Cambio di indentità. Con “La seconda Dora” Silvia Ballestra vince il
XXII Premio letterario nazionale “Rapallo Carige”di Pier Antonio Zannoni
Letteratura
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Siamo nel novembre del 1938. Il de-
creto-legge sulla difesa della razza ha
cambiato la vita di Dora, sedici anni,
figlia di un ebreo osservante e di una
cattolica di origine inglese, che da po-
co, da Ancona, si è trasferita con i ge-
nitori e la sorella minore in un picco-
lo centro nel sud delle Marche. Per sot-
trarre le figlie alle persecuzioni colle-
gate alle leggi razziali, la madre le fa
battezzare di nascosto con retrodata-
zione degli atti.
Da quel momento la ragazza (poi
donna, madre di tre figlie, insegnan-
te per un quarantennio) si sente inve-
stita di una nuova identità. Frequen-
ta la chiesa di Cristo con la stessa as-
siduità con cui prima aveva frequen-
tato la sinagoga e da anziana, ormai in
pensione, arriverà a insegnare il cate-
chismo ai ragazzi della parrocchia.
Tuttavia, resterà sempre fedele alla me-
moria del padre e alla sua religione,
senza rinnegare i simboli e le preghiere
di quel mondo ebraico in cui era sta-
ta immersa nei primi anni di vita.
La storia è raccontata da Silvia Balle-
stra nel suo ultimo romanzo “La se-
conda Dora” (Rizzoli), pubblicato
nell’aprile scorso: una storia vera, al-
meno nella sua essenza. La protagoni-
sta, dice l’autrice, è una persona rea-
le, tuttora in vita, che vuole conserva-
re l’anonimato.
Marchigiana d’origine, Silvia Ballestra
risiede e lavora a Milano, ma mantie-
ne stretti legami con la sua terra na-
tale, dove torna di frequente e trova
ispirazione per le sue opere. Si è rive-
lata nei primi anni novanta con
“Compleanno dell’iguana” e “La
guerra degli Antò”. Da questi due li-
bri nel 1999 è stato tratto il film “La
guerra degli Antò”, diretto da Ric-
cardo Milani. Ha pubblicato diversi al-
tri volumi, come la raccolta di racconti
“Gli orsi”, la trilogia di romanzi di
“Nina” e una lunga conversazione con
la scrittrice Joyce Lussu.
Con “La seconda Dora” Silvia Balle-
stra ha vinto, un po’ a sorpresa, la ven-
tiduesima edizione del Premio lettera-
rio nazionale “Rapallo Carige” per la
donna scrittrice, conclusosi venerdì pri-
mo settembre a Rapallo, nel parco di
Villa Tigullio, davanti al promontorio
di Portofino. Nella votazione conclu-
siva le due Giurie, quella “tecnica” e
quella “popolare”, le hanno assegnato
ventuno preferenze, tre in più di quel-
le attribuite a Isabella Santacroce (ve-
“Dora non voleva essere privata della religione:
una le veniva negata, era vero, ma le offrivano l’opportunità
di sostituirla. D’ora in avanti avrebbe voluto conformarsi
a questo fatto nuovo senza più pensare a ciò che era stato…”.
A fronte:La vincitrice Silvia Ballestra fra
il Sindaco di Rapallo, Armando Ezio
Capurro, e il Vicepresidente della
Carige, on. Alessandro Scajola.
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La vincitrice Silvia Bellestra.
Sotto: Isabella Santacroce, seconda
classificata, riceve la targa-premio
dall’assessore Franco Monteverde.
A fronte (dall’alto):Silvia Di Natale, terza classificata, viene
premiata dal generale della Guardia
di Finanza Castore Palmerini
Anna Vinci e Tina Anselmi,
Premio Speciale della Giuria.
Ornela Vorpsi, premio “Opera Prima”,
riceve i complimenti dell’on. Marta
Vincenzi.
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stita di nero, il volto celato da una ma-
schera, eccentrica, provocatoria) che
era in lizza con il romanzo “Zoo” (Fa-
zi Editore): una storia “forte” su un
difficile rapporto di amore e odio al-
l’interno di una famiglia, in un am-
biente fisico – morale descritto come
un recinto simile a un inferno, dove si
consuma una distruzione patologica
che non risparmia nessuno.
