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Forze e campi magnetici (introduzione)

Circa 3000 anni fa in una regione chiamata Magnesia si scoprirono delle strane

pietre (ora detta magnetite: Fe3O4 ) che attraevano altre pietre simili ed anche il

ferro.

Queste pietre ( le comuni calamite) sono magneti

permanenti, essi contengono materiali detti

ferromagnetici che si magnetizzano in presenza di un

altro magnete e che mantengono le loro proprietà

magnetiche anche dopo che il magnete esterno è

stato rimosso.

Altri tipi comuni di magneti non sono magneti permanenti, ma sono

elettromagneti. (per esempio i grandi magneti degli

Sfasciacarrozze o i magneti che usano per i macchinari

delle risonanze magnetiche)

Si possono ottenere effetti magnetici transitori

mediante correnti elettriche (un avvolgimento di filo

conduttore diventa “magnetico” quando percorso da

corrente)

La Terra stessa è un magnete

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Introduzione(2)

I magneti presentano due poli detti NORD (N) e SUD (S) che esercitano forze l’uno sull’altro

in maniera analoga a quanto avviene con le cariche elettriche

Poli uguali si respingono (N-N o S-S ) poli opposti si attraggono (N-S)

Il nome dei poli deriva dal comportamento di un magnete sotto l’azione del campo magnetico

terrestre:

Se una sbarretta magnetizzata (bussola) viene sospesa in modo da poter ruotare su un piano

orizzontale essa ruoterà in modo da posizionarsi con il suo polo nord allineato con il polo nord

geografico della Terra (polo sud magnetico)

A differenza delle cariche elettriche non esistono Poli

magnetici isolati, o almeno non esistono in natura

(ultime novità: da un articolo sul Nature di febbraio

2014 sembra che nell’Amherst College (USA) due

Scienziati abbiano creato in laboratorio un

monopolo magnetico utilizzando degli atomi di rubidio

immersi in un campo magnetico complesso a temperature

dell’ordine di 10-10 K )

In natura i poli magnetici vanno sempre in coppia

Se si divide un magnete in due metà ognuna delle

due metà presenterà un polo nord ed un polo sud

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Campo Magnetico

Abbiamo visto che una carica elettrica stazionaria genera un campo elettrico

nello spazio circostante

Una carica elettrica in movimento genera anche un campo magnetico.

I campi magnetici circondano anche qualsiasi oggetto magnetizzato

Il campo magnetico in un punto dello spazio è un vettore e la sua direzione e

verso sono quelli in cui si posiziona l’ago di una bussola

posta in quel punto.

Come per il campo elettrico si può dare una rappresentazione

grafica del campo magnetico mediante le sue linee di campo

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Come per il campo elettrico, anche il campo magnetico può essere quantificato attraverso

la sua azione su una particella prova.

Definiamo forza magnetica sulla particella carica q in un punto P la forza con cui il

campo magnetico agisce sulla particella in quel punto.

Si trova che:

se la particella di carica q si muove parallelamente al campo magnetico essa

continua a muoversi indisturbata lungo quella direzione ( è nulla)

Se sono rispettivamente la velocità della particella ed il vettore campo

magnetico, ed essi formano un angolo tra loro, la forza risulta perpendicolare sia

a ( è diretta perpendicolarmente al piano individuato dalla velocità e dal

campo magnetico)

Il verso della forza dipende se la carica è positiva o negativa

(versi opposti nelle due condizioni).

Quanto detto si può riassumere con la seguente formula:

Campo magnetico e Forza magnetica

BF

sin , v, , BBBB FBFFqF

B e v

BF

B a che v

Bvq

BFProdotto vettoriale

BF

BF

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La forza con cui un campo magnetico agisce su una

particella con carica q che possiede una velocità è un vettore

che ha modulo pari a:

dove è l’angolo tra il campo magnetico e la velocità

è nulla quando =0 (quando q si muove parallelamente alle linee del campo magnetico)

ha modulo massimo quando =90° (quando q ha velocità al campo magnetico)

La direzione di è parallela a quella del vettore che (per definizione di prodotto

vettoriale) è perpendicolare al piano identificato dai due vettori.

Il verso di è dato dalla regola della mano destra:

• è lungo le dita della mano

• è uscente dal palmo

• è diretta come il pollice (se q è positiva)

Forza Magnetica

Bvq

BF

L’equazione analoga a quella della forza elettrica può essere considerata

la definizione operativa del campo magnetico in un punto dello spazio.

