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Relazione di fine primo anno per il progetto:
Epoche di maturazione dell’olivo per la raccolta meccanizzata
Rosati Adolfo 1, Carluccio Giuseppe 1, Alfei Barbara 2, Pannelli Giorgio 1
1 CRA–OLI – Centro di Ricerca per l’Olivicoltura e l’Industria Olearia, sede distaccata di Spoleto 2 ASSAM – Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche, Ancona
2
INDICE
Pagina
1. Introduzione 3
2. Materiali e metodi 3
2.1 Peso medio unitario delle drupe 4
2.2 Rapporto polpa nocciolo 4
2.3 Indice di invaiatura 5
2.4 Consistenza della polpa 5
2.5 Resistenza al distacco 5
2.6 Contenuto in olio 5
2.7 Cascola naturale 6
2.8 Prove di raccolta 6
2.9 Calcolo della resa in olio reale 6
2.10 Analisi chimica e sensoriale degli oli 7
3. Risultati 8
3.1 Andamento climatico del 2007 in relazione al decennio precedente 8
3.2 Parametri agronomici e morfometrici 12
3.2.1 Provincia di Ascoli Piceno 12
3.2.2 Provincia di Macerata 18
3.2.3 Province di Ancona e Pesaro - Urbino 23
3.3 Parametri analitici e sensoriali degli oli estratti 28
3.4 Efficienza delle macchine raccoglitrici e maturazione delle drupe 34
4. Discussione 38
5. Considerazioni finali 41
Ringraziamenti 42
Bibliografia consultata 43
Appendice (attività divulgativa) 44
3
1. Introduzione
La meccanizzazione delle operazioni di raccolta rappresenta, ad oggi, il più efficace sistema per
contenere i costi di produzione e far si che l’olivicoltura italiana, nonostante i suoi limiti strutturali,
sia realmente remunerativa e competitiva a livello internazionale.
Negli studi finora condotti l’efficienza della raccolta meccanizzata viene generalmente considerata
come una conseguenza di molteplici variabili riguardanti le caratteristiche dei macchinari, le loro
modalità di impiego e, più in generale, le condizioni entro le quali gli operatori sono chiamati ad
agire. Tuttavia, la valutazione dei vantaggi tecnici ed economici derivanti dalla raccolta meccanica
non può prescindere dall’analisi di alcune variabili legate sia alle caratteristiche delle piante, che
allo stato di maturazione dei frutti.
L’epoca ottimale di raccolta, intesa come il momento in cui si ha la massima quantità e qualità di
olio sulla pianta e non si determinano effetti negativi sull’induzione e differenziazione delle gemme
a fiore é stata definita, per la realtà olivicola marchigiana, soltanto in riferimento alle tecniche
tradizionali di raccolta, senza fornire informazioni sull’efficienza del processo integralmente
meccanizzato mediante l’uso di scuotitori.
Lo studio realizzato ha come obiettivo la caratterizzazione della fase di maturazione delle varietà
autoctone marchigiane considerate nel proprio ambiente di coltivazione. Questo aspetto rappresenta
un elemento indispensabile per l’individuazione del periodo ottimale di raccolta al fine di
massimizzare l’efficienza delle macchine.
2. Materiali e metodi
La sperimentazione è stata condotta nel corso della campagna olivicola 2007 ed ha riguardato
l’osservazione di 11 varietà, 9 delle quali tipicamente marchigiane e considerate nelle loro province
di maggior coltivazione o in quelle limitrofe, insieme a due cultivar caratterizzate da una più ampia
diffusione. Tra le varietà marchigiane sono state utilizzate: “Sargano d’Ascoli”, “ Carboncella” e
“Ascolana tenera” nella provincia di Ascoli Piceno; “Piantone di Mogliano”, “ Raggia”,
“Coroncina” e “Piantone di Falerone” nella provincia di Macerata; “Raggiola” nella provincia di
Pesaro Urbino e “Frantoio” e “Leccino” nelle province di Ancona e Ascoli Piceno.
Nel corso della stagione di raccolta, su tre piante per ogni varietà, prelevando un unico campione,
sono stati monitorati i principali parametri descrittivi del processo di maturazione. I rilievi hanno
riguardato:
� Il peso medio unitario secco e fresco delle drupe;
� Il rapporto polpa nocciolo;
� L’indice di invaiatura;
4
� La consistenza della polpa;
� La resistenza al distacco delle drupe;
� Il contenuto in olio.
Inoltre, su altre tre piante per ogni varietà, è stata monitorata la cascola naturale dei frutti, ponendo
sotto osservazione una intera branca per pianta fin dall’inizio della prova sperimentale.
Oltre al monitoraggio dei diversi indici di maturazione, sono state effettuate due prove di raccolta,
una il 15/10/2007 ed un’altra il 07/11/2007 durante le quali sono stati effettuati tutti i rilievi
ponderali necessari per quantificare la resa in olio reale riferita alle diverse epoche.
Ad ogni epoca di raccolta, 5 kg di frutti sono stati utilizzati per estrarne l’olio con processo freddo,
senza aggiunta di acqua, con molitura con frangitore a martelli, gramolatura per 30 minuti e
successiva estrazione per pressione fino a 200 atm.
Gli oli ottenuti nelle diverse epoche di raccolta sono stati sottoposti ad analisi chimiche;
relativamente ai seguenti parametri chimici: acidità libera, perossidi, polifenoli totali e
composizione acidica. Oltre all’analisi chimica è stata fatta l’analisi sensoriale, mediante panel test.
Ciò al fine di rilevare eventuali differenze qualitative ascrivibili alla diversa epoca di raccolta.
Infine, essendo il processo di maturazione fortemente condizionato dai fattori climatici, è stato
monitorato l’andamento termopluviometrico del periodo di osservazione, avvalendosi dei dati messi
a disposizione dal servizio agrometereologico dell’ASSAM.
Nelle pagine seguenti vengono descritte in maniera dettagliata, le analisi svolte per lo studio e la
valutazione dei parametri sopra elencati.
2.1 Peso medio unitario delle drupe
La determinazione del peso unitario delle drupe è stata eseguita sia per il peso fresco che il peso
secco.
Peso fresco medio unitario: è stato calcolato prelevando, dal campione rappresentativo raccolto in
campo, un campione di circa 140 drupe. Le 140 drupe, una volta asciugate e pulite, sono state
pesate utilizzando un bilancino elettronico ed il loro peso è stato poi diviso per il numero di frutti
pesati.
Peso secco medio unitario: delle circa 140 drupe utilizzate per il calcolo del peso fresco medio
unitario 70 sono state successivamente essiccate in stufa ed il loro peso secco è stato diviso per il
numero totale di frutti.
2.2 Rapporto polpa nocciolo
La determinazione del rapporto polpa/nocciolo è stata eseguita pesando 70 drupe, denocciolandole,
mediante un denocciolatore meccanico, e pesando i noccioli lavati, asciugati e privi di residui di
5
polpa. I pesi medi unitari delle olive e dei rispettivi noccioli sono stati poi messi a rapporto
ottenendo il rapporto polpa/nocciolo per le diverse varietà nelle diverse epoche.
2.3 Indice di invaiatura
Il calcolo dell’indice di invaiatura è stato eseguito suddividendo il campione di 70 drupe nelle
seguenti 5 classi di maturazione:
0. olive verdi;
1. olive con pigmentazione superficiale inferiore al 50%;
2. olive con pigmentazione superficiale superiore al 50%;
3. olive con pigmentazione superficiale del 100%;
4. olive con pigmentazione profonda.
Il numero di olive di ogni classe è stato quindi moltiplicato per la rispettiva classe, è stata fatta la
sommatoria dei prodotti e divisa per 100 secondo la seguente formula:
Indice di invaiatura = {Σ (i x n)}/100, dove: i = numero della classe ed n = numero di olive per
classe.
2.4 Consistenza della polpa
La consistenza della polpa è stata determinata su un campione di 50 drupe suddivise nelle 5 classi di
colore sopra menzionate, utilizzando un penetrometro marca “Bertuzzi” con puntale di 1 mm di
diametro.
2.5 Resistenza al distacco
La resistenza al distacco delle drupe è stata determinata su 3 piante per ognuna delle varietà in
studio impiegando un dinamometro manuale marca “Carpo”. Tale parametro è stato rilevato
staccando 32 drupe per pianta, 4 per ogni punto cardinale e considerate per 2 diversi livelli di
altezza (16 in alto e 16 in basso).
2.6 Contenuto in olio
Il contenuto in olio delle drupe è stato determinato sottoponendo un campione unico di drupe
prelevato dalle tre piante ad analisi mediante risonanza magnetica nucleare condotte con la
strumentazione “the MINISPEC mq 20 NMR Analyzer”. I dati così ottenuti sono stati poi corretti
sulla base della retta di taratura ottenuta dall’analisi con estrattore soxhlet di circa 30 campioni di
olive, e riferiti sia al peso fresco che secco delle drupe.
