ci illeciti di denaro, la corruzio-ne generalizzata e radicata sottraggono allora questi beni e servizi alla comunità. Una solu-zione praticabile per racimolare denaro sarebbe quindi attinge-re a questo bacino enorme di denaro “sporco”. Imponendo pene più severe, unitamente a sanzioni pecuniarie consistenti, che consentano allo Stato di riappropriarsi del “bottino” sot-trattogli illecitamente. Inoltre, non si può rimanere inerti dinanzi ai patimenti delle famiglie senza lavoro, senza soldi, talvolta addirittura senza casa. Come manifestare la nostra solidarietà nei confronti di questo consistente gruppo di persone? Le città del nostro Paese pullu-lano di proposte di solidarietà molto interessanti ed efficaci. Una di queste è “Dona Cibo”, che vuole raccogliere vettova-glie d’ogni natura, per le fami-glie che versano in uno stato d’indigenza. La raccolta ha fruttato esiti più che positivi, perché molte famiglie hanno potuto provvedere al proprio sostentamento. Ecco quindi che, tanto più in tempo di crisi, si rivela indi-spensabile per tutti noi investire tempo, denaro (e soprattutto disinteressata generosità) per aiutare a non soccombere, eufemisticamente parlando, alle “ristrettezze” di questo tempo di recessione e disoccu-pazione. Una solidarietà che si può an-che estendere a livello interna-zionale, con l’aiuto alle nazioni maggiormente provate dalla stagnazione del sistema eco-nomico e produttivo, come la Grecia, da anni vittima di una crisi ben più logorante della nostra. Da questo Paese pro-
Solo chi non apre gli occhi per informarsi in merito a quanto avviene nel mondo, non sa che, dal 2008, in tutto il globo sta dilagando una congiuntura insostenibilmente recessiva del sistema produt-tivo, dei consumi, della socie-tà. Quasi giornalmente dagli schermi televisivi, infatti, gior-nalisti di ogni testata scandi-scono allarmanti notizie che testimoniano il propagarsi “a macchia d’olio” e l’acuirsi irresistibile di questo cancro pervasivo che sta logorando l’intero nostro impianto finan-ziario e industriale. Problemi inderogabili, certo, ma che non possono non essere seguiti da una riflessione critica seria e da un avanza-mento di proposte serie e costruttive. Questa crisi è un fenomeno che ha dimagrato i conti cor-renti un po’ di chiunque. Dun-que, è un fenomeno genera-lizzato, che ci tocca tutti nel profondo. “Rinchiuderci in noi stessi”, ovvero preoccuparsi solo ed esclusivamente del proprio guadagno, pertanto, è controproducente perché ciascuno di noi vive ed opera in una comunità. Lo spirito di solidarietà, pertanto, è un’i-stanza fondamentale, direi imprescindibile, che deve incarnare la scintilla primaria da cui poi dovranno scaturire e svilupparsi anni di prosperi-tà diffusa ed elevata. Come realizzare tale proposito, che a parole parrà a chiunque di noi un’utopia? “Impariamo dal Passato”, si ripete sovente. Anche nella Storia infatti sono divampate delle crisi di natura differente rispetto alla presen-te, ma dagli analoghi effetti
distruttivi. Pensiamo alla vicenda di Giuseppe, narrata nella Bib-bia, il lungimirante e pragma-tico israelita dotato del dono d’interpretare i sogni, è parti-colarmente rivelatoria, in quanto da essa si possono chiaramente desumere le risposte alla congiuntura eco-nomica. È un esempio di lungimiranza, equilibrio, capa-cità di discernimento, ma soprattutto di solidarietà e di apertura nei confronti anche dello “straniero” a cui egli ha offerto la sua cooperazione con la sua interpretazione dei sogni del Faraone. Giuseppe, in questo passo biblico, discerne due vie fon-damentali per la soluzione ad ogni crisi: la solidarietà reci-proca, e il risparmio. Il problema serio che ci si pone dinanzi è, a questo punto, come traslare questi concetti dalla realtà socioeco-nomica di allora a quella at-tuale. Giuseppe, con saggezza, individua una soluzione più efficace: mettere in comune le provviste, così che ciascu-no possa contribuire con il proprio raccolto al benessere generale anziché accatastare solo per le proprie scorte. Come gli egiziani di allora, infatti, tutti oggi devono corri-spondere al Fisco una cifra proporzionata alla propria disponibilità economica e al proprio reddito. Così lo Stato, poi, la utilizzerà per fornire beni e servizi utili ai suoi citta-dini. Pertanto, pagare le tasse e contribuire con i nostri ri-sparmi al bene comune è un dovere civico insindacabile e ineludibile di ciascheduno di noi. L’evasione fiscale, i traffi-
CRIS I : IMPOSS IBILE USCIRNE?
viene un grido d’aiuto cui non possia-mo sottrarci. Le ristrettezze imposte della crisi ci impongono anche una politica di ri-sparmio. Infatti, la sempre più strin-gente mancanza di denaro ci obbliga a investire in beni funzionali a concre-te esigenze pratiche. Ad esempio, soprattutto noi ragazzi, potremmo rinunciare a spendere denaro in ma-niera irragionevole in beni non neces-sari come i vestiti “firmati”. I soldi così saggiamente risparmiati saranno inve-stiti in beni più strettamente necessari, come ad esempio articoli per la scuo-la. Questa “austerità”, quindi, può portare tutti noi a vivere in maniera più morigerata per un vantaggio nostro e anche di tutti. Dunque, cari lettori, degli sbocchi al nefasto periodo che stiamo attraver-sando esistono eccome: è importante sostenerci l’un l’altro, con la fraternità e lo spirito di leale collaborazione che caratterizza soprattutto noi italiani. Peraltro, non si vede perché, se con le crisi ci aveva visto giusto Giuseppe duemila anni fa, non potremmo riu-scirci noi, che siamo tecnologicamen-te e intellettualmente più evoluti!
