FABER-ARTE
FABER-ARTE
FABER-ARTEProgetto F3
“Realizzazione di prototipi di azioni educative in aree di grave esclusione sociale e culturale, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti”
Piano di Azione e Coesione 3 “FORMARSI PER NON FERMARSI”codice F-3-FSE02_POR_PUGLIA-2013-73
Istituto Comprensivo “Marconi” - PalagianelloModulo n.4
Tutor Mariclelia TarascoEsperta Francesca Cosanti
Elaborazione grafica catalogo Francesca CosantiIllustrazione copertina di Vincenzo CastronoviIllustrazione frontespizio di Alessandro Capone
Stampato nel dicembre 2014presso Emmecì Grafica (Locorotondo - BA)
Prefazione
«Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi.
L’arte è per tutti, e questo è il fine a cui voglio lavorare.» K.Haring
Questo catalogo è stato suddiviso in 3 moduli così come il laboratorio da cui ne è derivato.
Nel corso delle lezioni gli alunni hanno intrapreso lo studio di tre tra i massimi esponenti di diverse correnti artistiche dell’arte moderna
e contemporanea: graffitismo, pop art e surrealismo.Parallelamente allo studio guidato di ogni autore hanno appreso diverse
tecniche pittoriche utili, non solo per la riproduzione, ma anche per la libera reinterpretazione delle opere scelte.
Tutto questo è avvenuto con l’ausilio di cartoncini colorati, matite, pastelli, pennarelli, carta acetata, collage e colori acrilici.
MODULO 1
Graffitismo: Keith HaringKeith Haring, artista e attivista statunitense che nacque il 4 maggio del 1958, 54 anni fa. Haring morì il 16 febbraio del 1990. I suoi disegni sono probabilmente familiari anche a chi non sa niente di lui: le immagini degli omini stilizzati e in movimento sono famose in tutto il mondo e lo hanno reso un simbolo della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta.
Haring nacque a Reading, in Pennsylvania, suo padre era un fumettista. Tra il 1976 e il 1978 studiò grafica a Pittsburg, poi quando aveva 19 anni si trasferì a New York per studiare alla School of Visual Arts. Haring iniziò a dimostrare un particolare interesse per graffiti e murales e si fece conoscere, per lo meno in città, con i propri disegni realizzati nella metropolitana di New York. Le foto dei suoi lavori iniziarono a circolare e il suo stile, fatto di personaggi essenziali con spessi contorni neri e colori molto vividi in tinta unita, diven-ne rapidamente molto riconoscibile. A partire dai primi anni Ottanta, Haring iniziò a esibire i propri disegni al Club 57, un nightclub dell’East Village dove si ritrovavano artisti e musicisti. Negli anni seguenti Haring conobbe Andy Warhol, con cui iniziò una intensa amicizia che contribuì al successo di entrambi e ne influenzò lo stile.
Da metà degli anni Ottanta, per Haring iniziò il riconoscimento a livello internazionale. Realizzò ed espose opere in Australia, Brasile, Francia, Olanda e in Germania. Nel 1985 diversi suoi disegni furono raccolti in un’importante mostra presso il Museo di arte moderna di Bordeaux (Francia). Partecipò anche a una trasmissione televisiva di Mtv, diventando ulteriormente conosciuto. Disegnò anche sul muro di Berlino un proprio murales nei pressi della Porta di Brandeburgo, circa tre anni prima dalla caduta della divisione tra le due parti della città.
A SoHo (Lower Manhattan), Haring aprì un negozio per vendere magliette, poster e altri gadget con le riproduzioni delle sue opere d’arte. Copie e imitazioni stampate su oggetti simili furono vendute in tutto il mondo. Divenne praticamente impossibile non imbattersi nella riproduzione di una sua opera, specialmente quando la Swatch decise di affidargli la progettazione di alcuni suoi modelli di orologio a basso costo. Haring rivendicava la commercializzazione delle sue opere, spiegando che era in piena continuità con i suoi primi lavori realizzati a basso costo nella metropolitana di New York. L’idea era rendere i suoi disegni accessibili a tutti, in qualche modo.
