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Page 1: Chioggia dic2013 n156

Diga soffolta, il Magistrato alle acque rimanda la decisione

Salvaguardia litorale

pag. 6

“Ragazzi con la tuta gialla” coordinati ed efficienti

Protezione civile

pag. 9

pag. 8

Amministrazione 2013, Casson tira le sommeSoddisfazione del primo cittadino: “Promessa mantenuta, non abbiamo aumentato le tasse”

Il 2013 è finito e l’amministrazione Casson tira le somme sull’andamento economico del Comune di Chioggia. L’as-

sestamento di bilancio votato il 30 novem-bre chiude sostanzialmente il bilancio eco-nomico 2013 e la relazione del collegio dei revisori certifica una situazione di equilibrio. Come per tutti i comuni italiani, il 2013 è stato un anno ricco di incertezze e cambia-menti (Imu, Tares, ecc.) durante il quale i sindaci e gli assessori hanno dovuto fornire

risposte adeguate al territorio. “Come promesso – dichiara il primo cit-

tadino di Chioggia, Giuseppe Casson – non abbiamo aumentato la pressione fiscale ed abbiamo mantenuto invariate le aliquote, riducendo addirittura la quota Imu pagata sui terreni edificabili. Anche sul fronte Tares, a differenza di molti altri comuni, non solo non ci sono stati aumenti nel passaggio da TIA a Tares, ma anzi in molti casi siamo ri-usciti a diminuire le aliquote per le attività

produttive.” La delibera votata dal consiglio comu-

nale il 12 dicembre ha permesso di sanare anche una serie di debiti fuori bilancio ac-cumulati dalle amministrazioni precedenti dell’ammontare di circa un milione e cen-tomila euro nei confronti della Provincia, di SST (la società dei servizi comunali) e di ditte private, permettendo al Comune di Chioggia di rimanere all’interno del Patto di stabilità.

Dilagano i furti nelle abitazioni, la gente ha paura

Primo Piano

pagg. 4-5

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 156 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Chioggia

InquInamento, rItornano I dIvIetI antIsmog

Expo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra

i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma anche paesaggistici ed

enogastronomici.

pag. 24

expo 2015, le vIlle venete aspettano I turIstI

Sono iniziati nel 2013, ma continue-ranno fino ad aprile del 2014 i divieti anti

smog introdotti dal comune di Venezia, Spinea, Mirano e Santa Maria di Sala. Una misura voluta per rendere l’aria più pulita e

meno inquinata nei centro.24

pag. 30

EDITORIALE

Amarezza metropolitana di Nicola Stievano

Il 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto

prenderà forma e fi nalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’an-no nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di es-sere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più effi cienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, ren-dere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i note-voli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario me-tropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale.

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Page 3: Chioggia dic2013 n156

 

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Page 4: Chioggia dic2013 n156

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Page 5: Chioggia dic2013 n156

Chioggia Provincia RegioneturIsmo

pag. 6

Gli operatori chiedono lo steward “da spiaggia”

CommerCIo

pag. 8

Negozi in sofferenza per il caro affitti, la proposta di Ascom

sCuole

pag. 9

Un musical per celebrare la Giornata della memoria

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 87048840Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 dicembre 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

Dolo-Mirano, Chioggia-CavarzerelavorI per 500mIla euro neglI IstItutI superIorI

Lavori per 500mila euro programmati e approvati dalla Provincia per i distretti scolastici di Dolo e Mirano, e, nel basso Veneziano, Chioggia e Cavarzere.Le scuole superiori di Dolo e Mirano saranno interessate da una serie di interventi di manutenzione straordina-ria per un importo complessivo di 200mila euro. Il progetto definitivo prevede la siste-mazione dei serramenti e delle pareti, compreso il ripristino dei manti di copertura, degli istituti Lazzari, Musatti e Galilei di Dolo e Maiorana-Corner, 8 Marzo-Lorenz e Ponti-Levi a Mirano.Il progetto definitivo dei lavori di manutenzione straordinaria è stato ap-provato anche per le scuole della zona di Chioggia e Cavarzere, per un importo complessivo di 300mila euro. Gli interventi riguardano il completamento del consolidamento statico all’Istituto Marconi a Cavarzere e la manutenzio-ne interna ed esterna dell’istituto Righi di Chioggia.

Sport e territoriola regIone sostIene le 4 maratone venete

C’è anche la “Venicemarathon” nell’elenco delle 4 maratone venete che beneficeranno di complessivi 150mila euro, a titolo di sostegno che la Regione ha stabilito di assegnare per l’organizza-zione degli eventi nel 2014. Treviso Marathon, Maratona di S. Antonio, Verona Marathon e Veni-cemarathon sono i quattro grandi eventi sportivi presi in considerazione - come ha spiegato l’assessore regionale allo Sport Marino Zorzato - per la loro rilevanza sul piano sportivo, ma anche sotto il profilo sociale e culturale. Nel dettaglio all’Asso-ciazione Sportiva Dilettantistica “Venicemarathon Club” verranno attribuiti 80mila euro, 30mila dei quali per la mara-tona di Venezia e 50mila per quella di Padova.

A Jesolo ci sarà un unico luogo per dare risposte alle richieste delle centinaia di

migliaia di turisti che arrivano li ogni anno. Questo il senso della “ Casa del turismo”

un progetto della Provincia presentato nelle scorse settimane dalla presidente

Francesca Zaccariotto. Il progetto prevede l’assegnazione alla rete associativa che

la gestirà, degli spazi e dei locali, per 400 mq al primo piano dell’immobile Kursaal

di Jesolo. La durata dei lavori è di 36 mesi, a partire dalla data di sottoscrizione

del contratto, cioè inizio 2014. Sarà un modello per gli altri ambiti del territorio

provinciale.

EconomiasegnalI dI rIpresa

per le Imprese

Segnali di ripresa dall’e-

conomia vene-ziana dai dati della Camera

di Commercio: rispetto allo

stesso periodo del 2012, fra giugno e settembre del 2013 hanno cessato l’attività quasi 800 aziende in meno,

3.978 contro 4.770. Sono piccoli segnali di una stabilizzazione della

recessione che dovranno diventare più solidi nel 2014. Intanto analizzando

nel dettaglio, il settore più in sofferen-za, è quello delle costruzioni che ha perso oltre 500 ditte e l’industria in

senso stretto che ne ha viste chiudere quasi 300.

JesolonasCe la Casa

del turIsmo

EDITORIALE

Amarezza metropolitana Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione

di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”.

Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non fi nire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della cit-tà metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari.

Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffi co sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

eConomIa

pag. 26

Venezia stenta nella geografia veneta del benessere

polItICa

pag. 32

Aria di votazioni, 345 sindaci al rinnovo

spettaColo

pag. 34

Intervista ad Aldo Tagliapietra, storico leader de “Le Orme”

spazI apertI

pag. 25

Turismo: dalla costa alle città d’arte, si torna a vedere positivo

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Page 6: Chioggia dic2013 n156

4 Argomento del mese

materIe prIme salgono prezzI e furtI

Sicurezza ferroviaria e furti di rame

423mila euro e 38mila chilogrammi di rame trafugato. A tanto ammontano i danni provo-cati dai furti di rame sulle linee ferroviarie

venete nei soli primi nove mesi del 2013.Un fenomeno che mette seriamente a rischio

il buon funzionamento del trasporto ferroviario. Nel periodo preso in esame sono stati coinvolti 291 tre-ni per un totale di quasi ottomila minuti di ritardo. Furti che sin troppo spesso restano impuniti. L’ulti-mo episodio ha bloccato per ore quaranta treni sulla tratta Venezia-Padova a causa dell’ennesimo furto di rame. I ladri hanno agito sulla linea AV Venezia-

Padova fra le stazioni di Venezia Mestre e Pado-va Interporto. L’anomalia lungo la linea è stata rilevata dai sistemi di sicurezza e i treni in entrambi i sensi di marcia sono stati deviati sulla linea convenzionale con ingenti ritardi. Per ora questi furti hanno provocato solo ritardi e disagi ai cittadini in viaggio e alle Ferrovie ma se i sistemi di rilevamento dei problemi un giorno avessero un guasto improvviso? Questi furti sono pericolossimi eppure sempre più frequenti. I dati dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame sono signifi cativi se si guarda ai primi 6 mesi del 2013: 11.040 furti (+12,1% vs 2012) per 2.720 soggetti denunciati (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.

E’ Andrea, 23 anni, la vittima più grave dell’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi del 2013 ha inve-stito in modo preoccupante il Veneto.Lui, un commesso di dicount, si è visto puntare la pisto-

la alla testa e poi ha sentito lo sparo che l’ha costretto ad una diffi cile lotta per la vita. Ma la cronaca racconta quasi ogni giorno di signore più o meno anziane colpite brutal-mente lungo le vie delle nostre città anche per un bottino di pochi euro.

La gente ha paura e la preoccupazione degli ammini-stratori locali è altissima tanto che non si contano le richieste di aumentare le forze dell’ordine di pattuglia sui territori.

Molti i primi cittadini che hanno fatto appello anche al Governatore Zaia chiedendo risorse economiche, fi nanzia-menti ai propri distretti di polizia, soldi che il più delle volte erano a bilancio in Regione e sono stati cancellati, così come è accaduto per l’impegno a fi nanziare le telecamere.

In alcuni territori, come a Padova e nella Saccisica, ver-so fi ne anno sono arrivati rinforzi nell’ambito di competenza dell’arma dei carabinieri. Così sono stati intensifi cati i pattu-gliamenti e la presenza di agenti là dove sono sempre più in

azione bande di ladri che non disdegnano di compiere danni e atti di vandalismo.

Purtroppo però, operazioni come queste non potranno durare a lungo su un territorio e, soprattutto, non possono essere replicate all’infi nito.

Nel Veneziano i reati complessivi, nei primi otto mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentati del 3,5 per cento. Con un’impennata dei reati predatori in particolare ad agosto dove i furti in casa sono aumentati del 14 per cento, mentre quelli nei negozi del 24 per cento. “Ogni tanto - ha affermato Alessandro Pansa, capo della Polizia all’assemblea dell’Associazione funzionari di polizia - qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città. Voglio essere sincero con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza da nessuna parte del territorio. E da nessuna parte vuol dire anche Venezia”. L’annuncio di Pansa è ancora più grave guardando al futuro. “Il prossimo anno caleranno ancora gli uomini e ci sarà ancora meno sicurezza”.

E’ paradossale pensare che aumentano i reati e cala il numero di chi può contrastarli. “I reati predatori si com-

battono anche con la prevenzione - spiega infatti Diego Brentani, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - e questa la si fa mettendo agenti in strada. In questo momento siamo al lumicino. Se abbiamo gli uomini non abbiamo le macchine e viceversa. Poi fi niscono i soldi per la manutenzione delle auto e queste si fermano. A riprova che stare in strada porta a risultati l’abbiamo avuta a gennaio 2013, quando sono stati messi per le vie la metà dei poli-ziotti arrivati per sostituire quelli che sono stati trasferiti. In nemmeno quindici giorni sono calati, del sessanta per cento, i reati predatori denunciati”. “Non è solo una questione di organici e mezzi - afferma però Francesco Lipari, se-greta-rio provinciale del sindacato di polizia Coisp - Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona. Chi commette reati si rende conto che nella gran parte dei casi la fa franca. Non solo, da tempo in Italia non c’è la certezza della pena”. “Chi commette la gran parte dei reati predatori - conclude Lipari - è consape-vole del fatto che pochi giorni dopo, se non ore, si ritrova fuori e torna a fare quello che sa fare meglio: delinquere”.

di Germana urbani

Pansa: “Nel 2014 caleranno ancora gli agenti di polizia e ci sarà ancora meno sicurezza”

Lipari: “Il problema è più complesso,

riguarda il fatto che il sistema giustizia

in Italia non funziona”

SICUREZZAAggressioni e scippi

per strada, di giorno e di notte, topi d’appartamento

di nuovo all’opera in un crescendo di furti messi a segno nelle province venete.

Una escalation che i soli agenti presenti

nei territori non possono contrastare effi cacemente

Allarme sicurezza: sempre più ladri e sempre meno agenti

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SANTʼANNA DI CHIOGGIA: Vici-no alle scuole e negozi, in piccola palazzina, appartamento al pri-mo piano composto da ingresso, zona giorno, 2 camere da letto, bagno, poggiolo e garage di pro-prietà. Arredato. EURO 450 mensili

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Page 7: Chioggia dic2013 n156

5Argomento del mese

di Germana urbani

Zaia ringrazia ma chiede un impegno al GovernoTornano le ronde Le vere risposte dovrebbero venire dalle istituzioni

Se la sicurezza non arriva dallo Stato i cittadini si organizzano e tornano sulla strada a far la ronda. Sulle ronde si era tanto discusso anni fa, quando l’argomento sicurezza era cavalcato di gran carriera dalla Lega e da An. Ma dopo la regolarizzazione delle ronde non se ne era più vista una. Di fronte a una crescente domanda di sicurezza, però, in tutta la regione stanno tornando di moda i

pattugliamenti delle associazioni di volontari. Alcuni, soprattutto giovani, girano armati di telefonini pronti a documentano tutto il possibile e a pubblicarlo in diretta sui social media. Scelte che possono essere molto pericolose e che hanno allarmato anche il prefetto Domenico Cuttaia che ha sottolineato quanto sia rischioso postare su Facebook foto o altro materiale di presunte situazioni di reato. Ma certamente è rischioso anche sostituirsi agli agenti nel controllo del territorio, una soluzione dal fi ato corto, come riconosce lo stesso Governatore Luca Zaia, leghista della prima ora. “Io apprezzo la generosità con la quale queste persone si rendono disponibili a collaborare con le forze dell’ordine ma è evidente che questa non può essere la soluzione dirimente per prevenire e contrastare gli episodi malavitosi - ha detto il governatore Zaia - “Gli episodi criminosi, in base alle statistiche, sono in aumento e per contro si registra, a causa dei tagli statali, una drastica riduzione dell’organico degli agenti: ciò signifi ca esporre a eccessivi pericoli le famiglie e le aziende. Il governo riveda le sue priorità”. Ma anche la Regione ha le sue mancanze e basta dare un’occhiata al bilancio regionale per verifi care se Zaia e la sua Giunta crede nella necessità di investire o no in sicurezza. “Occorre pensare - ha sottolineato Piero Ruzzante, Consigliere regionale del Pd - che si è passati dai 5,6 milioni di euro del 2010 ai 100 mila euro del 2011, fi no agli zero euro messi a bilancio per il 2012. Ma non erano proprio la Lega e il Pdl a ritenere la sicurezza e la lotta alla criminalità obiettivi strategici per il loro mandato? Beh, a giudicare dai numeri non si direbbe affatto”.

Allarme sicurezza: sempre più ladri e sempre meno agenti

10 Argomento del mese

spalla pag 5 per vene-ziane

Nel veneziano

Allarme sociale Furti in abitazione in forte aumento Un 2013 da dimenticare sotto il profi lo dell’ordine pubblico e della sicurezza in

provincia di Venezia dove i ladri in alcune aree si sono letteralmente scatenati e hanno provocato allarme sociale. Per tutta risposta sono sorti sul territorio,

gruppi di vigilanza e autodifesa. Le zone più colpite dalle scorrerie di vere e proprie bande organizzate, prevalentemente dell’est europeo sono state quelle del Miranese (zona di Martellago), della Riviera del Brenta, diversi quartieri di Mestre e Sando-natese. Ma a tracciare un quadro della situazione è stato a dicembre il Prefetto Domenico Cuttaia. In provincia di Venezia sono aumentati del 12 per cento i furti in abitazione e preoccupa anche l’aumento dei borseggi, cioè i “furti con destrezza”. Sono diminuiti di gran lunga i furti di automobili, che sono stati 55 in meno e soprat-tutto le rapine in banca e quelle nei negozi. Continuano ad essere stabili e numerose le rapine in abitazione. Sono aumentati arresti e denunce: 719 i primi 6556 le seconde. Questo è un segno di un maggior impegno delle forze dell’ordine rispetto all’anno precedente. Cuttaia ha spiegato che uno dei mezzi più utili per fermare i furti e le rapine sono le telecamere, il problema è poi la presenza nelle sale controllo per osservare ciò che registrano in tempo reale, altrimenti la loro presenza è inutile. Cuttaia ha proposto che i volontari dei gruppi di autodifesa stiano vicini ai video delle sale controllo delle telecamere piuttosto che andare in giro con le ronde. Il Prefetto nella sua analisi della situazione fatta a fi ne anno, non ha risparmiato il fatto che si hanno dei segnali di infi ltrazioni mafi ose nell’economia veneta e veneziana. Il prefetto poi ha spiegato che l’attenzione deve essere massima nei settori in cui possono svilupparsi le organizzazioni criminali, in particolare a partire dallo spaccio delle sostanze stupefacenti, dal commercio abusivo e spesso di prodotti contraffatti e lo sfruttamento della prostituzione. Ma la paura più grande dei residenti è quella dei furti in abitazione. Ci sono stati anziani e famiglie che si sono trovati i ladri in casa di notte e proprio per questo, sono sorti nelle scorse settimane in Riviera gruppi di vigilanza di vicinato da parte di cittadini, che controllano fi no a tarda ora le strade per evitare i raid di bande di predoni che razziano tutto. La denuncia arriva dai sindaci della Riviera, preoccupati per la brutta piega che potrebbe derivare da azioni scon-siderate di autodifesa o “giustizia fai da te”. I gruppi attivi sarebbero attualmente almeno cinque, sparsi fra Mira, Compagna Lupia, Camponogara e Campolongo. I sindaci spiegano che succede. “I cittadini - spiega Fabio Livieri, sindaco di Campa-gna Lupia e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss13 - si sono organizzati da settimane in gruppi di autodifesa. Sono molto attivi nella frazione di Lova e anche a Campagna Lupia capoluogo. Sono gruppi di 10-15 persone che perlustrano il territorio e avvisano le forze dell’ordine in caso di movimenti sospetti. In un caso sono riusciti anche ad aiutare i carabinieri a fermare una banda di ladri pronta ad entrare in azione con arnesi da scasso. Ho anche incontrato i cittadini che partecipano a questi gruppi, e mi hanno assicurato che la loro funzione è quella di collaborare con le forze dell’ordine. Nessuno gira per le strade armato”. I primi a partire con questa esperienza erano stati a Mira ad agosto un gruppo di residenti della zona di via Molin Rotto a Gambarare. In estate quasi metà delle abitazioni erano state razziate. Per questo si era costituito un gruppo di vigilanza di vicinato. A.A.

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6 Chioggia

di Sara Boscolo Marchi

Non è arrivato il via libera che tutti si aspettavano dal Magistrato alle Ac-que per mettere in opera il progetto

di realizzazione della diga soffolta che do-vrebbe mettere definitivamente in sicurezza il litorale di Sottomarina dalle mareggiate. Una delusione per la città, l’Amministrazio-ne comunale e le categorie turistiche.

Ogni decisione era stata rimandata al 18 dicembre, ma, sebbene le categorie turi-stiche locali fossero già in allarme, non ci si aspettava l’ennesimo nulla di fatto. Invece è arrivata la doccia fredda: tutto rimandato ancora una volta.

“Siamo molto delusi e amareggiati – afferma Luciano Serafini a nome di Gruppo Turismo Chioggia – e a questo punto, anche giustamente preoccupati. Il Magistrato alle Acque ha smentito se stesso. Ci era stata data la certezza della realizzazione dell’o-pera e invece ci troviamo a chiudere l’anno

al punto di prima. Ci risulta, e speriamo sia vero, che la questione venga affrontata di nuovo a gennaio. Invitiamo quindi l’am-ministrazione comunale ad intervenire in queste settimane per sensibilizzare l’ente, ancora una volta, sull’importanza di questo progetto”.

Fa eco Giorgio Bellemo, presidente dell’Ascot: “Stoppare quest’opera e conti-nuare con il ripascimento sarebbe uno spre-co di soldi pubblici. Ricordo che nel 2009 il ripascimento fu fatto a novembre, ma in maggio si dovette rifare a causa di una ma-reggiata fuori stagione”.

L’amministrazione comunale si schiera a fianco della categorie turistiche: “Quest’o-pera serve alla città - afferma il sindaco Giu-seppe Casson - Ha seguito tutto il suo iter tecnico con tanto di prova sperimentale nel simulatore di Voltabarozzo. Ci auguriamo quindi che tutto si concluda positivamente

in modo da evitare di spendere ogni anno decine di milioni di euro della collettività che, di fatto, permettono solamente di con-cludere la stagione turistica con la spiaggia in condizioni dignitose, per poi ricominciare tutto quanto l’anno successivo”.

Non essendo arrivata l’autorizzazione entro fine 2013, sorge però un altro proble-ma: quello della tempistica di realizzazione dell’opera. Anche se il Magistrato desse l’ok a gennaio, quasi sicuramente non si farebbe

in tempo a finire la diga soffolta entro l’ini-zio della prossima stagione estiva.

“Il progetto - spiega l’assessore al Tu-rismo Silvia Vianello - è stato chiesto già nel 2009. Le risorse per cominciare ci sono, ma bisogna fare presto. I lavori dovevano cominciare a gennaio per rispettare la ta-bella di marcia e chiudere i cantieri prima dell’inizio della stagione turistica 2014”. L’ombra del ripascimento aleggia nuova-mente su Sottomarina: “Le nostre speranze

sono due – afferma Serafini – la prima è che, ovviamente, il Magistrato dia davvero il suo consenso all’opera in gennaio; la se-conda che i lavori siano rapidi. Visti però i tempi stretti, sarebbe già un successo se portassimo a casa la realizzazione della diga soffolta con inizio cantiere al termine della prossima stagione estiva”.

Sottomarina Salvaguardia del litorale

Diga soffolta, il comitato del Magistrato alle acque rimanda la decisione

Sottomarina sta pensando di allinearsi alla tendenza in voga in altri lidi del ve-neziano e introdurre la figura dello ste-

ward “da spiaggia”. Un servizio in più per turisti e residenti che potrebbe contribuire a tenere sotto controllo il fenomeno dell’abu-sivismo commerciale lungo il litorale.

“I primi ad avere l’idea degli steward negli stabilimenti balneari eravamo stati proprio noi categorie turistiche di Sottoma-rina – afferma Luciano Serafini di Gruppo Turismo – altre realtà come Jesolo sono state più rapide nel metterla in pratica. Gruppo Turismo si è messo in contatto con la stessa agenzia che ha gestito altrove il servizio e siamo in at-tesa di una risposta sui costi e le modalità. Tra i punti di forza c’è si-curamente quello di ri-uscire a porre un freno alla presenza massiccia dei venditori abusivi all’interno degli stabili-menti balneari. Chi cerca tranquillità, infatti, è infastidito dal loro continuo via vai sotto gli ombrelloni”. Oltre alla sorveglianza, gli steward si occuperebbero anche di assistere i bagnanti e dare informazioni turistiche sul territorio. La loro presenza è vista positiva-mente anche da Marco Boscolo Camiletto del Consorzio ConChioggiaSi, che afferma: “Non potremo sfruttare l’introduzione degli steward come una novità, visto che non saremmo i primi e nemmeno gli unici ad

offrire questo servizio, ma dato che qui non c’è e in altri posti sì, dovremmo dotarcene al più presto, pena la svalutazione del no-

stro litorale”. Lo steward non

potrebbe in alcun modo sostituirsi alle forze dell’ordine, ma piuttosto collaborare con loro, segnalando

le situazioni che richiedono un intervento dei tutori della legge. “Tuttavia l’introdu-zione degli steward a Sottomarina dipende dalla destinazione che avranno i soldi entra-ti nelle casse comunali con la tassa di sog-giorno del 2013 – conclude Serafini - con la speranza che il discorso sia allargato anche al 2012, di cui non si è mai parlato finora. Contiamo di ricevere buone notizie e che le cifre possano essere reinvestite sul territorio anche per questo tipo di progetti”.

GlI OpERATORI TuRISTICI ChIEDONO l’INTRODuZIONE DEllO STEwARD “DA SpIAGGIA”

La spiaggia di Sottomarina

Una figura professionale che dà informazioni, assiste i bagnanti e si affianca alle forze dell’ordine

S.B.M.

Le categorie turistiche e l’Amministrazione comunale: “Ci aspettiamo l’ok a gennaio per l’inizio dei lavori”

Da destra Giorgio Bellemo e Luciano Serafini

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8 Chioggia

Il 2013 è finito e l’amministrazione Casson tira le somme sull’andamento economico del Comune di Chioggia. L’assestamento di bilancio votato il 30

novembre chiude sostanzialmente il bilancio econo-mico 2013 e la relazione del collegio dei revisori certifica una situazione di equilibrio. Come per tutti i comuni italiani, il 2013 è stato un anno ricco di incertezze e cambiamenti (Imu, Tares, ecc.) durante il quale i sindaci e gli assessori hanno dovuto fornire risposte adeguate al territorio.

“Come promesso – dichiara il primo cittadino di Chioggia, Giuseppe Casson – non abbiamo au-mentato la pressione fiscale ed abbiamo mantenuto invariate le aliquote, riducendo addirittura la quota Imu pagata sui terreni edificabili. Anche sul fronte Tares, a differenza di molti altri comuni, non solo non ci sono stati aumenti nel passaggio da TIA a Tares, ma anzi in molti casi siamo riusciti a diminuire le aliquote per le attività produttive.”

La delibera votata dal consiglio comunale il 12 dicembre ha permesso di sanare anche una serie di debiti fuori bilancio accumulati dalle amministrazio-ni precedenti dell’ammontare di circa un milione e centomila euro nei confronti della Provincia, di SST (la società dei servizi comunali) e di ditte private, permettendo al Comune di Chioggia di rimanere all’interno del Patto di stabilità.

Sempre in chiusura d’anno, è stato perfezionato anche l’accordo con Veritas relativamente alla ces-sione del 30% delle quote di SST, avviato con la de-libera del 29 dicembre 2012, che tante polemiche

aveva suscitato. All’epoca, infatti, l’opposizione ave-va criticato tale decisione, vista come un’“elusione”, perché la cessione (ancora sostanzialmente fittizia) e il milione e 800mila euro pagato da Veritas come opzione sulla vendita permisero all’amministrazione Casson di evitare lo sforamento del patto di stabilità 2012.

“Nulla di più sbagliato - spiega oggi il sindaco – e i fatti dimostrano che la vendita fu una decisione presa in totale buona fede e sulla base, non dei pro-blemi del patto (che, comunque, sono stati risolti in quella maniera), ma di considerazioni sulla spending review nazionale che sconsigliano il mantenimento

di piccole società partecipate dai comuni, come nel caso di Sst”. Rimane grande amarezza per un patto di stabilità che attualmente non permette di spende-re le risorse disponibili. “Per il 2014 il futuro rimane incerto sul fronte delle entrate non essendoci sicu-rezza sui trasferimenti statali - conclude il sindaco di Chioggia - Speriamo che la nuova legge finanziaria allenti un po’ questa morsa che sta strangolando i comuni italiani. Noi continueremo le azioni volte alla vendita del patrimonio immobiliare e la battaglia per i fondi della Legge speciale, in modo da intervenire sul territorio in maniera strutturale con manutenzioni e nuove opere”.

di Sara Boscolo Marchi

Comune Andamento economico 2013, l’amministrazione tira le somme

Il sindaco: “Promessa mantenuta, non abbiamo aumentato le tasse”

Giuseppe Casson ricorda anche gli sforzi compiuti dall’Amministrazione per rimanere all’interno del patto di stabilità e ammette: per il 2014 il futuro è incerto

Bilancio

Negozianti in sofferenza a Chioggia. Ad essere in difficoltà per il calo dei consumi sono in particolare coloro che hanno il negozio in centro storico. In molti si recano, ormai un po’ per abitudine, nei grandi cen-

tri commerciali per fare shopping, con la convinzione di poter risparmiare. Il deterrente principale ad avvicinarsi al centro di Chioggia risulta essere la difficoltà di arrivare con l’auto a ridosso dei negozi. Tuttavia un altro fattore (meno visibile, ma altrettanto tagliente) che ogni anno rischia di far chiudere le saracinesche di molti negozi è il caro affitti. I proprietari delle “mura” degli esercizi commerciali, infatti, hanno la tendenza ad alzare i canoni di locazione appena la legge lo consente e, soprattutto nel caso il

negozio funzioni ed attiri molti clienti. Per i negozianti diventa difficile reg-gere l’impatto e alcuni decidono di spostarsi fuori dal centro storico, mentre altri chiudono definitivamente. “E’ un problema generalizzato – spiega il direttore di Ascom, Maria Grazia Marangon - che oggi, in un momento di crisi, si aggiunge alle altre difficoltà che incontrano le aziende del mondo del commercio: tasse esorbitanti, costo del lavoro elevato, controlli di tutti i tipi, concorrenza sleale, burocrazia. Sugli affitti esistono due tipi di proprietari: chi comprende sia preferibile un affitto ridotto e ripropone nuovi contratti sul-la base della filosofia “meglio un negozio aperto che uno vuoto” ed altri che rischiano il negozio sfitto oppure ipotizzano un cambio di tipologia”. In que-

ste ultime settimane Ascom ha intensificato i rapporti con l’amministrazione comunale discutendo anche di questo problema, soprattutto con l’assessore alle Attività produttive Maurizio Salvagno. “Una buona idea – afferma il presidente, Alessandro Da Re – sarebbe introdurre nel piano per il centro storico la possibilità che il livello rialzato possa diventare commerciale, con la logica di aumentare l’offerta e contenere i canoni. I negozi a due piani sono molto appetibili e ottengono anche un discreto successo da parte dei clienti. Ne stiamo discutendo con l’amministrazione e speriamo che si possa arrivare ad una conclusione positiva. Sarebbe un aiuto in più verso un settore in grosse difficoltà”.

neWs Commercio negozI In Centro storICo In sofferenza per Il Caro affIttI, asCom propone una possIbIle soluzIone

Il sindaco Giuseppe Casson

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Sel e Forza Italia sono concordi nei confronti dell’operato del-la giunta Casson per il 2013: “Negli ultimi 3-4 anni lo stato centrale ha tagliato i fondi destinati alle amministrazioni

locali, ma la crisi economica non può giustificare le inadempienze della giunta Casson”. Gli esponenti dell’opposizione, Fortunato Guarnieri (Sel) e Beniamino Boscolo Capon (FI), si chiedono che fine abbiano fatto alcune delle promesse fatte dal sindaco Casson per il 2013, ovvero l’installazione del wifi gratuito in centro storico, i grandi aiuti alle imprese, l’asfaltatura di Viale Mediterraneo, la risoluzione delle controversie sulla concessione dei posti barca, l’inaugurazione del nuovo Teatro Astra, la destina-zione d’uso dell’ex-colonia Turati restaurata ormai da tempo, ecc.

“Ho già sottoposto un’interrogazione al sindaco – dichiara Boscolo Capon – su alcuni punti oscuri delle azioni di questa amministrazione riguardo la monetizzazione dei parcheggi (spe-cialmente quello in “zona Zanzibar”, misteriosamente rimasto gratuito anche dopo l’installazione delle colonnine), le sanzioni ambientali e l’uso della tassa di soggiorno. Sono ancora in attesa di risposte. Nel frattempo, assisto ad altre inefficienze ammini-strative, ad esempio un Segretario Comunale “part-time” che si divide tra Chioggia e Dolo”.

Guarnieri, invece, accusa il sindaco Casson di perseguire una politica clientelare: “Nei momenti di difficoltà si potrebbe-ro contenere le spese destinate al finanziamento di sagre ed eventi promossi dalle associazioni o per la costruzione di nuovi impianti sportivi (si parla di campi da tennis a Borgo San Giovan-ni) destinati a società private. Ma la giunta sembra preoccuparsi d’intrattenere rapporti privilegiati con quei soggetti privati che un domani potranno procurarle molti voti, piuttosto che concentrarsi sui problemi di tutti”.

Il giudizio delle opposizionibosColo Capon: la CrIsI eConomICa non può gIustIfICare tutte le InadempIenzeguarnIerI: sCelte per ConquIstare votI

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9Chioggia

Fortunatamente il 2013 non è stato caratterizzato da emergenze di parti-colare gravità, a differenza del 2012,

segnato da seri episodi alluvionali ed acque alte più che straordinarie. Ciò nonostante il Servizio Protezione Civile Comunale ed il Gruppo Volontari hanno svolto un’intensa attività. Sono stati segnalati 8 interventi in emergenza e ben 283 a supporto di pubbli-che manifestazioni, eventi sportivi e turistici, spargimento sale, avvisi alla cittadinanza, nonché per addestramento dei volontari stessi.

Gli impegni di maggiore rilevanza sono stati posti in essere durante l’estate, in oc-casione dei weekend in cui si sono svolte l’esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazio-nale “Frecce Tricolori” e la manifestazione “Io, Te e Rio”. In entrambe le occasioni la Protezione Civile Comunale ha ben figurato, ottenendo anche il vivissimo plauso da parte dei responsabili militari per la coordinazione dei volontari provenienti da altre località e l’efficienza dei servizi durante la manifesta-zione delle “Frecce Tricolori”. Il Comandan-te delle “Frecce”, Magg. Jan Slangen si è dichiarato piacevolmente meravigliato della grande professionalità ed efficienza della Protezione civile chioggiotta, che è stata in grado di gestire a lungo un pubblico di migliaia di persone ed è riuscita a sgombra-re completamente lo specchio d’acqua e la battigia di oltre nove chilometri in soli 25 minuti, un vero record.

