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Il cambiamento demografico Rapporto-proposta sulla demografia in Italia

Manfredonia 10 Marzo 2012

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“ (…) La Chiesa può apprezzare anche la ricerca sociologica e statistica, quando si rivela utile per cogliere il contesto storico nel quale l’azione pastorale deve svolgersi e per conoscere meglio la verità (…)”

(Esortazione Familiaris Consortio, cap.5)

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Il Rapporto-proposta sulla demografia in Italia

Curato dal Comitato per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana

Per favorire un corretto percorso di consapevolezza

in merito alle dinamiche demografiche in atto e alle problematiche che ne derivano

capace di indurre (e di far condividere)l’azione

nasce

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La prima parte del Rapporto fa emergere come, dietro alle grandi trasformazioni demografiche di cui tanto si discute e di cui i dati statistici danno pienamente atto, ci sia una vera grande protagonista: la famiglia italiana. E’ infatti alla luce del cambiamento che caratterizza il ciclo di vita familiare che vanno letti e interpretati sia l’intensità che il calendario degli eventi demografici del nostro tempo.

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IMMAGINI DEL CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO 1

NEL 1971 – 54 MilioniNEL 2011 – 61 Milioni

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IL CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO2

Dalla vitalità nel movimento naturaleAll’attrazione migratoria

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IL CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO3

Più famiglie , meno componenti

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Il calo delle nascite, il dimezzamento del numero di matrimoni, l’aumento delle dissoluzioni coniugali, il ritardo nell’uscita di casa dei figli non vanno visti come fenomeni a sé stanti, bensì l’espressione di un nuovo modo di vivere l’esperienza del “formare” e del “far crescere” una famiglia tra le mille difficoltà –di ordine materiale, normativo, sociale e culturale- che si riscontrano nell’Italia di oggi.

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I NODI del CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO

1IL RICAMBIO GENERAZIONALE

DAL RINVIO delle nascite alla definitiva RINUNCIA

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Il progressivo cambiamento dei modelli di fecondità della popolazione italiana ha portato il livello di ricambio generazionale sotto la soglia dei due figli per donna da più di trenta anni (a partire dal 1977).Anche la modesta ripresa avviata dalla metà degli anni ‘90 mantiene l’indicatore sotto il valore di 1,5 (è stimato in 1,4 nel 2010).Eppure ….

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Fonte: Istat

Numero medio di figli desiderato dalle madri per generazione di appartenenza. Italia - Anno 2005

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I motivi economici incidono tra le neomadri nel non volere altri figli per il 20% (Istat, 2005). Ciò equivale a 120mila nascite che, se potessero aggiungersi alle 560mila realizzate porterebbero il totale dei nati non molto lontano dalle 750mila unità annue che potrebbero garantirci la crescita zero.

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Persino un fenomeno come l’immigrazione, tradizionalmente delegato a fornire un apporto in termini di capitale umano e di nuovi comportamenti alla società ospite, non manca di recepire i condizionamenti e gli stili di vita della popolazione autoctona. E anche nell’ambito della popolazione immigrata è il ciclo di vita della famiglia –acquisita in emigrazione o ricongiunta- che finisce con il dettare l’intensità e i tempi degli eventi demografici.

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Il contributo dell’immigrazione è importante, ma non basta a compensare le carenze degli italiani. L’adattamento ai nostri modelli è rapido (e reso necessario)

La bassa fecondità non ha nazionalità quando si condividono le ben note difficoltà nel far crescere la famiglia in un grande contesto metropolitano.

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Italia

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Accanto alla doverosa riflessione che accompagna fenomeni di grande rilevanza sociale – come la persistente presenza di una non marginale abortività legale; la realtà dei giovani adulti ancora in famiglia; il continuo allungamento della sopravvivenza- il grande tema che fa da sfondo al panorama del cambiamento demografico resta tuttavia quello dell’invecchiamento della popolazione: il sorpasso già realizzato tra nonni e nipoti e quello che si prospetta tra bisnonni e pronipoti.