Nel 1989 dipinse a Pisa il suo ultimo grande murales dedicato alla pace universale e intitolato “Tuttomondo”. Haring morì il 16 febbraio nel 1990.
COLLAGE & PENNARELLI
Il termine collage (dal francese) indica la tecnica utilizzata per la realizzazione di opere di ogni livello
(scolastico, ludico, artigianale, artistico, per esempio di arte povera, etc.) prodotte per mezzo di sovrapposizione di carte, cartoncini, fotografie, oggetti, ritagli di giornale
o di rivista. Con il tempo il termine ha iniziato ad indicare non solo la tecnica ma anche le opere stesse.
Alessandro Capone
Andrea Maria Petrila
Andrea Angelillo -->
Studio e reinterpretazione dell’autore con l’ausilio della tecnica del collage e dei pennarelli colorati.
Antonio Caragnano
Andrea Maria Petrila
Andrea Maria Petrila
Kevin Resta -->
<-- Lucia Carpignano
Nicholas Fumarola
Pietro Esposito Domenico Di Sanzo (pg dietro) -->
Pietro Esposito -->
Leonardo Donvito
Orazio Fedele
<-- Lucia Carpignano
Andrea Maria Petrila
Nicholas Fumarola
Vincenzo Castronovi (pag.successiva) -->
Orazio Fedele
Leonardo Donvito<-- Pietro Dituri
Alessandro Capone
Vincenzo Castronovi
Vincenzo Castronovi
<-- Vincenzo Castronovi
Vincenzo Castronovi
Vincenzo Castronovi
IL GRATTAGE
Il grattage (“raschiare” in francese) è una tecnica della pittura surrealista in cui il colore viene
“grattato” dalla tela (di solito una volta asciutto), creando una texture speciale, con effetto a rilievo.
E ‘stato utilizzato da Max Ernst e Joan Miró, Jean Debuffet e successivamente nell’arte informale.
Durante il corso abbiamo imitato questa tecnica utilizzando i pastelli a cera.
Studio e reinterpretazione dell’autore con l’ausilio della tecnica del grattage.
Andrea Maria Petrila
Andrea Angelillo
Lucia Carpignano Domenico Di Sanzo (pag. successiva) -->
Alessandro Capone
Pietro Dituri
Vincenzo CastronoviNicholas Fumarola
MODULO 2
Pop Art: Roy Lichtenstein
Roy Lichtenstein (1923-97) è un artista la cui immagine si lega indissolubilmente ai fumetti. Tra gli artisti della Pop Art è quello che più riesce a creare una cifra stilistica inconfondibile, restandovi fedele fino all’ultima produzione.
Esponente della tipica famiglia medio-borghese americana, la vita di Lichtenstein si svolge in maniera tranquilla, senza le eccentricità o i protagonismi di artisti quali Andy Warhol. Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, viene chiamato alle armi. Qui ha il primo incontro con il mondo militare, che spesso sarà di ispirazione alla sua prima produzione artistica, e con i fumetti ispirati alla guerra. Pare, infatti, che un suo superiore gli chiese di riprodurre, ingrandendole, vignette tratte da fumetti di guerra. Da qui nacque forse l’idea stilistica della sua arte, anche se Lichtenstein cominciò a produrre in questo stile solo agli inizi degli anni Sessanta.
Nel 1962, con una personale tenuta a New York presso il famoso gallerista Leo Castelli, inizia l’ascesa di Lichtenstein. Siamo negli anni in cui il fenomeno del consumismo e della cultura Pop esplode a livelli mondiali. Il clima di serena fiducia nel presente e nel futuro si contrappongono nettamente al pessimismo precedente di matrice esistenzialista, e le immagini di fumetti ingranditi proposte da Lichtenstein sembrano rispecchiare in pieno l’esigenza di circondarsi di immagini nuove, oggettive e prive di angosce esistenziali.
È un modo nuovo di contaminare l’Arte, con la «a» maiuscola, con stili presi dalla cultura “bassa”. In realtà, la grande tenuta formale dei quadri realizzati da Lichtenstein, rendono le sue immagini mai banali. Sono fumetti, è vero, ma realizzati con la visione propria dell’artista. Nel corso degli anni, la formula stilistica di Lichtenstein non cambia, ma inizia un confronto sempre più serrato con l’arte del recente passato dagli esiti decisamente originali. Egli, sempre realizzando immagini come fossero fumetti, rivisita tutti gli artisti principali e gli stili sorti nel corso del Novecento, dal cubismo al futurismo, dall’espressionismo all’action painting. La contaminazione tra pittura e fumetti crea un dialogo originale che, negli ultimi anni, coinvolge anche la scultura.