Alunni della classe 3^B
DATA 6/03/2015
CLASSE 3^B
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CLASSE 3^ B
LA FRAMMENTAZIONE DELLA PIANURA PADANA CAUSA: LA CRIS I ECONOMICA
LA PIANURA PADANA:
EX PERNO DELL’ ECONOMIA
Come tutti sappiamo, la Pianura Padana sta attraversando un periodo di grave crisi eco-nomica che colpisce sia i settori di base, come ad esempio l'industria meccanica, chimica e siderurgica, sia le attività apparte-nenti all'ultima ondata di industrializzazione quali i settori dell'hi-tech. Grazie a studi legati alla globalizzazione, si è scoperto che la crisi economica è un feno-meno nato in America e dovuto alla conces-sione di mutui da parte di filiali e finanziarie americane a persone cosiddette”inaffidabili”. Successivamente la crisi si è diffusa anche in Europa,colpendo i paesi della UE e auto-maticamente anche l'Italia e i paesi ad essa confinanti. Nel 2007 esistevano zone già colpite ed altre ancora fiorenti, ma nel 2014, la crisi ha coinvolto tutti e anche la nostra Pianura Padana. La situazione è drasticamente via via peg-giorata: aumento dei senza tetto, numerosi casi di suicidi, chiusura di centinaia di nego-zi. Moltissime persone hanno perso il lavoro ed infatti il tasso di disoccupazione è salito notevolmente. Paradossalmente, il settore più colpito è quello che ha qualificato la Pianura Padana come una delle zone economicamente più sviluppate in Italia,ma oserei dire anche a livello europeo: il settore dell'edilizia. Per edilizia si intende costruzione di edifici privati e pubblici, ma non solo, anche riquali-ficazione di zone di degrado. E ora è tutto fermo! Dieci anni fa case, centri commerciali, su-perstrade crescevano come funghi, oggigior-no non si vedono cantieri in costruzione e quelli collocati sono fermi da molti mesi, poichè mancano i soldi per portarli a termi-ne. Allo stesso modo si è paralizzato anche il settore immobiliare. Le giovani coppie di sposi non hanno denaro a sufficienza per acquistare una casa,figuriamoci i mobili per arredarla! Quanti di voi hanno visto a Bergamo i cartelli di "Vendesi" o "Affittasi" appesi su muri o vetrine? Restano lì, fermi, per mesi ! A questo proposito, proprio sul cancello della casa accanto a me è stato appeso per mesi il cartello "Vendesi" La famiglia, che ha vissuto per diciotto anni accanto a me, ha lasciato, proprio in questi giorni la sua casa per un appartamento
piccolissimo in affitto in periferia. Il padre, laureato in architettura, si è trovato a dover lavorare giorno e notte per mantenere la famiglia in condizioni decenti. Purtroppo, però,i costi elevati delle utenze e delle rate condominiali sommati alla scarsa richiesta di lavoro lo hanno costretto a svendere la casa e ad abbandonare amicizie e affetti. In questa crisi generale, però, non sono solo i dipendenti a trovarsi nei guai, ma anche i proprietari di ditte vivono le stesse sofferenze. Infatti, negli ultimi anni, dirigenti impor-tanti industrie hanno cercato in tutti i modi di non chiudere, ma alla fine hanno dovuto licenziare tutti i loro dipendenti che sono restati così senza un soldo. Sembra quasi assurdo che tutto possa cambiare così rapidamente e radical-mente senza lasciar spazio a nessuna soluzione. Tutto ciò può essere para-gonato ad un uragano: distrugge tutto senza nessun preavviso. Proprio così, noi non siamo preparati ad affrontare questo momento dram-matico, non ne abbiamo previsto l'ini-zio e soprattutto non ne conosciamo la durata. Purtoppo, non siamo come Giuseppe che nella Bibbia si narra interpretasse i sogni, prevedendo così il futuro. L'unica certezza è che niente tornerà come prima.Tutte quelle famiglie, co-me i miei vicini, potranno forse ricom-prarsi una casa, ma non sarà mai quella che hanno lasciato. Per di più, ora per trovare un lavoro ci si deve spostare all'estero. Ormai le industrie hanno deciso di attuare la delocalizzazione, spostando l'attività in Paesi dove non esistono tasse e la manodopera è a basso costo. Certo, la qualità del prodotto ne risen-te, ma diminuisce il costo e aumenta il guadagno. Per esempio, la FIAT, una delle più importanti case automobilistiche ai tempi della “Belle Epoque” concorren-te della FORD, partecipante nel 1906 all'Expo mondiale dei trasporti a Mila-no e creatrice delle prime automobili, ora produce “500” e “Punto” in Roma-nia.
Sono certa che nei libri di storia del 3000 questa crisi si paragonerà ad una lunga carestia, ma in questo caso non si avrà solo sete d'acqua e di cibo, ma anche di speranza e di sorrisi per ricominciare a vivere serenamente. Riuscirà l'Italia ad uscirne vincitrice e a riconquistare il primato dell'Europa Meridio-nale come esportatrice di beni di consu-mo ? Ritornerà la Pianura Padana ad essere il perno dell'economia italiana ? Nessuna cartomante e nemmeno la bocca della verità potranno darci una risposta. Momentaneamente, penso siano i giovani a dover unire idee ed energia per tentare di stravolgere la situazione con soluzioni inno-vative e propositive. Aprire nuove attività sul territorio e non all'estero, sfruttare e preferire i prodotti locali, accontentarsi di uno stipendio basso per poi vederlo aumentare negli anni, tutto questo forse servirà a valorizzare la nostra Pianura !
FOTO IN ALTO:
UN ESEMPIO DI INDUSTRIA
EDILIZIA
… cominciarono i set-
te anni di carestia, co-
me aveva detto Giu-
seppe. Ci fu carestia
in ogni paese ...
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CLASSE 3^B
La Lombardia è una delle prime re-gioni che sta riuscendo a superare la crisi ma, nonostante questo, il tasso di disoccupazione in Lombardia sembra essere ancora in lieve cre-scita. I giovani sono sempre i più svantaggiati, infatti, è sotto i venticin-que anni che si registra la fascia maggiore di persone senza impiego. Le aziende non riescono a dare uno stipendio ai propri dipendenti, che quindi vengono liquidati. Questo si può notare dalle molte persone (italiani e extracomunitari immigrati) che si vedono in giro per le strade in cerca di soldi. Questa è la manifesta-zione più lampante della crisi che ormai ha “invaso” tutto il mondo. Un altro effetto della crisi è costituito dalla presenza di sempre più perso-ne in cassa integrazione (una so-spensione dal proprio lavoro con uno stipendio molto basso che termina dopo un certo tempo con il licenzia-mento) o direttamente licenziate. Fin quando almeno uno dei genitori lavo-ra, la famiglia può tirare avanti, ma con estrema fatica, fino a fine mese. Quando, però, nessun genitore porta a casa uno stipendio, allora le cose s i met tono mo l to ma le … Infatti, un amico dei miei genitori è andato in cassa integrazione e a noi è dispiaciuto molto. Per questo ab-biamo provato ad aiutarlo cercando-gli un lavoro. Inoltre, questa crisi spinge sempre di più le persone a svolgere azioni ille-gali (mercati in nero, traffico di dro-ga, furti, rapine ecc.): non potendo guadagnare con un lavoro onesto, tentano di rimediare soldi in un altro modo.
Ad ogni modo, la situazione dovreb-
be e sta migliorando, ma molto lenta-
mente. I politici di tutto il mondo, o
quasi, sono all'opera per trovare il
modo di “battere” questa crisi deva-
stante, che ormai si sta tra-
s c i n a n d o d a l 2 0 0 7 .
Speriamo che qualcuno abbia
un’illuminazione e ci tiri fuori
da questo buco nero che è la
crisi.
LA DISOCCUPAZIONE IN TEMPO DI CRISI
La crisi ha colpito molto le piccole imprese, infatti l’effetto della crisi è stato più traumatico per esse in quanto la loro redditività delle è minore della metà in valore asso-luto di quella delle grandi. Il costo del lavoro delle piccole è sceso come quota percentuale del fatturato, così come per le grandi, ma resta più elevato e quindi determinante per la loro redditività; le piccole hanno attra-versato la crisi mantenendo una certa solidità finanziaria, ma per preservare questa solidità per il futuro devono crescere di dimen-sione. Anche le imprese di scala mon-diale (AD esempio la FERRERO) hanno sentito molto la crisi. Infatti i dati dimostrano che nell’e-sercizio 2013-2014, il fatturato complessivo raggiunto dalla So-cietà è diminuito molto rispetto all’anno precedente. Alcune industrie italiane hanno sentito la crisi in modo particolar-mente elevato, come la FIAT che ha deciso da poco tempo di tra-sferire la propria sede all'estero. Alcuni dati che hanno causato questo trasferimento sono le im-matricolazioni di auto nuove in Italia che hanno segnato un nuovo picco negativo nei mesi
estivi, ma in molti casi buona parte delle immatricolazioni avviene negli ultimi tre giorni del mese. Infatti la FIAT ha comprato la Chrysler in modo da raggiunge-re livelli mondiali.
