Titolo del progetto: “In viaggio attraverso i paesaggi dell’arte, della letteratura e dei sentimenti tra realtà, immaginazione, ricordo e sogno”.
Progetto realizzato in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia: «A scuola di Guggenheim»
Insegnante di Arte e Immagine: CANCIAN GIOVANNA Insegnante di Italiano: SGUOTTI STEFANO
Classe 3°D a.s. 2015/2016
Il percorso è iniziato con una presentazione sul tema: “In viaggio attraverso i paesaggi dell’arte e della letteratura tra realtà, scoperta, simbologia,
immaginazione, ricordo e sentimenti”. Gli alunni approfondendo la “lettura” delle diverse opere proposte, sono stati guidati a comprendere come il
paesaggio geografico, non sia solamente quello che possiamo vedere, ma anche quello che ricordiamo, che fa parte delle nostre esperienze e dei nostri
vissuti, un luogo dell’infanzia con i suoi colori, profumi e sensazioni, con le voci degli amici e delle persone che abbiamo incontrato o un luogo che
abbiamo visitato; inoltre gli alunni si sono soffermati su come nel pensare a un paesaggio con nostalgia si intreccino sensazioni ottiche, olfattive e
sonore. Si formano, infatti, nella mente immagini complesse e dinamiche. I paesaggi della nostalgia, dei ricordi e delle emozioni si vedono con il
cuore, perché si fondano sul sentimento e sulle emozioni. Contemporaneamente, la lettura attenta e riflessiva di brani e poesie ha portato gli alunni a
comprendere come il contenuto delle parole si possa tramutare in immagini vive e palpitanti e come la chiarezza di queste immagini sia in gran parte
determinata dalla esperienza della vita quotidiana, dalla memoria visiva, dal modo personale di osservare e ricordare. Alcuni alunni hanno costruito
un percorso “geografico” scegliendo di raccontare attraverso immagini e “frammenti di parole” il loro paese, il territorio, la storia e le tradizioni; altri
hanno deciso di costruire un percorso geografico più personale e sentimentale, ricostruendo attraverso l’uso di diversi materiali (foto, disegni, ritagli,
piccoli oggetti, parole, frasi, riflessioni) le tappe fondamentali della loro storia personale.
«Vedere, viaggiare, sentire: i concetti vanno da sempre a braccetto e sono sintetizzati nella “geografia emozionale”. Territori storici,
naturali e mentali, dove l’accento è dato tanto al luogo fisico quanto alle emozioni, piacevoli o sgradevoli, che si muovono nell’esploratore».
I paesaggi della nostalgia Non è soltanto paesaggio quello che vediamo, ma anche
quello che ricordiamo: un luogo dell’infanzia, fatto di
vivide impressioni; un luogo di vacanza con i colori
dell’estate, le voci degli amici, l’odore del mare. Nel pensare
ad un paesaggio con nostalgia si intrecciano sensazioni
ottiche, olfattive, sonore: si forma nella mente
un’immagine che non è statica, ma complessa, dinamica,
difficile da scrivere. I paesaggi della nostalgia si vedono
con il cuore, perché sono fondati sul sentimento e sulle
emozioni.
Immagini poetiche che ricordano l’infanzia in Russia, le tradizioni e le proprie origini, le incontriamo nelle opere di Marc Chagall: nei suoi dipinti vediamo come il passato è reinventato nel sogno e il ricordo è illuminato dalla fantasia. Nelle sue opere tutto è possibile: uomini e animali che volano e figure che riempiono di magia i suoi dipinti.
La Pioggia, 1911
Quando Chagall, si trasferisce a Parigi nell’estate del
1910, porta con sé dei dipinti raffiguranti la vita e i
costumi della natia Vitebsk; negli anni seguenti rielabora
tali dipinti e realizza nuove opere, cariche di nostalgia per
la sua terra d’origine. In quest’opera usa colori saturi e non
realistici combinati con zone definite di bianco e nero in
modo da creare una superficie molto decorativa e vivace.
Io e il mio paese, 1911 Questo quadro è stato dipinto da Chagall nel quartiere
della "Ruche". L'artista, a Parigi, non dimentica la sua
infanzia russa. I colori squillanti mostrano l'influenza
del pittore contemporaneo Delaunay, mentre la
geometrizzazione delle forme, quella del cubismo.
È l'immagine idealizzata del tipo di comunità in cui fu
allevato, dove gli uomini e animali vivono in armonia.
L'enorme testa verde rappresenta l'artista stesso: nella
mano tiene un ramoscello in fiore, che probabilmente
simboleggia l'albero della vita. Tra le due immagini
principali ci sono un piccolo uomo e una donna a testa in
giù. L'uomo, con la sua falce, potrebbe rappresentare la
morte, in contrasto con l'albero della vita sottostante.
Il Villaggio Russo dalla luna (1911)
Sempre nello stesso periodo realizza questo dipinto. Il
ricordo del villaggio si manifesta in molti riferimenti:
frammenti di negozi e abitazioni, alcuni personaggi; una
casa in alto a destra, è rappresentata frontalmente, ma nel
centro del quadro domina l’’immagine di una bottega
vista dall’alto. Questa corrisponde alla fascia verde, e la
sua parte centrale è evidenziata dal cerchio rosso. Sul tetto
della bottega c’è un omo che insegue una capra: il pittore
traspone in fantasiose visioni le sue memorie e le sue
nostalgie. L’opera è composta da diversi frammenti, che
sembrano corrispondere a momenti diversi. L’artista
immagina di guardare il suo villaggio dall’alto.
«Io e il mio paese»: gli alunni della 3D
Sempre caro mi fu quest'ermo colle……………
Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.
S’incammina a diventar città…..
Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi.
«Io e la mia storia»: gli alunni della 3d
Scorrono gli anni, volano i mesi e i giorni. Quanta pioggia è caduta, quanta neve! Ti svegli una mattina, e pare che sia finito un altro anno, ma è soltanto un nuovo giorno ………. Marc Chagall
Non viaggio per sfuggire dalla vita, viaggio perché la vita non mi sfugga.
Nulla è più memorabile di un odore. Un profumo può essere inatteso, momentaneo e fuggevole, e tuttavia evocare un’estate della nostra infanzia su un lago di montagna. Un altro, una spiaggia al chiaro di luna. Un altro ancora un pranzo in famiglia con una teglia di arrosto e delle patate dolci durante un pazzo agosto in una città del Midwest. (Diane Ackerman)
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