Istituto Superiore Statale “G.B. Rubini” Romano di Lombardia (BG)
Classe 2ª C.A.T. Anno Scolastico 2014/15
Che fine hanno fatto il Mulino di Gallignano, il suo mugnaio
e... il suo mais?
Itinerario didattico - scientifico del progetto “Dalla scuola al territorio”
“Le scuole della Lombardia per EXPO 2015” Unità formativa classe 2a A C.A.T
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Presentazione Collaboratori
Da tempo il nostro Istituto programma
attività parallele alle classiche lezioni
frontali: esercitazioni in laboratorio e sul
campo, itinerari didattici, visite a impian-
ti, partecipazione a eventi, raccolta diffe-
renziata in Istituto. Da alcuni anni le at-
tività sono state raccolte in unico progetto
denominato “Dalla scuola al territorio”,
di anno in anno rivisto e integrato. Gli
obiettivi sono ovviamente legati ai conte-
nuti delle scienze integrate e ampliati a
tematiche attuali come lo sviluppo soste-
nibile e la conoscenza del territorio. In
relazione alle innovazioni didattiche e al-
la riforma le attività sono diventate
un’ottima risorsa per programmare unità
formative comuni e progetti
dell’alternanza scuola-lavoro.
Quest’anno, in occasione di Expo 2015,
alle attività classiche ne è stata aggiunta
una nuova: lo studio dei mulini storici o
di quello che ne rimane nel nostro territo-
rio.
L’attività, integrata con le ricerche stori-
che, tecniche e geografiche, è diventata
Unità Formativa della classe 2ª A CAT
(costruzioni, ambiente, territorio) e della
4X (meccanica) con gli alunni protagoni-
sti nella ricerca sotto la guida dei docenti
e con l’aiuto del tecnico di laboratorio.
Valtolina Alessandro
Perna Martina
Ambrosini Alice
Arrigoni Christian
Cartina iconografica
Bellini Milena
Rizzoli Letizia
Beretta Sofia
Icone per cartografia
Ricerca toponomastica
Bianchi Michela
Etemaj Valon
Strugariu Samuel
Mulini di Caravaggio
Itinerario
Costa Andrea
Poma Gabriele
Facchetti Federico
Sistemazione materiale
Ricerca sul campo mulino di Gal-
lignano, Morengo e Brignano.
Ricordi di Antegnate
Pietroforte Alessio
Chahbi karim
Kumar Sahil
Linea del tempo dell’energia
Marone Matteo
Tadini Kevin
Lorenzini Bruno
Linea del tempo del mulino,
mulini di Romano
Battaglia Manuel
Capelletti Luca
Singh Balpreet
Bibliografia
Relazione di “Da Lezze”
D’Amico Mattia Coordinamento lavori in classe
Coordinatori del
progetto EXPO
Gianluigi Nava
Maria Poliseno
Fabio Giurdanella
Impaginazione
e grafica
Fabio Giurdanella
Hanno collaborato i
docenti:
Luciano Lanzeni
Leonardo Capetti
Donatella Rubini
Rosa Di Luca
Maria T. Bonassi
Laura Foieni
Collaborazioni
esterne
Comune di Madignano
Comune di Romano di L.
Emanuele Carioni
Mugnaio Franco
This work is based on the detection of the presence of water mills, or what's left. The affected area has as extreme Seriate,
and Mozzanica North, south, along the area falling in the basin of the river Serio and Oglio excursions to the east and west of the
Adda. The research began in February of 2014 with the students of the first class CAT, during the presentation of the work for the
regional competition "schools in the region of Lombardy for EXPO 2015". The final products were realized in a brochure, a video
and a map with icons that indicate the sites in the presence of works related to art milling. The research is being coupled to an output-
teaching with a visit to the museum of the mill of Madingley (CR) and the mill Carioni converted at Misano Gera d'Adda, while the
students, themselves, have done research work in their own countries.
Introduzione
Il presente lavoro si basa sulla ricerca sul
campo, in rete, nella toponomastica, nella
bibliografia, nella memoria storica e nella
tradizione orale della presenza di mulini ad
acqua o di quello che ne rimane.
L’area interessata ha come estremi Seriate,
a Nord, e Mozzanica, a sud, lungo l’area ri-
cadente nel bacino del fiume Serio, con
escursioni verso quello dell’Oglio a est e
dell’Adda a Ovest. La ricerca è iniziata nel
febbraio del 2014, in occasione della pre-
sentazione dei lavori per il concorso regio-
nale “Le scuole della regione Lombardia
per EXPO 2015”. I prodotti finali si sono
concretizzati nel presente opuscolo che rac-
coglie i vari lavori di ricerca degli alunni, in
un video, nella raccolta fotografica e in una
cartina con icone che segnalano i siti con
presenza di edifici molitori (con o senza
meccanismi interni o riconvertiti con uso di
motori elettrici), delle ruote, o della sem-
plice presenza di vie o luoghi il cui nome
ricordi la presenza di mulini, magli o seghe-
rie ad acqua. Alla ricerca è stata unita
un’uscita didattica con visite al museo del
mulino di Madignano (CR) e al mulino Ca-
rioni riconvertito a Misano Gera D’Adda
(BG), mentre gli alunni, autonomamente,
hanno svolto lavori di ricerca nei propri paesi.
All’attività è stata collegata un’unità formativa comune, stilata da due docenti di area scientifica,
condivisa e deliberata in consiglio di classe e durante il mese di novembre si sono integrate alle
classiche lezioni dei lavori di ricerca in gruppi, nella convinzione comunque di poter far raggiunge-
re gli obiettivi formativi attraverso un modo diverso rispetto alle classiche lezioni frontali.
Da sottolineare che l’idea di svolgere questa attività è nata da un’esperienza di circa vent’anni fa,
quando alcuni docenti avevano incontrato il sig. Franco, forse l’ultimo dei mugnai, nel suo mulino
di Gallignano e da allora se ne erano persi i contatti … e da qui il titolo del presente opuscolo.
Nel presente lavoro si è preferito non insistere sulla storia e la meccanica dei mulini, reperibile in
rete, si sono schematizzate solo le linee del tempo-energia, e dell’evoluzione dei mulini preferendo
la ricerca diretta e applicata alla mappa, alle schede e all’iconografia.
Per chi vuole saperne di più rimandiamo ai siti citati in bibliografia in particolare quello
dell’AIAMS, del “Magico Veneto” e del museo di Madignano, che ringraziamo per la gentile con-
cessione ad utilizzare i testi specifici presenti in loco, essendo non abbondanti le risorse bibliografi-
che in merito.