Il sindaco Giuseppe Casson ha voluto rinnovare i sentimenti di stima e riconoscen-za, a nome di tutta la città, nei confronti di tutti i componenti del dispositivo comunale di Protezione Civile: il Dirigente Michele Tiozzo, il responsabile del Servizio Fran-cesca Telloli, ma soprattutto i Volontari del Gruppo, che con il loro disinteressato senso del dovere, spirito di sacrificio, assoluta dedi-zione, profonda solidarietà umana, altissime professionalità e senso civico, costituiscono motivo di orgoglio per l’intera comunità di Chioggia.

Un grazie sincero ai “ragazzi con la tuta gialla”, vicini alla cittadinanza e pronti a fornire il loro prezioso ausilio in ogni mo-mento. Di notte, sulle strade più pericolose, nella nebbia, sotto la pioggia e l’alluvione, nell’acqua alta, sul ghiaccio o sulla neve, la Protezione civile è sempre presente e pronta a dare una mano nei momenti di difficoltà del singolo cittadino o di bisogno per la città.

di Sara Boscolo Marchi

Protezione civile Resoconto delle attività 2013

I “ragazzi con la tuta gialla”, coordinati ed efficientiGli impegni di maggior rilevanza quest’anno in occasione delle Frecce Tricolore e “io, te e Rio”

Il prossimo 27 gennaio, in occasio-ne della Giornata della Memoria, l’assessore alla Cultura e allo Sport

della Città di Chioggia, Narciso Girotto in collaborazione con l’Accademia di Musica Arena Artis realizzerà una serie di iniziative collegate alle scuole che saranno anche una grande occasione di sensibilizzazione e di beneficenza per l’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova. Arena Artis presenterà al Palazzetto del-lo Sport di Borgo San Giovanni il musical “Fate della vostra vita un dono”, tratto dal libretto musicale di Daniele Ricci e liberamente ispirato alla vita del padre francescano San Massimiliano Kolbe, morto nel 1941 nel campo di concen-tramento di Auschwitz.

Si tratta della seconda rappresenta-zione dello spettacolo, dopo l’anteprima di luglio durante Io, Te e Rio. giornata mondiale della Gioventù.

Il musical su Padre Kolbe, con la regia e la direzione artistica di Antonia Varagnolo, si presenta come un ap-puntamento per apprezzare le qualità artistiche dei giovani ballerini e cantanti di Chioggia, ma anche come momento per far rivivere uno degli episodi più significativi e toccanti della 2^ Guerra Mondiale, con il sacrificio volontario del sacerdote che diede la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia condannato a morte. Per il suo straor-dinario gesto di martirio, Massimiliano Kolbe è stato canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1982.

Il musical sarà affiancato da una pubblicazione che verrà distribuita nei giorni precedenti nelle scuole del territo-rio: oltre alla genesi artistica del musical, l’iniziativa editoriale conterrà un fumet-to inedito sulla vita del Santo realizzato appositamente per l’occasione. Queste iniziative hanno anche un importante risvolto benefico, in quanto i proventi che verranno raccolti saranno devoluti interamente all’Ospedale Pediatrico Ga-slini, tramite il progetto di raccolta fondi Una Rosa per il Gaslini, che sostiene le attività dell’Istituto con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’accoglienza ai bambini e alle famiglie, l’assistenza medica e la ricerca pediatrica. L’asses-sorato alla Cultura e Arena Artis hanno collaborato nel mese di dicembre in un’altra occasione di beneficenza per il Gaslini, proponendo alla cittadinanza e alle scuole lo spettacolo musicale Una notte al Museo, con grande successo di pubblico.

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Iniziativa rivolta alle scuoleIl musICal “fate della vostra vIta un dono” per Celebrare la gIornata della memorIa

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10 Chioggia

Ha brillato un bel sole l’8 dicembre sul C.F.P. Cavanis, ma una particolare luce, lo splendore dell’Immacolata, ha illu-

minato i cuori e i volti dei tanti presenti. Con questa solenne celebrazione è stato aperto l’anno commemorativo del sessantesimo della presenza dei Padri Cavanis e del Centro professionale a Chioggia che si concluderà il prossimo otto dicembre 2014.

La città di Chioggia vanta una storia glo-riosa di secoli e fra le tante memorie recenti che la hanno fatta grande si può annoverare anche il Cavanis. Fu proprio il Vescovo Cavanis Mons.Giovanni Battista Piacentini a volere che nella ricostruzione del tessuto sociale di Chiog-gia e del suo territorio nel dopoguerra, ci fosse una scuola di arti e mestieri.

In questi sessanta anni quanti religiosi si sono letteralmente rimboccate le maniche e hanno iniziato a tirare su muri e laboratori per accogliere ragazzi e giovani! Nelle testi-monianze di tanti ex-allievi c’è un particolare e commosso ricordo dei bei tempi eroici, fatti di lavoro e di grandi valori educativi e sociali.

Quanti si sono fatti una vita e un nome, anche di prestigio, imparando sui banchi di scuola e nei laboratori la disciplina, il lavoro, la dura ma gratificante fatica di un mestiere, i valori cristiani della onestà e della fede semplice ma essenziale. Ecco perché tanti ex-allievi sono ancora oggi assidui frequentatori e collaborato-ri del Centro professionale Cavanis. Sessanta anni sono una bella storia da raccontare e sono un patrimonio che non è solo da conser-vare ma da spendere e diventare progetto per le nuove generazioni.

I tempi non sono buoni e alle volte ci si trova a dover lottare contro delle forze miopi che non si rendono conto del grande valore della Formazione Professionale e della forma-zione umana e cristiana della nostra gioventù. In questi ultimi anni si è cercato di innovare i corsi mettendosi al passo e al servizio delle nuove esigenze e sbocchi lavorativi. I labora-tori hanno una efficiente strumentazione e in certi settori sono nella assoluta eccellenza: pro-babilmente anche a Chioggia pochi se ne ren-dono conto! Tornando alla festa, diversi sono

stati i momenti e le occasioni. Il P. Luigi Bellin come nuovo Rettore ha presentato alla assem-blea le motivazioni e le personalità presenti: il neo eletto Preposito Generale dei Cavanis P. Piero Fietta e numerosi religiosi confratelli. Il Direttore della scuola Professor Gimmy Fabris, il Presidente Ing. Alberto Baradel, il Presidente degli Ex-allievi Bruno De Bei, il sindaco Giusep-pe Casson, gli assessori alla Istruzione, del Tu-rismo, i Consiglieri, il Presidente di Asso Arma, i Comandanti dei Carabinieri, della Finanza,

dei Vigili del fuoco dei Bersaglieri. Convinta è stata la partecipazione di allievi con le loro famiglie. Particolarmente significativo è stato il rito di benedizione e inaugurazione del monu-mento scultoreo dei Fondatori della Congrega-zione Cavanis, i Venerabili PP. Antonio e Mar-co. Il gruppo marmoreo, di pregiato marmo di Carrara, vigilerà sui giovani, sui professori e padri: la loro “passione educativa” non si spenga mai a Chioggia. Grandi congratulazioni e approvazioni ha ricevuto lo scultore Stefano

Corana, presente con la sua famiglia, per aver colto lo spirito dei Cavanis. La bella liturgia si è conclusa con un ricco e raffinato buffet preparato dai coniugi Alessandro e Valentina. Una piccola nuvola nel cielo della giornata: mancava P. Rocco! Mi rendo sempre più con-to come tra Chioggia e Rocco ci sia ormai una simbiosi. Speriamo di rivederlo al più presto, “vecchia colonna”, rimesso a nuovo: per ora i nostri auguri di buona salute.

L’istituto di formazione professionale ha avuto un insostituibile ruolo sociale formando intere genera-zioni ai valori del lavoro e umani. Una costante innovazione gli consente di essere al passo e a servizio delle nuove esigenze lavorative

Riceviamo e pubblichiamo Le celebrazioni dell’8 dicembre

Sessant’anni di istituto Cavanis a Chioggia

Con una solenne celebrazione è stato aperto l’anno commemorativo del 60esimo della presenza dei Padri Cavanis a Chioggia

P.L.B.

La locandina della manifestazione e il logo dell’istituto

In un gremitissimo Auditorium San Nicolò si è tenuto anche quest’anno il 19 dicem-bre scorso il Concerto di Natale dell’or-

chestra della sezione musicale della scuola Silvio Pellico: studenti musicisti, affiancati e sostenuti dai loro insegnanti di strumento (Alessandro Bobisse per la chitarra, Raffael-la Rizzi per il clarinetto, Filippo Maretto per il violino e Micaela Tiozzo per il pianoforte).

Il programma musicale prevedeva l’esecuzione del celeberrimo “Deck the hall”, realizzato con la partecipazione del coro formato dalle classi quinte delle scuo-le primarie “G. Marchetti” e “P. Amedeo”, preparato e diretto dalla professoressa Riz-zi. Subito dopo è stato il turno degli studenti della classe prima media che, pur studiando il loro strumento musicale da pochissimi mesi, sono stati in grado di offrire al caloro-so pubblico l’esecuzione del tema di Mozart “Ah! Vous dirai-je, Maman”.

L’orchestra, con i ragazzi di seconda e terza media, ha successivamente intonato altri tradizionali brani natalizi, passando da “White Christmas” a “Oh Tannenbaum”, dal “Cantique de Noel” a “Jingle Bells”, da “The first Noel” a “Il bel Danubio blu” e tanti altri. Gran finale con il popolarissimo “Happy Christmas” di J. Lennon.

I brani musicali sono stati inframmez-zati da alcune poesie sul tema del Natale, composte e lette dai ragazzi dell’orchestra.

Fa piacere ricordare che al concerto hanno partecipato anche tre ex-allieve vio-

liniste, che ora frequentano il primo anno di liceo e che continuano il loro percorso di studi musicali presso il Conservatorio”A. Buzzolla” di Adria.

Va segnalato l’intervento dei ragazzi della classe II A, che hanno presentato al pubblico il lavoro svolto con la loro professo-ressa di lettere Laura Casson, lavoro con cui hanno vinto il concorso grafico - letterario “Il mondo che vorrei” del settimanale diocesa-no “La Nuova Scintilla”.

Anche quest’anno al concerto è stata abbinata la consueta vendita delle torte preparate dalle famiglie degli allievi, il cui ricavato verrà utilizzato per l’acquisto di materiale scolastico e per beneficenza.

Il Dirigente scolastico dell’Istituto Com-prensivo Chioggia 1, Giuseppina Papa, l’ex Dirigente, Erminio Boscolo Bibi e l’Assesso-re alla Cultura Narciso Girotto hanno rivolto numerosi e sentiti complimenti a tutti coloro che hanno partecipato allo spettacolo.

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Il mese di dicembre rappresenta il momento più conso-no dell’anno per tracciare bilanci e fare previsioni per il futuro. Anche a Cavarzere si tirano le somme di questo

2013 che ha visto alla guida della Città l’amministra-zione comunale di centrosinistra, presieduta dal sindaco Henri Tommasi, al suo terzo anno di governo cittadino. È il sindaco Henri Tommasi a illustrare la situazione at-tuale, partendo dal settore finanziario. “Nonostante un milione e 200mila euro di tagli ai trasferimenti statali in tre anni – esordisce – la situazione economica della Città è momentaneamente in equilibrio e siamo riusciti a rispettare tutti i parametri. Per il prossimo anno ci aspetta un ulteriore taglio di 550mila euro ai trasferimenti statali e, se continuiamo di questo passo, negli anni a venire ci troveremo in serie difficoltà nell’erogare servizi basilari sui quali non è possibile tagliare. Oltre a ciò, assistiamo a una crisi sociale alla quale non si riesce a dare una rispo-sta adeguata, con sempre più richieste e minori risorse”.

Il sindaco ricorda poi alcuni interventi che sono stati posti in essere nel corso dell’anno o che vedranno la luce nei prossimi mesi, tra essi il nuovo ponte di Boscochiaro, relativamente al quale informa che il progetto definitivo sta per essere approvato dal ministero e, dopo, i lavori dovrebbero partire entro l’anno nuovo.

“Pronto a partire – così il sindaco – è anche il centro unico di cottura, i lavori sono quasi ultimati e ai primi di febbraio dovrebbe iniziare l’attività che prevede di creare qualche nuovo posto di lavoro e pasti direttamente pre-parati a Cavarzere con prodotti della zona”.

Il sindaco esprime poi soddisfazione per la recente

approvazione, da parte della Commissione tecnica re-gionale, del progetto di ampliamento e ristrutturazione dell’Ipab “A. Danielato” in corso Europa, aggiungendo che, visto che l’iter è ormai quasi completato, si spera di poter a breve porre la prima pietra dei lavori. Ricorda inoltre che, in accordo a quanto deciso dalla quinta Com-missione consiliare regionale, a Cavarzere dovrebbe sor-gere un ospedale di comunità che, secondo quanto detto dal sindaco, troverebbe spazio nei locali dell’ex ospedale.

Tommasi cita poi altri interventi portati avanti dalla sua amministrazione comunale. “Grazie al contributo di un privato, che investirà con proprie risorse – così il primo cittadino – sarà eseguita la copertura per il gioco del ten-

nis. Si sono conclusi i lavori nella frazione di San Pietro, con diversi interventi in più rispetto al progetto iniziale, e altri da realizzare a breve, oltre a questo presto contiamo di riuscire a intervenire a Boscochiaro e nel centro per porre rimedio ai problemi idraulici”.

Rispetto invece al progetto che riguarda il bacino sudovest, preannuncia per i primi mesi dell’anno un in-contro pubblico coi tecnici di Polesine Acque per esprimere i chiarimenti chiesti dai residenti con una petizione. Ricor-da infine il successo della stagione di prosa e la vivacità culturale del Teatro Tullio Serafin, auspicando che il nuovo anno possa portare ancor nuove occasioni di condivisione e crescita per la Città.

di Nicla Sguotti

Attività amministrativa 2013 Il sindaco Henri Tommasi fa un bilancio

Nonostante i tagli si va avanti

Il sindaco Henri Tommasi

La riduzione dei trasferimenti statali mette in difficoltà i Comuni sull’erogazione dei servizi essenziali. Eppure l’elenco dei risultati e dei progetti regala qualche bella soddisfazione

Primo piano

Qualche mese fa, a ridosso della visita a Città degli angeli, rifugio per cani e gatti di Gri-gnella, da parte dei veterinari dell’Ulss 14 e

della Polizia municipale, Marzia Tasso, consigliere comunale del Partito democratico, aveva inviato alla stampa una sua nota nella quale parlava di “assurdità che rasenta il ridicolo” in riferimento al fatto che gli animali ospiti a Città degli angeli potessero recare disturbo alle abitazioni della zona, dicendo che esse erano “lontane 150-200 metri” e definendo “improbabile il fastidio che gli animali recherebbero alla quiete pubblica di una frazione come Grignella, dove invece è possibile riscontrare situazioni di custodia di cani in catena e in numero superiore rispetto al regolamento”, riferendosi al regolamento comunale per la tutela degli animali.

Recentemente, il consigliere comunale Roma-

no Angelo Garbin ha presentato al presidente del Consiglio comunale una interrogazione nella quale chiedeva se nelle vicinanze dell’area occupata dalla Città degli angeli sono ubicate delle civili abitazioni e, in caso affermativo, quante siano, quanti nuclei familiari vi abitino e quali distanze intercorrano tra le stesse e i confini dell’area del rifugio. Il consiglie-re comunale ex Sel chiedeva inoltre se agli uffici comunali competenti risultasse che a Grignella vi fossero situazioni di custodia di cani in catena e in numero superiore rispetto a quanto stabilito dal regolamento comunale. Garbin chiedeva, infine, se Marzia Tasso avesse eventualmente comunicato agli stessi uffici comunali i nominativi dei cittadi-ni abitanti a Grignella interessati. Nella seduta consiliare del 28 novembre, all’interrogazione ha risposto l’assessore Heidi Crocco e, qualche giorno

dopo il consigliere Garbin ha invitato una sua nota alla stampa nella quale sottolineava quanto gli è stato risposto.

“L’assessore Crocco – queste le parole di Gar-bin – ha evidenziato che nelle vicinanze dell’area occupata da Città degli angeli si trovano quindici abitazioni tra le quali una distante cento metri, una confinante occupata da due famiglie e due fronte strada occupate da tre famiglie. Ha inoltre detto che gli uffici comunali competenti non sono a conoscen-za di cani custoditi in catena e in numero superiore rispetto a quanto stabilito dal regolamento comuna-le per la tutela degli animali e che non è nemmeno pervenuta agli uffici comunali competenti alcuna se-gnalazione in merito a cittadini abitanti a Grignella interessati a quanto sopra evidenziato”.

foCusIl “caso” della Città degli angeli a Grignella

l’assessore CroCCo rIsponde a garbIn: “nelle vICInanze sI trovano 15 abItazIonI”

N.S.

Il 18 dicembre la Commissione tecnica re-gionale ha approvato il progetto di ristrut-turazione e ampliamento dell’Ipab “A.

Danielato” in corso Europa. Il costo dell’in-tervento è di 8 milioni e 200mila euro, dei quali 4milioni e 500mila euro a carico del fondo della Regione Veneto, i restanti a carico della stessa Ipab.

“È stato un lungo percorso durato due anni che ha visto un continuo e particolare impegno del Cda dell’Ipab – ha commenta-to Lisa Armarolli, coordinatrice locale di Sel – il Consiglio comu-nale ha autorizzato una deroga ai dieci metri di distanza tra i due fabbricati”. Aggiunge che adesso è ipotizzabile l’espletamento della gara di appalto nella primavera del 2014 e poi l’inizio dei lavori che dureranno oltre tre anni. “Quello raggiunto – prosegue Armarolli – è uno dei punti programmatici più importanti portati avanti dalla maggioranza che governa Cavarzere e dal Consiglio di amministrazione dell’Ipab, ossia ampliamento e ristrutturazio-ne della casa di riposo nella sua attuale sede”. Precisa poi che la costruzione della nuova struttura permetterà di portare a novanta i posti disponibili per gli ospiti. “Oltre a ciò – così la coordinatrice di Sel – è stata presentata alla Regione Veneto una domanda per la realizzazione di un centro diurno per anziani non autosufficien-ti. In momenti così difficili per il paese, per la nostra comunità, la costruzione della nuova casa di riposo è un segnale positivo e incoraggiante, a tutti coloro che hanno dato il loro impegno e contributo va il grazie del nostro circolo”.

la Commissione tecnica regionale approva il progetto armarollI (sel): “amplIamento e rIstrutturazIone: grande rIsultato”

N.S.

Ipab danIelato

Lisa Armarolli

la visita dei Bersaglieri all’IpabmusICa, ballI, dolCI e foto rICordo per allIetare glI anzIanI

Ogni anno si rinnova la c o n s u e t a

visita dell’associa-zione Bersaglieri, sezione di Cavar-zere, agli anziani ospiti dell’Ipab “Andrea Danielato”. Anche quest’anno i Bersa-glieri di Cavarzere, lo scorso 8 dicembre, hanno dato vita a un pomeriggio di allegria e spensieratezza, rimanendo accanto agli anziani per festeggiare le imminenti festività del Natale. I nonni della casa di riposo attendono ogni anno l’appuntamento con impazienza, esso infatti rappresenta ormai una tradizione che si ripete da ben venticinque anni ed è sempre accolto positiva-mente dagli anziani ospiti, felici di riascoltare le canzoni di un tempo in compagnia e anche divertiti nel farsi fotografare con il caratteristico cappello con piume di gallo cedrone dei Bersa-glieri. A intrattenere gli ospiti è stato il musicista Samuele Be-gheldo, legato da sempre ai Bersaglieri, che ha accompagnato la festa con musiche e canzoni dal vivo. L’incontro si è concluso con la consegna a tutti gli anziani di dolci e biscotti, offerti per l’occasione dal supermercato Aliper di Cavarzere, e dandosi l’ap-puntamento al prossimo anno. N.S.

La foto ricordo con i bersaglieri

13Sguardo a Cavarzere

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Ulss 14Speciale

Speciale

Dicembre 2013 Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14 Servizio Sanitario Nazionale della Regione VenetoAZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500

Tel. 041/5534111 - www.asl14chioggia.veneto.it

call center: 848 800 997

Dicembre 2013 Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14 Ulss 14 inform

a

Speciale

SpecialeInform

aIl reparto di Pediatria si arricchisce di due ambulatori Il reparto di Pe-diatria dell’Ospedale di Chioggia si arricchisce di nuovi servizi con l’ar-rivo del primario Mario Lattere.Il nuovo direttore del reparto ha 61 anni ed è originario di Genova. Lat-tere ha conseguito la laurea in Me-dicina e Chirurgia nel 1976 all’U-niversità di Genova. Nel 1979 si specializza in Pediatria con lode e, subito dopo, consegue altre specia-lizzazioni: Anestesia e Rianimazio-ne, Neonatologia, Diabetologia e Malattie del ricambio, Tossicologia Clinica.La sua ricerca scientifi ca si è rivolta soprattutto verso l’attività di Pronto Soccorso e Tossicologia, non trascu-rando altri argomenti come la pe-diatria d’urgenza, la rianimazione cardiopolmonare, la diabetologia e l’endocrinologia.Il primario è operativo da qualche mese in reparto, dove si nota una riorganizzazione del servizio e un potenziamento dell’attività.Il reparto è stato diviso in tre parti per garantire maggior effi cienza e qualità all’utenza. L’ingresso è dedi-cato alla cosiddetta Osservazione breve, dove vengono ospitati per

una notte quei bambini che richie-dono un periodo di osservazione prima di far ritorno a casa. La par-te centrale ospita gli ambulatori, il cosiddetto “piatto forte” del reparto, dove continua la sua attività l’ambu-latorio pediatrico con ben 300 visite al mese, e sono stati recentemente aperti due nuovi servizi: l’ambulato-rio di neonatologia (dove si seguo-no tutti i neonati fi no al primo mese di vita) e un ambulatorio di pneu-moallergologia (dove si eseguono

prove allergiche e altre valutazioni respiratorie anche con l’ausilio della spirometria). L’ultima parte del re-parto è dedicato invece ai ricoveri (già 30 al mese).“Per garantire un servizio migliore ai piccoli utenti – ha dichiarato il primario Lattere – ho cercato subito di riattivare la collaborazione con i pediatri di famiglia, grazie alla disponibilità del loro coordinatore Mattia Doria. Con loro stiamo valu-tando la possibilità di stendere delle

linee guida condivise per alcune pa-tologie. Un protocollo che permetta ai pediatri ospedalieri e quelli ter-ritoriali di parlare la stessa lingua quando si deve affrontare una ma-lattia: ad esempio che ci permetta di capire fi no a quando un piccolo può essere curato a casa in sicurezza, quando la malattia invece necessita di ricovero, capire e valutare i vari step della malattia per poter valutare in maniera appropriata la gravità.Il primo protocollo che realizzeremo insieme sarà dedicato alla bronchio-lite, un male di stagione che colpi-sce soprattutto i bimbi al di sotto di un anno”.Nel reparto sono giunte di recente anche due nuove dottoresse: Fatima Hammad e Sara De Stefano.Un arricchimento ulteriore per la qualità dei servizi erogati.“Nuove professionalità, nuovi servi-zi, insieme al lavoro e all’impegno di squadra – ha ricordato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – sono la più alta garanzia di prestazioni di qualità. Auguro al pri-mario di continuare così, certo che la sua esperienza e professionalità non potranno che essere una sicu-rezza per i bambini di Chioggia”.

NUOVO PRIMARIO DI PEDIATRIA MARIO LATTERE

Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it

Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 14 di Chioggia aderisce alla campagna del Ministero della Salute per sensibiliz-zare i cittadini ad alcune importanti atten-zioni per evitare l’infezione da epatite A. L’epatite A è una forma di epatite virale causata dal virus dell’epatite A (Human Hepatitis A Virus, HAV).Il virus si trasmette per via oro-fecale, generalmente mediante l’ingestione di acqua o cibi contaminati (ad esempio in-salate, frutta non sbucciata, frutti di mare, frutti di bosco surgelati). Il virus è elimi-nato con le feci sia prima che dopo la comparsa dei sintomi. La malattia è ca-ratterizzata da sintomi quali ittero, febbre moderata, inappetenza, nausea, vomito, fatica, malessere, dolori articolari o mu-scolari, cefalea, fotofobia (fastidio nel ve-dere la luce), tosse, faringite.Nei bambini la malattia è solitamente asintomatica mentre 8 adulti su 10 svi-luppano ittero. La malattia ha un decorso generalmente autolimitante e benigno ma a volte si possono avere forme gravi con decorso protratto e anche forme fulminan-ti rapidamente fatali. L’epatite A presenta una diffusione in tutto il mondo, in forma sporadica ed epidemica, e vengono sti-mati circa 1.4 milioni di casi all’anno. Le zone a più alta endemia sono il Centro-Sud America, l’Africa, il Medio-Oriente, l’Asia e il Pacifi co occidentale.La prevalenza dell’infezione è maggiore nei luoghi con scarso livello igienico-sa-

nitario (es. sistema fognario inadeguato) e di sovraffollamento. Nei Paesi non in-dustrializzati sono presenti focolai epi-demici mentre nei Paesi industrializzati la maggior parte dei casi di epatite A si manifesta in forma sporadica anche se, in particolari condizioni, si possono re-gistrare epidemie. Oltre all’osservanza delle comuni norme igieniche (lavaggio delle mani, eliminazione dei liquidi e del cibo contaminato), il miglior modo

per proteggersi dalla malattia è il vacci-no contro l’Epatite A che, somministrato in due dosi distanziate di sei mesi l’u-na dall’altra, garantisce una protezione duratura. Nell’Ulss 14 di Chioggia la vaccinazione viene effettuata nelle sedi ambulatoriali del Dipartimento di Preven-zione - Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Chioggia e Cavarzere.Per informazioni: tel. 041-5572122 0426-316444.

EPATITE A, COME PREVENIRLA L’Ulss 14 aderisce alla campagna di prevenzione ministeriale

NUOVO SITODa qualche giorno è on-line il nuovo sito internet dell’Azienda Ulss 14. L’indirizzo per accedervi è sempre lo stesso (www.asl14chioggia.veneto.it) ma la sua grafi ca, le foto, i contenuti sono cambiati. Il nuovo sito internet vuole essere più moderno ed accattivante (i colori e le foto richiamano non solo il logo dell’Azienda ma anche quelli della splendida città lagunare), immediato e facile da consultare per qualsiasi cittadino che desidera conoscere l’Azienda sanitaria e i servizi erogati. E’ diviso in varie aree:- Una barra orizzontale contenente le maggiori aree tematiche (famiglie, anziani, disabilità, dipen-denze, salute mentale, laboratori e turisti) sulla base della cui appartenenza, il cittadino/utente potrà – navigando – trovare risposta alle proprie esigenze di informazioni e curiosità;- Una barra verticale principale sinistra in cui viene descritta la struttura dell’Ulss 14 (Azienda, Ammi-nistrazione, Ospedale, Reparti, Prevenzione e Distretto);- Una barra verticale destra dove viene dato risalto ai servizi online per il cittadino , come per esem-pio il ritiro dei referti online, cup prenotazioni e la possibilità di stampare la certifi cazione dell’esen-zione per reddito;- Il corpo centrale è dedicato alle notizie e/o a progetti ed iniziative in evidenza.Nel nuovo sito ampio spazio è dedicato alla modulistica e alla documentazione online, che è pos-sibile consultare fi ltrandola per argomento o area tematica. Si può accedere inoltre alla visualizza-zione dei bandi, avvisi, gare e concorsi sempre nell’ottica della trasparenza e dell’accesso diretto dell’utenza ai servizi. Ogni notizia o pagina ha la possibilità di essere stampata, inviata via e-mail o condivisa mediante i principali social network.

Da qualche giorno è on-line il nuovo sito internet dell’Azienda Ulss 14. L’indirizzo per accedervi è sempre lo stesso (www.asl14chioggia.veneto.it) ma la sua grafi ca, le foto, i contenuti sono cambiati. Il nuovo sito internet vuole essere più moderno ed accattivante (i colori e le foto richiamano non solo il logo dell’Azienda ma anche quelli della splendida città lagunare), immediato e facile da consultare per qualsiasi cittadino che desidera conoscere l’Azienda sanitaria e i servizi erogati. E’ diviso in varie aree:- Una barra orizzontale contenente le maggiori aree tematiche (famiglie, anziani, disabilità, dipen-denze, salute mentale, laboratori e turisti) sulla base della cui appartenenza, il cittadino/utente potrà – navigando – trovare risposta alle proprie esigenze di informazioni e curiosità;- Una barra verticale principale sinistra in cui viene descritta la struttura dell’Ulss 14 (Azienda, Ammi-nistrazione, Ospedale, Reparti, Prevenzione e Distretto);- Una barra verticale destra dove viene dato risalto ai servizi online per il cittadino , come per esem-pio il ritiro dei referti online, cup prenotazioni e la possibilità di stampare la certifi cazione dell’esen-zione per reddito;- Il corpo centrale è dedicato alle notizie e/o a progetti ed iniziative in evidenza.Nel nuovo sito ampio spazio è dedicato alla modulistica e alla documentazione online, che è pos-sibile consultare fi ltrandola per argomento o area tematica. Si può accedere inoltre alla visualizza-zione dei bandi, avvisi, gare e concorsi sempre nell’ottica della trasparenza e dell’accesso diretto dell’utenza ai servizi. Ogni notizia o pagina ha la possibilità di essere stampata, inviata via e-mail o condivisa mediante i principali social network.

FACEBOOKIl Direttore Generale Giuseppe Dal Ben è sbarcato anche in Facebook. Da qualche mese infatti è aperto il profi lo personale del Direttore Generale dell’A-zienda Ulss 14 di Chioggia e di Venezia. La scelta è assolutamente vincente in quanto da qualche tempo oramai ci si è resi conto che l comunicazione e la diffusione di notizie ed informazioni relative ad Aziende Pubbliche (pub-blicizzare eventi, servizi, convegni o promuovere la salute) non viaggia più attraverso i tradizionali mezzi di comunicazione quali brochure, locandine, depliant, sito Intranet ed Internet, comunicati stampa, bollettini aziendali, etc… Evolve la tecnologia ed evolvono anche i mezzi di comunicazione e di socia-lizzazione. Possiamo affermare che ormai l’informazione viaggia sul Web 2.0, gli smartphones, i tablet, i Social Network, i blog e molto altro ancora… La pa-gina Facebook del dr. Giuseppe Dal Ben è sempre aggiornata, soprattutto sullo stato dei lavori di ristrutturazione degli ospedali, come promesso dal patto di trasparenza fatto con i cittadini all’atto del suo insediamento ancora nel 2011. Questo strumento sta offrendo numerosi vantaggi per l’Azienda, in primis, la possibilità di “entrare” nel quotidiano dei cittadini che afferisce al territorio aziendale, promuovendo servizi ed eventi destinati alla popolazione (come gli screening o i convegni), interventi sull’educazione alla salute (fumo, alcool, ecc…), portando a conoscenza le eccellenze sanitarie territoriali o l’attivazione di nuovi servizi.

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InformaIl reparto di Pediatria si arricchisce

di due ambulatori Il reparto di Pe-diatria dell’Ospedale di Chioggia si arricchisce di nuovi servizi con l’ar-rivo del primario Mario Lattere.Il nuovo direttore del reparto ha 61 anni ed è originario di Genova. Lat-tere ha conseguito la laurea in Me-dicina e Chirurgia nel 1976 all’U-niversità di Genova. Nel 1979 si specializza in Pediatria con lode e, subito dopo, consegue altre specia-lizzazioni: Anestesia e Rianimazio-ne, Neonatologia, Diabetologia e Malattie del ricambio, Tossicologia Clinica.La sua ricerca scientifi ca si è rivolta soprattutto verso l’attività di Pronto Soccorso e Tossicologia, non trascu-rando altri argomenti come la pe-diatria d’urgenza, la rianimazione cardiopolmonare, la diabetologia e l’endocrinologia.Il primario è operativo da qualche mese in reparto, dove si nota una riorganizzazione del servizio e un potenziamento dell’attività.Il reparto è stato diviso in tre parti per garantire maggior effi cienza e qualità all’utenza. L’ingresso è dedi-cato alla cosiddetta Osservazione breve, dove vengono ospitati per

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Page 18: Chioggia dic2013 n156

Un pellegrinaggio molto emozionante quello vissuto di recente dall’Unitalsi di Chioggia e Cavarzere, che si è re-

cata a Roma per l’udienza papale assieme all’Unitalsi di tutto il Triveneto. Il gruppo loca-le dell’associazione è rimasto nella capitale per quattro giorni, ai primi di novembre e, anche in questa occasione, sono state molte le persone disabili accompagnate in viaggio, grazie al fondamentale aiuto delle sorelle e dei barellieri dell’Unitalsi che le hanno accu-dite e aiutate durante tutti gli spostamenti. Nelle quattro giornate di permanenza a Roma, il gruppo ha visitato la Basilica di San Pietro dove ha potuto sostare e pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II, i musei vaticani, la Cappella Sistina, San Paolo Fuori le mura e il Santuario del Divino Amore, a poca di-stanza da Roma.

Il momento più emozionante è stata di certo l’udienza in piazza San Pietro con papa Francesco. “Arrivando nella piazza – racconta una pellegrina – papa Francesco si è fermato con diverse persone disabili, ascol-tandole e dando conforto ai loro familiari. In-dimenticabile l’esperienza per una mamma di Cavarzere e sua figlia affetta da una grave disabilità, il papa si è fermato per baciare e benedire le due donne, regalando loro un vero e proprio incontro a tu per tu, durante il quale la madre ha potuto ricevere parole di conforto da papa Bergoglio. Emozionante anche il bacio che ha ricevuto la più giovane pellegrina del gruppo, una bambina di Cavar-zere di appena un anno, che è stata presa in braccio e baciata dal papa”. Una bella esperienza a detta di tutti coloro che da Ca-varzere hanno partecipato al pellegrinaggio, in particolare l’incontro con papa Francesco ha toccato profondamente il cuore di tutti i pellegrini e i volontari dell’Unitalsi, donando loro una ritrovata spiritualità.

unitalsi n pellegrinaggio a RomaIl gruppo loCale raCConta l’emozIonante InContro Con papa franCesCo

N.S.

