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26 ottobre / 17 novembreFucecchio (FI) - Parco Corsini

Ag.Gen. Fucecchio

divisioneFONDIARIA

EDIZIONIPOSTCART

IX edizione

www.fofu.it

fotoclubfucecchio

Photo Challenge 2013

Gian Paolo Barbieri

Letizia Battaglia

Chris Rain

Sebastian Weiss

FUCECCHIO FOTO FESTIVAL(festival internazionale di fotografia)

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Foto Club Fucecchio in collaborazione con il Comune di Fucecchio presenta la IX edizione del Fucecchio Foto Festival. Qualità, ricerca e avanguardia si confermano l’obbiettivo principale di questo evento interamente dedicato al mondo della fotografia.Il suggestivo scenario medievale del Parco Corsini farà da cornice all’ edizione 2013, caratterizzata da grandi e sorprendenti ospiti e installazioni esclusive.

Gian Paolo Barbieri, un’icona della fotografia di moda, che ha dedicato la propria ricerca alla perfezione delle forme, all’estetica e a manipolare la realtà per fabbricarne un mondo magico. Quasi mezzo secolo di scatti per un viaggio attraverso le varie tematiche affrontate dall’autore: dalla moda all’eros passando per i paesaggi esotici. Saranno esposte circa 80 immagini tra le sue più famose che ormai sono divenute vere e proprie icone della storia della fotografia: le copertine di Vogue, i corpi degli indigeni dell’equatore e nudi scultorei nati dall’incontro di erotismo e bellezza.

Letizia Battaglia, siciliana, forse la donna più importante del nostro fotogiornalismo, che ha ottenuto i più importanti riconoscimenti a livello internazionale. Per anni, con un colpo d’occhio inconfondibile, ha documentato il dolore della propria terra, le vittime e i protagonisti della Mafia, realizzando immagini che non lasciano spazio alle parole e che si fanno simbolo di libertà e giustizia. Sono fotografie in bianco e nero, crude, schiette e senza filtri, che proiettano lo spettatore in una dimensione ancora più forte della realtà.

“Le Blanc” pseudonimo di Sebastian Weiss, è un fotografo che gira il mondo immortalando strutture architettoniche, creando immagini astratte di un raffinato rigore estetico che lo hanno portato a pubblicare sulle più importanti riviste di architettura. La sua particolarità? Utilizza la fotocamera del proprio iPhone. Il FOFU lo ha scoperto e ha deciso di portarlo per la prima volta in una mostra in Italia.

Chris Rain, giovane autore nato e cresciuto a Roma, in collaborazione con Edizioni Postcart, esporrà un progetto dedicato al tema onirico e surreale dove si potranno ammirare fantastiche stampe in bianco e nero, frutto di sapienti elaborazioni analogiche d’altri tempi. Osservando le sue immagini sembra di fare un vero e proprio salto temporale e dimensionale.

Un reportage a quattro mani è il progetto vincitore del FoFu photo challenge 2013. Filippo Bardazzi e Laura Chiaroni hanno documentato le terre del “far west” e lo stato attuale dei simboli su cui si è generato il mito americano. Ne scaturisce un bel racconto dal linguaggio chiaro e al tempo stesso molto personale e coinvolgente.

Le locations delle mostre saranno come sempre all’interno del Parco Corsini: La Tinaia e il nuovo spazio espositivo Palazzo Corsini, adiacente al Museo Civico.

FOFU Phot’art 2013IX edizione - 26 ottobre / 17 novembre 2013Parco Corsini, Fucecchio (FI)

