COLOPHON MOSTRA
Associazione organizzatrice
Gruppo Fara Stabile di Poesia di Bergamo
Patrocini della mostra
Provincia di Bergamo
Rappresentanza Provincia di Bergamo
Gianfranco Gafforelli Presidente Provincia di Bergamo
Romina Russo Consigliera provinciale con delega alla Cultura
Silvano Gherardi Dirigente Settore Sviluppo - Servizio Cultura
Curatore della pubblicazione
Franco Colacello Servizio Cultura
Segreteria mostra
Elisabetta Longhi [email protected]
Impaginazione e grafica
Claudio Bulla Ufficio Comunicazione
Gruppo Fara Stabile di Poesia di Bergamo
Spazio Viterbi
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Dopo una serie di iniziative anche internazionali che hanno coinvolto varie nazioni, 24 paesi e 88 artisti da tutto il mondo, EXODUS torna a Bergamo grazie all’impegno del Gruppo FARA – Stabile di Poesia con la preziosa collaborazione della Provincia che ospita la manifestazione nella propria storica sede espositiva, oltre che del Comitato Nazionale Monegasco legato all’Unesco e già sede di precedenti analoghi eventi.
In questa manifestazione che dovrebbe chiudere il ciclo straordinariamente attuale di “EXODUS”, lo scopo intende evidenziare la necessità irrisolta di rivolgere l’attenzione sul contesto artistico in ogni sua espressione nella storia mai pacificata dell’umanità.
Ecco quindi un’operazione di certo respiro tecnico-artistico curata da Giacinto Formentini e dalla signora Hirvonen Tuula che vede i 20 artisti-poeti del Gruppo esibire, già dal logo della mostra, opere di estrema attualità, sia legate alla figurazione sia di intensa concettualità e astrazione, che ciascuno di loro da anni esercita con stile, autorevolezza e professionalità.
Il tema non affatto scontato, invita a ricercare nelle pieghe delle “grandi” tragedie le tracce “minime” di quotidiani soprusi per affermare valori, difendere idee, vivendo concetti salvifici che l’arte, tutta e da sempre, misteriosamente custodisce.
EXODUS in arte, arduo definirsi ad una prima lettura, è un palese invito, negli intenti e nelle opere proposte, a sollecitare riflessioni contemporanee, “allo stato dell’arte”, o meglio delle arti, oggi come ieri, esposte alle prevaricazioni dei poteri, ora in modo palese e violento, ora più subdolamente all’emarginazione e perdita di valore e di identità stessa nell’impossibilità d’espressione ed è ciò che tuttora può accadere nell’attualità di un’umanità iperconnessa.
C’è un’elegia di incommensurabile dolore e bellezza che potrebbe a ragione aprire questa riflessione, “quella triste notte della partenza” che vide il sommo Ovidio nella Roma augustea costretto all’esilio dal quale mai più ritornerà.
Presentazione
Spazio Viterbi
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Il potere aveva emesso il suo verdetto senza appello!
Esuli lo sono stati nella storia un numero infinito di artisti, poeti, letterati e musicisti, nel tempo non graditi ad ideologie o dittature o sopraffazioni etniche che hanno sempre individuato in loro nemici invincibili poiché le idee non si possono eliminare: tutto ciò in particolar modo fu evidente nelle tragiche vicende del secolo breve a noi così vicino.
Come non ricordare, ad esempio, Chagall e le sue fragili fiabe di villaggi ebraici, o Malevič arrestato ed emarginato dallo stalinismo mentre tutti gli espressionisti tedeschi, perseguitati dai nazisti, riparavano all’estero.
Come non ricordare i confini fascisti contro intellettuali ed artisti oppositori soprattutto ebrei, Carlo Levi, Ginzburg e la tragedia dei fratelli Rosselli.