All’unità formativa ha partecipato anche la 4 X meccanici che nel corso del primo quadrimestre si è
adoperata nell’allestimento, in officina, di un modellino di mulino ad acqua con macine metalliche.
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Linea del tempo – Energia (Le date sono indicative)
Anno 0
La scoperta del fuoco
1,8 milioni di anni fa: legno e vegetali, selce e pietra focaia
Uomo e
animali da
soma
Mulini
idraulici
Motore e Macchine a vapore. James Watt
Prima Rivoluzione industriale
Carbone
12.000 a.C.
800
1600
2000 Teleriscaldamento e
risparmio energetico
Pannello fotovoltaico 1963
1960 Biogas/Biomassa
1940 Uso civile del metano
1930 Gasoli e motore diesel
1920 Energia eolica
1930 Energia nucleare
1890 Energia geotermica
Energia idroelettrica
Seconda rivoluzione industriale
1888 Corrente alternata (Tesla)
Corrente continua (Edison e la sua lampadina)
Centrale termoelettrica
a carbone, petrolio, gas
1876 Petrolio e Motore a scoppio
1863 Motore elettrico, trasformatore, Galileo Ferraris
1835 Anello di Pacinotti
.
elettromagnetismo e la corrente elettrica Dinamo e alternatore 1830
Batteria di Grenée
Pila di Volta 1800
Metano 1805
Forza del vento
Elettronica, le rinnovabili
Fusione nucleare. Moto delle maree
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8000 A.C. INIZIO AGRICOLTURA.
80 A.C. NASCITA DI VITRUVIO Inventore del mulino a ruota verticale 65 A.C. MULINO FATTO COSTRUIRE A CARIBA DA
MITRIDATE
ANNO 0 I SECOLO -USO MULINO A RUOTA VERTICALE E ASSE
ORIZZONTALE
-MULINO DI VENAFRO?
II SECOLO
-RALLENTAMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL MULINO -
MULINO PER DI SOPRA
-IL MULINO DI BARBEQUAL IN FRANCIA -MULINO NEVIANO DEGLI ARDUINI A PARMA III SECOLO D.C.
VIII SECOLO
-RE DESIDERIO DAVA UN MULINO AL MONASTERO
DI SAN SALVATORE NEL 767 D.C.
-PRESENZA DI UN MULINO PRESSO LA “CURTI” DI
GOSELNAGO VICINO A SIRMIONE
VII SECOLO
VI SECOLO D.C.
-PRIMO UTILIZZO MULINO GALEGGIANTE NEL 537
V SECOLO D.C.
-COMPARSA IN UN MOSAICO LA RAP
PRESENTAZIONE DI UN MULINO
IDRAULICO A BISANZIO
IV SECOLO D.C.
-MULINI PER TAGLIO E LEVIGATURA MARMO
SUL FIUME MOSELLA NEL 379
IX SECOLO
X SECOLO .
-INIZIO AMPIA DIFFUSIONE MULINI AD ACQUA PER
IL PROGRESSIVO AUMENTO DELLA POPOLAZIONE
–TASSA DI RISCOSSIONE DEI DIRITTI PER L’USO DEL MULINO CHE PRENDE IL NOME DI “BANNO”
FINO AL 1789
XI SECOLO
-COSTRUZIONI NUOVI CANALI UTILIZZANDO
ANCHE PREESISTENTI VIE D’ACQUA NEL 1000 D.C.
-ESISTENZA DI 5624 MULINI -EUROPA MAGGIORE DIFFUSIONE ENERGIA
IDRAULICA
XIII SECOLO .
-TUTELA E SALVAGUARDIA DEL MULINO NEL 1216 .
-PRIMO SCHIZZO DI UNA SEGA METALLICA
AZIONATA DA FORZA IDRAULICA NEL 1235
XIV SECOLO
-IL MUGNAIO ERA ESENTATO DAL PARTECIPARE
ALLE CAMPAGNE MILITARI ED ERA TENUTO A
RISPETTARE TASSATIVAMENTE ALCUNE REGOLE TIPO: MACINARE IL GRANO E CONSEGNARLO IN 3
GIORNI XV SECOLO D.C.
-IL MUGNAIO ERA SOGGETTO A
IMPOSIZIONI XVI SECOLO
-INNOVAZIONE COSTITUITA DALLA
REALIZZAZIONE DI UNA RUOTA “PER DI SOPRA”
MUNITA DI CASSETTE -LA GABELLA DELLE MACINE COLPIVA SIA IL
MUGNAIO SIA IL CLIENTE NEL 1559
XVIII SECOLO
-RUOTA “PER DI SOTTO” RENDIMENTO MASSIMO 25%
-30% E RUOTA “PER DI SOPRA” RENDIMENTO
MASSIMO 60% - 70% -MULINO A VAPORE NEL 1780 .
-FINE DEL BANNO con LA RIVOLUZIONE FRANCESE
NEL 1789 -MULINO CAPACE DI SVOLGERE MOLTEPLICI
FUNZIONI, INIZIO RIVOLUZIONE INDUSTIALE
XIX SECOLO
-BRESCIA 805 MULINI E IN ITALIA 74083 MULINI NEL 1869,
37000 NEL 1896, 14000 NEL 1930, 8114 NEL 1960, 1486 NEL
1981
XX SECOLO .
-TURBINA LAMINATOI
-50000 MULINI NEL 1981
LE RUOTE DIVENTANO DI FERRO
XXI SECOLO . -INDUSTRIA MOLITORIA ELETTRICA
XVII SECOLO
1780, MULINO A VAPORE, USO DI LAMINATOI A CILINDRO E PLANSICHTER
Linea del tempo dei Mulini
1 Sec. A.C. Mulino con ruota orizzontale “greco”
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Due parole… sulle nostre ricerche.
Come si è detto non si vuole ri-petere quello che potete trovare in rete sulla storia dei mulini, ci siamo limitati presentare una li-nea del tempo sull’argomento ma cosa buona è un breve riassunto per chi vuole avere “un’infarinatura” sull’arte molitoria nella nostra zona. In primis possiamo citare retori-camente “dove c’è acqua c’è mu-lino” e dimentichiamoci da subito il mulino che ci tedia da anni alla televisione (realmente esistente in Toscana) dal funzionamento a dir poco improbabile. L’abbondanza di acqua della no-stra pianura ha influito notevol-mente sullo sviluppo dei mulini anche se i nostri fiumi non sono mai stati utilizzati direttamente ma sono state le loro derivazioni a far girare le ruote quindi i ca-nali, le rogge, ma più in particola-re nella nostra zona le aste dei fontanili, deputati in un primo momento all’irrigazione e, nel prosieguo del loro percorso, sono stati sfruttati anche per azionare i mulini.
