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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Documento di background sui criteri ambientali minimi per l’acquisto di serramenti
esterni e assimilabili che delimitano l’edificio verso l’esterno o verso locali non
riscaldati da parte della pubblica amministrazione
Indice
1. SCOPO DEL DOCUMENTO ............................................................................................................. 2
2. PRODOTTI INTERESSATI .............................................................................................................. 2
3. RIFERIMENTI PER I CRITERI AMBIENTALI ........................................................................... 2
3.1 Il quadro di riferimento europeo ed italiano e le fonti normative del GPP .............................. 2
3.2 Requisiti dei criteri ambientali ..................................................................................................... 4
3.3 Procedura e metodologia per la definizione dei criteri ............................................................... 4
4. I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI ........................................................................................ 5
5. I CRITERI ............................................................................................................................................ 6
5.1 Criteri relativi al miglioramento delle prestazioni energetiche in fase di uso ........................... 7
5.2 Criteri relativi alla produzione dei serramenti ............................................................................ 9
6. IL MERCATO ................................................................................................................................... 12
7. CONSIDERAZIONI SUI COSTI ..................................................................................................... 14
8. OSSERVAZIONI E COMMENTI RACCOLTI DAI SOGGETTI INTERESSATI ................... 15
9. POSSIBILE EVOLUZIONE DEI CRITERI .................................................................................. 15
10. ACRONIMI ........................................................................................................................................ 15
11. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI .................................................................................................. 16
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SCOPO DEL DOCUMENTO
Questo documento di approfondimento è complementare al documento “Criteri ambientali
minimi per l’acquisto di serramenti esterni e assimilabili che delimitano l’edificio verso
l’esterno o verso locali non riscaldati da parte della pubblica amministrazione” e ha lo
scopo di fornire indicazioni sulla metodologia seguita per identificare tali criteri, sui
riferimenti normativi e sul mercato dei prodotti in questione, in modo da offrire un quadro
più approfondito rispetto ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) selezionati e alle altre
informazioni presenti sul documento stesso.
PRODOTTI INTERESSATI
I prodotti interessati da questo documento di background e dai relativi criteri ambientali
minimi sono i serramenti esterni e assimilabili, quali finestre (apribili, fisse, verticali,
orizzontali, inclinate, manuali, motorizzate), portefinestre, porte esterne pedonali, vetrine
comprensivi degli infissi (telai fissi e mobili) ed eventuali chiusure oscuranti
(avvolgibili/tapparelle, persiane, scuri, frangisole, cassonetti), considerando le parti
trasparenti e/o opache che le compongono, che delimitano l’edificio verso l’esterno o
verso locali non riscaldati, utilizzate nel settore dell’edilizia residenziale e scolastica. Tali
chiusure sono richiamate nel seguito del documento come “serramenti esterni”.
I materiali considerati per i serramenti esterni sono il legno, i metalli (l’alluminio,
l’acciaio e le leghe d’alluminio), la plastica (PVC) e i materiali compositi (alluminio-
legno, legno-alluminio, PVC-alluminio, altri eventuali).
RIFERIMENTI PER I CRITERI AMBIENTALI
3.1 Il quadro di riferimento europeo ed italiano e le fonti normative del GPP
Le opportunità offerte dal Green Public Procurement (GPP) stanno suscitando un notevole
interesse a livello internazionale e negli ultimi anni sta sviluppandosi un crescente
impegno politico in questa direzione.
In particolare, la Commissione Europea ha riconosciuto il GPP quale strumento
fondamentale per incentivare la sostenibilità dei modelli di produzione e consumo, capace
di stimolare il mercato e favorire l’innovazione tecnologica, incoraggiando lo sviluppo di
prodotti ad alta efficienza ambientale lungo l’intero ciclo di vita. Il GPP, uno degli
strumenti cardine di tipo volontario a supporto della Politica Integrata di Prodotto
(Integrated Product Policy, IPP) e di quella relativa al Consumo e Produzione Sostenibile
(Sustainable Consumption and Production, SCP), consiste nell’integrazione di criteri
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ambientali nelle procedure di approvvigionamento di beni e servizi della Pubblica
Amministrazione, permettendo la riduzione delle pressioni sull’ambiente, il rispetto delle
disposizioni normative e di indirizzo previste in materia e la razionalizzazione della spesa
pubblica. Viene, infatti, introdotto il concetto del costo totale del bene/servizio che
include, accanto al prezzo d’acquisto, anche i costi indiretti (ad esempio quelli connessi
all’utilizzo e allo smaltimento del prodotto), in modo da compiere scelte d’acquisto
convenienti in un’ottica di medio e lungo termine (approccio della metodologia Life Cycle
Costing).
Considerando che gli appalti pubblici costituiscono più del 16% del Prodotto Interno
Lordo (PIL) europeo, è evidente come il GPP possa orientare positivamente il mercato sia
dal lato della domanda che dell’offerta, favorendo l’innovazione tecnologica ed
incoraggiando le imprese a sviluppare prodotti ad alta efficienza ambientale.
In quest’ottica, quindi, la politica europea ha definito un percorso di diffusione del GPP a
livello comunitario e ha anche incoraggiato i Paesi membri ad adottare Piani d’Azione
Nazionali (PAN) per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica
Amministrazione, affinché entro il 2010 il 50% delle procedure pubbliche di acquisto sia
“verde”, sia in termini numerici che di valore monetario.
Sulla base delle strategie comunitarie, in Italia è stato recentemente approvato il “Piano
d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”,
ovvero il Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement (PAN GPP) (Decreto
Interministeriale n.135 del 11 aprile 2008 (pubblicato sulla G.U. n. 107 dell’8 maggio
2008, emanato ai sensi della Legge n. 296/2006 (Legge Finanziaria 2007), articolo 1,
commi 1126, 1127, 1128)), conforme alle indicazioni delle Comunicazioni europee
relative al Consumo e Produzione Sostenibile (COM (2008) 397) e al GPP (COM (2008)
400).