La sua arte, prodotta fino alla metà degli anni Novanta, rimane una delle espressioni più originali della cultura americana del secondo dopoguerra.
ACRILICI, ACETATO & PENNARELLI
Nell’arte, si definisce tecnica mista quella tecnica di realizzazione di un’opera che prevede l’impiego
di materiali e mezzi di vario genere.
Sul filo di quest’idea, nello svolgimento del secondo modulo, gli alunni hanno imparato che mischiando colori
e materiali si raggiungono risultati nuovi e interessanti.
Studio e reinterpretazione dell’autore con l’ausilio di una tecnica mista.
Andrea Maria Petrila
Antonio Caragnano
Orazio Fedele -->
Andrea Maria Petrila
Vincenzo Castronovi
<-- Domenico Di Sanzo Nicholas Fumarola (pag. successiva) -->
Kevin Resta
Vincenzo Castronovi
Domenico Di Sanzo
Pietro Dituri
Vincenzo Castronovi
Domenico Di Sanzo Pietro Dituri (pag. successiva) -->
Andrea Maria Petrila
Andrea Maria Petrila
Orazio Fedele
Lucia Carpigano Andrea Maria Petrila (pag. successiva) -->
Domenico Di Sanzo
Vincenzo Castronovi
Nicholas Fumarola
Kevin Resta Alessandro Capone (pag. successiva) -->
MODULO 3
Surrealismo: Magritte
Il pittore belga René Magritte (1898-1967) è tra i pittori surrealisti più originali e famosi. Dopo aver studiato all’Accademia di Bruxelles, i suoi inizi di pittore si muovono nell’ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo. Secondo quando egli stesso ha scritto, la svolta surrealista avvenne dopo aver visto il quadro di De Chirico «Canto d’amore», dove sul lato di un edificio sono accostati la testa enorme di una statua greca e un gigantesco guanto di lattice. Nel 1926 prese contatto con Breton, capo del movimento surrealista, e l’anno successivo si trasferì a Parigi, per restarvi tre anni. Dopo di che la sua vita artistica si è svolta interamente in Belgio.
Magritte è l’artista surrealista che, più di ogni altro, gioca con gli spostamenti del senso, utilizzando sia gli accostamenti inconsueti, sia le deformazioni irreali. Ciò che invece è del tutto estraneo al suo metodo è l’automatismo psichico, in quanto egli, con la sua pittura, non vuole far emergere l’inconscio dell’uomo, ma vuole svelare i lati misteriosi dell’universo. Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.I suoi quadri sono realizzati in uno stile da illustratore, di evidenza quasi infantile. Volutamente le sue immagini conservano un aspetto “pittorico”, senza alcuna ricerca di illusionismofotografico. Già in ciò si avverte una delle costanti poetiche di Magritte: l’insanabile distanza che separa la realtà dalla rappresentazione. E spesso il suo surrealismo nasce proprio dalla confusione che egli opera tra i due termini.
È il caso del quadro «Ceci n’est pas une pipe», dove una riproduzione perfetta di una pipa è accompagnata dalla scritta “Questa non è una pipa”. L’iniziale mistero di una simile incongruenza va ovviamente sciolto nella constatazione che un quadro, anche se rappresenta una pipa, è qualcosa di molto diverso da una pipa reale.
In altri quadri Magritte gioca con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.
Di notevole suggestione poetica sono anche i suoi accostamenti o le sue metamorfosi. Combina, nel medesimo quadro, cieli diurni e paesaggi notturni. Accosta, sospesi nel cielo, una nuvola ed un enorme masso di pietra. Trasforma gli animali in foglie o in pietra.
Il suo surrealismo è dunque uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce. L’unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di “sentire il silenzio del mondo”, come egli stesso scrisse. In ciò quindi il surrealismo di Magritte si colloca agli antipodi di quello di Dalí, mancandovi qualsiasi esasperazione onirica o egocentrica.