16 Sguardo a Cavarzere

di Nicla Sguotti

Una decina di aziende agricole locali aderiscono al progetto

Consumi consapevoli Si costituisce l’associazione che mette in contatto consumatori e produttori

Prende il via a Cavarzere il primo Gruppo di acquisto solidaleIl Gruppo di acquisto solidale si è costi-

tuito a Cavarzere, si tratta di una nuova associazione di consumatori, attiva già

in molti comuni, che si propone di portare il consumatore a scelte consapevoli sugli alimenti di cui si nutre.

La sua presidente, Alessandra Giral-do, ha le idee ben chiare su quali siano i compiti e gli obiettivi di questa nuova realtà associativa.

“Grazie al Gruppo di acquisto solidale – afferma – il rapporto tra produttore e consumatore è diretto, noi vogliamo infatti valorizzare le aziende del nostro territorio, andando incontro anche al desiderio, molto diffuso, di conoscere tutta la filiera dei pro-dotti che acquistiamo e che finiscono sulle nostre tavole, non sempre molto chiara”. Dare la propria adesione al progetto, come precisa la presidente, significa fare una scelta consapevole e condivisa su quello che si compra, infatti i soci si ritrovano con regolarità e scelgono, oltre ai prodotti da acquistare, da quali produttori rifornirsi.

“Il Gas – prosegue Giraldo – intende proporsi come un’alternativa valida per gli acquisti, i soci possono visitare le aziende che ci riforniscono, questo perché la filoso-fia dell’associazione non è solo avere del cibo sano, ma anche rimettere in primo piano le relazioni tra soci e produttori, per valorizzare al massimo la persona umana”.

Gli acquisti che il Gruppo fa avvengo-no ogni due settimane, nella giornata del lunedì i soci vengono messi a conoscenza del paniere coi vari prodotti disponibili e il venerdì viene comunicata la lista della spe-sa ai coordinatori del Gas, infine il sabato i soci possono ritirare l’ordine.

Sono già più di dieci le aziende che hanno aderito al progetto, tra esse aziende agricole, caseifici e allevamenti di bestia-me.

Tra i prodotti attualmente disponibili per gli ordini del Gas vi sono mele, pere, radicchio, ma anche zucche, pollame, con-serve e bistecche di vari tipi, ma l’offerta è in continua espansione.

“Il servizio che il nostro gruppo offre – conclude Giraldo – fino ad oggi non era presente a Cavarzere, attraverso di esso vogliamo promuovere una riscoperta del nostro territorio e delle sue risorse, inoltre nostro obiettivo primario è anche riscoprire lo spirito critico verso i prodotti alimentari che acquistiamo e mangiamo, se fossimo tutti più consapevoli riusciremmo a vivere meglio”.

La sede operativa del Gruppo di acqui-sto solidale è in via Dalmazia 7 ed è pos-sibile avere tutte le informazioni del caso contattando la segreteria al 3333659330 o all’indirizzo [email protected].

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Il consigliere provinciale Riccardo Tosello è stato tra i primi a Cavarzere ad aderire alla nuova Forza Italia e qualche giorno

fa gli è arrivato un riconoscimento da parte dei colleghi consiglieri che, insieme a lui, hanno deciso di costituire il gruppo consi-liare di Forza Italia in Consiglio provinciale.

Tosello è infatti stato eletto capogruppo di Forza Italia in Consiglio provinciale e, su-bito dopo l’elezione, ha fatto il suo primo intervento nella nuova veste di capogruppo. Nel corso di tale intervento il politico cavar-zerano, che era stato eletto in Provincia nel Popolo della libertà, ha evidenziato quali siano gli obiettivi per i prossimi mesi di go-verno provinciale.

“Rivolgo il mio ringraziamento ai colle-ghi di gruppo per la stima e la fiducia che hanno riposto in me quale loro portavoce – così Tosello – in questo breve periodo, circa sei mesi, che ci rimane per la conclusione della esperienza amministrativa, è mia e nostra intenzione di gruppo proseguire nel consolidare e mantenere questa maggio-ranza, al fine di completare e raggiungere quegli obiettivi che sono in corso di attua-zione”.

L’esponente azzurro ha poi evidenzia-to la volontà di porsi come “serio interlocu-tore, fedele e coerente” con tutti i gruppi maggioranza e di opposizione, presenti in Consiglio provinciale, allo scopo di prose-guire nello spirito di collaborazione che, ha detto Tosello, ha caratterizzato questi anni

di amministrazione provinciale. “Mi auguro che tutta la macchina

amministrativa, il personale provinciale e i loro dirigenti – queste le sue parole – continuino nel preservare quell’ottimo rap-porto collaborativo che fin qui mi hanno dimostrato. Confido speranzoso di saper e poter svolgere con responsabilità questo nuovo ruolo affidatomi per il bene di tutta la nostra comunità provinciale”.

Tosello ha anche aggiunto qualche parola a riguardo dell’azione politica che intende nei prossimi mesi portare avanti a Cavarzere, dove siede nei banchi del Con-siglio comunale.

“Convocherò il gruppo storico di Forza Italia – ha concluso – tutti i cittadini e gli amici per ricercare un radicamento con il territorio cavarzerano, lasciato per troppo tempo in mano ai soliti noti, che hanno depauperato il consenso del progetto di Berlusconi del 1990. Ai cittadini cavarze-rani lancio questa nuova sfida, quella di riconquistare il Comune”.

RICCARDO TOSEllO, CApOGRuppO DI FORZA ITAlIA NEl CONSIGlIO pROvINCIAlE

N.S.

Sono state 446 le persone che hanno votato l’8 dicembre ai tre seggi isti-tuiti a Cavarzere per le primarie del

Partito democratico, uno nel centro e due nelle frazioni, precisamente a Boscochiaro e Rottanova.

Tra gli elettori, 315 hanno dato la pro-pria preferenza a Matteo Renzi, in 87 han-no votato per Gianni Cuperlo e 44 persone hanno invece scelto di dare il proprio voto a Pippo Civati.

“È stata una bella campagna quella delle primarie – ha com-mentato il segretario locale del Pd Paolo Vallese – con inizia-tive, gazebi, tante te-lefonate, il ritorno del porta a porta, molte discussioni in famiglia, sul posto di lavoro o al bar, ore di ferie dedicate alla campagna, lezioni saltate, serate sottratte alla casa e ai familiari, da parte di molti elettori e di tutti i comitati alla ricerca del sostegno per il proprio candidato. Così si fa in un grande

partito”. Ha poi dato alcune indicazioni sulle

operazioni di voto che, ha sottolineato, si sono svolte in maniera serena e hanno visto un’affluenza oltre le aspettative.

“Ciò dimostra che i cavarzerani credono ancora e forse più di prima in un Partito de-mocratico aperto e veramente democratico – queste le parole del segretario – molte-plici sono i commenti e i complimenti che durante la giornata e nella notte di vota-

zione sono pervenuti, al circolo di Cavarzere, per i risultati ottenuti, per l’affluenza e so-prattutto perché comi-tati e coordinamenti territoriali hanno ritro-

vato una città viva e animata dal partito, nonostante tutte le questioni e le polemiche che spesso ci dividono e ci avevano conno-tati. È stata una vittoria di tutto il Partito democratico, prima che di un candidato o di un comitato e lo stesso, a maggior ragione a Cavarzere”.

Soddisfazione ed entusiasmo per il ri-sultato ottenuto, anche a livello locale, ha espresso l’associazione Adesso Cavarzere, fondata diversi mesi fa a sostegno di Mat-teo Renzi e allo scopo di diffondere le idee che sono alla base della sua azione politica. “La straordinaria vittoria di Matteo Renzi a Cavarzere – ha commentato il presidente dell’associazione Giuseppe Bergantin – consente di guardare con più fiducia nel futuro perché, in tempi di disaffezione e di protesta dilagante, la risposta di domenica da parte della gente è un atto di fede nella

democrazia unito alla speranza di un cam-biamento profondo della politica. A questo risultato, così limpido e indiscutibile, ha lavorato la nostra associazione che, per quanto priva di mezzi finanziari, è riuscita a coinvolgere i cittadini nell’idea che Ca-varzere possa cambiare verso”. Bergantin è infine passato a commentare il risultato a livello locale.

“Il nuovo gruppo dirigente del Pd locale – così Bergantin – si è speso nel sostegno di altri candidati alla segreteria, rivelandosi così chiaramente non in sintonia con l’elet-

torato, dovrebbe trarre ora le doverose con-seguenze per palese carenza di legittimità politica”.

Il presidente di Adesso Cavarzere con-clude auspicando un cambiamento di rotta, a livello nazionale ma ancor prima nella sua città: “Questo che viviamo non è più il tempo dell’autoreferenzialità, ma quello della chiarezza delle scelte e dell’assun-zione di responsabilità, Adesso Cavarzere, confortata del risultato ottenuto, continuerà più di prima nella sua attività di stimolo e proposta nell’interesse della città”.

Politica Primarie del Pd a livello locale

Matteo Renzi stravince anche a Cavarzeredi Nicla Sguotti

Il segretario Paolo Vallese: “Grande partecipazione, vince il Partito”. Il presidente di Adesso Cavarzere, Giuseppe Bergantin: “Il nuovo gruppo dirigente non è in sintonia con l’elettorato”

Da sx Paolo Vallese, Giuseppe Bergantin

L’associazione fondata per sostenere Renzi fa presente che il gruppo dirigente si era speso per altri candidati

Riccardo Tosello

21Sguardo a Cavarzere

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segue da pag. 1Lo dimostra

il primo sì di Bruxelles all’e-tichetta sulla provenienza delle materie prime, risultato della forte pressione di Confindustria.

È in Europa che si gioca la tutela di tutta la filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla trasformazione, non a Roma. Di questo farebbe bene a occuparsi il ministro De Girolamo.

L’industria alimentare italiana assorbe il 72% dei prodotti agricoli nazionali ma è strutturalmente obbligata a importare materie prime agricole a integrazione di una produzione nazionale insufficiente. Questo nel pieno rispetto della normati-va europea. Siamo i primi a sostenere il potenziamento dei controlli, così estesi e penetranti da rendere sicuro il prodotto alimentare trasformato in Italia. Ma ogni strumentalizzazione o demagogia prote-zionistica rischia di diffondere messaggi ambigui e di pregiudicare l’intero settore agroalimentare, che è il secondo in Italia con 132 miliardi di fatturato, di cui 27 alla voce export.

Il Veneto, con 4.900 imprese agroa-limentari e oltre 35mila addetti, realizza l’11% di questo fatturato, pari a 14 mi-liardi. Nel primo semestre del 2013 le esportazioni venete di prodotti alimentari sono cresciute del 7,4% (Italia +6,7%).

L’appello è ad evitare gli integralismi e a spostare l’attenzione sul futuro del made in Italy agroalimentare e sulle stra-tegie per allargare i mercati. Non si può ridurre il tema a una lotta di confine. La contraffazione si combatte presidiando i mercati, promuovendo con più incisività i prodotti italiani di qualità, rafforzandone la reputazione negli altri paesi europei e nel mondo, sbocchi decisivi per tutta la filiera agroalimentare. Occupiamoci di come valo-rizzarne il potenziale, visto che altri paesi, come la Germania, esportano più di noi senza avere la nostra qualità e tradizione enogastronomica.

Possiamo fare ancora meglio, valoriz-zando l’assoluta qualità del prodotto tra-sformato in Italia e spingendo sull’interna-zionalizzazione rafforzando le reti lunghe, stimolando i processi di aggregazione tra imprese. Sono le priorità su cui essere com-patti e che ci auguriamo siano al centro del confronto con le forze politiche, anche in vista delle prossime elezioni europee. Siamo convinti che anche la Regione sia determinata in questa direzione, per ren-dere sempre più moderna e competitiva la filiera agroalimentare.

*Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova

L’Intervento

di Giovanni Taliana*

Sì alla sicurezza alimentare,

no alla demagogia

23Sguardo al Delta polesano

La rinuncia da parte di Enel ai 100 mi-lioni di finaziamento europeo per Porto Tolle ha messo tutti in allarme, in quan-

to la ricusa dell’ingente contributo di dena-ro da parte del colosso dell’energia è stato letto come la pietra tombale del progetto di conversione a carbone della centrale. E se non è già così molto probabilmente ci siamo vicini secondo il consigliere regionale di Verso Nord, Diego Bottacin intervenuto con un commento sulla situazione di stallo che da anni tine congelato il futuro dell’im-pianto di Polesine Camerini. “Ad azzoppare – speriamo non definitivamente - il proget-to non è stata certo l’Enel, ma quel sistema burocratico italiano talmente complicato e controverso da fare impallidire Kafka. Dopo aver presentato il progetto di conversione nel 2005, passati la bellezza di 8 anni, Enel alla fine del 2013 non sa se e quando potrà procedere con l’apertura del cantiere. Nel frattempo il mercato energetico è mutato e continuerà a seguire movimenti e trasfor-mazioni a un passo decisamente più rapido delle statuarie procedure italiane. Non ab-biamo capito – ha concluso Bottacin - che il tempo per la decisione degli interventi non è infinito e le aziende che non trovano risposte se ne vanno, portando lavoro e in-

vestimenti altrove”. In realtà sembrerebbe esserci ancora un po’ di margine di mano-vra nella trattativa tra Governo ed Enel, per la riconversione della Centrale di Polesine Camerini. In tal senso, recentemente, il sindaco Claudio Bellan ha ricevuto risposte incoraggianti dal ministro dell’Ambiente Adrea Orlando. Secondo quanto riportato dal primo cittadino lo scorso 30 dicembre, infatti, il Governo si sarebbe impegnato ufficialmente nell’ avviare una trattava con il colosso energetico per dare impulso alla prima fase dell’operazione riconversione, passando comunque per lo smantellamento immediato dei serbatoi e di uno dei quattro gruppi. In tal senso, inoltre, prima della fine del mese dovrebbe tenersi un incontro con il preidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e successivamente un tavolo al quale siede-ranno ministero, regione, comune ed Enel.

Centrale Nessuna decisione da parte di Enel. Bellan dal Ministro dell’Ambiente

Governo deciso a far partire lo smantellamento dei serbatoiPrima di fine mese un incontro al quale parteciperanno ministero, regione, comune ed Enel che dovrebbe far chiarezza sull’eventualità che la riconversione prenda avvio

Bottacin: “Un iter burocratico talmente complicato e controverso da fare impallidire Kafka”

Diego Bottacin

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VIAGGIO IN PROVINCIAVENEZIA

Sono iniziati nel 2013, ma continueranno fi no ad aprile del 2014 i divieti anti smog introdotti dal comune di Venezia, Spinea,

Mirano e Santa Maria di Sala. Una misura volu-ta per rendere l’aria più pulita e meno inquina-ta nei centro. I divieti sono scattati per le auto più inquinanti, per gli automezzi che non sono uniformati con i regolamenti europei in materia di inquinamento. Il divieto resterà in vigore fi no al 30 aprile nel comune di Venezia. Deroghe sono consentite ai residenti. Ma chi non potrà circolare? Le limitazioni riguardano i veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2”. A questi è vietato entrare in città. Dove non potranno circolare? L’area off-limits per questi veicoli comprende la gran parte della terraferma mestrina: il centro di Mestre, ma anche le zone periferiche, quindi Marghe-ra, Asseggiano, Gazzera, Trivignano, l’area di Favaro fi no al centro abitato di Dese e ancora

Campalto e via Orlanda in direzione di Tessera. All’interno si potranno percorrere alcuni tragitti fi no ai parcheggi attivi nel centro di Mestre. Quali gli orari dei divieti? I divieti sono in vigore dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 ma nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì sono previste fi nestre di libera circolazione per i vei-coli dei residenti del Comune di Venezia dalle 10 alle 16. Il provvedimento è in vigore fi no al 30 aprile 2014. Ma non fi nisce qui . Sono previste infatti dal piano comunale anche due domeniche senz’auto le cui date saranno con-cordate con Treviso e Padova. I provvedimenti riguardano non solo Mestre ma anche Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala dove le auto in-quinanti non potranno entrare con le stesse de-roghe e limitazioni, nei centri dei paesi. Molte le deroghe previste che sono 23. Eccole: pos-sono circolare infatti i veicoli a Gpl, gas metano; quelli con tre persone a bordo con la medesima

destinazione; trasporti pasti per mense e comu-nità; veicoli di portatori di handicap o destinati al trasporto verso strutture sanitarie pubblico o private; auto di medici, veterinari, forze dell’or-dine, turisti stranieri e turisti diretti agli alber-ghi del centro cittadino, servizi manutentivi di emergenza, vigilanza privata, lavoratori dipen-denti o autonomi con certifi cazione del datore di lavoro per i percorsi casa-lavoro, giornalisti in servizio di cronaca, autoscuole per lezioni di guida, operatori commerciali dei mercati riona-li, agenti di commercio, trasporto merci. Per i genitori consentito l’accompagnamento dei fi gli a scuola (asili, materne, elementari e medie inferiori) per 30 minuti prima e dopo l’orario di entrata e uscita da scuola. Per le società sporti-ve è consentito l’accompagnamento di giovani atleti limitatamente ai 60 minuti prima e dopo gli allenamenti.

di Alessandro Abbadir

Limitazioni in vigore fi no al 30 aprile nei comuni di Venezia, Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala

Ambiente Stop ai veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2

Tornano i divieti anti smog

Un sistema per inquinare di meno c’è . Ed è quello ideato dalla ditta “ Log- In Venezia” . Quali risultati ha ottenuto?Il sistema di consegna ecologico “Log – In Venezia” in 4 anni di attività (dal 2009) ha permesso di abbattere il numero di

transiti di mezzi pesanti nel centro di Mestre. Ogni piccolo furgoncino evita il transito a Mestre di 11 tir. A spiegarlo sono gli stessi titolari dell’azienda “ Si tratta - spiegano i responsabili di Muovosviluppo scrl di Padova che gestiscono il sistema in una nota - di un sistema di immagazzinamento e accorpamento delle merci che arrivate ad Oriago si muovono verso Mestre con furgoncini che sono caricati il più possibile, visto che invece i tir dovrebbero andare a destinazione per poca merce attraversando il centro città ed inquinando. Abbiamo vinto un bando di gara del Comune di Venezia che ci ha permesso di usufruire di contributi pubblici”. Dal quest’anno lo stesso sistema potrà

essere utilizzato per il centro storico veneziano. Il sistema è stato nella sede di Oriago di Mira in via Brianza, in occasione della visita di una delegazione francese patrocinata dal comune di Clermont Ferrant interessata a conoscere il magazzino e il servizio di distribuzione della “Log in Venezia” che utilizza veicoli ecologici. Erano presenti anche rappresentanti dell’agenzia per l’ambiente ed il territorio nazionale, un rappresentante del Ministero dell’Ambiente francese, alcuni operatori privati del trasporto. “Dal 2013- concludono i responsabili- i mezzi che vengono utilizzati per fare la distribuzione ecolo-gica delle merci sono passati da 2 a 5. Dal 2014 il servizio potrà essere svolto anche su Venezia. L’obiettivo del Comune era di ridurre l’inquinamento ed il traffi co merci in città. Concentrando i camion fuori dal centro, in città entrano solo veicoli ecologici”. Insomma un altro modo per avere meno smog in centro. A.A.

lOGISTICA “lOG IN vENEZIA”, MERCI NEI CAMIONCINI

Polveri sottili Pm10, polveri fi ni 2,5 e ozono non sono i “soli” inquinanti da contrastare nell’emergenza smog che interes-sa le Regioni del Bacino Padano. Lo fa presente l’assessore

regionale alle Politiche ambientali del Veneto, Maurizio Conte, che alla lista aggiunge il benzo(a)pirene. Si tratta di un inquinante generato dalla combustione delle biomasse (legna e pellet) che da alcuni anni viene tenuto sotto la lente d’ingrandimento come “osservato speciale”. Alla luce di questi nuovi elementi che emer-gono dalla sfi da per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo la Regione Veneto si è organizzata con il nuovo Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera per mettere in campo le misure necessarie anche alla riduzione dell’inquinamento da combustione da biomassa, senza naturalmente penalizzare il ricorso a questa importante fonte di energia alternativa. “Le azioni - spiega l’assessore - riguardano la materia prima, che dev’essere di qualità e a fi liera più corta possibile; i sistemi di combustione, che devono essere tecno-logicamente avanzati, con alti rendimenti e basse emissioni. L’ultima azione è la necessità di un’adeguata manutenzione degli impianti e delle canne fumarie per ridurre al minimo le emissioni”. Un percorso che si sta compiendo in linea con le Regioni e i ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Trasporti.

Inquinanti

benzo(a)pIrene nuovo “osservato speCIale”

O.J.

L’assessore Maurizio Conte

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Page 27: Chioggia dic2013 n156

3Spazi aperti

Turismo I dati relativi al periodo gennaio-agosto 2013 di Apt e Provincia

Sono soprattutto gli stranieri, in parti-colare i russi, a mantenere produttiva l’attività turistica nel Veneziano e a

far tirare un sospiro di sollievo agli operato-ri del settore. Si salva la stagione lungo la costa, con qualche signifi cativo incremento, ma sono le “prestazioni” delle città d’arte, Venezia in particolare, e dei territori interni a lanciare chiari segnali di ottimismo, ver-so il superamento di questo lungo periodo diffi cile.

L’Azienda di promozione turistica, insie-me all’assessorato provinciale del turismo, cominciano a tirare le somme della stagione 2013 nel Veneziano, rifl ettendo sui dati dell’intera provincia e delle singole località, rilevati da gennaio e settembre. Dal consun-tivo emerge una complessiva stabilità, con 7.152.026 arrivi (+0,03% rispetto allo stesso periodo del 2012) e 31.373.339 presenze (-0,76%).

Si riprende il settore balneare che, grazie ai turisti provenienti dai Paesi stra-nieri, pone un freno alla linea discendente di arrivi e presenze che aveva caratterizzato

l’andamento degli anni precedenti, e anzi fa intravedere una inversione di tendenza.

A regalare le maggiori soddisfazioni agli operatori del settore sono soprattutto i turisti russi, che in tutte le località della costa vene-ziana fanno registrare percentuali positive a due cifre, sia per gli arrivi che per il numero delle notti trascorse.

Jesolo è la località che piace partico-larmente ai vacanzieri provenienti dalla Russia, che in questi mesi sono cresciuti del +9,5% negli arrivi e del +16,8% nelle presenze, ma anche meta apprezzata dai tedeschi che incrementano i loro arrivi del 2,3% e le presenze del 4,2%. Splende il sole sul bilancio di quasi fi ne stagione per Bibione e Caorle grazie soprattutto ai turisti svizzeri, ungheresi, polacchi e inglesi che per le loro vacanze italiane hanno scelto le due località della costa veneziana. Cavalli-no ed Eraclea sono state frequentate da un crescente numero di turisti provenienti dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia e dal Regno Unito. Anche Chioggia, dove prevale rispet-to alle altre città balneari del Veneziano la

presenza di turisti italiani, quest’anno conta una signifi cativa percentuale negli arrivi e nelle presenze di stranieri, tedeschi e au-striaci in particolare.

Per quanto riguarda l’entroterra e le città d’arte, Venezia centro storico spicca con un +1,06% negli arrivi e +2,31% nelle presenze. Soddisfacenti anche i numeri per il territorio di Mestre-Marghera, specialmen-te nel comparto alberghiero, e per la Riviera del Brenta.

Come emerge un po’ da tutti gli studi ed i monitoraggi, anche i dati di Apt confer-mano le mutate abitudini dei turisti moderni che prediligono viaggi “contenuti”, accor-ciando la durata dei soggiorni, pur muoven-dosi di più nell’arco dell’anno.

E proprio l’analisi dettagliata della mo-vimentazione turistica nel corso dell’anno può aiutare ad una migliore pianifi cazione, rinforzando le azioni di promozione dei pe-riodi di maggior criticità.

“Ora abbiamo a disposizione tutte le informazioni che serviranno a pianifi care le future azioni di intervento, in vista della prossima stagione turistica” ribadisce l’as-sessore al Turismo Giorgia Andreuzza .

Dopo aver analizzato i dati il presidente Apt Enrico Miotto ha confermato le aspet-tative per il futuro prossimo. “Per l’estate appena trascorsa la ripresa è iniziata con i turisti provenienti da paesi stranieri che au-spico siano imitati per la prossima stagione anche dai turisti italiani”.

Dalla costa alle città d’arte: si torna a vedere positivo

E’ stato giudicato tra i 100 migliori vini d’Italia dalla guida Golosario, curata da Paolo Massobrio e Marco

Gatti. Decisamente apprezzabile per le sue qualità, il vino premiato risulta lode-vole e meritorio per il prezioso contribu-to che ha saputo portare anche sul piano culturale e ambientale al territorio. Si tratta di Venissa 2010, il bianco fi glio della prima vendemmia moderna di un vino antichissimo, ottenuto da uva Do-rona in un vigneto creato nell’isola ve-neziana di Mazzorbo, dopo aver fortu-nosamente recuperato lo storico vitigno lagunare che rischiava la scomparsa.

“E’ il riconoscimento di una viti-coltura eroica e riscoperta, nel cuore della laguna veneziana, che premia un prodotto e forse prima ancora un’idea: quella di far rivivere e valorizzare un luogo che rischiava l’abbandono” ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia riconoscendo alla famiglia Bisol, che ha realizzato il progetto di re-cupero insieme all’esperto del territorio Roberto Cipresso, un grande merito.

Dallo storico vitignovenIssa, Il vIno bIanCo CHe salva Il terrItorIo

ADOTTAMICamillo. Maschio, taglia media contenuta circa kg.15 circa,

10-12 anni. Un quasi nonnino arrivato nei recinti a.p.a Di lui non c’è passato, ma essendo sterilizzato una casa

sicuramente l’ha avuta! Al controllo veterinario risulta in buone condizioni. Camillo è stato operato

ed aspetta una casa tutta per lui.

Max. Cucciolotto maschio, giovane circa 7-8 mesi. Carattere tranquillo, taglia media circa kg.15-18. Recuperato ad una stazione di servizio. Era disorientato, seguiva tutte le auto, sperando di trovare quella che lo ha “mollato”. Max è buono, aspetta una casa, una famiglia e un po’ di serenità.

Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus3289620233

Tre “neroni”. Cucciolotti di soli 3 mesi con il terrore negli occhi. Di loro non sappiamo nulla, solo che hanno

paura di tutto. Sono 2 maschietti e 1 femminuccia. Se trovassero una famiglia amorevole

con poco tempo e tanta buona volontà avrebbero più possibilità di recupero.

Heidy. Femmina, taglia media circa kg.18. Di 7, 8 mesi circa. Carattere schivo e diffi dente, ma tanto dolce se presa nel verso giusto. Heidy ha un vissuto tragico ed è per questo che la sua diffi denza prevale su tutto. La piccola è sterilizzata ed aspetta una persona comprensiva e piena di amore per lei.

Punto. Maschio, taglia medio-piccola circa 10 kg. Di 8-10 anni . Il suo corpo e segnato dalla sofferenza.

Recuperato per strada, ha il corpo curvo per due grosse ernie perianali. Dopo l’intervento che farà il prima

possibile tornerà ad essere un cane normale e fi ero.

25Spazi aperti

Page 28: Chioggia dic2013 n156

5Economia

di Ornella Jovane

La provincia di Venezia, davanti solo a Rovigo, è quasi fanalino di coda del Ve-neto e decima tra quelle del Triveneto

nella speciale graduatoria che misura il livel-lo di benessere. A disegnare una nuova ge-ografi a del benessere nelle regioni italiane e nelle città metropolitane si sono cimentati Unioncamere Veneto insieme con la Camera di Commercio di Venezia e l’Università Ca’ Foscari che con il progetto “Oltre il Pil”, dal 2009, intendono revisionare gli strumenti e i parametri di misurazione puntando, oltre il dato del prodotto interno lordo appunto, a valorizzare le eccellenze e le qualità di un territorio.

Sebbene il primo rapporto, dopo 4 anni di lavoro, metta in luce un Veneto ad eleva-to livello di benessere complessivo, tuttavia il Veneziano stenta a tenere il passo delle altre province venete. Non tanto sul piano materiale, in cui Venezia si posiziona bene tra le province nordestine, quanto piuttosto in relazione alle voci relative all’ambiente, la sicurezza, il lavoro, i rapporti personali e

sociali, senza riuscire ad eccellere nemmeno nell’istruzione. Complessivamente il valore rilevato nella graduatoria regionale è pari a 0,58 in una scala che varia da 0 (situazione di diffi coltà e disagio rispetto la media) a 1.

Un valore ben distante dallo 0,72 di Ve-rona, che primeggia tra le province venete davanti a Padova (0,70), Vicenza (0,69), Belluno (0,67) e Treviso (0,62). A chiudere Rovigo con 0,46.

Migliori i risultati di Venezia nel confron-to con le altre città metropolitane nel quale si piazza in sesta posizione all’interno di una graduatoria guidata da Firenze, Genova

La cultura e la creatività hanno un peso non indifferente nell’economia veneziana che si è rivelato peraltro quantomeno stabile anche in tempo di crisi.Che anche con la cultura e la creatività si possa mangiare lo dimostra una ricerca commissionata

dalla Camera di Commercio di Venezia al Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia i cui risultati sono stati presentati a fi ne dicembre. Dall’indagine emerge inoltre un’interessante connubio, che ha ampio margine di ulteriore potenziamento, tra sviluppo economico e sociale generato dai fenomeni di neo-imprenditorialità e di produzione culturale “informale” che vedono anche nell’uni-verso dell’associazionismo e del non-profi t un importante motore. Dalla “mappatura” di attività culturali e creative presenti nel territorio (condotta attraverso la classifi cazione Eurostat e adattata alle specifi cità della provincia) è risultato che le imprese e le unità locali presenti sono 13.975 e contano 32.738 addetti, rispettivamente l’8% e l’11% rispetto al totale provinciale. Di queste oltre la metà è da ascriversi alle attività classifi cate come appartenenti alle industrie creative. Dividendo il Veneziano in 5 ambiti (capoluo-go di provincia e dintorni, Portogruarese, Sandonatese, area sud Chioggia, Cavarzere e Cona, area centrale), è emerso che le attività culturali sono preminenti nell’area di Venezia mentre quelle creative hanno un peso preponderante nell’ “area centrale”. Nel corso degli anni censiti la struttura produttiva ha avuto un andamento in costante crescita - in particolare le industrie creative - anche se con un tasso di sviluppo minore a quanto registrato dall’economia provinciale nel suo complesso. E tuttavia nel quadriennio 2009-2012, periodo di profonda crisi per l’economia nazionale e di stagnazione di quella provinciale, le attività culturali e creative sembrano dimostrare una certa tenuta. Quanto al contributo economico del settore, stimato come ricchezza generata in termini di valore aggiunto, nel complesso della provincia si stima 688.787.993 euro di valore aggiunto attribuibile al comparto culturale e 1.315.563.406 euro al comparto creativo, per un totale di 2.004.351.399 euro che se messo in relazione al dato complessivo del sistema economico provinciale equivale a poco più dell’8,5%. A questo andrebbero quindi sommati i 54 milioni di euro stimati di valore aggiunto generati dal non-profi t.

Il progetto “Oltre il Pil” Presentato il primo rapporto Unioncamere e Camera di Commercio di Venezia

Nella geografi a veneta del benessere Venezia stenta

Bologna e Milano. Nella comparazione con le altre regioni

il Veneto, invece, si posiziona nel primo gruppo, quello ad elevato benessere com-plessivo, dietro solo al Trentino Alto Adige (0,82), con un valore di 0,68 che gli con-sente di stare davanti a Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Roma-gna. Compongono il secondo gruppo Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Piemonte e Molise. Rientrano nel terzo gruppo Sar-degna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia e Calabria.

neWs

l’indagine sul presente e le prospettive futureIl sIgnIfICatIvo Impatto deglI ImprendItorIdI Cultura e CreatIvItÀ nell’eConomIa venezIana

Mentre il Veneto risulta secondo solo al Trentino, in Italia, Venezia si piazza al penultimo posto delle provincie venete

26 Economia

Page 29: Chioggia dic2013 n156

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Concorso “SAVE THE ENVIRONMENT” rivolto alle s.m.s. del Comune di Chioggia Incontri formativi alle scuole primarie e secondarie – Convegni aperti alla cittadinanza.

ideato da:

promosso da:

ARVIENERGIE

patrocinato dal:

Comunedi ChioggiaVENEZIA

La società ARVI allo scopo di favorire una cultura permanente nelle nuove generazione sulla conoscenza delle energie rinnovabili , sostenere la cooperazione nei ragazzi coinvolgendo il mondo scolastico, promuove anche per l’anno 2013/14 un bando di concorso indirizzato ai ragazzi delle classi terze delle

scuole secondarie di 1° grado s.m.s. statali. Dato il successo e la benevolenza riscontrata l’anno scorso, sia da parte delle istituzioni che dei ragazzi, vogliamo portare avanti il progetto “SAVE THE ENVIRONMENT” anche quest’anno.