Tale Piano, i cui obiettivi strategici sono principalmente l’efficienza e il risparmio nell’uso
delle risorse (in particolare dell’energia con conseguente riduzione di CO2), la riduzione
dell’uso di sostanze pericolose e quella dei rifiuti prodotti prevede la definizione di Criteri
Ambientali Minimi da inserire nei bandi di gara delle Pubbliche Amministrazioni per gli
acquisti di beni e servizi. Sono state selezionate 11 categorie merceologiche prioritarie
d’intervento tra cui quella dell’edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifici con
particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle
strade). Tale settore è significativamente rilevante per l’economia italiana, rappresentando
circa il 12% del PIL ed essendo responsabile di notevoli impatti ambientali tra i quali
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l’utilizzo di risorse energetiche e di materie prime. Per quanto riguarda il consumo di
energia primaria, ad esempio, le fasi di costruzione, ristrutturazione e gestione degli edifici
sono responsabili di circa il 45% del fabbisogno nazionale.
Il PAN GPP consentirà, di conseguenza, di incidere positivamente su altre problematiche
ambientali quali la riduzione delle emissioni inquinanti e dei relativi rischi ambientali.
Il quadro normativo europeo ed italiano è riportato nei riferimenti bibliografici.
3.2 Requisiti dei criteri ambientali
I requisiti che i criteri ambientali soddisfano sono i seguenti:
rispetto dei principi della normativa sugli appalti (trasparenza, non discriminazione, ...)
e in particolare delle prescrizioni relative alla definizione delle specifiche tecniche, dei
criteri premianti, dei mezzi di prova;
corrispondenza alle caratteristiche di beni e servizi effettivamente disponibili in misura
significativa sul mercato italiano ed europeo;
capacità di contribuire in modo significativo alla riduzione degli impatti ambientali
lungo il ciclo di vita del prodotto (inclusa la fase di uso).
3.3 Procedura e metodologia per la definizione dei criteri
I CAM sono definiti nell’ambito delle attività del Comitato di Gestione GPP/IPP, istituito
con D.M. 185 del 18 ottobre 2007, coordinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare. Tale Comitato ha la funzione di coordinamento operativo delle
attività per il PAN GPP ed è costituito dai rappresentanti di: Ministero dell’Ambiente,
dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze, Regioni, CONSIP, ENEA,
ISPRA, ARPA.
Il Comitato opera attraverso Gruppi di Lavoro specifici che analizzano e selezionano i
CAM, seguendo una procedura che prevede momenti di approfondimento e confronto con
i rappresentanti dei produttori interessati. Definita la proposta dei criteri, essi sono
presentati per un confronto allargato al Tavolo di Lavoro Permanente per il PAN GPP il
quale, costituito tra gli altri da Confindustria, Associazioni di Categoria e dei
Consumatori, Enti Locali e Territoriali ha funzioni di tipo consultivo.
In particolare, per quanto riguarda i prodotti in questione, il Gruppo di Lavoro
“Materiali/prodotti da costruzione” è coordinato da ENEA.
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Per una descrizione della procedura e delle diverse fasi di analisi e confronto con i soggetti
interessati si rimanda al paragrafo 4.4 del PAN GPP.
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI
I serramenti esterni sono un elemento particolarmente sensibile degli edifici. Le finestre,
in particolare, devono assicurare il soddisfacimento di molteplici esigenze (funzioni):
adeguata illuminazione degli interni; adeguata schermatura della radiazione solare estiva;
corretta possibilità di ventilazione; buon isolamento termico (estivo e invernale); buon
isolamento acustico; difesa dagli agenti atmosferici e dall’intrusione di malintenzionati;
coordinamento all’architettura esterna e interna dell’edificio e al contesto storico-
urbanistico circostante.
Queste esigenze (funzioni) possono in alcuni casi anche essere in contrasto l’una con
l’altra. Il miglior compromesso per soddisfare queste diverse necessità deve essere
valutato caso per caso in relazione, tra l’altro, alle caratteristiche d’uso dell’edificio, al
clima e all’esposizione.
Gli impatti ambientali dei serramenti esterni nel loro intero ciclo di vita sono dovuti
principalmente al consumo di energia primaria dovuto alla necessità di compensare gli
scambi termici con l’esterno (ed alla necessità quindi di provvedere al condizionamento
invernale ed estivo) in fase d’uso. Tali scambi si traducono in un elevato consumo di
energia e, di conseguenza, in un’elevata produzione ed immissione nell’ambiente di CO2 e
di altre emissioni inquinanti.
Ulteriori impatti sono dovuti all’uso di energia e di materie prime nelle fasi di produzione,
di manutenzione e di fine vita. E’ difficile definire in modo esatto il contributo percentuale
della fase di uso ai potenziali impatti ambientali dell’intero ciclo di vita di un serramento.
Tale contributo, infatti, dipende da numerosi fattori tra i quali la categoria di impatto
ambientale che si considera, la vita utile del serramento, la zona climatica in cui il
serramento è montato, la sua esposizione, le caratteristiche e le modalità di uso
dell’edificio. Orientativamente si può affermare che la fase di uso pesa per circa il 70-80%
dell’intero impatto ambientale della vita di una finestra per la categoria di effetto serra e
per il fabbisogno di energia primaria.
Va notato però che l’importanza degli impatti legati alla fase di produzione dei prodotti da
costruzione è destinata a crescere, particolarmente nei nuovi edifici, in uno scenario in cui
le costruzioni stanno diventando più efficienti dal punto di vista energetico e in cui quindi
l’impatto della fase di uso dell’edificio diminuisce.
