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CH. PERELMAIS^

D I M O S T R A Z I O N E E A R G O M E N T A Z I O N E

Estiatto dalla liivista di FUosofia Volume XLVII - N. 4, Ottobre 1956

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DIMOSTRAZIONE E ARGOMENTAZIONE'

L' ines i s tenza di quals ias i teor ia deU'argomentaz ione nella fi-losofia moderna , r isul ta to dél ia r iduzione progress iva , pe rdu ran t e d a tre secoli, deU' ins ieme dél ia logica al solo s tudio délia d imo-s t raz ione (esame dei mezzi di p rova che ci consente di d imos t ra re la veri tà) , ci fornisce l ' indice più r agguardevo le del l ' inf luenza eser-c i ta ta da Descar tes sul pens ie ro occidentale . Corne è noto, la re-go la car tes iana del l ' ev idenza induce a respingere , a lmeno q u a n d o si t rat t i di teoria, tu t to ciô che non si impone a ogni mente ra-g ionevo le . « Tu t t e le volte, dice Descar tes nelle Regulae, che due uomin i e sp r imono sul la s tessa cosa un giudizio contrar io, è cer to che u n o dei due si sbag l ia : vi è di più, nessuno dei due poss iede la ver i tà , perché se délia ve r i t à u n o dei due avesse u n a v is ione ch ia ra e d is t in ta , po t rebbe espor la al suo avversar io in m a n i e r a ta ie che finirebbe per convincer lo ». Ne consegue che ciô che è sol-t a n t o verosimile, non mér i ta d ' e s se re sostenuto da un u o m o di sc ienza : « Cons ide rando q u a n t e opin ioni diverse per uno s tesso ar -g o m e n t o possono essere sos tenu te da persone dotte senza che tu t t a -v ia se ne possa mai avère p iù d ' u n a sola vera, io ero indo t to a r i tenere quas i per fa lso ciô che e ra sol tanto verosimile » {Discorso sul Meiodo, Pa r t e I) . N o n mér i t a il nome di scienza se non u n sape re indubbio , ga r an t i t o da l l ' i n tu iz ione o dalla d imos t raz ione .

* Prima délie tre lezioni tenute alla Facoltà di Lettere di Tolosa, il 7 e 1*8 aprile 1954 e pubblicate sugli Annal i délia Facoltà nel rovembre I9S4- - Tradu-zione dal francese di Magda Talamo.

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O r a è a p p u n t o in conformi tà con ques ta concezione che l ' idea di p rova è d iventa ta , nella t radiz ione filosofica moderna , s inon imo di p rova cos t r ingente . Nel Vocabolario délia Filosofia pubbl ica to dal La l ande , la prova è defini ta corne una operazione che porta l ' in te l l igenza a riconoscere in m o d o s icuro e un iversa lmente con-v incente (a lmeno in diritto) la veri tà di una proposizione conside-ra ta p r ima come dubb ia . L a concezione empir is ta délia prova non è g r a n che différente : <( La p rova non è la forza alla qua le la m e n t e cède ed è costret ta a cedere, ma quel la che, imponendos i a l la mente , ne renderà la credenza conforme al fa t to », ci dice J . S . Mill nel suo Sistema di Logica. Pe rché prova ci sia, occorre vi sia un e lemento ogge t t ivo — la veri tà d ' u n a proposiz ione, un f a t t o reale —, che sia r iconosciuto da tutt i gli uomini normal i g raz ie a una evidenza, razionale o sensibile, cioè alla reazione délia facol tà di conoscenza comune , si t rat t i di rag ione o di sensibi l i tà .