L’unità di misura del campo magnetico nel S.I. è il tesla (T) :

Eq

EFBvq

BF

mA

N

mC

sNT

111

vB

BF

sin vBqBF

BF

Bv

BF

v

B

BF

BF

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Differenze tra Forze elettriche e forze magnetiche (agenti su particelle cariche)

agisce su una carica indipendentemente dalla sua velocità

agisce solo su cariche in movimento ed è proporzionale alla velocità della particella stessa

compie lavoro spostando una carica

non compie mai lavoro spostando una carica poiché la forza è sempre perpendicolare alla

velocità e quindi allo spostamento e quindi il lavoro è nullo:

BF

EF

B

E

a sempre

a // sempre

B

E

F

F

B

E

F

F

0v

0

dtFsdFdL BB

EqFE

Bv//Bv

BB FqF

Vettore entrante Vettore uscente

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Esempio:Moto di una carica in un campo magnetico uniforme (1) Consideriamo una carica positiva che si muove all’interno di un campo magnetico uniforme quando la

velocità iniziale della particella sia al campo.

Assumiamo che la direzione del campo sia entrante nel muro.

La particella si muoverà su una traiettoria circolare su un piano

perpendicolare al campo.

Questo perché:

costantev

,vBv

BqF

BFFqF

B

BBB

FB, man mano che modifica la traiettoria di v ( ma non il suo modulo), cambia anche la sua traiettoria in

modo da rimanere sempre perpendicolare a v stessa

FB, punta quindi sempre verso il centro della circonferenza (forza centripeta) ed il moto è un moto circolare

uniforme

Il moto è in senso antiorario se q è positiva (come in figura) o orario se q ha segno negativo

Determiniamo il raggio di curvatura: mav BqFB2° legge di Newton

Bqma vr

vm

2

qB

mv

qvB

vm

2

rqB

mvr

Raggio di curvatura:

r mv (quantità di moto della

particella)

r inversamente proporzionale a q ed

all’intensità del campo magnetico B Determiniamo la velocità angolare ed il periodo del moto:

qBmr v

vv

m

qB Velocità angolare

della particella qB

mT

22

Periodo di rotazione

della particella

NB: la velocità angolare ed il periodo T non dipendono né da v né dal raggio del’orbita

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Esempio:Moto di una carica in un campo magnetico uniforme (2)

Cosa succede nel caso in cui una particella carica entra in un campo magnetico con una

velocità non perpendicolare al campo B ?

La sua traiettoria sarà elicoidale con asse paralleo a x (moto tridimensionale costituito da un moto circolare

uniforme + un moto rettilineo uniforme nella direzione perpendicolare al piano di rotazione)

0a 0 x lungo x BxFB

Lungo x ho un moto rettilineo

uniforme con velocità vx

Piano yz : BqF

v

Le componenti vy e vz variano nel tempo

in modo da disegnare una circonferenza

sul piano yz (proiezione del moto su tale

piano)

Se si considerano le componenti di v rispetto al campo B (v// e v) si possono ricavare

il raggio di curvatura, la velocità angolare ed il periodo associati al moto circolare in

analogia con quanto visto nel caso di v a B, semplicemente sostituendo a v v

qB

mvrm

qB

r

v

qB

mT

2

22

x//

v

vv

zy vv

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Una carica che si muove con velocità in un campo elettrico ed in un campo magnetico subisce una

forza elettrica ed una forza magnetica che si combinano a dare una forza risultante (detta forza di

Lorentz):

Sull’azione di questa forza si basano numerosi strumenti realizzati per:

Accelerare particelle cariche ( acceleratori di elettroni/protoni, collider)

Discriminare gli ioni in funzione del rapporto massa/carica (spettrometri di massa)

Realizzare fasci monocromatici di e- (aventi tutti la stessa energia cinetica e quindi la stessa velocità)

Moto di particelle cariche in un campo magnetico

Bvq

EqF

Esempio: Selettore di velocità (strumento che seleziona particelle cariche con una determinata v):

Consideriamo un campo elettrico uniforme rivolto verticalmente verso il basso ed un campo magnetico

perpendicolare ad esso entrante nel muro ( ) ed una sorgente di particelle cariche ( per esempio positive)

emesse con velocità diverse

Le particelle cariche emesse dalla sorgente S che entrano

nella regione di campo subiranno:

una forza magnetica rivolta verso l’alto

una forza elettrica rivolta verso il basso

Per selezionare le particelle con una certa velocità v0

desiderata, bisogna scegliere B ed E in modo tale che

S

Le particelle con velocità v0 si muoveranno quindi di moto rettilineo uniforme attraverso la regione di campo.

Le particelle con velocità v> v0 verranno deviate verso l’alto (vB>E) e quelle con velocità v<v0 saranno invece

deviate verso il basso.

