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Monumenti Aperti 2016

Exma': da mattatoio comunale a centroculturale

La parola Exma' è del tutto inventata, anche se provaste a cercarla nel vostro dizionario diitaliano non la trovereste, perché si tratta di un vocabolo speciale, immaginatoappositamente per il luogo in cui ci troviamo.

In realtà EXMA' è una parola composta,

Riuscite ad immaginare da cosa?

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Da "EX", che significa "ANTICO" e "MA", il diminutivo di "MATIATOIO". Infatti, l'Exma' altronon è che l'antico macello di Cagliari, il luogo in cui si preparava la carne per rifornire lemacellerie della città.

La verità è dunque che l'Exma' era purtroppo un luogo di morte, ma fortunatamente la suaè una storia a lieto fine. Nel corso degli anni, infatti, si è trasformato ed è diventato un luogodi vita, uno degli spazi più belli della città di Cagliari, un grande centro culturale, dove oggisi allestiscono mostre d'arte, si tengono conferenze, laboratori e visite guidate.

Dove si trova l'EXMA?L'Exma' si trova nel quartiere di Villanova, uno dei più antichi di Cagliari. è molto vicino adalcuni dei monumenti più importanti della nostra città. Proviamo a riconoscerli insiemeutilizzando le forme e sovrapponendole alla mappa:

L'Exmà (BLU)

La chiesa di San Saturnino (ARANCIONE)

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LA chiesa di San Lucifero (GIALLO)

La Legione dei Carabinieri (ROSSO)

Dalla mappa possiamo però dedurre altre informazioni. Come possiamo vedere, oggil'Exma' si trova al centro di Cagliari, in un'area fortemente urbanizzata, ossia tra case,piazze, edifici storici e strade trafficate.

Ma com'era la città quando l'antico mattatoio fu costruito?

Vediamo una foto antica, risalente alla metà del 1800 e proviamo a descrivere la situazione.

I monumenti più importanti di Cagliari si vedono bene, riconosciamo l'Exma' e la chiesa diSan Lucifero, ma manca tutto il resto. Non ci sono strade asfaltate piene zeppe diautomobili, le case non arrivano oltre il mattatoio e mancano le piazze. Notiamo tuttavia deigrandi terreni coltivati, quasi come se fossimo in campagna.

Cosa significa tutto ciò? Quando l'Ex Mattatoio fu costruito, come era la città di Cagliari? Eil quartiere di Villanova?

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Per capire la differenza basta pensare che oggi la città di Cagliari conta circa 150.000abitanti, mentre nel 1850 ne aveva 30.000 e di questi solo 6.800 risiedevano nel quartiere diVillanova, che era il terzo per popolazione.

Il Quartiere di Villanova era una zona di confine per la città, era il limite Est del capoluogo,oltre il quale vi erano solo terreni coltivabili e pascoli per il bestiame.

Il Mattatorio e il generale La MarmoraNon è dunque un caso che il Mattatoio fosse stato costruito proprio in questo quartiere, alconfine della città. La scelta è, infatti, dovuta a motivi ben precisi, in particolare al pericolodi malattie ed infezioni che potevano derivare da una scorretta macellazione del bestiame.

Pensate che il Generale Alberto La Marmora, uno dei più illustri militari della Sardegna del1800 scriveva:

f'/'tineu J:r:macel!= la,citdv o- Ilei Wl/D dt; {l.]OI2an"cual/'an"cu aJertcv

D iuP J:r: /asaaoa. W/Y'e/'D ii J:~D D lo--sce-co- d~ ammali ttCCUp,

creaado--dei veri D}njxijocolai d'i[z/-m:ioae/'

Il Generale La Marmora non aveva tutti i torti, anzi si può dire che aveva ragione davendere, infatti, nel 1833, proprio a causa della presenza di questi "focolai d'infezione",Cagliari fu colpita dal morbo del colera, una malattia terribile che decimò la popolazione.Per rimediare, il Protomedico Generale, che era la massima autorità sanitaria dell'Isola,decise dunque di far costruire un mattatoio, o come si diceva nel 1800, un "ammazzatojoper il bestiame". Si trattava di una struttura nella quale poter macellare la carne nellamaniera corretta e rispettando le norme igieniche. Capiamo, dunque, che se da una parte, ilmattatoio era un luogo di morte per il bestiame, dall'altra era anche un luogo di vita per iCagliaritani, proprio perché permetteva di prevenire il diffondersi delle malattie.