Se si osserva la cartina IGM della fine dell’Ottocento, si evince che i mulini erano presenti in tutti i paesi (con anche più di un edificio) ed è facile pensare che almeno fino all’avvento dell’elettricità le ruote abbiano continuato a girare e alcun hanno proseguito, per svariati motivi, la loro attività fino agli anni Sessanta. Con l’avvento dell’energia elettrica alcuni mu-lini sono diventati essi stessi produttori di energia e la ruota trasformata in turbina riforniva il più vicino opificio. Con la distribuzione di energia nazionale, tra gli anni trenta e cinquanta, gran parte dei mulini sono stati convertiti: la ruota si è fermata e al suo posto è stato montato il motore elettrico e le macine sono state sostituite da cilindri meccanici con una struttura di aspira-zione. Gli altri meno fortunati sono stati abbattuti o trasformati in abitazione.
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Nella scheda allegata viene riportato dettaglia-tamente quanto trovato dagli alunni nei loro paesi: segnaliamo che i mulini dell’alta pianura con buo-na probabilità erano con alimentazione idraulica “da sotto”: l’acqua incana-lata colpiva a forte veloci-tà la parte sotto della ruo-ta, come si evince dai re-sti che si osservano a Za-nica e a Sforzatica con ruote piccole, gli altri, nel-la media pianura presen-tavano una ruota grande con alimentazione centra-le cosiddetta di “mezzo”: le pale fungevano da taz-za raccoglitrice sfruttando anche il peso dell’acqua. Per questioni geomorfo-logiche quelli alimentati da sopra sono presenti solo nella fascia montuo-sa. Meritevoli di segnalazione sono il mulino del Gerro a Morengo, quello di Galli-gnano e quello di Madi-gnano. Quello di Moren-go, ultima sede dei nostri sopralluoghi, è un mulino ancora intatto con ruota,
macine e struttura ab-bandonate ma ancora inalterate; sarebbe davve-ro opportuno un interven-to di restauro su di esso. Cascina Rasega a Cologno al S.
Tipo esempio di mulino da sotto: Mulino del Bosco di Zanica
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Vagando nell’alta e la media pianura si rinvengono qua e la gli edifici, diverse ruote e a volte rimesse e restaurate a ricordo della loro storia La toponomastica ci viene in aiuto ri-cordando anche la presenza di segherie e magli. Da ricordare infine la relazione del vene-to Da Leffe che nel 1576 aveva redatto un’interessante “lista”, oltre al resto, della presen-za dei mulini nel bergamasco appartenente alla Repubblica di Venezia di cui riportiamo una scheda.
Quello che abbiamo descritto è solo una visione superficiale e incompleta sull’arte molito-ria e pertanto ringraziamo da subito coloro che ci vorranno fornire approfondimenti e in-formazioni.
Mulino di Mezzo: Mulino di Levate, anni 50
Mulino Porri dal 1906.
Mulino di Mezzo: Mulino di Levate, oggi.
Mulino Porri dal 1906.
Mulino di sopra: Grone
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La scheda Note tecniche:
La ricerca è fondata sull’indagine locale assumendo informazioni dirette, consultando la bibliografia locale, la toponomastica, utilizzando Google Maps ed infine il sopralluogo diretto o indiretto sempre con Google Street View. Sono state utilizzate le carte IGM 1971 e pochi fogli del 1899.
In carattere normale e scritto ciò che è stato trovato nei sopralluoghi, in corsivo quello visibile nelle carte IGM 1971, inoltre in queste compare la sigla “ofi” e/o il simbolo della ruota (Opificio a forza idraulica con ruota, ofi). Da
precisare che se il mulino era ubicato nel centro abitato nelle carte del 1971 non veniva segnato per questioni pratiche (o forse già da allora i mulini avevano perso significato),. Sempre in corsivo con data 1899 quelli presenti nelle carte, delle quali abbiamo analizzato solo il foglio 46. Inoltre fuori dalla nostra area segnaliamo a Bergamo, zona Campagnola la presenza di un mulino (modellino presente nel presepe della chiesa), e a Camisano la dicitura ofi.
Antegnate Rimane solo la toponomastica con il Parco del mulino
Arcene Nessuna notizia
Arzago d'Adda Nessuna notizia
Azzano Molino a nord del centro abitato con ofi 1889
Barbata Nessuna notizia
Bariano Ruota sulla strada statale e via mulino in paese, probabile la sua foto nel li-bro ”Il Serio” Cappellini Terzi 87 Ferrari ofi coincidente con l’attuale ruota1889
Bolgare Foto nel volume “bergamasca in pianura” GAB
Boltiere Nessuna notizia
Brignano Gera d'Adda Edificio anni 60 che al suo interno ingloba una mastodontica ruota visibile, riconvertito e tuttora funzionante (ditta Castelli G.) dicitura M° di sopra,al di sopra di quello sopradescritto
Calcinate Via Rasega Cna Rasica 1971 C.na Rassega1889
Calcio Nessuna notizia
Calvenzano Nessuna notizia
Canonica d'Adda Nessuna notizia
Caravaggio Diverse notizie storiche, rimane l’edificio Mulino Mascheretti riconvertito con strutture idrauliche ma privato di ruota; sulla strada che porta a Mozzanica, loc. Ancillotto, presso la c.na Rasega sono visibili due ruote ristrutturate e strutture idrauliche, a Masano edificio detto il “mulino non visitato” (mulino Merlo?), verso Montizzolo si citano le ruote della Rasica, dicitura ex molino sulla roggia Mulina (il Merlo?) a Masano a sud della Cna Rino ofi, sulla roggia Rondanina, a sud del centro abitato dicitura il Maglio con ofi ,e zona Montizzolo altro ofi presente anche 1889
Casirate d'Adda Nessuna notizia
Castel Rozzone Nessuna notizia
Cavernago Nessuna notizia
Ciserano Via Mulino del Monte e ristorante “il mulino” con ruota M° dell’ospitale con ofi a Nord c.a.1889
Cividate al Piano Nessuna notizia
Cologno al Serio Ruota posticcia alla C.na Rosa Campagna ma di dubbio significato, C. na Rasega, grande edificio sulla statale 591 a sud del paese, con strutture idrauliche e ambiente interno visibile dove era collocata ruota che girava grazie alle acque del fontanile, ora caseificio 4 Portoni cascina Rasega senza simbolo e dicitura Mo campagna e ofi
