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Corriere della Sera Lunedì 2 Febbraio 2015 CRONACHE 27

Scrambler, la moto della discordia tra Borile e DucatiIl costruttore veneto: l’idea di rifare il modello era nostra. Il marchio bolognese: no, siamo arrivati prima noi

La febbre di Milano per l’arte

Una coda di otto ore per ammirare i capolavori di ChagallÈ la prova che smentisce lo slogan «con la cultura non si mangia»Se c’è una (buona) offerta, la gente accorre. E paga il biglietto

S i può e si deve. Eccoci quia cantare le lodi della Mi-lano non da bere ma dagustare con gli occhi e

con lo spirito. Si può e si devepuntare sulla cultura e sull’arte.E se c’era bisogno di Chagallper accorgersene, evviva il pit-tore russo degli angeli caduti,che ha portato a Palazzo Reale340 mila visitatori, con code diotto ore nella giornata di saba-to, fino a piazza Fontana, il chevuol dire diverse centinaia di metri. Si può e si deve, non persmentire per l’ennesima voltala pessima barzelletta di pessi-mo gusto — tra le tante che ab-biamo sentito negli ultimi de-cenni — secondo cui con lacultura non si mangia, pronun-ciata da un ministro dell’Eco-nomia per giustificare i suoi ta-gli. Una bella rassegna (200opere in mostra) per un artistavisionario, che ha attraversatole avanguardie raccontando,con colori accesi e tratti quasiinfantili, un secolo di storia e ditragedia.

Si può e si deve. Se c’è l’offer-ta (una buona offerta) d’arte, larisposta della gente non man-

ca, anche se le temperature so-no polari, come quelle dei gior-ni scorsi, o se il cielo sgombroinviterebbe piuttosto a una gitafuoriporta. Prenotazioni onlineesaurite, dunque quelli chenon sono riusciti a entrare nel-le scorse settimane (la mostra èstata inaugurata il 17 settembree si è chiusa ieri), con tutta lapazienza e l’ostinazione del ca-so, sono tornati a Milano (daVerona, da Cuneo, da Manto-va...) per approfittare degli ulti-missimi giorni e del prolunga-mento degli orari di visita finoa mezzanotte. Magari, com’èaccaduto sabato, mettendosi incoda alle sei e mezza del matti-no per non mancare l’aperturadelle nove e mezza. Un deliriocon entrata a pagamento: 12euro. Panini e pizzette, bicchie-ri di tè e caffè per scaldarsi, li-bri aperti per ammazzare l’atte-sa. Famiglie con bambini,gruppi di giovani, anziani congli sgabelli pieghevoli portatida casa. E mettiamoci in piùl’afflusso al Museo Diocesano,che ospitava, a latere, le goua-ches di Chagall sulla Bibbia.

In realtà quella di ieri, a Mi-lano, è stata una giornata danon dimenticare, se alle file in-terminabili per Chagall si ag-

giungono i quasi cinquemilavisitatori alla Pinacoteca di Bre-ra, i 18 mila ai Musei Civici, i3.500 al Museo della Scienza,gli oltre seimila al CastelloSforzesco eccetera. Ingressigratuiti offerti dal ministerodei Beni culturali come ogniprima domenica del mese. Enon mancano altri motivi di

soddisfazione, come i 200 milaaccorsi nei mesi scorsi per Gio-vanni Segantini e i 240 mila perla mostra, selettiva ma anchefin troppo generica, di Van Go-gh, «L’uomo e la terra», cheprosegue fino all’8 marzo epromette nuovi record di af-fluenza. «Un fatto molto positi-vo — ha detto l’assessore mila-

nese alla Cultura Filippo DelCorno commentando l’iniziati-va “Domenica al Museo” —perché ciò vuole dire che l’of-ferta culturale della città riescead essere sempre più vicina aicittadini e attrattiva per i visita-tori. Andare al museo è un’oc-casione di arricchimento cul-turale e di divertimento».