6
2.7 Cascola naturale
Per determinare la cascola naturale dei frutti, all’inizio della sperimentazione il 18/09/07, sono state
disposte delle reti in modo da contenere interamente una branca per ognuna delle tre piante in
osservazione; le olive, di volta in volta cadute al loro interno, sono state pesate ed il loro peso,
progressivamente sommato, è stato espresso in percentuale sulla quantità di olive totali prodotta
dalle pianta e rilevata alla fine della stagione.
2.8 Prove di raccolta
Nel corso della sperimentazione sono state eseguite due prove di raccolta, una il 15/10/2007 ed
un’altra il 07/11/2007. In tali prove sono state impiegati vibratori di tronco e/o di branche di tipo
commerciale marca “Berardinucci” modello “Tornado”, molto diffuso tra le aziende e apprezzato
per caratteristiche tecniche e versatilità, con o senza ombrello rovesciato e portati anteriormente da
trattrici gommate (tranne che a Potenza Picena dove è stata impiegata una trattrice cingolata) con
potenze comprese 70 e 100 cavalli.
Durante le raccolte, su tre piante per varietà, sono stati effettuati i rilievi ponderali necessari per
quantificare la resa in olio reale riferita a diverse epoche. In particolare sono stati rilevati:
� Peso delle olive distaccate dalle piante per effetto dell’azione dalla macchina di raccolta Pd
(peso del prodotto raccolto);
� Peso delle olive rimaste sulla pianta dopo l’azione delle macchine di raccolta Pp (peso del
prodotto residuo).
Prima e dopo la raccolta delle olive è stato prelevato, per ogni varietà, un campione rappresentativo
di frutti sul quale sono state eseguite tutte le analisi necessarie per rilevare gli indici di maturazione;
inoltre è stata misurata la resistenza al distacco delle drupe sia prima che dopo la raccolta. L’analisi
di campioni prelevati prima e dopo la raccolta ha permesso di confrontare lo stato di maturazione
delle drupe cadute per effetto dell’azione degli scuotitori con quelle rimaste sulla pianta.
2.9 Calcolo della resa in olio reale
Sulla base dei dati rilevati sono state poi calcolate le diverse rese necessarie per quantificare la resa
in olio reale riferita alle diverse epoche.
La resa al distacco della macchina di raccolta Rd è stata calcolata mediate il rapporto percentuale
fra il peso delle drupe distaccate dalle piante per effetto della macchina raccoglitrice ed il peso del
prodotto pendente al momento della raccolta.
Rd = Pd x (Pd + Pp)
7
La produzione pendente delle drupe prodotte Rp è stata calcolata mediate il rapporto percentuale fra
il peso delle drupe presenti sulla pianta al momento della raccolta ed il peso delle olive prodotte
dalla pianta sino al momento della raccolta.
Rp = (Pd + Pp)/(Pd + Pp + Pc)
La resa in olio del prodotto raccolto è stata stabilita mediate analisi di laboratorio, R0.
La resa in olio corretta R della raccolta è stata calcolata mediante la seguente formula.
R = Rd x Rp x R0
Così facendo, la resa in olio potenziale delle diverse varietà (data dal contenuto in olio delle drupe)
è stata appunto “corretta” in funzione delle inevitabili perdite che si verificano a causa della cascola
dei frutti e dal non completo distacco delle olive da parte delle macchine raccoglitrici. La cascola, la
resistenza al distacco e l’inolizione delle drupe sono parametri che variano nel corso del periodo di
maturazione, conseguentemente anche la resa in olio reale assumerà valori diversi durante il periodo
utile di raccolta.
Successivamente la resa in olio corretta è stata moltiplicata per l’indice di accrescimento dei frutti
ottenuto dividendo il peso fresco medio unitario delle drupe rilevato alle diverse date per il peso
fresco medio unitario iniziale (al primo campionamento). Così facendo la resa in olio corretta è stata
riferita ad una quantità in peso di olive che tiene conto dell’accrescimento dei frutti, fornendo così
la resa in olio reale, ovvero la quantità di olio ottenibile riferita a 100 kg di olive presenti
sull’albero al primo campionamento.
Per poter calcolare la resa in olio in più epoche rispetto alle due in cui la resa dello scuotitore è stata
misurata, i valori di quest’ultima sono stati estrapolati: la resa al distacco rilevata nella prima
raccolta è stata utilizzata anche per calcolare la resa in olio reale alla data precedente, la media delle
due rese al distacco per una data intermedia, e la resa al distacco rilevata nella seconda raccolta è
stata usata anche per l’epoca successiva. In questo modo la resa in olio totale è stata calcolata per 5
epoche diverse.
2.10 Analisi chimica e sensoriale degli oli
Le determinazioni analitiche sugli oli estratti dalle diverse varietà nelle diverse epoche sono state
effettuate dal Centro Agrochimico dell’ASSAM di Iesi, ed hanno riguardato:
� Acidità libera;
� Perossidi;
� Polifenoli totali;
� Composizione acidica.
L’acidità (%), i perossidi (n) e la composizione acidica (% dei principali acidi grassi) sono stati
determinati secondo quanto riportato nella metodica ufficiale di analisi (Reg. CE 796/02) mentre, i
8
polifenoli totali (espressi in mg/kg), sono stati determinati per via colorimetrica mediante il reattivo
di Folin Ciocalteau e calcolati su retta di taratura in acido gallico. Per semplicità di esposizione la
composizione acidica viene riportata come rapporto tra i principali acidi grassi (Oleico, Palmitico e
Linoleico), soggetti a variabilità reciproca per effetto del genotipo e dell’ambiente.
La valutazione organolettica è stata effettuata dal Panel regionale ASSAM Marche, costituitosi nel
1998 ed operante presso la sala di degustazione dell’ASSAM, ad Ancona. Il gruppo, coordinato dal
Capo Panel Barbara Alfei, è riconosciuto dal Consiglio Oleicolo Internazionale dall’anno 2000 e dal
Ministero dell’Agricoltura dall’anno 2004.
3. Risultati
Di seguito si espongono i risultati della prova sperimentale, prendendo in considerazione sia gli
aspetti quantitativi che qualitativi delle produzioni ottenute, comparando il livello di maturazione
del prodotto raccolto con il prodotto residuo ed approfondendo la relazione tra i processi di
maturazione ed il particolare andamento climatico.
Per comodità i risultati delle diverse cultivar vengono presentati separatamente provincia per
provincia tranne che per le varietà delle province di Ancona e Pesaro–Urbino i cui risultati verranno
proposti in grafici riuniti.
3.1 Andamento climatico del 2007 in relazione al decennio precedente
L’annata 2007, a causa delle elevate temperature e della anomala distribuzione delle precipitazioni,
si è dimostrata, anche per le Marche, assai diversa dalle precedenti.
I grafici n° 1, 2, 3, 4 e 5 mostrano l’andamento della temperatura media mensile rispetto alla media
del decennio 1997-2006.
Confronto temperature 2007 con media 1997/06Offida (Ascoli Piceno)
0
5
10
15
20
25
30
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Tem
pera
ture
(°C
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 1 – confronto temperature 2007 con media 1997-2007
9
Confronto temperature 2007 con media 1997/06Fermo (Lapedona)
0
5
10
15
20
25
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GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Tem
pera
ture
(°C
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 2– confronto temperature 2007 con media 1997-2007
Confronto temperature 2007 con media 1997/06Montelupone (Potenza Picena)
0
5
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GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Tem
pera
ture
(°C
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 3 – confronto temperature 2007 con media 1997-2007
Confronto temperature 2007 con media 1997/06Camerano (Sirolo)
0
5
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25
30
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Tem
pera
ture
(°C
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 4 – confronto temperature 2007 con media 1997-2007
10
Confronto temperature 2007 con media 1997/06Fano
0
5
10
15
20
25
30
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Tem
pera
ture
(°C
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 5 – confronto temperature 2007 con media 1997-2007
Dalla loro osservazione si desume come l’anno 2007 sia stato, per tutte le stazioni considerate
tranne Fano, più caldo rispetto alla media del decennio precedente; in particolare nei mesi estivi
dell’anno 2007 sono state registrate le più alte temperature medie.
Nei grafici 6, 7, 8, 9 e 10 è rappresentato, per tutte le stazioni considerate, il confronto tra
l’andamento pluviometrico registrato nel 2007 con quello medio del decennio 1997-2006.