L'architetto cagliaritano Gaetano Cima, responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune diCagliari e famoso per la costruzione dell'Ospedale Civile, si impegnò fortemente per larealizzazione di un edificio destinato alla macellazione degli animali. Il Cima pretendeva unedificio dove tutti gli elementi fossero moderni e dotati di attrezzature progettate in modotale da rispettare le norme igieniche per evitare il propagarsi di infezioni. Tanti furono iprogetti che furono inviati al Municipio e gli archivi storici della città ne conservano alcuni,per esempio questo redatto dall'architetto Melis. Il mattatoio progettato si sarebbesviluppato su tre ampie zone con cortile e magazzini, in modo tale da suddividère, in basealla stazza, gli animali.

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L'architetto Melis fu anche autore della progettazione di una nuova beccheria, ossia di unluogo destinato al trattamento del cuoio del bestiame e come punto di vendita delle carnimacellate. Il suo progetto fu però scartato, a favore di quello di un altro importanteingegnere.

Il progetto vincitoreIl progetto vincitore fu quello del Cavaliere Domenico Barabino, che di mestiere faceval'ingegnere militare. Il Cavalier Domenico Barabino, di origini genovesi, è conosciuto in cittàanche per essersi occupato della costruzione, tra il 1842 e il 1846, della caserma dedicata aCarlo Alberto, lungo il Viale Buoncammino, oggi sede della polizia di Stato.

Numerosi furono i progetti che il Barabino realizzò ma che non vennero mai costruiti, unodei quali fu dedicato al Cimitero di Bonaria

Per quanto riguarda il macello, fortunatamente, abbiamo trovato negli archivi gli antichidisegni che egli realizzò e che permisero la costruzione del mattatoio a partire dal 1845.Domenico Barabino oltre alla progettazione del mattatoio si occupò, in una prima fase,della direzione stessa dei lavori. Proviamo a descriverlo insieme. Da quanti edifici ècomposto? Come sono disposti? Sovrapponiamo le forme e vediamo quali erano lestrutture dell'antico mattatoio:

• abbiamo un edificio principale

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4 torrette disposte agli angoli del cortile

I magazzini

le stanze del custode e dei provvisori

Secondo voi il fatto che il mattatoio fosse stato realizzato da un militare risulta evidenteguardando il progetto? Da cosa si capisce?

Il Cavalier Barabino mise molto del suo mestiere di ingegnere militare nel mattatoio. Avetemai visto un antico fortino? Come era fatto?

Di solito vi era un grande edificio centrale, la caserma. Essa era protetta da alte mura edifesa ai lati da 4 torri, che permettevano di avvistare il nemico anche da lontano.

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Insomma, la struttura dell'antico mattatoio di Cagliari somiglia moltissimo a quella di unfortino, anche se la sua funzione non era quella ospitare i militari che difendevano la città,ma quella di macellare il bestiame per rifornire gli abitanti di Cagliari della carne di cuiavevano bisogno per nutrirsi, tutto ciò in condizione d'igiene e prevenendo il diffondersidelle malattie.

Le prime modificheIl complesso del mattatoio, non è sempre rimasto come voleva il Barabino, ma nel corsodel tempo ha subito numerose modifiche che hanno determinato notevoli trasformazionistrutturali rispetto alla costruzione originaria.

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Grazie alla testimonianza raccolta nel suo libro intitolato "Guida di Cagliari", lo scrittoreFrancesco Corona ci dà notizia del fatto che il complesso subì numerose modifiche nel1892 dovute all'introduzione di nuove tecnologie e di nuove norme igieniche nel campodella macellazione. L'autore ci da anche una descrizione dettagliata di come fossestrutturato il complesso del mattatoio nel 1915:

" trtt60cal/ltlo- o/a éJ.l'ùttl/lO; J'~ esce ftclla o/a Jàft $telero; ooe o-aaas» il »sa/ra/o/o,coJ"ÙYtLto'aelI6'46 J·t{'(lù[j'flo-e',fOlLo·la di'C::iofte delalO- rlJalYl6trl0'.Aéi Irf}/f/tvnaLtato·e'resa }à'& accorse/o- co-ri o./';Dol'tlt/le' i/Illo-ua:iol'lb:

