Disagio ed intervento educativo
A A cura di
Silvia Giovenco
E’ IMPORTANTE NON
DIMENTICARE CHE…
UN BAMBINO O UN RAGAZZO CHE CREA CONFLITTI O COMPIE AZIONI
BULLISTICHE
E’ UN MINORE IN DIFFICOLTA’
FORSE
SOMMERSO DALLA PAURA DI SCOPRIRE LE PROPRIE FRAGILITA’, ALLAGATO
DALL’ANGOSCIA DI NON ESSERE AMATO E ACCETTATO
I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI DEI MINORI
METTONO IN DIFFICOLTA’ GLI ADULTI (GENITORI,
DOCENTI,..) I QUALI POSSONO SPERIMENTARE
SENTIMENTI DI INCAPACITA’ NELLA LORO GESTIONE
Possiamo vivere SENTIMENTI DI IMPOTENZA E DI FALLIMENTO
Possiamo avvertire SENSI DI COLPA
Possiamo sentirci FRUSTRATI
Possiamo diventare AGGRESSIVI
O IPERPROTETTIVI
AL BAMBINO O ALL’ADOLESCENTE ARRIVANO
COMUNQUE MESSAGGI DI UNA NON
ADEGUETA PRESA IN CARICO DEI SUOI
BISOGNI REALI E DELLE SUE ANSIE
L’ANSIA DEL MINORE AUMENTA
L’ADULTO DEVE INTERROMPERE QUESTO CIRCUITO VIZIOSO PERCHE’ …..
…… IN UN CLIMA DI ANSIA E DI TENSIONE
ALUNNO
SPECIE SE GLI ADULTI NON
CONDIVIDONO LE SCELTE
EDUCATIVE (coppia
genitoriale, team dei docenti) SPERIMENTA
RABBIA
IMPARA E
INTERIORIZZA
MODELLI DI
COMPORTAMENTO
VIOLENTI O DI
SUCCUBANZA
CHE POI AGIRA’
ALL’ESTERNO NELLA
RELAZIONE CON GLI
ALTRI
Per evitare l’insorgere di veri e propri
disturbi, sia in famiglia che a scuola,
da parte degli adulti occorre …
• Creare un ambiente educativo,
caratterizzato da coinvolgimento
emozionale da parte degli adulti, pronti
ad intervenire precocemente e a
sostenere i bambini e gli adolescenti.
• Ripensare alle modalità di ascolto, di
comunicazione, di lettura dei bisogni …
ASCOLTO
COMUNICAZIONE
LETTURA DEI
BISOGNI
In famiglia e a scuola occorre …
COINVOLGIMENTO
EMOZIONALE
Disporsi all’ascolto, dà avvio alla
comprensione dei bisogni e
a una buona comunicazione
Eppure …..
A volte, ascoltando i nostri giovani interlocutori
(figli, alunni, ecc..) crediamo di avere capito e
invece, forse, abbiamo soltanto decodificato il
messaggio in modo automatico, senza
comprendere (“cum prendere” = “prendere con”,
dentro di noi), senza chiederci cosa c’è
dietro/dentro quella comunicazione …
Perché???
IMPARIAMO AD
ASCOLTARE
ANCHE CON IL
CUORE …
Implica un alto livello di autoconsapevolezza
del/nel processo comunicativo.
L’ autoconsapevolezza entra in gioco quando
comprendiamo che spesso permettiamo ai
nostri filtri personali di mascherare,
trasformare, negare, dimenticare le
informazioni che riceviamo, per evitare di
guardare gli aspetti emotivi nascosti dietro le
parole.
Impariamo ad ascoltare le emozioni …
Le emozioni sono degli strumenti di
conoscenza fondamentali, se
sappiamo comprendere il loro
linguaggio. Non ci informano su cosa
vediamo, ma su come
guardiamo.
Il loro codice è relazionale e
analogico.