Un semplice schermo con un foro in corrispondenza della traiettoria rettilinea dalla sorgente permetterà la

fuoriuscita delle sole particelle con velocità v0

B

Ev0 Bqv0qE Bv0E

v E

B

EF

BF

Forza di Lorentz

0Bqv)v( 00 qEF

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Moto di particelle cariche in un campo magnetico(2)

Spettrometro di massa: Strumento per discriminare gli ioni in funzione del loro rapporto m/q

Un fascio di ioni ( di varia natura e velocità) passa prima attraverso un selettore di velocità. Gli ioni che

attraversano il selettore ( e che quindi hanno tutti la stessa velocità) entrano in una regione in cui è presente

un campo magnetico uniforme B0 ( nessun campo elettrico) con stessa direzione del campo utilizzato per il

selettore (vB0).

Gli ioni entrando in questa regione risentono della forza magnetica perpendicolare a v e a B0

che fa compiere alla particella una traiettoria circolare di raggio r sul piano definito da F e v.

Se q>0 la traiettoria è verso l’alto

Se q<0 la traiettoria è verso il basso

Viene posto un rivelatore di particelle (sensibile alla posizione)

lungo un piano parallelo a B0 e perpendicolare a v,

Gli ioni, dopo aver compiuto una semicirconferenza, colpiscono un

punto P del rivelatore => si determina il valore r dalla posizione

segnalata dal rivelatore

Sappiamo che se m,v e q sono la massa la velocità e la carica di uno

ione, il raggio di curvatura nel campo B0 sarà:

Si avrà quindi che il rapporto m/q sarà:

Il rapporto si può quindi determinare misurano il raggio di curvatura note le intensità dei

campi B0,Bin, E

0Bvq

F

0qB

mvr

rE

BBr in00

v

B

q

m

ErBBq in0m

Esempio: Misura delle masse degli isotopi di uno stesso ione ( q è uguale per tutti)

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Esempio : camera a bolle

Traiettorie a forma di spirale di un elettrone (a sinistra) e un positrone (a destra) in una camera a bolle.

Il mezzo sensibile di questo rivelatore di particelle è costituito da un liquido ad una temperatura

prossima al suo punto di ebollizione.

Il passaggio di una particella ionizzante attraverso il liquido è evidenziato dalla scia di bolle prodotte nel

liquido lungo la traiettoria.

Perpendicolarmente al piano del foglio e uscente da questo è disposto un campo magnetico che determina

il percorso circolare delle particelle e consente di stabilirne la carica;

la forma delle traiettorie è in effetti a spirale in quanto durante il loro percorso le particelle perdono

energia cinetica negli urti col mezzo => la velocità diminuisce => il raggio di curvatura delle traiettorie (

essendo r v) tende a ridursi.

Il positrone e l’elettrone sono stati creati in coppia dal decadimento di un fotone proveniente dal basso,

invisibile perché, essendo privo di carica, non produce bolle nel liquido.

B

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Forza magnetica che agisce su una corrente Una carica che si muove liberamente in un campo magnetico è soggetta alla forza magnetica

che ne devia la traiettoria fin quando la carica stessa non lascia la regione di campo magnetico.

Cosa succede se la carica è confinata in una regione ( come nel caso di un elettrone confinato a muoversi

lungo un filo conduttore che trasporta corrente)?

Bvq

F

Poiché ogni carica all’interno del filo risente della forza magnetica, un filo percorso da corrente

sarà soggetto a questa forza.

Adattiamo la forza di Lorentz ad un filo percorso da corrente

Consideriamo un filo conduttore di lunghezza l e sezione A in cui scorra una corrente I immerso in un

campo magnetico esterno uniforme .

Se trascuriamo il moto disordinato degli elettroni e consideriamo solo la velocità di deriva ,

la forza magnetica che agisce su ogni carica q è:

B

Bvq d

BF

dv

La forza totale agente sul filo è data dalla FB moltiplicata per il numero di portatori di

carica contenuti all’interno del filo conduttore

Ricordando che I= nAqv si ottiene:

BFNF

BIBv

nAqF BI

F

BvqnA d

BˆqvnA d

BnAqvd

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Forza magnetica che agisce su una corrente(2)

Forza magnetica totale dovuta alla presenza di un campo magnetico uniforme agente su un filo conduttore rettilineo di lunghezza l in cui scorre una corrente I

Se però il filo non è rettilineo, questa formula non è valida.