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I NODI del CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO

2I GIOVANI ADULTI RESTANO IN FAMIGLIA

La difficile conquista dell’autonomia

IL 40% DEI MASCHI E IL 22% DELLE FEMMINE IN ETA’ 30-34ANNI VIVONO ANCORA IN FAMIGLIA

CIRCA LA META’ DI CHI VIVE IN FAMIGLIA “STA BENE COSI’”

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Numero di matrimoni e di primi matrimoni celebrati in Italia Anni 1952-2010

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Età media degli sposi (anni) al primo matrimonio in Italia Anni 1952-2009

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% di giovani ancora in famiglia in alcuni paesi europei

Fonte: Eurostat 2010

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ATTENZIONE MAMME !Questo piatto (…) trattiene i figli in casa

oltre il COMPIMENTO DEI 40 ANNI

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Manifesto pubblicitario nella stazione MM di Porta Venezia – Milano 14 ottobre 2011

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I NODI del CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO

3L’INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO

UNA LUNGA VITA IN UNA SOCIETA’ SEMPRE PIU’ “MATURA”

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dal sorpasso dei nonni sui nipoti … a quello dei bisnonni sui pronipoti

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Nel 1951, nell’Italia del “miracolo economico” c’erano 47,5 milioni di residenti che mediamente avevano vissuto 31,6 anni e ne avevano davanti ancora mediamente da vivere 41,7 (alle condizioni di sopravvivenza di allora)

Nell’Italia di oggi il sorpasso tra passato e futuro è già avvenuto: gli attuali 60,8 milioni di residenti hanno vissuto in media 43,7 anni e ne hanno ancora mediamente da vivere 40,2 (alle attuali condizioni di sopravvivenza)

Il 51,8% dei residenti a BARI ha oggi un’età superiore al numero di anni di vita residua attesa

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Regione Puglia

Pil Demografico dPIL

Anno 2010Totale

residenti Italiani StranieriGenerato / acquisito Migliaia di anni-vita

Contributo delle nuove generazioni (nati) 2995 2898 97Contributo flussi netti migrazioni & nuove cittadinanze 267 -256 523

Totale 3262 2642 620Consumato

Anni vissuto & anni persi per morte 4059 3976 83

Differenza -797 -1334 537

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Pil Demografico dPIL “prodotto” in alcune Città nell’anno 2010 per cittadinanza

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Quale terapia per governare il cambiamento demografico?

Rimettere al centro la famiglia econsentirle la realizzazione dei progetti di

formazione del capitale umano

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La ricettaè nel Piano Nazionale sulla Famiglia

1-equità nell’impostazione tributaria e tariffaria2-conciliazione famiglia-lavoro

3-anche come elemento di contrattazione4-politiche abitative a misura di famiglia

è altresì fondamentaleun clima culturale amichevole verso la famiglia e la

famiglia con (più) figliunitamente alla

rivisitazione dell’immagine di famiglia offerta dai media

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Se c’è consapevolezza circa la gravità della malattia,

il costo delle medicine … diventa accettabile.

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(…) Il riconoscimento del valore della vita umana deve manifestarsi anche nella generazione della vita. «L'apertura alla vita, infatti, è al centro del vero sviluppo» e una cultura che sappia apprezzare il dono dei figli e accoglierli come una benedizione sarà più capace di volgersi al futuro, guardando ad esso con fiducia. Il nostro Paese, al contrario, vive un preoccupante calo delle nascite, che mi ha spinto a parlare di «suicidio demografico»: è il suicidio di una Nazione che non guarda avanti perché ha paura del futuro; che vede aumentare rapidamente l'età media dei suoi cittadini, creando problemi di ordine economico e sociale a medio e lungo termine. Un diverso approccio alla questione demografica richiede che la famiglia, che è il luogo dove i figli sono naturalmente generati, accolti ed educati, sia promossa, difesa e sostenuta. Le politiche familiari dovranno rispondere a questa problematica, assicurando ai genitori un appoggio concreto, a partire dalla presenza più consistente di strutture e servizi che li sostengano nella crescita dei figli. (...)

(Card. Angelo Bagnasco)

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Grazie per l’attenzione