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lezioni tenute preso i corsi: temi argomenti e spunti progettuali e sperimentali. Autori trattati. Riferimenti,bibliografia, siti utili.
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PAGINA 6 come fare una bibliografia ICAR 13 contenuti
"Ho cominciato a diventare un collezionista povero. Forse speravo di fermare il tempo. Attaccavo i biglietti sulle pagine di un quaderno, ma anchese avevano bei colori chiari con i biglietti del tram non ha funzionato, il tempo non sono riuscito a fermarlo. Non sono riuscito a fermare il tempoanche se ho sempre provato."da: Ettore Sottsass, SCRITTO DI NOTTE, ediz. Adelphi, Milano, maggio 2010, pag. 28
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a proposito di CARLO SCARPA, della Biblioteca e Fondazione Querini Stampalia a Venezia
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altro gioiello della città che, pur con una storia certamente meno drammatica, ha rischiato seriamente di scomparire nell’oblio, riuscendo alla fine a riemergere in tutta la sua
raffinata bellezza. Stiamo parlando del Negozio Olivetti, il cui allestimento venne affidato negli anni ’50 all’architetto Carlo Scarpa. Negli anni ’70 il Negozio diventerà anche sede
di piccole mostre d’arte d’alta qualità, come quella dedicata a Dino Buzzati. Il Negozio, situato sotto i portici delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, verrà poi chiuso e
abbandonato negli anni ’90. Dopo averne curato il restauro le Assicurazioni Generali, proprietarie del Negozio, ne hanno affidato la gestione al FAI (Fondo Ambiente Italiano) che
lo riaprirà al pubblico a Febbraio 2011, restituendo così agli italiani un’icona del Novecento. Il Negozio diventerà “Museo di se stesso” e luogo di incontro, di informazioni e
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Description: La funzione di questo percorso in cemento rivestito in pietra è quella di irregimentare l’invasione del piano terra da parte
dell’acqua della laguna in occasione del fenomeno dell’"acqua alta". La salvaguardia del piano terra da questo fenomeno
viene realizzata da Scarpa intessendo con l’acqua un dialogo fatto di una forte articolazione altimetrica dell’intervento, di
punti nei quali l’invasione dell’acqua è consentita, ma mediata da gradoni in pietra che ne misurano il livello, di altre zone
nelle quali l’acqua viene convogliata in canalette perimetrali, fino appunto alla completa difesa della zona espositiva o alla
completa invasione, a livelli diversi, della stanza a fianco del portego. Qui perimetralmente viene ribassato il pavimento in
modo da lasciare in vista il basamento di alcune colonne e lasciare entrare l’acqua che in alcuni casi può arrivare a
riempire anche alcuni solchi tracciati al centro del pavimento, fino ad allagare l’intero vano, sul quale si affaccia, come
una sorta di pontile, il terminale del percorso a quota "asciutta". La strada percorsa dall’acqua nella sua invasione viene
cioè disegnata, usata come mutevole materiale del progetto, così come gli effetti di luce e i riflessi che genera. La volontà
di utilizzare l’acqua come elemento fondamentale del progetto di risistemazione della Fondazione è evidente dalla risposta
di Scarpa alle richieste di Mazzariol riguardo la necessità di isolare il palazzo dall’alta marea: "dentro, dentro l’acqua alta;
dentro come in tutta la città. Solo si tratta di contenerla, di governarla, di usarla come un materiale luminoso e riflettente:
vedrai i giochi di luce sugli stucchi gialli e viola dei soffitti. Una meraviglia!" (riportato da Giorgio Busetto, Carlo Scarpa
alla Querini Stampalia: ieri oggi domani; in Marta Mazza, a cura di, "Carlo Scarpa alla Querini Stampalia. Disegni
inediti", Venezia, il Cardo editore, 1996, pp. 14-15). Ed effettivamente la luce riflessa dalla superficie dell’acqua si propaga
con vibrazioni sul soffitto in stucco del percorso, soffitto che continua nell’aula Gino Luzzatto. Quest’aula, annunciata nel