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Nello schema successivo (Tab. 1) sono riportate le cause dei i principali impatti ambientali
e l’approccio suggerito dal GPP per la loro mitigazione.
Cause dei principali impatti
ambientali Approccio GPP
Dispersioni di energia termica
in fase d’uso
Utilizzo di energia, materie
prime e sostanze chimiche in
fase di produzione
Produzione di rifiuti in fase di
produzione e a fine vita
Promozione dei concetti di architettura
bioclimatica nella progettazione
dell’edificio.
Utilizzo di serramenti esterni
energeticamente efficienti.
Prolungamento della vita utile dei
serramenti esterni.
Utilizzo di materiali riciclati e di legno
proveniente da foreste gestite in modo
sostenibile.
Utilizzo di sostanze chimiche non
pericolose per l’uomo e l’ambiente.
Promozione di sistemi di recupero a
fine vita (per materiali e componenti).
Promozione di prodotti che possano
essere facilmente smantellati e riciclati
a fine vita.
Tabella 1 – Le cause dei principali impatti ambientali dei serramenti esterni ed approccio GPP per la
loro mitigazione
I CRITERI
I criteri sviluppati possono essere integrati sia nelle procedure di acquisto diretto di
serramenti esterni (appalti di fornitura) che in altri contratti che ne prevedano l’utilizzo
quali, ad esempio, gli appalti per interventi di ristrutturazione o manutenzione
straordinaria degli edifici.
I criteri sono stati suddivisi in “base” (o “core”) e in “avanzati” (o “comprehensive”). I
criteri base sono stati definiti in modo tale da essere utilizzabili da qualsiasi autorità
pubblica italiana con il minimo sforzo addizionale di verifica e il minimo aumento di
costi. I criteri avanzati sono stati pensati per essere utilizzati da organizzazioni che
vogliono comprare le migliori opzioni ambientali presenti sul mercato. Per verificare tali
criteri può essere richiesto un maggiore sforzo amministrativo o un maggiore costo
rispetto a prodotti con la stessa funzione. La loro adozione potrebbe essere vista come una
successiva evoluzione delle politiche di GPP a seguito di ulteriori verifiche di mercato.
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Tali criteri, sia base che avanzati, sono stati strutturati su due livelli: “specifiche tecniche”,
o criteri minimi, e “caratteristiche tecniche migliorative”, o criteri premianti. Il rispetto dei
primi consente l’accesso alla gara d’appalto, il rispetto dei secondi dà diritto invece ad un
punteggio aggiuntivo, definito nel bando di gara. I criteri premianti sono particolarmente
adatti all’utilizzo in procedure di acquisto secondo il metodo dell’offerta economicamente
più vantaggiosa. In ogni caso, l’utilizzo dei criteri ambientali non è rigido e non è quindi
preclusa la facoltà per le stazioni appaltanti di inserire nelle proprie procedure d’acquisto
criteri più restrittivi, stabilite in base al proprio mercato di riferimento e alla propria
esperienza.
I criteri definiti sono di natura prevalentemente ambientale. Essi riguardano le diverse fasi
di una procedura d’acquisto: individuazione dell’“oggetto dell’appalto”, “selezione dei
candidati”, “requisiti di conformità ambientale”, individuazione delle caratteristiche del
prodotto/servizio (“specifiche tecniche - criteri minimi” e “caratteristiche tecniche
migliorative - criteri premianti”), ed individuazione delle “condizioni di esecuzione della
fornitura”).
Tali criteri sono stati costruiti in base agli standard, alle etichette ambientali e agli studi di
Life Cycle Assessment (LCA) disponibili in letteratura. Gli standard e le etichette
ambientali analizzate per lo studio, sviluppati principalmente a livello europeo per il
settore delle finestre, sono indicati nei riferimenti bibliografici.
I criteri individuati sono relativi essenzialmente alla fase di uso dei serramenti esterni e,
quindi, al miglioramento delle loro prestazioni energetiche, ed alla fase di produzione e
sono espressi in modo da essere facilmente verificabili.
5.1 Criteri relativi al miglioramento delle prestazioni energetiche in fase di uso
Gli studi di LCA esaminati, indicati in bibliografia, indicano che i potenziali impatti
ambientali nel ciclo di vita dei serramenti esterni sono dominati dalla fase di uso. Fino a un
quarto dell’energia utilizzata in una stagione per riscaldare a 20 °C e condizionare a 26 °C
un edificio viene, infatti, dispersa dai serramenti esterni. Il criterio più importante per una
fornitura a ridotto impatto ambientale è quindi quello di acquistare un serramento con
prestazioni energetiche elevate. Nella definizione dei CAM è stato preso come riferimento
il D.M. 26 gennaio 2010 “Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia di
riqualificazione energetica degli edifici” che definisce i limiti di trasmittanza termica dei
serramenti necessari, nel 2010, per accedere alle detrazioni fiscali del 55% per la
riqualificazione energetica degli edifici. Sono fatti salvi eventuali requisiti più restrittivi
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richiesti dagli Enti Locali di riferimento poiché si tratta di materia concorrente tra Enti
Locali a Amministrazione centrale. Punteggi premianti sono assegnati per trasmittanze
inferiori a quelle previste dal decreto.
I valori della trasmittanza termica dei serramenti esterni (Uw) (comprensiva di parete
vetrata ed infisso) devono rispettare quindi come minimo i valori del D.M. 26 gennaio
2010, ovvero i valori ai fini delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico, in
applicazione del comma 345 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007 e ai sensi di cui
all’articolo 1, comma 20, della legge finanziaria 2008 (fatti salvi requisiti cogenti più
restrittivi richiesti dagli Enti Locali di riferimento).