Confronto Precipitazioni 2007 con media 1997/06Offida (Ascoli Piceno)
0
50
100
150
200
250
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Pre
cipi
tazi
oni (
mm
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 6 – confronto precipitazioni 2007 con media 1997-2007
Confronto Precipitazioni 2007 con media 1997/06Fermo (Lapedona)
0
20
40
60
80
100
120
140
160
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Pre
cipi
tazi
oni (
mm
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 7 – confronto precipitazioni 2007 con media 1997-2007
11
Confronto Precipitazioni 2007 con media 1997/06Montelupone (Potenza Picena)
0
20
40
60
80
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GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Pre
cipi
tazi
oni (
mm
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 8– confronto precipitazioni 2007 con media 1997-2007
Confronto Precipitazioni 2007 con media 1997/06Camerano (Ancona)
0
20
40
60
80
100
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140
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Pre
cipi
tazi
oni (
mm
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 9 – confronto precipitazioni 2007 con media 1997-2007
Confronto Precipitazioni 2007 con media 1997/06Fano
0
20
40
60
80
100
120
140
GENFEB
MAR
APRM
AGGIU
LUG
AGOSET
OTTNO
VDIC
Pre
cipi
tazi
oni (
mm
)
Media 1997-2007 Anno 2007
Fig. 10 – confronto precipitazioni 2007 con media 1997-2007
La distribuzione delle piogge nel corso dell’anno 2007 appare diversa rispetto a quella rilevata nel
precedente decennio. Per tutte le località considerate i grafi mostrano come nella stagione 2007 i
mesi estivi, oltre ad essere i più caldi, si siano rivelati anche i più siccitosi, facendo registrare una
piovosità inferiore alla media del precedente decennio. I dati meteo a disposizione testimoniano
12
come la stagione 2007 si sia rivelata diversa dalle precedenti e, come descritto in seguito, meno
favorevole al normale svolgimento dei processi di maturazione dei frutti.
3.2 Parametri agronomici e morfometrici
Si riportano i risultati relativi ai parametri agronomici (resistenza al distacco delle drupe, cascola
naturale, prodotto pendente, resa alla raccolta, contenuto in olio sulla sostanza secca e fresca e resa
in olio reale) e morfometrici (peso medio unitario secco e fresco delle drupe, rapporto polpa
nocciolo, indice di invaiatura, consistenza della polpa) necessari per la descrizione del processo di
maturazione e per definire l’efficacia delle operazioni di raccolta meccanica.
3.2.1 Provincia di Ascoli Piceno
Lapedona: cv Ascolana tenera (Azienda De Carolis);
Castel di Lama: cv Carboncella, Leccino, Sargano d’Ascoli (Azienda Cartofaro)
In figura 11 è illustrato l’andamento della resistenza al distacco delle drupe in funzione del tempo.
Inizialmente il valore di resistenza diminuisce velocemente a causa della siccità che ha
caratterizzato la stagione fino ai primi giorni di ottobre.
100
200
300
400
500
600
700
15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Re
sist
enz
a al
dis
tacc
o (g
)
Ascolana Tenera Carboncella Leccino Sargano d'Ascoli
Fig. 11 – andamento della resistenza al distacco dei frutti
Successivamente, al verificarsi di copiose piogge, si assiste ad una aumento della forza al distacco
che poi decresce costantemente per tutte le varietà considerate, in particolar modo per la
Carboncella.
La cascola naturale dei frutti, riportata in figura 12, aumenta con il procedere della maturazione.
13
0
2
4
6
8
10
12
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novCa
scol
a (
% d
el t
ota
le)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 12 – andamento della cascola naturale
Rispetto al grafico precedente si può osservare come le varietà Carboncella, che ha fatto registrare
resistenze al distacco spesso inferiori alle altre, manifesta elevati valori di cascola, così come
l’Ascolana tenera, dove però il fenomeno è da imputare, con ogni probabilità, agli effetti della
mosca.
Il prodotto pendente (fig. 13) mostra la sua continua diminuzione per il progressivo aumentare
dell’incidenza della cascola. Infatti la produzione pendente tiene conto delle perdite di produzione
imputabili alla cascola e, come rilevabile dal confronto dei due grafici, ne rappresenta l’inverso.
88
90
92
94
96
98
100
102
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novPro
duzi
one
pe
nde
nte
(%
de
l tot
ale
)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 13 – andamento della produzione pendente
Le varietà Carboncella e Ascolana tenera, caratterizzate dei valori di cascola più alti fanno
registrare le più basse produzioni pendenti.
Nella figura 14 è illustrato l’andamento della resa allo scuotitore in funzione del tempo; i punti delle
raccolte realmente effettuate sono rappresentati in figura mediante pallini di grandi dimensioni,
mentre i dati estrapolati sono rappresentati dai vari simboli di dimensioni minori.
14
40
50
60
70
80
90
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa a
llo s
cuot
itore
(%
de
l to
tale
)Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 14 – andamento della resa allo scuotitore
Si può osservare come tale parametro sia aumentato nel corso della sperimentazione per tutte le
varietà. Nonostante la dimensione dei suoi frutti, la varietà Ascolana tenera ha fatto registrare le più
basse rese di raccolta. Tale comportamento è da attribuirsi alla non ottimale forma di allevamento
delle piante, caratterizzate da un eccessivo sviluppo della vegetazione nella parte bassa della
chioma, il che limita l’efficacia di raccolta della macchina.
In figura 15 è riportato l’andamento del contenuto in olio espresso sulla sostanza secca. Il grafico
mostra incrementi piuttosto costanti.
28
33
38
43
48
53
15-set 05-ott 25-ott 14-nov 04-dic
Olio
su
secc
o (
%)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 15 – della resa in olio sulla sostanza secca
Di tutte le varietà considerate nella prova sperimentale la Carboncella fa registrare il maggiore
contenuto in olio mentre il Leccino il più basso.
Si riporta per completezza anche il grafico relativo all’andamento della resa in olio delle drupe
riferita alla sostanza fresca (fig. 16).
15
10
15
20
25
30
15-set 05-ott 25-ott 14-nov 04-dic
Olio
su
fre
sco
(%)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 16 – andamento resa in olio sulla sostanza fresca
Il contenuto in olio sulla sostanza fresca risente dell’andamento delle precipitazioni. Infatti,
l’aumento del contenuto in olio evidenziato nei primi giorni di ottobre non è reale, bensì
determinato dalla diminuzione del contenuto in acqua dei frutti a causa della prolungata siccità.
In figura 17 si riporta l’andamento della resa in olio corretta, ottenuta dalla moltiplicazione della
resa allo scuotitore della produzione pendente e della resa in olio sulla sostanza fresca.
7
9
11
13
15
17
19
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
cor
rett
a (%
)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 17– andamento resa in olio corretta
La diminuzione della resa in olio corretta tra il primo e il secondo campionamento si spiega tenendo
presente che la resa dello scuotitore tra la prima e la seconda epoca viene considerata uguale mentre
la cascola inevitabilmente aumenta.
La figura 18 rappresenta l’andamento della resa in olio reale ottenuta moltiplicando la resa in olio
corretta per l’indice di accrescimento dei frutti.
7
12
17
22
27
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 18– andamento della resa in olio reale
16
Per le varietà Ascolana tenera e Sargano di Ascoli l’epoca ottimale si colloca nella prima decade di
novembre, per la Carboncella a fine novembre mentre per il Leccino a metà ottobre.
In figura 19 è riportata la variazione del peso fresco dei frutti rilevata nel corso della
sperimentazione.
1
2
3
4
5
6
7
15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Pes
o fr
esco
dei
frut
ti (g
)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 19– andamento del peso fresco dei frutti
L’Ascolana tenera mostra ovviamente il peso fresco più elevato; per tutte le varietà il dato aumenta
con il procedere della maturazione anche se meno rapidamente nel primo periodo a causa della forte
siccità.
Per quanto riguarda il peso secco (fig. 20) l’Ascolana tenera fa registrare i valori più elevati e, così
come per il peso fresco, tutte le varietà considerate fanno registrare un costante aumento.
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0.5
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15-set 25-set 05-ott 15-ott 25-ott 04-nov 14-nov 24-nov
Pes
o se
cco
dei f
rutt
i (g)
Leccino Ascoli Piceno Ascolana Tenera Carboncella Sargano d'Ascoli
Fig. 20– andamento del peso secco dei frutti
L’andamento del rapporto polpa/nocciolo (fig. 21), conseguenza dell’accrescimento dei frutti,
aumenta con il procedere della stagione in linea con l’aumento del peso fresco dei frutti.
17
1,0
2,0
3,0
4,0
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15-set 25-set 05-ott 15-ott 25-ott 04-nov 14-nov 24-nov 04-dic
Ra
ppor
to p
olpa
/noc
ciol
oLeccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 21– andamento del rapporto polpa /nocciolo
L’Ascolana tenera da subito fa registrare il più alto valore ma, a partire da metà novembre anche per
la Carboncella si assiste ad un notevole incremento.
Per quanto riguarda l’indice di invaiatura (fig. 22), che esprime il livello di pigmentazione delle
drupe, esso aumenta col procedere della maturazione.