Bisogna considerare degli elementi di lunghezza del filo rettilinei

La forza magnetica dovuta alla presenza di un campo magnetico uniforme B agente su un

elemento infinitesimo di filo conduttore è:

BId

Fd

b

a

BdI

FdF

Forza magnetica dovuta alla

presenza di un campo magnetico

uniforme B agente su un filo di

forma generica con estremi a e b

in cui circola una corrente I

d

B

B

BI

F

d

d

a

b

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Legge di Biot-Savart Abbiamo studiato l’azione di un campo magnetico sulle cariche in movimento

Vediamo ora come una corrente possa essere una sorgente di campo magnetico

All’inizio del XIX secolo il fisico danese Orsted notò che l’ago di una bussola posta vicino ad un filo conduttore

si muoveva non appena nel filo passava della corrente.

La scoperta casuale portò i fisici Biot e Savart a studiare il fenomeno ed ad estrarre una relazione

fondamentale tra carica in movimento e campo magnetico nota come “Legge di Biot-Savart”.

Tale legge afferma che:

Il campo magnetico in un punto P dello spazio, prodotto dall’elemento di corrente infinitesima di

lunghezza ha le seguenti proprietà:

dove (vettore avente direzione della corrente)

ed è il versore congiungente l’elemento di corrente infinitesimo

al punto P

dB1/r2 dove r è la distanza tra l’elemento infinitesimo ed il punto P

dB I e dB

dB sin dove è l’angolo tra e

2mr

rdkBd

I

Bd

d

rBd dBd

d

dr

d

r

d

con AmT /104

k 70m

0 = permeabilità magnetica del vuoto

0 = 4∙10-7 Tm/A

Legge di Biot-Savart

NB: la permeabilità magnetica misura la tendenza di una regione o di un materiale a dar luogo

ad un campo magnetico in risposta ad un altro campo generante

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Legge di Biot-Savart

2mr

rdkBd

iLegge di Biot-Savart

La legge di Biot Savart si riferisce ad un campo magnetico in un punto generato da un elemento infinitesimo

di corrente =>

Per ottenere il campo totale si devono sommare tutti i contributi dovuti ad ogni tratto di corrente

infinitesima:

.

2

0

.

2mr

rd

4r

rdkBdB

corrcorrcorrente

II

Confronto con l’equazione del campo elettrico Q

rr

dqE ˆ

4

12

0

Sia la legge di Biort-Savart che quella di Coulomb dipendono dalle costanti fisiche associate al campo:

•0 per il campo elettrico

•0 per il campo magnetico

Entrambe dipendono dall’elemento di carica che dà luogo al campo:

•Una carica infinitesima dq in quiete per il campo elettrico

•Un elemento infinitesimo di corrente per il campo magnetico

Entrambi sono inversamente proporzionali a 4r2

dI

Similitudini

Differenze

Ledirezioni dei due campi sono differenti:

•Il campo elettrico punta verso la carica o fuori da essa (direzione radiale)

•Il campo magnetico è perpendicolare sia alla direzione della corrente che alla direzione congiungente

l’elemento di corrente con il punto in cui si determina il campo(direzione radiale)

Sorgenti diverse:

•Il campo elettrico può essere prodotto da una singola carica o da una distribuzione di cariche

• Il campo magnetico può essere prodotto solo da una distribuzione di corrente

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Utilizziamo la legge di Biot-Savart per determinare intensità direzione e verso di un campo

magnetico in un punto posto ad una distanza y lungo l’asse per il centro di una spira percorsa da corrente.

Consideriamo una spira di raggio R in cui scorre una corrente stazionaria I e calcoliamo il campo magnetico

nel punto P distante x dal centro della spira.

Considerazioni:

• tutti gli elementi della spira si trovano alla stessa distanza r da P

•L’elemento di campo generato dall’elemento di corrente ha modulo:

•ed è perpendicolare al piano definito da

•Solo la componente porta contributo alla somma finale poiché le componenti

si elidono a coppia (per simmetria)

Campo magnetico sull’asse di una spira circolare

d

rd

22 xRr

B

d

d

2m2mr

dk

r

ˆdkdB

IrI

r e d

yBd

yBd

Bd

Bd

xBd

yBd

iBjBiBB xyx

cosBBBx dd x

d

R

cos

4B

22

0x

x

I

22coscos

xR

R

r

RrR

i

2B

2322

2

0

xR

IR

Campo magnetico generato da una

spira di corrente I di raggio R in un

punto sull’asse della spira ad una

distanza x dal centro della spira stessa

Per x=0 i2

B 0

R

I

Rd 2

22mR

dk

x

I

d

R

cosk

22mx

I

R

x

IR

2

R42322

0

2322

2

0

R2 x

IR

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Questa equazione descrive il campo magnetico generato da una

spira percorsa da una corrente I lungo l’asse perpendicolare della spira.