L’ACRILICO
La pittura acrilica è una tecnica pittorica nata in epoca relativamente recente.
Le vernici sono prodotte con polveri colorate (pigmenti) mischiate con una resina acrilica di essiccazione variabile, generalmente veloce, a seconda delle resine, dei pigmenti e della fabbrica produttrice.
I supporti possono essere i più disparati, dai fogli da disegno, al cartone, alla tela, al cartone telato, ai supporti di legno. Vengono usati, oltre che per l’esecuzione di dipinti, per la decorazione muraria
e quella degli oggetti più disparati, la loro buona resistenza unita alla relativa economicità e veloce asciugatura ne fanno un prodotto di largo uso.
La pittura acrilica è di facile stesura e traslucida una volta asciutta. Il difetto degli acrilici è quello di non permettere la tecnica della sfumatura, come viene eseguita nella pittura
ad olio. Infatti, la sfumatura con gli acrilici avviene a tratti, a gradini permettendo il passaggio da un tono all’altro, oppure con successive velature di colore diluito che vengano stese su colore asciutto. I colori acrilici sono tranquillamente mescolabili fra loro e come diluente è preferibile semplice acqua,
utilizzabile anche per cancellare, prima dell’asciugatura, parti di colore. Caratteristica fondamentale dei colori acrilici, che li differenzia dalle tradizionali tempere, è la loro indissolubilità una volta asciutti.
Studio e reinterpretazione dell’autore con l’ausilio della tecnica dell’acrilico.
Nicholas Fumarola -->
<-- (pag. precedente) Pietro Esposito Kevin Resta -->
ROBOT GIACOMO di Kevin Resta
Il signor Giacomo amava i giocattoli e andava a guardarli nella vetrina di fronte casa sua.
Un giorno si trasformò: la testa si staccò dal corpo.Si specchiò e si vide il collo senza testa, si spaventò e iniziò a cercare la sua testa, ma non la vedeva.La povera testa si sentiva sola, non sopportava più di
essere staccata dal corpo, così ritornò al suo posto.Questa esperienza gli permise di inventare
un giocattolo con la testa che si smontava:era nato RobotGiacomo.
TRA LE NUVOLEdi Pietro Esposito
Ieri sono andato a casa di un mio amico, perchè non lo vedevo da tanto tempo. Mi ha fatto accomodare nel soggiorno e mentre parlavamo i miei occhi hanno visto un bellissi-mo quadro del pittore Magritte. Sono rimasto sconvolto per la sua bellezza...Un grande occhio mi fissava e nell’iri-de c’èerano delle nuvole. Ho iniziato a sognare...vedevo delle bellissime nuvole e io che andavo da una nuvola
all’altra. Mentre saltellavo tra le nuvole, all’improvvi-so, mi sentì toccare le spalle. Rimasi a bocca aoerta quando
vidi la nonna che mi sorrideva. Ero molto felice di incontrarla e per la sorpresa mi
veniva quasi da saltellare.Mentre saltellavo la nuvola sparì e mi ritrovai nella
casa del mio amico a chiacchierare.
<-- (pag. precedente) Domenico Di Sanzo (pag. sinistra) e Lucia Carpignano (pag. destra)
Vincenzo Castronovi
Orazio Fedele Alessandro Capone (pag. successiva) -->
UNA MELA IN CAMERAdi Orazio Fedele
Un giorno un agricoltore stava coltivando le sue mele, ad un certo punto, si avvicinò un anziano signore
che gli chiese di esprimere un desiderio. L’agricoltore, che non ci credeva, disse:
“Se stai dicendo la verità la mela che ho in camera dovrà diventare enorme.”L’anziano signore esaudì il desiderio e corse via. L’agricoltore andò in camera a vedere e trovò
la mela che occupava tutta la stanza, allora si gettò per terra e ripensò che poteva chiedere una vita migliore o che il raccolto fosse sempre abbondante.
Poi il giorno dopo pensò a cosa poteva farne della mela, si iscrisse a tanti concorsi e li vinse tutti.
Grazie all’arrivo della mela la sua vita cambiò.
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