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0.5
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Indi
ce d
i col
ore
Leccino Ascoli Piceno Ascolana Tenera Carboncella Sargano d'Ascoli
Fig. 22– andamento dell’indice di invaiatura
Come è noto l’Ascolana tenera non raggiunge una elevata invaiatura mentre il Leccino mostra da
subito una maggiore pigmentazione. È interessante notare come la velocità del procedere della
colorazione dei frutti sia maggiore nella fase iniziale del periodo di osservazione. Ciò è
probabilmente da attribuirsi all’accelerazione dei processi di maturazione determinata da una
decorso stagionale poco favorevole.
La figura 23 riporta l’andamento della consistenza della polpa alla penetrazione e mostra la
diminuzione del dato per tutte le varietà in studio.
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150
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Re
sist
enz
a de
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(g)
Leccino Ascoli Piceno Ascolana Tenera Carboncella Sargano d'Ascoli
Fig. 23– andamento della consistenza della polpa alla penetrazione
Tuttavia, per l’Ascolana tenera il dato aumenta nella prima metà di ottobre, probabilmente a causa
di una diminuzione del contenuto in acqua delle drupe causata dalla carenza idrica.
3.2.2 Provincia di Macerata
Potenza Picena: cv Raggia, Coroncina, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano (Azienda
Cherubini).
In figura 24 è illustrato l’andamento della resistenza al distacco delle drupe in funzione del tempo.
Come per le varietà della Provincia di Ascoli Piceno, inizialmente il valore di resistenza diminuisce
velocemente a causa della siccità che ha caratterizzato la stagione fino ai primi giorni di ottobre.
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Re
sist
enz
a al
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tacc
o (g
)
Piantone di M ogliano Piantone di Falerone Coroncina Raggia
Fig. 24 – andamento della resistenza al distacco dei frutti
Successivamente, al verificarsi di copiose piogge, la forza al distacco aumenta, per poi decrescere
costantemente per tutte le varietà considerate, in particolar modo per il Piantone di Falerone.
La cascola naturale dei frutti (fig. 25) aumenta con il procedere della maturazione.
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Ca
scol
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% d
el t
ota
le)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 25 – andamento della cascola naturale
Rispetto al grafico precedente si può osservare come la varietà Piantone di Falerone, che ha fatto
registrare le più basse resistenze al distacco, si caratterizza per i più alti valori di cascola soprattutto
nella fase finale del periodo d’osservazione.
L’andamento del prodotto pendente (fig. 26) mostra una continua diminuzione per il progressivo
aumentare dell’incidenza della cascola. La varietà Piantone di Falerone, caratterizzata dai valori più
elevati di cascola, ha fatto registrare la più bassa produzione pendente.
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80
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novPro
duz
ione
pe
nde
nte
(%
de
l to
tale
)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 26 – andamento della produzione pendente
In figura 27 è illustrato l’andamento della resa dello scuotitore in funzione del tempo: come per le
varietà in studio nella provincia di Ascoli Piceno i punti delle raccolte realmente effettuate sono
rappresentati in figura mediante pallini di grandi dimensioni, mentre i dati estrapolati sono
rappresentati dai vari simboli di dimensioni minori.
70
75
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa a
llo s
cuot
itore
(%
de
l to
tale
)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 27 – andamento della resa allo scuotitore
20
Per le varietà Piantone di Falerone, Raggia e Coroncina il valore si mantiene pressoché costante nel
corso della stagione, mentre per il Piantone di Mogliano si assiste ad un aumento tra la prima e la
seconda epoca.
In figura 28 è riportato l’andamento del contenuto in olio espresso sulla sostanza secca. Il grafico
mostra netti incrementi per tutte le varietà soprattutto a partire dai primi di ottobre.
3436
3840
4244
4648
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov 04-dic
Olio
su
secc
o (%
)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 28 – della resa in olio sulla sostanza secca
La Coroncina fa registrare il più basso contenuto in olio mentre, Piantone di Mogliano, Piantone di
Falerone e Raggia mostrano rese decisamente maggiori e tra di loro comparabili.
Per completezza si riporta anche il grafico dell’andamento della resa in olio delle drupe riferita alla
sostanza fresca (fig. 29).
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Olio
su
fre
sco
(%)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 29 – andamento resa in olio sulla sostanza fresca
Anche in questo caso la velocità del processo di inolizione aumenta a partire dai primi giorni di
ottobre per tutte le varietà. In figura 30 si riporta l’andamento della resa in olio corretta, ottenuta
dalla moltiplicazione della resa allo scuotitore della produzione pendente e della resa in olio sulla
sostanza fresca.
21
7
12
17
22
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novRe
sa in
olio
cor
rett
a (%
)Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 30– andamento resa in olio corretta
La sua diminuzione riscontrata per Raggia, Coroncina, e Piantone di Falerone si spiega
considerando il forte incremento della cascola che si è verificato nel corso della stagione. Il
Piantone di Mogliano, invece, fa registrare la più bassa cascola in epoca tardiva e quindi la sua
produttività aumenta fino a fine novembre.
La figura 31 rappresenta l’andamento della resa in olio reale ottenuta moltiplicando la resa in olio
corretta per l’indice di accrescimento dei frutti.
7
12
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27
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Piantone di M ogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 31– andamento resa in olio reale
Per il Piantone di Falerone l’epoca ottimale di raccolta si colloca a metà ottobre, per il Piantone di
Mogliano a fine novembre. Per quanto riguarda le varietà Raggia e Coroncina, invece, esse
mostrano andamenti di resa in olio reale altalenanti a causa probabilmente della maggiore
variazione di peso fresco dei frutti. Le epoche ottimali di raccolta risultano rispettivamente la prima
decade di novembre e metà ottobre.
La figura 32 riporta la variazione del peso fresco dei frutti rilevata nel corso della sperimentazione.
0
1
2
34
5
6
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15-set 05-ott 25-ott 14-novPe
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esc
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i fru
tti (
g)
Piantone di M ogliano Coroncina Raggia Piantone di Falerone
Fig. 32– andamento del peso fresco dei frutti
22
Per tutte le cultivar il dato aumenta con il procedere della maturazione anche se in maniera diversa
per le varietà e tra un campionamento ed il successivo.
Per quanto riguarda il peso secco (fig. 33) così come per il peso fresco, tutte le varietà fanno
registrare un aumento con il procedere della maturazione.
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0.5
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2.5
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Pes
o se
cco
dei f
rutt
i (g)
Piantone di mogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 33– andamento del peso secco dei frutti
L’andamento del rapporto polpa/nocciolo (fig. 34), conseguenza dell’accrescimento dei frutti,
aumenta con il procedere della stagione in linea con l’aumento del peso fresco dei frutti.
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3
4
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15-set 05-ott 25-ott 14-novRap
port
o po
lpa/
nocc
iolo
Piantone di mogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 34– andamento del rapporto polpa /nocciolo
Il Piantone di Mogliano fa registrare il più alto valore mentre la Raggia il valore più basso.
L’indice di invaiatura (fig. 35) aumenta col procedere della maturazione.
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1
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Indi
ce d
i col
ore
Piantone di mogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 35– andamento dell’indice di invaiatura
23
Piantone di Mogliano e Coroncina mostrano una invaiatura più tardiva rispetto alla Raggia e al
Piantone di Falerone, quest’ultimo presenta sin dall’inizio della prova una maggior pigmentazione
delle drupe.
La figura 36 riporta l’andamento della consistenza della polpa alla penetrazione e mostra la
diminuzione del dato per tutte le varietà in studio.
100
200
300
400
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15-set 05-ott 25-ott 14-novRe
sist
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a de
lla p
olpa
(g)
Piantone di mogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 36– andamento della consistenza della polpa alla penetrazione
La varietà Coroncina mostra i valori di consistenza della polpa più elevati mentre il Piantone di
Falerone raggiunge i livelli più bassi.
3.2.3 Province di Ancona e Pesaro – Urbino
Sirolo: cv Frantoio e Leccino (Azienda Mengarelli);
Fano: cv Raggiola (Azienda Gagliardi).
In figura 37 è illustrato l’andamento della resistenza al distacco delle drupe in funzione del tempo.
Per le varietà in studio nelle Province di Ancona e Pesaro – Urbino valgono le stesse considerazione
fatte in precedenza.
100
200
300
400
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600
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15-set 05-ott 25-ott 14-novRe
sist
enz
a al
dis
tacc
o (g
)
Leccino Frantoio Raggiola
Fig. 37– andamento della resistenza al distacco dei frutti
A causa di un forte attacco di mosca è stato necessario anticipare l’epoca della seconda raccolta per
cui per le varietà Leccino e Frantoio sono disponibili dati della resistenza al distacco per parte del
periodo di osservazione. Per quanto riguarda invece la varietà Raggiola, l’infestazione di mosca ha
raggiunto livelli tali da non poter eseguire due prove. Conseguentemente, per questa varietà, il
grafico in questione e quelli successivi risultano incompleti.