Questa espressione assomiglia molto al campo elettrico generato da un dipolo elettrico, infatti:

Definiamo il vettore momento magnetico: con rappresentate il vettore superficie

=> dove A = R2 è la superficie delimitata dalla spira

Il verso di (e quindi del momento di dipolo) si ottiene con la regola della mano destra:

le dita lungo la direzione della corrente I il pollice indica il verso di

Nel nostro caso e se consideriamo il caso in cui x>>R =>

Possiamo riscrivere quindi il campo magnetico come:

Molto simile all’espressione trovata per un campo elettrico in un punto molto lontano sull’asse

di un dipolo elettrico:

dove è il momento

di dipolo elettrico

La spira percorsa da corrente è a tutti gli effetti un dipolo magnetico

Osservazioni

i

2B

2322

2

0

xR

IR

3

0

2

4

1

z

pE

AI

A

nAA ˆ

in ˆˆ

n4

2B

232

2

0

x

RI

222 xxR

3

0 2

4 x

dqp

3

0 2

4B

x

A

A

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Osservazioni(2)

Il campo magnetico terrestre assomiglia al campo magnetico di un dipolo con asse del campo inclinato di 11°

rispetto all’asse di rotazione terrestre

La terra NON è un magnete permanente

Le sostanze ferromagnetiche perdono le loro caratteristiche magnetiche

quando vengono scaldate intorno agli 800 °C

Il nucleo della terra è a temperature molto superiori (da 3000 °C a 5400 °C)

Si ritiene che il campo magnetico della terra sia dovuto alla rotazione del

nucleo liquido terrestre che forza le cariche a muoversi lungo percorsi

circolari dando luogo ad un campo magnetico dipolare

Il campo magnetico terrestre (magnetosfera) funziona come uno scudo,

schermando la Terra dall'impatto diretto delle particelle cariche

provenienti dal Sole che compongono il vento solare.

La maggior parte di queste particelle "scivolano" lungo il bordo esterno della magnetosfera e passano oltre la

Terra.

Una parte del vento solare può però penetrare dentro la magnetosfera ed interagire con la ionosfera

terrestre, dando luogo, in tal modo, al fenomeno delle aurore boleari ed aurore australi.

Più di 109 particelle ad alta energia vengono emesse dal Sole ogni secondo. Se i “venti solari” non fossero

deflessi dal campo magnetico terrestre questi sarebbero in grado di “strappare via” l’atmosfera terrestre.

La presenza del campo dipolare terrestre è sfruttata da molti organismi viventi:

Oltre ai batteri, anche animali come i piccioni, le api e le tartarughe marine utilizzano una sorta di “bussola

Interna” per orientarsi

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I

?B P

Consideriamo un filo rettilineo percorso da una corrente I, andiamo a calcolare il campo magnetico in punto

P a distanza d dal filo

Consideriamo tutte le variabili della legge di Biot-Savart:

Il campo nel punto P

L’elemento I di corrente

La distanza r dell’elemento di corrente I dal punto P

Consideriamo anche la distanza lungo il filo

Il versore unitario

L’angolo tra il versore e l’elemento

Il prodotto vettoriale dipende da :

La direzione dell’elemento di campo è sempre perpendicolare al piano definito dai due vettori

Il verso è definito dalla regola della mano destra: pollice puntato lungo il verso della corrente, la mano si

chiude nel verso delle linee di campo => nel punto P il campo esce dal muro

Campo magnetico generato da una filo rettilineo percorso da corrente

d

B

.

2mr

rdkBdB

corrcorrente

I

d

d

d

r

rr

rd

r

d

sin drd

Bd

Vero per ogni elemento

d

.

2mr

rdkBdB

corrcorrente

I

.

2mr

sindkB

corr

I Dove , r e variano

Per risolvere l’integrale è

necessario esprimere due

delle variabili in funzione

della terza Dalla figura si vede che:

22

sinrsind

dr

r

d

22

22sin

dr

d

d

.

2mr

sindkB

corr

I

Integrando per sostituzione:

d

ddz

dz

232222

2

1

222mkB

ddId

dd

r

sind232222222

d

d

dd

d

dk

2322m

d

Id

2322m

dk

dId

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2kkk

kB mm

2

m

222m

d

I

d

I

d

I

ddId

Campo magnetico generato da una filo rettilineo percorso da corrente

4k 0

m d

I

2B 0

Il campo magnetico generato da un filo rettilineo percorso da corrente ha linee di forza che

si avvolgono intorno al filo su un piano perpendicolare al filo stesso.