Comunque, per tutte le imprese
la crescita dimensionale ed in-
ternazionale è molto importante
per ridurre i costi, trovare nuovi
clienti e mercati, sviluppare
prodotti per sentire di meno la
crisi.
LA CRISI E LE IMPRESE ITALIANE
Come le imprese italiane sentono la Crisi
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CLASSE 3^ B
Siamo nell’Egitto del secon-do millennio a.c. La carestia sta lentamente cominciando a travolgere il Paese e sem-pre più persone sono co-strette a lasciare la loro ter-ra natia. Un certo Giuseppe, un ebreo nominato Governato-re dal Faraone in persona, dichiara di essere in grado di affrontare la situazione e propone alcune valide solu-zioni. Sentiamo ora il parere del giovane Akenathon, una delle guardie che assisteva-no Giuseppe quando era rinchiuso in cella, falsamen-te accusato di aver insidiato la moglie del suo padrone. GIORNALISTA: Buon gior-no, signor Akenathon. Mi chiamo Mariaelena Enni e sono una studentessa della scuola “Suore Sacramenti-ne” di Bergamo. Vorrei farti alcune domande riguardo alla figura di Giuseppe e alla situazione economica del tuo Paese. AKENATHON: Certamente. Come ben saprai questo non è un bellissimo periodo per l’Egitto … GIORNALISTA: Proprio di questo volevo parlarti. I set-te anni di prosperità stanno per finire e ben presto la carestia comincerà a farsi sentire. Come state reagen-do di fronte a questo mo-mento difficile? AKENATHON: Bisogna
ammettere che lo scon-forto non ci è mancato: i furti sono aumentati, gli episodi di vagabondaggio si sono moltiplicati, molte persone hanno lasciato il paese … ma quel Giu-seppe ci aveva dato una speranza sette anni fa: mettere da parte grandi quantitativi di grano in magazzini a cui poi tutti avrebbero potuto accede-re in base alle proprie necessità. Noi egiziani però ce ne eravamo qua-si dimenticati, forse per-ché in fondo non crede-vamo sarebbe realmente stato possibile … GIORNALISTA: Giusep-pe come faceva sette anni fa a sapere che sa-rebbe sopraggiunta una carestia? AKENATHON: Girano numerose voci in merito, ma la versione “ufficiale” è che sia in grado di inter-
pretare i sogni. È come se avesse una sorta di dono divino. Ebbene, sette anni fa il Faraone fece due so-gni piuttosto strani che nessuno riusciva a spiega-re se non questo prigionie-ro di nome Giuseppe. Essi riguardavano proprio l’arri-vo di un periodo di abbon-danza seguito da uno di carestia rappresentati ri-spettivamente da sette vacche grasse e sette spi-ghe piene, e da sette vac-che magre e sette spighe vuote. GIORNALISTA: E il Fa-raone ci credette? Voglio dire … si stava mettendo nelle mani di un prigionie-ro … AKENATHON: Sì, il Fa-raone gli dette fiducia, questo merito gli va rico-nosciuto. Lo fece non solo perché non aveva ricevuto altre valide spiegazioni dai suoi consiglieri, ma anche perché sapeva che quell’uomo non avrebbe mai detto il falso solo per non rischiare di morire: si dice che non appena arri-vato al suo cospetto si era persino rifiutato di inchi-narsi in nome del suo Cre-do, rischiando così la sua stessa vita … GIORNALISTA: Wow quell’uomo deve avere coraggio da vendere. Tu cosa ne pensi?
AKENATHON: È stato sicuramente un grande atto di fede il suo, oltre che di coraggio. Ma ne è sicuramente valsa la pe-na: adesso è addirittura Governatore dell’intero Egitto! Però devo dire che sta facendo veramente un ottimo lavoro con i magaz-zini di cereali e si spera resisteremo per questi sette anni. GIORNALISTA: Si prean-nuncia per voi un periodo di grandi rinunce vedo. Solo un’ultima domanda avrei per te: la carestia quali zone sta colpendo? AKENATHON: Sincera-mente non saprei con pre-cisone … so solo che re-centemente molte popola-zioni limitrofe sono venute qui in cerca di aiuto. Giu-seppe è un uomo molto buono e non ha negato nemmeno a loro il suo aiuto. GIORNALISTA: Grazie mille Akenathon, è stato molto utile parlare con te. Spero che un giorno ci rincontreremo, magari quando l’Egitto sarà uscito da questo momento diffici-le!
AKENATHON: Lo spero
anch’io. Arrivederci!
La siccità in Egit-to dopo i sette an-ni di abbondanza ha creato una si-tuazione piuttosto
drammatica.
EGITTO: LE SETTE SPIGHE NERE STANNO ARRIVANDO. . . Intervista immagi-naria a un testi-mone oculare
un po’ speciale ...
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Quest’anno, anche nei negozi più grandi, gli sconti, a causa della crisi, sono aumentati. Molti sono, per esempio, del 50%, perciò il prezzo viene dimezzato, o persino arrivano fino al 60\80%. Non è stato questo quello che ha colpito maggiormente le perso-ne, ma il fatto che questi sconti non vengano applicati ai capi solamente nei periodi di inizio stagione o a Natale e nelle festi-vità, anche in giorni normali co-me durante la stagione. La crisi economica ha portato al disfacimento dei principali settori economici, che sostengono l’e-conomia del Paese. Durante la storia, altre gravi crisi di tipo economico-finanziarie hanno colpito la popolazione a causa dello scoppio di guerre e dell’utilizzo scorretto delle risor-se. In passato anche in Italia ci fu una crisi bancaria a causa della
grave recessione del 1887-88 con il conseguente fallimento di numerosi istituti nazionali come lo scandalo della Banca Romana del 1892, o anche a livello internazionale, come la crisi dei subprime negli USA tra il 2006 ed il 2007. Il mal risolvimento di questa crisi passata ha avuto forti conseguenze per quanto riguarda quella più re-cente. Nonostante numerosi sconti per invitare la gente a comprare prodot-ti, la crisi economica ha indotto gli italiani a spendere il 30 per cento in meno nel periodo di saldi rispetto al 2008. Molti negozi hanno allora co-minciato ad applicare sconti anche se la stagione dei saldi dovrebbe cominciare ai primi giorni di Gen-naio e solamente la metà dei consu-matori ne ha approfittato per com-prare, infatti, ai saldi, solo 10 milioni delle famiglie italiane hanno fatto spese. Inoltre, è in calo anche il costo della una spesa che è dimezzata rispetto alle necessità di una famiglia le pre-visioni degli esperti non sono favo-revoli. A mio parere i saldi sono fatti sola-mente per invogliare la gente a comprare prodotti e a spendere sol-di, al fine di far impoverire il compra-tore e far arricchire il venditore. Per risolvere la crisi, secondo me, non sono i saldi ad aiutare, ma a mio avviso, non si dovrebbero più dare tanti soldi in tasse, ma una buona parte di quel denaro dovreb-be essere data alla gente bisognosa che sicuramente non li spenderà in cose inutili, ma anzi lo userà sicura-mente in cose più importanti, come costruire case per i senza tetto,
comprare da mangiare ed aiutare bambi-ni abbandonati. Ogni volta che sento parlare di crisi, mi si riempie il cuore di tristezza e malinco-nia per tutti gli italiani che soffrono molto in questo periodo e ovviamente anche per tutte le altre persone del mondo. Infine un altro tentativo per abbattere la crisi sarebbe quello di diminuire le tasse, perché certe in questo periodo sono ve-ramente pesanti. Solo con una maggiore giustizia e soli-darietà potremmo veramente superate
questo difficile momento.
CON LA CRISI, VIA LIBERA AGLI SCONTI!