24
In figura 38 è riportato l’andamento della cascola naturale dei frutti. Pur dovendo anticipare la
raccolta delle varietà Frantoio e Leccino entrambe le branche poste in osservazione dall’inizio della
prova non sono state disturbate; questo ha permesso di misurare la loro produzione totale finale e
riferire ad essa la cascola misurata alle diverse date.
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10
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50
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novCa
scol
a (
% d
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ota
le)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 38 – andamento della cascola naturale
Per le varietà Leccino e Frantoio, già a partire dall’inizio della sperimentazione la cascola naturale
si attesta a livelli più alti rispetto alle altre località. Per la Raggiola, a causa delle dimensioni delle
piante e della necessità di anticipare la raccolta, l’andamento della cascola non è stato rilevato in
maniera completa.
Il prodotto pendente (fig. 39) diminuisce a causa dell’aumento della cascola.
5863
6873
7883
8893
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novPro
duzi
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pe
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nte
(%
de
l to
tale
)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 39 – andamento della produzione pendente
Come sopra detto, queste tre varietà hanno fatto registrare i più alti valori di cascola, il che ha
ovviamente pregiudicato la produzione pendente che mostra i valori più bassi in assoluto.
Nella figura 40 è illustrato l’andamento della resa al distacco; il grafico, per le ragioni sopra esposte
risulta parzialmente completo; per la sua interpretazione si rimanda alle considerazioni fatte in
precedenza per le altre province.
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70
75
80
85
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95
100
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-novRe
sa a
llo s
cuot
itore
(%
de
l to
tale
)Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 40 – andamento della resa allo scuotitore
Il Leccino fa registrare il più alto valore di resa al distacco mentre il Frantoio il più basso.
In figura 41 è riportato l’andamento del contenuto in olio espresso sulla sostanza secca. Il grafico
mostra netti incrementi per tutte le varietà soprattutto a partire dai primi di ottobre.
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38
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Olio
su
secc
o (%
)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 41 – della resa in olio sulla sostanza secca
Il Leccino fa registrare il più alto contenuto in olio mentre la Raggiola il più basso, mostrando
tuttavia una rapida inolizione in epoca precoce. Il Frantoio raggiunge rese simili al Leccino e si
caratterizza per un più graduale aumento del contenuto in olio.
Si riporta anche il grafico relativo alla resa in olio delle drupe sulla sostanza fresca (fig. 42).
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15
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov 04-dic
Olio
su
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sco
(%)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 42 – andamento resa in olio sulla sostanza fresca
Anche in questo caso si può osservare come il processo di inolizione aumenti a partire dai primi
giorni di ottobre per tutte le varietà. Per la varietà Frantoio, il lieve calo del contenuto in olio
26
espresso sulla sostanza fresca rilevato a fine ottobre, è da attribuirsi ad un aumento del peso fresco
dei frutti.
In figura 43 si riporta l’andamento della resa in olio corretta, ottenuta dalla moltiplicazione della
resa allo scuotitore della produzione pendente e della resa in olio sulla sostanza fresca.
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9
11
13
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Re
sa in
olio
cot
terr
a (%
)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 43– andamento resa in olio corretta
Delle tre varietà la Raggiola mostra la resa in olio corretta più alta, ma si ricorda che per questa
varietà è stata eseguita una sola prova di raccolta; il Leccino aumenta la sua resa in seconda epoca
mentre il Frantoio, penalizzato dalla cascola, mostra una sua diminuzione in epoca tardiva.
La figura 44 rappresenta l’andamento della resa in olio reale ottenuta moltiplicando la resa in olio
corretta per l’indice di accrescimento dei frutti.
7
9
11
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30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 44– andamento resa in olio reale
Rispetto al grafico precedente il Frantoio mostra un netto aumento di resa determinato
dall’incremento in peso dei frutti avvenuto nella seconda metà di ottobre; per Frantoio e Leccino
l’epoca ottimale si colloca nella terza decade di ottobre.
La figura 45 è riporta la variazione del peso fresco dei frutti rilevata nel corso della
sperimentazione.
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4
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15-set 25-set 05-ott 15-ott 25-ott 04-nov 14-nov 24-nov 04-dicPe
so fr
esc
o de
i fru
tti (
g)Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 45– andamento del peso fresco dei frutti
Per tutte le varietà il dato aumenta con il procedere della stagione.
Per quanto riguarda invece il peso secco (fig. 46) il Frantoio mostra i valori più alti mentre i
Leccino i più bassi; per la Raggiola si hanno incrementi di peso costanti fino all’ultimo
campionamento.
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0.5
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Pes
o se
cco
dei f
rutt
i (g)
Leccino Sirolo Frantoio Raggiola
Fig. 46– andamento del peso secco dei frutti
Il rapporto polpa/nocciolo (fig. 47), aumenta con il procedere della stagione in linea con l’aumento
del peso fresco dei frutti.
1.01.52.02.53.03.54.04.55.0
15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Rap
port
o po
lpa/
nocc
iolo
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 47– andamento del rapporto polpa /nocciolo
Il Leccino fa registrare il più alto valore mentre la Raggiola il valore più basso.
L’indice di invaiatura (fig. 48) aumenta col procedere della maturazione.
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1
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15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Indi
ce d
i col
ore
Leccino Sirolo Frantoio Raggiola
Fig. 48– andamento dell’indice di invaiatura
Il Leccino presenta il maggior livello di pigmentazione, il Frantoio il più basso e manifestando una
invaiatura tardiva.
La figura 49 riporta l’andamento della consistenza della polpa alla penetrazione e mostra la
diminuzione del dato per tutte le varietà in studio.
100150200250300350400450500
15-set 05-ott 25-ott 14-nov
Re
sist
enz
a de
lla p
olpa
Leccino Sirolo Frantoio Raggiola
Fig. 49– andamento della consistenza della polpa alla penetrazione
Per tutte e tre le varietà col procedere della maturazione la consistenza della polpa si riduce; il
Leccino mostra la consistenza minore mentre la Raggiola la più alta.
3.3 Parametri analitici e sensoriali degli oli estratti
I risultati delle analisi dei principali parametri analitici e sensoriali degli oli estratti vengono
riassunti e messi a confronto nelle due tabelle di seguito riportate.
29
O/(P+L) di riferimento *
Riferimento Epoca 1 Epoca 2 Epoca 1 Epoca 2 Epoca 1 Epoca 2
Frantoio-Sirolo 0,42 0,38 10,6 15 3,83 3,65 4,04
Leccino-Sirolo 0,2 0,2 3,9 4,4 3,64 3,68 4,09
Raggiola-Fano 0,5 19,7 3,74 3,94
Raggia-Potenza Picena 0,41 0,3 7,8 8,9 2,96 3,07 4,19
Coroncina-Potenza Picena 0,28 0,44 10,2 5,2 3,04 2,91 4,40
Piantone di Falerone-Potenza Picena 0,42 0,19 10,2 4,3 2,30 2,60 4,22
Piantone di Mogliano-Potenza Picena 0,28 0,34 3,7 4,4 4,59 4,61 4,79
Carboncella-Ascoli Piceno 0,27 0,25 4,6 3,7 2,98 3,11 4,59
Sargano-Ascoli Piceno 0,28 0,28 9,1 7 2,97 2,94 4,48
Leccino-Ascoli Piceno 0,24 0,17 4,3 6,1 3,20 3,26 4,09Ascolana Tenera-Lapedona 0,49 0,41 7,8 4,1 3,95 4,30 5,05
Acidità (% di ac. Oleico %)
Perossdi (meq O2/Kg)
O/(P+L)
Tab. 1 – Confronto dei parametri analitici tra gli oli delle due epoche
(*) Fonte: Alfei B., Pannelli G., Santinelli A., - 2001. Varietà di olivo nelle Marche. ed. ASSAM, Ancona.
Per quanto riguarda l’acidità libera, dal confronto delle due epoche, si osserva per la maggior parte
delle varietà, una sua lieve diminuzione negli oli della seconda raccolta; a questa tendenza fanno
eccezione la Coroncina e il Piantone di Mogliano, entrambe a Potenza Picena. Tale comportamento
anomalo può essere giustificato da un attacco di Bactrocera oleae che ha influito sul livello
qualitativo degli oli soprattutto in prima epoca, dato che successivamente sono cadute le olive
maggiormente danneggiate dall’insetto.
