IL CONCETTO DI COMUNITA’LA COMUNITÀ REALELA COMUNITÀ COME PROGETTOLA COMUNITÀ CONTEMPORANEA
DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE
Hobbes Comunità
SocietàOrganizzazione e diritto naturale
Organizzazione artificiale e diritto civile
Omogeneità sociale Articolazione per classi
Proprietà comune della terra
Proprietà individuale
Legami di sangue o di spirito
Legami di convenienza
Cooperazione e solidarietà
Competitività
Le tre forme di comunità Comunità di sangue Comunità di luogo Comunità di spirito
Comunità e partecipazione
LA PARTECIPAZIONE: Essere al corrente degli avvenimenti che interessano la comunità stessa e prendere parte alle decisioni che la riguardano.
LA PARTECIPAZIONE RAPPRESENTA UNO DEI CARATTERI DISTINTIVI DELLA COMUNITA’
LA DEMOCRAZIA DI PROSSIMITA’
LA POLIS GRECA
La crisi della comunità reale Rivoluzione industriale e capitalismo:
divisione del lavoro, proprietà della terra e dei mezzi di produzione
Urbanizzazione: la città come luogo della complessità sociale e del conflitto
Nascita dello Stato Sociale per l’erogazione di quei servizi che erano compito delle reti di solidarietà comunitarie: istruzione, assistenza, salute, ecc…
La comunità come progettoLe comunità utopiche
Gli elementi comuni a tale visioni che si propongono come alternativa globale alla società industriale sono:
piccole dimensioni della comunità (rifiuto della città come luogo di spersonalizzazione ed alienazione dell’individuo);
economia fondata su una integrazione fra attività agricole e produzione industriale a carattere artigianale (rifiuto della grande fabbrica);
proprietà collettiva della terra e dei mezzi di produzione;
ampia dotazione di servizi collettivi.
Robert OwenLa fabbrica di New Lanark Il villaggio di New Harmony
Charles Fourier: Il FalansterioIl falansterio rappresentava una comunità di circa 1.600 abitanti a forte ispirazione socialista nella quale erano in comune non solo i mezzi di produzione ma anche l’abitazione. Il Falansterio rappresentava il sesto stadio dell’evoluzione umana che avrebbe condotto al settimo ed ultimo, quello della Grande Armonia.
IL FAMILISTERIO DI GODINIspirato ai principi del Falansterio prevedeva tuttavia abitazioni familiari e non collettive
WILLIAM MORRIS: NEWS FROM NOWHERE
Le comunità dei MormoniNauvoo Zion City
SALT LAKE CITY
La città giardino
Patrick Abercrombie Il London County Plan
Adriano Olivetti ed il Movimento di Comunità
Il laboratorio di Ivrea
Il Quartiere La Martella - Matera
I Kibbutz in Israele
La rinascita del movimento comunitario
l’importanza del valore del luogo e della necessità di costruire “identità locali” in una società sempre più indifferenziata e globalizzata;
la crisi della finanza pubblica e dello Stato sociale che tende a restituire alla comunità alcune delle funzioni di solidarietà ed assistenza che storicamente aveva svolto;
la crisi della politica tradizionale dove, ad un maggiore disinteresse verso quest’ultima, ha fatto da contrappeso un maggiore impegno a carattere volontario e comunitario.
LA COMUNITA’ LOCALE
David Harvey (1990) individuava nella “compressione spazio-temporale” uno dei caratteri distintivi della Modernità “caratterizzata da un accelerazione nel ritmo della vita, con relativo superamento delle barriere spaziali che il mondo a volte sembra far precipitare sopra di noi]. Ma quanto più le barriere temporali e spaziali tendono ad annullarsi e si impone uno spazio geo-economico astratto ed indifferenziato, universale ed omogeneo, tanto più si accentua il valore dei singoli luoghi. Il luogo si contrappone allo spazio geometrico ed indifferenziato in quanto portatore di qualità specifiche e di una propria identità. Da qui la riscoperta del luogo e del “locale”, con i suoi specifici caratteri distintivi ambientali ed ecologici, ma anche e soprattutto come sedime di tradizioni culturali, di storia, coagulo di specifiche “identità locali”. La riscoperta ed il recupero delle identità locali è la naturale risposta delle società e delle comunità umane alla universalizzazione dell’economia e della cultura, alla globalizzazione.
