Download - IB Magazine n°1 - 12 settembre 2011

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Manuale di sopravvivenza: Reagire

alla crisi Ogni minaccia nasconde una opportunità e la crisi che attanaglia le imprese può essere l’occasione che , obbligandoci a cambiare il modo di lavorare, ci fa

scoprire un nuovo mondo.

Nelle prossime settimane IB vi portera la testimonianza delle best practice de-gli imprenditori che hanno saputo reagire in modo attivo e hanno scoperto le

nuove opportunità per migliorare e attivato nuovi redditivi modelli di busi-

ness.

Per esempio parlerà chi ha sostituito incontri e trasferte usando la videoconfe-

renza, che ha trovato nuovi modi di finanziarsi con (o senza) le banche, chi ha saputo esternalizzare i costi usando le risorse di rete, chi ha dismesso costosi

locali in affitto sfruttando appieno le possibilità delle rete e del telelavoro.

Ma anche vedremo anche esempi di come risparmiare accedendo alle risorse offerte gratuitamente su internet, come rapportarsi coi social network, come

trovare nuovi clienti, risorse qualificate.

N.1 - 12 Settembre 2011

Sommario 12 settembre:

-Copertina: La manovra e le im-prese

-Manuale di sopravvi-venza: reagire alla crisi

-Dai mercati lontani

Parliamo di Cina

-Business e opportunità di casa nostra: .tutti i finanziamenti .migliorano i pagamenti

-Utilita: Trovate per voi Innovazioni utili

-La cassetta degli attrezzi

La manovra e le imprese E’ arrivata la manovra, dopo che qualcuno è arrivato a evocare “il diritto al default come contropotere finanziario” . Intanto, gli italiani non ancora abbastanza “indignados”, puntano il dito, contro i responsabili della fallimentare situa-zione economica, in cui versa il paese, e quindi contro le banche, la casta della politica, gli sprechi , contro evasori e i sindacalisti, e, finanche, contro i calciatori. E’ sacrosanto indignarsi per tutti gli sprechi, a cominciare dai compensi

dorati dei proprietari e manager delle famiglie di industriali , e dalle rendite parassitarie di banche, immobiliari, pri-mari, manager pubblici, caste varie dai primari ai docenti universitari ai senza escludere magistrati e burocrati.. Per non parlare della difesa : in Italia spendiamo oltre 50mila euro al minuto per la Difesa, cioè 3 milioni di euro all’ora e

76 milioni al giorno.

E le imprese stanno a guardare. Le piccole imprese sono la spina dorsale di questo paese. Sono loro quelli che la-vorano e mantengono gli apparati pubblici, le banche, le caste.. Eppure chi fa impresa nel nostro paese è vittima di un

clima di sospetto: la caccia agli evasori per esempio.. I grandi capitali vanno avanti e indietro più o meno scudati e il

fisco si accanisce sequestrando le case e i conti correnti agli artigiani!

Eccesso di burocrazia, lentezza della giustizia, l’oppressione fiscale , rifiuto del credito… chi fa impresa ha diritto

di indignarsi più di tutti, ma non deve mollare. E’ un fatto che con la crisi tocca lavorare di più e guadagnare di

meno, dobbiamo farcene una ragione.

Ma se non crediamo noi imprenditori nel nostro futuro, e nelle istituzioni, non lo farà nessuno. Tocca rimboccarsi le maniche, stringere i denti e mantenere i nervi saldi. Le crisi ci sono sempre state . Se ne esce rinnovando , cambian-

do prodotti, modificando processi produttivi, esplorando nuovi mercati, aggregandosi.

Nessuna manovra a salverà il nostro paese : solo l’energia l’intelligenza e la creatività degli imprenditori può farlo.

Noi di IB innovatori siamo vicini e lavoriamo con voi. Giuseppe Vargiu

.