Il verso è quello definito dalla regola della mano destra

L’intensità del campo è direttamente proporzionale alla corrente I ed inversamente

proporzionale alla distanza dal filo ed è data da:

d

I

2B 0

dB

I

1

B

d

I

2B 0

d

I

Filo visto in sezione

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Campo magnetico e corrente: legge di Ampere

Abbiamo visto nel caso di campi elettrici, soprattutto in presenza di simmetrie, la determinazione del campo

elettrico in un punto dello spazio risulta spesso più semplice se si applica il teorema di Gauss piuttosto che la

legge di Coulomb.

Il teorema di Gauss mette in relazione il flusso di un campo elettrico attraverso una superficie chiusa con la

carica in essa contenuta.

Una relazione analoga esiste anche nel caso di campo magnetico.

Consideriamo un filo di lunghezza indefinita percorso da una corrente I.

Abbiamo visto che esso produce un campo magnetico con le linee di forza che giacciono su piani

perpendicolari al filo e costituite da circonferenze concentriche ( mettendo una serie di bussole

intorno al filo, gli aghi si dispongono in posizione tangente alla circonferenza centrata nel filo e passante per

il centro dell’ago)

Per questioni di simmetria il campo magnetico ha la stessa intensità su tutti i punti che giacciono su una

stessa circonferenza concentrica al filo

Tramite il teorema di Biot-Savart abbiamo visto che l’intensità di B è data dall’equazione:

Cerchiamo ora di ricavare per il campo magnetico una relazione simile a quella del teorema di Gauss .

Sia un elemento infinitesimo del percorso circolare lungo una linea del campo ( a distanza r dal filo) e

consideriamo il prodotto scalare .

Poiché i due vettori sono paralleli si ha

Per simmetria B è costante lungo tutta la circonferenza

Se consideriamo la somma dei prodotti scalari lungo tutto il percorso circolare si ha quindi:

s

dB s

d

dssd BB

circ.

BB dssdnzacirconfere

r

IB

2

0

Isdnzacirconfere

0B

0chiusa sup.

inE

qAdE

r2B Irr

I0

0 22

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Campo magnetico e corrente: legge di Ampere (2)

Abbiamo quindi trovato che, per un filo rettilineo, l’integrale di linea

è pari al prodotto della permeabilità magnetica con l’intensità della corrente

circolante nel filo.

Questo risultato è in realtà un risultato generale , valido per tutti i conduttori in

cui circoli corrente continua.

Tale risultato porta alla formulazione della legge di Ampere (analogo magnetico

del teorema di Gauss):

Teorema di Ampere:

La circuitazione del campo magnetico (cioè l'integrale lungo una linea

chiusa del campo magnetico) è uguale alla somma delle correnti

elettriche ad essa concatenate (cioè che attraversano una superficie

racchiusa nella linea chiusa.

Isd 0B

sd

B

NB: la circuitazione ed il flusso sono le grandezze che meglio definiscono un campo

vettoriale

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Campo magnetico generato da un solenoide

Solenoide: avvolgimento elicoidale di un filo.

Le proprietà di un solenoide sono:

Lunghezza : L

Diametro: D

N. Di spire: N

La densità delle spire n=N/L

l’unità di misura di n è il m-1

Le singole spire possono essere considerate ciascuna una sorgente di

campo magnetico ed il campo magnetico totale sarà il risultato della

somma vettoriale dei campi prodotti dalle singole spire.

Se il solenoide è costituito da un numero sufficientemente fitto di

spire (grandi valori di n) è possibile generare un campo magnetico

relativamente uniforme all’interno del solenoide stesso.

Al crescere del numero di spire ci si avvicina sempre più al caso di

solenoide ideale, nel quale le spire sono così fitte da poterle

considerare una distribuzione continua e la lunghezza è molto

maggiore del diametro del solenoide stesso

In questo caso il campo magnetico all’esterno del solenoide è

nullo mentre il campo interno è uniforme

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Campo magnetico generato da un solenoide (2)

Calcoliamo, mediante il teorema di Ampere, il campo magnetico all’interno di un

solenoide in cui circola una corrente I.

Consideriamo un cammino chiuso lungo un piano che tagli in due il solenoide

Scegliamo il cammino 1-2-3-4 in figura, cioè un rettangolo di lati w ed .