LA COMUNITA’ LOCALEMa in questa visione “contemporanea” il luogo non è più qualcosa di isolabile ed isolato, come in passato; esso si configura come il nodo di una rete di relazioni che avvolge il pianeta e dalla quale non si può prescindere; ogni luogo rimanda ad altri luoghi, più o meno prossimi, più o meno simili.
La riscoperta del luogo, il riconoscere l’importanza dei valori del locale, delle tradizioni, della cultura, delle risorse che ogni luogo esprime è stato certamente uno degli elementi di rilancio delle esperienze di comunità in questo principio di secolo. In questo rilancio il luogo diventa elemento essenziale, connotativo della comunità e l’aggettivo locale diviene un corollario immancabile aggiunto al termine comunità; il luogo e con esso la prossimità spaziale tendono a divenire una determinante decisiva per la definizione delle comunità contemporanee, sempre più definite ed individuate come “comunità locali”.
Il progetto della comunità contemporanea
Due temi centrali dello sviluppo sostenibile che rappresentano anche le basi del progetto di comunità:
sviluppo locale partecipazione.
I due aspetti sono indissolubilmente legati fra di loro; sviluppo locale significa, infatti, non solo uno sviluppo che parta dalle condizioni e dalle risorse locali, ma anche sviluppo deciso e diretto in sede locale, in altri termini partecipato. Ma luogo e partecipazione, come abbiamo già avuto modo si sottolineare, sono due caratteri distintivi della comunità, tanto quella storica che quella contemporanea.
Obiettivi del progetto di comunità
Le comunità di pietra: conservare e valorizzare la propria identitàLe comunità di cemento: costruire una nuova identità locale
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO DI COMUNITA’
Promozione di uno sviluppo economico locale sostenibile, ovvero la costruzione di una prospettiva di sviluppo costruito a partire dalla promozione e valorizzazione delle risorse esistenti. Tali risorse possono essere legate alle caratteristiche ambientali e storiche del luogo (risorse naturali, produzioni agricole locali di qualità, tradizioni storiche e culturali, beni architettonici, ecc), ma anche alle capacità imprenditoriali, ai saperi locali, al know how, ai livelli di istruzione esistenti.
Un secondo aspetto riguarda le relazioni sociali, ovvero, come abbiamo già detto in precedenza, la costruzione di reti di solidarietà e mutua assistenza per far fronte alla crisi dei servizi pubblici ed alla loro inefficienza (oggi nel progetto di comunità, a secondo delle condizioni specifiche del contesto, possono assumere rilevanza particolare obiettivi come la lotta alla marginalità sociale, il recupero di comportamenti devianti, la lotta all’illegalità e la creazione di condizioni di sicurezza per la comunità, le pari opportunità, la creazione di condizioni ambientali sostenibili per tutti, uomini, donne, anziani, bambini, portatori di handicap, ecc..)
LA CITTA’ CONDIVISA E LO SPAZIO PUBBLICO
COMUNITA’ E/E’ PARTECIPACIONE
Il Piano come processo decisionale
La visione del piano come un processo decisionale, piuttosto che sugli aspetti tecnici, pone l’accento sul modo con cui si assumono le decisioni relative alle scelte da operare, riconoscendo che in tale passaggio risieda il cuore della pianificazione.
Questa visione processuale del piano sposta l'attenzione dai metodi e dalle tecniche di disegno ed elaborazione del piano, alle sequenze di decisioni ed azioni che debbono essere prese ed attivate all’interno del processo.
Due le questioni emerse dal dibattito: Chi sono i decisori del processo I criteri con cui devono assumersi le decisioni.
IL MODELLO ESCLUSIVO
I due assiomi del modello razionale La pianificazione è una scienza razionale. La razionalità
scientifica è garanzia della oggettività e neutralità delle scelte.
Il decisore politico persegue l’interesse generale, al di sopra delle parti.
Il modello esclusivo limita la partecipazione al processo decisionale a due sole figure: Il pianificatore, in quanto depositario del sapere scientifico,
advisor del decisore politico Il politico in quanto in grado di perseguire l’interesse
collettivo perché deputato a tale scopo dalla comunità
Il metodo esclusivo. Alcune osservazioni
Il piano agisce in funzione di un bene comune superiore contro le logiche economiche ed individuali del mercato.
Il bene comune non esiste; ogni attore del processo agisce secondo una propria logica ed un proprio interesse.
Il metodo scientifico e la conoscenza su cui si fonda il piano sono garanzia della oggettività delle scelte
La scienza non è mai neutrale e le scelte non sono dunque oggettive ma di parte
L’urbanista è un advisor, scienziato al di sopra delle parti.