Parigi negli anni ’30 ospitava centinaia di fuoriusciti da un’Europa preda della follia; una grande indimenticata scrittrice e mecenate Gertrude Stein, immortalata in uno splendido ritratto di Picasso, dopo averli accolti e nascosti a decine dovette riparare drammaticamente in USA inseguita dalla Gestapo. Così il pensiero va inevitabilmente commosso a Federico Garcia Lorca, esule nella sua stessa amatissima terra, vittima della ferocia franchista: “la casa di Bernarda Alba” ancora lo attende! Negli stessi anni un grande poeta cileno era lì e gli fu amico, Pablo Neruda, lontano dalla sua terra per gli stessi motivi, che raccontò la sua terribile fuga e la lenta agonia dell’eroica Madrid, criminalmente tradita!
Pagine di intenso valore storico, oggi come ieri, soprattutto per le giovani generazioni così ebbre di fiumi di informazioni.
Esuli si è in infiniti modi quando le società scelgono impunemente modelli vincenti in una gara per pochi: ebbene sì, si può morire anche di apparenti aggiornamenti culturali.
Spazio Viterbi
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Tre versi a terminare
e già tacevano le voci degli uomini
e dei cani e la luna alta
guidava i cavalli notturni
Lui era Ovidio, molti secoli dopo un “ragazzo meraviglioso” esule nella propria deforme figura, Leopardi, immaginava la stessa notte, lo stesso silenzio verso est: la luna, oggi come allora, era la stessa.
settembre 2019 Sandra Nava
Spazio Viterbi
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Esodo - ma anche Diaspora / Esilio / Migrazione - sono sinonimi oggi, sempre più attuali: di dispersione di popoli, di schiavizzazioni, di sfruttamento di fasce deboli di popolazioni ad opera di manipolatori a tutto campo senza scrupoli ed appartenenti al nuovo ordine mondiale.
L'umanità è decaduta, il nostro mondo è decaduto, la creazione è decaduta e la presunzione e l'orgoglio umani hanno reso inarrestabile tale processo.
Come attestano numerosi ritrovamenti fossili, la presenza umana sul nostro pianeta è antica di molti milioni di anni, cosa che del resto si accorda perfettamente con quei passi del Ramayana e del Mahabarata in cui sono descritti conflitti nucleari che sconvolsero l'umanità civilizzata moltissimo tempo fa, ma anche con i passi della Bibbia.
Infatti, per la tradizione l'umanità non si è evoluta dalla materia, a partire da forme semplici e inferiori, ma al contrario è decaduta da una condizione aurea di perfezione fisica e spirituale e le grandi civiltà antiche che noi conosciamo attualmente, tra le quali quella egizia, non furono che degradati relitti di una grande civiltà antichissima, che come narra il Mito di Atlantide, si autodistrusse per aver peccato d'orgoglio, recidendo i propri legami con la "Divinità" e praticando dissennatamente la magia nera.
Quei sapienti divennero stregoni, con l'illusione di poter dominare a piacere le immani forze della natura, facendone strumento di folli ambizioni e di una malvagia volontà di dominio.
Tutte le tradizioni spirituali, derivate dall'antichissima "Tradizione" che non è un sapere di origine umana, ma soprannaturale, recano un eco più o meno attenuato, o più o meno riconoscibile di questa antichissima verità.
Dal "Mito" cristiano della cacciata dal "Gan Eden", al "Mito" greco dell'età dell'oro, dell'argento, del bronzo, e del ferro, al mito indiano dei quattro Yugas, nell'ultimo dei quali ci troviamo immersi (il Kali-Yuga o età oscura della Dea Kalì), sempre troviamo lo stesso fondamentale concetto: l'umanità è decaduta, il nostro mondo è
"Esodo" 2018-2019 - Diaspora/Esilio/Migrazione
Spazio Viterbi
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decaduto, la creazione è decaduta e la presunzione e l'orgoglio umani hanno reso inarrestabile tale processo.
... Adamiti e Cainiti furono allontanati dal Gan Eden da Yahweh il loro Creatore, il nostro Creatore, puniti per il loro atto di disobbedienza.)...!