I negozi aprono sempre più spesso le porte ai saldi
OCCASIONE! PAGHI 2…
COMPRI 3!
SALDI!
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Nel 2007, in America si diffuse una forte crisi eco-nomica causata dei co-siddetti prestiti “Sub Pri-me”. La crisi si diffuse anche in Europa e ancora oggi siamo in una situazione molto difficile dal punto di vista economico. Molte persone sono pes-simiste e ritengono che non si “guarirà” mai dalla crisi, ma bisogna essere ottimisti e stare uniti, an-che se il mercato interno continua ad essere in forte sofferenza e con esso i consumi e le im-prese. L’andamento ne-gativo dei fatturati di que-sti mesi e degli ultimi due in particolare è inedito e davvero preoccupante, così come preoccupanti e molto seri sono i dati sulle chiusure delle imprese. Oltre al fallimento di im-prese, dobbiamo parlare della continua chiusura
dei negozi.
A Bergamo, attività aper-te da pochi mesi chiudo-no in breve tempo, que-sto significa che le perso-ne hanno paura a spen-dere i soldi, perché ormai non c’è più lavoro e quin-di,secondo molti, è impor-tante mettere da parte dei soldi in banca per far fronte ad eventuali peg-gioramenti della crisi. Anche io condivido que-sto pensiero, in quanto è importante non fare spe-se superflue, ma compra-re l’essenziale. Ritengo però che bisogna far gira-re l’economia, quindi non bisogna non acquistare più niente, altrimenti non verrà promossa l’attività lavorativa. Se infatti facessimo girare maggiormente l’econo-mia, molti negozi sareb-bero ancora aperti, inve-ce, molti vanno avanti vendendo merci a basso costo, oggi si sono diffusi molti esercizi commerciali
che danneggiano l’econo-mia italiana perché le per-sone comprano vestiti o molte altra cose ad un prezzo basso, ma di con-seguenza di bassa quali-tà. Facendo un esempio ba-nale, se guardiamo l’eti-chetta dei nostri abiti, no-teremo che quasi tutti provengono da Paesi do-ve la manodopera ha un prezzo bassissimo e si sfruttano bambini, donne e adulti che non sono tutelati e non seguono le norme di sicurezza. Anche i Centri Commer-ciali a mio parere portano via lavoro ai comuni ne-gozi, perché vi sono ali-menti vestiti e molte altre cose a basso prezzo, ma
Negli ultimi anni sono sempre di più gli italiani che perdono la propria attività
anche qualità. Tutto ciò non favorisce lo sviluppo di aziende che invece lavorano per la qualità dei loro prodotti. Dovremmo perciò privile-giare la produzione nazio-nale per promuovere lo sviluppo. Solo così smet-teremo di vedere intorno a noi tanti negozi chiusi o in fallimento. Io credo che in Italia si producano molte ricchez-ze, ma non ce ne rendia-mo conto e le esportiamo in grandissime quantità, mentre potremmo usufruir-ne, senza più dipendere in modo eccessivo dagli altri Stati del mondo.
NON C’È PIÚ LAVORO!
Poi anche tutta la ter-ra d’Egitto cominciò a sentire la fa-me
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La crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti prima nel 2008 si è diffu-sa anche in Europa e in Italia. Molta gente è preoccupata sia per il proprio futuro, sia per il lavoro, sia per la fami-glia. Infatti, la maggior parte delle persone che lavora-vano nelle industrie e nel settore terziario si sono ritrovate senza lavoro da un giorno all’altro. I capi di Governo assicu-rano che questo momen-to passerà e tutti riavran-no la vita di prima pur affrontando con sacrificio questo per iodo d i “Carestia”. Coloro che guidano il Paese cercano soluzioni, ma nel frattempo alcuni dicono al popolo di rispar-miare ognuno per sé nel caso in cui questo mo-mento di crisi economica dovesse peggiorare.
Il modo migliore di trattare le persone non è questo! La soluzione più efficien-te,per me, sta nel “far girare l’economia”. Cosa significa questa affermazione? Significa che lo Stato deve impe-gnarsi a creare un clima di fiducia che stimoli l’e-conomia, in modo che la gente reagisca alla crisi limitando la naturale ten-denza al risparmio in mo-menti d’incertezza e spendendo i propri soldi nelle cose essenziali, co-me il cibo, i vestiti, i mate-riali di lavoro o scolastici, sempre però senza esa-gerare con le spese. Per spiegare meglio le mie idee, è utile riportare l’esempio di un padre di famiglia che guadagna 1.500 Euro al mese. In un clima di fiducia, il lavoratore sarà portato a consumare, vedendo che attorno a sé vengono rea-lizzate opere pubbliche, i giovani lavorano e tutto va bene. I negozianti inoltre, quan-do vendono i propri pro-dotti danno 22% del pro-fitto allo Stato pagando l’IVA. Bisogna anche ricordare che il negoziante così facendo acquista a sua volta altri prodotti, contri-buendo a fare in modo che l’industria abbia biso-gno di lavoratori per ga-rantire il livello di produ-
zione soddisfacente co-sicché i soldi finiscano nelle tasche di tutti. An-che lo Stato ne avrebbe vantaggi. Quest’ultimo infatti potrebbe con i soldi ricevuti mantenere le opere pubbliche come ospedali, scuole, etc, contribuendo ulteriormen-te a dar lavoro alle perso-ne (per esempio operai, ingegneri, etc.), che a loro volta saranno in con-dizione di poter far studia-re i figli, comprare una macchina e così via. Da sempre le crisi econo-miche sono state risolte in questo modo. Pensiamo ad esempio alla crisi del 1929: tanto negli USA quanto negli Stati Europei, venne risol-ta solo grazie all’investi-mento di nuove risorse, finalizzato alla creazione di un clima di fiducia che incentivasse al consumo. Razionalizzare le spese ed evitare gli sprechi va bene, ma occorre anche promuovere lo sviluppo economico. Finora l’unico risultato delle politiche di eccessi-va austerità è stato quello di aumentare le differen-ze tra ricchi e poveri, di-struggendo quella che una volta era la “classe media”, abbattendo pian piano le basi dello stato sociale. Pensiamo al mercato im-
LA SOLUZIONE C ’È!
LA SOLUZIONE PER USCIRE DALLA CRISI PUÒ ESSERCI … BASTA CERCARLA
mobiliare e torniamo a pren-dere come esempio il nostro lavoratore medio che prende 1.500 Euro al mese: prima del 2007, aveva avviato un mutuo per comprare una casa del valore di 250.000 Euro. A distanza di due anni, si ritrova a dover continuare a pagare la stessa cifra per il mutuo che aveva iniziato due anni prima, per una casa che ora vale molto meno della cifra iniziale. Senza considerare che, forse, in questi due anni ha perso il lavoro. In questo caso, non riuscen-do più a pagare il mutuo, perde la casa che va alla banca la quale, per venderla facilmente, la immette nel mercato a prezzo stracciato, distruggendo allo stesso tempo il mercato immobiliare e favorendo un’élite di ricchi che, grazie a queste dinami-che, potranno diventare an-cora più ricchi ed incremen-tare il loro patrimonio a sca-pito delle categorie più debo-li. Per concludere, la soluzione più efficace, per me, è far girare l’economia e non ri-sparmiare immobilizzando il denaro. Il vero risparmio è evitare spese inutili per investi-re,invece, i soldi in attività che promuovano il lavoro sconfiggendo la disoccupa-zione.
… Allora
Giuseppe
aprì tutti i
d e p o s i t i
in cui vi
era gra-
no e lo
vendette
agli Egi-
ziani. ..