2

Ci sono in C ina

42 Milioni

Di PMI

dai mer-

cati lonta-

Italia degli Innovatori grande occasione per le PMI

Italiane sul più grande mercato del mondo Il progetto Italia degli Innovatori e il Forum Italia Cina sull’Innovazione sonole due iniziative di maggiore rilevanza orga-nizzate dal Governo Italiano e dalGoverno Cinese per favorire lo scambio industriale e commerciale tra i due

paesi. L’obiettivo è raddoppiare, entro il 2015 lo scambio tra i due paesi, portandolo da 50 a 100 miliardi di dollari. E’ un obiettivo ambizioso ma non impossibile. Occorre ricordare infatti che,nel 2005 lo scambio era di circa 15 miliardi di dollari e venne deciso di portarlo a 40 entro il 2010. L’obiettivo è stato raggiunto e, pertanto, rilanciato. Lo scambio, a oggi, vede una predominanza delle importazioni cinesi in Italia.Le esportazioni italiane in Cina stanno però crescendo notevolmente: lo scorso anno si è avuto un incremento di oltre il 40%, fino a un valore di 8,6miliardi di euro. Sono ancora pochi se confrontati agli oltre 53 miliardi di Euro di esportazioni della Germania in Cina, ma siamo sulla buona strada, anche grazie ad Italia degli Innovatori, uno strumento operativo in più pensato dal governo italiano per a-iutare le proprie Pmi che vogliono operare sul mercato cinese.

Una opportunità straordinaria per le imprese italiane Da un paio di anni la Cina è diventata molto attrattiva per le imprese italiane. A partire dal 2008 il governo cinese ha deciso infatti di sviluppare il suo mercato interno, varando un programma che prevede non più solo una crescita basata sull’esportazione, ma una crescita basata sullo sviluppo del mercato interno ci-nese. Questa decisione è stata confermata dall’ultimo Piano Quinquennale e sembra essere fatta apposta per incoraggiare le imprese italiane a esportare e vendere i propri prodotti in Cina. Lo spazio per lavorare è grande e adesso c’è anche la presenza del Governo Italiano, al fianco delle sue imprese più inno-vative. La Cina conta oltre 42 milioni di Pmi, che hanno un mercato interno enorme ma che non hanno ancora la capacità tecno-logica per realizzare prodotti di alta qualità, proprio quelli che il mercato cinese comincia a richiedere in grande numero. Le Pmi italiane hanno invece tecnologia di altissimo livello che possono utilmente impiegare su questo mercato, raggiun-gendo ottimi risultati. In Cina c’è quindi oggi grande spazio per esportare prodotti italiani di qualità, in un mercato che si sta aprendo e che co-mincia a offrire maggiori garanzie per le imprese.

Shanghai

3

Attualmente l'Italia è il 21/esimo Paese nella classifica degli esportatori in Cina. C'è pertanto ancora molto da fa-re, soprattutto nelle tecnologie per l’ambiente, la sicurezza, la salute, nell’impiantistica e nelle reti complesse, co-sìcome nei settori tradizionali delMade in Italy, dall’abbigliamento, all’arredamento all’alimentazione. Fino a questo momento si registrano investimenti italiani da 5 miliardi di dollari e seimila progetti di imprese, ma questi numeri sono ancora troppo poco e non corrispondono ai reali rapporti economici tra Italia e Cina.». Il Governo Cinese sta lavorando per favorire l’ingresso nel paese di aziende di alta qualità. Ne ha bisogno per il suo sviluppo e questo è una straordinaria opportunità, anche alla luce delle novità nell'ordinamento cinese che ha parificato le condizioni operative delle imprese a capitale straniero e quindi italiano, a quelle a capitale naziona-le.

Il Governo Italiano al fianco delle sue Pmi Dicevamo di una novità per le imprese italiane. Oggi c’è infatti un nuovo strumento, pensato proprio per aiutare le imprese italiane: il Centro per il Trasferimento Tecnologico Italia - Cina. L’obiettivo del Centro Sino-Italiano per il Trasferimento Tecnologico è quello di creare un network di piccole e medie imprese italiane e cinesi che in-tendano condividere attività di ricerca e di innovazione. Grazie al Centro e al lavoro dell’Agenzia, le aziende potranno beneficiare di un"percorso protetto" di collaborazio-ne con le controparti cinesi, con regole di reciprocità e di tutela giuridico - amministrativa delle innovazioni, e di-valorizzazione della proprietà intellettuale.