percorso da una iscrizione disegnata da Scarpa, viene ottenuta dall’antico portego del palazzo isolando uno spazio con
due vetrate, una verso la porta d’acqua e una verso il giardino. In questo modo la caratteristica originaria di questo
spazio, quella cioè di essere "passante", di collegare acqua e terra – canale e giardino – viene rispettata anche se portata a
generare uno spazio completamente diverso. L’eco della vibrazione di acqua e luce viene ripresa dalle geometrie del
pavimento della sala, in lastre di calcestruzzo lavato e corsi di pietra. Questo pavimento sale sulla parete formando un’alta
zoccolatura oltre alla quale si trovano due fasce di travertino separate da una rotaia di ottone ad altezza dell’occhio,
predisposta per le esposizioni temporanee. Scarpa ha predisposto per la sala un doppio sistema di illuminazione: fra le
lastre di travertino sono collocate lampade verticali poste dietro a vetri acidati, che riprendono le fasce di pietra d’istria
del pavimento. Per le esposizioni temporanee invece vi erano punti luce (attualmente questo sistema di illuminazione è
stato sostituito da faretti orientabili). Sulla destra, attraverso una porta in travertino, si accede alla saletta
originariamente riservata ai conferenzieri. Gli spazi descritti, e il percorso che li unisce, sono costellati di elementi
preziosi, come l’involucro che accoglie i due termosifoni dell’aula, scultura in pietra d’istria decorata con bande in oro
zecchino, ed il pannello del quadro elettrico nell’atrio, formato da due quadrati di ottone intersecati, o come le vasche in
pietra, o la lampada posta a pavimento, senza tralasciare l’elaborato disegno dei cancelli delle porte d’acqua. Il fondo
della sala è costituito da una vetrata di separazione dal giardino che ha struttura autonoma rispetto alle colonne presenti,
distinguendo in questo modo non solo vecchio e nuovo, ma anche ciò che ha funzione strutturale da ciò che costituisce un
diaframma. Esterno e interno si confondono, si compenetrano: l’acqua lambisce gli spazi interni, il portego prosegue
all’esterno, nel giardino, creando una forte unità spaziale.
proposte culturali di alto livello.
da:scalpello.blogspot: carlo scarpa negozio olivetti venezia
da:Picasa Web Album - Antonio Manno
da:Riapre a Venezia il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa | Venezia vive
da: Flickr: Album di superfici_di_architettura
da: Crossing.it • Leggi argomento - Carlo Scarpa Tomba Brion e altri capolavori
da: Scarpa at Kaboodle
da: Carlo Scarpa architetto veneziano
da: KRISTIN HARRIS - ARCH1390: Significant Architect - Carlo Scarpa
da: christian kerber
il portego:
e del negozio Olivetti, in
Piazza San Marco, porticato,
1957-8, restaurato (vedi
revisione in aula L2/ design
A, del 7 aprile 2011)
da: CASABELLA,
EDITORIALE Carlo
Scarpa, il negozio
Olivetti: un capolavoro
restituito, n. 797, gennaio
2011, p. 2 e succ.
Carlo Scarpa e Paulo Mendes
da Rocha | CASABELLAweb
anno 2°
http://casabellaweb.eu/2010/12/25/carlo-scarpa-mendes-da-rocha/
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attico Beistegui, demolito, Parigi 1930-32, Le Corbusier, attico sugli Champs Elysées, per il conte Charles de Beistegui: due piani e un
tetto-giardino: edificio-top è stato fornito di elettricità per le manovre spettacolari: porte automatiche, pareti scorrevoli, e alberi a
scomparsa.
da: Loustal_A_suivre116 (what is this?): September 2010 Inspector Toggles MONDOBLOGO: who knew? le corbusier was a surrealist! Lantern Slide Collection - France le style et la matière: Smoke and mirrors mer en madrid: Jardín sorpresa en París
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da: Natalia Aspesi, L'ultima follia di de Beistegui all' asta la Disneyland dei vip, in La Repubblica, 02 giugno 1999, pag. 27, L' ultima follia di de Beistegui all' asta
la Disneyland dei vip - Repubblica.it » Ricerca - http://webcache.googleusercontent.com/search?
