela
degli operatori sanitari in gran
numero precari; la giusta com-
presenza di strutture sanitarie
pubbliche e private accreditate;
l’efficiente conversione delle
strutture già esistenti. E su que-
ste modalità, le parti sociali an-
davano ascoltate già dal
momento della stesura del POS.
Il Governo Regionale avrebbe
dovuto rispondere alle richieste
di mettere in campo una azione
di confronto con le parti sociali
per garantire una condivisa at-
tuazione della riorganizzazione
sanitaria. E, invece, ha preferito
prima “chiudersi a riccio” e poi
delegare le ascritte competenze
sanitarie. E, di certo, non è pos-
sibile giustificare la bontà del-
l’operato dichiarando che in
questi giorni il Tavolo Ministe-
riale ha validato i conti econo-
mici sanitari molisani – che
gravano sui Molisani con un
mutuo trentennale -, perché
“avere i conti a posto” non è ga-
ranzia di equità delle cure. E’,
quindi, evidente che la politica
sanitaria intrapresa nella nostra
Regione abbia aperto una que-
stione di rappresentatività del
territorio, oltre che di costitu-
zionalità. Riguardo a quest’ul-
timo aspetto erroneamente il
Presidente della Regione ri-
chiama a supporto della bontà
della conversione in legge del
POS Molise l’Ordinanza della
Corte Costituzionale avente ad
oggetto la conversione del POS
Abruzzo – Ordinanza n.
173/2013 – in quanto, in quel
caso, la Corte non ha esaminato
nel merito, nella sostanza, la
questione di legittimità costitu-
zionale ma si è “limitata” a ri-
scontrare delle irregolarità
processuali. E ancora, come già
più volte ribadito dalla FP
CGIL Molise, la politica sanita-
ria posta in essere sul territorio
regionale apre una questione di
legalità in merito al soggetto
erogatore dei servizi socio-sa-
nitari. La scrivente sigla sinda-
cale in più occasioni ha
evidenziato che le previsioni
del POS alterano i principi della
legislazione sanitaria nazionale
riguardo alla compresenza nella
rete sanitaria dell’erogatore
pubblico e privato accreditato;
compresenza basata dalla legge
sulla funzione integrativa, e non
sostitutiva, di quest’ultimo in
favore del primo. E invece in
Molise, tra l’altro, accade che il
Direttore di una struttura sani-
taria accreditata - non a caso
dopo la conversione del PO in
legge - rilasci dichiarazioni in
merito al c.detto accordo “Car-
darelli-Cattolica”: accordo di
cui i Molisani fino ad oggi in-
vano hanno tentato di cono-
scerne i contenuti e di cui la FP
CGIL Molise ha più volte ri-
chiesto copia, ma senza alcun
riscontro. Ed è quindi più che
lecito che nascano delle per-
plessità anche in merito alle
sorti dell’Ospedale Cardarelli –
che pare siano determinate
dalla irrimediabile fatiscenza
dello stabile –, tanto più dopo
aver appreso che nella vicina
Regione Abruzzo si procederà
alla costruzione di un ospedale
pubblico che erogherà servizi
sanitari anche per il Basso Mo-
lise. E’ evidente che il Governo
Regionale ha posto in essere
una azione di resa riguardo alle
scelte politiche e amministra-
tive della Sanità Regionale, e
questo non può non incidere
anche sul perdurare della ge-
stione commissariale: ora che il
POS non riveste più il carattere
di documento amministrativo
“straordinario” - attuabile me-
diante l’adozione di Decreti
Commissariali calati dall’alto -
ma di legge “ordinaria” dello
Stato, non è fuori luogo ipotiz-
zare che la riorganizzazione sa-
nitaria possa tornare nel
naturale alveo della gestione
politica e amministrativa regio-
nale consentendo, in tal modo,
al Consiglio Regionale e alla
Dirigenza Amministrativa di
riappropriarsi delle competenze
e funzioni congelate da ben
dieci anni. Tante, troppe, sono
le scelte politiche che scuotono
il SSR e che mettono forte-
mente in discussione i pilastri
del Servizio Sanitario Pubblico
nella nostra Regione; ossia pre-
venzione, cura e riabilitazione.
Per questo, la FP CGIL Molise
ritiene, ormai, necessario e im-
prorogabile riaprire una cam-
pagna di sensibilizzazione sul
territorio e portare la “Que-
stione Sanitaria Molisana” al-
l’attenzione del Presidente della
Repubblica in qualità di sog-
getto Istituzionale garante dell’
attuazione della Costituzione.
Segretaria Cgil Fp
Sanità, restano intattele nostre perplessità
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