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La crisi è un fenomeno che colpisce tutti Paesi del mon-do dopo aver avuto origine negli U.S.A. Anche in Italia e in città pic-cole come Bergamo si può incontrarla . Ad oggi vediamo sempre più imprese e negozi fallire a causa della crisi: un esempio è un negozio a Bergamo, il quale vendeva accessori (collari, cappelli, cerchietti) e vestiti per Chiwawa o animali di piccola taglia, che, dopo pochi mesi è fallito. Siamo davanti all’esercizio chiuso. Ecco alcuni com-menti dei passanti che han-no accettato di rispondere alle nostre domande: - Mi scusi, che cosa ne pen-sa del nuovo negozio di ve-
stiti per cani? - Non sanno più cosa inven-tarsi! Nessuno comprerà mai un giubbotto con le borchie al proprio Chiwawa o farà met-tere al suo pappagallo un cerchietto, lo trovo ingiusto anche per gli animali! - E lei, che cosa ne pensa dell' apertura di questo nego-zio? - Inutile, vogliono combattere la crisi, cercano di guadagna-re facendo cose e vendendo oggetti che non potranno assicurare loro un futuro sta-bile. É praticamente ovvio che questi negozi siano desti-nati a fallire... - E allora, che cosa propone di fare? - Personalmente, cercherei di puntare su settori, professioni
CRISI E LAVORO: QUALI PROSPETTIVE?
Trovare lavoro è difficile di questi tempi, ma seguiamo le strade giuste?
che siano utili per il prossimo e possano portare guadagni veri, anche per la persona che ha deciso di avviare l'attività. - E, secondo lei, quali potreb-bero essere queste professio-ni? - Per esempio, il panettiere, che può sembrare un lavoro banale: ci sarà sempre qualcu-no che necessiterà di pane o pasta. Si potrebbe tentare di lavorare nel settore della tecnologia, dei telefoni, dei computer, dei vi-deogiochi, posto che comun-que, oggi la tecnologia fa e farà sempre più passi da gi-gante. Basta solo pensare alla Apple: ormai tutti quanti, dai bambini di dieci agli adulti di cinquanta anni hanno un lphone, un lpod
o un lpad. Bisogna investire nelle nuo-ve tecnologie! ! ! Il panettiere, lavorare nel settore informatico, questi sono alcuni delle professio-ni che gli abitanti propongo-no per sconfiggere o alme-no attenuare la crisi. In sostanza, si dovrebbe puntare su settori che si sono sviluppati negli ultimi anni o su professioni che esistono sin dai tempi più antichi, ma che comunque rimarranno sempre utili alle persone. Questo probabilmente sono le basi solide per costruirsi un futuro a livello economi-co.
oggi voglio parlarti di un’esperienza che mi ha colpito molto.
Recentemente a casa mia e arrivata la bolletta della luce e mi sono accorta che era molto alta, fino a 120 Euro. Allora mi
sono documentata, anche perché a scuola è venuta una ragazza che ci ha spiegato che per consumare meno bisogna
accendere le luci in una determinata ora.
Durante l’ora di Tecnologia ci ha fatto vedere vari esperimenti molto interessanti per imparare a risparmiare e a usare me-
glio l’elettricità. Ci ha anche spiegato i diversi tipi di energia,io sinceramente non sapevo ne esistessero cosi tanti ! Sono
rimasta molto sbalordita da tutte queste informazioni utili al giorno d’ oggi e che mi hanno insegnato moltissimo. Questa
ragazza ci ha poi fatto vedere diversi esperimenti molto istruttivi e che ci hanno incuriosito moltissimo. Un esperimento che
mi ha colpito più di tutti e stata una macchinina di plastica abbastanza grande che di muoveva per mezzo dell’elettrici-
tà,questa macchinina aveva due piccoli recipienti al cui interno dove dentro veniva messa l’acqua che per mezzo di piccole
turbine all’interno della macchinina le permetteva di muoversi. Questa macchinina non si scontrava mai contro nessuno
ostacolo perché quando colpiva qualcosa, faceva marcia indietro e cambiava direzione .
Un altro esperimento che mi è piaciuto consisteva nel collegare dei fili all’estremità di una batteria a una piccola lampadi-
na ,e grazie alla batteria, la lampadina si accendeva . Questo laboratorio mi è piaciuto un sacco e lo rifarei se potessi ; ci
ha insegnato molto e ci ha fatto molto piacere imparare divertendoci. Ora starò più attenta: ho scoperto che l’energia elet-
trica è implorante e no va sciupata!. Sono felicissima di averti confidato le mie emozioni, caro diario !
Caro diario,
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Tasse, sacrifici, telegiornali depri-menti... Gli italiani spesso reagisco-no inventandosi nuovi metodi per tirarsi su di morale e spendendo poco o niente. Ecco un breve viaggio nel Paese che ha il migliore spread nell’arte di cavarsela. Infatti, gli italiani si sono inventati i loro divertimenti quotidia-ni a chilometro zero (molto si fa in casa) e spesso a costo zero . Ecco alcuni stratagemmi per rispar-miare ed essere felici, queste sono le parole chiave. Prima c’è il passaparola attraverso socila network, telefonini e Internet. Poi, una volta radunati tutti i parte-cipanti, inizia il divertimento con una musica vagamente triste che a sorpresa continua con una scossa gioiosa: la mazurka. Centinaia di persone si ritrovano a ballarla not-
tetempo ad esempio sotto il Pirel-lone di Milano o nelle piazze di Napoli e Novara. Si chiama “Mazurka klandestina”. Basta avere un altoparlante colle-gato alla batteria di un’auto e un computer con le tracce dei brani per passare qualche ora in allegria e senza spese. Così nasce il “Balla che ti passa”! A Bergamo, una scuola di danza (la “Baila Conmigo”) ha pensato che i balli latinoamericani siano perfetti per trasmettere allegria, e così due settimane fa ha istituito un corso principianti gratis per cas-saintegrati e disoccupati. Così si esce di casa, si conoscono nuove persone e si mette in circolazione un po’ di spensieratezza. Anche i “baratto-party” sono un’ot-tima occasione per socializzare e divertirsi: si stanno diffondendo in Italia in linea con la nuova sobrie-tà. Si invitano amici e parenti, si svuotano gli armadi da ciò che non serve più, poi ci si prepara a ba-rattare i pezzi con gli invitati. Lo shopping senza spesa va molto di moda a Milano e a Roma e molti lo fanno più per divertirsi che per risparmiare. Per chi è un po’ più in difficoltà, invece, è il metodo mi-gliore per rinnovare il guardaroba. Esistono anche corsi in rete per riciclare e riadattare capi. Per me però la vera novità è il pro-getto di mio fratello, che insieme con la famiglia lancia una sfida alla Cina. Sì avete capito bene: sfiderà la Cina con una coltivazione certifi-cata di bambù. Qui, in Italia!
Nuove idee per l'ottimismo faidate.
COMBATTERE LA CRISI
Risparmiare ed essere
felici
sono queste le parole
chiave degli italiani
CLASSE 3^ B
Questi viveri
serviranno di r
i-
serva al paese
per i sette ann
i di
carestia che v
er-
ranno nella te
r-
ra d’Egitto; co
sì
il paese non sa
rà
distrutto dall
a
carestia . ..