L ' i déa l e d ' u n a filosofia razionale o d ' u n a scienza empir ica mi r a a realizzare la comunione di tut t i gli uomini nelle medes ime ver i tà . So l t an to i pregiudiz i , le pass ioni , gli errori di me todo sono causa di errore e di d isaccordo. Ma , se cosl è, non si deve d u n q u e r i to rnare al Descar tes delle Regulae e condanna re a priori tut t i quell i che sono impegna t i non so l tan to in dibatt i t i politici, m a a n c h e in controversie filosofiche e re l ig iose? Non b i sogna g u a r d a r e con sospet to ai processi di qua ls ias i specie, in cui il d isaccordo dei part i t i è, per cosl dire, o rgan izza to , e dove l ' apparecch io e lo a p p a r a t o g iudiz iar io sono messi a servizio di persone che, invece di convincersi mediante prove s icure, cercano ch ia ramente di f uo r -v iare la giust iz ia con le loro pretese oppos te e le une e le al t re cosl poco d imost ra te ? U n raz iona l i smo s icuro di sé, con mire estese a tu t to il c a m p o délia conoscenza , non esi terebbe a d a n d a r e fino a ques to limite.

È da consta tare che, da Descar tes e Sp inoza ai g iorn i nostr i , le pretese dei raz ional ismo si sono a n d a t e sempre più r iducendo . D a K a n t , per il qua le solo le conoscenze razionaii sono necessarie , m a che, come Pasca l , r i servava accan to al sapere un pos to al la fede, fino a l l ' empi r i smo logico, il qua le considéra sc ient i f icamente giust i f icabi l i solo i giudizi empir ic i e anali t ici , il c a m p o deU' i r ra-z ionale non ha fa t to che crescere in proporz ioni inat tese . Anche la logica, lo s tudio dei mezzi di p rova , è s tato r idot to, come disc ipl ina scientif ica, a l l ' e same dei mezzi di deduzione , e, nel-l ' i nduz ione , a l l ' esame di quell i che permet tono di con fe rmare o d ' î n f i rmare le ipotesi, la cui invenzione sia cons idera ta come

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es t ranea al la logica . R i n u n z i a n d o aU ' imper ia l i smo razionalista dei secoli précèdent! , si a b b a n d o n a v a a l l ' i r razionale , alla sugges t ione e alla violenza tu t to ciô che i metodi esigenti délia logica e délia metodologia m o d e r n a non a r r ivavano a fondare in modo dimostra-tivo, ossia il c a m p o del l 'az ione, délia morale, del diri t to, délia po-litica, délie scienze u m a n e , délia filosofia e délia rel igione. Ques to campo, la cui i m p o r t a n z a a p p a r e tu t tav ia innegabi le , i nostri mo-derni P a r m e n i d i si accon ten tavano di t ra t ta r lo con disprezzo, non r inunz iando alla loro concezione délia prova d imost ra t iva , délia logica e délia r ag ione . D o p o tanti secoli, si assis teva di nuovo al r i torno de l l 'oppos iz ione classica ô6?a-83tiaTT)[iTi, de l l 'opin ione e délia scienza, u n a carat ter is t ica , in Grecia, dei confli t t i filosofici del 5° secolo a . C .