Comunedi Fucecchio

EDIZIONIPOSTCART

Ag.Gen. Fucecchio

divisioneFONDIARIA

Uff. Private Banker Fucecchio

Sezione Soci Fucecchio

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exhibitions

Gian Paolo Barbieri nasce in via Mazzini, nel centro di Milano nel 1938, in una famiglia di grossisti di tessuti. Proprio nel grande magazzino di tessuti di suo padre acquisisce delle competenze che gli saranno utili nel suo fare fotografia di moda. Come per altri grandi, Armani per esempio, è il teatro ad esercitare un potente fascino sulla fantasia, tanto da farlo iscrivere alla scuola di recitazione del Teatro Filodrammatici, tra il 1956 e il 1957.Il cinema americano degli anni ’50 costituisce una base importante per lui, i drammi di Tennesee Williams o attori come James Dean, Marlon Brando o ancora Lana Turner e Ava Gardner, donne bellissime illuminate da una luce tutta particolare che le rendeva ancora più affascinanti. Quando andava al cinema cercava di capire come queste attrici potessero risultare così belle perciò quando tornava a casa utilizzava tutto ciò che aveva in cantina per ricreare quella luce. Il cinema gli diede il senso del movimento e l’occasione di portare la moda italiana, nata su fondo bianco in pedana, in esterno, dandole un’anima diversa.Ebbe l’occasione di andare a Roma,in puro clima “dolce vita”, non potendo far parte dell’equipe di Cinecittà perché non conosceva nessuno, per lavorare, utilizzava il bagno della pensione in cui alloggiava. Durante la notte, per stampare delle foto che faceva ad aspiranti attrici e attori, 10.000 lire per 10 foto, faceva asciugare queste foto sotto il letto e la mattina le stirava sul bordo del tavolo della cucina. Si trasferì a Parigi dove incontra il fotografo di “Harper’s Bazar” Tom Kublin a cui fa da assistente per un periodo breve ma intenso, appena 20 giorni, in quanto Kublin mancò per un ictus. Affittò un appartamento, nel 1964 aprì uno studio a Milano e cominciò a lavorare nella moda, facendo campionari. Riuscì a farsi pubblicare dei servizi fotografici, nel 1963 su “Novità”, la rivista che in seguito, nel 1966 diventerà “Vogue Italia”. Allora non c’erano modelle professioniste ma ragazze che facevano le modelle e non esisteva la figura del “fashion editor” perciò doveva fare tutto da solo, inventare il setting ma anche le pettinature, il trucco, i gioielli.Nel 1968 vince il Premio Biancamano come migliore fotografo italiano e il settimanale “Stern” lo inserisce tra i quattordici migliori fotografi di moda nel panorama internazionale.Negli anni ’90 compie diversi viaggi in paradisi tropicali come Tahiti, Madagascar, Seychelles e Polinesia, da cui nascono dei meravigliosi libri fotografici in cui racconta luoghi e realtà lontane con il suo impeccabile gusto. Nonostante le foto siano in esterno e siano spesso immediate o fugaci, sono così “perfette” da sembrare fatte in studio, riesce ad unire la spontaneità di quella gente e di quei luoghi ad un’eleganza ed uno stile che lo contraddistinguono sempre.