.'7IzLcmo. A éi ceao-o- ,f~ dE/a 1{/l;_/iz66rLcato; cile· COIT'I'I'eadeana aas/a sala l'et' lamacelk.::ioao dei 600ta~ et{;1TI"l' 270 coa dod"ci ua,rcllo metallic!fe'l'et' la l'ttÙUI"O, caaattiflao- tm cul'tt!e t!t:m'l' oo6Jel' iln"cuuero?l'oouirurio- del 6esttame· des.Ltaato-ai macello,h d,f(/i'aac/ll/ delk. ,rala dte cal'act/ tettoie; Itt19!fe',i5"l'ettilJammw meL/i 270 16; mtfl2llol"V 'e et{;ua,rclle' e. et{;scolo- e caa lo l'al'etb noortito et{;IlWI'IllO-o et{;al'{lorte; desttaate· alla

macella:zioae dSZ!t:oot/z~ e dei Slttal; e fa· conirl'oadeaza con /re. cOl'tt;0l'et'?al'te; ooe s~l'acc0&oao- le·6estie-,P,'oate.ai macelk.- ..'7IzoUre-{{aa l'iccola sala è· desttaata alla Ilwcella:::ioae dSZ!t: caoalft;, altl'o locale· l'CI'i'a66n{,ftitlfl'tl de~mllla!t: ed aUro-ancora ad {{,f0-tl'Pl'ena,' tlttt~ cort-aasca e cafW!t:et{;,rcolo,

Vè-'pe/' ttUtilto- if#cio- dei uetenrtal'tO e del di'ettore- e- i'a~io- del ct&fLode·e de!l'tgeate

CWtCo'et{;so-o/e/o. %e#:zo-lZa l'ltre aUli col'Lz;0edItl'i:!pa/'{:/tizetLo,e dte,{iy"ors~ l'l'lact/'atl;oltl'e· ad Ita· J"ltcC{flu'ah 2tteJ·(;o- l'a66&0' àtit{t{o- ..JL{/"IZWft({fllti'tl6i1mmte; aOft· o.rLaate·

i'a19l&J:ttadei Iocatl; 1101zl'àc,liJpOfldC/{t~a~6iJ"?J/!fl~odiel'lz~de!l'acCl'esaitta l'0l'0la:zioae, ".

Ciò che emerge dalla descrizione di Francesco Corona è dunque la modifica del complessodel mattatoio.

Attraverso l'utilizzo di vasche metalliche e canali di scolo si permetteva così una maggiorepulizia dei locali adibiti a macello, in modo tale da evitare la diffusione di malattie o infezionicausate dalla sporcizia come avveniva in passato.

Inoltre, notiamo che furono inseriti alcuni elementi aventi una funzione prettamente estetica:è il caso del rivestimento dei pilastri delle tettoie decorati con marmi e ardesie, elementiricollegabili allo stile elegante del Liberty che si diffuse in tutta Europa sul finiredell'Ottocento e gli inizi del Novecento.

L'allargamento di Via Sonnino e la demolizione delletorrette

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Nonostante questi grossi cambiamenti nelle strutture, la modifica più evidente fu realizzatanegli anni '50. Si tratta della demolizione delle torrette e della tettoia posizionate ad Ovest,ossia lungo la via Sonnino.

Questa scelta fu presa per consentire l'allargamento della strada, in modo da permetterel'inizio dei lavori per la costruzione della linea tramviaria, progettata per collegare la città diCagliari con i paesi del Campidano. Questa linea di tram era detta anche Sa Casteddaia, fuinaugurata nel 1957 e chiusa negli anni '70.

L'abbandono delmattatoioNel corso degli anni, nonostantelo sviluppo della città di Cagliari,il matlatoio continuò la suaattività pur provocandonumerosi inconvenienti aicittadini. Non si trovava, infatti,più in periferia, come in origine,ma era ormai inserito all'internodella città, circondato dapalazzi, strade asfaltate enegozi.