D o p o appass iona t i dibat t i t i , di cui si possono seguire le peri-pezie nei d ia loghi di P la tone , la mente posata e prat ica di Ari-stoteie g iunse a una conclus ione che pot rebbe forse cssere utile alla soluzione di ciô che io considero come la crisi del raziona-lismo con t emporaneo . Ne l l ' e same da lui in t rapreso dei nostri mezzi di r ag ionamen to , Aristotele aveva lasciato il posto, ac-can to ai r ag ionament i d imostra t iv i o anali t ici , anche aile prove dialet t iche, uti l izzate nella d iscuss ione : queste prove concernono a rgoment i che si possono forn i re a favore di un ' op in ione , di u n a tesi che si d i fende , o con t ro quelle che si a t taccano. L e prove dia­lettiche non s o n o più cos t r ingent i : non sono che verosimili , e non mi r a no che al la de te rminaz ione di ciô che è eiîÔoioç, délia mi-gl iore op in ione . A ques te prove e aile loro condizioni d ' app l ica -zione Aris totele dedica i Topici e la Retorica, opère che r iguarda-no l 'uso délia r ag ione in mater ie pra t iche e controverse . È noto che sot to l ' impu l so di Aristotele, d ' I soc ra te e, a R o m a , di Cicé­rone e di Qu in t i l i ano — per ci tare solo gli autor i di cui ci sono pervenute le opère —, i topici e la retorica si sono svi luppat i du­rante l ' an t ich i tà g reco - romana e il medio evo, per r a g g i u n g e r e la p iena t ior i tura d u r a n t e i secoli del R i n a s c i m e n t o . A par t i re dal X V I I I secolo, sot to l ' in f luenza di fat tor i diversi d ' o rd ine scienti-fico, filosofico, re l ig ioso e politico, le teorie délia discussione, del-l ' a rgomen taz ione e délia pe rsuas ione sono cadute p rogress ivamen-te in d isuso . L a retorica, più ancora sotto l ' i n f luenza dei ramisti che di P ie r re de la R a m é e stesso, f u r idotta allo s tud io dei t ropi e délie figure, di tu t to ciô che rende il l i n g u a g g i o ricercato e a m -polloso, e, sot to ques ta fo rma , essa è s ta ta^comple tamente discre-d i ta ta dal cul to roman t i co délia spontane i tà e délia naturalezza . Ma

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se, invece di at tenerci ai manua l i del bello stile, noi pens iamo a que l le che h a n n o rappresen ta to i topici e la retorica nel pensiero dei loro creatori , noi r i t roveremo quel la tecnica deU'argomentaz io-ne e délia pe rsuas ione la cui teoria è sconosciuta ai nostr i contem-porane i . I sp i randoc i agl i Ant ichi , dopo aver rettificato quel lo che le loro vedute po tevano avère d ' insuff ic iente , non sarebbe forse possibi le con t r ibu i re a un r innovamen to délia teoria deU 'a rgomen-tazione, r i n n o v a m e n t o che servirebbe, non g ià a sopp ian ta re , ma a comple ta re la teoria délia d imost raz ione che la logica fo rmale ci fornisce , il che ci permet terebbe di a l l a rgare in conseguenza la nos t ra concezione délia prova e délia r ag ione ?

P r e s s o gli an t ich i , i topici e la retorica dovevano forn i re una tecnica de l l ' a rgomen taz ione e délia persuas ione rag iona ta , perô queste due discipl ine e rano t ra t ta te con uno spi r i to diverso dal no-s t ro : nei topici , le prove dialet t iche e rano s tudia te alla s t r egua di quelle anal i t iche , senza preoccupars i m e n o m a m e n t e de l l 'ud i tor io . Nel la retorica, invece, l 'ud i tor io ha u n a par te essenziale, ma lo s tesso Aristotele non ha vis to in essa che una tecnica ada t ta esclu-s ivamente a d un udi tor io cost i tui to dal vo lgo incompétente : essa consiste essenz ia lmente nel l ' a r te di par lare in pubbl ico in modo persuas ivo .