La Cina è una opportunità da non perdere La Cina è solitamente considerata un pericoloso concorrente per la produzione, che “erode” mercato alle imprese italiane, ma in realtà costituisce anche un crescente mercato per le nostre imprese.E del resto basta anche guar-dare ai dati: negli ultimi 4 anni la spesa per consumi delle famiglie cinesi è cresciuta in termini reali del 40%, e nel 2009 inumero delle persone abbienti in Cina ha superato quello del Regno Unito. Le merci italiane vendute in Cina sono cresciute del 21% (in valore) nel 2010: una crescita significativa che è do-vuta alla ripresa dell’economa cinese e della domanda mondiale. Per quanto riguarda la tipologia di merci importate, tra queste il peso più rilevante è quello delle tecnologie: nel 2010 la Cina ha importato dall’Italia quasi 4 miliardi di euro di macchinari (+21% anno su anno), andando in questo modo ad “assorbire” circa il 7% delle esportazioni italiane del settore. Al secondo posto, i prodotti chimici. Ma non solo. Sono tantissimi i settori che per cui la Cina è un mercato inte-ressante: nei primi 6 mesi del 2010 le esportazioni del settore agricolo verso la Cina sono cresciute del +136%, e quelle di mobili del +50%. Anche in altri settori fino ad ora non molto sviluppati, come la conservazionedel patrimonio storico cinese, si stanno aprendo importanti opportunità, in particolare grazie a quanto deciso dall’ultimo Piano Quinquennale. Il piano corrente, il XII (2011-2015), prevede il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della Cina visto come elemento di sviluppo delterziario e di nuove professioni ad alto valore aggiunto. La capacità italiana nel settore è indiscussa, così come la consapevolezza della rilevanza delle tecnologie, delle metodologie e delle competenze italiane nei settori della conservazione del patrimonio storico, settore in grande evoluzione. In questo ambito, quindi, l’innovazione e l’eccellenza italiana sono di grande importanza per il pubblico cinese. Inoltre, c’è una maggiore consapevolezza dei governi locali rispetto alla tutela del patrimonio architettonico, al recupero dei centri storici delle città Anche la creazione di nuove città più a misura d’uomo vede l’Italia come e-sempio indiscusso, leader della buona progettazione urbanistica, all’avanguardia nel recupero delle sue tradizioni e in prima linea nell’innovazione.

Italia degli innovatori funziona Il progetto Italia degli innovatori funziona. É pensato proprio per risponderealle esigenze degli imprenditori ita-liani. Consiste di un insieme di incontri B2B (Business to Business, ovvero tra imprenditori), tra i selezionati al concorso che hanno dato la loro adesione a partecipare e imprese, istituzioni, gruppi finanziari cinesi, al fine di favorire la creazione di accordi industriali e commerciali. E’ un percorso molto operativo, fatto proprio tenendo in mente quello che può servire all’imprenditore italiano: ovvero la possibilità di incontrare il maggior numero di potenziali partner in modo da poter presentare la propria innovazione e sviluppare, attraverso di essa, futuri accordi. Lo scorso anno sono stati numerosi i casi di successo. Ovviamente il successoè tutto merito dell’imprenditore, con il suo talento e la sua capacità di fare, tuttavia sono stati molti i ringraziamenti e i riconoscimenti che sono stati tributati all’iniziativa per la sua efficacia. Agenzia Nazionale per la Promozione dell’Innovazione

dai mercati

lontani

Già dal 2009 Il

numero delle

persone abbienti in

Cina ha superato

quello del Regno

Unito

Infobroker italiani a

Shenzhen:

Www.stelnet.com/cina

[email protected]

Skype stelnetsrl

4

Restano aperte un

gran numero di misure

interessanti per avviare

nuove attività o

ristrutturare le imprese

con finanziamenti

agevolati e contributi a

fondo perduto

TUTTI I FINANZIAMENTI Per chi vuole dar vita a una nuova impresa , oppure attivare innovazioni o ristrutturazioni l’ostacolo maggiore resta quello dei finanziamenti, visto che passare dai propositi ai fatti comporta spese da affrontare subito e che potranno essere ammortizzate solo col tempo. Per far fronte a questa necessità sono molti gli aiuti alle nuove iniziative: IB li seguirà per voi settimana per settimana con approfondimenti e aggiornamenti. Ecco una breve panoramica sui finanziamenti privati e pubblici, erogati da Istituzioni europee, nazionali o regionali.