ComunNuovo Nessuna notizia
Corte nuova Via mulino dicitura Mo di Cortenuova
Covo Grande ruota visibile sulla strada C.na Molino a ovest del paese
Dalmine Sforzatica Tracce idrauliche lungo la roggia in via Filzi
Fara Gera d'Adda Nessuna notizia
Fara Olivana con Sola Nessuna notizia se non una foto di Sola con grande ruota nel libro “Il Serio”
Fontanella Ricordi di segherie “ofi” a ovest centro abitato ( a sud della strada che va a Barbata)
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Fornovo San Giovanni Rimane edificio restaurato adibito ad abitazione, nel parco è stata lasciata mezza ruota a ricordo, c’è una via Mulino Ofi
Ghisalba Pare non ci siano riferimenti storici
Isso Via Mulino
Levate Ruota ancora presente con edificio strutture di base cinquecentesche
Lurano Via Mulino con edificio rurale e ruota nascosta lungo la roggia adibito a de-posito, ricordi di un mulino a est del centro abitato, demolito per far posto alla sede stradale Vi è la dicitura Molino
Martinengo Paese di mulini di cui non v’è traccia… Dicitura Mo nuovo a est del cimitero
Misano di Gera d 'Adda Mulino Carioni con ruota ma riconvertito, funzionante fino al 1995 ofi coincidente con mulino Carioni
Morengo Mulino del Gerro ancora intatto dei fratelli Fratelli no simbolo ofi
Mornico al Serio Carta 1889 M° s. Zeno a nord centro abitata ofi
Mozzanica Due ruote di bella architettura visibili dalla strada con gli edifici
Osio Sopra Sotto Via Rasica citata segherie presente a metà ottocento, grande opificio con strutture idrauliche
Pagazzano Mulino Costa con ruota, ma riconvertito
Palosco Nessuna notizia
Pognano Nessuna notizia
Pontirolo Nuovo Nessuna notizia
Pumenengo Nessuna notizia “ofi” strada Rudiano superato l’Oglio
Romano di Lombardia Si citano 5 mulini, fino al 1967 mulino di porta Brescia (foto), mulino della C,na Rasica ora con ruota rifatta , via del maglio dove era situato l’opificio attivo fino 1878 cascina rasica ofi
Seriate Solo bibliografia con il libro “vecchio mulino”
Spirano Edificio restaurato con scritta mulino Valota; ricordi di una segheria verso Casteliteggio. Da citare la Mulini Moretti, industria molitoria leader.
Stezzano Via mulino
Torre Pallavicina Ruota ed edificio del centro didattico del parco Oglio Dicitura Mo di Basso a est
Treviglio Edificio Fanzaga storico, il Ferrandino demolito rimane la ruota, altra ruota in bella mostra in un condominio in via Ortigara, toponomastica a sud di Trevi-glio ,sulla roggia Castolda ofi con dicitura oleificio (a sud ovest dell’ospedale ), si conferma Maglio coincidente con l’attuale sulla roggia mulini.
Treviolo Via molino
Urgnano in via mulino dei prati rimane l’edificio trasformato in ristorante con una ruota posticcia “all’antico Molino” Cna Molino dei prati coincidente con ristorante senza simbologia 1971 M°dei prati e M° della Basella a nord del ca con ofi 1889 (rimane edificio con tracce idrauliche )ofi anche a Nord del centro abitato di Urgnano probabil-mente coincidente con via mulino vecchio
Verdellino Nessuna notizia
Verdello. Due mulini negli anni 50.
Zanica Mulino Bertoli trasformato prima in centralina elettrica e poi segheria e arro-tatura lame elettrica, rimane l’edificio e tracce di antiche strutture, ricordi di un mulino in via Morlino. In via Mulino del bosco vi è un bell’edificio seicen-tesco con ruote posticce e strutture idrauliche antiche (azienda agrituristica Zanni Chiara); mulino del Padergnone, bell’edificio cinquecentesco senza ruota con strutture idrauliche e con blocchi di arenaria (acquistato dal comu-ne) Dicitura Mo del Bosco, Roggia molino (Grassobbio- Capannelle) M°del bosco con ofi e Padergnone solo ofi 1889
Madignano Mulino di sopra funzionante con museo restaurato dal Comune (meta della visita d’istruzione )
Gallignano Mulino del sig. Franco, perfettamente funzionante
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I mulini di Madignano e…… (relazione di Strugariu, Bianchi e Etemaj )
Venerdì 31 ottobre, di prima mat-tina, grazie anche al contributo del Comune di Romano che ha offerto il trasporto in pullmann, la nostra classe ha partecipato alla visita d’istruzione a due mulini: quello di Madignano e quello di Misano. Lungo il tragitto, abbia-mo potuto osservare le ruote di Bariano e Mozzanica e le nume-rose rogge. I canali, nati per irri-gare, ci ricordano anche che do-ve c’era acqua c’era energia sfruttabile per i mulini, ma questi, che un tempo segnavano la zo-na, sono spariti e ben poco ne rimane.
Si è salvato però quello di Madignano, meta della nostra visita. L’esistenza di questo mulino ad acqua è documentata già dal 1805, come descritto in una tavola; è rimasto operativo sino a metà degli anni 70, poi ceduto nel 1991 dagli ultimi eredi all’Amministrazione Comunale; in seguito alla ristrutturazione è diventato nel 1994 museo dell’Arte Molitoria e della Civiltà Contadina. Ad attenderci, al caratteristico edificio posto in una zona un po’ isolata, i volontari dell’Auser locale: essi hanno messo in funzione la grande ruota mostrando dal vivo il funzionamento del mulino. Il mulino funziona grazie all’acqua della roggia “Pallavicina”, derivazione del Naviglio, a sua volta derivante dall’Oglio. È un tipico mulino di mezzo, perché l’acqua scende a circa metà della ruota sfruttando l’energia potenziale e cinetica. Quest’ultima ha un diametro di 4,5 m. (circa). Il meccanismo è costituito dal movimento di due lu-becchi e una lanterna di ferro, a fianco un altro meccanismo ma elettrico. All’interno di questa struttura abbiamo potuto osservare anche l’abitazione del mugnaio e gli ogget-ti di uso quotidiano e diversi strumenti della campagna.