Al logico, che si occupa di prove dialet t iche, in te ressano in­vece le tecniche de l l ' a rgomentaz ione , le quali pe rmet tono di ot-tenere o di accrescere l ' ades ione di un udi tor io quals iasi aile tesi che sono so t topos te al suo assenso . Il fa t to che la comunicaz ione con ques to udi tor io si s tabil isca per mezzo délia paro la o dello scri t to non avrà impor t anza per i nostri scopi, e noi t r a scure remo de l ibera tamente tut t i i capitoli de l l ' an t ica retorica che si r i fer iscono alla memor izzaz ione , a l l ' e locuzione o a l l ' az ione ora tor ia . Noi cre-d i a m o d ' a l t r a pa r t e che il d iscrédi te délia retorica, spec ia lmente presso i filosofi, fosse dovu to alla l imitazione del suo ogge t to , a sua volta dovu to alla l imi tazione de l l 'ud i tor io che l 'o ra tore si pro-poneva di convincere alla p ropr ia tesi . Po iché la retorica mi rava ad u n ' a z i o n e efficace su un udi tor io di incompetent i , le tecniche per riuscirvi non e rano affa t to ben accette ai filosofi. Si compren-dono cosl, e si condiv idono , le cri t iche sferzant i di P l a t o n e nel Gorgia. M a q u a n d o lo s tesso P la tone , nel Fedro, si p ropone di e laborare u n a retorica d e g n a del filosofo, ci dice che ques ta per­met terebbe di persuadere gli stessi dèi . P e r passare da u n a re­torica d e m a g o g i c a ad .una retorica filosofica, gli era bas ta to cam-biare udi tor io . S e è vero che colui che a r g o m e n t a mira al l 'eff ica-

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cia del s u o discorso, ques ta efficacia non è sola a misurare la q u a -lità d e i r a r g o m e n t a z i o n e , la qua le d ipende innegabi lmente dal la qua l i tà e dal la competenza délie ment i che devono essere convinte . P e r ins t au ra re una teoria de l l ' a rgomen taz ione val ida in généra le , che non si limiti ai b isogni délia pubbl ic i tà e délia p r o p a g a n d a , ma che possa i i luminarci sul f u n z i o n a m e n t o délia mente u m a n a nelle più diverse discipline, è essenziale general izzare la nozione di udi tor io al qua le si r ivolge l ' a rgomen taz ione . Si a rgomenta da­vant i a u n a folla r iuni ta in u n a p iazza , ma si a rgomenta anche davant i agl i allievi che si i s t ru iscono, davant i ad un giudice di t r ibuna le , davant i ai membr i d ' u n a associazione scientiiîca. Q u a n -do si t ra t ta d ' u n a decisione inter iore , d iba t t i amo con noi stessi il p ro e il con t ro . P u b b l i c a n d o u n ' o p é r a filosofica si cerca di convin-cere, t r ami te i lettori, tu t ta l ' u m a n i t à ragionevole : l 'udi tor io è co-s t i tu i to da tutt i coloro verso cui si d i r ige lo sforzo d ' a r g o m e n t a -zione de l l 'o ra tore . E non sono necessar iamente tutti quelli che asco l tano le sue parole , e n e m m e n o quell i ai quali si r ivolge espli-c i t amente . Le parole d ' u n capo di g o v e r n o alla t r ibuna par lamen-tare pos sono essere diret te, s ia ai soli membr i di un certo par t i to politico, sia a l l ' op in ione pubbl ica naz iona le o internazionale . E d ev iden temente , q u a n d o in un man i fes to , at taccato in un cafîé, si legge : « Bravo , F ido , non a r r ampica r t i sul d ivano », è da credere che ques te parole non s iano rivolte a l la specie canina , per q u a n t o essa sia e spressamente indica ta .

O g n i a rgomen taz ione è relat iva a un uditorio, e p resuppone , per essere efficace, un conta t to di men t i . Allorquandcr ^(la d imo-s t raz ione si présenta in una f o r m a i m p e r s o n a l e , ' i caratteri propr i

/ d e g l i in ter locutor i , nella misura in cui essi in tervengono, possono solo cost i tu i re un ostacolo alla b u o n a amminis t raz ione délia p rova^ e p o r f ^ t o . la persona del l 'o ra tore e quel la degli ascoltatori sono

.essenzial i nello svo lg imento d ' u n g r a n numéro di argomentazioni»; \\^e ciô, sia che il s is tema ent ro cui si r ag iona sia considerato corne