Autoimpiego L'autoimpiego consente, attraverso prestiti d'onore e bonus, il finanziamento di programmi di spesa per una cifra non superiore a 25.823 euro o, nel caso di una microimpresa, un investimento che non superi i 129mila euro. Parliamo di misure a sostegno della costituzione e dell'avvio di piccole attività imprenditoriali, anche in forma associativa, da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione attraverso iniziative di lavoro autonomo, microimpresa o franchising. (le misure franchising sotto i 25mila rientrano nel lavoro autonomo). Questa tipologia di finanziamenti viene distribuita attraverso tre diverse modalità: contributi a fondo perduto, mutui agevolati, servizi di assistenza tecnica. Come conferma Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa), la crisi ha moltiplicato le domande di fondi per l'autoimpiego (+30% di richieste di contributi e prestiti nel 2010 rispetto al 2009), con un trend solito per tutto il primo semestre del 2011: oltre 4.500 domande sottoposte a valutazione, circa mille proposte già finanziate e 60 milioni di euro in investimenti ammessi. L'80% delle domande proviene dal Mezzogiorno, anche se è il Nord-Est a realizzare la crescita maggiore con un indice del 114% nel 2010 rispetto al 2009, seguito dal Centro con un +46%. Le attività più gettonate sono quelle turistico-culturali (33% degli investimenti), manifatturie-re, artigianali, servizi alla persona, commercio e servizi alle Pmi.

Autoimprenditorialità Oltre all'autoimpiego esistono interventi atti a favorire le start-up attraverso l'autoimprenditorialità, destinati alle imprese guidate da giova-ni sotto i 35, meglio se residenti in un'area svantaggiata. Nel 2010 sono state finanziate circa 30 imprese con fondi per 32 milioni di euro. Si possono finanziare le aziende che rispondono ai requisiti prima indicati sia attraverso un mutuo a fondo perduto che un mutuo a tasso agevolato, in grado di coprire l'80-90% della spesa se l'azienda insiste su una delle aree svantaggiate, il 60-70% se invece l'azienda non risiede su una di queste. In ogni caso la spesa non deve superare i 2,5 milioni di euro per il settore della produzione di beni e servizi anche di natura agricola, invece per la produzione di servizi e per le cooperative sociali di nuova fondazione la somma è ridotta a 516 mila euro (268 mila per le cooperative sociali già esistenti).

Fondi UE Numerose le modalità per l'accesso agli aiuti. Se guardiamo all'orizzonte europeo è opportuno sottolineare lo strumento realizzato dall'Unione per finanziare i disoccupati che hanno intenzione di avviare una piccola impresa, o le piccole imprese già avviate con massimo 10 dipendenti e fatturato complessivo che non superi i 200 milioni di euro: l'EPMF (European Progress Microfinance Facility), che mette a disposizione un totale di 100 milioni di euro per singoli prestiti fino a 25mila. Per accedere ai fondi è necessario rivolgersi a una banca, un istituto di credito o di garanzia accreditati. Pensa invece alle Pmi il FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti): promuove l'accesso al credito per avviare una piccola o media impresa o effettuare investimenti in innovazione. Anche in questo caso è necessario rivolgersi a intermediari individuati per ogni stato membro (qui la lista perl'Italia). Anche parte del FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) viene rivolto alle Pmi per quanto indirettamente passando attraverso le Regioni che, insieme al FEI, elaborano appositi strumenti (prodotti finanziari quali capitali a rischi, garanzie e microcrediti) secondo l'iniziativa Jeremie nata per facilitare l'accesso ai fondi regionali da parte delle Pmi.