E da qui il primo esodo della tradizione umana a cui seguirono nel tempo (in ordine alfabetico): Diaspora africana, Diaspora albanese, Diaspora armena, Diaspora assira, Diaspora bolivariana, Diaspora croata, Diaspora ebraica, Esodo israelita, Esodo istriano, Diaspora italiana, Diaspora lituana, Diaspora palestinese, Diaspora romena, Diaspora russa, Diaspora sarda, Diaspora serba, Diaspora siriana, Diaspora dei Tartari di Crimea, Diaspora tibetana e tutte le attuali diaspore...!
Oggi siamo in piena emergenza migrazioni, causa le guerre, la fame la miseria ma soprattutto della creazione di un nuovo "Disordine mondiale"; la grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell'umanità.
E nuovo disordine mondiale è il titolo di un libro, poco noto pubblicato dalle Edizioni San Paolo nel 2000. Scritto da Michael Shooyans, sacerdote e professore emerito di filosofia politica e ideologie contemporanee all'Università Cattolica di Lovanio, in Belgio.
Si tratta di una denuncia della politica di morte promossa da istituzioni internazionali come le Nazioni Unite e da un numero sempre più crescente di governi nella consapevolezza che le istanze del "Nuovo ordine mondiale" avrebbero poi trovato nell'Agenda 21 dell'ONU un programma di attuazione.
Con la Seconda Biennale Internazionale d'Arte Postale di Monaco e di Montenegro, affidiamo agli artisti invitati, la realizzazione di una propria opera d'arte solidale alle tematiche qui trattate, dal Mito del Primo Esodo, all'avanzata di un nuovo ordine mondiale mascherato da umanesimo filantropico che si rivela ieri come oggi istanza di morte...!
Giacinto Formentini
ARIENTI Romano
BRANDOLISIO Giulia
BUZZACCHI Lella
CAPEZZUTO Teresa
CAPOCCHIANI Enza
CAVALLINI Pietro
CORTINOVIS Silvana
FORMENTINI Giacinto
FORMENTINI Veronica
FORTINI Alda
HIRVONEN Tuula
MEANI Franco
MORANDI Ornella
PONTOGLIO Valeria
RODESCHINI Ludovico
RONDI Mario
SALVONI Maria Antonietta
SEVERINO Cetty
VANDI Massimo
VISCUSI Pino
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Spazio Viterbi
PROFUMI DI STRADE BATTUTE
Profumi di strade battute
si spalmano sotto le suole
di strane memorie vendute
all'asta, con puzzo che duole
Chi offre di più?
Miasmi di trincee affollate
ammorbano naso e cervello
sì zeppo di parole sfregiate
da rimanerci solo il cappello
Sarà un déjà vu?
Ci vorrebbe aria di mare,
di vacanze, di festa
Un ricordo, un volto, un nome,
una bella esperienza
Ci vorrebbe fragranza di pane,
aroma di caffè, di fiori l'essenza
Un particolare, un evento,
un'assidua presenza
Guerra
No
Non la vogliamo.
Dalla silloge "Particolare"
TERESA CAPEZZUTO
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Spazio Viterbi
IL PONTE SUL FIUME
Si ode l'allodola sul ramo di
pino. E dal lungo filare di gelso
cammina un vecchio lento.
Lungo le siepi di confine
dove le lontane apparenze
poste nel cesto nel sole di
agosto si aggrovigliano giorni
imprecisi.
Trema una foglia nel vento
chiaro e sottile.
Cinguetta un passero per la via
di confine. E seguo immagini
raccontate. Narro una storia e
vago con il pensiero.
E detto un brano che mi unisce
al pomeriggio.
Si ode ancora l'allodola sul
ramo. E volano bassi gli uccelli
notturni.
Nei declivi dei monti, Sotto un cielo lavato e chiaro nei
dintorni del caseggiato
ALDA FORTINI
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