Al terzo posto, nella “terna” selezio-
nata dalla Giuria dei critici tra le 78
opere in concorso, si è piazzata Silvia
Di Natale, nata a Genova, residente in
Germania, con il romanzo “L’ombra
del cerro” (Feltrinelli): un intreccio di
amori, eroismi, tradimenti e sacrifici
durante la guerra partigiana, nel mi-
crocosmo di una piccola comunità che
vive sull’ Appenino tosco emiliano.
Dalla resistenza prende le mosse an-
che il libro “Storia di una passione po-
litica” (Sperling & Kupfer) scritto da
Tina Anselmi con Anna Vinci: il bi-
lancio di una vita di impegno e dedi-
zione, l’avventura civile e politica del-
l’Anselmi, una delle figure – simbolo
della nostra storia repubblicana, prima
donna ad essere nominata ministro, poi
presidente della Commissione parla-
mentare d’inchiesta sulla loggia mas-
sonica P2.
Tina Anselmi, insignita di un premio
speciale fuori concorso nel sessantesi-
mo della Repubblica Italiana, ha com-
mosso il pubblico di Villa Tigullio con
la sua testimonianza appassionata, lu-
cida a dispetto dell’età; con i suoi ri-
cordi vibranti che hanno rievocato i
primi passi da lei compiuti nella lotta
armata con i partigiani, quando aveva
solo diciassette anni e faceva parte del-
la schiera delle ventiduemila donne im-
pegnate nella Resistenza.
Il premio “opera prima” è stato asse-
gnato alla scrittrice albanese (residen-
te a Parigi) Ornela Vorpsi, che ha scrit-
to in italiano “Il paese dove non si
muore mai” (Einaudi), un’appassionata
testimonianza delle contraddizioni
dell’Albania, attraverso le vicende di
una ragazzina che diventa donna.
Alcuni brani dei volumi sono stati let-
ti dagli attori Emilio Solfrizzi ed Ele-
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na Ursitti, ospiti d’onore insieme alla
cantante Ivana Spagna, madrina della
manifestazione.
Ha presentato Eleonora Daniele, con-
duttrice di “Uno Mattina”.
La cerimonia è culminata con la pre-
miazione delle tre finaliste. Ultima a sa-
lire sul palco, visibilmente raggiante,
la vincitrice, che è stata premiata dal
sindaco di Rapallo Armando Ezio Ca-
purro e dal vice Presidente di Banca
Carige Alessandro Scajola.
- “È stato emozionante”, ha detto Sil-
via Ballestra, “incontrare un perso-
naggio carismatico come Tina Ansel-
mi. Questo premio riservato alle
donne fa doppiamente piacere. Io ho
lavorato con una grande partigiana. Si
chiamava Joyce Lussu e le ho dedicato
questo mio ultimo libro. Provo un
trasporto particolare per la memoria.
“La seconda Dora” va in questa di-
rezione”.
Abbiamo continuato il discorso più
tardi, seduti davanti a un tavolino.
- “I miei primi libri trascuravano le
donne”, ha detto ancora la scrittrice.
“I protagonisti erano tutti maschili: una
scelta che spesso mi veniva rimprove-
rata. Poi ho cambiato. Da una decina
d’anni mi occupo principalmente di
personaggi femminili: la Nina della tri-
logia, ma soprattutto Joyce Lussu nel-
la lunga intervista che ho dato alle
stampe e mia nonna che ho raccon-
tato scherzosamente in un libro pub-
blicato nel 2005. E ora Dora, un’altra
donna nata nei primi decenni del se-
colo scorso; una maestra che mi ricorda
la mia prima insegnante, alla quale, co-
me a Joyce, ho dedicato il libro”.
- Lei ha detto che il personaggio è rea-
le. Non è inventata neppure la vicen-
da della conversione di comodo, un
episodio tutt’altro che isolato nell’Italia
delle leggi razziali.
- “Certamente, si tratta di un fenomeno
di cui si è sempre parlato, ma che è po-
co conosciuto. Non esistono cifre uf-
ficiali sugli ebrei che ricevettero il bat-
tesimo per sfuggire alle conseguenze
del famigerato decreto legge del 1938.
I dati in possesso delle autorità eccle-
siastiche sono custoditi gelosamente
A fronte:Primi piani delle vincitrici:
Silvia Ballestra, Silvia Di Natale,
Isabella Santacroce, Ornela Vorpsi.
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negli archivi. Credo che anche i ricer-
catori storici non siano particolarmente
interessati a risolvere il mistero. Ho
scoperto che l’argomento è tabù, sia per
i cattolici che per gli ebrei”.