Contributi statali Anche a livello nazionale esistono numerose agevolazioni, disciplinate dal Dlgs. N. 185 del 2000 e gestite proprio da Invitalia. Autoimprendi-torialità: gli aiuti sono rivolti a nuove imprese o ampliamenti di aziende che operano nei settori di erogazione di servizi quali beni culturali, turismo, manutenzione opere civili e industriali, innovazione tecnologica, agricoltura, ma anche a cooperative di tipo b (nelle quali cioè i soggetti svan-taggiati sono il 30% dei lavoratori soci). Requisito è che le imprese richiedenti siano società e cooperative, quindi non ditte individuali, e che siano costituite per la maggior parte da soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Gli aiuti per ampliamenti possono essere richiesti solo da imprese operative da tre anni prima dell'invio della domanda, e che siano in pos-sesso dei requisiti indicati in precedenza da almeno due anni prima; se l'azienda opera nel settore della produzione di beni e servizi l'importo non potrà superare i 2,582 milioni di euro, se invece produce servizi o è una cooperativa sociale di nuova costituzione l'importo di riduce a 516 mila euro (258 mila se la cooperativa è già esistente). Anche la gestione dell'azienda nella fase di avvio è finanziata con un contributo a fondo perduto concesso in regime di de minimis (aiuti di importo limitato non soggetti alla notifica alla Commissione Europea, in base ai quali ogni beneficia-rio potrà ottenere fino a 200 mila euro, 100 mila se si tratta di trasporti, nell'arco di tre esercizi finanziari). Autoimpiego: misure per l'avvio di piccole imprese da parte di disoccupati o inoccupati attraverso iniziative di lavoro autonomo, microimpresa e franchising. I Requisiti Persone fisiche: richiesti sono maggiore età, residenza da almeno sei mesi nel territorio nazionale (o alla data 1 gennaio 2000), e stato di non occupazione. I programmi di spesa non devono superare i 25.823 euro e non devono riguardare la produzione primaria di prodot-ti agricoli, perca e acquacoltura. Società di persone: che siano di nuova costituzione, che non abbiano fini mutualistici, in cui almeno la metà dei soci sia in possesso dei medesimi requisiti richiesti nel caso precedente in merito ad età, residenza e occupazione. In questa ipotesi il programma di spesa non potrà superare i 129.114 euro e l ' attività non potrà riguardare il commercio. Ditte individuali, società di persone e capitali: con i requisiti richiesti nei precedenti due punti, le iniziative possono riguardare esclusiva-mente la commercializzazione di beni e servizi attraverso la modalità del franchising e il franchisor deve essere convenzionato con Invitalia (la lista dei convenzionati è consultabile all'indirizzo www.invitalia.it).

Programmi e aiuti Invitalia gestisce anche programmi dedicati a particolari situazioni di disagio quali le aree industriali in crisi, regolamentate dalla legge 181 del 1989, che consente il sostegno alla costituzione di nuove imprese o l'ampliamento, ristrutturazione e riconversione di quelle già esistenti e insistenti su uno dei comuni individuati nella delibera Cipi del 13 ottobre 1989, formulata in seguito alla crisi della siderurgia, o su altre aree in cui è stata ravvisata la presenza di uno stato di emergenza (vedere il sito di Invitalia per l'elenco completo). In questo caso è possibile per le imprese operanti nei settori dell'estrazione di minerali, del manifatturiero, della produzione di energia elettrica e di attività di servizi alle impre-se presentare programmi di sviluppo. La concessione degli aiuti, che possono essere in conto capitale, finanziamenti agevolati, o nel caso di imprese del Sud anche finanziamenti agevolati ulteriori per fabbisogni residui, avviene a patto che Invitalia partecipi temporaneamente nel capitale dell'impresa per una quota non superiore al 30%, senza naturalmente assumere responsabilità circa la gestione dell'azienda. A sua volta l'azienda dovrà partecipare con risorse proprie per una cifra non inferiore al 30% degli investimenti fissi realizzati. Il contributo a fondo perduto copre al massimo il 25% della spesa per le aziende del CentroNord e il 40% per quelle del Sud, mentre il tas-so di interesse per i finanziamenti agevolati è il 36% del tasso di riferimento.

Pmi femminili Particolare attenzione è dedicata dal sistema nazionale degli aiuti alle Pmi guidate da donne, regolamentati dalla legge 215/92. I sussidi alle nuove imprenditrici sono rese più agevoli grazie al Regolamento generale di esenzione sugli aiuti di stato (Gber): è possibile richiedere agevolazioni fino a un milione di euro per i primi cinque anni di attività al fine di coprire un tetto massimo del 15% dei costi da parte delle im-prese il cui capitale sia detenuto al 51% da donne.