Poiché le infiltrazioni provenienti dai serramenti esterni possono provocare dei rinnovi
d’aria eccessivi con relative dispersioni di calore, è stato inserito un requisito sulla classe
di permeabilità all’aria dei serramenti stessi. La permeabilità all’aria è la caratteristica di un
serramento chiuso di lasciare filtrare aria nel caso di una differenza di pressione tra
l’interno e l’esterno. La classificazione viene valutata secondo la norma UNI EN 12207
(“Finestre e porte - Permeabilità all’aria - Classificazione”), che prevede quattro classi di
prestazione (1, 2, 3, 4). La classe massima, che prevede le infiltrazioni di aria più ridotte, è
la classe 4. Per soddisfare i CAM la permeabilità all’aria delle finestre e porte finestre a
battente deve essere classificata almeno in classe 3 (almeno in classe 2 per finestre e porte-
finestre scorrevoli); la permeabilità all’aria delle porte deve essere classificata almeno in
classe 2 (per porte d’ingresso a battente con guarnizioni sui quattro lati e soglia inferiore
di battuta; almeno in classe 1 per le altre) misurata secondo il metodo di prova UNI EN
1026 (“Finestre e porte - Permeabilità all'aria - Metodo di prova”).
I fattore solare g è il rapporto tra l'energia termica globalmente trasmessa dalla lastra
(somma dell’energia trasmessa direttamente attraverso il materiale trasparente più la quota
parte di energia assorbita dal materiale e ri-emessa verso l’interno) e l’energia solare
incidente.
La trasmittanza luminosa τV è la frazione di luce naturale incidente sul componente
trasparente del serramento che penetra nell’ambiente interno. Le prestazioni in termini di
trasmissione della radiazione luminosa e solare sono state trattate dalla norma UNI EN
410 (“Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle
vetrate”).
Gli apporti solari attraverso i serramenti esterni hanno un ruolo nel bilancio energetico
dell’edificio. In inverno contribuiscono a limitare le perdite per dispersione e ventilazione;
nella stagione estiva sono la maggiore fonte di calore che determina i consumi per la
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climatizzazione. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante visto il continuo
aumento di richiesta di elettricità per la climatizzazione estiva, dovuto essenzialmente
all’incremento di installazioni nel settore residenziale.
È importante notare che il carico termico dovuto agli apporti solari è funzione di vari
parametri, tra i quali: zona climatica dell’edificio in esame, esposizione e giacitura delle
facciate dell’edificio, profili di utilizzo.
Il controllo della radiazione solare è conseguibile attraverso diverse soluzioni
tecnologiche, legate alla fase del processo edilizio in cui si opera.
Nel caso di un edificio in fase di progettazione si consiglia di adottare i principi della
architettura bioclimatica, ottimizzando l’esposizione dei serramenti e le loro dimensioni,
in modo da massimizzare l’apporto solare in inverno e minimizzarlo in estate. Risultano
molto utili nell’ultimo caso i sistemi di ombreggiamento e schermatura, fissi o
preferibilmente mobili.
Nel caso di un edificio già costruito è necessario valutare l’applicazione di sistemi di
schermatura che garantiscano un’adeguata protezione solare. Le schermature sono più
efficaci se montate all’esterno, poiché intercettano la radiazione solare prima che entri nei
locali. Le schermature possono essere mobili o fisse, come visto nel caso precedente. La
corretta applicazione delle schermature deve tenere conto anche degli aspetti
illuminotecnici, in modo da massimizzare l’utilizzo della luce naturale ed evitare i
fenomeni di abbagliamento degli occupanti. Rientrano nei sistemi di schermatura naturali
gli alberi e le piante che possono ombreggiare le facciate degli edifici.
Qualora vincoli esogeni o endogeni impediscano l’applicazione di elementi schermanti, è
possibile ottimizzare le prestazioni energetiche dell’involucro trasparente utilizzando
sistemi trasparenti selettivi, chiamati anche vetri a filtro solare. Sono così definiti quei
componenti trasparenti che realizzano un elevato isolamento termico (basso coefficiente
Uw), elevata trasmissione luminosa, basso fattore solare (g). L’applicazione di questi
componenti è consigliabile in climi moderati (tipicamente zone da A a D) e, per
esposizioni particolarmente critiche, ad esempio sud ed ovest, anche in climi più rigidi
(zona E), per ridurre i consumi energetici per la climatizzazione estiva o per migliorare le
condizioni di comfort termico in edifici non climatizzati. Nei CAM sono assegnati
punteggi premianti nel caso in cui le caratteristiche della vetrata risultino migliorative
rispetto ai requisiti progettuali.
5.2 Criteri relativi alla produzione di serramenti esterni
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I principali materiali utilizzati nella produzione dei serramenti esterni sono il vetro, il legno,
i metalli (l’alluminio, l’acciaio e le leghe d’alluminio) e il PVC. I potenziali impatti
ambientali sono dovuti all’uso di energia (ed alle emissioni conseguenti) e di materie
prime nelle fasi di produzione (estrazione e lavorazione dei materiali), di manutenzione e
di fine vita. Gli studi di LCA analizzati non consentono di identificare un materiale (legno,
metalli, PVC) nettamente migliore da un punto di vista ambientale, anche se al legno è in
generale riconosciuto un fabbisogno di energia primaria inferiore rispetto ai concorrenti.
La scelta del materiale per il telaio dipende inoltre da molteplici fattori (accessibilità del
serramento, condizioni di esposizione, fattori estetici) che vanno oltre l’aspetto ambientale
e che solo il progettista può valutare tenendo conto della specifica applicazione. I criteri di
GPP sono stati pertanto sviluppati con l’idea di selezionare i prodotti a minor impatto
all’interno di ciascun ambito materico.