I disagi comprendevano anche

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molte fughe degli animali. L'almanacco diCagliari, in un numero degli anni '60 scrive:

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"gli animali in fila indiana, controllati ''"\'1';'. _dagli ìnsogador-ìs (uomini col lazzo),

attraversano le strade diretti verso ilmacello dove sarebbero stati uccisi e

ridotti in quarti. I poveri quadrupedierano ignari del loro destino, ma

qualcuno di essi, quasi presagendo lasorte che lo aspettava, lasciava i colleghidi sventura e si cimentava in una folle

corsa che, spesso, aveva il suo epilogodentro un negozio o con lo sfondamentodi una vetrina".

Questi episodi avvenivano già negli anniTrenta del Novecento ma si intensificaronodopo la Seconda Guerra Mondiale assumendo maggiore pericolosità a causa dell'aumentodel traffico cittadino con la diffusione delle automobili. Proprio per evitare questi fastidi aicagliaritani, l'amministrazione cittadina decise di spostare l'attività del mattatoio con lacostruzione di una nuova struttura lontano dal centro abitato, presso la via Po'.

Solo nel 1962, l'antico mattatoio comunale di via San Lucifero interruppe la sua attività, conla conclusione dei lavori di costruzione del nuovo macello. I locali del complesso di via SanLucifero cambiarono così destinazione d'uso, e furono adibiti ad autoparco del Servizio di

nettezza urbana del Comune. Tuttavia,molti dei locali caduti in abbandono,

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furono lasciati all'incuria del tempo. Da queste foto, infatti, risulta evidente la condizione didegrado degli edifici.

Il Restauro del Mattatoio

La riqualificazione del mattatoio fu intrapresa nei primi anni Ottanta, su propostadell'assessore alla pubblica Istruzione Antonio Tavolacci.

Il programma venne approvato nel 1982 dal Sindaco Paolo De Magistris che affidò ilprogetto all'architetto Libero Cecchini.

L'intenzione dell'amministrazione era quella di trasformare il complesso in cui sorgeval'antico mattatoio cittadino in centro culturale e di raccolta delle incisioni dei grandi artistisardi. Inoltre, la struttura doveva ospitare eventi e mostre temporanee, ed essere sfruttata

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costantemente dallacittadinanza. Doveva, insommadiventare un luogo vivo e vitalee non a caso, il progettoprevedeva anche unabiblioteca, una camera oscurae una laboratorio di restauro.

Anche lo stesso cortile furistrutturato per trasformarsi, divolta in volta, in passeggiata,teatro e spazio espositivo.

Per svolgere questoprogramma i restauratorifurono costretti all'eliminazionedi tutti quegli elementi, siainterni ed esterni, cheattraverso il corso degli anni siaggiunsero al complessooriginario della struttura: sidemolirono così anche letettoie situate lungo gli edificiadiacenti le vie Sonnino, San Lucifero e San Gregorio.

Durante questi lavori furono riportatialla luce numerosi elementiappartenenti all'antico mattatoiocome le tracce di intonaco giallo erosso sul portale d'ingresso di viaSan Lucifero, la pavimentazionedell'interno composta da mattonelledi cotto fatte a mano, svariatibucrani in pietra, e resti di unagronda composta da arcatelleneogotiche coperte dal calcestruzzonei primi anni del Novecento. Glielementi ritrovati sono statisottoposti ad un restauroconservativo.

Per evidenziare il luogo in cui vi erauna grande cisterna d'acqua, irestauratori hanno disegnato,attraverso lastre di calcare, unrettangolo stretto e lungo nei punti in

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cui si trovava originariamente l'impiantoidrico del mattatoio.

Nel cortile furono realizzate tre grandivasche, dove l'acqua scorre attraversodei passanti in bronzo realizzati dalloscultore Riccardo Cassini. si tratta di unelemento costruito ex novo, non a caso èrealizzato in cemento, per rendere benevidente la differenza con le struttureoriginali del macello.

All'interno dell'edificio, i muri e gli intonacisono stati ristrutturati, la pavimentazionedel piano terra è stata realizzata con lastredi calcare e il soffitto, caratterizzato dallavolta a botte ribassata, è stato intonacato.

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I lavori di ristrutturazione e restauro nel primo piano sono dati dalla pavimentazione in cottoe il soffitto a capriate sorretto da travi di pino larice che provengono dalla Corsica.L'arredamento delle sale fu progettato prendendo come modello la galleria degli Uffizi diFirenze e dell'Istituto di grafica di Monaco.

Il centro culturale è stato inaugurato e aperto al pubblico il 16 ottobre 1993

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