Interno del Mulino
La casa del mugnaio
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………di Misano e la visita d’istruzione
Dopo la visita e una breve sosta a Crema, siamo andati al mulino di Misano, proprietà del Sig. Emanuele Carioni egli ci ha raccontato che suo nonno e omonimo è stato un generale di guerra ed è morto nella strage di Fossoli. Il mulino Carioni risale alla metà dell’Ottocento ed è rimasto funzionante fino al 2005. Il mulino presenta ancora la ruota ma è stato trasformato¸ i motori hanno sostituito la ruota e i cilin-dri metallici le macine. Per macinare il grano e trasfor-marlo in farina, occorrono diver-si passaggi oltre al buon funzio-namento di serbatoi, tubi aspi-ranti, pompe raider, laminatoi tutto molto interessante ma an-che molto complesso; il sig. Emanuele ci ha mostrato la struttura ancora esistente e ci ha raccontato che una notte l’apertura di un canale ha fatto muovere la ruota e dato che quest’ultima era ferma da molto tempo, tutta la casa traballava a causa del suo movimento! Al ritorno abbiamo effettuato una breve visita al santuario di Caravaggio.
Il Sig. Emanuele Carioni
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Ricerca mulino ad Antegnate di Poma Ad Antegnate un tempo c’era un mulino usato per macinare grano da cui si ricavava la farina. Il mulino sor-geva vicino al centro di Antegnate. Il mulino era composto da una ruota che sfruttava la forza dell’acqua, l’acqua proveniva da una roggia che si estendeva per tutto il paese. La gente portava al mulino dei sacchi di grano e una volta macinati erano venduti o consumati direttamente dal proprietario della granaglia. Oggi del vecchio mulino non vi sono resti tangibili, però è rimasta una via, dove è sorto un parco, chiamato in dialetto ”muli ècc”.
Amarcord dei mulini a Treviglio di Gatti Per realizzare questo lavoro ho fatto prima delle ricerche su internet e ho chiesto informazioni ai miei nonni. Dai loro ricordi sono nati questi appunti : in via Felice Cavallotti rimane un edificio detto ora Mulino Fanza-ga; è stato costruito circa sette secoli fa e le varie ristrutturazioni lo han portato fino a noi nell’attuale veste novecentesca . Il mulino ha smesso di funzionare solo nel 1998, dopo la tragica morte del mugnaio. Rappre-senta un monumento dell’archeologia industriale. Un testimone dell’arte molitoria e della vita contadina e pertanto la popolazione si sta attivando per il recupero , grazie all’intervento del FAI. Nel suo interno sono presenti due ruote orizzontali, in un locale probabilmente del Trecento con volta a bot-te mentre rimane il meccanismo ottocentesco Rimangono solo i ricordi del mulino detto del Ferrandino nel complesso di cascina in via Calvenzano. Il co-siddetto “mulino bianco”, prima per la farina, poi fabbrica del ghiaccio e, infine, frantoio, ha subito una triste fine perché sfortuna vuole che fosse posizionato sul tracciato della Tav…Si è salvata la ruota in attesa di essere collocata con intenti scenografici ma ahimè solo alla memoria … Quando mia nonna era bambina cantava “gira, gira la röda del mulì, l’è la röda del Ferandì, la masna al mel-gù i se fi’, l’è la farina del Ferandì”. Nella toponomastica sono da citare la via del Maglio e la via Maglio , la località Maglio, la roggia dei mulini, mentre una ruota, probabilmente dell’oleificio Ferri troneggia all’interno di un condominio , nei ricordi il mulino Cologno in piazza del Popolo, ora rimane solo un’aiuola e il mulino della “rampada dei asegn” in via Cesare Battisti
L’edificio del mulino Fanzaga
Il Ferrandino
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Rimandiamo alla cartografia a più grande scala
per i dettagli
Area analizzata
Presenza di edificio molitorio
senza definizione dell’interesse
architettonico o storico
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Caravaggio on the road…. di Bianchi A Caravaggio erano presenti quat-tro mulini vicini alle Porte del Bor-go. mentre il quinto mulino è stato costruito sulle rovine di una torre d'avvistamento,fuori dal Borgo, verso la cascina Montizzolo. Tre dei quattro mulini di Caravag-gio risalgono a prima del'500, solo quello di Porta Seriola, ovvero il mulino MASCARETTI era di pro-prietà comunale.
Il mulino"Mascaretti" in Caravaggio non è più funzionante a causa della rimozione della ruota ma sono pre-senti ancora i meccanismi probabilmente elettrici al suo interno. Non abbiamo rilevato altri elementi riconducibili ai mulini presenti nel territorio di Caravaggio a quell'epoca. -A Masano troviamo il mulino "Merlo" costruito nel 1786 dall'ingegnere Carlo Benedetto Merlo. Nel corso del tempo tale mulino venne sottoposto a numerosi interventi di ordinaria manutenzione che hanno comunque mantenuto la struttura originale del mulino. Purtroppo non abbiamo potuto accedere per verificare lo stato dell'ambiente interno a causa dell'ostilità del proprietario. -La cascina Resiga (in dialetto Resga) ,all'epoca era una segheria e funzionava grazie all'utilizzo dei mulini che azionavano il movimento delle macchine per segare il legname. Ora le ruote dei mulini sono esposte fuori dalla cascina come monumenti alla memoria. Nei pressi della cascina è stato posizionato un monumento alla memoria di Gionvanni Ancillotto, un ufficiale e aviatore italiano, decorato con medaglia d'oro al valor militare, morto in un incidente stradale presso la Resiga nel 1924.
Mulini di Mozzanica
La cascina Resiga
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Mulini a Romano di Lombardia di Rizzoli e Tadini A Romano erano presenti molti mulini ma l’unica testimo-nianza presente è quella di via Patrioti Romanesi. Il muli-no fu costruito nel 1420 ed era azionato da una ruota in legno, senza salto d’acqua. Nel 1423 venne costruito un edificio adiacente al mulino, la Rasica. Inizialmente veniva utilizzata per la lavorazione del legno e poi, intorno all’Ottocento, trasformata in edificio per la torchiatura e la macinatura di lino e colza, per ricavare olio e mangime grasso per il bestiame.
Il tutto ha smesso di funzionare nel 1900 circa. Ora questo edificio è di proprietà privata ed è stato trasformato in abitazio-ne e usato come magazzino. Mentre la ruota del mulino è stata restaurata nel 2011 e ora presente con funzione esteti-ca. Quello che resta del vecchio ingra-naggio, sono solo due macine in pietra conservate dal proprietario. Inoltre, duran-te il restauro, è stata ritrovata una pietra con lo stemma della famiglia anticamente proprietaria. Del mulino di Porta Brescia rimane l’edificio; era costituito da un unico locale, le macine erano azionate da 3 ruo-te in legno messe in movimento dall'ac-qua della Seriola con un salto d'acqua di circa due metri.