Business e

opportunità di

casa nostra

5

Qualche buona notizia ogni

tanto

Pagamenti. Segnali di ripresa per le aziende i-

taliane Settembre 2011

CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, ha condotto un’analisi

sui tempi di pagamento delle imprese italiane aggiornata al 30 giugno 2011.

Dall’esame del secondo trimestre dell’anno emergono segnali di ripresa che riguardano la puntualità

nei pagamenti delle aziende del nostro paese, confermando il trend positivo individuato nei mesi scorsi.

A fine giugno 2011, il 42,98% delle imprese italiane ha saldato i fornitori entro i termini prestabiliti se-

gnando così un netto miglioramento rispetto alla fine del 2010, quando il 37,5% del totale delle aziende

risulta virtuoso (registrando il livello più basso dal 2007).

Il dato positivo, seppur minimo, si nota anche nel confronto con marzo 2011 quando le imprese puntuali

erano state 41,87% del totale, dato lontano dal 50,8% di dicembre 2007.

Dopo un 2010 da dimenticare, la puntualità nel rispettare gli impegni di pagamento nei confronti dei pro-

pri fornitori è, quindi, nettamente migliorata: il 42,98% ha pagato alla scadenza, il 52,26% ha saldato

entro il ritardo minimo di 30 giorni (modalità di pagamento più utilizzata), il 3,15% tra i 30 e i 60 giorni

di ritardo. Migliorano le performance di pagamento delle aziende anche per quanto riguarda la categoria

dei ritardi gravi, con una riduzione dei tempi rispetto a fine 2010: l'1,08% delle imprese ha infatti sal-

dato le fatture dei propri fornitori tra i 60-90 giorni di ritardo mentre lo 0,38% tra i 90 e i 120 giorni. Solo

lo 0,15% ha superato il limite dei 4 mesi.

Persistono i divari consistenti tra le aziende del Centro-Nord e del Sud Italia: nel primo caso le imprese

mostrano una maggiore puntualità nel rispettare i termini pattuiti e a contenere il ritardo entro i 30 giorni

medi, mentre nel secondo caso i pagamenti delle fatture sono meno puntuali e i ritardi tendono ad avere

un peso maggiore.

L'area geografica in cui si concentra la maggior percentuale di buoni pagatori è il Nord Est, con il

48,82% di aziende che paga alla scadenza. Seguono il Nord Ovest con il 45,13%, il Centro con il

41,63%, il Sud e Isole con solo il 34,55% di pagatori affidabili.

Nella categoria dei gravi ritardi (oltre i 4 mesi) le distanze tendono ad annullarsi: si passa dallo 0,10%

del Nord Est allo 0,32% del Sud e Isole. Nord Ovest e Centro si assestano rispettivamente allo 0,08% e

allo 0,15%.

Nella categoria dei ritardi entro i 30 giorni è invece il Sud e Isole a caratterizzarsi per una quota maggiore

con il 56,18% del totale. Seguono il Centro (53,14%), il Nord Ovest (51,95%) e il Nord Est (48,44%).

Tra le regioni, il primato per la puntualità spetta all’Emilia Romagna con il 51,35% di aziende virtuose.

Il settore più puntuale è rappresentato da Agricoltura, foreste e caccia, con il 50,44% di imprese che

ha pagato alla scadenza, seguito da Servizi finanziari (48,54%) e Industria estrattiva (47,49%).

Pagamenti al rallentatore, invece, per Commercio all'ingrosso (39,38%), Industria e produzione

(39,52%) e Trasporti e distribuzione (39,83%).

Anche questi primi sei mesi del 2011 sono caratterizzati da un trend positivo per lo scenario dei paga-

menti commerciali delle micro imprese, che rappresentano una componente estremamente rilevante del

tessuto economico nazionale. La percentuale di transazioni commerciali saldate entro i termini pattuiti

è del 47,51%. Il 47,47% paga oltre la scadenza dei 30 giorni mentre il 3,26% arriva fino ai 30-60 giorni.

Tra le piccole realtà aziendali il 36,24% salda puntualmente le fatture mentre il 59,66% registra un ritar-

do medio compreso fra 1 e 30 giorni.