Si può calcolare l’integrale lungo questo percorso, considerandolo

Somma degli integrali lungo i 4 lati del rettangolo:

Il contributo dovuto al lato 2 ed al lato 4 sono nulli in quanto lungo questi

percorsi

Il contributo dovuto al lato 3 è nullo poiché fuori dal solenoide (ideale)

Per il teorema di Ampere l’integrale è pari al prodotto della permeabilità magnetica del vuoto con la corrente

totale concatenata al cammino chiuso:

Se N è il numero totale di spire presenti in una tratto di solenoide ( e quindi n=N/ è la densità di spire),

la corrente concatenata sarà:

sd

B

4321

BBBBBlatolatolatolato

sdsdsdsdsd

sd

B

0B

BsdBsdsdlatolato

11

BB

NII aconcatenat

Teorema

di

Ampere:

NIBsd 0B

IN

B

0 nI0

nIB 0campo magnetico

all’interno di un

solenoide

concatentaIsd 0B

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2B

1F

Un filo percorso da corrente produce un campo magnetico

Un campo magnetico agisce con una forza su un filo percorso da corrente

Due fili percorsi da corrente dovrebbero attrarsi o respingersi per interazione magnetica

Con una serie di esperimenti Ampere dimostrò che due fili rettilinei paralleli percorsi da corrente nello

stesso verso si attraggono, mentre si respingono se le correnti circolano in verso opposto.

Consideriamo due fili paralleli di lunghezza posti ad una distanza a tra loro in cui passano le correnti I1

ed I2 rispettivamente.

Determiniamo la forza agente tra i due fili:

Sia la forza dovuta al campo magnetico generato dal filo 2 agente sul filo 1

Il campo magnetico generato dal filo 2 in un punto sul filo 1 è pari a:

Poiché:

Il verso di F1 si determina con la legge della mano destra => F1 rivolta verso il basso, verso il filo 2

Sia la forza dovuta al campo magnetico generato dal filo 1 agente sul filo 2

Con un ragionamento analogo al caso di F1 troviamo:

Forza magnetica tra due fili percorsi da corrente

2B

211 BI F

a

I

2B 20

2

a

I

a

I

2

I

2I 12020

1

211 BI

F

122 BI

F

a

II

a

IIF

22BI 21010

2122

Il verso di F2 sarà opposto a quello di F1 e quindi rivolto verso il filo 1

12 FF

NB: Le due forze sono uguali ed opposte come ci si doveva aspettare per il 3° legge di Newton

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Forza magnetica tra due fili percorsi da corrente (2)

a

IIF

2

2102

a

IF

2

I1201

La forza magnetica esercitata reciprocamente dai due fili per unità di lunghezza è:

a

IIF

2

210

Il verso delle forze dipende dal verso di percorrenza della corrente nei fili:

Due conduttori paralleli in cui scorrono correnti nello stesso verso si attraggono

Due conduttori paralleli in cui scorrono correnti in verso opposto si respingono

La forza magnetica tra due fili conduttori paralleli percorsi da corrente è utilizzata per

definire l’ampere:

Se due fili paralleli distanti 1m sono percorsi dalla stessa corrente ed interagiscono con una

forza per unità di lunghezza pari a: F=2∙10-7 N/m la corrente è, per definizione 1A.

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Magnetismo nella materia

Perché i materiali si magnetizzano?

Consideriamo il modello di Bohr per l’atomo; in questo modello gli elettroni orbitano

intorno al nucleo con un periodo T=10-16 s.

Se consideriamo la carica dell’elettrone (e=1.6∙10-19 C) il moto di questa particella intorno

al nucleo corrisponderà ad una corrente I = Q/T = 1.6mA

Il moto di ciascun elettrone può essere quindi assunto come una corrente circolante in una

spira

Una spira di corrente genera un campo magnetico con momento di dipolo magnetico:

Poiché l’elettrone si muove in verso opposto alla corrente (carica negativa) il momento magnetico ed il

momento angolare hanno versi opposti

Nella maggior parte delle sostanze i momenti magnetici dei singoli elettroni si

compensano tra loro dando come risultato netto un effetto di magnetizzazione

molto piccolo o nullo

Oltre al momento angolare l’elettrone ha anche uno spin che contribuisce al

momento magnetico.

Negli orbitali gli elettroni si distribuiscono a coppie a spin opposti (principio di Pauli)

compensando a vicenda gli spin.

Negli atomi con Z dispari esiste però almeno un elettrone spaiato e quindi un momento

magnetico di spin

AI

prL

AI

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Magnetismo nella materia (2)

Nei materiali ferromagnetici (ferro, cobalto, nichel gadolinio….) sono presenti delle regioni

microscopiche (domini), dell’ordine di 10-12 ÷ 10-8 m3, nei quali i momenti magnetici sono tutti

allineati.