I l p r o g e t t o s i c h i a m a “BAMBOULAND 2.0” e consiste nella creazione di un bambuseto da cui si ricaveranno fusti desti-nati al settore dell’arredamento, pavimenti il legno, oggettistica, tessile e i germogli da destinare al settore agroalimentare per la cucina vegana, vegetariana e orientale. Si prevede la realizzazione di un’area adibita alla pratica dello yoga e un percorso didattico per le scuole. L’inizio è sempre più vicino, sono cominciati i lavori di aratura e a breve si metteranno a dimora le piante di bambù. Questi sono i metodi che si in-ventano gli italiani per risparmiare in questi momenti di crisi econo-mica. Basta poco per ritrovare la voglia di stare insieme senza spese pazze e inventarsi nuove pro-spettive lavorative … forse la crisi ci sta aiutando riscoprire la bel-lezza delle cose semplici e i valo-ri che danno gusto alle nostre giornate?
Pagina 10
CLASSE 3^B
In questo periodo siamo tutti
influenzati dalla crisi, anche in
ambito alimentare. Molte perso-
ne ritengono giusto non spreca-
re questo bene prezioso. Tra
queste troviamo una signora
che ci ha concesso un’intervista
e che ci ha aiutato a capire l’im-
portanza di questo argomento.
Sostiene infatti che è necessa-
rio comprare l'indispensabile e
non le cose superflue per riusci-
re a utilizzare tutto il cibo acqui-
stato prima della scadenza o
senza buttarne grandi quantità.
Non sprecare cibo è, infatti,
utile e rispettoso verso le perso-
ne che non ne hanno. La signo-
ra da noi intervistata si ritiene
molto attenta su questo punto, ma è
anche cosciente del fatto che, a
volte, può capitare che si comprino
grandi quantità di cibo in alcuni pe-
riodi dell'anno e che non si riesca a
consumarle tutte oppure che non si
stia attenti alla data di scadenza e
un alimento scada dopo pochi giorni
dall'acquisto e, quindi, che non si
faccia in tempo a consumarlo. Nelle
famiglie tutto ciò può portare conse-
guenze economiche e uno spreco
elevato di denaro.
Alcuni consigli che l'intervistata ci
ha voluto riferire riguardavano so-
prattutto l'attenzione a non compra-
re grandi quantità di cibo a breve
conservazione e a conservarli in
freezer anziché nel frigor. I cibi a
lunga conservazione invece posso-
no essere comprati anche in grandi
quantità. Esistono, inoltre, ricette
facili e veloci per recuperare alcuni
avanzi rimasti dalle cene preceden-
ti. Tra queste troviamo le polpette
che sono un secondo piatto delizio-
so realizzabile con alcuni avanzi di
carne; la frittata inoltre si può cuci-
nare con avanzi già cotti in prece-
denza. I passati di verdura o le torte
salate vanno benissimo per non
buttare la verdura rimasta in piccole
quantità e, infine, gli arancini sono
ottimi per recuperare il riso avanza-
to. Consigliamo a tutti di seguire
questi semplici consigli e ricette per
ridurre al massimo lo spreco di cibo!
CLASSE 3^ B
Consigli utili in cucina
COME NON SPRECARE CIBO: INTERVISTIAMO UNA MAMMA
Durante i sette
anni di
abbondanza la
terra produsse
a profusione.
Egli raccolse
tutti i viveri dei
sette anni di ab-
bondanza che
vennero nella
terra d’Egitto,
e ripose i viveri
nelle città: in
ogni città
i viveri della
campagna
circostante.
$e
risparmierai,
un
miglior
futuro
avrai!
Il ri$parmio è
fondamentale
per ovviare alle
$pese di ogni
giorno $enza
problemi nel tuo
conto!
La $oluzione
è dietro l’angolo!
Ri$parmiare ti
a$$icura un
futuro certo!!
Per te e per la tua
famiglia!
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CLASSE 3^B
La crisi è ovunque, non lo si può negare e continua ad espandersi a macchia d’olio. La gente non sa come reagire: è sconfor-tata e confusa, perché mai nella storia si è verifi-cata una crisi economica così intensa. Bisogna reagire, non si può pretendere di aspet-tare che passi come si fa col mal di gola, perché, se si continua così, le nuove generazioni non avranno un futuro per cui costruire la propria vita. È ora di dire basta alla di-soccupazione, alla pover-tà, alla miseria ed iniziare a dire sì al risparmio! Non ci vuole molto per ridurre di poco i costi gior-nalieri, pur continuando ad aver la qualità. Seguendo questi consigli sarà molto più facile: 1- non buttare via il cibo avanzato, ma utilizzarlo per cucinare altre leccor-nie; 2- far partire la lavastovi-glie solo quando costa meno; 3- spegnere la luce quan-do non serve per ridurre il consumo energetico; 4- approfittare dei saldi o degli sconti per comprare il più possibile (ovviamente solo se ne-cessario); 5- non tenere accesi trop-pi mezzi elettronici con-temporaneamente se non sono necessari ;
6- sostituire quando pos-sibile l’auto con una bella camminata, che è più economica, sana ed eco-logica ; 7- non usufruire di servizi che non sono necessari, come la lavanderia, il la-vaggio auto, … 8- ridurre al minimo le serate al ristorante, al cinema o in discoteca. Non bisogna per forza uscire per passare una bella sera; 9- riciclare può essere utile per guadagnare più soldi, infatti molti negozi offrono degli Euro in cam-bio di lattine e bottiglie di
vetro vuote;
10- si possono comprare vestiti di seconda mano (che possono essere di ottima qualità, basta ave-
re un po’ d’occhio).
Riguardo il cibo, conosco alcune ricette golose che è possibile preparare fa-cilmente ed in poco tem-po, come per esempio delle bruschette con pane
vecchio, delle polpette otte-nute con la carne del brodo del risotto, un riso al salto cucinato col risotto avanzato, una torta cucinata col panet-
tone avanzato, ecc.
Ecco due ricette,
RISO AL SALTO
Ingredienti
• risotto avanzato di qualsiasi
gusto;
• un po’ di olio.
Procedimento
Mettere l’olio nella padella e fare in modo che bagni ogni punto. Appoggiare la padella sui fornelli, accendere i for-nelli, attendere che si inizi a creare un crosta e togliere dai
fornelli. Servire ben caldo quanto lo si desidera.
10 SEMPLICI METODI PER SCONFIGGERE GLI SPRECHI
Chi oggi non sente parlare di crisi?! Oramai
influisce davvero su ogni cosa. Se ne sente
parlare dappertutto: al ristorante, al
telegiornale, nei negozi, praticamente
ovunque!! Ma come fare per combatterla
definitivamente ?
“Egli raccolse
tutti i viveri dei
sette anni di ab-
bondanza che
vennero nella
terra d’Egitto,
e ripose i viveri
nelle città: in
ogni città i vive-
ri della campa-
gna circostan-
te.”
Basta aspettare, è ora di reagire !!!
BRUSCHETTE
AL FORNO
Ingredienti
• pane vecchio e tostato;
• olio extravergine di oli-
va;
• pomodorini;
• basilico.
Procedimento
Tagliare il pane a fette spesse e metterlo nel forno. Aspettare che ab-brustolisca e nel frattem-po tagliare i pomodori in spicchi. Una volta pronte le fette, servire con un filo di olio, coi pomodorini a spicchi e con le foglie di
basilico.
Anche se sembrano idee scontate, vi assicuro che invece la buona riuscita è
garantita.