évidente e va l ido per quals iasi essere dota to di ragione, sia che v e n g a scelto per convenzione o per i po t e s i . jNon si puo discutere con u n a persona qualsiasi di u n a cosa quals iasi in un modo qua l ­siasi : numerose convenzioni e regole délia vita sociale de termina-no in m o d o piîi o m e n o r igoroso le condizioni prel iminari de l l ' a r ­gomen taz ione . Ta lvol ta lo scambio e la p ropagaz ione délie idée sono favor i t i , t a l ' a l t ra , invece, ne s o n o impedit i : gli stessi gover-ni che a n n e t t o n o la più g r a n d e i m p o r t a n z a a l l 'educazione e al la p r o p a g a n d a conoscono di solito la censu ra e il controllo dell 'e-

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spress ione del pens iero . P e r s u a d e r e e convincere non sono at t ivi tà p u r a m e n t e teoriche : esse p r e p a r a n o l 'azione e creano, per lo mè­ne , u n a disposiz ione a l l ' az ione , intensif icando con l ' a rgomen ta -zione l ' ades ione a certe tesi .

Ment re le proposiz ioni vere sono r i tenute non cont raddi tor ie e la d imost raz ione délia ver i tà d ' u n a proposiz ione in un s is tema coerente permet te di cons idera re fa lsa la sua negazione , le tesi che cercano di fa re ammet t e re le diverse a rgomentaz ion i possono en t ra re in conflit to, in u n a de te rmina ta si tuazione, e rivelarsi in-compat ibi l i , senza che, pera l t ro , u n a di esse debba essere respin ta corne non va l ida . Il maes t ro puô voler inculcare s imu l t aneamen te nei suoi allievi il r ispet to délia veri tà e l 'obbedienza ai geni tor i : ques to i n segnamen to f a r à nascere un confli t to nella coscienza del fanciu l lo il g io rno in cui suo padre gli prescriverà la m e n z o g n a . B i sogna forse per r isolvere il confli t to l imitare il c a m p o d ' a p p l i -cazione délie regole ? B i s o g n a forse stabil ire una gerarchia délie regole? I problemi che s o r g e r a n n o in simili c ircostanze, e in mille altri casi in cui si cerchi una soluzione razionale a délie difficoltà prat iche, soluzione che si possa di fendere innanzi a tut t i , non di-p e n d o n o da d imost raz ioni un ivoche e cos t r ingent i délia logica for -male . O g n i tesi, mora le o g iur id ica , politica o filosofica, che sa rà p resen ta ta in quést i casi, non pot rà forn i re che délie lettere di credito, d ipendent i da tu t te le complessi tà délia teoria de l l ' a rgo-mentaz ione .

Quals ias i a r g o m e n t a z i o n e è anche, in al t ro senso, relat iva al-l 'udi tor io , poiché le sue p remesse non possono essere costi tuite se non da tesi ammesse da ques to . Ment re le premesse d ' u n s is tema dedut t ivo possono essere cons idera te come ipotesi , l ' ades ione d ' u n udi tor io aile p remesse d ' u n a a rgomen taz ione non puô semplice-mente r isul tare da u n a ipotesi o da una decisione de l l 'o ra tore . Non so l tan to ques ta ades ione , ma perf ino l ' in tens i tà délia medes ima co-s t i tu iscono una realtà sul la qua le l 'ora tore non p u ô sbagl ia rs i sen­za compromet te re l 'efî icacia del suo discorso. N o n b a s t a n e m m e n o per l 'ora tore basare i suoi calcoli su premesse che egli consideri come vere, se ques te non s i ano ammesse da coloro ai qual i egli si r ivo lge . P r o p r i o in conseguenza d ' u n a taie confus ione (di ciô che egli crede vero con ciô che è ammesso) , l 'ora tore p u ô commet tere u n a fetizione di p r inc ip io . Ques ta , cons idera ta t r ad iz iona lmente come un errore di logica , è un errore di a rgomen taz ione , e non puô t rovare il suo pos to in una teoria della p rova d imos t ra t iva , come e r roneamente r i teneva J . S . Mil l . In fa t t i , q u a n d o la prova

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non è ad hominem, corne ne l l ' a rgomen taz ione , se essa non è ba -sa t a su ciô che è a m m e s s o da l l ' ud i to r io , non è possibile commet -tare u n a pet iz ione di p r inc ip io .