Per favorire la ricerca e

l’informazione, a supporto tecnico-scientifico al concorso, è in rete il sito www.arvi-energie.it, (nella sezione

concorsi ) riferimento multimediale dinamico che i ragazzi possono consultare, anche

al fine di scambiare molteplici informazioni.

parteners:

ART IN PROGRESS

Page 30: Chioggia dic2013 n156

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Auguri di buon2014

Page 31: Chioggia dic2013 n156

11

LO SPORT in PRIMO PIANO

Venerdì 7 febbraio si terrà la tredicesima edizione del Premio Atleta dell’Anno del Comune di Venezia, al teatro Goldoni. Il

premio sarà dato agli atleti segnalati dalle so-cietà sportive del comune di Venezia che, nel corso del 2013, hanno vinto un titolo italiano di qualsiasi disciplina sportiva, di qualsiasi fe-derazione o ente di promozione e in qualsiasi categoria, oppure che abbiano partecipato a campionati europei o mondiali. Durante la serata di premiazione, sarà scelto l’Atleta dell’Anno, al quale sarà consegnato il Premio Giovani alla memoria di “Gianluigi Levorato” e il Premio “Master”. “Siamo giunti alla tredice-sima edizione dell’Atleta dell’Anno la più impor-tante manifestazione promossa dal Comune di Venezia che offre alle società sportive comunali e agli atleti una vetrina di qualità assoluta – dice l’assessore allo Sport Roberto Panciera. Questo appuntamento vuole dar risalto a un patrimonio prezioso e insostituibile: l’impegno quotidiano che è assicurato dagli atleti di tutte le discipline sportive, ma anche dai tanti volon-

tari e dai dirigenti, fondato in massima parte su di un generoso entusiasmo, su di una vera partecipazione dal basso”. Il prestigio di questo premio non si limita a far crescere solo il mon-do dello sport, ma rappresenta un momento di crescita e una ricchezza in termini sociali per la città, grazie soprattutto all’insostituibile ruolo educativo-ludico-formativo svolto dallo sport. “Dobbiamo tutti essere orgogliosi delle

decine di atlete e di atleti che hanno dato e che continuano a dare grande lustro alla città di Venezia – conclude Panciera -. Portano il nome in giro per il mondo nelle competizioni più prestigiose e sui podi più alti dello sport nazionale ed internazionale. Donne e uomini, giovani e giovanissimi, che, con le loro società, hanno saputo coniugare al meglio i valori di im-pegno, di sport, di civiltà”. L’edizione dell’anno scorso ha visto premiare ben 258 atleti: 132 maschi e 126 femmine, nelle diverse categorie sportive. Venezia si è dimostrata una provincia molto prolifera per quanto riguarda gli atleti: fi ori all’occhiello in tutto il mondo e in diverse discipline sportive. Le società hanno consegna-to l’elenco dei loro atleti al comune che si è poi mobilitato per la partecipazione al premio e per la selezione del migliore. La manifestazio-ne si svolgerà il 7 febbraio dalle 17, al Teatro Goldoni di Venezia, quest’anno arricchito, per la prima volta, da contributi artistici nel campo della danza, con elementi acrobatici di forte impatto visivo.

Atleta dell’anno, la gara cominciadanza

Mestredanza è una scuo-la di danza; quest’arte si può praticare a ogni

età all’interno di un livello di preparazione. Si può comin-ciare a danzare fi n dall’età di 4 anni e poi procedere fi no a novant’anni e oltre con il Pila-tes. Cristina Canetti è la titola-re e insegnante di pilates e ci tiene a precisare che la danza è un’arte perché non è basata sulla preparazione atletica ma sul coinvolgimento di emozioni e gesti. “Abbiamo vinto diversi premi e partecipato a molte rassegne con concorsi comunali, provinciali e regio-nali – dice Cristina Canneti – per la danza classica abbiamo il maestro Franco Favaro e altri insegnanti italiani; non mancano quelli stranieri soprattutto francesi”. II corso di formazione gioco, per i più piccoli, è seguiti dalla propedeutica danza in generale per essere poi avviato alla danza classica contemporanea. La scuola di Mestre è una delle poche che offre anche un servizio di consulenza osteopatica ai suoi iscritti per tenere monitorati la salute di: ginocchia, piedi piatti e postura; consulenza importantissima soprattutto nell’età della formazione e dello sviluppo. La prossima primavera la scuola parteciperà alle rassegne e ai concorsi vari nella Regione e non solo. “Con rammarico dico che sarebbe bello fare rappresentazioni per la città se i costi dei teatri non fossero così proibitivi – conclude Cristina – sarebbe bello far vedere alla città il nostro lavoro rendendo tutti partecipi”. Per maggiori informazioni sulla scuola di danza si può visitare il sito: www.mestredanza.net; gli interessati possono partecipare gratuitamente a una lezione.

A Mestreuna sCuola dI danza per tuttI

R.P.

Il maestro di arti marziali Christian Gon-zales Y Herrera ha scritto il romanzo “L’orrore del lupo” e ha inventato un

modo molto originale per presentarlo: un connubio di letteratura e karate. Le pre-sentazioni del libro si tengono all’interno di palestre e nell’ambito della lezione; il maestro Herrera inizia raccontando la trama del libro e com’è nata l’idea poi legge alcuni passaggi del romanzo descri-vendo minuziosamente i combattimenti tra i protagonisti e, con un allievo di ka-rate, mostra le scene del combattimento con una sequenza di movimenti veloci e potenti. Da agosto 2013, a oggi, ha già fatto oltre trenta presentazioni tra queste: Trento, Trieste, Roma, Vicenza, Verona, Portogruaro, Udine, Padova e ovviamente Venezia nella sua palestra. Nel mese di gennaio inizierà il nuovo tour di presenta-zioni tra le varie tappe: Bergamo e Vero-na dove è molto richiesto. “Sicuramente il libro piace per l’abbinata romanzo e disciplina – dice il maestro Christian Gonzales Y Herrera – ho visto che nei motori di ricerca internet il mio metodo di presentare un libro è una prima mondiale: nessuno ha mai fatto niente del genere, io faccio il romanziere ma lo presento in veste di maestro karate”. Il metodo di presentare il libro di Herrera è sicuramen-te un modo per distinguere il suo romanzo nella marea di pubblicazioni, sfruttando la scia di successo che si lega al maestro che, nell’estate del 2013, ha vinto un

argento mondiale per la sua categoria. Le arti marziali interessano a tutti, e la possibilità di assistere anche a una scena di combattimento rende gli spettatori più partecipi. Il progetto nel quale si inserisce questo libro si intitola: “karate triller: leg-gere non è da sedentari”. Il libro si trova in alcuni siti online e in quello dell’associa-zione Alani Resquie onlus, in quest’ultima, il ricavato, è devoluto all’associazione per salvare gli alani maltrattati e abbandonati. “Le mie presentazioni sono molto affol-late - conclude Herrera – fi nito l’incontro passo un’ora a fi rmare autografi , non mi aspettavo tutto questo successo per la mia prima pubblicazione”. Il libro è uscito nel marzo del 2013 e ha già ottenuto tre im-portanti riconoscimenti letterari. Le date di presentazione del libro saranno pubblicate nel sito del maestro da gennaio 2014; per maggiori informazioni www.karateve-nezia.it o nel gruppo aperto di fecebook “L’orrore del lupo”.

Arti marzialiHerrera presenta Il suo lIbro

R.P.

Venezia Tredicesima edizione del premio organizzato dal comune di Venezia

di Roberta pasqualetto

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Page 32: Chioggia dic2013 n156

Expo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma

anche paesaggistici ed enogastronomici. Le aspettative sono consistenti se già i primi studi sull’impatto che l’appuntamento internaziona-le avrà sul territorio fanno prevedere che ben 8 milioni di persone da tutto il mondo si recherà a Milano per visitare i padiglioni dell’Expo. Gli stessi studi rivelano che il tempo dedicato alla visita sarà di circa 7-8 ore e che rimarrà un ampio margine per girare, da turisti, le aree circostanti. Il 47 per cento di questi 8 milioni di potenziali visitatori ha già dichiarato che appro-fitterà dell’occasione per recarsi a Venezia e conoscere la città lagunare ma anche le terre e le bellezze che vi stanno attorno. Una prospet-tiva allettante per il Veneto che potrebbe essere meta di 4 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo nel semestre “caldo” del 2015, quello della durata dell’Expo. La consapevolezza della grande occasione di rilancio dell’attività turistica ha ispirato anche il convegno che lo scorso 10 dicembre si è tenuto a “Villa Foscarini Rossi, a Stra nella Riviera del Brenta, “Expo 20105, opportunità per il prodotto turistico delle ville venete”, promosso dall’associazione “Ville venete e castelli” insieme con “Dimore storiche aperte Expo 2015” e “Comitato Expo Vene-zia”. Fra le tante offerte che Venezia, il suo entroterra e tutto il Veneto possono mettere sul piatto d’argento a disposizione di tanti turisti le Ville Venete rappresentano un patrimonio di grandissimo prestigio. Se ne contano 5400 in tutto il Veneto, di queste 200 hanno già sot-toscritto una “carta dei servizi”, una sorta di mappatura delle strutture che già sono in grado di ospitare i turisti. Una buona percentuale delle ville venete, infatti, oltre ad essere parte di un ricco patrimonio architettonico di inestimabile pregio, è attrezzata per l’ospitalità ricettiva. Un buon numero di esse, peraltro, è sede di aziende agricole, dove si producono le eccellen-ze della tradizione enogastronomica nostrana. “Le ville venete vengono riscoperte anche nella loro dimensione di aziende agricole - sottolinea l’assessore regionale per le produzioni agroali-mentari Franco Manzato - una proposta inte-ressante per le eccellenze che questo territorio sa produrre in termini così intensivi”. Un con-nubio di cultura e colture che potrebbe risultare davvero vincente e che per questo va gestito con consapevolezza e valorizzato con una at-tenta programmazione nella fase preparatoria. Lo sa bene l’assessore regionale al Turismo Ma-rino Finozzi che illustra le tappe di un articolato

di Ornella Jovane

Architettura, enogastronomia e turismo A Stra un convegno sulle grandi occasioni che si aprono con l’evento internazionale

Expo 2015, le Ville venete aspettano i turistiSi stima che circa 4 milioni di visitatori da Milano si sposterà a Venezia per visitare la città lagunare e i tesori del suo entroterra: le prestigiose dimore settecentesche della Riviera del Brenta e dintorni possono essere una imperdibile meta

Il patrimonio artistico di Chioggia sbarca per la prima volta sul web. Opere pitto-riche dalla fine del Trecento ai primi del

Novecento, arte sacra, architettura, e la peculiare pianta urbana a lisca di pesce del Centro storico sono visitabili attraverso una dettagliata galleria fotografica e i video gi-rati ad alta definizione. Il sito internet www.artechioggia.it riunisce in un museo online 24 opere pittoriche tra tele, pale, affreschi e sculture, oltre al meccanismo dell’orologio della torre campanaria romanica della chiesa di Sant’Andrea, attribuito a Jacopo Dondi. La navigazione nel sito è suddivisa in cinque aree storiche riunite attorno alle principali chiese di Chioggia, dal Duomo a San Do-menico. La raccolta di opere copre in modo netto due periodi: da quelle più preziose del Trecento alla rifioritura del Seicento, ben rappresentato da “La consacrazione di San Nicolò vescovo di Myra” di Pietro Damini, custodito nella pinacoteca della SS. Trinità, sino al Settecento della pala d’altare della “Visita di Maria a Santa Elisabetta” di Fran-cesco Fontebasso. Nel mezzo, due secoli di totale silenzio dovuti alla devastante Guerra di Chioggia. Una sezione del sito è dedicata a fornire informazioni complete su orari di apertura e di visita, prenotazioni e costi del biglietto dei musei e delle chiese.

I filmati sono commentati in italiano e in inglese su testi di Dino Memmo e Sergio Ravagnan. L’idea e la realizzazione di arte-chioggia.it nasce dall’associazione culturale Chioggia Film di Francesco Bonivento e Pao-lo Serafini, che ha potuto beneficiare di una quota dei fondi annuali messi a disposizione dalla Fondazione Clodiense Onlus e di con-tributi della Provincia di Venezia, di soggetti privati, del Rotary Club di Chioggia e del Co-mune di Chioggia.

neWs

Chioggia, nasce artechioggia.itI tesorI artIstICI on lIne In rete un nuovo “polo museale” veneto

S.B.M.

percorso. “Entro il 2014 - spiega - preparere-mo un percorso di formazione per migliorare la cultura dell’accoglienza e affinare la capacità di ospitare. A metà anno creeremo un by Ville Venete, metteremo a disposizione questa im-portante rete di ville agli operatori turistici che organizzeranno i pacchetti di visitatori all’Ex-po”. Ingenti risorse sono destinate a questi e altri progetti legati all’evento. “Nel bilancio di previsione 2014 - conferma l’assessore Finozzi - insieme con il presidente della Regione stiamo studiando un capitolo apposito per Expo 2015 per le risorse da destinare sia al turismo e alle attività. Non è ancora stata definita una cifra perché prima andremo ad istituire una sorta di “cabina di regia” che servirà a capire quali sono i progetti in campo, molti dei quali sono già stati messi a punto, e quali sono le risorse necessarie per realizzarli”. “Milano - ha sottolineato Giu-lio Bellemo, presidente Ville e Castelli veneti - non poteva fare a meno di Venezia e, pertan-to, grazie ad una deroga speciale, costruiremo un padiglione all’interno del Vega. Lo abbiamo chiamato “Acqua”, un elemento fondamentale per il futuro dell’umanità”.

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Page 34: Chioggia dic2013 n156

10

IL VENETOin PRIMO PIANO

Fine vita, un tema che fa paura, diffi cile da trattare e che pone problemi etici e medici importantissi-mi. Quello che intendiamo affrontare con questo

numero della Piazza è il problema dell’utilizzo sempre più diffuso nel caso dei malati terminali, delle cure palliative e della fase conclusiva delle cure, la sedazio-ne terminale palliativa. Va sgombrato subito il campo da un equivoco, la sedazione terminale palliativa non è eutanasia (che invece è un’azione che porta con mezzi specifi ci direttamente e volutamente la morte del paziente). Per sedazione terminale palliativa si intende: “la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fi no alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”. Sono 100 mila i malati (prevalentemente oncologici) presi in ca-rico ogni anno dal servizio di cure palliative in Italia. I dati più recenti riportano un ricorso alla sedazione terminale negli ultimi giorni di vita in percentuali che arrivano fi no anche all’88% dei casi per i differenti setting assistenziali (ad es. ospedale, hospice, as-sistenza domiciliare). In Veneto le persone in carico alle cure palliative sono circa 7-8 mila ogni anno. A spiegare queste diffi cili questioni è il dottor Giovanni Poles medico specialista in Oncologia nell’area Cure Palliative al Policlinico San Marco a Mestre, e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. “Nelle fasi

terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di dover difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessivo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve comportare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artifi ciali. Di analoga diffi coltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un ammalato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di inquadrare un trattamento come accanimento terapeutico o, all’opposto, come astensionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifi co. “L’accanimento terapeutico - spiega- viene defi nito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata ineffi cacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un ri-schio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifi ca. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artifi ciali si possa parlare di trattamen-ti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustifi carne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa terminale “In questi

casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase terminale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sinto-mi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sintomi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifi ci risulta che l’inter-vento della sedazione terminale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione pallia-tiva – spiega Poles - non ha la fi nalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermie-ristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che diffi cilmente possono essere inquadrati nell’ambito di una norma: basi eti-che solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.

di Alessandro Abbadir

Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato

Sanità Inchiesta sul fi ne vita

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?

Un aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della sedazione terminale palliativa. Il per-corso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente

riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momento in cui insor-ge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifi co né l’apposizione della fi rma del malato; si ritiene suf-fi ciente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il ma-lato non è mentalmente capace o non vuole partecipare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle volontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orientamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive antici-pate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefi ci attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico

foCus la sceltaIl proCesso deCIsIonale

A.A.

32

13Il Veneto in primo piano

Quello che inizia è un anno che potremmo defi nire straordinario dal punto di vista elet-torale. Primo perché a primavera i veneti

saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Europa ma anche perché si do-vranno rinnovare ben 345 sindaci e relativi consigli comunali. Il dato più signifi cativo, però, è che da questa tornata di amministrative i consigli comu-nali avranno profi li e numeri molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto sino ad oggi.

Le elezioni amministrative impegneranno tut-te le province con numeri considerevoli di comuni al voto ma l’unico comune capoluogo che va al rinnovo è Padova. Altri 60 i municipi da rinnova-re nel resto della provincia, ben cinque quelli con popolazione al di sopra dei 15mila abitanti che potranno eleggere il primo cittadino col doppio turno: Cadoneghe, Monselice, Padova, Rubano, Selvazzano Dentro.

Nel vicentino saranno 88 le amministrazioni da rinnovare. Anche qui sono cinque i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che eleggeranno il primo cittadino quasi sicuramente al secondo turno. Sono Basano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano e Montecchio.

In provincia di Verona, invece, i comuni al voto saranno 52, quattro quelli al di sopra dei 15mila abitanti: Legnago, San Bonifacio, Negrar e Pescan-tina.

Belluno, invece, rinnoverà le amministrazioni di 38 comuni, quasi tutti sotto i 5mila abitanti, mentre Rovigo ne rinnoverà 34 ma solo tre di me-die dimensioni e comunque sotto i 15mila. Nel ve-neziano si voterà per il sindaco solo in 15 comuni, in tre di questi, Spinea, Scorzè e Noale, si voterà con il doppio turno.

Le prossime amministrative, però, cambie-ranno il volto dei Consigli Comunali che potranno essere più “rosa”, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere che interesserà i comuni sopra i 5000 abitanti, ma soprattutto più ridotti per effetto della norma che, con l’obiettivo di ridurre i costi della politica, ha ridotto il numero di consiglieri e assessori comunali. In nome della famigerata spending review, nel 2011 il Governo Monti decise di tagliare le spese cominciando dal basso e, a dirla tutta, dalle briciole.

Sì perché è vero che qualcosa si risparmierà ma è anche vero che il gettone di un consigliere

di un comune di medie dimensioni non è che una minuscola frazione del compenso pagato ad un parlamentare o ad un consigliere regionale. Ma quel che è peggio è che con questi tagli a farne davvero le spese sono le minoranze che, anche nelle città più grandi, si troveranno con una man-ciata di consiglieri.

Guardando in profondità alle normative è pos-sibile capire la portata del dimagrimento dei consi-gli comunali. Governerà solo il sindaco, senza as-sessori, nei Comuni che hanno fi no a mille abitanti.

Accanto a lui verranno eletti sei consiglieri in-vece che nove e tutte le competenze della giunta comunale verranno attribuite esclusivamente al primo cittadino.

Il numero dei consiglieri passerà da nove a sei, anche nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3 mila abitanti, mentre gli assessori saranno al massimo due.

I municipi con residenti tra i 3.001 e i 5 mila, avranno 7 consiglieri, non più 12, e la giunta sarà composta al massimo da tre persone. Cambierà relativamente poco per i Comuni che contano tra i 5.001 e i 10 mila abitanti: il numero dei con-siglieri scende da 12 a 10, mentre quello degli assessori resta fermo a quattro.

Riduzioni previste anche nei centri più grandi. I Comuni con il numero di abitanti tra 10.001 e 30 mila avranno 16 consiglieri, non più 20, quelli che hanno tra 30.001 e 100 mila abitanti, ne avranno 24 invece di 30, mentre per quelli con più di 100 mila abitanti o per i capoluoghi di provincia, come Padova, il numero di consiglieri scenderà da 40 a 32.

di Germana urbani

Meno consiglieri, meno assessori e soprattutto meno minoranza. E se il comune non raggiunge i mille abitanti: solo il sindaco!

Molte le novità normative

Aria di votazioni: 345 sindaci a rinnovo

Tra le novità che investiranno questa tornata ci sono quelle introdotte dalla legge n.215 del 2012 pensata per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pub-

bliche, e in particolar modo “volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. Questa legge ha, di fatto, cambiato la normativa per l’elezione dei consi-gli comunali dei comuni che superano i 5000 abitanti. I cittadini, infatti, potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comu-nali purché riguardanti candidati di sesso diverso. Se per errore la doppia preferenza, comunque non obbligatoria, dovesse andare a persone dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata.

La legge inoltre prevede la cosiddetta “quota di lista”, che fa sì che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in lista per oltre due terzi del totale dei candidati. E’ vero, però, che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il mancato rispetto della quota potrà determinare la decadenza della lista. La norma, entrata in vigore già lo scorso anno, ha già dimostrato la sua effi cacia in termini di presenze femminili nei neo-eletti Consigli Comunali. Si è registrata, infatti, una crescita robusta e diffusa delle donne, tanto che in termini assoluti esse raddoppiano mentre in termini percentuali la loro presenza è due volte e mezzo quella della precedente tornata.

Da ultimo un recente emendamento, approvato alla Camera nella seduta notturna del 21 dicembre, nel corso dell’esame del ddl n. 1542-A di riforma degli enti locali (città metropolitana, province, unioni e fusioni di comuni) sancisce che nelle giunte comunali nes-sun genere può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Saranno pertanto illegittime le giunte con meno del 40 per cento di donne. Il testo deve ancora passare all’esame del senato ma se passerà anche lì il volto delle prossime giunte cambierà molto con buona pace di tutti.

I nuovi Consigli Comunali vedranno le minoranze ridottea numeri scandalosi per la democrazia

Rappresentanza di generedoppIa preferenza e gIunte parItarIe

Page 35: Chioggia dic2013 n156

13Il Veneto in primo piano

Quello che inizia è un anno che potremmo defi nire straordinario dal punto di vista elet-torale. Primo perché a primavera i veneti

saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Europa ma anche perché si do-vranno rinnovare ben 345 sindaci e relativi consigli comunali. Il dato più signifi cativo, però, è che da questa tornata di amministrative i consigli comu-nali avranno profi li e numeri molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto sino ad oggi.

Le elezioni amministrative impegneranno tut-te le province con numeri considerevoli di comuni al voto ma l’unico comune capoluogo che va al rinnovo è Padova. Altri 60 i municipi da rinnova-re nel resto della provincia, ben cinque quelli con popolazione al di sopra dei 15mila abitanti che potranno eleggere il primo cittadino col doppio turno: Cadoneghe, Monselice, Padova, Rubano, Selvazzano Dentro.

Nel vicentino saranno 88 le amministrazioni da rinnovare. Anche qui sono cinque i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che eleggeranno il primo cittadino quasi sicuramente al secondo turno. Sono Basano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano e Montecchio.

In provincia di Verona, invece, i comuni al voto saranno 52, quattro quelli al di sopra dei 15mila abitanti: Legnago, San Bonifacio, Negrar e Pescan-tina.

Belluno, invece, rinnoverà le amministrazioni di 38 comuni, quasi tutti sotto i 5mila abitanti, mentre Rovigo ne rinnoverà 34 ma solo tre di me-die dimensioni e comunque sotto i 15mila. Nel ve-neziano si voterà per il sindaco solo in 15 comuni, in tre di questi, Spinea, Scorzè e Noale, si voterà con il doppio turno.

Le prossime amministrative, però, cambie-ranno il volto dei Consigli Comunali che potranno essere più “rosa”, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere che interesserà i comuni sopra i 5000 abitanti, ma soprattutto più ridotti per effetto della norma che, con l’obiettivo di ridurre i costi della politica, ha ridotto il numero di consiglieri e assessori comunali. In nome della famigerata spending review, nel 2011 il Governo Monti decise di tagliare le spese cominciando dal basso e, a dirla tutta, dalle briciole.

Sì perché è vero che qualcosa si risparmierà ma è anche vero che il gettone di un consigliere

di un comune di medie dimensioni non è che una minuscola frazione del compenso pagato ad un parlamentare o ad un consigliere regionale. Ma quel che è peggio è che con questi tagli a farne davvero le spese sono le minoranze che, anche nelle città più grandi, si troveranno con una man-ciata di consiglieri.

Guardando in profondità alle normative è pos-sibile capire la portata del dimagrimento dei consi-gli comunali. Governerà solo il sindaco, senza as-sessori, nei Comuni che hanno fi no a mille abitanti.

Accanto a lui verranno eletti sei consiglieri in-vece che nove e tutte le competenze della giunta comunale verranno attribuite esclusivamente al primo cittadino.

Il numero dei consiglieri passerà da nove a sei, anche nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3 mila abitanti, mentre gli assessori saranno al massimo due.

I municipi con residenti tra i 3.001 e i 5 mila, avranno 7 consiglieri, non più 12, e la giunta sarà composta al massimo da tre persone. Cambierà relativamente poco per i Comuni che contano tra i 5.001 e i 10 mila abitanti: il numero dei con-siglieri scende da 12 a 10, mentre quello degli assessori resta fermo a quattro.

Riduzioni previste anche nei centri più grandi. I Comuni con il numero di abitanti tra 10.001 e 30 mila avranno 16 consiglieri, non più 20, quelli che hanno tra 30.001 e 100 mila abitanti, ne avranno 24 invece di 30, mentre per quelli con più di 100 mila abitanti o per i capoluoghi di provincia, come Padova, il numero di consiglieri scenderà da 40 a 32.

di Germana urbani

Meno consiglieri, meno assessori e soprattutto meno minoranza. E se il comune non raggiunge i mille abitanti: solo il sindaco!

Molte le novità normative

Aria di votazioni: 345 sindaci a rinnovo

Tra le novità che investiranno questa tornata ci sono quelle introdotte dalla legge n.215 del 2012 pensata per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pub-

bliche, e in particolar modo “volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. Questa legge ha, di fatto, cambiato la normativa per l’elezione dei consi-gli comunali dei comuni che superano i 5000 abitanti. I cittadini, infatti, potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comu-nali purché riguardanti candidati di sesso diverso. Se per errore la doppia preferenza, comunque non obbligatoria, dovesse andare a persone dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata.

La legge inoltre prevede la cosiddetta “quota di lista”, che fa sì che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in lista per oltre due terzi del totale dei candidati. E’ vero, però, che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il mancato rispetto della quota potrà determinare la decadenza della lista. La norma, entrata in vigore già lo scorso anno, ha già dimostrato la sua effi cacia in termini di presenze femminili nei neo-eletti Consigli Comunali. Si è registrata, infatti, una crescita robusta e diffusa delle donne, tanto che in termini assoluti esse raddoppiano mentre in termini percentuali la loro presenza è due volte e mezzo quella della precedente tornata.

Da ultimo un recente emendamento, approvato alla Camera nella seduta notturna del 21 dicembre, nel corso dell’esame del ddl n. 1542-A di riforma degli enti locali (città metropolitana, province, unioni e fusioni di comuni) sancisce che nelle giunte comunali nes-sun genere può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Saranno pertanto illegittime le giunte con meno del 40 per cento di donne. Il testo deve ancora passare all’esame del senato ma se passerà anche lì il volto delle prossime giunte cambierà molto con buona pace di tutti.

I nuovi Consigli Comunali vedranno le minoranze ridottea numeri scandalosi per la democrazia

Rappresentanza di generedoppIa preferenza e gIunte parItarIe

Page 36: Chioggia dic2013 n156

16 Cultura veneta

Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova

Le Tre Grazie, sono una delle opere scultoree più ammirate e conosciute del Canova ma in realtà sono sei: tre sono quelle del gruppo commissionato da Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo, le altre tre invece andarono al Duca di Bedford che, visto il gesso con-

servato nell’atelier romano dello stesso scultore, lo supplicò di creargli un ulteriore esemplare in marmo. A Possagno rimasero solo i gessi sui quali Canova aveva lavorato per preparare le versioni in marmo. La prima versione non si spostò mai dalla casa dell’artista, il secondo gesso, invece, quello servito per le Grazie inglesi, arrivò più tardi, giusto in tempo per venire, con altre opere conservate nella Gipsoteca, investito dalla nuvola di calcinacci causata dai cannoneggiamenti austroungarici durante la Prima Grande Guerra, quando Possa-gno, ai piedi del Grappa, era zona di battaglia. All’indomani del confl itto, Stefano e Siro Serafi n, custodi e abilissimi restauratori, sanarono molti dei danni riportati dai fessi del Canova ma non agirono sulle Grazie di Bedford che deturpate trovarono sede nella sala del consiglio comunale di Possagno come stridente ricordo di un guerra terribile per il paese. A cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra, però, mentre l’Europa si appresta a ricordare quel centenario, anche le Grazie “inglesi” risorgono, ritrovando tutte le loro parti. Quello che i Serafi n non si sentirono di fare lo consente ora la tecnologia. Grazie alla collaborazione delle National Galleries of Scotland, di Edinburgo, proprietari del prezioso marmo, è stato possibile fotografare e scansiona-re l’opera e grazie all’elettronica si è riusciti a ricomporre le parti mancanti al gesso di Possagno. In mostra, fi no al prossimo 4 maggio, si potranno ammirare entrambi gruppi delle Grazie, quello “russo”, e quello “inglese”. Insieme ai bozzetti delle due opere, fanno parte dell’esposizione le tempere, i disegni, le incisioni preparati da Canova per le grazie mentre una vera mostra nella mostra è costituita dall’esposizione delle crude immagini della Gipstoteca e dei Gessi di Canova all’indomani dei bombardamenti: immagini concesse da due archivi pubblici, drammatiche nella volontà di costituire una precisa documentazione di un orrore.

La bellezza torna dopo l’orrore L’uomo, fi n dalle origini della sua storia, si è spo-

stato, ha camminato per cercare terre fertili, nuovi orizzonti. Le tre grandi religioni monoteiste, inoltre,

hanno tutte radici nella storia di popolazioni nomadi e le divinità si sono spesso rivelate a popoli in cammino o a singoli pellegrini. Il viaggio, dunque, è connaturato all’uomo e il viaggio è centrale anche nel suo rapporto con il soprannaturale. Per questo la settima edizione dell’ormai popolare mostra di illustrazioni e illustratori “I colori del sacro” sarà interamente dedicata al tema del viaggio. Dal 18 gennaio le tavole di illustratori di tutto il mondo, moltissimi da paesi “nuovi” fi nora non rappresentati, daranno corpo e colore all’esposizione che fi no al prossimo 2 giugno rimarrà allestita al Museo Diocesano, di Padova. Abbiamo sollecita-to illustrazioni – spiega Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e curatore della Rassegna - che esplicitino il tema approfondendo sia quegli aspetti legati al desiderio di conoscenza e di sco-perta che da sempre caratterizza gli spostamenti verso terre e popoli lontani, sia tutti i risvolti più di tipo psicologico, emotivo e spirituale che accompagnano le fasi del viaggio e che accomunano il sentire di chi parte, per qualsiasi meta, fosse anche un partire simbolico”. L’edizione 2014 della rassegna vuole quindi raccontare il viaggio come esperienza di vita tout court, ripercorrendo la storia, i testi sacri e i racconti pagani e mitologici, i riti e le tradizioni, nel tentativo di rivelare la dimensione emotiva e spirituale di ogni partenza e di ogni ritorno.

Museo Diocesano di padova

Aldo Tagliapietra ha una biografi a lunga un braccio con Le Orme, band storica veneziana, di cui è stato leader; e poi ha una carriera solista importante. Scri-

ve libri: “Le mie verità nascoste” è l’ultima fatica letteraria ma continua anche a cantare e con il suo nuovo disco “L’ angelo rinchiuso” ha toccato le corde più alte del “pro-gressive”, nella migliore tradizione romantico/melodico/progressiva italiana. Le due produzioni sono state l’occa-sione di questa intervista che ripercorre oltre quarant’anni della sua vita artistica.

L’ultima volta che ti ho visto eri al concerto di Crosby, Stills, Nash...

“Si’, belli, non li avevo mai visti conoscevo quattro/cin-que loro canzoni e risentirle mi ha fatto piacere. Ero curioso di sentire e vedere come “tre” quasi settantenni se la cavavano dal vivo. Mi sono piaciuti ed ho visto come hanno conservato il loro entusiasmo”.

Quali altri concerti sei andato a vedere negli ultimi anni?

“Vedo spesso Tiziano Ferro e Gianna Nannini grazie al fatto che mio fi glio Davide è chitarrista e lavora con loro. Davide è produttore e collabora anche con Ramazzotti ed Antonacci”.

Pensavo mi parlassi anche dei Van Der Graaf Gene-rator. So che sei loro amico soprattutto di David Jackson che ha suonato con te diverse volte...

“Vuoi sapere una cosa? Non li ho mai visti dal vivo. Anche se siamo stati noi italiani a scoprirli prima dei loro paesi anglosassoni”.

Hai presentato a fi ne estate 2013 il tuo ultimo disco “L’Angelo Rinchiuso” al Parco San Giuliano di Mestre suonandolo prima di “Felona e Sorona”...

“Mi sembrava doveroso farlo vicino a casa. E’ stata una serata in cui il tempo ha tenuto e c’è stato un bell’affl usso di gente”.

Il titolo: da dove nasce?“Da un vecchio quadro di Paul Whitehead. Quando

viene in Italia mi manda sempre una cartolina. Una delle

ultime aveva impressa l’immagine di un suo quadro “Locked Angel”. E così è nato il titolo del mio ultimo disco”.

Quali copertine ritieni le migliori che ha fatto?“Ne ha fatta di belle per i Genesis...”E anche per i VDGG.“Sì, giusto. Ma per me la più bella sua copertina è quella

che ha disegnato per il mio penultimo disco del 2012 “Nella Pietra e nel Vento”.

Poi come è andata a Milano in ottobre 2013?“E’ stata una serata esclusiva per i giornalisti nella quale

ho presentato l’ultimo cd con “Felona e Sorona””.Cosa differenzia “Felona e Sorona” da questo tuo cd

del 2013 e cosa li unisce?“Volevo che fosse una suite, il tema principale di questo

mio ultimo lavoro discografi co. Le mie composizioni rappre-sentano le mie due anime. Ho un’anima cantautorale da ballata ed un’anima progressive. In effetti se ascolti da “L’an-gelo rinchiuso” il brano “Passato e Futuro” ci sono arpeggi di organo che richiamano “Felona e Sorona””.