L’urbanista è di parte come tutti gli attori del processo.
La razionalità è il fondamento del piano
Vi sono forme diverse di razionalità e non solo quella cognitiva
IL MODELLO INCLUSIVOLA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA
La pianificazione interattiva, è un modo di fare pianificazione che ha come obiettivo fondamentale il confronto e l’interazione fra i diversi soggetti che a qualunque titolo sono coinvolti nelle scelte derivanti dal piano stesso. Essa non definisce aprioristicamente obiettivi, ma tende a definire un percorso possibile di decisioni e successive azioni relativi a obiettivi o problemi non dati, ma scaturiti dall’interazione stessa. La sua finalità è quella di migliorare l’efficacia del piano attraverso: un miglioramento del processo decisionale
attraverso il coinvolgimento dei diversi saperi e delle esperienze di cui sono portatori i soggetti che partecipano all’interazione;
la costruzione di un consenso adeguato sulle decisioni prese, perché queste possano più efficacemente essere convertite in azioni concrete.
LA PIANIFICAZIONE INTERATTIVA
LA NEGOZIAZIONE - CONCERTAZIONE GLI ATTORI HANNO PROPRI OBIETTIVI E
DISPONGONO DI PROPRIE RISORSE
LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI COME GARANZIA CHE LA CONCERTAZIONE NON SI TRASFORMI IN COLLUSIVISMO
LA TRASPARENZA DEL PROCESSO
IL PARTENARIATO PUBBLICO - PUBBLICO
L’ALLARGAMENTO DELLO STATO ED IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO HANNO RESO INDISPENSABILE LA CONCERTAZIONE FRA I DIVERSI DECISORI PUBBLICI
L’ACCORDO DI PROGRAMMA (art. 27 legge 142 del 1990),
LA CONFERENZA DEI SERVIZI ART. 14 L. 241, “CONVOCAZIONE DELLE PARTI INTERESSATE PER ACQUISIRE I DIVERSI PARERI
IL PARTENARIATOPUBBLICO - PRIVATO CRISI DELLA FINANZA PUBBLICA E
DELLO STATO SOCIALE NECESSITA’ DI AZIONI COORDINATE
PUBBLICO - PRIVATO FINE DELLA CONTRAPPOSIZIONE
STATO - MERCATO NASCITA DEL TERZO SETTORE
PATRICK GEDDES (1854-1932)
• La città dei cittadini e quella di pietra
• L’urbanistica come scienza civica• L’esperienza di pianificatore in India• L’Outlook Tower ad Edimburgo
L’ADVOCACY PLANNING
I CONFLITTI RAZZIALI NEGLI USA ALL’INIZIO DEGLI ANNI ’60.
LE POLITICHE DI RINNOVO URBANO: URBAN RENEWAL E NEGRO REMOWAL
L’URBANISTA DI PARTE: DA ADVISOR AD ADVOCATE
PARTECIPAZIONE E LOTTA DI CLASSE NEGLI ANNI ’60 E ‘70
L’ESPERIENZA ITALIANA LE LOTTE PER LA CASA LA CONSERVAZIONE DEI
CENTRI STORICI LOTTA CONTINUA:
RIPRENDIAMOCI LA CITTA’
LE COMMUNITY DEVELOPMENT CORPORATIONS
Crisi delle politiche di urban renewal
Approccio integrato ai problemi della riqualificazione urbana
La corporation e la gestione dei fondi
LA GRAN BRETAGNA
LA CRISI ECONOMICA DEGLI ANNI ‘80
COMMUNITY DEVELOPMENT TRUSTS
CITY CHALLENGE e The three way partnership: Stato, Mercato e Comunità
I CONTRATS DE VILLE IN FRANCIA
Le ZAC (Zones ad Amenagement Concertee)
Banlieues 89 e Project de Quartier
Le ZUS (Zone urbane sensibili
I contrats de Ville
I CONTRATTI DI QUARTIERE
La partecipazione prevista dal Contratto di Quartiere è finalizzata a:· favorire una crescita del progetto medesimo attraverso
il dibattito e la discussione;· attivare le risorse provenienti dal mondo del
volontariato, della solidarietà sociale, delle organizzazioni no-profit;
· evitare comportamenti evasivi dei soggetti rispetto agli impegni sottoscritti;
· favorire l’autogestione della manutenzione urbana secondo principi di qualità ed economicità.
IL CONTRATTO DI QUARTIERE
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