Sono possibili diverse strategie per minimizzare gli impatti nella fase di produzione dei
serramenti esterni: alcune di queste sono comuni a tutte le tipologie di materiali (ad
esempio, il prolungamento della vita utile dei serramenti certificata dalla garanzia sul
prodotto), altre invece sono specifiche del materiale utilizzato.
Per ciascun materiale è stato inserito nei CAM un requisito cogente (specifica tecnica).
Per il legno (e la materia prima legnosa) il fornitore deve assicurare che il materiale
utilizzato provenga da foreste gestite in modo sostenibile o che non provenga da:
fonti illegali;
foreste che detengono un alto requisito di proteggibilità e che sono minacciate;
zone forestali in cui non vengono osservati diritti consuetudinari o diritti
fondamentali;
foreste trasformate in piantagioni o per sfruttamento non forestale.
Nel caso della materia prima legnosa è ammessa la provenienza da riciclaggio post-
consumo.
Nel caso dei materiali non rinnovabili (plastiche, metalli, vetro) il fornitore deve
dimostrare che siano state utilizzate le best practices nella loro produzione oppure, nel
caso di vetrate e profili in metallo, di aver implementato specifiche misure per la riduzione
del fabbisogno di energia primaria (e in particolare di quella di origine fossile) necessaria
al ciclo completo di fabbricazione di tali componenti. I riferimenti per l’individuazione
delle best practices sono i Reference Document on Best Available Techniques (BREF)
emessi dall’European IPPC Bureau per i polimeri, i metalli non ferrosi e il vetro e, ove
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disponibili, le “Linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche
disponibili” ex articolo 3 comma 2 del decreto legislativo 372/99, che tengono conto della
specificità delle aziende italiane. Nel caso del PVC è considerato accettabile, come
elemento di verifica, l’adesione a Vinyl 2010 2010. Vinyl 2010 è un’associazione
internazionale no profit, nata grazie ad un accordo volontario tra i produttori dell’industria
europea del PVC, finalizzata a promuovere un comportamento responsabile dell’intera
filiera industriale. Gli impegni assunti da Vinyl 2010 sono stati l’eliminazione dell’uso del
cadmio come stabilizzante per la produzione di manufatti in PVC per il mercato europeo
(marzo 2001) e la progressiva sostituzione (entro il 2015) degli stabilizzanti al piombo con
sistemi a base di calcio-zinco. Altro fondamentale impegno riguarda la raccolta e il
riciclaggio del PVC post-consumo: a livello europeo, infatti, nel 2008 sono state riciclate
circa 194.950 tonnellate di PVC post-consumo, con crescita del 30% sull’anno precedente,
anticipando di due anni l’obiettivo fissato per il 2010 (Progress Report 2009, Vinyl 2010).
Il riciclo di materiali non rinnovabili presenta numerosi vantaggi ambientali: la presenza
di un elevato contenuto di riciclato è stato inserito, quindi, come criterio premiante. Nel
caso dell’alluminio e dei metalli in genere, il vantaggio principale del riciclaggio consiste
nella riduzione dell’energia necessaria per la fabbricazione dei profili (il fabbisogno di
energia per un prodotto riciclato è circa il 5% di quella necessaria alla fabbricazione di un
prodotto di alluminio primario), mentre nel caso del PVC si riducono i potenziali problemi
dovuti al suo fine vita.
Ulteriore criterio premiante è l’assenza di specifici composti chimici nelle materie
plastiche vergini. I criteri sono stati desunti dall’etichetta ambientale White Swan per i
serramenti esterni che costituisce il riferimento più completo ad oggi esistente sul mercato.
Inserire requisito su organo stannici quando sarà disponibile dichiarazione ufficiale
dell’Associazione dei produttori profili in PVC.
I criteri “avanzati” prevedono come specifica tecnica che nella fase di fabbricazione dei
serramenti esterni non siano stati usati prodotti chimici (ad esempio colle, sigillanti,
preservanti, primers, vernici) classificati secondo determinate frasi di rischio. Il
riferimento anche in questo caso è l’etichetta White Swan. Il criterio mira ad evitare che i
serramenti oggetto della procedura di gara contengano sostanze classificate in varia misura
come rischiose per la salute e per l’ambiente.
Tra i criteri premianti dei criteri avanzati è previsto un punteggio aggiuntivo se il
fornitore, in caso di sostituzione dei serramenti esterni esistenti, garantisce che quelle
sostituite siano avviate al riciclaggio. Viene accordato un ulteriore punteggio premiante
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nel caso in cui i pannelli a base di legno diano luogo a emissioni di formaldeide inferiori a
quanto previsto dal Decreto 10 ottobre 2008 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali.
IL MERCATO
Secondo il rapporto “Market Tracking: Windows in Italy 2008”, dell’Interconnection
Consulting group, società di ricerche che ogni anno analizza il trend del mercato delle
finestre in Europa, il settore italiano dei serramenti è dominato dalla produzione di quelli
in legno e metallo. Il settore delle finestre in legno è uno dei più forti in Europa
occidentale, coprendo una quota di mercato pari a circa il 47%, quello delle finestre in
alluminio circa il 36% e il PVC circa il 14%. I serramenti misti, invece, sono circa il 3%.
Complessivamente, secondo il report dell’Osservatorio UNCSAAL del 2008, il mercato
italiano ha prodotto 7.5 milioni di serramenti (Tabella 2), pari a circa l’8,2% del totale
europeo.