Nel 1903 le vecchie pale di legno furono sosti-tuite da una turbina idraulica così da utilizzare tutte le forze dell'acqua. Nel 1911 la turbina fu sostituita con una nuova ruota di ferro. Quest'ul-tima ruota è stata tolta nell'anno 1966, nel 1967 l'edificio fu trasformato in esercizio pubblico ri-mane testimonianza della passata destinazione tramite una foto. Del Maglio, costruito nel 1828, rimane solo la via vicina al nostro istituto, utilizzava l’'acqua del Se-rio Morto. Il corso d'acqua fu incanalato e ristret-to in occasione della costruzione della ferrovia. Nel 1878 il maglio fu trasformato in mulino per la macinatura dei cereali. I successivi proprietari lo cedettero per trasformarlo in abitazione.
La Rasica in due dipinti
La ruota della Rasica
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Il mulino di Gallignano. di Poma e Costa
Venerdì 21 novembre abbiamo visitato il mulino di Gallignano. Il proprietario Franco, ci ha subito accolto bene e ci ha fatto fare una” visita turistica “all’interno del mulino. Dopo una spiegazione dettagliata del funzionamento del mulino, ha azionato la ruota alzando la paratia della roggia. Ci ha spiegato inoltre il tipo di mais che usa (autoctono), che purtroppo però non può più piantare per-chè facilmente si incrocia con altri tipi di mais importati. Il proprietario però aveva riposto il mais autoc-tono in alcuni bidoni di plastica così da conser-varne la semenza. Il mulino viene azionato due volte all’anno dal signor Franco macinando il grano autoctono (chiamato in bergamasco “quarantì” riferito al tempo occorrente per la maturazione). Il mulino è composto da una macina fissa e una mobile che ricava l'energia dal moto rotatorio della ruota spinta dall’acqua. Per regolare lo spessore della farina vi era una frizione che serviva ad abbassare o alzare la ruota macinando il grano in tre principali granu-lometrie setacciate con un setaccio manuale: -la prima macina era di granulometria più fine e più pregiata usata per fare dei dolci -la seconda macina si presentava con una granulometria media ed era usata per fare la polenta e impanare -la terza e ultima macina era composta da farina di granulometria più grossa ed era usata esclusi-vamente per fare la polenta ( pasto consumato quotidianamente a quei tempi). Il mulino risale all’inizio 400 ed era una struttura molto più ridotta di quella attuale, il mulino era composto da due ruote di legno e successivamente è stato ristrutturato dal signor Franco. E'stata tolta una ruota in legno ormai rotta mentre l' altra fu sostituita con una in ferro più resistente. E stata una visita molto istruttiva e molto interessante che ci ha permesso di apprendere meglio l’arte molitoria e capire il funzionamento del mulino.
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Il mulino di Brignano gera d’Adda di Costa
Nel centro abitato è presente in un edificio a diversi piani, in un locale seminterrato, una mastodontica ruota, visibile dalla strada; è quello che rimane del vecchio mulino ora anco-ra in funzione, ma completamente riconvertito. La ditta Castelli lavora mais come cereale na-zionale .Il mulino può produrre quasi 200 quin-tali al giorno. Prima di passare alla lavorazione, il mais viene pulito, lavato e umidificato per permettere la degerminazione; in questo pas-saggio viene tolto il germe di mais , usato per l’ olio di mais. I passaggi successivi sono semplici perchè consistono nel far passare la farina attraverso i crivelli cioè cilindri posti nella parte sottostante del mulino. Questi sono di diversa granulometria dove man mano che la farina passa, il prodotto si raffina. L’ ultimo passaggio è la raffinazione che pro-duce la farina bramata per la polenta. Tutti i passaggi avvengono per aspirazione, infatti il prodotto è aspirato senza alcun elevatore per-ché questo potrebbe alterare la qualità del prodotto finale. Gli altri sottoprodotti vengono separati e messi in altre celle di carico per uso mangimistico; un esempio è la farina di mais integrale usata per i mangimi animali.
Macchinari per la setacciatura del materiale La ruota Macchina per la frantumazione della farina Macchina per la pulizia del cereale
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Il mulino di Morengo di Facchetti
Il mulino di Morengo è un mulino situato in via del Gerro all’uscita del paese verso Bariano, nella
struttura dell’omonima cascina. E’ ormai da molto tempo in disuso ma teoricamente potrebbe an-
cora funzionare. Sotto la ruota c'è un fossato in cui scorre dell'acqua derivante dal fontanile di San
Giovanni. Il mulino è ormai dismesso da più di ottanta anni; durante la sua lunga storia è stato an-
che di proprietà del vescovo di Bergamo. Attualmente è di proprietà degli eredi Fratelli e una fami-
glia dei proprietari alloggia nello stesso appartamento in cui anticamente viveva il mugnaio.
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Zanica relazione del prof. Nava
Quello che rimane dell’arte molitoria del comune di Zanica viene rappresentato dalle tre opere del pittore locale Salvetti per sua gentile concessione
Nel dipinti viengono rappresentati: a lato l’opificio del signor Bertoli lungo le rive della Morla, sotto il bell’edificio del mulino del Bosco, nell’ultimo quello che rimane della stuttura presente al Padergnone.
Nelle memorie rimangono i ricordi di una ruota nelle vicinanze della filanda ex proprietà Dossena e un'altra all’inizio della zona Capannelle.
G. Salvetti, pittore in Zanica, Mulino del Bosco
G. Salvetti, pittore in Zanica, Mulino del Padergnone
G. Salvetti, pittore in Zanica, Mulino Bertoli
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Disegno del meccanismo Classe 2A CAT
Modellino di mulino Classe 4 X Meccanici
Fasi di costruzione
Il modello di mulino è stato costruito dagli studenti di 4X sezione Meccanici dopo aver disegnato uno schiz-
zo dei suoi componenti, successivamente si è progettato con l’ausilio del programma Autocad bidimensiona-
le e tridimensionale.
La costruzione è stata eseguita utilizzando soltanto prodotti o semilavorati reperiti in Istituto.
Parti Meccaniche
Struttura portante verticale, alberi di trasmissione, macine, tramoggia, ruota dentata, in acciaio, altri compo-
nenti in alluminio e per i perni sono state usate delle viti a brugola.
Per la ruota a pale si è utilizzato un lamierino di circa 3mm e per le pale concave sono state utilizzate parti li
lattine in alluminio di bibite.
Le dimensioni sono:
180mm di altezza per 150mm di larghezza, il rapporto di giro è di 1 a 3, il tipo di pala è a ruote verticali con
la spinta di sopra, la regolazione delle macine è a vite.