Il numero di perossidi aumenta tra la prima e seconda epoca per alcune cultivar mentre per altre
diminuisce, senza mostrare, per le diverse località e varietà, propensioni particolari legate a fattori
specifici. Il numero assai elevato di perossidi della Raggiola è giustificato da un forte livello di
infestazione di mosca sulle drupe. Il rapporto ac. Oleico/(ac. Palmitico + ac. Linoleico) non si
modifica significativamente tra la prima e la seconda epoca. Tuttavia il dato, a conferma del
decorso stagionale più caldo, assume per tutte le varietà considerate valori tendenzialmente bassi e
sempre inferiori ai livelli di riferimento riportati in bibliografia.
Dall’osservazione della tabella 2 si nota come i polifenoli totali diminuiscano col procedere della
maturazione assumendo i valori più bassi negli oli ottenuti dalle olive raccolte tardivamente. Il
valore estremamente basso della Raggiola si spiega con il decadimento qualitativo dell’olio a causa
della mosca.
30
Polifenoli totali (mg/kg olio) Voto analisi sensoriale Colore Fluidità
Cultivar/ Località Epoca
1 Epoca
2 Epoca
1 Epoca
2 Epoca
1 Epoca
2 Epoca
1 Epoca
2
Frantoio, Sirolo
742 490 7.8 7.4 giallo con
riflessi verdi
verde con riflessi gialli
media medio bassa
Ascolana tenera,
Lapedona 701 632 8.4 7.9
giallo con riflessi verdi
giallo media media
Raggiola, Fano
188 6.8 giallo con
riflessi verdi
medio-bassa
Raggia, Potenza Picena
857 412 7.0 8.2 verde con
riflessi gialli giallo
medio-bassa
medio-elevata
Coroncina, Potenza Picena
592 551 7.3 8.0 verde con
riflessi gialli
giallo con riflessi verdi
medio-bassa
media
Piantone di Falerone, Potenza Picena
562 532 7.7 7.8 giallo giallo medio-bassa
medio-elevata
Piantone di Mogliano, Potenza Picena
485 207 7.4 7.3 giallo con
riflessi verdi giallo
medio-bassa
media
Carboncella, Ascoli Piceno
654 598 7.7 7.7 verde con
riflessi gialli giallo media media
Sargano di Ascoli, Ascoli Piceno
306 333 7.0 7.7 giallo con
riflessi verdi giallo media media
Leccino, Sirolo
661 476 6.1 7.5 verde con
riflessi gialli
verde con riflessi gialli
medio-bassa
medio-bassa
Leccino, Ascoli Piceno
648 331 7.2 7.3 giallo giallo medio-bassa
media
Tab. 2 – Contenuto di polifenoli e voto analisi sensoriale negli oli delle 2 diverse epoche
Il voto dell’analisi sensoriale è stranamente più basso in prima epoca sugli oli di Raggia, Coroncina,
Sargano di Ascoli e Leccino a causa della forte siccità, che ha portato ad una nota di secco/legno di
Ascoli Piceno; nella Raggiola e nel Leccino di Sirolo il punteggio è invece compromesso dal
problema della mosca, più evidente in prima che in seconda epoca nel Leccino di Sirolo per quanto
precedentemente detto. Non si eveindenziano differenze significative tra le due epoche negli oli
delle altre varietà, tranne Ascolana tenera e Frantoio che evidenziano la migliore qualità sensoriale
in prima epoca.
I successivi grafici riportano i profili sensoriali dei diversi oli messi a confronto in relazione alla
diversa epoca di raccolta, completati dalle note che esprimono le particolari sensazioni percepite
all’assaggio.
31
Provincia di Ascoli Piceno
Carboncella (loc. Ascoli Piceno)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Sargano d'Ascoli (loc. Ascoli Piceno)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Leccino (loc. Ascoli Piceno)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Epoca I: leggero secco/legno
I epocaII epoca
I epocaII epoca
I epocaII epoca
32
Ascolana Tenera (loc. La Pedona)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
\\
Provincia di Macerata
Piantone di Falerone (loc. Potenza Picena)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Coroncina (loc. Potenza Picena)
0
1
2
3
4
5fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Epoca I: leggero secco/legno
I epocaII epoca
I epocaII epoca
I epocaII epoca
33
Raggia (loc. Potenza Picena)
0
1
2
34
5fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Epoca I: leggero secco/legno
Piantone di Mogliano (loc. Potenza Picena)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Provincia di Ancona e Pesaro-Urbino
Frantoio (loc. Sirolo)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
I epocaII epoca
I epocaII epoca
I epocaII epoca
34
Leccino (loc. Sirolo)
0
1
2
3
4
5fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Epoca I: mosca
Raggiola (loc. Fano)
012345
fruttato
erba
amaro
piccante
dolce
mandorla
carciofo
pomodoro
Epoca I: mosca
Per la Provincia di Ascoli, Ascolana tenera e Sargano di Ascoli migliorano in epoca II, mentre
Carboncella e Leccino sono migliori in prima epoca. In Provincia di Macerata la Coroncina
migliora in epoca II, il Piantone di Falerone e la Raggia rimangono pressoché invariate, mentre il
Piantone di Mogliano risulta migliore in epoca I. Per la Provincia di Ancona gli oli con profili
sensoriali migliori sono quelli ottenuti da olive raccolte in epoca I; per la provincia di Pesaro-
Urbino, mancando una seconda raccolta, non è stato possibile effettuare il confronto.
Per gli oli di alcune varietà sono state percepite anche sensazioni di “secco” o “legno” ma solo in
prima epoca di raccolta, imputabili agli effetti della precedente, forte siccità.
3.4 Efficienza delle macchine raccoglitrici e maturazione delle drupe
Come già detto nel paragrafo “Materiali e metodi ”, la resistenza al distacco e i diversi indici di
maturazione sono stati determinati sia prima che dopo le operazioni di raccolta; questo ha permesso
di confrontare lo stato di maturazione delle drupe cadute per effetto dell’azione degli scuotitori con
I epocaII epoca
35
quelle rimaste sulla pianta e quindi di capire se le macchine raccoglitrici agissero in maniera
selettiva, determinando prevalentemente la caduta dei frutti più maturi.
Il confronto del livello di maturazione dei frutti raccolti è stato fatto sulla base della comparazione
dei seguenti parametri: contenuto in olio, indice di invaiatura, consistenza della polpa, resistenza al
distacco.
I grafici in figura 50 e 51 riportano i contenuti in olio delle diverse varietà, rispettivamente in prima
e seconda epoca; per ognuna di esse vengono messi a confronto i dati relativi al prodotto raccolto
meccanicamente con a quello residuo raccolto manualmente.
Epoca I
05
101520253035404550
P. di M
oglia
no
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Frant
oio
Raggi
a
Coron
cina
S. d'Asc
oli
Lecc
ino
(AN)
P. di F
alero
ne
Raggio
la
Carbo
ncell
a
Olio
su
secc
o (%
)
Raccolto residuo
Fig. 50– Olio su secco, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Epoca II
0
10
20
30
40
50
60
P. di
Mog
liano
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Fran
toio
Raggia
Coron
cina
S. d'A
scoli
Lecc
ino (A
N)
P. di
Faler
one
Raggio
la
Carbo
ncell
a
Olio
su
secc
o (%
)
Raccolto residuo
Fig. 51– Olio su secco, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Dalla loro osservazione si evince che, per quanto riguarda il contenuto in olio delle olive, non
esistono rilevanti diversità tra il prodotto raccolto e quello residuo; le minime differenze osservabili
sono infatti da imputare all’inevitabile componente di errore sperimentale dei dati e non hanno
quindi rilevanza statistica.
Anche per l’indice di invaiatura non si segnalano significative differenze tra il prodotto raccolto e
quello residuo (fig. 52 e 53).
36
Epoca I
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
P. di
Moglia
no
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Fran
toio
Raggia
Coron
cina
S. d'A
scoli
Lecc
ino (A
N)
P. di
Faler
one
Raggio
la
Carbo
ncell
a
Indi
ce d
i col
ore
Raccolto residuo
Fig. 52– Indice di invaiatura, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Epoca II
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
P. d
i Mog
liano
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Fran
toio
Raggia
Coron
cina
S. d'A
scoli
Lecc
ino (A
N)
P. d
i Fale
rone
Raggio
la
Carbo
ncell
a
Indi
ce d
i col
ore
Raccolto residuo
Fig. 53– Indice di invaiatura, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Le difformità in epoca I, rilevate per alcune varietà, non si ripetono in epoca II; così come quelle
riscontrate in epoca II non si verificano in epoca I; il fatto che tali differenze non si manifestino in
maniera tendenziale permette di sostenere l’uguaglianza tra il prodotto raccolto e quello residuo.
Anche per la consistenza della polpa (fig. 54 e 55) valgono le stesse considerazioni fatte per il
contenuto in olio delle drupe e per l’indice di invaiatura.