Paese Milioni unità/finestre %
Francia 12,2 13,4
Germania 11,8 12,9
Spagna 12 13,2
Regno Unito 11,5 12,6
Italia 7,5 8,2
Polonia 6,2 6,8
Resto d’Europa 30 32,9
Totale 91,2 100
Tabella 2 – Produzione di serramenti dei pesi europei (UNCSAAL, anno 2008)
Per quanto riguarda il comparto dei serramenti metallici, ad esempio, il valore del settore
nel 2008 ha superato i 2.300 milioni di euro. Da uno studio di settore dell’Agenzia delle
Entrate rilasciato a giugno 2008, risultano censiti più di 18.000 “soggetti contributivi” nel
comparto rappresentato da UNCSAAL, così raggruppati:
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Figura 1 - Distribuzione dei contribuenti per forma giuridica del comparto rappresentato da
UNCSAAL
Da questi dati è evidente una scarsa concentrazione del comparto, ma, attraverso la lettura
de “L’industria dell’Involucro Edilizio – Evoluzione del settore e dinamiche competitive –
UNCSAAL 2007”, è altrettanto evidente come le società di capitali, pari a circa il 10% del
totale degli attori, rappresentino oltre i due terzi del fatturato del settore.
Per quanto riguarda il comparto legno, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate relativi al
2008, le imprese che operano con larga prevalenza nella produzione di serramenti in legno
in Italia sono più di 12.500 (con esclusione di imprese medio - grandi non interessate
dagli studi di settore), di cui oltre il 60% sono ditte individuali e circa il 30% società di
persone e in larghissima parte con meno di 5 addetti. Oltre a queste aziende con attività
prevalente, sono da segnalare inoltre almeno altre 5.000 aziende che producono in modo
marginale anche serramenti e infissi.
Altro dato interessante è relativo al settore dei serramenti in PVC. Secondo i dati forniti
dal Centro di Informazione sul PVC, nel 2008 le aziende italiane operanti nella
produzione delle finestre in PVC erano 350, per un totale di 3.800 addetti ed una
produzione di 7 milioni di metri quadri.
Analizzando il mercato dei serramenti è da segnalare il successo di quelli ad elevate
prestazioni termiche, favorito sia dall’applicazione delle normative europee e nazionali
sulle prestazioni energetiche degli edifici, sia dalle detrazioni fiscali del 55% per gli
interventi di ristrutturazione edilizia, finalizzati alla riqualificazione energetica, previsti
dalle recenti Leggi Finanziarie. La principale competizione si prevede pertanto che sarà
nell’ambito del residenziale.
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Le prestazioni del serramento (in particolare termiche e acustiche) saranno quindi fattori
decisivi per l’accesso al mercato. La legislazione nazionale sul risparmio energetico come,
ad esempio, il D.Lgs. 192/2005 e il D.Lgs. 311/2006, le Leggi Regionali e la cogenza
della Marcatura CE (prevista per febbraio 2010) saranno protagoniste di un’opera di
selezione degli operatori a cui è richiesto un ulteriore impegno da un punto di vista
organizzativo, produttivo e commerciale. Vista la frammentazione che caratterizza il
settore esaminato, sarà necessario un forte supporto da parte delle organizzazioni di
categoria per evitare la marginalizzazione delle piccole imprese.
CONSIDERAZIONI SUI COSTI
Il costo di un serramento medio oscilla tra i 250 e i 400 €/m2 con la possibilità di estendere
il limite superiore in funzione della qualità del serramento. A tali costi vanno aggiunti i
costi per la mano d’opera necessaria al montaggio. La percentuale di costo imputabile alla
sola parte trasparente varia mediamente tra il 10% ed il 30% del costo totale del
serramento. È necessario notare che i costi sono determinati da ragioni non
necessariamente legate alla qualità tecnologica del prodotto e spesso legate alla capacità
del tessuto produttivo di interagire con il territorio in cui opera. I limiti normativi posti alle
prestazioni di isolamento termico dei serramenti e della sola parte trasparente sono un
altro fattore che influenza i costi del prodotto.
Aumentare la qualità energetica di un prodotto provoca, inevitabilmente, un aumento dei
costi associato ad un risparmio energetico ed economico. I principali indicatori atti a
valutare l’efficacia economico-finanziaria di un investimento sono:
tempo di ritorno dell’investimento, espresso in anni, definito come “rapporto tra il
costo iniziale dell’investimento ed il risparmio economico conseguibile”;
valore attuale netto (VAN), espresso in euro, definito come “somma algebrica,
calcolata in un dato momento, di tutti i flussi di cassa originati da un investimento”.
Il primo è utile per determinare dopo quanto tempo i risparmi pareggiano l’investimento,
il secondo è utile per valutare i vantaggi economici dell’investimento al termine del ciclo
di vita stimato per il prodotto.
La stima di questi indicatori è estremamente complessa per i serramenti poiché essa
dipende da diversi fattori tra cui, solo per citarne alcuni, la destinazione e il profilo d’uso
dell’edificio, l’influenza su diversi tipi di consumi energetici (riscaldamento,
raffrescamento, ventilazione, illuminazione artificiale), le caratteristiche climatiche del
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sito, l’orientamento del serramento. Si ricorda inoltre che, nel caso di edifici di nuova
costruzione, il costo dell’investimento è dato dalla differenza tra il costo di un prodotto
standard e quello di un prodotto a più elevate prestazioni. Viceversa, nel caso di
ristrutturazioni, il delta costo è l’investimento totale, salvo che l’intervento non sia
programmato per altre ragioni (manutenzione straordinaria, rischi strutturali, ecc.).