Cosa ascoltavi quando avete composto con Le Orme “Collage” e cosa ascolti ora?

“All’epoca 1969/1970 ascoltavo Quatermass, Atomic

Rooster, E.LP., Yes. Eravamo molto infl uenzati dai suoni delle bands che prediligevano ballads e suite tastieristiche. Oggi non ascolto molte cose nuove”.

Oggi alcuni giovani non conoscono il “prog”. Altri lo defi niscono “dinosauresco”...

“I giovani non sono interessati più di tanto a questa mu-sica. Per loro è un genere che considerano coma la “musica classica del rock”. Noi sappiamo quanto è bella, comunque. Sia il progressive che la musica classica. Io amo molto la melodia e questa mi viene molto facilmente”.

Produzione e distribuzione di un disco oggi quanto sono cambiati rispetto a quando hai iniziato?

“Noi siamo stati venti anni con la Phonogram, oggi Universal che aveva grandi mezzi di produzione e di distri-buzione. Noi ci preoccupavamo solo di fare musica; al resto pensavano loro.

Le case discografi che oggi stanno scomparendo e sono state ridimensionate con internet. Io, senza contratto disco-grafi co, ho optato anni fa per l’autoproduzione insieme a Gloria (Tagliapietra, sua fi glia, nda). Abbiamo la Clamore che è una società di comunicazione e produzione che con la Self distribuisce i miei lavori discografi ci e libri. Così ho il controllo

completo su tutta la proprietà editoriale della mia produzione di oggi”.

I rapporti con le altre “Orme” oggi come sono?“Ognuno sta’ facendo la sua vita. Non aggiungo altro”.Ora sei in tour? Vuoi dirci dove possiamo vederti nei

prossimi mesi? “Inizieremo a fare qualcosa da fi ne gennaio 2014. In-

tanto proseguo con questi “reading parole e musica”.Ci parli di questo tuo ultimo libro?“Le mie verità nascoste” è una autobiografi a che nasce

dalla voglia di narrare non solo della musica che ho fatto, dei viaggi, del sistema musicale vigente, di Sanremo ma anche dei miei pensieri, delle mie opinioni, della vita. In effetti, si chiama “Le mie verità nascoste” perché sono le mie. Il titolo è in parte preso da una canzone delle Orme scritta da me “Verità nascoste” appunto”.

Immagino che anche “L’ angelo rinchiuso” racconti di te?

“Sì, the “locked angel”, sono io che parlo, che racconto i miei pensieri attuali attraverso la musica. Una suite progres-siva di 12 brani scritti da me ed arrangiati con la complicità di Matteo Ballarin ed Andrea De Nardi. Una suite che ha qualche collegamento con “Felona e Sorona”.

Racconti ai nostri lettori di quando viaggiavate con un furgoncino 238 Fiat per andare a vedere i concerti fi no a Londra...

“Viaggiavamo con una 1100 fi at scassata non nostra. E noleggiavamo un furgoncino 238 Fiat per le nostre serate. Poi abbiamo acquistato una 125 Fiat. Con quella siamo a andati a Londra ed all’isola di White...”

Avete visto l’ultimo concerto di Jimi Hendrix!“Esatto! Ed anche il primo grande live di Emerson Lake

& Palmer”.E con le macchine come andò?“Poi quando siamo diventati “relativamente benestanti”

abbiamo acquistato un bel Mercedes blu ed abbiamo iniziato anche a viaggiare in aereo”.

di Graziano Edi Corazza

Intervista ad Aldo Tagliapietra

“Le mie verità nascoste” e “L’ angelo rinchiuso”, un’occasione per rivivere quarant’anni di carriera

dal 18 gennaIo “I ColorI del saCro”, glI IllustratorI raCContano Il vIaggIo

34 Cultura veneta

Page 37: Chioggia dic2013 n156

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17Cultura veneta

Dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo prose-

gue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mo-stra della stagione invernale, che proseguirà fi no al prossimo 21 aprile, all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo. Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista di Este di cui possiede una pregevole scultura in alabastro. Gino Corte-lazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafi ca. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto. Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Ma-rio Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo ma lavorò anche la pietra, l’alabastro,

l’onice, perfi no la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di fi gurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria im-magine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura. La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaborato-re di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone ventidue sculture messe a confronto con ventidue dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio fu-nerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici. Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni partico-larmente diffi cili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e

dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della fi glia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva. Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteci-parono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti. L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggeri-rono un tratto altrettanto forte e dai volumi defi niti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.

Pur non essendosi mai incontrati di persona, il loro lavoro presenta tratti comuni, il loro sensibile li portò ad affrontare, tematiche esistenziali, solopur con esiti stilistici differenti

Grandi mostre Fino al prossimo 21 aprile al Museo d’Arte Moderna di Cortina

Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto Pietro Bellotti è l’ultimo nome di

una dinastia famigliare già di per sé affascinante e ‘complica-

ta’ dove tutti sono pittori, per di più specializzati in vedute. Bernardo Bel-lotto è suo fratello, Canaletto suo zio e forse sono stati i loro nomi ad eclissare il pur bravo Pietro. Per lungo tempo ritenuto un vedutista marginale oggi fi nal-mente, grazie anche a recenti studi che ne hanno riabilitato il nome all’interno dell’arte veneziana del ‘700, Ca’ Rezzo-nico ospita la sua prima mostra monografi ca. L’esposizione curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari riunisce per la prima volta quarantatre dipinti prove-nienti da collezioni private europee e statunitensi, che rico-struiscono il percorso artistico di Bellotti, documentando con la maggior ampiezza oggi possibile il suo vasto repertorio fi gurativo. Faranno inoltre parte dell’esposizione, allestita nelle scenografi che sale al primo piano di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, i pochi dipinti fi rmati dal pittore e l’eccezionale nucleo di diciassette tele con vedute delle principali città europee, alcune delle quali fi rmate sul retro, il cui percorso collezionistico è documentato dal XVIII secolo: si tratta dei ‘dipinti pilota’ da cui è iniziata, a partire dal 1952, la riscoperta dell’artista. Il pittore, attraverso uno stile autonomo e personale, elabora le invenzioni di Canaletto ampliando il tradizionale repertorio veneziano con numerose vedute delle più importanti città d’Europa - oltre ad alcuni capricci architettonici - e rivelando, attraverso le opere oggi a lui attribuite, una personalità più complessa di quanto si potesse sospettare in passato.

venezIa - Ca’ rezzonICo

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36 Cultura veneta

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“Nelle fasi terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di do-ver difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessi-vo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve com-portare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un am-malato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di in-quadrare un trattamento come accanimen-to terapeutico o, all’opposto, come asten-sionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeu-tico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga

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Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato

di Alessandro Abbadir

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la presenza di un rischio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifi-ca. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artificiali si possa parlare di trattamenti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustificarne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa termi-nale “In questi casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase termi-nale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sinto-mi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifici risulta che l’intervento della sedazione termi-nale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale

Attualità6

Un aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della se-dazione terminale palliativa. Il percorso decisionale

deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momen-to in cui insorge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifico né l’apposizione della firma del malato; si ritie-ne sufficiente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il malato non è mentalmente capace o non vuole parteci-pare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle vo-lontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orien-tamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive anticipate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefici attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico

La sceltaiL processo decisionaLe

>> Sanità. inchiesta sul fine vita

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata

“Nelle fasi terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di do-ver difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessi-vo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve com-portare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un am-malato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di in-quadrare un trattamento come accanimen-to terapeutico o, all’opposto, come asten-sionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeu-tico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga

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Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato

di Alessandro Abbadir

segue dalla pagina precedente

non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione palliativa – spiega Poles - non ha la finalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermieristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che difficilmente possono essere in-

quadrati nell’ambito di una norma: basi etiche solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.

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Attualità 7

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Attualità8

Hospice, delle strutture sempre più dif-fuse in Veneto per affrontare il tema delicatissimo della cura de malati ter-

minali cioè alla fine della vita. In Italia, ogni anno circa un milione di persone si trovano a dover gestire una situazione estremamen-te difficile a causa di una prognosi infausta. Per andare incontro ai malati, ai famigliari e alle loro difficoltà sono nati gli hospice, strutture dedicate proprio a questo scopo. L’8O % dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma sono strutture aperte a tutti coloro che, in fin di vita, necessaria di un’assistenza, dai malati di Aids a quelli con malattie neu-rologiche a evoluzione progressiva, come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Come

funzionano queste strutture? Non essen-doci direttive nazionali, il funzionamento è variabile. In linea generale gli hospice si occupano di assistere i malati con un’aspet-tativa di vita breve, di pochi giorni o poche settimane. L’obiettivo di queste strutture è quello di migliorare la qualità di vita fino alla fine, agendo a più livelli. Si interviene sul piano fisico, prescrivendo trattamenti farmacologici o di altro tipo, come mas-saggi rilassanti, tecniche di respirazione, che controllino i diversi sintomi. Esistono hospice convenzionati con il servizio sanita-rio nazionale che a pagamento. Nel primo caso, la famiglia non deve sostenere costi. Il vitto e l’alloggio sono gratuiti, anche per un famigliare. La persona che assiste il ma-

Hospice, un aiuto alle famiglie

lato, ha diritto ai principali, alla biancheria per il letto e al bagno. C’è la possibilità di portare da casa oggetti e anche piccoli mo-bili, che possano servire a far stare meglio la persona. Nell’hospice non ci sono orari di visita. L’obiettivo è aiutare il malato e i suoi famigliari a vivere al meglio la situazione. Si lascia massima libertà anche in questo campo: parenti e amici possono far visita

L’8O% dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma ci sono anche malati di Aids e Sla

>> Fine vita Strutture specializzate nelle cure dei malati terminali

alla persona quando vogliono e senza limiti di tempo. In quasi tutte le strutture c’è la possibilità di trascorrere la notte con il pro-prio caro: in ogni camera c’è un secondo letto, che può essere usato dai famigliari. L’idea è permettere al paziente di avere un parente accanto 24 ore su 24. Gli hospi-ce dovrebbero rappresentare la soluzione ultima, da adottare quando l’assistenza

domiciliare non è fattibile per mancanza di fondi, per difficoltà della famiglia o perché il malato è solo. Invece oggi solo chi è in un hospice riceve l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno. In Italia, e anche in Veneto sotto diversi aspetti insomma sembra man-care diffusamente la cultura dell’assistenza al malato terminale.

di Alessandro Abbadir

Sono 20 in tutto il Veneto gli Hospice attivi e collegati alle Ulss di riferi-mento. La provincia che ne vede di

più sul suo territorio è quella di Padova con 5 strutture, 4 sono in provincia di Ve-nezia, 3 a Vicenza e 3 a Verona, 2 a Trevi-so, 2 a Belluno e infine una a Rovigo. Per le province in cui esce il nostro giornale e cioè Padova, Rovigo e Venezia, andiamo nel dettaglio.

In provincia di Padova ci sono: l’ Hospice “Il Melograno” Centro Residen-ziale di cure palliative presso la Rsa “Anna Moretti Bonora” a Camposampiero. C’è poi l’Hospice di Montagnana. A Padova centro, l’Hospice “Casa S. Chiara” all’

Istituto Suore Terziarie, il “Centro Cura e Sollievo Paolo VI” alla Fondazione Opera Immacolata Concezione e per i bambini il “Centro regionale terapia antalgica e cure palliative pediatriche “Casa del Bambi-no” al dipartimento di pediatria dell’Ulss 16. A Rovigo l’Hospice “Casa del Vento Rosa” nucleo cure palliative a Lendirara. In provincia di Venezia, l’Hospice Casa Residenziale “Pia Opera Francescon” a Portogruaro e l’ Hospice Iris all’Ipab di San Donà”. C’è poi l’Hospice “Casa San Gio-vanni di Dio” all’Ospedale Fatebenefratelli a Venezia centro storico. Infine il centro Nazareth alla Fondazione Opera S.Maria della Carità padiglione Roncalli a Mestre.

La mappadove sono Le strutture a padova, venezia e rovigo

Page 51: Chioggia dic2013 n156

Attualità 9

Nel campo bioetico le opinioni sulla questione fine vita sono diffe-renziate. L’ ”Associazione Luca Coscioni” anche in Veneto insie-me ai radicali si batte anche per l’interruzione delle terapie che

come posizione va oltre l’utilizzo e il sostegno alla sedazione terminale. “Al contrario dell’eutanasia – spiega in una nota l’associazione - la so-spensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutana-sia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Principio affermato, tra l’altro, dalla sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio, il medico che ha praticato a Welby la sedazione terminale. Tuttavia in Italia viene disatteso anche questo principio che conduce al fenomeno dell’eutana-sia clandestina. In quest’ottica la battaglia radicale di Piergiorgio Welby ha incarnato la semplice applicazione del diritto di ogni malato a non essere sottoposto a terapie mediche contro la propria volontà. Altri casi dimostrano che nel nostro paese questo diritto viene spesso disatteso, anche in relazione agli anatemi integralisti lanciati quotidianamente dal-le gerarchie vaticane”. Diversa l’opinione del mondo cattolico che con padre Ermanno Barucco dello Studio Generale Marcianum di Venezia, puntualizza le posizioni della chiesa sull’argomento. “Dal punto di vista

etico - spiega Barruco - la se-dazione palliativa è legittima e doverosa, e non va identifi-cata, sul piano delle intenzioni o dei mezzi usati, con un atto di eutanasia, che presuppone la deliberata finalità di accor-ciare e interrompere la vita per eliminare la sofferenza ad esempio con dosi eccessive di morfina senza motivi proporzionati”. “L’insegnamento della Chiesa cattolica – già espresso da Pio XII nel 1957 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1997- spiega Barruco - afferma che è lecito sopprimere il dolore con narcotici, pur con la conseguenza non voluta di limitare la coscienza e di abbreviare la vita, se non esistono altri mezzi: in questo caso, infatti, la morte non è voluta o ricercata, nonostante che per motivi ragionevoli se ne corra il rischio, semplicemente si vuole leni-re il dolore in maniera efficace (Evangelium vitae 65). Viene applicato il principio del duplice effetto: il fine oggettivo dell’azione e l’intenzione dell’agente è solo di lenire il dolore; l’effetto non voluto è di abbreviare di poco la vita. Ma la grande differenza rispetto all’eutanasia è che non si ottiene il primo effetto per mezzo del secondo, che rimane fuori dall’intenzione e non è direttamente provocato dai mezzi impiegati, ma dalla malattia che resta la causa della morte”.

iL mercato deL Lavoro punta suLLa professionaLità

Sulla questione abbiamo sentito per chiarirne i contorni legali della questio-ne anche l’opinione di Elisabetta De

Sepits, avvocato di Padova docente di Bio-diritto, patrocinante in Cassazione, e autrice del libro “Eutanasia, tra bioetica e diritto”. “Curare non significa solo guarire, ma anche alleviare le sofferenze - spiega l’avvocato De Septis - la medicina palliativa vede ancora la possibilità di curare, nel senso di prendersi cura del malato, anche nei pazienti che pre-sentano stati clinici ormai irreversibili. Le cure palliative consistono nella somministrazione di farmaci capaci di lenire i dolori intollerabili dei malati terminali. L’assistenza prende in considerazione il malato nella sua comple-tezza, con particolare attenzione alle sue necessità oltre che fisiche, psicologiche ed emotive, e coinvolge il suo nucleo familiare. La famiglia viene adeguatamente assistita e psicologicamente sostenuta per essere messa in grado di affrontare con il proprio congiunto l’iter completo della malattia, anche nella fase finale della vita. La materia è regolata dalla legge n. 38 del 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), la quale configura l’accesso alle cure palliative come “diritto del cittadino”, prevedendo per i minori, per prima, a livello mondiale , il diritto di essere assistiti a domicilio”. L’avvocato De Septis va nel dettaglio della legge. ”Le norme pre-scrivono - spiega De Septis - che le strutture sanitarie che erogano cure palliative debbano assicurare un programma di cura personaliz-zata per il paziente e per la sua famiglia, nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione, la tu-tela e promozione della qualità della vita fino al suo termine, l’adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia”. Ma c’è differenza dall’euta-nasia. “Alla somministrazione delle cure pal-liative - continua l’avvocato - si contrappone l’aiuto farmacologico a morire che si inqua-dra nell’eutanasia, praticata con iniezione

“Il rischio? Dosi troppo elevate di narcotici”La sedazione palliativa è regolata dalla legge n. 38 del 2010, che prevede l’assistenza domiciliare palliativa anche per i minori

>> La normativa sulla sedazione palliativa Parla Elisabetta De Sepits, avvocato, docente di Biodiritto

di Alessandro Abbadir

letale in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove da alcuni anni è stata legalizzata. Si tratta di fattispecie totalmente diverse. L’eu-tanasia fornisce un “aiuto a morire”, mentre al contrario le cure palliative rappresentano un “aiuto nel morire”. Le cure palliative non sono finalizzate alla morte del paziente, bensì ad esaudire la sua legittima richiesta di essere posto in condizione di sopportare i dolori causati dalla malattia e sono per que-sto riconosciute come doverose. L’eutanasia invece presuppone l’intenzione di provocare la morte del malato e, pur in mancanza di una definizione e di una disciplina specifica, nell’ordinamento giuridico italiano é configu-rata come reato, essendo riconducibile ad un delitto contro la vita”. L’avvocato fa anche una riflessione sociologica e di tipo penale. “In tempi nei quali il malato viene percepito

sempre più come un costo che grava sulle limitate risorse della sanità pubblica - spiega - si teme che dietro cure palliative non corret-tamente somministrate, possano insinuarsi forme mascherate di eutanasia. Alle cure pal-liative può conseguire infatti l’accelerazione della fine del paziente. Nell’ipotesi in cui la cura sia proporzionata al dolore, l’eventuale anticipazione della morte non è imputabile al medico che abbia somministrato le terapie antalgiche nel pieno rispetto di tutte le regole di cautela. Diversamente, qualora il medico, somministrando cure palliative con farmaci o inadeguati o in dosi non proporzionate, si assuma il rischio dell’accelerazione della fine del paziente, la sua condotta è commis-siva e causale dell’evento morte. La colpe-volezza assume, in tal caso, i caratteri del “dolo eventuale” ed il medico è imputabile di omicidio. Le cure palliative correttamente somministrate rappresentano invece l’alter-nativa all’eutanasia, in quanto umanizzano il processo del morire, assicurando al malato, considerato come una persona e non come un inutile peso, una morte dignitosa perché assistita e senza sofferenze”.

L’Avvocato Elisabetta de Septis

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Page 52: Chioggia dic2013 n156

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Page 53: Chioggia dic2013 n156

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Page 54: Chioggia dic2013 n156

Attualità12

ne dell’individuo da altri, ma per una banca l’identità è una questione decisamente più spicciola che si risolve con la sequenza delle lettere e dei numeri che compongono un co-dice “iban”. Nella posta elettronica, inoltre, l’identità è data da un “account” e il mio cellulare mi riconosce soltanto attraverso un “pin”, mortificando ogni mia altra fati-ca culturale condotta per distinguermi dalla “massa”. Tuttavia, guai se qualcuno entras-se in possesso di queste “identità”, potreb-be spacciarsi per me. E’ un grave rischio, diventato esponenziale con l’avvento delle tecnologie informatiche e per questo una sua trattazione in termini di giurisprudenza è una questione molto recente. Per saperne di più abbiamo chiesto il parere dell’avvo-cato Fulvia Fois che di recente ha tenuto diversi convegni sull’argomento.

Avvocato che cos’è il furto di identità digitale?

“Nel linguaggio comune, per furto d’i-dentità digitale si intende il conseguimento delle informazioni personali di un soggetto in modo non autorizzato al fine di compie-re azioni illecite a suo nome e all’insaputa di quest’ultimo. Con l’avvento delle tec-nologie informatiche, delle comunicazioni elettroniche e ancor più dei social network, i casi di furto di identità si sono incrementati in maniera esponenziale al punto che una grande fetta degli utenti del web risulta es-sere a rischio di identitytheft”.

Un furto, dunque. Sanzionabile come un’altra qualsiasi sottrazione in-debita?

“Oltre all’elevato numero di utenti del-la rete e dei social network, la diffusione esponenziale del così detto furto d’identità è altresì imputabile alla facilità con cui nella realtà virtuale, diversamente da quelle re-ale, è possibile creare una nuova identità. E’ da precisare che fino all’agosto 2013 con l’espressione furto d’identità digitale si intendevano fattispecie tra loro diverse ancorché accomunate dall’abuso dei dati identificativi di un soggetto. In particolare si era soliti ricondurre al furto d’identità tanto la clonazione dei profili, ravvisabile nell’accesso al profilo di un determinato utente e nell’agire per conto di questo la-sciando messaggi e commenti, quanto il “phishing”, vera e propria frode finalizzata a rubare l’identità di un utente. In partico-lare, il furto d’identità digitale, in assenza di un’espressa norma incriminatrice veniva generalmente ricondotto, a seconda delle circostanze del caso concreto, al reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) o a quello di frode informatica (art. 640 ter c.p.)”.

Ora, invece che cosa è cambiato? Oltre ad una normativa specifica per il reato è stata individuata anche una spe-cifica sanzione?

“Con l’intervento legislativo dello scor-so agosto, la condotta sopra indicata viene considerata quale aggravante della frode informatica. Con il D.L.14 agosto 2013, n. 93 convertito con modificazioni in L. 15 ottobre 2013, n. 119, riguardante “dispo-sizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissa-

“Per me, io sono colei che mi si crede”. Luigi Pirandello aveva risolto così la questione dell’identità, con una manciata di parole.

Del resto, chi meglio dell’autore di “Uno, nessuno, centomila” poteva riuscirci, mettendo tutto l’uomo in un concetto così efficace? Pirandello, con il tema dell’identità pone anche quello della percezione. Del credere. L’identità, appunto, è tutto quello che permet-te agli altri di credere, o ritenere, che io sia veramente io. Ma chi sono io? Un volto? Un nome? Un numero? Ai tempi di Pirandello l’identità poteva anche essere una questione squisitamente esistenziale ma oggi non lo è più in modo così esclusivo visto che dei nuovi ele-menti concorrono nel dar forma alla nostra identità. Qualcuno può continuare a credere che i suoi caratteri identitari siano esclusivamente l’etnia di appartenenza, la propria moralità o il livello culturale e sicuramente questi sono elementi che contribuiscono alla distinzio-

>> La tecnologia informatica ha portato a nuove forme di appropriazione indebita

continua alla pag. seguente

Con l’avvocato Fulvia Fois abbiamo parlato del recente intervento legislativo con il quale è stato normato e sanzionato un reato sempre più diffuso

di Mauro Gambin

Il furto d’identità digitale, ora è reato

Nella foto l’avvoca-to Fulvia Fois

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Page 55: Chioggia dic2013 n156

Attualità 13

riamento delle province”, è stata introdotto, nel Codice Penale, la nozione di “identità digitale”. Come si evince dalla Relazione al Parlamento le ragioni della legge si indivi-duano nel “rendere più efficace il contrasto del preoccupante e crescente fenomeno del cosiddetto “furto d’identità digitale”, attraverso il quale vengono commesse frodi informatiche, talora con notevole danno economico per la vittima”.

E per quanto riguarda la pena per

coloro che sono stati riconosciuti come trasgressori?

“Certo anche questo è stato previsto inserendo nell’art. 640 ter c.p. (frode in-formatica) un terzo comma che, attraverso un’aggravante ad effetto speciale, punisce con la reclusione da due a sei anni e con una multa da 600 euro a 3.000 euro chiunque realizzi il fatto di frode informa-tica mediante il furto o l’indebito utilizzo dell’identità digitale in danno di uno o più

>> La tecnologia informatica ha portato a nuove forme di appropriazione indebita

Il furto d’identità digitale, ora è reato

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Page 56: Chioggia dic2013 n156

Attualità14>> La tecnologia informatica ha portato a nuove forme di appropriazione indebita

Iban, pin, acount: sono forme d’identità

L’intervista12

ne dell’individuo da altri, ma per una banca l’identità è una questione decisamente più spicciola che si risolve con la sequenza delle lettere e dei numeri che compongono un co-dice “iban”. Nella posta elettronica, inoltre, l’identità è data da un “account” e il mio cellulare mi riconosce soltanto attraverso un “pin”, mortificando ogni mia altra fatica culturale condotta per distinguermi dalla “massa”. Tuttavia, guai se qualcuno entras-se in possesso di queste “identità”, potreb-be spacciarsi per me. E’ un grave rischio, diventato esponenziale con l’avvento delle tecnologie informatiche e per questo una sua trattazione in termini di giurisprudenza è una questione molto recente. Per saperne di più abbiamo chiesto il parere dell’avvo-cato Fulvia Fois che di recente ha tenuto diversi convegni sull’argomento.

Avvocato che cos’è il furto di identità digitale?

“Nel linguaggio comune, per furto d’i-dentità digitale si intende il conseguimento delle informazioni personali di un soggetto in modo non autorizzato al fine di compie-re azioni illecite a suo nome e all’insaputa di quest’ultimo. Con l’avvento delle tec-nologie informatiche, delle comunicazioni elettroniche e ancor più dei social network, i casi di furto di identità si sono incrementati in maniera esponenziale al punto che una grande fetta degli utenti del web risulta es-sere a rischio di identitytheft”.

Un furto, dunque. Sanzionabile come un’altra qualsiasi sottrazione in-debita?

“Oltre all’elevato numero di utenti del-la rete e dei social network, la diffusione esponenziale del così detto furto d’identità è altresì imputabile alla facilità con cui nella realtà virtuale, diversamente da quelle re-ale, è possibile creare una nuova identità. E’ da precisare che fino all’agosto 2013 con l’espressione furto d’identità digitale si intendevano fattispecie tra loro diverse ancorché accomunate dall’abuso dei dati identificativi di un soggetto. In particolare si era soliti ricondurre al furto d’identità tanto la clonazione dei profili, ravvisabile nell’accesso al profilo di un determinato utente e nell’agire per conto di questo la-sciando messaggi e commenti, quanto il “phishing”, vera e propria frode finalizzata a rubare l’identità di un utente. In partico-lare, il furto d’identità digitale, in assenza di un’espressa norma incriminatrice veniva generalmente ricondotto, a seconda delle circostanze del caso concreto, al reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) o a quello di frode informatica (art. 640 ter c.p.)”.

Ora, invece che cosa è cambiato? Oltre ad una normativa specifica per il reato è stata individuata anche una spe-cifica sanzione?

“Con l’intervento legislativo dello scor-so agosto, la condotta sopra indicata viene considerata quale aggravante della frode informatica. Con il D.L.14 agosto 2013, n. 93 convertito con modificazioni in L. 15 ottobre 2013, n. 119, riguardante “dispo-sizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissa-

“Per me, io sono colei che mi si crede”. Luigi Pirandello aveva risolto così la questione dell’identità, con una manciata di parole.

Del resto, chi meglio dell’autore di “Uno, nessuno, centomila” poteva riuscirci, mettendo tutto l’uomo in un concetto così efficace? Pirandello, infatti, con il tema dell’identità pone anche quello della percezio-ne. Del credere. L’identità, appunto, è tutto quello che permette agli altri di credere, o ritenere, che io sia veramente io. Ma chi sono io? Un volto? Un nome? Un numero? Ai tempi di Pirandello l’identità poteva anche essere una questione squisitamente esistenziale ma oggi non lo è più in modo così esclusivo visto che dei nuovi elementi concorrono nel dar forma alla no-stra identità. Qualcuno può continuare a credere che i suoi caratteri identitari siano l’etnia di appartenenza, la propria moralità o il livello culturale e sicuramente questi sono elementi che contribuiscono alla distinzio-

>> La tecnologia informatica ha portato a nuove forme di appropriazione indebita

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Con l’avvocato Fulvia Fois abbiamo parlato del recente intervento legislativo con il quale è stato normato e sanzionato un reato sempre più diffuso

di Mauro Gambin

Il furto d’identità digitale, ora è reato

Nella foto l’avvoca-to Fulvia Fois

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soggetti”.

Sei anni di carcere, una pena piut-tosto severa!

“Lo scopo dell’intervento normativo è quello di implementare la tutela dell’iden-tità digitale al fine di aumentare la fiducia dei cittadini nell’utilizzazione dei servizi on-line e porre un argine al fenomeno delle frodi realizzate (principalmente nel settore del credito al consumo) mediante il furto di identità”.

Ma come ci si accorge di essere vit-tima di un furto d’identità digitale? Se qualcuno inviasse delle mail usando il mio account di posta elettronica, rientre-rebbe nella casistica del reato?

“Nonostante il legislatore utilizzi l’e-

spressione “identità digitale” non è certa-mente chiaro cosa essa ricomprenda attesa l’assenza di una sua espressa definizione, come invece avrebbe dovuto fare.

Questa lacuna dovrà essere necessa-riamente colmata tramite l’intervento della Giurisprudenza sul punto.

Giusto per fornire una migliore indi-

cazione ritengo si possa riassumere nel concetto di identità digitale quel complesso di informazioni online relative a un determi-nato soggetto (non solo quindi username e password bensì quelle ulteriori inerenti la dimensione digitale, il profilo su social network o altri mezzi di comunicazione informatica.

Il furto di username e password sono, in realtà condotte più agevolmente ricondu-cibili al diverso reato di detenzione e diffu-sione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615 quater c.p.) che prevede però una pena più mite rispetto all’ipotesi di furto di identità digi-tale oggi previsto dall’art. 640 ter, comma

terzo, del Codice Penale.Concludendo bisogna fare massima

attenzione a divulgare i propri dati identi-ficativi nonché provvedere periodicamente all’aggiornamento o alla modifica degli stessi avendo cura, inoltre, di aggiornare antivirus e firewall”.

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Luoghi da scoprire 9

Non solo neve e sci. Le Dolomiti vene-te offrono moltissimi svaghi e anche qualche grande scoperta archeologi-

ca tra le più importanti d’Europa. Ci riferia-mo all’ormai famoso “Uomo di Mondeval”, una sepoltura mesolitica del VI millennio a. C., rinvenuta a Mondeval de Sora, a 2150 metri d’altitudine. La sepoltura del caccia-tore preistorico, del tipo Cro Magnon, e il suo ricco corredo funerario furono scoperti nel 1985 in corrispondenza di un grande masso erratico di dolomia. Se scegliete di passare qualche giorno dell’inverno in Alto Cadore, quindi, oltre a gustare il panorama e i prodotti tipici locali, dedicate una gior-nata a visitare il museo di selva di Cadore Vittorino Cazzetta (www.museoselvadica-dore.it). Questo museo, davvero ben curato, prende il nome da chi si accorse per la prima volta che sotto un grande masso erratico di dolomia doveva esserci qualcosa di prezioso. Vittorino Cazzetta non era un archeologo ma una persona innamorata delle montagne in cui era nato, appassionato della sua terra e dalla storia che la caratterizzava e la caratterizza tut-tora. Un giorno, durante una delle sue lunghe escursioni notò nel terriccio accumulato da una marmotta che stava scavando una tana, dei manufatti litici e dei resti da pasto. Così, gra-zie all’operosità di una marmotta e all’occhio esperto di un appassionato il professor Antonio Guerrreschi, docente di Paletnologia dell’Univer-sità di Ferrara, condusse uno scavo che riportò alla luce l’Uomo di Mondeval de Sora. Il sito precisamente si trova in territorio di San Vito di Cadore tra i Lastoni di Formin, la Croda da Lago

I tesori più antichi delle Dolomiti

>> Archeologia: il più vecchio montanaro che si conosca scoperto a circa 2150 metri di quota

Grazie all’operosità di una marmotta e all’occhio appassionato di un escursionista oggi è possibile ammirare l’Uomo di Mondeval

e il Becco di mezzodì.Qui, praticamente sotto il pavimento di

una capanna allestita da cacciatori mesoliti, fu sepolto questo cacciatore vissuto circa 7.500 anni fa e ritrovato nel 1985 perfettamente conservato col suo corredo funebre. Questa sepoltura costituisce, per diversi motivi, una scoperta culturalmente e scientifi camente uni-ca. E’ l’unica sepoltura mesolitica ad alta quota (2150) rinvenuta a tutt’oggi e quella che ha permesso più di ogni altra nuovi studi e scoper-te. Accanto allo scheletro, sistemato in posizio-ne supina, fu ritrovata una grande quantità di oggetti di pietra scheggiata, utensili e ornamenti in osso e denti di cervo. Certamente si trattava di un cacciatore delle Dolomiti. Era alto circa un metro e settanta, avrà avuto più o meno 40 anni e probabilmente morì per una frattura alla colonna verte-brale. La perfetta conservazione dello stesso scheletro e di altri reperti organici è già un fatto eccezionale, unico per la quota, quando normalmente si conserva solo la selce. Il ricco corredo ed i resti di pasto hanno dato risposte a molti interrogativi sui cacciatori meso-litici, dei quali fi no a una quarantina di anni fa, la frequentazione dell’alta montagna era anco-ra sconosciuta. Lo scheletro è ancora oggetto di studi scientifi ci volti a una maggior conoscenza del modo di vita di questi cacciatori-raccoglitori. Le successive scoperte casuali della sepoltura di Val Rosna e della mummia del Similaun, han-no confermato la presenza e frequentazione tutt’altro che sporadica nell’arco alpino da parte degli uo-mini preistorici Se deciderete di visitare il Cadore d’Estate ricordate di programmare un’escursione a Mondeval, un magnifi co sito di grande suggestione paesaggistica, raggiungibile dal Passo Giau attraverso Forcella Giau in nean-che due ore di cammino.

di Germana Urbani

L’uomo era stato posto supino con i piedi appoggiati su una pietra e poi era stato coperto con sassi di natura volutamen-

te diversa da quelli che abbondavano nelle vicinanze. Come corredo funebre, sono stati trovati vicino al collo 7 denti di cervo forati, 3 lame di selce gialla di cui 2 sotto le spalle ed una sotto la testa, i due punteruoli in corno trovati sul petto e sulle ginocchia a probabil-mente erano serviti per chiudere un sudario.