q=cache:GVFg0O2Rq8wJ:ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/02/ultima-follia-di-de-beistegui-
all.html+attico+beistegui+cecil&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&source=www.google.it
(...) "Aveva fatto epoca, ed è tuttora citato come massima stravaganza barocco-cubista, l'attico che si era fattocostruire nel 1929, sui tetti degli Champs Elysées da Le Corbusier, allora architetto di massima avanguardia. Restanosolo le foto di questa fantasia surrealista ispirata a Dalì, tra cui la celebre stanza senza pareti, un terrazzo, peròarredato in stile Luigi XV, con un tappeto di finta erba, troumeau, camino, poltrone, cristalli e mori veneziani. Di quellacasa di cui si stancò in meno di dieci anni ci sono all' asta, tra l' altro, il moro finto Meissen ' 700, datato 1925, stima 1- 2milioni. In Italia questo signore scorbutico divenne famoso quando, il 3 settembre 1951, diede un fantasmagorico ballo inmaschera a Venezia, dove aveva acquistato Palazzo Labia, affrescato da Gian Domenico Tiepolo, oggi sede Rai."da: MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo
da: AXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo
da: MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo
14 aprile - 10 luglio 2011
a cura di Maristella Casciato, Domitilla Dardi, Ida van ZijlGalleria 1 Architetto, artigiano e falegname, progettista di interni e di mobili, ma anche docente, sapiente allestitore di mostre eprogettista di spazi espositivi, anticipatore di molti sviluppi dell’architettura attuale e dell’idea contemporanea didemocratic design, che sposa la qualità alla produzione di massa.A Gerrit Rietveld (Utrecht 1888 - 1964) e al suo universo il MAXXI Architettura dedica la prima retrospettivamonografica in Italia, dal 14 aprile al 10 luglio 2011, coprodotta dal MAXXI con il Central Museum Utrecht e NAiRotterdam.
La mostra - con oltre 100 opere di architettura e design per un totale di circa 400 pezzi tra disegni, foto, modelli -ripercorre a 360 gradi l’attività del maestro olandese: dai suoi rapporti con gli artisti del gruppo De Stijl (Theo vanDoesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszár, J.J.P. Oud) e con i protagonisti dell’avanguardia modernista (LeCorbusier, Gropius, Mies van der Rohe,Frank Lloyd Wright) fino agli influssi sull’architettura e il designcontemporanei (da Alessandro Mendini a Ettore Sottsass a Maarten Baas). Infine il rapporto di Rietveld con il XXI secolo,che irrompe dalle quattordici interviste ai progettisti contemporanei trasmesse in loop nello spazio di mostra (tra cui GaeAulenti, Andrea Branzi, Vittorio Gregotti, Enzo Mari) e nelle loro opere esposte.Il percorso espositivo è inoltre arricchito dall’installazione del Laboratorio Rietveld, a cura del DipartimentoEducazione del MAXXI: uno spazio esterno progettato dagli scandinavi Rintala Eggerstsson Architects - in perfettospirito rietveldiano all’insegna dell’essenzialità - in cui i visitatori possono sperimentare la costruzione di alcuni mobili diRietveld.