Gian Paolo BarbieriElogio della bellezza

© Gian Paolo Barbieri

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Nel 1974, presso la Studio Morra Gallery di Napoli, Marina Abramovic, da molti riconosciuta come la più importante rappresentante della “performance art”, presenta un lavoro intitolato Rhythm 0. Nella performance in questione l’artista si rende disponibile, per un tempo di sei ore, a subire qualsiasi tipo di intervento sul suo corpo da parte del pubblico presente. Da una parte della sala c’era un tavolo su cui erano disposti 72 oggetti, tra cui forbici, coltelli, lamette, fruste, vetri e anche una pistola con un proiettile nel tamburo. Il corpo dell’artista diventa un oggetto, immobile e apparentemente insensibile, su cui intervenire con altri oggetti.A prescindere dai possibili risultati finali dell’azione (tra i quali è contemplata anche la morte) l’intento era cercare di generare un collegamento empatico tra l’artista e il pubblico. La Abramovic ha subito diverse violenze durante lo svolgersi dell’azione: i suoi vestiti sono stati fatti a pezzi, la sua pelle è stata tagliata con delle lamette e infine le è stata messa in mano la pistola, puntata alla tempia e il suo dito posto sul grilletto. Non è accaduto niente di grave.In proposito l’artista ha dichiarato: << Mostrando il dolore di fronte al pubblico che guarda io mi libero dalla paura del dolore e tento anche di liberare il pubblico dalla paura del suo proprio dolore. >> Qualcosa di simile mi sembra che abbia fatto Letizia Battaglia, quando, verso la fine degli anni ‘70, testimone di eventi che sentiva di dover denunciare, decise di liberare le sue fotografie dalla gabbia delle pagine del quotidiano, dove ogni immagine non vive che un solo giorno, per essere poi rimpiazzata da altre più fresche e dimenticata, e portarle nelle strade, nelle piazze, tra le persone direttamente coinvolte negli eventi che queste immagini raccontano. Insieme a Franco Zecchin decide di improvvisare, con le loro fotografie, delle esposizioni in luoghi pubblici, nei luoghi della quotidianità dove la mafia costantemente e impunemente agisce.Denunciando pubblicamente i crimini mafiosi si espone, come l’Abramovic nella sua performance, alla possibilità di ricevere violenza e anche di essere uccisa. Al di là della sostanziale differenza di contesto (la condizione dell’artista che agisce in una galleria d’arte, in qualche modo luogo protetto e controllato è diversa da quella della fotografa che agisce in strada, senza alcuna protezione), l’analogia mi appare evidente e la dichiarazione dell’artista serba sembrerebbe valida anche per le azioni compiute da Letizia.Le mostre nelle piazze, con le fotografie degli omicidi di mafia, sono una sfida e un rischio: un gioco con la morte. Letizia cerca di vincere la propria paura, condividendola con il pubblico, sperando che anch’esso possa essere in grado di superarla e schierarsi dalla parte della giustizia.Se la semplice informazione di cronaca rischiava di diventare, per assurdo, uno strumento utile alla mafia, in quanto veicolo del messaggio di intimidazione che quest’ultima, attraverso l’omicidio intendeva trasmettere, la condivisione sociale in spazi pubblici di tali testimonianze costringe le persone che assistono al confronto e alla riflessione comune, combattendo l’indifferenza del singolo, che finge di non sapere e tentando di stimolare in quest’ultimo una sana presa di coscienza.Se vogliamo apprezzare fino in fondo il lavoro di Letizia Battaglia dobbiamo comprendere questo e imparare a guardare al suo lavoro non soltanto come un prodotto visivo, ma come la testimonianza di un impegno civile appassionato, che ha trovato nell’azione, più che nell’immagine bidimensionale, la sua forma espressiva più efficace.Alessio Anastasi

Letizia BattagliaFotografie 1974 - 1993

© Letizia Battaglia

exhibitions

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L’arte di Chris Rain, classe 1984, non è conforme alle regole, alle aspettative. E non è soggetta a categorizzazione.Vietato vederci citazioni gotiche o vittoriane: lui non ha alcun tipo di riferimento. C’è del narcisismo ideologico nell’ascoltare solo la propria mente. Dice di se stesso: “Mi dà fastidio che qualcuno mi insegni qualcosa, amo avere la mente libera. Sono un autodidatta, la mia esperienza è frutto di prove, le basi le ho apprese da internet; quando ti intestardisci, non ci sono limiti a ciò che puoi realizzare.In fondo, sono processi semplici. Tuttavia, nelle mie foto si potrebbero trovare tanti errori. Paradossalmente, gli effetti che poi ho ripetuto vengono proprio da errori fatti in camera oscura all’inizio: luce entrata per sbaglio, graffi sui negativi. Poi, invece, ho esasperato questi procedimenti. Conosco i miei limiti, ma quando uno fa le cose a modo suo, il risultato finale rispecchia la personalità dell’autore: sono foto che nessun altro potrebbe replicare”.

I am the snow - “Facendo una rassegna tra sfumature e applicazioni che elevano l’ atto di fotografare a pura espressione dell’ inconscio, non si può negare quanto sia forte il potere evocativo di un immagine capace di ricapultare il suo spettatore in un qualche angolo ancestrale del proprio passato. Forse sembrerà banale parlare di album dei ricordi, eppure questa serie altro non è che una rivisitazione tautologica di ogni cosa io riesca a ricordare. Il formato stesso e numero delle foto vogliono ricreare una sorta di reticolo di una carta geografica, seguire le direttive di meridiani e paralleli per raggiungere tesori dimenticati e inaccessibili; tutte quelle stelle e macchie bianche invece sono come le ceneri di un urna che svuotai in mare, e il vento le ha sparse nei luoghi più significativi della memoria. Le barche affondano, il molo di un porto, la visione prospettica del mare e dei suoi odori; si sgretolano come polvere la città e le sue infrastrutture esistenziali; tutti questi resti sono sospesi in aria e poi ricadono su una distesa circolare di neve, dove piccole figure umane si inseguono, lasciano tracce e poi le cancellano, ma pur sempre sicure di poter superare incolumi onde in grado di paralizzare il cielo e risucchiare l’ orizzonte.”