Considerando cha a tutt’oggi i consumi energetici maggiori nel settore dell’edilizia
residenziale e scolastica sono legati al riscaldamento, considerando le detrazioni fiscali del
55% definite dalla finanziaria 2008, i tempi di ritorno per la sostituzione dei serramenti
sono stimabili tra i 4 ed i 10 anni. Nel caso di nuove costruzioni, la migliore qualità del
prodotto è generalmente ripagata con tempi di ritorno inferiori a 3-5 anni.
OSSERVAZIONI E COMMENTI RACCOLTI DAI SOGGETTI INTERESSATI
Se pertinenti e utili, sarà possibile inserire osservazioni e commenti, raccolti dai soggetti
interessati e nel Tavolo Permanente, ricevuti dalle associazioni di categoria o da altri
soggetti partecipanti alle consultazioni sui CAM. In particolare, saranno prese in esame le
osservazioni formulate dal Tavolo Permanente previsto dal Piano d’azione per la
sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione.
POSSIBILE EVOLUZIONE DEI CRITERI
Coerentemente con le possibili evoluzioni normative e regolamentari che incideranno sui
criteri ambientali dei prodotti in questione (es. definizione di misure nell’ambito della
Direttiva EUP, proposte in corso di direttive, regolamenti, normative e standard tecnici),
sarà possibile apportare modifiche ai criteri stessi. Lo stesso vale per possibili evoluzioni
della domanda (es. nuove esigenze o richieste da parte dei consumatori/Pubbliche
Amministrazioni) o dell’offerta (es. diffusione di nuove tecnologie) che possano incidere
sui criteri ambientali del prodotto.
ACRONIMI
ARPA: Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
CAM: Criteri Ambientali Minimi
CONSIP: Concessionaria Servizi Informativi Pubblici
ENEA: Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico
Sostenibile
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GPP: Green Public Procurement
IPP: Integrated Product Policy
ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
LCA: Life Cycle Assessment
PAN: Piano d’Azione Nazionale
PIL: Prodotto Interno Lordo
PVC: Cloruro di Polivinile
SCP: Sustainable Consumption Production
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Direttive e regolamenti europei
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ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative
relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle sostanze
pericolose:
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=9088:cs&lang=it&list=87730:cs,80173:cs,72847:cs,7
2809:cs,45241:cs,9088:cs,&pos=6&page=4&nbl=36&pgs=10&hwords=67/548/C
EE~&checktexte=checkbox&visu=#texte
Direttiva 97/69/CE della Commissione del 5 dicembre 1997 recante ventitreesimo
adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE del Consiglio
concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed
amministrative relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle
sostanze pericolose (testo rilevante ai fini del SEE):
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=218619:cs&lang=it&list=218619:cs,&pos=1&page=
1&nbl=1&pgs=10&hwords=97/69/EC~&checktexte=checkbox&visu=#texte
Direttiva 1999/45/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 31 maggio 1999
concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed
amministrative degli Stati membri relative alla classificazione, all’imballaggio e
all’etichettatura dei preparati pericolosi:
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=330259:cs&lang=it&list=420915:cs,340556:cs,26067
2:cs,330259:cs,&pos=4&page=1&nbl=4&pgs=10&hwords=1999/45/CE~&checkt
exte=checkbox&visu=#texte
Direttiva 2001/58/CE della Commissione, del 27 luglio 2001, che modifica per la
seconda volta la direttiva 91/155/CEE che definisce e fissa le modalità del sistema
di informazione specifica concernente i preparati pericolosi ai sensi dell’articolo 14
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della direttiva 1999/45/CE del Parlamento europeo e del Consiglio nonché quelle
relative alle sostanze pericolose conformemente all’articolo 27 della direttiva
67/548/CEE del Consiglio (schede dati di sicurezza):
http://eur-
lex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=
EN&numdoc=32001L0058&model=guichett
Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre
2002, sul rendimento energetico nell’edilizia:
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=283522:cs&lang=it&list=283522:cs,272671:cs,&pos
=1&page=1&nbl=2&pgs=10&hwords=2002/91~&checktexte=checkbox&visu=#t
exte
Direttiva 2004/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 Aprile 2004
relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute all’uso
di solventi organici in talune pitture e vernici e in taluni prodotti per carrozzeria e
recante modifica della Direttiva 1999/13/CE:
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=343625:cs&lang=it&list=471312:cs,470403:cs,45719
2:cs,457373:cs,446669:cs,343625:cs,413163:cs,340509:cs,342391:cs,&pos=6&pa
ge=1&nbl=9&pgs=10&hwords=2004/42/CE~&checktexte=checkbox&visu=#text
e
Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18
dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la
restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un’agenzia europea
per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il
regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della
Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della
Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE:
http://eur-
lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:396:0001:0849:IT:PDF
Direttiva 2008/58/CE della Commissione del 21 agosto 2008 recante trentesimo
adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE del Consiglio
concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed
amministrative relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle
sostanze pericolose (testo rilevante ai fini del SEE):
http://eur-
lex.europa.eu/Notice.do?val=479179:cs&lang=en&list=479179:cs,481154:cs,4631
66:cs,&pos=1&page=1&nbl=3&pgs=10&hwords=2008/58/EC~&checktexte=chec
kbox&visu=#texte
Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16
dicembre 2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle
sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e
1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006:
http://eur-
lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:353:0001:1355:IT:PDF
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Decisione 2009/425/CE della Commissione del 28 maggio 2009 che modifica la
direttiva 76/769/CEE del Consiglio per quanto riguarda le restrizioni in materia di
immissione sul mercato e di uso dei composti organostannici ai fini
dell’adeguamento dell’allegato I al progresso tecnico:
http://eur-
lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:138:0011:0013:it:PDF
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prestazionali - Parte 1: Finestre e porte esterne pedonali senza caratteristiche di
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ambientali auto-dichiarate (etichettatura ambientale di Tipo II)”:
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EIT
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Normativa italiana
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per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso
di solventi in talune pitture e vernici, nonché in prodotti per la carrozzeria”:
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/Testi/06161dl.htm
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”:
http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/06152dl.htm
Allegato III, Parte Quinta. “Emissioni di composti organici volatili”:
http://www.bosettiegatti.com/info/norme/statali/2006_0152_codice_ambiente_alle
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Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, “Disposizioni correttive ed
integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della
direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”:
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/06311dl.htm
Decreto Ministeriale 11 marzo 2008, Ministero dello Sviluppo Economico
“Attuazione dell’articolo 1, comma 24, lettera a), della legge 24 dicembre 2007, n.