In un materiale non magnetizzato i domini sono orienti in modo casuale

dando perciò un momento magnetico medio nullo.

Quando il materiale ferromagnetico viene posto in un campo magnetico

i domini tendono ad allinearsi con il campo magnetico e la sostanza si

magnetizza

Si osserva che i domini allineati diventano man mano più

grandi a spese di quelli non allineati che si riducono notevolmente in

numero.

Quando il campo viene rimosso il materiale conserva la magnetizzazione nella direzione del

campo magnetico

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Accenni ull’induzione magnetica

Abbiamo visto che i campi elettrici vengono generati da cariche a riposo

Ed i campi magnetici vengono generati da cariche elettriche in movimento (correnti)

Esistono comunque campi elettrici prodotti da campi magnetici variabili

All’inizio del 1800 Michael Faraday (Inghilterra) ed Joseph Henry (USA) dimostrarono

indipendentemente che si possono generare delle correnti (indotte) all’interno di un circuito

mediante dei campi magnetici variabili

Formulazione della legge di Faraday dell’induzione

Un conduttore elettrico rettilineo si muove attraverso un campo

magnetico uniforme diretto perpendicolarmente al muro con

una velocità

Si genera una forza magnetica che fa scorrere gli elettroni lungo il

conduttore

Si genera quindi una corrente data dallo spostamento degli

elettroni dentro il conduttore

B

v

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Accanni di induzione magnetica (2)

Consideriamo un sistema come quello in figura:

Una spira collegata al galvanometro ed un magnete

Quando il magnete si avvicina alla spira il galvanometro misura una

corrente (in un determinato verso)

Quando il magnete rimane fermo non circola alcuna corrente all’interno

della spira ( il galvanometro segna 0)

Quando si allontana il magnete dalla spira il galvanometro segna una

corrente in verso opposto a quella che si aveva durante l’avvicinamento

Si consideri il circuito rappresentato in figura:

Un circuito primario costituito da una batteria ed una bobina collegati

mediante un interruttore, la bobina è avvolta intorno ad un anello

ferromagnetico per produrre un campo magnetico più intenso.

Un secondo circuito è costituito da una bobina anch’essa avvolto intorno

all’anello e collegata direttamente ad un galvanometro (nessun

collegamento a generatori di tensione o corrente)

Quando il circuito primario viene chiuso il galvanometro (inizialmente a

0) segna per qualche istante una corrente in un certo verso e poi torna a

zero.

Quando il circuito primario viene aperto di nuovo il galvanometro segna

momentaneamente una corrente in verso opposto e poi torna a zero

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Legge di Faraday

Consideriamo un elemento di superficie dA su una superficie arbitraria.

Se il campo magnetico su questo elemento di superficie è , il flusso

magnetico di B attraverso l’elemento dA è dato da:

Il flusso totale attraverso la superficie A è quindi:

L’unità di misura del flusso magnetico è il weber W ed ha le dimensioni : [W]=[T]∙[m]2

AdBd B

AA

BB AdBd

La legge di Faraday afferma che:

La f.e.m. indotta in un circuito è uguale alla rapidità con cui varia il flusso

magnetico attraverso il circuito:

Dove B è il flusso del campo magnetico attraverso la superficie che limita il circuito

dt

d B

Da queste osservazioni sperimentali Faraday dedusse che:

Una corrente non può essere prodotta da un campo magnetico stazionario

Un campo magnetico variabile nel tempo produce corrente.

Per poter formulare la legge di Faraday abbiamo bisogno di introdurre una nuova grandezza:

Il flusso Magnetico

B

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Legge di Faraday (2)

Se il circuito è costituito da una bobina composta da N spire il flusso passa attraverso N

superfici delineate dalle N spire.

La forza elettromotrice indotta sarà pari alla somma delle N forze elettromotrici generate dalla

variazione di flusso in ogni spira:

dt

dN B

Consideriamo ora un campo magnetico uniforme ed una spira piana di superficie A

Il flusso magnetico concatenato con la spira in questo caso è:

La forza elettromotrice indotta è quindi:

coscoscos BAdABdABAdBB

cosBAdt

d

dt

d B

Si avrà una forza elettromotrice indotta non nulla se si verifica una delle

seguenti condizioni:

1) Varia il modulo B nel tempo

2) Varia la superficie A nel tempo

3) Varia l’angolo fra B e la normale alla superficie

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Legge di Lenz

La polarità della forza elettromotrice indotta tende a produrre una corrente il cui

campo magnetico si oppone alla variazione di flusso concatenato con il circuito

Spiegazione del segno – della legge di Faraday