Chris RainI am the snow

exhibitions

© Chris Rain

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Sebastian Weiss è nato nel 1971 ed è cresciuto sul Mar BalticoHa studiato ingegneria alla Technical Univerisity of Dresden. Durante i suoi studi all’istituto di business elettronico della University of the Arts (UdK) a Berlino si focalizzò sulla tecnologia e sul design.

Iniziò la sua carriera nel 1994 come designer in una delle prime agenzie mulitmediali in Germania. Dopodiché, iniziò a lavorare per molte agenzie di design e pubblicità come la BBDO e Jung von Matt und frog design.Sotto il nome di Le Blanc, Sebastian sta documentando strutture e forme urbane. Nelle sue immagini isola strutture complesse dal loro contesto e le converte in semplici ma bellissime composizioni.È affascinato dall’estetica di una costruzione e dai suoi dettagli. La sua fotografia è una simbiosi di design, tecnologia e passione. Le foto sono create con un iPhone o una vecchia fotocamera Panasonic e scattate in ambienti urbani come Berlino, Amburgo, Helsinki, San Francisco, Quito, Barcellona, Reykjavík, Toulouse o Phnom Penh.

Dal Settembre 2013, Sebastian è fotografo per AD Architectural Digest Germany. Le sue immagini sono state selezionate nel “Best of Germany 2013” annuale di AD Architectural Digest. Sebastian Weiss vive e lavora ad Amburgo.

www.le-blanc.com

Sebastian Weiss “Le Blanc”Concrete

exhibitions

©Sebastian Weiss

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Progetto Vincitore FoFu Photo Challenge 2013

Il West americano è stato a lungo meta di avventurieri solitari, di pionieri per vocazione o per necessità che vedevano nei territori inesplorati oltre la frontiera un reale approdo verso gloria e libertà. È questo inedito incontro della civiltà con un ambiente selvaggio e monumentale, ma capace di essere anche inospitale e violento, a sancire la nascita dell’uomo americano: una tesi che trova la sua prima formulazione con lo storico Frederick Jackson Turner in The Significance of the Frontier in American History.

Indubitabile è l’importanza che la “conquista” del West ha avuto non solo nella definizione della geografia degli Stati Uniti d’America, ma anche nella creazione di un’epica e di una cultura di riferimento, a conclusione di una fase storica dinamica e irruenta. Nello stesso momento in cui la frontiera venne ufficialmente chiusa, cominciò la rappresentazione di essa all’interno di un genere nuovo ed estremamente popolare, che contribuì a trasformare il West in un luogo anzitutto mentale e i suoi elementi reali in simboli fondativi per l’intera nazione. Non è certo un caso che l’epopea western abbia registrato il periodo di massimo splendore in contemporanea all’affermazione degli Stati Uniti come potenza dominante del ventesimo secolo.

Oggi nuovi equilibri geopolitici costringono a un generale ripensamento di questa egemonia economica e culturale.Riteniamo importante intraprendere adesso, sul finire dell’epoca americana, un viaggio di ricognizione sullo stato dei suoi simboli, là dove essi hanno avuto origine: un territorio profondamente plasmato dal e sul mito, che lo ha come condannato alla costante ripetizione di se stesso.

Le immagini che qui presentiamo sono state scattate nello stato del Colorado, prima tappa di un più ampio lavoro dedicato al West e ai suoi abitanti, al quale destineremo la nostra ricerca e il nostro impegno anche nel prossimo futuro.

Filippo Bardazzi - Laura ChiaroniStanding Still

exhibitions

©Bardazzi -Chiaroni

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Dal 8 al 10 Novembre 2013

È un corso intensivo nel quale vengono suggeriti, attraverso la storia della Street Photography e la conoscenza dei grandi fotografi che l’hanno fatta, nuovi stimoli per chi attraversa un fase di stanca del proprio fotografare. Ponendo l’attenzione a quello che si fotografa e imparando a essere più selettivi, si avrà modo di individuare più chiaramente il proprio percorso fotografico, per chi è alla ricerca di uno stile personale in fotografia.

Questo corso vi farà appassionare ancora di più a questa bellissima arte quale è la Fotografia.