Aiutiamo i nostri alunni a sviluppare competenze
emotive
Sono espressione della
capacità
di gestire le emozioni (senza negarle o agirle), tanto in
rapporto a se stessi quanto nelle relazioni con gli altri
Competenze emotive
COMPETENZA PERSONALE
Determina il modo in cui controlliamo noi
stessi
•CONSAPEVOLEZZA DI SE’
•PADRONANZA DI SE’
COMPETENZA SOCIALE
Determina il modo in cui gestiamo le
relazioni con gli altri
•EMPATIA
•ABILITA’ SOCIALI
La consapevolezza di sé comporta
• La conoscenza dei propri stati interiori (di ciò che ci dispiace, delle nostre risorse e intuizioni …)
• Il riconoscimento delle proprie
emozioni e dei loro effetti sugli altri …
• La conoscenza dei propri punti di forza
e dei propri limiti
• La fiducia nel proprio valore e nelle
proprie capacità
COMPETENZE PERSONALI
La padronanza di sé comporta
la capacità di …
Dominare i propri
stati interiori, i
propri impulsi
distruttivi
(autocontrollo)
Mantenere standard di
onestà e integrità (facilita
un clima relazionale di
fiducia- affidabilità)
Assumersi
responsabilità nel
portare avanti i
propri compiti
(coscienziosità)
Essere disponibili a gestire i
cambiamenti e ad avere un
atteggiamento aperto di
fronte a idee, informazioni e
approcci nuovi
(adattabilità)
Rendersi conto che uno
stato emozionale interno
non necessariamente
corrisponde a ciò che
diciamo o esprimiamo con la
mimica
(contatto emozionale)
La padronanza di sé comporta
la capacità di …
Comprendere che il comportamento
emozionale- espressivo può avere
un certo impatto sugli altri e di
tenerne conto
(autoregolazione del
comportamento)
Comporta la
consapevolezza dei sentimenti, dei
bisogni e delle emozioni altrui attraverso la
risonanza emotiva
COMPETENZE SOCIALI
Valorizzazione della diversità (saper apprezzare le idee degli altri come contributo per uno scambio)
Empatia
Comprensione degli altri
(interesse per le loro preoccupazioni)
Disponibilità a
coinvolgersi nelle esperienze
emozionali degli altri, ad andare verso
l’altro, senza chiedere niente in cambio
(prosocialità)
Promozione
dello sviluppo altrui
(mettendone in risalto le abilità)
Capacità di esprimere gratitudine
(saper apprezzare le opportunità offerte
dagli altri)
Facilita
L’Empatia si impara
Al cinema una coppia di genitori insieme al figlio,
seduti, aspettano che inizi il film. Entra una donna
obesa e cerca di sedersi, ma non riuscendovi perché
la poltrona è troppo stretta, se ne va imbarazzata.
Uno dei genitori dice all’altro, mentre il bambino
ascolta: “Ben le sta. Se vuole guardarsi il film
insieme a noi, deve perdere un bel po’ di chili. Che
cicciona!”
Stessa scena, altri genitori. Uno dei due commenta
mentre il bambino ascolta: “Che scena triste. Deve
sentirsi davvero imbarazzata la signora. Dovrebbero
mettere a disposizione qualche poltrona più
spaziosa, così potrebbero sedersi anche le persone
come lei” Esempio (tratto da W. Voors “Il libro per i genitori sul bullismo” Feltrinelli)
“...E così io guarderò te con i tuoi occhi
e tu guarderai me con i miei..." (J.L. Moreno - Einladund zu einer begegnung, Vienna 1914)
Comportano la capacità di indurre risposte desiderabili negli altri
Abilità sociali
Implicano capacità di
Comunicare (messaggi chiari ed efficaci)
Favorire e alimentare relazioni
significative (costruzione dei legami)
Lavorare con gli altri per condividere obiettivi
(Cooperazione - Collaborazione)
Orientare costruttivamente gruppi e persone
(Leadership positiva)
Mediare e risolvere
situazioni di disaccordo (gestione
nonviolenta dei conflitti)
Verso quali competenze dobbiamo allora orientare i nostri
minori per prevenire i comportamenti violenti ?
EMOTIVE
RELAZIONALI PROSOCIALI
COMUNICATIVE/
NARRATIVE
Mettere in relazione
sensazioni corporee e
specifiche emozioni
Esprimere le diverse
emozioni
Riconoscere le proprie
e le altrui emozioni
Nominare definire e
gestire le emozioni
Tollerare la
frustrazione
Controllare la spinta
ad agire
•Appello delle emozioni
•Discutere sulle emozioni
•Disegno delle emozioni
•Mosaico delle emozioni
•Racconto delle emozioni
•Gioco dei sentimenti
•Diario di bordo
In famiglia e a scuola occorre …
• Dotare il rapporto adulto-
minore di saldi punti di
riferimento caratterizzati da
autorevolezza, coerenza,
presenza attenta.
Autorevolezza si, Autoritarismo no Es.: Un adulto (genitore o insegnante) dice a un minore:
"Devi fare quello che ti dico io!".
Il minore risponde: "Ma per quale motivo?".
E l’adulto incalza: "Per dieci motivi: il primo è che sono
io a dirtelo, gli altri nove non ti interessano!".