D a t a l ' impor t anza n e l l ' a r g o m e n t a z i o n e d ' u n p u n t o di pa r t en -za ben fonda to , l ' o ra tore è a suo ag io q u a n d o puô basars i su tesi che i suoi inter locutori sono obb l iga t i ad ammet te re . il caso si pré­sen ta q u a n d o egli si r ivolge al g iud ice legato ai testi g iur id ic i , al teo logo o al c reden te legat i ai le sacre scri t ture, a l l ' u o m o poli-t ico so t tomesso aile tesi ufficiali del suo par t i to . Vi sono accordi che si possono p r e s u m e r e fino a p rova cont ra r ia : sono quell i dello sc ienzia to con le tesi i n t eg ra te nel co rpo délia sua discipl ina scien-tifica, quell i del non specia l i s ta con ciô che è cons idera to di b u o n senso o come év iden te . Ci si p u ô a n c h e basare su mani fes taz ion i di ades ione p ropr ie degl i udi tor i : l ' accorde che essi h a n n o espres-s o in a l t re c i rcostanze, o in u n o s tad io anter iore d e l l ' a r g o m e n t a -z ione . (C f r . la tecnica di Soc ra te nei d ia loghi platonici) .

C h e fare q u a n d o l ' ud i to r io al qua le ci si r ivolge non è né special izzato, né l imitato, q u a n d o ci r ivo lg iamo a tu t ta l ' u m a n i t à , a l la qua l e ev iden temente non si p u ô d o m a n d a r e che mani fes t i la s u a ades ione a délie tesi che le si a t t r ibu iscono, q u a n d o si t r a t t a di quel la f o r m a spéciale di a r g o m e n t a z i o n e , p ropr ia délia filosofia, che si po t rebbe c h i a m a r e ad humanitatem? S\ t ra t ta al lora di t ro-va re délie tesi, che r ag ionevo lmen te si possa p resumere non s i ano r i f iu ta te da nessun u o m o normale , perché tesi di buon senso e perché evident i e necessarie ; di m o d o che sembri impossibi le ri-f i u t a r loro il p rop r io consenso . I f i losofi non si con ten tano di per -suade re , essi vog l iono convincere g raz ie a i l ' a rgomen taz ione razio-nale , che dovrebbe essere va l ida per q u a l u n q u e essere rag ionevo le . Noi t rove remo negl i scritt i f i losofici , a t t raverso le età, dei c amp ion i di ques ta a r g o m e n t a z i o n e , che ci pe rme t tono di comprendere qua l e concet to , ad ogn i epoca, gli u o m i n i a v e v a n o circa le tesi e le a r g o -men taz ion i che tutt i d o v r e b b e r o ammet t e r e . Di qui l ' i m p o r t a n z a délia f i losof ia per la teor ia d e l l ' a r g o m e n t a z i o n e

CH. PERELMAN BRUXELLES, UNIVERSITé

I . P e r u l t e r i o r i p r e c i s a z i o n i , c f r . C H . PERELMAN e L . OLBRECHTS-TYTACA, Rhé­torique et Philosophie, Presses Unive.'sitaires de France, Paris ic)^2, c o m e pure. Réflexions sur la Justice II, « Revue de l 'Institut de .Sociologie », Bruxel les 1951 ; Raison éternelle, raison historique, « A c t e s du V i e Conçrrès des Sociétés de Phi­losophie de L a n g u e française », Strasbourg 1052, Presses Universitaires de France . Paris 1952 : Le rôle de la décision dans la théorie de la connaissance, « Actes du I l e C o n g r è s International de l 'Union Internationale de Philosophie des Sc iences », Neuchâte l , 1955.

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