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Dopo il mulino dai grani alle farine e la storia continua con…………………. le PAROLE CHIAVE
CEREALI: per quanto riguarda piante cereali e altre graminacee, vi rimandiamo ai lavori dell’Orto Botanico di Bergamo e in particolare al N. 1 del 1999 dell’Antologia.
Di seguito, alcune parole chiave, estrapolate dai lavori degli alunni.
CARBOIDRATI: composti chimici organici formati da atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno. Sono la più
comune fonte di energia negli organismi viventi. I cibi più ricchi di carboidrati sono pane, pasta, legumi, pa-
tate, riso e cereali.
AMIDO: composto organico di tipo carboidrato, contenuto in alimenti come, pasta, riso, patate. Caratteriz-
zato da un gran numero di unità di glucosio polimerizzate e unite tra di loro da un legame chimico. Antica-
mente, dalla macerazione del frumento avanzato e non macinato al mulino, si otteneva un residuo, sul fondo,
chiamato fecola, dalla quale si ricavava l’amido, una polvere granulosa bianca.
AMILOSIO: è un polimero lineare che tende ad avvolgersi ad elica, costituito da numerose molecole di glu-
cosio stabilizzate da legami a idrogeno.
AMILOPECTINA: è un polimero ramificato che presenta catene di base di struttura simile all'amilosio e
con quest’ultimo forma l’amido.
FARINA: è il prodotto ottenuto dalla macinazione di cereali o altri prodotti. La farina di grano tenero e la
semola (farina di grano duro) sono le più diffuse nel mondo, perché vengono usate per produrre pane e pasta.
Si differenziano molti tipi di farine in base alla materia prima di partenza.
PELLAGRA: malattia che può essere provocata dall’esclusiva assunzione di mais, che era l'alimento base
degli inizi del secolo scorso, in quanto esso è povero di vitamine del gruppo B, PP, e dell’amminoacido trip-
tofano; in quel tempo questa malattia era molto diffusa e, per via della mancanza di varietà
nell’alimentazione, ha causato molti morti.
INTOLLERANZA ALIMENTARE: sono reazioni non tossiche in cui sono coinvolti meccanismi patogeni
diversi dal sistema immunitario. Le intolleranze alimentari agiscono in relazione alla quantità di alimenti non
tollerati ingeriti e con un fenomeno di accumulo di tossine nell'organismo.
INTOLLERANZA AL GLUTINE: sintomi di cattivo assorbimento, diarrea, debolezza e insonnia. Il tutto
può essere accompagnato da formicolii, gonfiore alle caviglie, dolori che interessano il sistema osseo, debo-
lezza muscolare e molto spesso accade che si abbia anche una carenza di ferro.
FARINA DI KAMUT deriva dai processi di macinazione, abburattamento, calibrazione ed eliminazione di
eventuali impurità, del frumento orientale, noto anche come grano rosso o Khorasan. Durante gli anni settan-
ta, un agronomo e biochimico statunitense, Bob Quinn, si interessò a questa tipologia di grano e la chia-
mò Kamut. Il nome deriva da Ka'moet che, in egiziano significa “anima della terra”. Il grano Kamut è mag-
giormente adatto alle colture biologiche, perché cresce molto bene senza l'impiego di fertilizzanti e/o pestici-
di. Attualmente è quindi coltivato biologicamente un po' in tutte le aree del mondo.La farina di Kamut può
essere impiegata come alternativa alla farina di grano duro, per la produzione di pasta e sfarinati ad uso ali-
mentare. Inoltre, il chicco di Kamut viene utilizzato come ingrediente di zuppe, minestre, minestroni ed insa-
late. La preparazione del cereale Kamut richiede molto tempo, perché dev'essere lavato e messo ad ammor-
bidire in acqua per una notte.
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Nella produzione di farine “nostrane” sono da ricordare:
Mulino Priula (Paladina), azienda bergamasca che nasce con l’idea di unire la tradizione artigiana-
le alle attuali esigenze alimentari. Essa attraverso la macinazione a pietra, produce farine di frumen-
to tenero (integrale e non); farine per polenta (farina di mais) e altre farine (semola di grano duro,
farina di kamut, farina di farro, farina di mais bramato bianca, farina integrale di grano saraceno);
Molini Rosignoli, azienda mantovana che acquista tutto il grano necessario in moda da garantire
alla clientela prodotti costanti nel tempo. Essa è dotata di un laboratorio per il controllo della qualità
e la macinazione avviene tramite laminatoi a rulli. Tra le farine prodotte ci sono: farina manitoba,
farina integrale, farina per pizze e paste sfoglie;
Azienda agricola Giulia, azienda bresciana con l’obiettivo di difendere il proprio territorio e pro-
muovere i propri prodotti tipici (farina di segale, farina di mais, farina di frumento, rustichella, fari-
na di grano saraceno, chicchi di mais, chicchi di farro). Infatti, utilizza cereali da essa prodotta e
impiega una macinazione artigianale a pietra;
Molino Nicoli, azienda bergamasca che lavora il mais con l’obiettivo di ottenere prodotti senza glu-
tine, biologici e salutisti (farine per polenta, cereali e snack);
Molini Moretti, la storia della famiglia Moretti ha inizio nel 1922, quando Aristide e Carolina Mo-
retti affittarono un mulino per la macinazione del mais a Campagnola, nacque così la ditta indivi-
duale Aristide Moretti. in provincia di Bergamo. Ora la sede si trova a Spirano, la “Cascina Italia”
che produce farine per polente. Vengono prodotte diverse tipologie di farine a seconda della polenta
desiderata: farina di granoturco bramato (macinata a grana grossa per una polenta consistente); fari-
na di granoturco fioretto (macinata a grana fine per una polenta più morbida); farina di granoturco
macinata integralmente (per ottenere una polenta tipica); farina di granoturco bianco (per ottenere
una polenta bianca); farina di granoturco macinata integralmente per polenta taragna. Inoltre,
l’azienda produce altri tipi di farine: semola di grano duro e farina nera di grano saraceno macinato
a pietra. (dal sito)
Azienda Agricola Salera di Martinengo
Infine il
Mulino Baresi si trova a Roncobello (nella Valle Brembana in Bergamo).
Questo mulino esiste dal 1550. Dal questa attività si ricava : farina gialla e bianca, miglio, olio da
alimentazione e per l'illuminazione, formaggio e pane, attraverso due macine di pietra. Il mulino è
gestito dalla ''FAI'' (Fondo per l'Ambiente Italiano) ed è proprio stato restaurato da loro e trasforma-
to in un museo. Dopo la ristrutturazione è stato inaugurato il 22 luglio 2006.