• L’AUTORITARISMO NON INCORAGGIA
• L’AUTORITARISMO ALIMENTA PAURE E RABBIA
• L’AUTORITARISMO GENERA CONFLITTO
• L’AUTORITARISMO FA SUBIRE ALLA VITTIMA UN ABUSO DI
POTERE
• L’AUTORITARISMO SCHIACCIA IL MINORE
• L’AUTORITARISMO UCCIDE LA CURIOSITA’
• L’AUTORITARISMO ZITTISCE
Incoerenza, disattenzione e assenza:
i nemici per la crescita psico-educativa
Ricordare sempre che
l’incoerenza degli adulti disorienta i
minori (es. cellulare, ascolto, fumo)
la disattenzione e l’assenza li fanno
soffrire: innescano rabbia, attivano un
profondo bisogno di “imporsi
all’attenzione” degli altri in qualunque
modo; possono dare origine ad una
ricerca di benefici secondari (es. droghe,
alcool, ecc..).
E ancora, per arginare il problema, gli
adulti devono …
Evitare di rischiare la pericolosa equazione:
deboli = buoni e prepotenti = cattivi
Controllare il linguaggio aggressivo o
svalutante verso i minori
Evitare di stigmatizzare i ruoli si rischia di
confermarne la percezione
Evitare forme di comunicazione che portano
alla generalizzazione nei confronti dell’alunno
difficile (“sei sempre il solito” che equivale a
dire “non cambierai mai”), in quanto si rischia
una predizione negativa.
Offrire sostegno e accogliere i sentimenti dei
minori (rabbia, tristezza, paura, vergogna …)
Comunicare che si ha fiducia che le cose
cambieranno
Comportarsi con gentilezza
Insegnare il valore della responsabilità
Aiutare i minori a trovare possibili soluzioni
sviluppando la capacità di problem-solving
Orientare i minori verso l’assertività (capacità
di comunicare in modo diretto, rispettoso e
chiaro ciò che si desidera)
Esempi di stili comunicativi:
Passivo: “Tieniti la bicicletta, andrò a piedi”
Aggressivo: “Ridammi la bicicletta o ti spacco
la faccia”
Assertivo: “Per favore, restituiscimi la
bicicletta: ne ho proprio bisogno”
L’assertività è lo stile comunicativo della
persona autorevole
Sviluppare nei minori la capacità di sostare nel conflitto
e di gestirlo in modo nonviolento
Offrire uno spazio di ascolto alle parti, lavorando
sulle loro emozioni e sui loro vissuti, in modo che si
riconoscano come persone e non come nemici
1) Cerchiamo di risolvere insieme il problema. Dobbiamo, però,
rispettare alcune regole (bisogna non interrompere chi parla,
ascoltarsi attentamente, riflettere su quanto viene detto);
2) Che cosa è accaduto (ognuno dà la sua versione dei fatti).
Mentre i ragazzi raccontano, l’adulto: • ascolta con partecipazione;
• si accerta che abbiano capito il racconto (Puoi ripetere con parole
tue ciò che ha detto il tuo compagno?)
• fa domande per capire meglio (Che cosa intendi dire? Puoi
spiegarmi meglio?);
• riformula con parole sue (Allora, se ho capito bene …);
• aiuta ad esprimere i sentimenti (Come ti sei sentito? Come pensi
che lui si sia sentito?) ;
• Chiarisce il problema, riassume e poi chiede: “Allora, che cosa è più
importante per te?”;
• Propone di trovare possibili soluzioni, di discuterle e valutarle (come
pensi si possa risolvere il problema? Cosa saresti disposto a fare?;
• Facilita la creatività nella ricerca di soluzione e giunge ad un accordo
(come potresti cambiare la tua proposta per lasciare soddisfatto
anche lui? Cosa vorresti che lui facesse per te? Come pensate di
migliorare i vostri rapporti in futuro?);
• Mette in evidenza i commenti positivi di una parte sull’altra e gli
interessi comuni;
• Scrive quanto è stato detto dalle parti, fa firmare l’accordo e ne dà una
copia ciascuno.
• Verifica che l’accordo venga rispettato nel tempo.
Attraverso questo processo di riconoscimento
reciproco dell’altro come persona si ha la
possibilità di:
responsabilizzarli verso l’altro;
dimostrare concretamente che i conflitti si
possono gestire anche senza l’uso della
violenza
Utilizzando questa tecnica:
o Si previene la violenza nelle classi;
o Si apprendono abilità sociali e strategie di
risoluzione nonviolenta dei conflitti
Lavorare con/per il gruppo-classe
Utilizzare le tecniche
dell’educazione
socio-affettiva:
Brainstorming;
Circle time;
Problem solving
Utilizzare
l’apprendimento
cooperativo:
Assegnazione di ruoli
specifici all’interno
del gruppo (classe o
di famiglia)
Chi vuole veramente comprendere
l’altro per aiutarlo deve diventare come
un esploratore di mondi possibili. I
segnali più importanti per lui sono
quelli che si presentano alla coscienza
come, al tempo stesso, trascurabili e
fastidiosi, marginali e irritanti, perché
incongruenti con le proprie certezze.
Bisogna imparare ad aprirsi a loro!
GRAZIE
PER
L’ATTENZIONE
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