> Gerrit Thomas Rietveld: la biografia
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1. Red and Blue G.Th Rietveld 1918, produzione Cassina 19732. Zig Zag, G.Th Rietveld 1934, produzione Cassina 1973
da:
Gerrit Rietveld Red Blue chair and Berlin Chair & De Stijl Movement & Piet Mondrianda:
1923 'Berlin' chair by Gerrit Rietveld at Decopedia
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UtrechtCasa Schröder G.Th Rietveld 1924
ArnhemPadiglione Sonsbeek G.Th Rietveld 1955UNIVERSO RIETVELD architettura arte designa cura di Maristella Casciato, Domitilla Dardi, Ida van Zijl14.04.2011 - 10.07.2011
SUPERSTUDIO/MAXXI Architettura. Nuove acquisizionia cura di Esmeralda Valente14.04.2011 - 10.07.2011
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Gruppo di architetti d’avanguardia (1966-1986) composto da Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, RobertoMagris, Gian Piero Frassinelli e Alessandro Magris, (con Alessandro Poli dal 1970 al 1972), è stato uno degli iniziatoridella cosiddetta “Architettura Radicale” e successivamente si è impegnato in un tentativo di rifondazione antropologicadell’architettura. Il lavoro critico del Superstudio si è svolto attraverso progetti teorici come “il Disegno Unico”“Istogrammi d’Architettura”, “Catalogo di Ville”, “Il Monumento Continuo, “Le Dodici Città Ideali” – racconti distopici - ela serie di films “gli Atti Fondamentali”: “Vita, educazione, cerimonia, amore, morte”. Tra le mostre: “Italy the newdomestic landscape”, Museum of Modern Art, New York 1972, “Mindscapes, Sottsass & Superstudio” Walker Art Center,Minneapolis e altri sei musei americani, 1973, “Superstudio Fragmente aus einem personlichen Museum”, Graz, Wien,Innsbruck 1973, “Superstudio Metaphors and allegories” Israel Museum, Jerusalem 1982, “Superstudio 1966-82”, Firenze1982, e inoltre diverse partecipazioni alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano, alle maggiori mostre di design e amostre sull’Architettura Radicale dal 1966 a oggi. Opere del Superstudio fanno parte delle collezioni di musei come ilMuseum of Modern Art New York, Israel Museum Jerusalem, Deutsches Architekturmuseum Frankfurt am Main, FRACOrleans, Centre Pompidou Paris. Nel 2001 è stato fondato a Firenze l’Archivio Superstudio per gestire mostre epubblicazioni.
EGODESIGN.CA Le premier magazine Web canadien dédié au design globalFrom the Archives: Eames Lounge Chair Début, 1956Charles Eames (1907–78) and Ray Eames (1912–88) | Thematic Essay | Heilbrunn Timeline of Art History | The Metropolitan Museum of Artpaolo deganello AeO 1973 produz CassinaStoria del design francese: Pierre Paulin | Krea casa blogTulip Chair 1965
Charles EAMES 1956 & Paolo DEGANELLO 1973 & Pierre Paulin 1965
ARCH'IT Books / Lorenzo Imbesi. Hans Höger (a cura di), Ricercare Designhttp://www.educational.rai.it/LEZIONIDIDESIGN/home/index.htmHome Page / Indice dei protagonisti /Indice degli oggetti/etc.
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karim rashidCasa oggi modi di vivere il loft in Design, Arredamento | www.dibaio.com
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Karim Rashid's Window Inspiration - Marvin Windows and Doors
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IO PROGETTO CON GLI ALLIEVI – I DESIGN WITHMY STUDENTS. Il progetto, il prototipo, non è tantosignificativo in sé, quanto il fatto che sia una variante
tra altre 50, 100, anche 180, realizzate contemporaneamente. Tutti noiche mostriamo le nostre anime... Insegnare design per me significaprogettare insieme ad ogni mio singolo allievo, in un team di lavorocomposto in corsi molto numerosi e frequentati - il mio lavoro è concirca 250-300 allievi l’anno - Il tema, lo spunto che fornisco comeidea iniziale, può essere sviluppato in un'esercitazione breve o dimesi; con l'occasione progettuale cerco di offrire tutti gli stimoli, isuggerimenti e gli esempi del caso. Inoltre dalla realizzazione vera epropria dell'oggetto al vero in scala 1:1, si passa a contestualizzarlocon l'ambientazione, rendering, impaginazione, sino alla suapresentazione in book con foto, video e gadgets: quali segnalibri, t-shirt, cartoline, calendari. I materiali sono semplici da recuperare e datrasportare in aula ogni volta, e, in genere, sono riutilizzati: carta,stoffa, foglie, anche di fico d'india, rami e legni, lacci, spaghi, plastica,pezzi di vetro recuperato sulla spiaggia, etc...
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