Le medie e grandi realtà, infine, hanno delle modalità di pagamento differenti rispetto alle due classi più

piccole, con un tasso di puntualità molto ridotto. Il 23,28% delle aziende di medie dimensioni sono pun-

tuali nel saldare le fatture, mentre tra quelle di grandi dimensioni solo l'11,45%, mentre per il ritardo

entro i 30 giorni, le performance sono rispettivamente del 72,83% per le medie e dell'82,81% per le gran-

di.

Business e

opportunità di

casa nostra

6

In ogni azienda c’è bisogno

continuo di sapere cosa c’e’ di

nuovo per facilitare il lavoro.

E’ questo bisogno diventa una

vera e propria emergenza nelle

aziende più piccole e meno

strutturate, soprattutto quando

siamo do fronte alle situazioni

di stress.

Oggi abbiamo tutti una grande

risorsa , si chiama internet,

dobbiamo solo imparare ad

usarla.

Ma attenzione, non tutti sappia-

mo farlo e poi su internet rice-

viamo costantemente proposte

invitanti intriganti convenientis-

sime ma… come fidarsi?

Comandamento n.1 : fidarsi è

bene ma non fidarsi è meglio.

Non crediate alle opportunità

mirabolanti di chi vi offre pro-

dotti di qualità a prezzi straccia-

ti: le due coser non possono

convivere . Resta il fatto che se

dietro le proposte che trovate su

internet ci sono persone affida-

bili, allora veramente è possibi-

le trovare risposte a quello che

cerchiamo.

Perciò il problema si sposta

dalla proposta che trovate su

internet alla persona che fa

questa proposta.Come verificar-

la?

Una prima possibilità è data dai

social network come linkedin,

facebook, viadeo , xing, offici-

ne innovazione: prima cercate

sui social network . Poi decide-

te...

parliamo di persone iscritte che

hanno lostesso profilo che avete

voi che leggete IB: gente che

lavora in azienda e cerca colle-

ghi con cui scambiare idee e

opinioni che cia aiutano a mi-

gliorare il nostro lavoro e i

nostri risultati. Gli Infobroker

Innovatori hanno scelto Offici-

Il primo social network che IB

vi propone non poteva essere

che Officineinnovazione.it .

Se fate impresa non potete non

esserci. La registrazione è gra-

tuita, sia appresta a raggiungere

in pochi mesi il traguardo di

5mila iscritti. Ma attenzione:

ne come social network,di rife-

rimento per il mercato italiano ,

cosi’ come Officine ha scelto

BusinessRadar.it com emarke-

tplace di riferimento per opera-

tori esteri che si affacciano su

Officine per interagire con

l’Italial

Le Utilità per le aziende: i social network

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Con la business tecnology, applicata alle banche dati del commercio internaziona-le e ai mercati turistici e immobiliari. 60mila aziende Italiane sono iscritte alle nostre banche dati per il b2b internazionale.

La nostra organizzazione opera in Italia e all’estero attraverso la rete di affiliati e partner INFOBROKER. Dal 1994 siamo stati accreditati al DataBase di Cooperazione della Com-missione Europea DG Enterprise (cui fanno capo gli EuroInfoCentre ora Enterprise Eu-ropean Network), nel Giugno 2011 è stata selezionata nel programma ITALIA DEGLI INNOVATORI.

StelNet è la prima organizzazione di specialisti delle banche dati per il com-

mercio internazionale.

Gli Infobroker Stelnet.com, attraverso la tecnologia Business Radar.it e le banche dati

di conoscenze condivise aiutano le aziende a vendere di più e comprare me-

glio.. L’assistenza di un Infobroker assicura all’azienda utente l’esperienza di un una

intera organizzazione di export manager con relazioni consolidate sui mercati inter-

nazionali.

Infobroker Italiani operano ONLINE e a AGRIGENTO, CAGLIARI, PISA, PESCA-

RA,.MILANO,ROMA,PADOVA,TRENTO, CHIETI,BARI,REGGIO CALABRIA,GENOVA, CUNEO,

MANTOVA, TORINO, BOLOGNA, ,PESARO, TRAPANI, CASERTA, PERUGIA, CATANZARO , VA-

RESE , MONZA , COMO e all’estero a SHENZHEN, ATENE, BUENOS AIRES, TUNIS. ,

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finanziamenti per innovare e operare con

l’estero.

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