Epoca I
050
100150200250300350
P. di M
oglia
no
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Franto
io
Raggia
Coronc
ina
S. d'A
scoli
Lecc
ino (A
N)
P. di F
alero
ne
Raggiol
a
Carbon
cella
Pen
etro
met
ria
Raccolto residuo
Fig. 54– Consistenza della polpa, confronto tra prodotto raccolto e residuo
37
Epoca II
0
50
100
150
200
250
300
P. di M
oglia
no
Lecc
ino (
AP)
A. Ten
era
Frant
oio
Raggia
Coron
cina
S. d'A
scol
i
Lecc
ino (A
N)
P. di F
alero
ne
Raggi
ola
Carbo
ncell
a
Pen
etro
met
riaRaccolto residuo
Fig.55– Consistenza della polpa, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Anche per la resistenza al distacco (fig. 56 e 57) non è possibile evidenziare differenze di
comportamento tra le olive raccolte per effetto dello scuotitore e quelle rimaste sulla pianta.
Epoca I
0
100
200
300
400
500
600
P. di M
oglia
no
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Franto
io
Raggia
Coron
cina
S. d'Asc
oli
Lecc
ino (
AN)
P. di F
alero
ne
Raggi
ola
Carbo
ncell
aRes
iste
nza
al d
ista
cco
(g)
Raccolto residuo
Fig. 56– Resistenza al distacco, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Epoca II
0
100
200
300
400
500
600
700
P. di M
oglia
no
Lecc
ino (A
P)
A. Ten
era
Franto
io
Raggia
Coron
cina
S. d'A
scoli
Lecc
ino (
AN)
P. di F
alero
ne
Raggi
ola
Carbo
ncell
aRes
iste
nza
al d
ista
cco
(g)
Raccolto residuo
Fig. 57– Resistenza al distacco, confronto tra prodotto raccolto e residuo
Dalle osservazioni dei grafici non emergono quindi differenze tali da poter suggerire un’azione
selettiva degli scuotitori.
38
4. Discussione
In tabella 3 vengono riportate, per le varietà in studio nelle diverse Province e le epoche ottimali di
raccolta sia meccanica che tradizionale; le prime sono dedotte dall’osservazione dei risultati
sopraesposti e si riferiscono quindi all’anno di sperimentazione, le seconde sono quelle riportate in
bibliografia.
Nella colonna di destra, inoltre, compaiono i dati ottenuti escludendo dal calcolo della resa reale il
parametro efficienza dello scuotitore in modo da simulare la raccolta manuale del prodotto. Le
figure 58, 59, e 60 mostrano l’andamento della resa in olio reale riferita alla raccolta manuale in
funzione del tempo per le province rispettivamente di Ascoli Piceno, Macerata, Ancona e Pesaro-
Urbino.
10
15
20
25
30
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Leccino (AP) Ascolana Tenera Sargano d'Ascoli Carboncella
Fig. 58– Resa in olio reale (raccolta manuale) Provincia di Ascoli
10
1520
2530
3540
45
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Piantone di mogliano Raggia Coroncina Piantone di Falerone
Fig. 59– Resa in olio reale (raccolta manuale) Provincia di Macerata
10
15
20
25
30
30-set 10-ott 20-ott 30-ott 09-nov 19-nov 29-nov
Re
sa in
olio
re
ale
(%
)
Frantoio Leccino (AN) Raggiola
Fig. 60– Resa in olio reale (raccolta manuale) Province di Ancona e Pesaro-Urbino
39
In questo caso, quindi, la resa in olio reale è ottenuta moltiplicando la percentuale in olio delle
drupe per il prodotto pendente; il dato non considera le perdite di prodotto dovute allo scuotitore ma
soltanto quelle imputabili alla cascola.
In tabella 3 vengono riportate, per le varietà in studio nelle diverse province, le epoche ottimali di
raccolta sia meccanica che tradizionale; le prime sono dedotte dall’osservazione dei risultati
sopraesposti e si riferiscono quindi all’anno di sperimentazione, le seconde sono quelle riportate in
bibliografia. Nella colonna di destra, inoltre, compaiono i dati ottenuti escludendo dal calcolo della
resa reale il parametro efficienza dello scuotitore in modo da simulare la raccolta manuale del
prodotto.
Provincia VarietàEpoca di raccolta
tradizionale *Epoca di raccolta
meccanica
Epoca di raccolta tradizionale (Annata
2007/08)Leccino (AP) Entro la metà di novembre Metà ottobre Metà ottobre
Ascolana Tenera Entro novembre Inizio novembre Inizio novembreSargano d'Ascoli Fine novembre Inizio novembre Fine ottobre
Carboncella Fine novembre Metà novembre Fine ottobre
Piantone di Mogliano Metà novembre Fine novembre Fine ottobre
Raggia Metà novembre Inizio novembre Inizio novembreCoroncina Tra novembre e dicembre Fine ottobre Fine ottobre
Piantone di Falerone Entro la metà di novembre Metà ottobre Metà ottobre
Frantoio Metà novembre Fine ottobre Fine ottobre
Leccino (AN) Entro la metà di novembre Fine ottobre Fine ottobreRaggiola Metà novembre ---------------- ----------------
* Fonte: Alfei e Pannelli 2002. Guida alla razional e coltivazione dell’olivo. Ed. ASSAM, Ancona
Ascoli Piceno
Macerata
Ancona Pesaro-Urbino
Tab. 3 – confronto tra l’epoca ottimale di raccolta meccanizzata (annata 2007/2008) e tradizionale
Dal confronto tra le epoche ottimali di raccolta manuale e meccanica per il 2007, si può osservare
come l’epoca ottimale non cambia con il tipo di raccolta (tranne che per Piantone di Mogliano,
Carboncella e Sargano d’Ascoli, la cui epoca ottimale di raccolta meccanica è leggermente
ritardata).
Dal confronto tra le epoche ottimali di raccolta manuale nel 2007, e quelle riportate in letteratura,
appare evidente il forte anticipo di maturazione verificatosi per l’annata in studio, per tutte le varietà
e province. Tale fenomeno è sicuramente da attribuirsi allo sfavorevole andamento climatico; infatti
fino ai primi giorni di ottobre, per tutte le località, il clima è stato caratterizzato da elevate
temperature e da scarsissima piovosità estiva; solo successivamente si sono verificate precipitazioni
intense ed un contemporaneo abbassamento delle temperature. L’assenza delle condizioni
climatiche favorevoli alla maturazione dei frutti, portando le piante in una condizione di stress, ha
determinato l’accelerazione dei processi fisiologici responsabili della maturazione, causandone il
40
generale anticipo; tale circostanza è ampiamente confermata dall’andamento di tutti gli indici di
maturazione monitorati.
I dati a disposizione mostrano risposte assai diversificate a condizioni produttive poco favorevoli,
evidenziando notevoli differenze varietali. Infatti, l’entità dell’anticipo nella maturazione,
verificatosi per tutte le varietà studiate (confronto delle due epoche di raccolta tradizionale, tab. 3)
varia da cultivar a cultivar, raggiungendo in alcuni casi anche un mese e mezzo di differenza.
In ordine agli aspetti qualitativi del prodotto, le diverse varietà hanno mostrato comportamenti tra
loro diversi, il che non permette di formulare giudizi generalizzati. Infatti i parametri analitici e
sensoriali a disposizione non mostrano un peggioramento degli oli in seconda epoca; al contrario in
alcuni casi gli oli migliori sono stati quelli ottenuti da olive raccolte tardivamente. Questo è
probabilmente dovuto al fatto che in prima epoca gli oli risentivano più dello stress idrico, poi
attenuato per il verificarsi di piogge prima della seconda epoca. Questa interpretazione è confermata
anche dal fatto che il difetto di secco/legno, rilevati su alcuni oli in prima epoca, è scomparso in
seconda epoca.
Il parametro nutrizionale (O/P+L) ha fatto registrare sia in epoca I che in epoca II valori sempre al
di sotto di quelli di riferimento (tab. 1) a causa dell’andamento stagionale particolarmente caldo
verificatosi nell’annata in studio ed evidenziabile, tra l’altro, dall’analisi dei gradi giorno, calcolati
secondo la formula [(Tmin+Tmax)/2]-7,5, dove Tmin = temperatura minima giornaliera in °C;
Tmax = temperature massima giornaliera in °C; 7,5 valore di temperatura minima al di sotto della
quale la crescita e l’attività metabolica si possono considerare trascurabili.
In tabella 4 vengono riportati sia i gradi giorno calcolati nel corso della stagione 2007 che la loro
media relativa al decennio 1997/06, ad eccezione delle stazioni di Fermo e Montelupone in cui, a
causa della mancanza dei dati, il valore medio riguarda il periodo compreso tra il 2000 ed il 2006.