La sepoLtura

De c i s a -m e n t e suggesti-

va è la visione della sala che contiene lo scheletro originale: ci accoglie il buio di una notte stellata, rappresentata dalla costel-lazione di Orione, dove si notano le stelle che formano l’arco del cacciatore, in onore dell’uomo preistorico che fu sepolto a Mon-deval e che in questo Museo è stato portato per essere ammirato dal mondo intero.

un cacciatore sotto Le steLLe

Luoghi da scoprire16 Sì, viaggiare11

Aver letto Bruce Chatwin nel suo “Vi-cerè di Ouidah” aiuta a capire meglio questa realtà a noi così lontana. Come

la visione dell’inquietante fi lm “Cobra ver-de” di Werner Herzog. Questo angolo di Africa misteriosa e profonda richiede una sorta di iniziazione culturale per essere col-ta nella sua essenza. E’ l’Africa della tratta degli schiavi, vergognosa pratica commer-ciale continuata fi no al 1885 (quando da Ouidah in Benin salpò l’ultima nave porto-ghese diretta in Brasile con il suo carico di disperazione umana); l’Africa dei riti vudù, sospesa fra credenze animiste e magia.

Un viaggio in Ghana, Togo e Benin, lontano dalle rotte turistiche, introduce a questo mondo ai nostri occhi così scono-sciuto. Ci fa vedere un’Africa lontana dagli stereotipi dei depliant turistici, un’Africa che nemmeno la devastante piaga del coloniali-smo sembra aver scalfi to più di tanto.

Il Ghana è il paese più sviluppato dei

tre, è il paese che ha dato i natali all’ex segretario dell’Onu Kofi Annan). Quando si chiamava Costa d’Oro (l’attuale repubbli-ca indipendente è nata nel 1957) ed era inglese le sue ricchezze erano i giacimenti auriferi e il cacao. Dal 2007 vi si è aggiunto anche il petrolio, scoperto lungo la costa. Il Ghana ha molti volti da mostrare. Lasciata la caotica Accra e costeggiato l’Atlantico bordato di palme da cocco si raggiungono Winneba, Cape Coast ed Elmina, pittore-sche località animate dalla vita del porto peschereccio e dominate dalle possenti for-tezze costruite dai Portoghesi quali punto di partenza verso le Americhe dei galeoni carichi di schiavi. Quattro anni fa hanno visto il pellegrinaggio anche del presidente americano Obama. Elmina in particolare, con il suo stile coloniale e il suo pullulare di gente intorno alle lunghe barche dei pe-scatori, suscita sensazioni e atmosfere già care a Chatwin. Lasciata la costa un brivido

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IN COPERTINA LA SFILATA DEL CORTEO REALE DURANTE L’AKWASIDAE FESTIVAL DI KUMASI: IN PRIMO PIANO IL RE (DEPOSTO) ASANTEHEN OSEI TUTU. IN ALTO: IL MERCATO GALLEGGIANTE DI GANVIÉ IN BENIN, LA PREPARAZIONE DEL FUFU E UN VILLAGGIO KOKOMBA IN GHANA. SOTTO: L’ALBA A BOUKOMBÈ IN BENIN, VENDITRICE DI ANANAS IN TOGO, LA FORTEZZA DI ELMINA (GHANA) E MERCATO DEI FETICCI AD ABOMEY IN BENIN. NELLE ALTRE PAGINE: UN VILLAGGIO DI ETNIA BASSAR (GHANA), LA COSTA GHANESE NEI PRESSI DI CAPE CROSS, BARCHE TIPICHE A GANVIÉ (BENIN) LA PIETRA DEI SACRIFICI ANIMALI FRA I BASSAR, DANZA TRADIZIONALE TOGOLESE, PASSERELLA AL KUKUMI NATIONAL PARK IN GHANA E LA PORTA DEL “NON RITORNO” A OUIDAH IN BENIN

VIAGGIO SU ROTTE SCONOSCIUTE AL TURISMO DI MASSACON LO SPIRITO DI VIAGGIATORI D’ALTRI TEMPI(CHATWIN VI AMBIENTÒ IL “VICERÈ DI OUIDAH”)PER RIPERCORRERE LA MEMORIA DEL TURPECOMMERCIO PRATICATO FINO AL 1885 DAI NEGRIERIE PER CONOSCERE DA VICINO CULTURE TRIBALICOME QUELLE DEI KOKOMBA, DEI BASSARDEI TATA TAMBERMA E DEI SOMBACUSTODI DI MISTERIOSE PRATICHE ANIMISTEE INFINE GANVIÉ, GRANDE CITTÀ LACUSTRE SULLE PALAFITTE

Ghana, Togo e Benin memorie di schiavi e riti vudù

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Rubano

Tensioni all’interno del Partito Democratico

Porto Tolle

pag. 17

Potranno avere inizio già entro la

fi ne dell’anno i lavori di riqualifi cazione

del quartiere Norge di Rosolina che

permetteranno ai residenti di potersi

godere al meglio gli spazi all’aperto del

centro della frazione

ROSOLINA, RIQUALIFICAZIONE

DEL QUARTIERE NORGE

pag. 18

Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown

Enti locali

pag. 34

pagg. 4-5 e 6

Casa di cura di Porto Viro, non è più presidio ospedalieroCon l’approvazione delle schede ospedaliere

è stata declassata la struttura

Il coro delle forze politiche bassopolesane

si è alzato unanime e trasversalmente

contro la perdita decretata dalla schede

ospedaliere regionali del presidio ospedalie-

ro della casa di cura Madonna della Salute

di Porto Viro, appellativo che permetteva di

porre il nosocomio in posizione di assoluta

parità rispetto alla sanità pubblica e che nel

rapporto annuale di Agenas (Agenzia Nazio-

nale per i servizi sanitari) ha indicato come

il secondo miglior centro del Veneto nel trat-

tare gli infarti del miocardio. Per discutere

in merito alla questione, la sala consiliare

portovirese è stata recentemente teatro

dell’incontro pubblico “L’ospedale di Porto

Viro mutilato da Venezia: pronto soccorso al

pronto soccorso” promosso dal capogruppo

di Uniti per Porto Viro Thomas Giacon e a

cui hanno partecipato diversi rappresentanti

istituzionali compresi i consiglieri regionali

Cristiano Corazzari e Graziano Azzalin, oltre

all’onorevole Diego Crivellari, tutti accomu-

nati da un unico scopo dopo il declassa-

mento avvenuto con le schede ospedaliere

predisposte dalla Giunta ed approvate dalla

V commissione regionale. Geremia Gennari,

ricordando l’ordine del giorno approvato ad

agosto all’unanimità in consiglio comunale

per il mantenimento del presidio ospedalie-

ro, ha voluto ancora una volta precisare che

“Porto Viro non arretrerà di un millimetro:

se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia,

lo faremo.

Assolti i 25 attivisti di Greenpeace

Centrale Enel

pag. 14

La struttura del costo di 500.000 euro

circa è stata fi nanziata con 250.000 euro

provenienti da un contributo regionale e il

rimanente sarà addebitato con ammorta-

mento nel piano Tia/Tares. Tra le novità del

centro, spiccano le modalità di accesso e di

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EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci

sono fratelli, amici o parenti”:

è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della

recente inchiesta sulla rete di corruzione

legata agli appalti pubblici. Poche parole

che sintetizzano, ancora una volta se ce ne

fosse il bisogno, qual è il criterio adottato

da funzionari pubblici infedeli e da impren-

ditori complici. Il denaro, ovviamente, che

giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-

giustamenti” di gare e procedure, il ritocco

in corso d’opera, sempre a danno del pub-

blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi.

Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche

banconota da 50-100 euro di tanto in

tanto, che sottoforma di “regali” come

il viaggio esotico ma anche una mano di

bianco in casa o qualche piccolo lavoretto

“extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-

colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella

che alimenta una zona grigia di cui nessuno

conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo

passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad

arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome

del “dio palanca”, ovviamente, ma anche

di una distorta concezione di moralità e di

senso civico. Perché dunque scandalizzarsi

se “così fan tutti”?

continua a pag. 3

continua a pag. 10

L’Intervento

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto

e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito

le raccomandazioni europee della Convenzione

del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente

allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

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legge sullo stalking

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Dalla crisi non si esce, sindacati preoccupati

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Passa da 110 a 70 km orari il limite della velocità nell’arteria stradale strategica S.S. 434 meglio nota come Transpolesana. La decisione è stata presa dall’Anas. Polemico Corazzari che ha indicato nelle voragini aperte sul manto stradale il vero problema per gli automobilisti che transitano.

pag. 10SULLA S.S. 434 SI VIAGGIA A 70 CHILOMETRI L’ORA

C’è stato un taglio considerevole di risorse, soprattutto di fornitura di certi farmaci, che se vogliono devono procurarsi pagando, quindi alle persone detenute oltre alla libertà viene tolta loro anche la salute. Fondamentale l’intervento prestato dal Sert.

pag. 12

La guida alla nuova mostra del Roverella

Arte

pag. 26-27

pagg. 4-5

Serve un cambio di rotta per il Cen.Ser?In molti credono possibile un rilancio ma non esclusivamente legato alle fi ere Malato grave aveva defi nito il Cen.Ser la presidente della Provincia, qualche anno fa. I costi di gestione molto alti avevano di fatto portato ad uno stato debitorio importante, si parlava di oltre un milione di euro che lo stesso ente aveva cercato di abbattere indicendo un bando di vendita per alcuni dei propri immobili. Va detto, e lo conferma il neodeputato Diego Crivellari, che negli ultimi anni si è compiuto un importante lavoro di risanamento dei con-ti. “Di questo – ha spiegato - va dato atto

agli amministratori”. Infatti per tentare di rientrate dallo stato debitorio lo scorso anno è stato fatto un piano di rientro che prevede-va un accordo con RovigoExpò, una società partecipata, in larga parte, dalla Regione Ve-neto e dalla Camera di commercio di Rovigo, al quale fu affi dato il compito di organizzare eventi (fi ere, convegni, presentazioni, ecc...) prevalentemente, ma non esclusivamente, presso il Centro Servizi di Rovigo. Lo scopo prefi sso era, ed è tuttora, quello di far sì che il Cen.Ser di Rovigo diventasse luogo di riferi-

mento per lo svolgimento di manifestazioni, anche specifi che e settoriali; il fi ne, inoltre, era quello di far conoscere il Polesine e di renderlo soggetto ospitante di eventi rilevanti al livello nazionale e internazionale. L’attività svolta lo scorso anno, tuttavia, non sembrata essere così signifi cativa per il rilancio della struttura dell’ex zuccherifi cio e in molti oggi pensano che una nuova vita della struttura potrebbe essere garantita da un totale cam-bio di rotta.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 25 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

EDITORIALELa crisi dietro la protesta

di Alessandro Abbadir*

Dalle urne del 24 e 25 febbraio scorso emerge una situazione davvero ine-stricabile, o perlomeno diffi cilmente risolvibile. Un caos politico che rischia di portare spediti a nuove consultazioni. Pro-prio quello che non ci voleva in una situa-zione economica del genere, caratterizzata da una recessione a cui dal 2008 non si vede fi ne. Il ciclone o tsunami (come lo defi nisce il suo capo Beppe Grillo) del Movimento 5 Stelle, si è abbattuto sui partiti, anche in Veneto, con una potenza per molti versi davvero inaspettata.

Nella nostra regione però, quello che sorprende più che il boom dei grillini (che è stato un evento generalizzato su tutto il territorio italiano), è il crollo verticale di par-titi che hanno caratterizzato la vita politica delle nostre terre da 20 anni a questa par-te: il Pdl prima Forza Italia e la Lega Nord. Due partiti che fi no a due anni fa ave-vano totalizzato oltre il 60% dei consensi con l’elezione di Luca Zaia a governatore del Veneto. La Lega crolla dal 35% a poco più del 10% di questa ultima tornata elet-torale. Il Pdl dal 2008 perde 10 punti e si assesta sotto il 20%.

continua a pag. 3*[email protected]

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L’Intervento

Come tanti e forse come tutti, sono rimasto senza parole! Lo sbigottimento e anche lo smarrimento di fronte al pronun-ciamento del Papa che dichiara di ritirarsi è stato totale e per molte ore non mi ha permesso alcun commento che non fosse la ripetizione di qualche luogo comune.

Benedetto Papa…

*Parroco Chioggia

di Don Angelo Busetto*

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Page 59: Chioggia dic2013 n156

Sì, viaggiare11

Aver letto Bruce Chatwin nel suo “Vi-cerè di Ouidah” aiuta a capire meglio questa realtà a noi così lontana. Come

la visione dell’inquietante fi lm “Cobra ver-de” di Werner Herzog. Questo angolo di Africa misteriosa e profonda richiede una sorta di iniziazione culturale per essere col-ta nella sua essenza. E’ l’Africa della tratta degli schiavi, vergognosa pratica commer-ciale continuata fi no al 1885 (quando da Ouidah in Benin salpò l’ultima nave porto-ghese diretta in Brasile con il suo carico di disperazione umana); l’Africa dei riti vudù, sospesa fra credenze animiste e magia.

Un viaggio in Ghana, Togo e Benin, lontano dalle rotte turistiche, introduce a questo mondo ai nostri occhi così scono-sciuto. Ci fa vedere un’Africa lontana dagli stereotipi dei depliant turistici, un’Africa che nemmeno la devastante piaga del coloniali-smo sembra aver scalfi to più di tanto.

Il Ghana è il paese più sviluppato dei

tre, è il paese che ha dato i natali all’ex segretario dell’Onu Kofi Annan). Quando si chiamava Costa d’Oro (l’attuale repubbli-ca indipendente è nata nel 1957) ed era inglese le sue ricchezze erano i giacimenti auriferi e il cacao. Dal 2007 vi si è aggiunto anche il petrolio, scoperto lungo la costa. Il Ghana ha molti volti da mostrare. Lasciata la caotica Accra e costeggiato l’Atlantico bordato di palme da cocco si raggiungono Winneba, Cape Coast ed Elmina, pittore-sche località animate dalla vita del porto peschereccio e dominate dalle possenti for-tezze costruite dai Portoghesi quali punto di partenza verso le Americhe dei galeoni carichi di schiavi. Quattro anni fa hanno visto il pellegrinaggio anche del presidente americano Obama. Elmina in particolare, con il suo stile coloniale e il suo pullulare di gente intorno alle lunghe barche dei pe-scatori, suscita sensazioni e atmosfere già care a Chatwin. Lasciata la costa un brivido

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Sì, viaggiare 17Sì, viaggiare11

Aver letto Bruce Chatwin nel suo “Vi-cerè di Ouidah” aiuta a capire meglio questa realtà a noi così lontana. Come

la visione dell’inquietante fi lm “Cobra ver-de” di Werner Herzog. Questo angolo di Africa misteriosa e profonda richiede una sorta di iniziazione culturale per essere col-ta nella sua essenza. E’ l’Africa della tratta degli schiavi, vergognosa pratica commer-ciale continuata fi no al 1885 (quando da Ouidah in Benin salpò l’ultima nave porto-ghese diretta in Brasile con il suo carico di disperazione umana); l’Africa dei riti vudù, sospesa fra credenze animiste e magia.

Un viaggio in Ghana, Togo e Benin, lontano dalle rotte turistiche, introduce a questo mondo ai nostri occhi così scono-sciuto. Ci fa vedere un’Africa lontana dagli stereotipi dei depliant turistici, un’Africa che nemmeno la devastante piaga del coloniali-smo sembra aver scalfi to più di tanto.

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IN COPERTINA LA SFILATA DEL CORTEO REALE DURANTE L’AKWASIDAE FESTIVAL DI KUMASI: IN PRIMO PIANO IL RE (DEPOSTO) ASANTEHEN OSEI TUTU. IN ALTO: IL MERCATO GALLEGGIANTE DI GANVIÉ IN BENIN, LA PREPARAZIONE DEL FUFU E UN VILLAGGIO KOKOMBA IN GHANA. SOTTO: L’ALBA A BOUKOMBÈ IN BENIN, VENDITRICE DI ANANAS IN TOGO, LA FORTEZZA DI ELMINA (GHANA) E MERCATO DEI FETICCI AD ABOMEY IN BENIN. NELLE ALTRE PAGINE: UN VILLAGGIO DI ETNIA BASSAR (GHANA), LA COSTA GHANESE NEI PRESSI DI CAPE CROSS, BARCHE TIPICHE A GANVIÉ (BENIN) LA PIETRA DEI SACRIFICI ANIMALI FRA I BASSAR, DANZA TRADIZIONALE TOGOLESE, PASSERELLA AL KUKUMI NATIONAL PARK IN GHANA E LA PORTA DEL “NON RITORNO” A OUIDAH IN BENIN

VIAGGIO SU ROTTE SCONOSCIUTE AL TURISMO DI MASSACON LO SPIRITO DI VIAGGIATORI D’ALTRI TEMPI(CHATWIN VI AMBIENTÒ IL “VICERÈ DI OUIDAH”)PER RIPERCORRERE LA MEMORIA DEL TURPECOMMERCIO PRATICATO FINO AL 1885 DAI NEGRIERIE PER CONOSCERE DA VICINO CULTURE TRIBALICOME QUELLE DEI KOKOMBA, DEI BASSARDEI TATA TAMBERMA E DEI SOMBACUSTODI DI MISTERIOSE PRATICHE ANIMISTEE INFINE GANVIÉ, GRANDE CITTÀ LACUSTRE SULLE PALAFITTE

Ghana, Togo e Benin memorie di schiavi e riti vudù

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lo offre la visita del Kakum National Park con le sue lunghe passerelle sospese a 40 metri d’altezza sopra gli alberi. Kumasi è tappa d’obbligo. E’ la città reale, la città della dinastia Ashanti, non più al potere ma ancora molto infl uente. L’attuale so-vrano, Asantehen Osei Tutu, è personaggio ancora molto amato dai ghanesi. La fortuna è capitare a Kumasi durante l’Akwasidae Festival. Nel corso della festa il re viene portato in sfi lata su una portantina seguito da un corteo di notabili protetti da grandi ombrelloni rossi simili a quelli esibiti con sfarzo nei riti copti in Etiopia. E tutt’intor-no danze tradizionali accompagnate dai ritmi delle percussioni. A Bonwire c’è un villaggio di tessitori di stoffe kente con te-lai in legno. Il viaggio entra nel vivo nella regione di Tamale, il Brongo Alto, dove la savana comincia a dominare il paesaggio. A Pikworo ci sono i resti del campo in cui venivano concentrati gli schiavi catturati all’interno, una visita che stringe il cuore. Nei pressi di Bolgatanga sorgono dei vil-

Ghana, Togo e Benin memorie di schiavi e riti vudù

laggi di etnia Kokomba. I più tradizionali sorgono sulle Tongo Hills, fra spettacolari formazioni rocciose modellate dal vento e impreziosite da piante senza foglie ma dai grandi fi ori rosa. La visita ai santuari, dove ancora si svolgono sacrifi ci animali (come del resto all’interno dei villaggi), avviene se-condo antichi rituali: anche le donne devono entrarvi senza maglietta e a piedi scalzi. Ogni villaggio ha un re, o un capotribù, che in genere ha più mogli.

Via terra, lungo una strada polverosa, si passa la frontiera per il Togo. E il paesaggio cambia di colpo: più verde, più montuoso. Lungo le strade un andirivieni costante di

gente. L’ex colonia tedesca (e poi fran-cese) nella sua parte nord, nei pressi di Kara, propone la sua parte etnografi ca più interessante: i villaggi fortifi cati dei Tata Tamberma, oggi tutelati come patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Le case fortezza di paglia, fango e legno hanno permesso a queste popolazioni di difendersi da numero-se minacce. Gli ingressi sono molto stretti e in molti casi bisogna entrare di spalla.

Il Benin è il paese più povero fra i tre, ma turisticamente non meno interessante. Entrando dal Togo si penetra nella regione dei Somba, nome dato ai Betammaribe, popolo insediatosi fra le pietre del massic-

L’AVVENTURASì, viaggiare9

Aver letto Bruce Chatwin nel suo “Vi-cerè di Ouidah” aiuta a capire meglio questa realtà a noi così lontana. Come

la visione dell’inquietante film “Cobra ver-de” di Werner Herzog. Questo angolo di Africa misteriosa e profonda richiede una sorta di iniziazione culturale per essere col-ta nella sua essenza. E’ l’Africa della tratta degli schiavi, vergognosa pratica commer-ciale continuata fino al 1885 (quando da Ouidah in Benin salpò l’ultima nave porto-ghese diretta in Brasile con il suo carico di disperazione umana); l’Africa dei riti vudù, sospesa fra credenze animiste e magia.

Un viaggio in Ghana, Togo e Benin, lontano dalle rotte turistiche, introduce a questo mondo ai nostri occhi così scono-sciuto. Ci fa vedere un’Africa lontana dagli stereotipi dei depliant turistici, un’Africa che nemmeno la devastante piaga del coloniali-smo sembra aver scalfito più di tanto.

Il Ghana è il paese più sviluppato dei

tre, è il paese che ha dato i natali all’ex segretario dell’Onu Kofi Annan). Quando si chiamava Costa d’Oro (l’attuale repub-blica indipendente è nata nel 1957) ed era inglese le sue ricchezze erano i giacimenti auriferi e il cacao. Dal 2007 vi si è aggiunto anche il petrolio, scoperto lungo la costa. Il Ghana ha molti volti da mostrare. Lasciata la caotica Accra e costeggiato l’Atlantico bordato di palme da cocco si raggiungono Winneba, Cape Coast ed Elmina, pittore-sche località animate dalla vita del porto peschereccio e dominate dalle possenti for-tezze costruite dai Portoghesi quali punto di partenza verso le Americhe dei galeoni carichi di schiavi. Quattro anni fa hanno visto il pellegrinaggio anche del presidente americano Obama. Elmina in particolare, con il suo stile coloniale e il suo pullulare di gente intorno alle lunghe barche dei pe-scatori, suscita sensazioni e atmosfere già care a Chatwin. Lasciata la costa un brivido

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in Copertina la sfilata del Corteo reale durante l’akwasidae festival di kumasi: in primo piano il re (deposto) asantehen osei tutu. in alto: il merCato galleggiante di ganvié in Benin, la preparazione del fufu e un villaggio kokomBa in ghana. sotto: l’alBa a BoukomBè in Benin, venditriCe di ananas in togo, la fortezza di elmina (ghana) e merCato dei fetiCCi ad aBomey in Benin. sotto: un villaggio di etnia Bassar (ghana), la Costa ghanese nei pressi di Cape Cross, BarChe tipiChe a ganvié (Benin) la pietra dei saCrifiCi animali fra i Bassar, danza tradizionale togolese, passerella al kukumi national park in ghana e la porta del “non ritorno” a ouidah in Benin

Viaggio su rotte sconosciute al turismo di massacon lo spirito di Viaggiatori d’altri tempi(chatwin Vi ambientò il “Vicerè di ouidah”)per ripercorrere la memoria del turpecommercio praticato fino al 1885 dai negrierie per conoscere da Vicino culture tribalicome quelle dei KoKomba, dei bassardei tata tamberma e dei sombacustodi di misteriose pratiche animistee infine ganVié, grande città lacustre sulle palafitte

Ghana, Togo e Benin memorie di schiavi e riti vudù

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cio Atacora un migliaio di anni fa. I Somba amano costruire le loro case molto distan-ziate le une dalle altre. Durante gli attacchi mirati alla cattura degli schiavi queste genti si barricavano nelle loro case fortifi cate. In questi villaggi sopravvivono molti riti triba-li, come quello della circoncisione, che si pratica a 25 anni (il giovane deve arrivarci “vergine”). Imprescindibile nel Benin la visi-ta di Abomey, l’antica capitale dell’impero Dan-Homey (da cui Dahomey, nome origi-nario del paese dopo l’indipendenza dalla Francia). Del grandioso palazzo reale, dopo le distruzioni operate dai francesi nel 1892, rimagono poche vestigia, recente-

mente restaurate su iniziativa dell’Unesco. La Casa delle perle è un tempio animista fato costruire da re Glele utilizzando anche il sangue di 41 schiavi... nell’esercito del Dan-Homey è leggendaria la presenza di seimila amazzoni armate fi no ai denti. Bel-la l’atmosfera coloniale che si respira lungo le strade di Abomey e anche in qualche al-bergo (in qualche caso ricco di giardini con grandi sculture in legno). Nella zona non è raro imbattersi in qualche rito vudù, duran-te il quale lo stregone si fa da intermediario con gli spiriti tramite dei feticci (in genere parti di animale essiccate al sole) a fi ni pro-piziatori della fertilità o di altri auspici.

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Ganvié è la Venezia del Benin, città di 35.000 abitanti costruita interamente su palafi tte, dove la vita di tutti i giorni si svolge a bordo di barche e piroghe. Persino i commerci. Questo straordinario insedia-mento è stato costruito sul lago Nokouè, di fronte a Cotonou (la capitale economica del Benin), per sfuggire ai commercianti di schiavi. Offre scorci estremamente sugge-stivi. Infi ne Ouidah, dove il simbolo della memoria degli schiavi è rappresentato dalla “Porta del non ritorno”, da cui partivano i dolenti carichi umani per attraversare l’o-ceano. Ouidah è una roccaforte del vudù, rito che da qui fu esportato nei Caraibi dagli

schiavi di etnia Ewe. E’ una bella cittadi-na dall’atmosfera coloniale ricca di musei che raccontano della tratta degli schiavi. Da vedere anche il Tempio del pitone che conserva i segreti del culto del serpente. Im-perdibile l’emozione di passare parte della notte sulla spiaggia ad ascoltare il ruggito minaccioso dell’Oceano... con l’accortezza di restare lontani dalla portata delle onde, in quanto il rischio di farsi travolgere e ri-succhiare è reale. Coinvolgenti anche le osservazioni notturne del cielo: la volta ce-leste, in assenza di inquinamento luminoso, sembra a portata di mano. Pare quasi di toccarla. E quante stelle cadenti...

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Fate entrare le fate in casa vostra

>> Nell’antichità i luoghi sacri venivano spazzati solo con ramoscelli di erica

L’erica è uno dei fi ori invernali più facili da coltivare sia in giardino che sul davanzale e, a detta degli esperti, è magico

Può una piccola pianta fi orita aiutarci ad iniziare bene l’anno nuovo? Cer-to, se si tratta dell’Erica che viene

considerata la pianta delle fate. Chi crede a questa leggenda sostiene che le magiche creature vivano proprio tra i suoi rametti ricchi di campanelline colorate. Ma è una pianta propizia per iniziare bene l’anno nuovo perché ad essa viene attribuito il potere di scacciare la negatività e gli spiri-telli dispettosi come i folletti. Per questo si dice che regalarne una pianta ad un amico signifi ca regalagli anche una buona dose di fortuna. Certo non sappiamo quanto la re-altà si distanzi dalla fantasia ma certo ogni leggenda ha un’origine lontana e anche per le piante di Erica è così. Nota sin dall’anti-chità, i suoi rami venivano utilizzati per cre-are delle scope utilizzate per uno scopo più che nobile: i templi i luoghi sacri venivano infatti spazzati solo con i ramoscelli di erica.

In altri paesi è stata da sempre molto utiliz-zata nei giardini ma solo da pochi anni gli italia-ni hanno riscoperto la sua utilità ornamentale. Non che prima fosse ignorata, al contrario! Per secoli, anzi, i nostri contadini si sono serviti di ‘eriche’ per fare scope, produrre miele, ricavare sostanze antireumatiche e così via, ma circa un loro uso precipuamente decorativo abbiamo dovuto imparare da altri popoli.

Comunque sia, le Eriche sono piante pe-renni che crescono come piccoli cespugli, origi-narie del sud Africa. La fi oritura avviene verso la fi ne del periodo autunnale quando si coprono di piccoli fi ori campanulati di colore variabile, dal bianco al rosso vivo, a seconda della specie e della varietà. Sono talmente numerosi da far sembrare la pianta una nuvola colorata. Anche le foglie, piccole e aghiformi, possono assu-

mere delle sfumature che vanno dal giallo, al rosso, al ruggine all’arancione. Quindi, davve-ro, questi cespugli posizionati con intelligenza possono diventare per il vostro giardino delle bellissime macchie di colore.

Così, scegliendo piante dai fi ori diversi, anche sul balcone si potranno ottenere inte-ressanti composizioni. Magari intervallando le Eriche con dei ciclamini.

La cura di queste piante non è particolar-mente impegnativa: necessitano di ambienti freschi ed arieggiati, dentro casa, e per questa ragione, durante il periodo estivo, è opportuno, se possibile, spostarle all’aperto in una zona ombreggiata. Infatti, amano la luce ma non la luce diretta del sole se non per poche ore la mattina presto.

Attenzione a come le annaffi ate. Questo, infatti, potrebbe rappresentare l’unico proble-ma per ottenere buone fi oriture. Sono piante che non tollerano in alcun modo il calcare. Se l’acqua della vostra casa è dura allora sarà meglio che utilizziate dell’acqua piovana o dell’acqua demineralizzata. Non ne serve molta. L’Erica va annaffi ata con moderazione e con regolarità facendo il modo che il terriccio sia sempre leggermente umido.

Meglio sarebbe nebularizzare spesso la chioma o poggiare il vaso sopra un sottovaso con della ghiaia o argilla espansa o altro ma-teriale dove terrete sempre un po’ acqua che evaporando garantirà il microclima umido di cui questa pianta avrebbe bisogno.

di Germana Urbani

E’ impor-tantissimo potare le

piante dopo la fi oritura. Occorre accorciare tutti i fusti che por-tano i fi ori appassiti. Se è possibile potate le piante in primavera tenendo conto che queste piante fi oriscono sui rami dell’anno precedente, e producono i boccioli fl oreali già in estate; per questo motivo, una potatura tardiva potrebbe asportare la gran parte della fi oritura.

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L’erica fi ori-sce a tem-perature tra

i 7°C ed i 15°C e se si riesce a mantenere le temperature su questi valori, la fi oritura durerà molti mesi. Attenzione dunque a dove posizionarla in casa perché con temperature più alte i fi ori appassiscono. Durante il periodo della fi ori-tura, è importante mantenere un ambiente umido e fresco intorno alla pianta.

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Il 2013 si è chiuso regalando notizie molto positive per i tantissimi malati di Epatite C che fi no ad oggi potevano

solo sperare in nuovi farmaci o nuove spe-rimentazioni per sconfi ggere una malattia subdola che, potrebbe rimanere silente per sempre o attaccare il fegato da un giorno all’altro e portare il paziente alla morte in poche ore.

Dai laboratori di ricerca di medicina molecolare dell’università di Padova è uscito Ottimo 2013, un sistema che, gra-zie a sofi sticate formule personalizzate, ottimizza il trattamento della malattia. Una nuova frontiera accolta con entusiasmo dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha inserito Ottimo 2013 sul proprio portale web come primo esempio di algo-ritmi terapeutici personalizzati. A questo si aggiungono due nuovi farmaci che aprono davvero nuove frontiere in campo medico.

“L’epatite C – spiega Giorgio Palù, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, cen-tro di riferimento virologico regionale – è una malattia che conta circa 170 milioni di malati al mondo, pur con considerevoli dif-ferenze nella distribuzione. In Italia le per-sone colpite sono circa un milione e mez-zo”. Si tratta di una malattia cronica nel 75% dei casi e principale causa di cirrosi e tumore al fegato. I due nuovi farmaci (Bo-ceprevir e Telaprevir) da poco in commercio vengono utilizzati per il trattamento dell’in-fezione da genotipo 1 del virus dell’epatite C (Hcv – 1), il più diffuso nel nostro Paese, e somministrati in associazione alla tradi-zionale terapia con interferone e ribavirina.

La cura tuttavia, battezzata col nome di “triplice terapia”, ha anche un rove-scio della medaglia. Se da un lato infatti si dimostra effi cace, pur con signifi cative differenze da paziente a paziente, perché per la prima volta va a colpire direttamente il virus, dall’altro presenta effetti collaterali importanti come l’aumento della tossicità midollare e dell’anemia cui si associa spes-so anche una diminuzione dei leucociti e delle piastrine. A ciò si aggiunga che la

>> Un progetto di ricerca di medicina molecolare dell’università di Padova ottimizza il trat-tamento

Da Padova a New York nuove cure destinate ad aprire una nuova frontiera nella lotta ad una delle malattie più pericolose e diffuse

L’epatite C è sempre più curabile

di Germana Urbani

Sconcerto dei medici e rabbia dei pazienti co-stretti a percorrere anche

100 km per ritirare i medici-nali di cui hanno bisogno. Tut-to questo grazie ad una deci-sone della Regione Veneto che ha stabilito con una delibera che i nuovi farmaci per l’epati-te C (Boceprevir e Telaprevir) saranno dispensati ai pazienti unicamente da Centri di Rife-rimento, individuati in base a criteri “tecnico-scientifi ci” e “logistici”. I Centri attualmen-te designati sono i solo i reparti di Malattie Infettive, Gastrenterologia e Medicina situati presso i capoluoghi di provincia, escludendo tutti quelli che operano in periferia, nono-stante il grande bacino d’utenza al quale si riferiscono (si pensi a Bassano, Castelfranco Veneto, Cittadella, Conegliano, Legnago, San Donà di Piave). Questo per i pazienti si traduce nella necessità di percorrere decine di chilometri per recarsi presso i Centri di Riferimento, almeno una volta al mese per tutta la durata della terapia. Ciò potrebbe trasformarsi nell’abbandono della terapia da parte dei pazienti che non possano per-mettersi di perdere tempo e giornate lavorative. Un gruppo di specialisti, coordinati dal dott. Pierangelo Rovere, ha presentato un’interrogazione al Consiglio Regionale del Veneto. E un’altra è stata presentata dal gruppo Pd. “La Giunta regionale deve interve-nire tempestivamente per ottenere la revisione di questo decreto fi rmato dal Segretario regionale per la sanità” afferma Franco Bonfante (in foto), che sulla questione ha presentato un’interrogazio-ne assieme ai colleghi Lucio Tiozzo e Roberto Fasoli.