244, per la definizione dei valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo e
di trasmittanza termica ai fini dell’applicazione dei commi 344 e 345 dell’articolo
1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296”:
http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/doc/dm_11-03-08.pdf
Decreto Interministeriale 11 aprile 2008, n. 135, Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare, “Approvazione del Piano d’azione per la
sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”:
http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=2881
Decreto 10 ottobre 2008, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche
Sociali, “Disposizioni atte a regolamentare l’emissione di aldeide formica da
pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e
soggiorno”:
http://www.gisac.it/file/159_15022009_DM_10_10_2008_Aldeide_formica.pdf
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del decreto 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici”:
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
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VKG-Keurmerk Label – quality label (for PVC window products):
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
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http://eippcb.jrc.es/reference/i&s.html
BAT per la produzione di metalli non ferrosi:
ftp://ftp.jrc.es/pub/eippcb/doc/nfm_bref_1201.pdf
BAT Linee guida recanti i criteri per l’individuazione e l’utilizzazione delle
migliori tecniche disponibili ex art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99
(Suppl. ord. n. 107 alla Gazzetta Ufficiale n. 135 del 13 giugno 2005). Linee guida
relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC:
2.5, b: Impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di
recupero (affinazione, formatura in fonderia), con una capacit? di fusione superiore
a 4 t/giorno per il piombo e il cadmio o a 20 t/g per tutti gli altri metalli;
3.3: impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla
produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno.
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PE Europe, Life Cycle Assessment of PVC and of principal competing materials,
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ICLEI - Local Governments for Sustainability, Sustainable Procurement:
http://www.iclei-europe.org/index.php?id=procurement
Progetto Procura + (ICLEI):
http://www.iclei-europe.org/index.php?id=4670
http://www.iclei-europe.org/index.php?id=4928 (manuale in italiano)
Progetto LEAP – Local Environmental management System and Procurement
(ICLEI):
http://www.iclei-europe.org/index.php?id=4095
http://www.leap-gpp-toolkit.org/
Link relativi a progetti in materia di GPP:
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Green Public Procurement: riferimenti italiani
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Portale AcquistiVerdi.it – il portale italiano dei prodotti ecologici:
http://www.acquistiverdi.it/
GPPnet – Rete italiana degli acquisiti pubblici verdi:
http://www.compraverde.it/
Gruppo di Lavoro sugli Acquisti Verdi GPP – della Rete delle Agende 21 Locali
della Regione Toscana:
http://agende21toscana.comune.fi.it/
http://www.comune.massa.ms.it/?q=node/1056
I Love Shopping…in Verde – Miniguida agli acquisti verdi per le pubbliche
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http://www.provincia.bologna.it/ambiente/Engine/RAServePG.php/P/2679110303
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L’ABC degli Acquisti Verdi Pubblici – Guida per gli acquisti verdi:
http://www.comune.massa.ms.it/documenti/agenda21/abcacquisti.pdf
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http://www.futurosostenibile.comune.re.it/strumenti/il-green-public-procurement
Comune di Reggio - Emilia – Linee guida locali di GPP:
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Provincia di Rimini – Regolamento per gli Acquisti Verdi:
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Green Public Procurement Training Toolkit per il settore delle costruzioni:
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http://ec.europa.eu/environment/gpp/pdf/toolkit/construction_GPP_background_re
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Sistemi di etichettatura di tipo III per materiali da costruzione
Elenco di schemi di EPD europei per i materiali da costruzione:
http://ec.europa.eu/enterprise/construction/internal/essreq/environ/lcarep/lcacursit.
htm
Sistema EPD svedese (contiene EPD relative al settore delle costruzioni):
http://www.environdec.com/pageId.asp
EPD per le finestre:
http://www.environdec.com/pageId.asp?id=130&menu=4,14,0&epdId=161
PCR per le finestre:
http://www.environdec.com/pageID.asp?id=131&menu=3,7,0&pcrId=248
Sistema EPD del German Institute of Building and Environment (DIFBU) e.V.:
http://bau-umwelt.de/hp421/Declarations.htm
INIES – Database francese delle EPD relative al settore delle costruzioni (contiene
il documento “Declaration Environnementale et Sanitaire Suivant la Norme Nf P
01-010 - Fenetres et portes-fenetres en PVC a double vitrage”, dicembre 2005):
http://www.inies.fr/default.asp
Associazioni di produttori
Assovetro – Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro:
http://www.assovetro.it/
Centro di informazione sul PVC:
http://www.pvcforum.it
Federlegno:
http://www.federlegno.it
Consorzio Legno Legno – Consorzio Nazionale Serramentisti:
http://www.legnolegno.it/inizio/index.php
CNA Produzione - Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e
Media Impresa:
http://www.cna.it/produzione/
Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe (UNCSAAL):
http://www.uncsaal.it/
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Autori: M. Tarantini, A. Dominici, P. Neri, M. Zinzi, I. Oberti
Vinyl 2010 – The European PVC industry commitment to sustainability:
http://www.vinyl2010.org/