Tornando a Chagall, i cartelliesposti negli androni di Palaz-zo Reale avvertivano che neibookshop le cartoline eranoesaurite, i segnalibri e le spil-lette pure. Nessun accenno aicataloghi, che probabilmenteerano in eccesso, e pazienza. Sidirà che viviamo in un Paeseincomprensibile se, mentre lefolle si intirizziscono al gelo inattesa di vedere Chagall, i mu-sei stentano a sopravvivere sot-to i colpi dei tagli da spendingreview, le biblioteche storichefaticano (di recente la Braiden-se è stata declassata da un de-creto ministeriale) e le libreriechiudono un po’ ovunque.Cantate le lodi della Milano daammirare, la bella giornata diieri incoraggia a ripetere con-cetti già sentiti mille volte, marimasti purtroppo inascoltati:si tratta di far uscire la gestionedella cultura e dell’arte dallamentalità del Grande Evento(comunque benvenuto e in séentusiasmante) e di tradurla inun progetto su cui investire congenerosità. Strutture e forma-zione: potrebbe essere un buonaffare. Purché un governo, pri-ma o poi, ci creda. Ma davvero.

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In fila Visitatori in coda a Palazzo Reale (sopra) e davantia un’opera esposta nella retrospettiva dedicata a Marc Chagall (sotto) (Fotogramma)

I numeri

Sono oltre 340 mila i visitatori della retrospettiva dedicata a Marc Chagall a Palazzo Reale. Dato inferiore solo a quello della mostra di Picasso (540 mila)

Marc Chagall è la seconda delle tre esposizioni di Palazzo Reale dedicate ad artisti europei: Segantini con oltre 200 mila visitatori (finita da poco) e Van Gogh (per ora 230 mila, chiude l’8 marzo)

di Paolo Di Stefano

Il termine

In campo motociclistico «Scrambler» sta per moto lievemente modificata per affrontare sterrati o tratti fuoristrada. Deriva dal verbo inglese «to scramble», mischiare

Inizia tutto in Germania loscorso settembre, quando Du-cati presenta la nuova Scram-bler, evoluzione di un modellomolto amato degli anni 60 e 70.Ma la querelle tra Umberto Bo-rile, appassionato costruttoredi moto artigianali in Vò Euga-neo, nel Padovano, e la Casabolognese — acquistata da Au-di nel 2012 — è molto italiana.Perché ruota intorno a un sim-bolo del motociclismo nostra-no. E perché riguarda due real-tà molto diverse eppure acco-munate da genio e passione.

Motivo del contendere la ri-nascita di un modello sparitodai listini una quarantina d’an-ni fa: Umberto Borile presenta

nel 2011, con il placet di Ducatiche gli fornisce due gruppi ter-mici (cilindro, pistone e testa-ta), delle vecchie Monster perrealizzare il prototipo, la suaB450 Scrambler, moto vintage

indubbiamente ispirata a quel-la degli anni 60. Ma lo scorso30 settembre arriva anche l’ine-dita Scrambler di Ducati (pro-prietaria del marchio), model-lo su cui la Casa di Borgo Pani-

gale investe molto in terminiindustriali e di marketing. Bo-rile non la prende bene, riven-dica la paternità dell’idea e di-chiara di «essersi sentito usatocome indagine di mercato». Ivertici del marchio bolognesenon gradiscono e chiedono ilparere del tribunale di Bolo-gna, il quale lo scorso 16 dicem-bre si esprime a favore di Duca-ti con un’ordinanza che dichia-ra denigratorio nei confronti diDucati il comunicato diffuso daBorile, che dovrà far fronte aspese legali, pubblicazione del-la sentenza su alcuni media ecancellazione, ove possibile,del comunicato.

Ieri il nuovo capitolo della

saga: Borile acquista una pagi-na del Sole 24 Ore per ribadireche Ducati si è comportata inmodo poco trasparente. Ducatiper ora non rilascia dichiara-zioni, ma la posizione del-l’azienda si evince dalle paroledell’ad Claudio Domenicali:pochi giorni fa ricordava che ilprogetto Scrambler è stato av-viato nel 2009 e che l’aziendanon ha nulla contro Borile, sa-rebbe anche disposta a fornir-gli componenti. Ora lo scena-rio cambia di nuovo. E c’è dascommettere che avrà qualcheinflusso sull’aplomb dei verticidi Ducati.

Stefano Bargiggia© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il confrontoLa pagina del «Sole 24 Ore» in cui ieri Borile ha spiegato le sue ragioni