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CLASSE 3^ B
PER SAPERNE DI PIÙ
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CLASSE 3^B
Intervista a Giuseppe, eroe di altri tempi
Mi trovo alla reggia del faraone per intervistare Giuseppe, un giovane uo-mo che con la sua lungi-miranza è riuscito a cam-biare le sorti dell’Egitto e a salvare un popolo. Ho in-tenzione di fargli qualche domanda per comprende-re meglio la sua situazione e il suo stato d ‘animo . Giornalista: Come saprai, la tua storia è nota ormai a tutti, come ti senti ? Giuseppe: Sono onorato: mi fa piacere poter aiuta-re, anche se indiretta-mente, qualcuno . Giornalista: Ottimo. Ora , però, toglimi una curiosità: come hai pensato alla so-luzione “ dei granai” ? Giuseppe: Sai, sono sem-
pre stato dell’idea che mettendo in comune e condividendo il risultato sia migliore. Giornalista: Spiegati meglio … Giuseppe: Quando ho capito ciò che stava per succedere, mi sono reso conto che l’unico modo per sopravvivere alla ca-restia era collaborare. Ci saremmo impegnati tutti, e nel momento del bisogno, nessuno sareb-be rimasto solo, riuscen-do così a far fronte all’e-norme problema che gra-vava su di noi. Giornalista: Complimen-ti, tu sì che hai un approc-cio positivo per affrontare le difficoltà! Dovremmo prendere come esempio
la tua figura e affidarci alle capacità di chi si mette a disposizione degli altri. Anche il faraone ha credu-to in te! Giuseppe: É vero! Inizial-mente non riuscivo a cre-dere che una persona così autorevole potesse fidarsi di un semplice uomo come me, ma la forza dell’Egitto sta proprio nell’umiltà dei grandi! È ciò che, spesso, mi pare, manca a voi, uo-mini di oggi. Dico bene? Giornalista: Hai perfetta-mente ragione. Spesso ci arroghiamo il diritto di sa-pere tutto, senza mettere mai in discussione e in dubbio ciò di cui siamo estremamente convinti. Dovremmo essere più umi-li e prendere esempio dalle altre persone. Ad esempio,
da quelle in grado di per-donare! Tu ne sei un esempio! Hai perdonato i tuoi fratelli mettendo al primo posto un valore fondamentale come la famiglia, invece della ven-detta per il male che ave-vi ricevuto. Dal tuo per-dono è nata la condivisio-ne nei momenti di care-stia... Giuseppe: Questi gesti risultano tanto semplici quanto veri nel momento in cui vengono fatti con convinzione e profondo amore. Io avevo capito che ripagando l’odio con l’odio non avrei risolto nulla, anzi ! Giornalista: Grazie per la tua testimonianza. Spero che molti facciano tesoro dei tuoi insegna-menti. Non c’è nulla di più efficace, al mondo, dell’e-sempio!Alla prossima!
Allora
Giuseppe
aprì tutti
i depositi
in cui vi
era gra-
no ...
Pagina 14
CLASSE 3^ B
Nel mondo stanno na-
scendo tantissime asso-
ciazioni che aiutano i bi-
sognosi con gesti di soli-
darietà. Sono utilissime in
questo periodo per la no-
stra economia così prova-
ta.
Non sono solo però le
associazioni a compiere
azioni solidali, ma anche
le singole persone, per-
ché ognuno di noi può
dare il proprio contributo.
Ognuno di noi deve impa-
rare a risparmiare, non
solo per se stesso, ma
anche per gli altri. Per
fare ciò, ci sono varie pro-
poste,tra cui collaborare
con alcune associazioni
come la Caritas Ciò è
reso possibile grazie ad
alcune iniziative che par-
rocchie e scuole mettono
in atto (un esempio è la
raccolta di abiti usati).
Si possono poi evitare
spese inutili e, se si è in
condizioni migliori di altri,
destinare del denaro per
chi ne ha veramente biso-
gno, ad esempio alle
mense dei poveri.
Non si deve risparmiare
denaro solo per se stessi,
perché questo è un se-
gno molto evidente di
egoismo, in quanto signi-
fica che una volta accu-
mulato abbastanza dena-
ro per se stessi, si può
fare a meno degli altri.
Bisogna invece saper
essere altruisti e mettere
in primo piano i bisogni
altrui.
Per questo sono nate
tantissime iniziative come
quelle della Caritas oppu-
re “DonaCibo” che raccol-
gono alimenti o indumenti
per i poveri. Accettano
tutto da tutti senza esclu-
dere nessuno in modo
che ognuno di noi si pos-
sa impegnare a contribui-
re.
È importante collaborare
e promuovere il bene in
situazioni di crisi come
quella che stiamo attra-
versando, perché è l’uni-
co modo per superare le
difficoltà che rendono la
vita difficile a tante perso-
ne e a molte famiglie.
Se tutti avranno un tenore
di vita dignitoso, tutta la
società sarà migliore!
AZIONI DI SOLIDARIET À E GESTI D I RISPARMIO
La gente ha bisogno di aiuto:
mettiamo insieme le forze
per creare un mondo migliore!
Cassonetto per la raccolta di indu-
menti usati
Impariamo a risparmiare per dare a chi non ha
Ci fu
carestia in
ogni
paese, ma in
tutta
la terra
d’Egitto
c’era il pa-
ne
Pagina 15
CLASSE 3^B
Anche se probabilmente
non tutti lo sanno, l'Italia
non è l'unico Paese coinvol-
to nella grande crisi mondia-
le che, partendo dagli Stati
Uniti nel 2006, ha messo in
ginocchio le maggiori poten-
ze di antica industrializza-
zione e ha aggravato la
situazione dei Paesi in via di
sviluppo o sottosviluppati.
Questa situazione ha fatto
sì che i capitali da spendere
nelle tasche dei consumato-
ri fossero minori e ha di
conseguenza portato al
fallimento di molte multina-
zionali che operavano nel
campo dei beni non essen-
ziali.
Oggi molte famiglie preferi-
scono spendere il loro de-
naro in giuste cause piutto-
sto che in oggetti futili; ad
esempio, sono sempre più
frequenti le adozioni a di-
stanza. Questo tipo di atten-
zione ai bisogni altrui si
differenzia dall'adozione
tradizionale in quanto il
bambino che la famiglia può
aiutare resta nel suo paese
d'origine e riceve una quota
annua da utilizzare nell'am-
bito dell'istruzione, della
sanità e dei beni di prima
necessità (alimenti, vestia-
rio...). La pratica per l'ado-
zione è abbastanza sempli-
ce: è necessario rivolgersi
ad associazioni (è possibile
consultare prima i loro siti
Internet) che operano in
diversi Paesi e che dopo
aver assegnato il bambino
corrispondente inviano una
sua fotografia e la sua sche-
da, poi verranno inviate
delle cartelle informative
riguardo i suoi progressi. In
seguito, in alcuni casi, chi
adotta potrà intrattenere
una corrispondenza con il
piccolo, se lo si desidera. É
possibile anche andare a
fargli visita nel suo Paese
d’origine.
Spesso, quando in televisio-
ne si sente parlare di ado-
zione a distanza, nascono
in noi dei dubbi riguardo a
ciò che propone il progetto
di sostegno; “Attueranno
tutto quello che dico-
no?”, “Il mio contributo
sarà veramente utile?”.