“Escludere a priori - continua l’esponente democratico - tutti gli ospedali periferici, anche quelli che da anni si occupano del problema, spesso con grande professionalità, ha delle conseguenze pesantissime per i malati di epatite C. Autorizzando solo i centri delle città capoluogo, a discapito di realtà come Legnago, Bussolengo, Este, Castelfran-co Veneto, Vittorio Veneto, Conegliano - spiega Bonfante - si obbligano i pazienti a muo-versi per 50 o 60 km per più volte al mese e per lunghi periodi. Con la conseguenza che spesso dovranno essere accompagnati e perdere giornate di lavoro, quando già la malattia di per se’ causa problemi anche con il lavoro. In alcuni casi, con i malati più fra-gili sul piano economico o psicologico, si produrrà inevitabilmente una rinuncia od una riduzione della cura e solo quello sarà purtroppo il risparmio nell’acquisto delle medicine sperato da una scelta cervellotica e sbagliata, che nasconde probabilmente altre ragioni rispetto a quelle dichiarate”. A questo si aggiunga la preoccupazione degli esponenti del Pd “che la scelta accentratrice inoltre si allarghi ad altre tipologie di cura, portando ad un graduale depauperamento del ruolo di tali ospedali presenti sul territorio. La scusa del risparmio in molti casi e’ ridicola, come e’ già stato dimostrato in alte occasioni, ma quello che e’ peggio e’ che il ‘non risparmio’ viene fatto sulla pelle dei cittadini”.

veneti penaLizzati: centinaia di cHiLometri per curarsi

terapia prevede l’assunzione di un numero elevato di compresse al giorno, dalle 6 alle 12 a seconda del farmaco, associate a un pasto “grasso” (un problema per chi soffre di epatite) e che mancano protocolli d’uso formalizzati, se si escludono le linee guida nazionali e internazionali. “Questo tipo di cura inoltre – sottolinea Palù – deve es-sere somministrato a un particolare stadio della malattia che non sia iniziale né troppo evoluto, ragion per cui non tutti i pazienti possono essere sottoposti al trattamento”. A fronte di tutto ciò si intuisce la comples-sità nella somministrazione del farmaco e la necessità di un monitoraggio continuo del paziente”. Oggi, tutto questo è più facile grazie al progetto messo a punto a Padova. “Per aiutare i medici a gestire il trattamento con i due nuovi farmaci – spie-ga Franco Noventa ideatore con Alfredo Alberti della nuova piattaforma informatica ed en-trambe docenti del dipartimento di medicina molecolare – abbiamo ideato un sistema di gestione guidato della terapia. Prima l’abbiamo formalizzato attraverso ‘algoritmi decisionali’, cioè una serie di schemi che illustrano come orientarsi nella somministrazione della cura, convertito poi in una piattaforma on line”.

Ma se quella per cui è nato Ottimo 2013 è ancora una terapia complessa e che non sempre sconfi gge il virus, dagli

Usa arriva una notizia che tutti gli scienziati hanno salutato come una vera e propria rivoluzione. La Fda (Food and Drug Admi-nistration) ha approvato un nuovo farmaco capace di debellare la malattia senza effetti collaterali di peso.

La cura è davvero poco invasiva ed è risultata effi cace sull’80% dei test effettuati fi no ad oggi. Basterà assumere una pillo-la al giorno per tre mesi e, probabilmente si guarirà. Alla base di Sovaldi, questo il nome della pillola, sta il principio attivo che combatte il virus, sofosvubir, una molecola in grado di sconfi ggere anche i ceppi più resistenti.

A leggerla così, la cura sarà una pas-seggiata rispetto a quanto accade ogg. Per ora il rimedio più effi cace sono le punture di interferone che portano con sé pesanti effetti collaterali: insonnia, nausea, depres-sione, sintomi infl uenzali.

L’unico neo di questa nuova cura è il costo: per quattro settimane di cura servono 28mila dollari, che diventano 84mila per il ciclo consigliato di 12 settimane. E si arriva a quota 168mila per le 24 che sono neces-sarie per battere le infezioni più resistenti. E se il farmaco in America è pronto ad entrare in commercio già quest’anno in Italia, pro-prio per i costi elevati, forse arriverà solo fra qualche anno.

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Il 2013 si è chiuso regalando notizie molto positive per i tantissimi malati di Epatite C che fi no ad oggi potevano

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La cura tuttavia, battezzata col nome di “triplice terapia”, ha anche un rove-scio della medaglia. Se da un lato infatti si dimostra effi cace, pur con signifi cative differenze da paziente a paziente, perché per la prima volta va a colpire direttamente il virus, dall’altro presenta effetti collaterali importanti come l’aumento della tossicità midollare e dell’anemia cui si associa spes-so anche una diminuzione dei leucociti e delle piastrine. A ciò si aggiunga che la

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Sconcerto dei medici e rabbia dei pazienti co-stretti a percorrere anche

100 km per ritirare i medici-nali di cui hanno bisogno. Tut-to questo grazie ad una deci-sone della Regione Veneto che ha stabilito con una delibera che i nuovi farmaci per l’epati-te C (Boceprevir e Telaprevir) saranno dispensati ai pazienti unicamente da Centri di Rife-rimento, individuati in base a criteri “tecnico-scientifi ci” e “logistici”. I Centri attualmen-te designati sono i solo i reparti di Malattie Infettive, Gastrenterologia e Medicina situati presso i capoluoghi di provincia, escludendo tutti quelli che operano in periferia, nono-stante il grande bacino d’utenza al quale si riferiscono (si pensi a Bassano, Castelfranco Veneto, Cittadella, Conegliano, Legnago, San Donà di Piave). Questo per i pazienti si traduce nella necessità di percorrere decine di chilometri per recarsi presso i Centri di Riferimento, almeno una volta al mese per tutta la durata della terapia. Ciò potrebbe trasformarsi nell’abbandono della terapia da parte dei pazienti che non possano per-mettersi di perdere tempo e giornate lavorative. Un gruppo di specialisti, coordinati dal dott. Pierangelo Rovere, ha presentato un’interrogazione al Consiglio Regionale del Veneto. E un’altra è stata presentata dal gruppo Pd. “La Giunta regionale deve interve-nire tempestivamente per ottenere la revisione di questo decreto fi rmato dal Segretario regionale per la sanità” afferma Franco Bonfante (in foto), che sulla questione ha presentato un’interrogazio-ne assieme ai colleghi Lucio Tiozzo e Roberto Fasoli.

“Escludere a priori - continua l’esponente democratico - tutti gli ospedali periferici, anche quelli che da anni si occupano del problema, spesso con grande professionalità, ha delle conseguenze pesantissime per i malati di epatite C. Autorizzando solo i centri delle città capoluogo, a discapito di realtà come Legnago, Bussolengo, Este, Castelfran-co Veneto, Vittorio Veneto, Conegliano - spiega Bonfante - si obbligano i pazienti a muo-versi per 50 o 60 km per più volte al mese e per lunghi periodi. Con la conseguenza che spesso dovranno essere accompagnati e perdere giornate di lavoro, quando già la malattia di per se’ causa problemi anche con il lavoro. In alcuni casi, con i malati più fra-gili sul piano economico o psicologico, si produrrà inevitabilmente una rinuncia od una riduzione della cura e solo quello sarà purtroppo il risparmio nell’acquisto delle medicine sperato da una scelta cervellotica e sbagliata, che nasconde probabilmente altre ragioni rispetto a quelle dichiarate”. A questo si aggiunga la preoccupazione degli esponenti del Pd “che la scelta accentratrice inoltre si allarghi ad altre tipologie di cura, portando ad un graduale depauperamento del ruolo di tali ospedali presenti sul territorio. La scusa del risparmio in molti casi e’ ridicola, come e’ già stato dimostrato in alte occasioni, ma quello che e’ peggio e’ che il ‘non risparmio’ viene fatto sulla pelle dei cittadini”.

veneti penaLizzati: centinaia di cHiLometri per curarsi

terapia prevede l’assunzione di un numero elevato di compresse al giorno, dalle 6 alle 12 a seconda del farmaco, associate a un pasto “grasso” (un problema per chi soffre di epatite) e che mancano protocolli d’uso formalizzati, se si escludono le linee guida nazionali e internazionali. “Questo tipo di cura inoltre – sottolinea Palù – deve es-sere somministrato a un particolare stadio della malattia che non sia iniziale né troppo evoluto, ragion per cui non tutti i pazienti possono essere sottoposti al trattamento”. A fronte di tutto ciò si intuisce la comples-sità nella somministrazione del farmaco e la necessità di un monitoraggio continuo del paziente”. Oggi, tutto questo è più facile grazie al progetto messo a punto a Padova. “Per aiutare i medici a gestire il trattamento con i due nuovi farmaci – spie-ga Franco Noventa ideatore con Alfredo Alberti della nuova piattaforma informatica ed en-trambe docenti del dipartimento di medicina molecolare – abbiamo ideato un sistema di gestione guidato della terapia. Prima l’abbiamo formalizzato attraverso ‘algoritmi decisionali’, cioè una serie di schemi che illustrano come orientarsi nella somministrazione della cura, convertito poi in una piattaforma on line”.

Ma se quella per cui è nato Ottimo 2013 è ancora una terapia complessa e che non sempre sconfi gge il virus, dagli

Usa arriva una notizia che tutti gli scienziati hanno salutato come una vera e propria rivoluzione. La Fda (Food and Drug Admi-nistration) ha approvato un nuovo farmaco capace di debellare la malattia senza effetti collaterali di peso.

La cura è davvero poco invasiva ed è risultata effi cace sull’80% dei test effettuati fi no ad oggi. Basterà assumere una pillo-la al giorno per tre mesi e, probabilmente si guarirà. Alla base di Sovaldi, questo il nome della pillola, sta il principio attivo che combatte il virus, sofosvubir, una molecola in grado di sconfi ggere anche i ceppi più resistenti.

A leggerla così, la cura sarà una pas-seggiata rispetto a quanto accade ogg. Per ora il rimedio più effi cace sono le punture di interferone che portano con sé pesanti effetti collaterali: insonnia, nausea, depres-sione, sintomi infl uenzali.

L’unico neo di questa nuova cura è il costo: per quattro settimane di cura servono 28mila dollari, che diventano 84mila per il ciclo consigliato di 12 settimane. E si arriva a quota 168mila per le 24 che sono neces-sarie per battere le infezioni più resistenti. E se il farmaco in America è pronto ad entrare in commercio già quest’anno in Italia, pro-prio per i costi elevati, forse arriverà solo fra qualche anno.

Page 66: Chioggia dic2013 n156

Consigli di bellezza 15

>> Essenze naturali che diventano sulla pelle note di carattere uniche

Rosa e vani-glia sono

protagoniste del nuovo

profumo di Guess, Girl

Belle, arricchi-to da peonia,

gelsomino sambac,

violetta e note fi nali

di muschio e sandalo

australiano

La vaniglia è uno degli ingredienti

principali scelti da Trussardi per My

Name, una fra-granza fl oreale,

arricchita da note di muschio e ambra

I delicati petali di gardenia e l’ipnotico gelsomino egiziano rivelano il suo lato roman-tico e sofi sticato, esaltato da calde ambre el muschio

Profumi meravigliosi creati dalle maggiori maison della moda italiana e custoditi dentro boccette di-segnate da creativi che le rendono piccole opere

d’arte da ammirare e annusare. Tutto questo, nel pa-ese della Bellezza, qual’è l’Italia, rende il mondo dei profumi un regno scintillante che appaga tutti i sensi, anche l’udito. Occorre pensare che dietro un profumo di classe si muove un mondo vasto di professionisti. Da coloro che creano il bouquet, sempre nuovo e sorpren-dente, a coloro che disegnano la confezione e pensano alla promozione. Trussardi per My Name, ha ingaggiato l’architetto Antonio Citterio per creare la boccetta dagli angoli smussati protagonista dello spot girato da Gabrie-

le Salvatores.Sono sempre di più le case di moda che lanciano

edizioni extralusso dove la confezione conta anche di più della fragranza stessa. E non sono soldi buttati. A dirlo è l’ultimo rap-porto sull’industria dei profumi di lusso che rileva un trend in continua ascesa: si spende sempre di più pur di scegliere un profumo di lusso e in particolare in Italia dove, secondo i dati di Euromonitor International si è avuto un incremento del 12% del fatturato per i profumi d’alta gamma negli ultimi 5 anni. Anni di crisi profonda!?

“I prodotti sono scelti a cura di Germana Urbani”

Mandarino, bergamotto,

fi ori d’arancio, peonia e fi ore

di tiarè sono le essenze

che fan-no di La Perla Just Precious una

fragranza raffi nata

Provocante e intenso Miss Dior Le Parfume si presenta con accentuate note fl oreali, arricchite da mandarino, ambra, vaniglia e patchouli

Especially Escada Elixir, sensuale ma delicato al tempo stesso grazie alle note delicate

di rosa e ylang ylang, arricchite da un fi nale leggermente muschiato

Per l’anno nuovo, un profumo nuovo

Il mondo scintillante del profumo

Consigli di bellezza24 Consigli di bellezza 14

Una fragranza che ci contraddistingue preannuncia il nostro arrivo e prolunga la nostra presenza, come ben insegnava Chanel.

Perciò se nella lista delle novità 2014 che contrad-distingueranno il vostro look c’è anche la ricerca di un nuovo profumo, abbiate cura di scegliere con calma. Solitamente, infatti, questa scelta non è mai casuale ma sempre dettata da un bisogno conscio o inconscio.

Se arrivate al nuovo anno stanchi e avendo esaurito tutte le energie allora la fragranza più adatta sarà a base di incenso, un aroma che induce a quella calma dello spirito capace di generare nuove idee fi no alla realizza-zione delle proprie aspirazioni. Profondo, avvolgente con accenti freschi si dice sia effi cace contro gli incubi, la tensione nervosa, la paura del futuro e che doni armo-nia a chi lo indossa. L’olio essenziale di incenso, inoltre, restituisce alla pelle l’elasticità perduta e la protegge dall’azione del tempo.

Un effetto rilassante sulla psiche è proprio anche

della vaniglia, un’essenza capace di regalare consolazio-ne e fascino. Le sue note golose infondono serenità e allentano le ten-sioni risvegliando dolci ricordi d’infanzia. Proprio per queste caratteristiche questo profumo è adat-to a chi cade spesso vittima di pesanti tristezze e grigie malinconie. E se cercate un’essenza che vi doni un tocco in più di sensualità, la vaniglia fa proprio al caso vostro. Grazie al fatto che alcune molecole di cui è composta sono molto simili ai nostri feromoni è una delle essenze più sensuali in circolazione.

Chi si pone, invece, come obiettivo primario il risve-glio dei sensi scelga decisamente il gelsomino, capace di amplifi care le onde celebrali dello stato di veglia e di stimolare un atteggiamento di grande apertura nei con-fronti dell’altro. Nella tradizione indiana è considerato un profumo afrodisiaco, tanto che le spose si inondano della sua essenza rotonda ancor oggi.

Sempre legato al risveglio della sessualità, alla gioia dei sensi e alla riscoperta dell’amore per il proprio corpo

è il fi ore dei fi ori, Ylang ylang. L’olio essenziale è tal-mente effi cace che, anche in situazione di forte stress, regola facilmente palpitazioni e tachicardia: bastano po-che gocce sui polsi e angosce e paure si sciolgono come neve al sole.

Ma se più in generale volete un essenza capace di rendervi felice scegliete l’arancio. Una ricerca dell’Univer-sità di Vienna ha recentemente dimostrato che quest’a-roma aiuta a rilassarsi in periodi forte stress, aumenta la voglia di fare e risveglia affettività e amore.

>> Essenze naturali che diventano sulla pelle note di carattere uniche

L’aroma d’arancio rende felici: a dirlo una ricerca dell’ Università di Vienna

Sentirsi bene nella propria pelle è fondamentale e, se usate il profumo, saper scegliere quello più adatto a voi è fondamentale

Per l’anno nuovo, un profumo nuovo

di Germana Urbani

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Page 67: Chioggia dic2013 n156

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Consigli di bellezza 25

Page 68: Chioggia dic2013 n156

Crucilibro26 Crucilibro20

di Germana Urbani · rizzoli.rcslibri.corriere.it< >www.lafetrinelli.it< >www.mondadori.it<

Eroe - Eroina Marina Bellezza, 20 anni Guido, rampollo trascurato di una famiglia altoborghese Chiara Matilde

Don MimìL’abbandono Costantino, sensibile e massiccio fi glio del portiereAndrea, 27 anniAlter Ego

Polignano a MareLa capitaleRomaValle Cervo, centro post industrialeLocation

Ninella, la consuoceraLa psicoanalistaL’inaccettabile L’impotenza generata dalla crisiCo-Protagonisti

La vigilia di Natale, Matilde riceve un anello con smeraldo da don Mimì, suo marito, “colpevo-le”

di averla troppo trascurata. Improvvisa, allora, un cenone

con l’obiettivo di sfi dare Ninella, consuocera e grande amore di

gioventù di suo marito

Chiara a 36 anni viene abbandonata dal marito e la sua psicanalista la invita a riprendersi la vita giocando: ogni giorno per un mese dovrà impegnarsi per almeno dieci minuti in qualcosa

che non ha mai fatto prima

Due ragazzi, due uomini, due destini. Uno eclettico e inquieto, l’altro sofferto e carnale. Si in-namorano ma nel loro mondo

questo sentimento è inaccettabile e resta come un fi lo d’acciaio

te-so sul precipizio di una intera esistenza

Marina è bellissima, cresciuta inseguendo l’affetto dei suoi genitori e un sogno su tutti: il

riscatto e la fama. Andrea è un bibliotecario con un progetto folle e coraggioso: tornare a lavorare la

campagna come suo nonno

Intrigo

Tra cocktail di gamberi, regali riciclati, frecciate e risate, ne

succederanno di tutti i colori. Ma ai due consuoceri, Ninella e don

Mimì, importerà solo essere seduti uno accanto all’altra

Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà

che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte

sorprendenti. Da cui ricominciare. Un minuto per volta è possibile

tornare a vivere

I due protagonisti si allontanano, crescono geografi camente distanti,

stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel

primitivo abbandono che li riporta a se stessi, pronti a mettere a

repentaglio tutto

Marina e Andrea si attraggono e respingono ma bruciano di

un amore che vuole essere per sempre. Lei canta e balla ovunque

e punta alla Rai, lui vuol vivere secondo i ritmi antichi delle

stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla del cambiamento

Finale

Un libro divertente dove i protagonisti, veri e propri casi

umani, catturano il lettore in modo in-dimenticabile proprio come nel romanzo precedente: “Io che amo

solo te”

Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara

Gamberale più cattiva e ironica del solito, racconta quanto il

cambiamento sia spaventoso, ma necessario

Un libro magistrale sull’amore, l’amore omosessuale, ma

soprattutto sul rimpianto che spesso la vita non coincida con ciò

che siamo davvero

Il romanzo è un bel modo per rispondere a questo senso di generale impossibilità che ci

circon-da e rifl ettere anche sul rapporto sempre diffi cile che lega

padri-fi gli

Cosa dire del libro

Luca Bianchini Cena di Natale

Mondadori, pp. 192€ 12.00

Chiara GamberalePer dieci minutiFeltrinelli, pp. 201

€ 16.00

Margaret MazzantiniSplendore

Mondadori, pp. 312€ 20.00

Silvia AvalloneMarina Bellezza

Rizzoli, pp. 509€ 18.50

Leggere…

Silvia Avallone Margaret Mazzantini Chiara Gamberale Luca Bianchini

Ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia del grande amore Ognuno di noi può essere soltanto quello che è.

Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità

Finale

Leggere

Page 69: Chioggia dic2013 n156

36 Concerti e non solo

sguardo a nordest

Si chiama “8 BALL” il nuovo disco dei SYZYGY ed uscirà a distanza di 13 anni... dal precedente. Un tempo lunghissimo durante il quale il duo trevigiano ha sperimentato nuovi suoni, nuovi generi e, forse, ne ha co-

ideato uno nuovo: lo “space metal”. Ma si è anche costruito uno studio di registrazione modernissimo (tutto suo) nel frattempo per realizzare un tale progetto discografi co. Pietro ha continuato a studiare perfezionandosi nella in-gegneria dei suoni e Carlo Alberto si è diplomato al Conservatorio di Venezia in “composizione musicale”. Sarà anche lunga la fase di pubblicazione del loro nuovo lavoro discografi co. Il progetto infatti ha avuto avvio il 1 gennaio 2014 con l’inserimento del primo brano “Rach Bus” del cd nuovo sulla piattaforma musicale REVERBNATION e poi ad uno ad uno saranno inseriti 12 brani in tutto! Oltre REVERBNATION i pezzi di “8 BALL” verranno poi posizionati su ITunes, FaceBook, YouTube. Il primo brano è un inno alla follia onirica, un “viaggio/bus” per Rach... scoprite voi dove si va... Andrà così avanti per tutto il 2014 con l’inserimento di altri undici brani, dopo “Rach Bus”, uno ogni mese, per la precisione uno ogni primo del mese. Il cd vero e proprio, quello fi sico per intenderci, di “8 BALL” vedrà la luce il 1 dicembre 2014! I SYZYGY sono alla loro seconda prova discografi ca... Ecco le cronache di 12 anni fa circa... “Il gruppo vincitore del Secondo Rock Festival del Veneto è stato un duo trevigiano ed è entrato in sala di registrazione il 8 dicembre 2001 ed ha chiamato “Fée-rique” il loro primo cd. Si sono formati nel 1997 come gruppo metal, senza un nome, e non volendo adattarsi a fare la musica comune agli altri gruppi circolanti si sono specializzati nello sfruttare suoni digitali e campionati. Col pas-sare degli anni chitarristi e batteristi si sono persi per strada; ma Pietro (tastiere, programmazione suoni) e Carlo Alberto (basso, chitarra) non si sono arresi: così nacquero i SYZYGY, gruppo trevigiano in cui i vuoti lasciati dagli elementi mancanti sono tuttora colmati da sequencer e computer. Diffi cile classifi care la musica dei SYZYGY: la fantasia di Pietro, unita alla suggestiva visione del basso in titanio costruito da Carlo li rendono unici nel loro genere. “Féerique” è fatto di suoni nuovi e melodie idilliache.” I due musicisti, oggi, con il nuovo progetto discografi co “8 BALL” , si propongono di esplorare sempre più a fondo il mondo della musica e dei suoni con l’intenzione di far volare l’ascoltatore con la fanta-sia --di cui il nome SYZYGY (fase lunare)-- :”... lo spazio è l’ unico limite: basta osare!” - dicono di se stessi i due componenti del gruppo. Uno “space metal” a tratti duro ed aggressivo, a tratti melodico/elettronico. Due mesi fa hanno partecipato al Metal Guitar God 2013 giungendo ai primi posti.

sYzYgY, iL duo trevigiano con un progetto/disco Lungo un anno “space metaL” neL nuovo “8 BaLL” cHe si compone di 12 Brani

Tornano con uno straordinario appuntamento con uno straordinario a giugno 2014 nello stadio di TriesteiL grande ritorno Live in itaLia dei pearL Jam

22 giugno 2014 – TRIESTE – STADIO NEREO ROCCO. Ho visto i Pearl Jam la prima volta in concerto il 2 luglio 1993. Conoscevo il loro album di esordio “Ten” del 1991, ma non ero andato allo stadio di Verona quella sera per vedere loro. Ma... sorpresa, quando giunsi in prossimità del palco grande, vicini alle transenne, vidi un gruppo nutrito di ragazzi con un lungo striscione alto sopra le loro teste sul quale c’era scritto: “EHY PEARL JAM, WE’RE HERE FOR YOU, NOT FOR U2!” ... traduzione :” ... siamo qui per Voi (il YOU era scritto in rosso), non per gli U2!”.In effetti i Pearl Jam, in quel tour del 1993 degli U2, erano la “opening band”. “Gustai” dunque i loro suoni grintosi con la formazione storica: Stone Gossard - chitarre, Mike McCready - chitarra solista, Eddie Vedder - voce, Dave Krusen - batteria. Jeff Ament - basso; suonarono circa 45 minuti; poi una breve pausa: quindi ... U2. I Pearl Jam, gruppo grunge e alternative rock, oggi sono fra i più famosi al mondo, ed hanno annunciato che intraprenderanno un tour europeo di undici date a giugno e luglio 2014. Il tour estivo della band partirà il 16 giugno da Amsterdam, e farà tappa, come headliner, in due importanti festival europei (all’Open’er Festival in Polonia il 3 luglio e al Rock Werchter Festival in Belgio il 5 luglio). Comprenderà anche due date in Italia, allo Stadio San Siro di Milano il 20 giugno ed allo Stadio Nereo Rocco di Trieste il 22 giugno. Nel corso degli ultimi ventidue anni i Pearl Jam hanno rappresentato e sono tuttora una grandissima forza nel rock, grazie alla loro lealtà verso i loro fans e grazie ai loro principi sociali e politici. Il tour si concluderà l’11 luglio 2014 con un concerto al National Bowl di Milton Keynes, in Gran Bretagna. I Pearl Jam hanno pubblicato il loro attesissimo decimo lavoro discografi co, “Light-ning Bolt”, lo scorso 15 ottobre 2013 negli Stati Uniti, su etichetta Monkeywrench Records/Republic Records. Prodotto da Brendan O’Brien, “Lightning Bolt” è il primo album in studio dei Pearl Jam dopo l’acclamato “Backspacer” del 2009. “Lightning Bolt” ha debuttato al numero 1 della classifi ca Top 200 di Billboard es al numero 1 della classifi ca di iTunes in oltre 50 paesi.Ecco tutte le date del tour europeo dei Pearl Jam del 2014:16 giugno Amsterdam, Olanda Ziggo Dome20 giugno MILANO - STADIO SAN SIRO22 giugno TRIESTE - STADIO NEREO ROCCO

25 giugno Vienna, Austria Stadhalle26 giugno Berlino, Germania Kindl-Buhne Wuhlheide28 giugno Stoccolma, Svezia Friends Arena29 giugno Oslo, Norvegia Telenor Arena3 luglio Gdynia, Polonia Open’er Festival5 luglio Werchter, Belgio Rock Werchter Festival8 luglio Leeds, UK First Direct Arena11 luglio Milton Keynes, UK The National BowlPer maggiori informazioni www.pearljam.com, www.livenation.it e www.azalea.it. Ed anche www.tuttoeventiitalia.it, www.ecoveneto.it .

A Padova neL 2014 aL gran teatro geoX di padova arrivano:

DREAM THEATER 23 GENNAIO, ONE REPUBLIC 11 FEBBRAIO, SKUNK ANANSIE 22 MARZO,YES 17 MAGGIO...MA ANCHE GLI ITALIANISSIMI:LUCA CARBONI 9 FEBBRAIO, ALEX BRITTI 21 MARZO, MASSIMO RANIERI 7 MARZO:tutte le info: www.zedlive.com

neL 2014 aL paLafaBris di padova arrivano:

ELISA 8 MARZO,ALESSANDRA AMOROSO 29 MARZO,GIORGIA 3 MAGGIO;tutte le info: www.zedlive.com

in veneto eventi

mille e ancora mille...pagina a cura di graziano edi corazza1111

parLiamo di artisti veneti ivana spagna e massimo BuBoLaivana spagna

Ivana Spagna, conosciuta anche come Spagna, è una cantautrice e scrittrice veneta. Con oltre 10 milioni di dischi venduti, traguardo per il quale nel 2006 le è

stato consegnato dalla FIMI il Disco d’Oro alla carriera, è tra gli artisti italiani che hanno avuto maggiore successo commerciale in Italia e all’estero. Il 21 giugno 2009 è stata tra le artiste che parteciparono al concerto “Ami-che per l’Abruzzo” allo stadio Meazza di Milano. Nell’e-state del 2009 vince il Premio Lunezia assieme a Loredana Berte’ nella Categoria “Poesia rock 2009” per l’album “Lola & Angiolina Project”. A settembre esce, solo per il download digitale, “Easy Lady Remake 2009”. A novembre è stato lanciato il nuovo disco, una raccolta di canzoni tratte dalle colonne sonore dei cartoni animati della Walt Disney, Pixar e Dreamworks reinterpretate da Spagna. Il titolo dell’album è “Il cerchio della vita”. A febbraio 2010 esce, solo per il download digitale, “Call Me Remake 2010”, che raccoglie (come in “Easy Lady Remake 2009”) nuove versioni del suo secondo successo internazionale remixa-te dai migliori dj del momento. Il 25 maggio esce il cd “3 tituli - La compilation dei campioni” con il nuovo inno dedicato all’Inter scritto e interpretato da Spagna “Noi.. sempre con voi (un cuore nerazzurro)”. Il cd arriva fi no al 2’ posto della classifi ca Fimi delle compilation più vendute in Italia. L’8 marzo 2011 e’ stata pubblicata la sua autobiografi a, interamente scritta da Ivana Spagna, dal titolo “Quasi una confessione! A febbraio 2010 esce, solo per il download digitale, Call Me Remake 2010, che raccoglie (come in Easy Lady Remake 2009) nuove versioni del suo secondo successo internazionale remixate dai migliori dj del mo-mento. Il 25 maggio 2010 esce il cd 3 tituli - La compilation dei campioni con

il nuovo inno dedicato all’Inter scritto e interpretato da Spagna Noi.. sempre con voi (un cuore nerazzurro). Il cd arriva fi no al 2º posto della classifi ca Fimi delle compilation più vendute in Italia. Il 3 dicembre 2010 esce in tutte le edicole la rivista Music Magazine, interamente dedicata a Spagna, con in allegato il nuovo album Buon Natale che contiene cinque cover natalizie e sette canzoni tratte dal precedente album Il cerchio della vita. L’8 marzo 2011 è stata pubblicata la sua autobiografi a, interamente scritta da Ivana Spagna, dal titolo Quasi una confes-sione! Tutto quello che non ho mai detto. Il libro, di 160 pagine con illustrazioni, è stato pubblicato dalla Azzurra Music. Il 17 gennaio 2012 è uscito “Four,” nuovo album di inediti in inglese realizzato con la collaborazione di musicisti di fama mondiale del calibro di: Brian Auger, Eumir Deodato, Dominic Miller, Lou Marini, Gregg Kofi Brown, Fabrizio Bosso e Ronnie Jones. In seguito diventa stilista per cani e gatti. Il nome della griffe per quadrupedi è “Belli Monelli”. Dal 2012 Ivana Spagna è testimonial uffi ciale dell’associazione di volontariato dei City Angels. Il 17 dicembre 2012 ha partecipato al concerto di Natale “Valerio Scanu...and so this is Christmas” come ospite, duettando con il cantante con i brani Il cerchio della vita e “A whole new world”. I brani saranno presenti nel cofanetto CD/DVD Valerio Scanu Live in Roma. E poi...

massimo priviero

Massimo Priviero è un rocker veneto fra i migliori degli ultimi venti anni e contemporaneamente uno dei più interessanti. E’ di San Donà di Piave. Vive a Milano. Massimo Priviero pubblica il primo album nel 1988, ‘’San

Valentino’’. Nel 2000 Massimo cambia casa discografi ca e dà alle stampe il lavoro discografi co : ‘’Poetika’’. A fi ne 2003 è uscito il nuovo disco dal titolo “Te-stimone”. Nel novembre 2006 esce “Dolce resistenza” un cd ancora più elettrico

del precedente. Nel novembre 2007 esce “ROCK AND POEMS”, il nono. Un album di covers, ma rifatte alla sua maniera e due sue songs. Massimo inizia in questo periodo anche una felice condivisio-ne che lo porta a girare l’Italia con spettacoli che potremmo defi nire di “musica e teatro civile” pri-ma con lo scrittore Roberto Curatolo (lo spettacolo

storico si intitolerà’ “Dall’Adige al Don”) e poi contemporaneamente con il giorna-lista-scrittore Daniele Biacchessi ed i Gang, realizzando insieme e portando in tour le “Storie dell’altra Italia”. In termini di collaborazione, è importante comunque sottolineare come negli anni si sia rafforzato tanto il sodalizio con il chitarrista Alex Cambise, che fi rma insieme a Massimo gran parte degli arrangiamenti dei suoi brani, quanto sul palco col pianista Onofrio Laviola, compagni di live e tour senza fi ne, a cui è doveroso aggiungere Paolo Siconolfi , il tecnico del suono che da più di un decennio lo segue in studio di registrazione. Ed è anche in questi termini che è da considerare altresì notevole la recente collaborazione col violini-sta Michele Gazich, prima insieme a Massimo in molti suoi concerti e insieme al quale Priviero fi rma l’ultima pubblicazione del 2012 intitolata “Folkrock”, inten-so ed emozionante viaggio acustico nei grandi classici della musica “popular” del “novecento”. Il nuovo capitolo, infi ne, è storia edita ormai di oggi e si chiama, quasi ad intitolare la storia di una vita, “Ali di libertà”. Da martedì 12 novembre 2013, in occasione dei 25 anni di carriera artistica di MASSIMO PRIVIERO, è in VINILE una limited edition del nuovo album “Ali di Libertà”. Il package contiene anche il cd già in distribuzione nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming. Nel LP è inclusa la bonus track “Bacio d’ addio” in versione elettrica e inedita.