- Nonostante abbia solo sedici anni,
Dora riesce a superare il trauma del
cambio di identità religiosa.
- “Non senza sofferenza. Con il bat-
tesimo, Dora perde tutte le sue cer-
tezze. Nel libro dico che nel suo enor-
me piccolo la ragazza aveva immagi-
nato progetti meno complicati per il
proprio avvenire e doveva, invece, ri-
spondere a questa chiamata misterio-
sa e riflettere e capire cos’aveva si-
gnificato per lei l’appartenenza a un
popolo eletto di cui gli italiani in quel
momento provavano vergogna. Do-
ra recupera il proprio equilibrio ac-
cettando senza riserve la nuova fede,
ma senza rinnegare la vecchia: riesce
a comporre due ideologie, due forze
storicamente in frizione fra loro,
conciliandole e armonizzandole at-
traverso il prepotente senso del divi-
no che è in lei. Insomma, mi sembra-
va una storia importante, una testi-
monianza esemplare che meritava di
essere raccontata”.
- Il padre di Dora, Romano Levi, seb-
bene ebreo, viene descritto come un
fervente fascista, convinto che Mus-
solini non si sarebbe mai alleato “con
i lupi”.
- “È uno dei tanti italiani ebrei fidu-
ciosi nel regime che dopo il ’38 si ri-
trovano isolati e disillusi. Romano
sfuggirà all’arresto attraverso una se-
rie di peripezie. Arriverà a nascondersi
in una grotta. Morirà in un banale in-
cidente dopo l’arrivo degli alleati, in-
vestito da una camionetta della Mili-
tary Police”.
- Chi è veramente Dora?
- “Io penso che l’essenza del perso-
La Giuria tecnica, presieduta da Leone
Piccioni, e, sotto, la cantante Ivana
Spagna, madrina della manifestazione.
A fronte:L’attore Emilio Solfrizzi e, sotto,
l’attrice Elena Ursitti hanno letto brani
dai romanzi premiati.
naggio sia la sua dimensione di maestra,
appassionata, innamorata della propria
missione, anche se comincia l’attività
in maniera tradizionale, senza grande
convinzione. Con gli anni cambia at-
teggiamento, scopre le spinte del ’68,
si aggiorna, accoglie con entusiasmo
le novità didattiche degli anni ’70, ma
non stravolge il suo ruolo di educatrice
che la porta a rispettare la personali-
tà dei bambini.
Sa che il suo compito è quello di edu-
care nel senso di “ex – ducere” cioè
portare fuori: non imporre o travasa-
re o condurre sulla retta via, ma pro-
prio portare fuori e dunque aiutare il
bambino a realizzarsi, a criticare, ad
aprirsi verso il mondo usando tutte le
sue facoltà. Ho voluto rendere un
omaggio alla figura della maestra ele-
mentare, fondamentale per l’educa-
zione dei piccoli che si affacciano al
mondo della scuola”.
- “La seconda Dora”, rispetto ai suoi
precedenti, è un romanzo nuovo.
- “È vero. Se vogliamo, è un roman-
zo storico, impegnato. Io di solito
quando concepisco i miei libri mi fac-
cio condizionare da una dimensione
ludica, divertita, in particolare nel lin-
guaggio. Basti pensare ai miei primi li-
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bri caratterizzati da una prosa che mi-
ma il parlato e da numerosi incastri
dialettali. Questo invece è un roman-
zo più tradizionale, sia nel contenu-
to, sia nella lingua, in armonia con il
personaggio che lo anima: una donna
schiva, riservata, che non ha nulla di
melodrammatico, che lavora tutta la
vita, con serietà e impegno”.
- E la sua prossima opera?
- “Sarà un romanzo ancora diverso.
Non anticipo nulla. Posso solo dire
che in qualche modo riguarderà i pre-
mi letterari”.
Nella foto al centro il Vicepresidente
Carige con alla sua sinistra
Emilio Pietro Molinari, Direttore
Pubbliche Relazioni della Carige
e la presentatrice Eleonora Daniele.
(sotto)Maria Angela Bacigalupo, del Comune
di Rapallo, al tavolo dello spoglio delle
votazioni con il Segretario Generale del
Comune Enzo Enrico Di Cagno e
Gianluca Calandra di Banca Carige.
A fronte:Il giornalista-scrittore Romano
Battaglia, membro della Giuria
“tecnica”.
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