Il corso sarà così strutturato:venerdì, dalle 21.00 alle 23.00sabato, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00domenica, dalle 9,00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00

Gli interessati sono invitati a contattare per ulteriori informazioni o per prenotazioni:

[email protected]

Mignon - Real life photographyWorkshop di street photography

workshop

mignonreal life photography

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[email protected] 87676710571 203490571 261740

Opening:Sabato 26 Ottobre 2013 ore 17.00Parco Corsini - Fucecchio (Fi)

Orari:dal Mercoledì al Venerdì 21.00 - 24.00Sabato Domenica e 1°Nov 15.00 - 24.00

Ingresso:Intero 6€ Ridotto 4€ (soci Coop escluso Sabato e Festivi)Omaggio per <12 anni

Come arrivare:Dalla s.g.c. FI-PI-LI uscire a San Miniato e segure per Fucecchio. Poi seguire indicazioni per Complesso Parco CorsiniDall’autostrada A11 uscire ad Altopascio e segure per Fucecchio. Poi seguire indicazioni per Complesso Parco CorsiniIn treno, stazione S.Miniato-Fucecchio. Prendere Autobus per Fucecchio e fermarsi in P.zza La Vergine o via C. Battisti o P.zza XX Settembre e seguire indicazioni per Complesso Parco Corsini

Parcheggi: P.zza La Vergine - P.zza Toscanini - P.zza XX Settembre. Il Parco Corsini è nel centro storico, ovvero la parte più alta del paese.

Informazioni

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Il Parco Corsini è un complesso situato nel centro storico del paese, nella parte più alta.E’ composto di varie strutture non tutte connesse tra loro.

Le mostre si svolgono in due di esse: La Tinaia e il Palazzo Corsini che distano tra loro poche decine di metri.

Il biglietto è unico e può essere fatto in entrambe le sedi.

LA TINAIASalendo dal parcheggio che si affaccia su Piazza La Vergine si percorre la via sterrata con i cipressi e costeggiando le mura antiche si accede ad una struttura con due cancelli. Si oltrepassa quello di destra e si percorre l’aia fino all’ingresso della Tinaia.

All’interno:Gian Paolo Barbieri / Elogio della bellezzaFoFu Photo Challenge: installazione finalistiBiglietteria - Punto InformazioniBookshop

PALAZZO CORSINIDa Piazza Vittorio Veneto (ex Piazza dei Caduti) si percorre la rampa che porta al museo civico. Entrando nel piccolo cancello sulla sinistra si accede ad un cortile. L’entrata del Palazzo Corsini è sul lato sinistro.

All’interno:Letizia Battaglia/ Fotografie 1974 - 1993Chris Rain / I am the snowSebastian Weiss / ConcreteF. Bardazzi - L. Chiaroni / Standing StillBiglietteria - Punto InformazioniBookshop

La Location: Cosa e Dove.

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Dove Dormire:

Agriturismo Le Colombaievia dello Stillo 450054 Loc. Massarella - Fucecchio (FI)Tel: 0571 249014www.lecolombaie.com

Hotel La CampagnolaViale Cristoforo Colombo 14450054 Fucecchio (FI)Tel: 0571 260786

Agriturismo Fattoria MontelloriVia Pistoiese 550054 Fucecchio (FI)Tel 0571 260641

Hotel San Miniatovia Aldo Moro 256027 San Miniato (PI)Tel: 0571 418904www.hotelsanminiato.com

Dove Mangiare:

Agriturismo Fattoria MontelloriVia Pistoiese 550054 Fucecchio (FI)Tel 0571 260641

La Pentolacciavia Pistoiese 450054 Fucecchio (FI)Tel: 0571 242356

Enoteca “Al Cipresso”via 1° Settembre 4350054 Fucecchio (FI)Tel: 0571 22541www.alcipresso.it

Link Utili:

Comune di FucecchioP.zza Amendola 1750054 Fucecchio (FI)Tel: 0571 268206/268250www.comune.fucecchio.fi.it

Biblioteca ComunalePiazza Vittorio Veneto 26Tel: 0571 20349

Foto Club Fucecchiovia Donateschi50054 Fucecchio (FI)Tel: 347 7255818 339 8880503www.fotoclubfucecchio.it

Strutture di Accoglienza e Servizi