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di Germana Urbani · rizzoli.rcslibri.corriere.it< >www.lafetrinelli.it< >www.mondadori.it<

Eroe - Eroina Marina Bellezza, 20 anni Guido, rampollo trascurato di una famiglia altoborghese Chiara Matilde

Don MimìL’abbandono Costantino, sensibile e massiccio fi glio del portiereAndrea, 27 anniAlter Ego

Polignano a MareLa capitaleRomaValle Cervo, centro post industrialeLocation

Ninella, la consuoceraLa psicoanalistaL’inaccettabile L’impotenza generata dalla crisiCo-Protagonisti

La vigilia di Natale, Matilde riceve un anello con smeraldo da don Mimì, suo marito, “colpevo-le”

di averla troppo trascurata. Improvvisa, allora, un cenone

con l’obiettivo di sfi dare Ninella, consuocera e grande amore di

gioventù di suo marito

Chiara a 36 anni viene abbandonata dal marito e la sua psicanalista la invita a riprendersi la vita giocando: ogni giorno per un mese dovrà impegnarsi per almeno dieci minuti in qualcosa

che non ha mai fatto prima

Due ragazzi, due uomini, due destini. Uno eclettico e inquieto, l’altro sofferto e carnale. Si in-namorano ma nel loro mondo

questo sentimento è inaccettabile e resta come un fi lo d’acciaio

te-so sul precipizio di una intera esistenza

Marina è bellissima, cresciuta inseguendo l’affetto dei suoi genitori e un sogno su tutti: il

riscatto e la fama. Andrea è un bibliotecario con un progetto folle e coraggioso: tornare a lavorare la

campagna come suo nonno

Intrigo

Tra cocktail di gamberi, regali riciclati, frecciate e risate, ne

succederanno di tutti i colori. Ma ai due consuoceri, Ninella e don

Mimì, importerà solo essere seduti uno accanto all’altra

Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà

che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte

sorprendenti. Da cui ricominciare. Un minuto per volta è possibile

tornare a vivere

I due protagonisti si allontanano, crescono geografi camente distanti,

stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel

primitivo abbandono che li riporta a se stessi, pronti a mettere a

repentaglio tutto

Marina e Andrea si attraggono e respingono ma bruciano di

un amore che vuole essere per sempre. Lei canta e balla ovunque

e punta alla Rai, lui vuol vivere secondo i ritmi antichi delle

stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla del cambiamento

Finale

Un libro divertente dove i protagonisti, veri e propri casi

umani, catturano il lettore in modo in-dimenticabile proprio come nel romanzo precedente: “Io che amo

solo te”

Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara

Gamberale più cattiva e ironica del solito, racconta quanto il

cambiamento sia spaventoso, ma necessario

Un libro magistrale sull’amore, l’amore omosessuale, ma

soprattutto sul rimpianto che spesso la vita non coincida con ciò

che siamo davvero

Il romanzo è un bel modo per rispondere a questo senso di generale impossibilità che ci

circon-da e rifl ettere anche sul rapporto sempre diffi cile che lega

padri-fi gli

Cosa dire del libro

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Mondadori, pp. 192€ 12.00

Chiara GamberalePer dieci minutiFeltrinelli, pp. 201

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Silvia AvalloneMarina Bellezza

Rizzoli, pp. 509€ 18.50

Leggere…

Silvia Avallone Margaret Mazzantini Chiara Gamberale Luca Bianchini

Ogni fase della vita rende più struggente la nostalgia del grande amore Ognuno di noi può essere soltanto quello che è.

Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità

Finale

Leggere

Concerti e non solo 27

Page 70: Chioggia dic2013 n156

28

i nostri Esperti

Saper gestire il proprio tempo (time management) è una abilità molto importante per riuscire a portare a termine con successo i propri obiettivi, senza rischiare un negativo eccesso di stress e una inutile dispersione di risorse. La frenesia di tutti i giorni, tuttavia, rende questo non sempre facile, e spesso i piani della giornata o della settimana vengono solo parzialmente raggiunti, aumentando le cose da fare nelle volte successive. Per facilitare la gestione del tempo, indicherò di seguito alcuni suggerimenti. In primis, è bene fare una lista scritta delle attività da svolgere, tagliandole una ad una appena terminate. E’ bene, inoltre, che gli obiettivi siano realistici e raggiungibili. Uno studente che, per esempio, deve organizzare lo studio in vista di un esame, non potrà pianificare di

studiare in un giorno duecento pagine, se in media riesce a farne cinquanta. Porsi obiettivi non realistici comporta, infatti, sconforto e abbandono del compito.Per programmare bene i propri impegni, è fondamentale conoscersi bene, tenendo conto che è importante prendersi delle pause e dei momenti di stacco. Alcune persone, per esempio, rendono meglio di mattina (morning people), mentre altre hanno livelli più alti la sera (evening people): capire a quale gruppo si appartiene permette di concentrare, se possibile, i compiti che richiedono più sforzo nel momento della giornata in cui siamo più produttivi. Dopo pranzo, inoltre, è bene ridurre i compiti che richiedono un maggiore sforzo cognitivo, in quanto le risorse del nostro organismo sono concentrate nella digestione.

Un altro importante aspetto, è di dare una diversa priorità ai compiti da svolgere, così da distinguere quelli che devono assolutamente essere terminati, da quelli che è possibile procrastinare. Teniamo anche conto che, dove è possibile, è bene delegare, sia in campo lavorativo sia domestico. Si pensi, per esempio, all’importanza dell’equa distribuzione dei compiti tra moglie e marito nella gestione della casa.Quando si pianifica, è bene stimare quanto tempo si pensa di dedicare a ciascun compito, stando pronti a modificare il proprio programma in itinere, nel caso in cui ci renda conto di aver sottostimato o sovrastimato il carico di lavoro.E’ sempre bene tener conto di possibili imprevisti, che possono ritardare il

programma. Per questo, è consigliabile non riempire ogni momento della giornata di cose da fare. Ricordiamo, inoltre, di lasciare il giusto spazio agli affetti, alle relazioni interpersonali, e anche ai momenti vuoti di attività, ma pieni di significato, poiché ci portano a pensare e riflettere.

Psicologia del lavoro

La gestione del tempoDott. Lara Tasso

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – e-mail: [email protected]

l’architettoLa riqualificazione energetica degli edifici esistenti (parte prima)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Il patrimonio edilizio esistente consuma il 90% dell’energia necessaria per il riscaldamento; la sua riqualificazione energetica è un’esigenza economica e, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, un beneficio per la tutela dell’ambiente. Iniziamo con questo una serie di articoli sulla riqualificazione energetica degli edifici esistenti.In Europa il 40% del consumo energetico è destinato al riscaldamento degli edifici, alla produzione di acqua calda ed al funzionamento delle apparecchiature elettriche. Si stima che il patrimonio edilizio esistente consumi il 90% dell’energia necessaria per il riscaldamento e che col risanamento energetico degli edifici esistenti si possa risparmiare tra il 30% ed il 90% del consumo totale. La percentuale minore riguarda gli edifici soggetti a tutela, per i quali gli interventi di riqualificazione sono condizionati dalle loro caratteristiche storiche ed architettoniche. Se pensiamo agli edifici non vincolati ed a quelli costruiti negli anni sessanta-settanta il margine di miglioramento è notevole e spesso il rapporto tra i consumi prima e post risanamento energetico si approssima al rapporto di dieci ad uno. Una casa tradizionale costruita prima degli

anni ’90, già in vigenza quindi di norme sul contenimento dei consumi energetici, consuma comunque l’equivalente di circa 18-25 litri di gasolio per metro quadrato

di superficie dell’alloggio; con un buon risanamento energetico lo stesso edificio può consumare 3 litri per metro quadrato, con un margine di miglioramento di sei-otto

volte. Si comprende, quindi, l’importanza della riqualificazione energetica degli edifici esistenti: è in quest’ambito che si possono contenere efficacemente i consumi di energia e le emissioni di anidride carbonica, causa principale delle alterazioni climatiche.Le perdite maggiori di energia in un edificio non risanato sono quelle per trasmissione attraverso gli elementi che delimitano l’involucro dell’edificio: murature perimetrali, tetto, solaio verso lo scantinato e verso terra. Particolarmente critiche possono essere le finestre ed i ponti termici; questi ultimi sono individuabili nelle posizioni più fredde delle superfici interne (angoli, in prossimità del telaio delle finestre, attacco del pavimento contro terra, ecc.) ove spesso si ha condensa e formazione di muffa.Gli interventi, quindi, devono riguardare prioritariamente la riqualificazione dell’involucro, per contenere i consumi di energia, ancor prima di pensare alla sostituzione degli impianti; l’edificio deve prima di tutto consumare poco e l’energia di cui ha bisogno deve essere fornita con impianti efficienti.

(Segue nel prossimo numero) 

Palazzo Provinciale di Bolzano: con la riqualificazione energetica sono stati ridotti del 90% i costi per il riscaldamento e raffrescamento.

Page 71: Chioggia dic2013 n156

I nostri esperti 29

articoli e articolazioni

Lussazione della spalla e intervento chirurgico in artroscopia

Indirizzo email per maggiori informazioni: [email protected].

Quando l’articolazione della spalla - formata dalla testa dell’omero e dal piatto della scapola - è ruotata traumaticamente in avanti, la testa omerale scivola fuori della zona d’appoggio e si verifica la lussazione anteriore di spalla (sub lussazione se lo scivolamento è parziale e torna spontaneamente a posto). L’evento si verifica più spesso nei giovani al di sotto dei 30 anni, fisicamente attivi. Quando interessa persone più avanti negli anni si associa in generale ad altre patologie della spalla come fratture o rottura dei tendini. Vi sono anche persone che nascono con spalle “lasse”, soggette a sub lussazioni o lussazioni anche in assenza di traumi. Ma come si verifica il trauma? Generalmente con il movimento del braccio all’altezza della spalla o al di sopra di essa, come per lanciare un sasso; in alcuni casi si verificano lussazioni quando due persone si aggrappano l’una all’altra per evitare una caduta o quando si cade sulla propria spalla. Quando la spalla si lussa è opportuno riposizionare la testa omerale in sede il più rapidamente possibile: ad ogni

ulteriore lussazione aumenta la probabilità che vengano irrimediabilmente danneggiate le superfici ossee o legamentose, con sviluppo di processi artritici a carico dell’articolazione. Il corretto trattamento è rappresentato da un intervento chirurgico che è indispensabile nei giovani sotto i 25 anni (a rischio di recidiva nel 90% dei casi). In persone oltre tale età è opportuno tentare di stabilizzare la spalla con un periodo di riposo seguito da fisioterapia, mentre una seconda lussazione non lascia alternative. La riparazione chirurgica può essere effettuata nella maggior parte dei casi in artroscopia, inserendo un sottile telescopio con una telecamera che consente di vedere le strutture dell’articolazione dall’interno, per fissare nuovamente il legamento all’osso utilizzando fili di sutura ed eventualmente delle microscopiche ancorette metalliche. Nei casi in cui i legamenti siano staccati dalle loro sedi in maniera grave o siano molto allungati è necessario un intervento di chirurgia aperta, attraverso un’incisione di 5-7 centimetri. I vantaggi dell’intervento per via artroscopica sono: praticamente assenza

di cicatrici, modestissimo dolore, ridottissimi tempi di ricovero, ritorno ad una maggiore ampiezza del movimento dell’arto, minimi rischi d’infezione. In ambedue i casi il trattamento post operatorio prevede l’immobilizzazione della spalla per 3 settimane mentre vengono iniziati subito esercizi per la mobilizzazione di mano, polso e gomito. In seguito subentrano esercizi di mobilizzazione passiva e dopo 4-5 settimane esercizi in piscina. La mobilizzazione attiva inizia intorno alla 6a settimana con esercizi di tonificazione muscolare. Al 3° mese sono possibili esercizi con pesi liberi o macchine da palestra e, per gli atleti, esercizi complessi come il lancio. Al 4° mese possono essere effettuate tutte le attività desiderate. In sintesi, la ridotta incidenza del rischio chirurgico - soprattutto in artroscopia – giustifica ampiamente l’intervento verso una condizione notevolmente invalidante, che spesso porta ad artriti deformanti e al rischio di compromissione permanente dei nervi responsabili della sensibilità e del funzionamento della mano.

A cura di Dr. Marco Capuzzo. Specialista in Ortopedia

Articolo redatto dal Dr. Marco Capuzzo. Specialista in Ortopedia, ha frequentato presso l’Istituto Humanitas di Milano l’Unità Ortopedica di Chirurgia Mini-invasiva diretta dal Prof. Castagna, specializzandosi in artroscopia della spalla e del ginocchio.Ha ulteriormente affinato le competenze in ambito artroscopico in Australia presso il North Orthopedic and Sport Medicine Centre di Sydney e la Clinica Sportsmed di Adelaide.

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Page 72: Chioggia dic2013 n156

I nostri esperti30

Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

La disciplina del condominio è stata recentemente modificata della L. n. 220/2012, in vigore dal 18.6.2013; di grande importanza sono alcune norme dettate in tema di responsabilità per le spese condo-miniali. Poiché le spese condominiali possono raggiungere cifre anche molto importanti, occorre prestare grande attenzione quando si vende o si acquista un appartamento in condominio; né chi vende né chi com-pra può dirsi davvero al sicuro se non si è provveduto nell’atto di compravendita a disciplinare in modo chiaro la sorte delle spese condominiali.In base alle nuove disposizioni, infatti, chi acquista in condominio è obbligato al pagamento delle spese non solo per l’anno in corso in cui acquista, ma pure per tutto l’anno precedente; quindi, si potrebbe essere tenuti a versare i contributi di spese anche piuttosto remote (es. se ho comprato nel novembre del 2013, sono obbligato per tutte le spese del 2013 ed, in più, per quelle del 2012). Il consiglio, dunque, po-trebbe essere quello di pretendere dal venditore una dichiarazione in atto con la quale il medesimo dichiari di essere in regola con il pagamento delle spese ovvero, ancor meglio, pretendere un’attestazione da parte dell’amministratore di condominio dalla quale risulti lo stato dei pagamenti degli oneri condominiali da par-te di chi ci vende l’appartamento. Resta ferma, comunque, la possibilità di far assumere in atto al venditore la

garanzia per eventuali spese non saldate che dovessero emergere dopo il rogito.Anche chi vende, tuttavia, deve prestare grande attenzione alla sorte delle spese; non si creda, in-fatti, che, una volta venduto

l’appartamento, delle spese risponda semplicemente il nuovo proprietario; di-fatti l’art. 63 disp. att. c.c., nella sua nuova versione, stabilisce che chi vende non solo è obbligato per tutte le spese maturate prima dell’atto di vendita, ma che

il diritto Per il cittadino

Il “nuovo” condominio: attenzione al passaggio delle spese

pure resta obbligato con chi compra per tutti i contri-buti che dovessero maturare fino a quando una copia autentica (cioè notarile) dell’atto di compravendita non venga trasmessa all’amministratore. Si tratta di una formalità in più di grande importanza, che, tuttavi-a, spesso, viene tralasciata (un po’ per la novità della norma un po’ per impreparazione). Per capirne il rilie-vo basti questo semplice esempio: Tizio vende nel novembre 2013 a Caio un appartamento; l’atto di com-pravendita non viene trasmesso a l l ’ a m m i n i s t r a t o r e ; supponiamo che Caio nel periodo successivo (es. nei due anni successivi 2014 e 2015) risulti moroso nel pagamento delle spese condominiali; ebbene l’amministratore di condominio potrebbe rivolgersi per il pagamento di queste spese anche a Tizio, che a suo tempo ha venduto l’appartamento a Caio e che, per ignoranza o non adeguatamente consigliato, non ha proceduto a trasmettere l’atto di compravendita all’amministratore: una bella sorpresa, dunque, che potrebbe arrivare anche a molti anni di distanza da quando si è venduto l’appartamento!

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• Due pulci escono da teatro sul tardi e una dice, sbadiglian-do, all’altra: “Mam-ma mia! Con questo freddo dobbiamo far-ci un chilometro di notte per tornare a casa!” “No.” Dice l’al-tra. “Non ti preoccu-pare, aspettiamo qui che prendiamo il cane di mezzanotte.”• Una mucca dice ad un’altra mucca: “Co-s’hai?” E l’altra: “Sono preoccupata per il morbo della mucca pazza. E tu? Non sei preoccupata?” “Io? No! Tanto sono un cavallo.”• Un pipistrello coper-to di sangue, ritorna con andatura a zig zag alla sua grotta e si posa per ripren-dere fiato. Gli altri pipistrelli, risvegliati dall’odore del sangue, lo stressano per sa-pere dove ha trovato tanto sangue. “No! Lasciatemi dormire.” geme il vampiro in-sanguinato. “No! No!

Dicci dove hai trova-to tutto questo san-gue!” Urlano gli altri pipistrelli. Il pipistrello allora cede e dice agli altri di seguirlo. Dopo dieci minuti di volo si-lenzioso nella notte, si avvicinano in una valle e poi dentro una foresta. A quel punto il pipistrello insangui-nato dice: “Ci siamo! Vedete quell’albero laggiù?” “Si!” Dicono gli altri con la bava alla bocca. “Ecco, non l’ho visto.”• Perché gli elefanti nella foresta si muo-vono tutti in gruppo ben serrato? Perché è quello in mezzo che ha la radio. E perché anche i rinoceronti si muovono tutti in gruppo ben serrato? Per far credere agli elefanti che anche loro hanno la radio.• Cosa fanno due squali in una gara? Vengono squalificati.

Soluzioni:Aforismi sull’Amore

• L’amore è la gioia di vivere. E’ l’unica stella che brilla nel cielo.• L’amore è come un profumo: facile da mettere, difficile da togliere e impossibile da di-menticare.

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3 LETTEREASI - DAR - EVA - GEO - GPSILA - ONU - PST - RAG - SEITBC - UHI - URA4 LETTEREACRI - ALCE - ALEA - ARALJEEP - PARC - TOTA5 LETTEREETHOS - LECCE - PINOTSAPOR - SUDAN - TAZZATECCA6 LETTEREGETICI - IPOPIO9 LETTERETRANSUNTO10 LETTEREJAZZISTICO

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UN PRIMO PIATTO IN SONO ORIGINALMENTE ACCOSTATI IL PESTO DI BASILICO ED I FUNGHI.SEMPLICISSIMA LA PREPARAZIONE DI QUESTO CONDIMENTO: CREMOSO PESTO, SAPORITI CHIODINI E GUSTOSE CASTAGNE, IL TUTTO RINFRESCATO CON LA SALVIA, PER CREARE UN MORBIDO E CURIOSO GIOCO DI SAPORI E CONSISTENZE.INGREDIENTI, CHE SOLITAMENTE NON SI TROVANO ABBINATI, SI RIVELANO UNA PIACEVOLISSIMA SCOPERTA PER UN PIATTO ANCHE ESTREMAMENTE VELOCE DA PREPARARE.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 500G FREGOLA SARDA GROSSA

180G FUNGHI CHIODINI IN LATTINA

5 CASTAGNE LESSE

150G PESTO DI BASILICO

3 FOGLIE SALVIA

1 SPICCHI AGLIO

OLIO EVO

SALE

FAR SOFFRIGGERE L’AGLIO IN UN PENTOLINO CON L’OLIO, UNIRVI I FUNGHI E LE CASTAGNE SMINUZZATE, POI AROMATIZZARE CON LA SALVIA E SALARE.CUOCERE LA FREGOLA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA TENENDO DA PARTE UN PÒ DI ACQUA DI COTTURA.MESCOLARE LA FREGOLA CON IL PESTO DI BASILICO, UNIRVI I FUNGHI CON LE CASTAGNE ED AMMORBIDIRE CON L’ACQUA TENUTA DA PARTE.SERVIRE SPOLVERANDO A PIACERE CON FORMAGGIO PARMIGIANO.

MANUELA E SILVIA BIZZO

cocKtails I CONSIGLI DI PAOLO

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RUM BARCELLO, LIME, ZUCCHERO DI CANNA, SPRITE, GHIACCIO TRITATO

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PAOLO MARANI [email protected] MESSAGGIO PUBBLICITARIO

la ricetta

FLAN DI RASPADURA CON PORCINI CRUDI AL BALSAMICO E PORRI FRITTI

INGREDIENTI: 50 GR. DI BURRO, 20 GR. DI FARINA 00, 125 GR. DI LATTE, 2 UOVA, 75 GR. DI RASPADURA (FORMAGGIO GRANA CON SOLI 3 MESI DI STAGIONATURA TAGLIATO IN FOGLI SOTTILISSIMI GRAZIE AD UN’APPOSITA LAMA), 4 PORCINI FRESCHI MEDIO-PICCOLI, 4 CUCCHIAI DA ZUPPA DI OLIO EXTRAVERGINE, 2 CUCCHIAI DA CAFFÈ DI ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA, LA PARTE BIANCA DI 1 PORRO.ESECUZIONE IN UN TEGAME IN ALLUMINIO ANTIADERENTE, FONDERE IL BURRO E UNIRE LA FARINA, FRUSTARE PER AMALGAMARE E AGGIUNGERE IL LATTE; SALARE E CUOCERE A FUOCO DOLCE SEMPRE FRUSTANDO FINCHÈ NON COMINCERÀ A BOLLIRE, SPEGNERE IL FUOCO ED UNIRE LA RASPADURA. MESCOLARE FINO A COMPLETO SCIOGLIMENTO ED AGGIUNGERE I DUE ROSSI D’UOVO, TENENDO DA PARTE I BIANCHI. INTANTO TAGLIARE IL PORRO IN DUE TRONCHETTI DI CIRCA 8 CM., DIVIDERLI E POI TAGLIARLI ALLA JULIENNE FINISSIMA PER IL LUNGO. METTERLI A BAGNO IN ACQUA FREDDA. PRENDERE I DUE BIANCHI D’UOVO E PORLI IN UNA CIOTOLA DI ACCIAIO, QUINDI APPOGGIARLI IN UN BAGNOMARIA TIEPIDO E ROMPERLI CON L’AIUTO DI UNA FORCHETTA; VERSARLI NEL COMPOSTO PREPARATO IN PRECEDENZA, SISTEMARLO DI SALE E DIVIDERLO IN 4 CIOTOLOINE DI ALLUMINIO IMBURRATE; CONSERVARLI IN FRIGORIFERO. SCOLARE I PORRI E FARLI ASCIUGARE IN UN COLINO PER POCHI MIN., DEVONO RESTARE UMIDI MA PERDERE L’ECCESSO DI ACQUA, INFARINARLI E FRIGGERLI IN OLIO NON TROPPO CALDO AFFINCHÈ SECCHINO SENZA COLORARE. ACCENDERE IL FORNO A 210° E POSIZIONARVI UNA PLACCA PIENA DI ACQUA PER FARE BAGNOMARIA, QUANDO SARÀ IN TEMPERATURA METTERVI A CUOCERE I FLAN PER 12 MIN.;INTANTO MONDARE E SPAZZOLARE PER BENE I PORCINI E TAGLIARLI A FETTE IL PIÙ SOTTILE POSSIBILE, DISTRIBUIRLE U 4 PIATTI PIANI E FREDDI, SALARE, PEPARE E CONDIRE CON OLIO E ACETO BALSAMICO PRECEDENTEMENTE MESCOLATI. QUANDO I FLAN SARANNO PRONTI (DEVONO ESSERE ANCORA UN PÒ CRUDI NEL LORO INTERNO) GIRARLI AL CENTRO DEI PIATTI E METTEVI SOPRA UN CIUFFO DI PORRI FRITTI.

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l’INTARSIO Inserite all’interno dello schema le parole elencate in modo da completare il cruciverba.

3 LETTEREASI - DAR - EVA - GEO - GPSILA - ONU - PST - RAG - SEITBC - UHI - URA4 LETTEREACRI - ALCE - ALEA - ARALJEEP - PARC - TOTA5 LETTEREETHOS - LECCE - PINOTSAPOR - SUDAN - TAZZATECCA6 LETTEREGETICI - IPOPIO9 LETTERETRANSUNTO10 LETTEREJAZZISTICO

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La lettera A

Gli Animali

Crucipiazza22 A tavola 33

Page 76: Chioggia dic2013 n156

Oroscopo34

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO ALTI E BASSI IN

ARRIVO IN CAMPO SENTI-MENTALE. SARETE CONTRADDIT-

TORI: ORA PASSIONALI E GRINTOSI ORA INCERTI · SALUTE NON STRAPAZZATEVI TROPPO ANCHE SE VI SENTITE IN FORMA. UNA SANA ALIMENTAZIONE VI AIUTERÀ A STAR BENE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO LA

MORBIDEZZA UNITA AD UNA BELLA DOSE

DI SENSUALITÀ VI AIUTERANNO A CON-QUISTARE CHIUNQUE. SIATE LEGGERI · SALUTE L’OTTIMA FORMA AIUTA AD AVERE CORAGGIO: CAMBIATE LOOK O TAGLIO DI CAPELLI. PERFETTI I TRATTA-MENTI ESTETICI

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO VOGLIA DI SE-DURRE E GIOCARE CON GLI SGUARDI CHE VI GARANTI-

RANNO IL SUCCESSO NEGLI AFFARI DI CUORE SALUTE SE DOVRETE RIPRENDERVI DA UN PROBLEMA SAPPIATE CHE LA CONVALESCENZA SARÀ BREVE. OTTIMO QUADRO ASTRALE

CAPRICORNODAL 22/12

AL 20/01FASCINO I CON-TRASTI TACIUTI NEL

CUORE DI CHI AMATE METTONO RADICI: CORRETE AI RIPARI E CONCEDETEVI UN CHIARIMENTO · SALUTE NON SCEGLIETE IL CIBO COME MEZZO CONSOLATORIO. DOVETE AVERE UNA BUONA SCORTA DI PAZIENZA. EVI-TARE GLI ECCESSI

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO SARETE APPAS-SIONATI E AUDACI, PRONTI A

SPAZZARE VIA ANTICHI RESI-DUI DEL PASSATO. IN AR-RIVO NOVITÀ IMPORTANTI · SALUTE I PIANETI INCOR-

AGGIANO LO SPORT E LA MUSCOLATURA PER SMALTIRE PESO E DELINEARE LA SILU-ETTE UN PO’ APPESANTITA

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO LE BRACCIA DI CUPIDO SONO AP-

ERTE E TI ASPETTANO. OCCORRE, PERÒ, CHE TU ABBIA FIDUCIA E TI LASCI AN-DARE · SALUTE AMMINISTRATE BENE LE VOSTRE FORZE PERCHÉ ARRIVATE UN PO’ STANCHI E ALL’ORIZZONTE NON C’È UNA RIPRESA COMPLETA

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO QUALCHE CONTRADDIZIONE FA-

MILIARE POTREBBE RENDERVI LA VITA DIFFICILE. SIATE PAZIENTI CON CHI AM-ATE · SALUTE SARETE MOLTO NERVOSI, IRRITABILI, SCONTENTI. SI FARANNO SENTIRE I CLASSICI ACCIACCHI DI STAG-IONE

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO SIETE

P E R - SONE DIVERSE: I PROB-LEMI CHE AVETE AFFRONTATO IN PASSATO VI HANNO RESO PIÙ FORTI · SALUTE LA FORMA FISICA SARÀ SOGGETTA A QUAL-CHE CALO IMPROVVISO, MA IL BILANCIO SARÀ POSITIVO

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RICHIESTE IRRITANTI IN FAMIGLIA,

BATT I- BECCHI CON GLI AMICI, EQUIVOCI E AMBIGUITÀ: TOLLERANZA · SALUTE RAFFREDDORI E CLASSICI MALANNI DI STAGIONE STANNO IN AG-GUATO: ATTENTI AI COLPI DI FREDDO ALLE VIE RESPIRATORIE

CANCRODAL 22/06AL 22/07

FASCINO MOLTE LE CONTRADDIZIONI CHE AGITANO

I RAPPORTI PERSONALI. SIATE CAUTI E NON PRETENDETE DI IM-

PORRE IL VOSTRO PARERE · SALUTE LE DIFESE IMMUNITARIE BASSE VI FANNO SENTIRE FIACCHI E SVOGLIATI. DOVETE SFORZARVI DI ESSERE PIÙ ATTIVI

LEONEDAL 23/07AL 23/08

FASCINO TANTA VOGLIA DI VIAGGIARE, DIVER-TIRSI E CONOSCERE GENTE NUOVA. FINAL-MENTE SI ESCE DAL LETARGO CRONICO ·

SALUTE SE SIETE SPORTIVI QUESTO È IL MOMENTO DI RAGGIUNGERE TRAGUARDI IMPORTANTI. SE NON LO SIETE INIZIATE ORA

VERGINEDAL 24/08

AL 22/09FASCINO L’AMORE VI GRATIFICHERÀ MOLTO E VI FARÀ PROVARE SENSAZIONI

CHE CREDEVATE DIMENTICATE: DELICATEZZA · SALUTE AMMINISTRATE BENE LE VOSTRE FORZE O RISCHIERETE DI SENTIRVI FIACCHI E DEMOTIVATI. AT-TENTI AI RAFFREDDORI

OroscopoINIZIATE L’ANNO CON I MIGLIORI

PROPOSITI: L’AMORE E LA SALUTE

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Page 77: Chioggia dic2013 n156

commercializza in loco gli stessi prodotti (etichette ed accessori), oggi conta 35 dipendenti con una quota di penetrazione pari all’80% del consumo totale cileno di eti-chette per l’abbigliamento. Fino al 2006, vale a dire prima della crisi che ha attanagliato l’edilizia, Pao-lo Pinato si è distinto anche come costruttore edile in special modo nel saper investire nell’edifi cazione di capannoni industriali, tant’è che l’ampliamento della Zona Indu-striale ovest del piovese (in totale 60 mila mq coperti) è stata opera sua. “Ora però mi sono fermato – ci ha dichiarato - l’edilizia, sia quella industriale che abitativa, qui da noi non tira più e così mi sono orientato verso i Caraibi a S.Domingo dove il turismo mondiale richiede sempre più alloggi come riportato anche dal sole 24 ore del 21 novembre di quest’anno; là fi nora ho costruito 3 residence per una settantina di ap-partamenti totali e altri 30 sono in costruzione, oltre a 4 ville signorili. Brevettato pilota di aereo VFR, sin da giovane Paolo Pinato ha amato la velocità e le auto sportive. La sua passione lo ha portato a gareggiare nel Ferrari challenger e nel campio-nato europeo GT. “Ora però non corro più, ma non ho abbandonato del tutto le quattro ruote, mi piace con i miei due fi gli fare qualche giro in Kart a Jesolo. La sua fi losofi a di vita, comunque, è improntata alla ricerca del benessere fi sico. Non manca mai, nella pausa pranzo, di frequentare la palestra che rimane vicino alla sua azienda: “Sono con-vinto che sia importante mantenersi in forma e non esagerare col cibo”. A 47 anni, insomma, Paolo Pinato si può considerare un imprenditore che sa come e dove investire le ri-sorse e tracciare per la sua azienda un percorso sempre più votato alla crescita.

Protagonisti a NordestProtagonisti a Nordest

Grazie all’intuizione e capacità imprenditoriale del presidente Paolo Pinato esporta in Europa e in centro e sud America fatturando oltre 10 milioni di euro

Il suo uffi cio è a dir poco accoglien-te, così come l’intero edifi cio della PANAMA TRIMMINGS in via Meuc-ci al civico 24 di Piove di Sacco, da pochi anni ristrutturato secondo le direttive del presidente e ammini-stratore delegato Paolo Pinato. Vetro, acciaio e legno dominano in una miscellanea piacevole e armo-niosa che ti offre un colpo d’occhio luminoso. Nata a Vigorovea come ditta individuale nel lontano 1971, grazie all’intuito del padre Giulia-no (prematuramente scomparso nell’89) successivamente ha preso in mano la conduzione dell’azien-da Paolo Pinato 47 anni sposato con due fi gli. L’acume commerciale di Paolo ha fatto sì che la PANA-MA TRIMMINGS crescesse sempre

più fi no ad arrivare agli attuali 10 milioni di fatturato. L’azienda si è specializzata su due fi loni: quello che commercializza accessori per il settore dell’abbigliamento, e quello della produzione di etichette di pel-le e similpelle utilizzate dalle grandi marche e fi rme dell’abbigliamento mondiale.Il 70% del lavoro della PANAMA TRIMMINGS si rivolge all’estero e più precisamente nel nord e centro Europa oltre che al centro america. La PANAMA TRIMMINGS attual-mente annovera una cinquantina di dipendenti, ma con quelli impiegati nell’indotto il numero oltrepassa il centinaio. Nel 2001 a Santiago del Cile per volontà di Paolo nasce Biesse Cile azienda che produce e

Commercializza e produce etichette per l’abbigliamento con oltre un centinaio di dipendenti

La Panama Trimmings azienda del piovese votata all’eccellenza

Paolo Pinato

L’intervista

informazione pubblicitaria

Paolo Pinato si è distinto anche nell’edilizia abitativa ed industriale. Quasi tutto suo l’investimento sulla Zona industriale Ovest di Piove di Sacco

Grande amante della velocità, Paolo Pinato ha acquisito il brevetto di pilota di aereo VFR ed ha gareggiato nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT

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A Campodarsego 049-5566044, Codevigo (outlet) 049-9703715Piove di Sacco 049-9702992, Rovigo 0425-475510

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