31-gen 28- febr 31-mar 30-apr 31-mag 30-giu 31-lug 31-ago 30-set 31-ottMedia 1997/06 11,25 32,20 113,03 255,32 568,55 1002,31 1513,68 2026,61 2386,21 2639,49
2007 59,49 117,40 244,40 499,53 888,43 1376,37 1963,01 2482,27 2828,13 3063,34Media 1997/06 21,70 56,91 163,34 335,18 683,02 1161,51 1721,17 2266,38 2660,91 2947,89
2007 1,45 112,70 249,10 510,20 903,20 1405,80 2025,50 2580,00 2936,60 3175,70Media 1997/06 7,25 24,09 96,72 239,40 549,68 978,76 1487,98 1996,01 2355,27 2611,58
2007 21,30 52,50 125,00 294,70 625,60 1068,50 1601,50 2060,90 2352,30 2533,80Media2000/06 8,23 19,13 85,71 218,14 511,94 922,59 1407,76 1891,14 2225,39 2470,61
2007 50,30 102,70 215,90 425,60 790,20 1270,80 1833,70 2356,80 2686,45 2913,25Media 2000/06 12,89 25,81 104,29 257,07 565,56 986,66 1488,46 1994,03 2354,04 2631,73
2007 37,20 90,90 210,70 436,60 815,20 1296,40 1865,30 2386,00 2723,80 2957,60
Fano
Montelupone
Fermo
Camerano
Maltigliano
Tab. 4 – confronto della dinamica dei gradi giorno tra l’anno 2007 ed il precedente decennio 1997/06
Confrontando la dinamica dei gradi giorno così calcolati è possibile osservare chiaramente come il
2007 sia stato più caldo della media delle precedenti annate. Infatti, gia a partire dal 31 maggio, in
tutte le località monitorate, si rendevano disponibili i 580 gradi giorno necessari per la fioritura
41
dell’olivo; tale fatto fornisce inoltre un’ulteriore spiegazione, in aggiunta alla siccità, dell’anticipo
della maturazione dei frutti verificatosi per tutte le varietà in studio.
Per quanto concerne il confronto del prodotto raccolto con gli scuotitori e quello residuo raccolto
manualmente, per tutti gli indici considerati e per la resistenza al distacco, non sono state
evidenziate reali differenze. I risultati, quindi, confermano la tesi secondo cui l’efficienza delle
macchine raccoglitrici non dipende tanto dal livello di maturazione delle olive ma dalla loro
posizione sulla pianta e dall’efficacia con cui le vibrazioni della macchina si trasmettono alla
chioma.
5. Considerazioni finali
La presente sperimentazione, essendo riferita ad una sola annata, per di più caratterizzata da un
andamento climatico particolarmente siccitoso e caldo, e da forti attacchi di Bactrocera oleae, non
consente di trarre conclusioni certe e generalizzabili riguardo l’epoca ottimale di raccolta meccanica
delle diverse cultivar marchigiane. L’epoca ottimale di raccolta manuale, infatti, è risultata molto
anticipata rispetto a quella generalmente consigliata in letteratura. L’epoca ottimale di raccolta
meccanica, comunque, è risultata simile, per quasi tutte le cultivar, a quella ottimale per la raccolta
manuale. Se questo fatto fosse confermato in altre annate, si potrebbe concludere che l’impiego
dello scuotitore non cambia il periodo ottimale di raccolta, rendendo le informazioni esistenti in
letteratura circa l’epoca ottimale di raccolta manuale, valide anche per la raccolta meccanica.
I dati a disposizione confermano che in annate particolarmente calde e siccitose l’olivo accelera la
maturazione dei frutti. In questo contesto diviene difficile individuare un periodo di raccolta
ottimale a calendario, mentre sarebbe più opportuno seguire l’evoluzione della maturazione in
tempo reale, decidendo di anno in anno il periodo migliore in base agli indici di maturazione.
Circa la qualità degli oli, ad eccezione del contenuto in polifenoli, non è stata evidenziata una
tendenza univoca tale da poter affermare che gli oli derivanti da una raccolta precoce siano migliori
di quelli derivanti da una raccolta tardiva.
L’influenza del clima sulla velocità di maturazione delle olive e sulle caratteristiche qualitative del
prodotto finito fa sì che, in annate sfavorevoli, si accentui la difficoltà nel conciliare il già difficile
compromesso tra quantità e qualità delle produzioni ottenibili, anche in virtù delle differenze
varietali evidenziate.
Alla luce dei cambiamenti climatici in atto, il ripetersi di annate caratterizzate da un’anomala
distribuzione delle precipitazioni e da temperature particolarmente elevate rappresenta
un’eventualità sempre più probabile. Lo studio proposto fornisce un quadro organico delle
42
conseguenze produttive causate da annate di questo tipo ed evidenzia le problematiche cui il settore
olivicolo sarà presto chiamato a rispondere a seguito dall’evolvere del clima.
Ringraziamenti
Il Centro di Agrometeorologia dell’ASSAM che ha collaborato mettendo a disposizione gli
elementi meteoclimatici registrati sul territorio regionale necessari alla valutazione del progetto.
43
Bibliografia consultata
Alfei B., Fileni L., Santinelli A., Pannelli G., 1998. Preliminari osservazioni sul comportamento
produttivo delle principali varietà locali di olivo delle Marche. Atti “IV Congresso Nazionale
Biodiversità”. Alghero, 8-11 Settembre: 253-258.
Alfei B., Cavezza G., Santinelli A., Pannelli G., 1999. Osservazioni sul comportamento agronomico
di alcune varietà autoctone e alloctone di olivo nelle Marche. Atti “V Convegno Nazionale sulle
Biodiversità”. Caserta, 9-10 Settembre: 91-100.
Alfei B., Pannelli G. (a cura di), 2002. Guida alla razionale coltivazione dell’olivo. Da esperienze
condotte nelle Marche. Ed. Regione Marche-ASSAM, Ancona: 239 pgg.
Alfei B., Cavezza G., Santinelli A., Pannelli G., 2003. Ulteriori genotipi autoctoni di olivo
selezionati nelle Marche. Atti convegno “Germoplasma olivicolo e tipicità dell’olio”. Perugia, 5
dicembre: 17-21.
Alfei B., Cavezza G., Santinelli A., Pannelli G., 2004. Comportamento agronomico e produttivo
delle varietà autoctone di olivo delle Marche. Atti “2° Convegno sulle Piante Mediterranee:
Valorizzazione delle Risorse e Sviluppo Sostenibile”. Agrigento, 7-8 ottobre: 185-191.
Bongi G., 2004. Modelli produttivi in olivicoltura. Olivo e Olio, 9: 8-14.
Pannelli G., Alfei B., Santinelli A., 1998. Varietà di olivo nelle Marche. Ed. ASSAM-Marche,
Ancona: 108 pgg.
Pannelli G., Alfei B., Santinelli A., 2001. Varietà di olivo nelle Marche. Ed. ASSAM, Ancona: 192
pgg.
Pannelli G., 2005. Cambia il clima e cambia anche l’olio. Olivo e Olio, 10: 14-16.
Peri G., Pipitone F., 2001. Raccolta meccanica delle olive: indagine sui livelli di maturazione delle
drupe che massimizzano la resa totale in olio per tre varietà di olive. Rivista di Ingegneria
Agraria, 1: 46-53.
Tombesi A., Capoccia L., Boco M., Farinelli F., 2006a. Studio sull’evoluzione degli indici di
maturazione per ottimizzare l’epoca di raccolta delle olive. Rivista di Frutticoltura, 3: 12-19.
Tombesi A., Rufolo M., Pilli M., Farinelli D., 2006b. Influenza dell’epoca sulla qualità dell’olio e
sulle rese di raccolta dalle olive con vibratori ed intercettatori. Rivista di Frutticoltura, 3: 47-50.
44
APPENDICE
Relazione di fine primo anno per il progetto:
Epoche di maturazione dell’olivo per la raccolta meccanizzata
Attività divulgativa
Sabato 14 giugno 2008 c/o azienda agrobiologia “Il Cartofaro”, Ascoli Piceno:
partecipazione del Dr Giuseppe Carluccio al “Convegno sulla mosca dell’olivo”, durante il quale
sono stati esposti i risultati del progetto relativamente alla provincia di Ascoli Piceno (in allegato il
programma della manifestazione);
Venerdì 18 luglio 2008 c/o sala consigliare ASSAM, Ancona:
partecipazione all’incontro tecnico “Maturazione delle olive, raccolta meccanica e qualità dell’olio.
Risultati del progetto “epoche di maturazione dell’olivo per la raccolta meccanizzata”, anno 2007
(L.R. 37/99). Nell’occasione il Dr Adolfo Rosati ha illustrato la relazione “Raccolta meccanica su
varietà marchigiane e qualità dell’olio in funzione dello stadio di maturazione e dell’andamento
stagionale”, mentre il TG3 regionale ha registrato e messo in onda un servizio sulla manifestazione
(in allegato locandina della manifestazione e copia della registrazione video).
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