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CONSEGUENZE DELLE RISPOSTE
• Fino ad ora si è visto come le conseguenze delle risposte modificano il comportamento del soggetto.
• In quest’ottica si è parlato di rinforzamento che è l’operazione che descrive ciò che accade a una risposta quando specifici stimoli la seguono, perché ci sia il rinforzamento è importante che: la risposta deve avere una conseguenza, che aumenti la probabilità della risposta e il cambiamento deve essere dovuto alla contingenza di rinforzo.
CONSEGUENZE DELLE RISPOSTE
• L’estinzione è l’operazione che interrompe la
relazione di contingenza fra la risposta e il
rinforzatore per far si che la risposta torni al
livello di probabilità che aveva prima di essere
rinforzata.
• La punizione riduce la probabilità di emissione
della risposta perché questa produce uno
stimolo con proprietà punitive
CONTROLLO DELLO STIMOLO
• Esistono delle operazioni che permettono di organizzare gli eventi ambientali, queste sono note come operazioni di controllo dello stimolo
• Queste operazioni descrivono i processi di discriminazione e generalizzazione. La discriminazione…”è la capacità di dare risposte diverse a stimoli diversi, riconoscendo gli attributi che li differenziano anche di poco. Si ha una discriminazione semplice quando gli stimoli da distinguere sono molto diversi(…) e una discriminazione complessa quando gli stimoli
CONTROLLO DELLO STIMOLO
diversi si assomigliano(…)”(Rollo, p.38). La generalizzazione ….”è il processo complementare a quello di discriminazione; può riguardare sia gli stimoli sia le risposte. Nel primo caso , l’individuo che ha appreso a dare una specifica risposta a un determinato stimolo, la emette anche di fronte a stimoli oggettivamente simili,ma accomunati da una qualche caratteristica(……). Nel secondo caso , lo stesso stimolo, che è associato a una determinata risposta , riesce a provocarne altre,
CONTROLLO DELLO STIMOLO
oggettivamente simili(…..). (Rollo, p. 52)
CONTROLLO DELLO STIMOLO
• Una delle operazioni di controllo dello stimolo più importanti è il FADING …….
• Terrace (1963) ha elaborato una metodologia di apprendimento discriminativo, nota come discriminazione senza errori: ha dimostrato, attraverso gli esperimenti sui piccioni, che variando in modo sistematico e controllato, alcune caratteristiche degli stimoli si riduce, quasi a zero, la probabilità di errore.
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S+ S+S-
FASE 1: Terrace ha insegnato ai suoi
piccioni a discriminare tra un pannello rosso
e uno verde secondo una modalità classica
di apprendimento per prove ed errori. Alla
fine della sessione di apprendimento i
piccioni hanno imparato a beccare il
pannello rosso, che produce il rinforzatore, e
non quello verde. il pannello rosso
rappresenta l’operante discriminativo.
FASE 2: viene introdotta una nuova
discriminazione fra un pannello con una
riga orizzontale e uno con una riga
verticale. Questa fase avviene però
senza errori perché la riga orizzontale
viene presentata sul pannello rosso e
quella verticale sul pannello verde. I
piccioni fin dalla prima prova beccano il
pannello con la riga orizzontale perché il
colore rosso è uno stimolo discriminativo
appreso nella fase precedente
Nelle successive fasi il colore viene
gradualmente attenuato, fading del
colore………………………………………
………………………………………………
……….
………………….. fino a quando i colori
non scompaino del tutto. A questo
punto i piccioni scelgono solo in base
all’andamento della linea che assume
funzione di stimolo discriminativo
inizialmente esercitata dal colore.
L’intero processo avviene senza errori.
FADING
• Il fading è costituito dal cambiamento graduale
dello stimolo che controlla una risposta, in modo
tale che alla fine la risposta compaia in seguito
ad uno stimolo parzialmente cambiato o
completamente nuovo (Deitz e Malone, 1985 da
Martin; Pear; p. 126).
• Nel fading si modifica un solo attributo dello
stimolo (colore,dimensione,intensità).