Molti dei partecipanti che
si ponevano queste do-
mande per verificare la
fondatezza delle loro
preoccupazioni hanno
deciso di andare a vede-
re con i loro occhi, rima-
nendo sorpresi dai grandi
progressi che le comunità
facevano grazie al loro aiuto
e a quello di altri. Una delle
associazioni più conosciute
che si occupa delle adozioni
a distanza o, più propria-
mente, del sostegno a di-
stanza (SAD) è Save the
Children, che opera in Mo-
zambico, Malawi, Egitto,
Bolivia, Mali, Nepal, El Sal-
vador, Filippine e Vietnam e
che da più di quaranta anni
si occupa di questo campo
permettendo ai donatori di
vivere un’esperienza unica,
che cambia la vita. Le testi-
monianze delle persone che
già hanno partecipato al
progetto parlano tutte di una
“forte emozione”, di attimi
intensi e toccanti e di com-
mozione. I legami che si
creano tra i sostenitori e i
bambini o le comunità in
generale sono forti e sinceri
e sono destinati ad assume-
re una posizione importante
nella quotidianità di chi li
vive. Sapere che c’è una
persona che, pur essendo
lontana, ti aiuta non può che
rendere grati e sapere che
con un piccolo gesto puoi
salvare una vita ti riempie di
una gioia che supera qual-
siasi altro sentimento.
Marina Bosisio e Alfio Gritti
ci hanno parlato così della
loro esperienza: “Abbiamo
deciso di adottare un bam-
bino a distanza per compie-
re qualcosa che fosse utile
a qualcuno che ne aveva
davvero bisogno; ci siamo
rivolti ad un’associazione
chiamata VIS (Volontariato
Internazionale per lo Svilup-
po) che attraverso i Salesia-
ni sostiene il progetto ado-
zioni. La prima foto che
abbiamo ricevuto di Jajani ci
ha fatto commuovere e lo
stesso è stato quando, nel
momento in cui la giovane
cingalese non ha più avuto
bisogno del mio aiuto, è
arrivata la prima immagine
di Joseph, un piccolo etio-
pe. Ci sentiamo legati ai
due bambini, anche se non
è stato possibile scambiare
lettere con loro (in quanto il
VIS preferisce non sprecare
il denaro che riceve in opere
di invio e traduzione). Nono-
stante ciò, non vorremmo
incontrare i ragazzi: lo sco-
po di ciò che facciamo non
è essere ringraziati e non
vorremo metterli in una con-
dizione di disagio”.
Aiutare una persona per-
mette di stabilire un forte
legame con essa e le ado-
zioni a distanza sono solo
uno dei tanti esempi che
testimoniano questo: un
rapporto basato sulla solida-
rietà è destinato a durare
nel tempo e trasmette un’e-
mozione forte e sincera.
È un legame forte quello che si crea tramite le adozioni a distanza, di gratitudine e di amore incondizionato.
“UNA FOTOGRAFIA: MI SONO COMMOSSA.”
Queste sono le parole Marina Bosisio, che ha ricevuto la prima fotografia del bambino che ha adottato da qualche mese.
“Ho provato un’emozione fortissima”.
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CLASSE 3^ B
Martedì 2 Dicembre 2014, le classi della Scuola Secondaria di primo grado dell’Istituto Scolastico delle Suore Sacramentine di Berga-mo si sono recate presso il convento dei frati Cap-puccini di Borgo Palazzo, a Bergamo, dove hanno avuto l’opportunità di ri-flettere sul significato della carità, conoscendo i vari aspetti della vita francescana e l’articola-zione nel territorio delle attività promosse dall’Or-dine Cappuccino. Al mattino presto, la piog-gia scrosciante ha co-stretto docenti e alunni ad aprire gli ombrelli, ma di certo non ha placato la loro curiosità. Giunti alla meta, sono entrati in una grande sala dalle mura bianche, pie-na di tavoli del medesimo colore e si sono accomo-dati su sedie gialle. Si trovavano nella mensa per i poveri gestita dai frati.
Lì, Padre Lorenzo con un mite tono di voce ha for-nito delle informazioni che li hanno lasciato stu-pefatti: centocinquanta indigenti, quasi ogni gior-no, usufruiscono del ser-vizio mensa gestito da volontari e il “buono pa-sto” di cui sono in pos-sesso è valido per tre mesi. Un’alunna ha posto la seguente domanda: “Anche noi possiamo dedicarci a questo tipo di volontariato?”. Il frate ha spiegato che gli adolescenti possono impegnarsi in questo am-bito, ma in compagnia dei loro genitori. In seguito, ha approfondi-to il significato di “povertà spirituale” che induce molte persone, magari non nullatenenti, a recar-si comunque presso la mensa per trovare con-forto nei religiosi o negli altri indigenti. Gli alunni non hanno pe-rò avuto modo di vedere i bisognosi. “É una que-stione di dignità e di ri-spetto” ha spiegato il reli-gioso. A seguito di alcune do-mande, Padre Lorenzo ha continuato precisando che oggi la figura del po-vero è mutata rispetto ad una volta. Prima infatti, un bisogno-so si riconosceva subito: era vestito di stracci, si individuava per le scarse condizioni igieniche, ave-va come giaciglio una scatola di cartone ... Og-gi, invece, a causa della crisi economica, alla
mensa giungono anche dei giovani italiani senza lavoro o dei pensionati che ricevono mensilmen-te una somma esigua rispetto alle loro necessi-tà. Unitamente agli extraco-munitari, ultimamente, giungono anche persone dagli ultimi focolai di guerra, come l’Ucraina. Un’altra alunna ha solle-vato la spinosa questione riguardante la diffidenza sua e di molte altre per-sone nei confronti dei poveri che incontrano per strada, perché “potrebbero anche non essere davvero bisogno-si”. Il francescano le ha ri-sposto: “Hai ragione: so-no d’accordo con te circa l’esistenza di finti poveri, ma la comunità dei frati aiuta tutti indistintamente, compiendo comunque la sua opera di carità”. In seguito, i ragazzi si sono “avventurati” alla scoperta dell’Ordine Cap-puccino, in compagnia d’un altro religioso: Padre Roberto. Prima di tutto, sono en-trati dalla portineria, una piccola stanza di color crema, dove hanno salu-tato il frate portinaio con una tipica espressione francescana: “Pace e bene”. Egli svolge la mansione di soddisfare le richieste dei fedeli (fornendo, ad esempio, l’orario delle sante messe). Padre Roberto ha poi continuato dando ulteriori notizie sull’Ordine e sulla
sua opera: “La sala in cui ci troviamo un tempo era la biblioteca, ma ora è stata spostata a Milano, per fare più spazio alla mensa dei poveri”. All’interno del convento, è inoltre presente un ospizio dove si assistono i frati malati nel loro ulti-mo cammino verso “Sorella Morte”.
La mattinata con i frati si
è conclusa con la cele-
brazione di una Messa
accompagnata dai canti
degli scolari. Infine, le
classi hanno visitato i
chiostri e gli orti del con-
vento.
Tutti sono stati soddisfatti
per aver scoperto in mo-
do più approfondito lo
stile di vita francescano.
Non restava altro, per i
frati, che salutarli con un
“Pace e Bene”.
Riflessioni sul Natale in una giornata d’Avvento
UNA CLASSE ALLA SCOPERTA DEI CAPPUCCINI DI
BERGAMO
Allora
Giuseppe
aprì tutti i
depositi
in cui vi
era
grano
E’ più importante
donare che
ricevere
Solo con la solidarietà puoi in ogni momento aiutare persone e bambini partendo da piccole cose di uso quo-
tidiano come cibo e vestiti. Attraverso il tuo aiuto, puoi salvare bambini
e ragazzi della tua età. Dona qualcosa nella tua Parrocchia, verrà portato
ai più poveri!
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Giornalino
della classe 3^ B
Secondaria di Primo grado
Istituto scolastico paritario
Suore Sacramentine
Redazione: tutta la classe 3^B
ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO SUORE SACRAMENTINE
Via S. Antonino, 8 - 24122 BERGAMO - Tel. 035.270.027 - Fax 035.224.965
www.scuolesacramentinebergamo.it
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