E il
Maglio di Pontenossa ora museo
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Sitografia utilizzata dagli alunni per le ricerche, alla quale vi rimandiamo.
Associazione italiana amici mulini storici:
Si è costituita nel 2011 ed è la prima organizzazione di questo tipo a livello nazionale.
È una Associazione culturale senza fini di lucro ed ha per scopo la valorizzazione degli antichi
mulini italiani,incoraggiando e sostenendo conferenze,seminari,mostre,pubblicazione di testi,saggi e
articoli.
Intende riuscire studiosi ed amici della cultura molitoria e quanti vogliono dare il loro apporto a
questa causa e collaborare al censimento e catalogazione dei mulini esistenti.
Magico Veneto Magico Veneto è gestito in modo amatoriale, senza alcun rapporto con siti istituzionali e senza
contatti politici, senza sponsorizzazioni o finanziamenti da nessuno, totalmente a loro spese.
E uno spazio dedicato in particolare alle montagne del Veneto, dal loro sito abbiamo preso spunti le
annotazioni teoriche
https://www.magicoveneto.it
Museo del Mulino di Madignano CR
http://www.comune.madignano.gov.it/territorio/luoghi/mulino/index.aspx
http://it.wikipedia.org/wiki/Farina
http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.it/2010/06/reperibilita-tipologia-e-utilizzo-delle.html
http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/farina-amut.html
http://www.megliosenzaglutine.it/it/disturbi-glutine-correlati/
http://www.rosignolimolini.it/index.asp
http://www.anticafarina.it/
http://www.molinonicoli.it/it/
http://www.polentamoretti.com/
http://www.mulinopriula.it/
http://www.eufic.org/article/it/expid/basics-carboidrati/
http://digilander.libero.it/mknight/Ricette/Articoli/Farina.pdf
http://tesi.cab.unipd.it/21936/1/TESIGECCHELE.pdf
http://www.eufic.org/article/it/expid/basics-allergie-intolleranze-alimentari
http://www.magicoveneto.it/arte/mulini/mulini_ad_acqua.htm?#CDXBottomTail
http://www.webalice.it/michele.castellano/Il%20Pane/Le%20Farine.html
http://www.alfemminile.com/menu-cucina/i-diversi-tipi-di-farina-s759514.html
https://www.google.it/imghp?gws_rd=ssl (Google Immagini)
https://www.Albanesi.it
https://www.allergie-intolleranze.it
https://www.tantasalute.it
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Bibliografia
TITOLO OPERA
AUTORE OPERA
IL MULINO DI SOPRA
Tra presente e passato
Pro loco Madignano 2012
MULINI
Suggestione di un mondo perduto
G.F. Manfredini 2005, Cremona
MULINI
Mulini da grano,pile da riso,torchi da olio
Ricognizione del patrimonio edilizio
A. Barsani-M. Piccolo-L. Ruggeri 2005,
Cremona
La forza dell’acqua.
I mulini del Gandovere e della seriola molinaria
L. Prospero, G. Prospero, F.Struzzi 2001, Brescia
consigliato
MULINO VECCHIO
Studi,memorie e immagini di un angolo di
Seriate
G. Clivati – C. Elitropi – M. Pelliccioli 2008,
Bergamo
LE ROGGE DEL CHERIO
Bolgara e Corticchio
L. G: Persiani 1995, Bergamo
MISANO GERA D’ADDA
un paese una storia
P.Origgi 2006, Bergamo
Descrizione di Bergamo e del suo territorio,
del Da Lezze, anno 1596
A cura di Mandretti Pagani, 1988
Masano 963-2003 mille e più compendio
storico
Romilde Lazzari e Andrea Possenti
Cartografia
-IGM 1974 QUADRANTI DELLA ZONA
-IGM 1899 F.46 della Carta d’Italia I.N.O.
IV.S.E. IV.N.E.
- GOOGLE MAPS STREET VIEW
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Estratto della relazione del “Da Lezze” 1596 di Sing B. (solo i comuni ricadenti nella Repubblica Veneta)
PAESE INFORMAZIONI AZZANO (Azano) Nessuna notizia
BARIANO -Una seriola con molini n. 3.Una masena da olio.
CALCINATE Molini quattro, rode de i ss.ri Conti di Malpaga CIVIDATE Molini rode 4.
COLOGNO -Una seriola alla campagna con doi rote de molini. Un'altra vicina con quattro rode. Un 'altra con l'acqua della fossa con doi rode de mo-lino.
Fara FARRA Una seriola con doi rode di molino in Farra di raggione di detta ''Misericordia''
GORLE -Seriola detta ''la Morlana'' si cava dal Serio sopra la qualle vi sono tre rode di molino et una pesta.
GHISALBA Molini rode n. 2. LITEZ Nessuna notizia LURANO Nessuna notizia
MALPAGA Sopra dette acque nel territorio di Malpaga non vi è edifitio / alcuno che un molino di tre rote, raggione Dellss.ri Conti.
MARTINENGO
-Una seriola cavata dal detto fiume Serio et passa per questo loco so-pra la qual vi sono tre molini et una rasega. -Una sortita qual scorre per questo loco a benefitio di adaquar cam-pagne et è chiamata Seriola di Campagana. -Un'altra sortita detta l'Acqua di Serioletto a benefitio ut supra. Nel-la fosa che circonda essa terra vi è una sortita che passa per questo territorio sopra qual acqua vi sono doi molini.
MORENGO Una sortiva chiamata Giogia che nasce ivi et scola sul Milanese sopra la quale vi sono quattro rode da molino.
MORNICO Una seriola si cava dal fiume Serio con doi rode tre molini PALOSCHO Fiume Oglio. Edifitii sopra quello molini rode 4. POGNANO Nessuna notizia
RUMANO
Poco lontano dalle fosse, anzi contigua, sorge una fontana che produ-ce tanta copie de acque, la qual nasce appresso il luogo de Capucini, che fa girar sei rote di molino della comonità compreso altre poco ac-que che vi concorreno, ove sono tre strade crosate con hostarie per le que si va a Brescia per una, a Crema l'altra et nel Cremonese.
SOLA Nessuna notizia
SPIRANO Una seriola con due rode di molino. Un'altra alla Spiranella con altre doi rote
URGNANO Una seriola con molini n.4.
ZANGA Una seriola detta ''la Morla'' con quattro rode di molino. Un'altra detta ''la Seriola Vecchia, con doi rode di molino. Un'altra detta ''Ve-scovada'' con doi rode di molino
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