• Molti genitori utilizzano inconsapevolmente il
fading quando per esempio insegnano ai loro
bambini a scrivere una parola……….
PALLA
PALLA
PALLA
PALLA
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FATTORI CHE DETERMINANO
L’EFFICACIA DEL FADING
• Scegliere lo stimolo finale desiderato
• Scegliere lo stimolo di partenza che deve evocare in modo attendibile lo stimolo desiderato. Gli stimoli supplementari che non fanno parte dello stimolo finale desiderato vengono chiamati prompt; abbiamo promptverbali (suggerimenti verbali); prompt gestuali (indicare l’oggetto o il comportamento corretto senza toccare il soggetto); prompt basato sull’esempio(il maestro fa vedere il comportamento corretto); prompt fisici ( il maestro tocca l’alievo per aiutarlo);
FATTORI CHE DETERMINANO
L’EFFICACIA DEL FADING
prompt ambientali (viene modificato l’ambiente
esterno per ottenere il comportamento
desiderato).
I prompt ambientali vengono ulteriormente
suddivisi in prompt con stimolo esterno, viene
aggiunto qualcosa all’ambiente per ottenere il
comportamento corretto, e prompt con stimolo
interno, vengono alterate le caratteristiche
dello stimolo discriminativo per renderlo
evidente e quindi per facilitare la
discriminazione.
FATTORI CHE DETERMINANO
L’EFFICACIA DEL FADING
• Scegliere accuratamente i passi del fading: i passi attraverso i quali sfumare i prompt devono essere scelti accuratamente, bisogna controllare attentamente le prestazioni del soggetto, se comincia a sbagliare vuol dire che i promptvengono sfumati troppo velocemente. Bisogna quindi che l’abilità sia ben consolidata per continuare con la procedura di fading.
SHAPING DELLO STIMOLO
• Il fading è una procedura di apprendimento senza errori, perché le probabilità di sbagliare, sono ridotte a zero……
• ….però il fading non è l’unica procedura di apprendimento senza errori esiste anche lo shaping che implica una manipolazione sperimentale che modifica del tutto la configurazione topografica configurazione topografica degli stimoli da discriminare; quindi…………………………………………………
NEL FADING
Modifico un solo attributo
dello stimolo, che può
essere il colore, la
dimensione o
l’intensità……………………
………
….NELLO SHAPING DELLO
STIMOLO
Modifico l’intera struttura
gestaltica dello stimolo
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C’E’ ANCHE LO SHAPING DELLA
RISPOSTA
• Lo shaping della risposta che è basato sul
rinforzamento selettivo che fa emergere,
all’interno di successive classi di risposte
generalizzate, quelle via via più simili alla
risposta desiderata (il caso del bambino che non
voleva mettere gli occhiali).
• Nello shaping dello stimolo si lavora sugli
antecedenti del comportamento esercitando
una forma di controllo dello stimolo per un
apprendimento senza errori.
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BIBLIOGRAFIA
• Celi; F.(2002). Psicopatologia dello sviluppo:
Storie di bambini. Milano, McGraw- Hill.
• Groppo, M. (a cura di) (1983). Psicologia
dell’educazione. Vol. primo. Milano: Unicopli
• Lancioni, G. (1992). Facilitare l’apprendimento.
Trento, Centro Studi Erickson.
• Martin, G.; Pear, J. (2000). Strategie e tecniche
per il cambiamento: la via comportamentale.
Milano, McGraw- Hill.
BIBLIOGRAFIA
• Perini, S. (1997). Psicologia dell’educazione. Bologna, Il Mulino.
• Perini, S.; Cammà, M. (1983). Effetti di specifici trainings sull’apprtendimento discriminativo in bambini normali ed insufficenti mentali. Ricerca sperimentale. Psicologia dell’educazione, vol.1, p. 283- 296.
• Perini, S.; Benedetto, L. (1998). Analisi sperimentale delle varianti procedurali in programmi di shaping dello stimolo. Psicologia e Scuola, n. 90, p. 3 – 16.
BIBLIOGRAFIA
• Rollo, D. (2005). Breve dizionario di psicologia
dello sviluppo e dell’educazione. Roma: Carocci
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