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20 ANNIL’INFORMATICA SECONDO IL CLUB- BIT

di esperienze umane e professionali

L’informatica secondo iL cLub-bit20 anni di esperienze umane e professionali

a cura di marco de alberti

l’informatica secondo il club bit

LE TRE SFIDE DEL CLUB-BIT PER IL FUTUROIn questa occasione in cui guardiamo con soddisfazione e un pizzico di malin-conia ai venti anni della storia del Club Bit, attraverso le testimonianze di tutti i presidenti che si sono succeduti in questi anni, è doverosa una riflessione sulle sfide che lo attendono per il futuro. Dobbiamo fare tesoro delle espe-rienze umane e professionali di tutti questi anni e su queste porre le basi per un’ulteriore evoluzione della nostra associazione. Io credo che il Club abbia 3 terreni fondamentali su cui misurarsi nel prossimo futuro.

LA SFIDA PROFESSIONALEL’IT manager è sempre più un agente di innovazione e un’analista-gestore di processi e sempre meno un tecnico che fa assistenza e manutenzione di pro-grammi e macchine. La diffusione di applicazioni lato utente molto efficienti, lo svilupparsi del mobile device e dell’associato fenomeno del BYOD (Bring Your Own Device) oltre al grande successo del Cloud Computing, sono fenomeni che stanno ponendo nuove sfide alla nostra figura professionale.

Da un lato l’esternalizzazione dei servizi, a partire dallo storage dei dati, la posta elettronica, gli strumenti di comunicazione/condivisione, ecc consentono all’a-zienda di semplificare la gestione e la manutenzione di hardware e software e di abbattere drasticamente i costi; dall’altro però pongono nuovi e pressanti proble-mi riguardo la sicurezza nella gestione dei dispositivi e di salvaguardia di integrità dei dati. Infatti non sempre è chiaro dove si trovano realmente i nostri dati e che politiche di sicurezza adottano i provider a cui ci affidiamo.

Ad esempio una domanda che ci dovremmo porre è: siamo sempre sicuri di sapere che un dato cancellato volontariamente in un server non permanga nei backup per un periodo indefinito? Per gestire una situazione così complessa

PREMESSA luca milanese presidente club-bit

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servono nuove competenze professionali, una conoscenza approfondita dei nuovi device, dei servizi offerti dai grandi operatori internazionali come Google, Apple o Microsoft, delle minacce che possono venire dall’interno e dall’esterno dell’azienda.

LA SFIDA ASSOCIATIVASe devo pensare al ruolo del Club Bit io lo vedo allargarsi verso tre dimensioni, due delle quali inedite:

• Il Club proprio per la sua natura di condivisione tra i soci, deve assumere sempre più il ruolo di repository - cioè magazzino - di conoscenze che permettono ad un CIO di espletare i propri compiti o le analisi in minor tempo garantendo altresì un significativo risparmio di costi per la propria azienda. Serve che queste conoscenze siano sempre più codificate e rese disponibili a tutti i soci.

• Il Club può anche diventare il terreno di “best practice” di progetti realizzati in collaborazione tra responsabili IT delle aziende e dei rappresentanti dei soci uditori, fornitori delle tecnologie necessarie. E fare in modo che questi progetti abbiano adeguato risalto verso l’esterno, valorizzando un modello di collaborazione che ha pochi altri esempi a livello nazionale. Infatti uno degli obiettivi principali che ci siamo dati come direttivo in questo mandato è quello di stimolare la partecipazione dei soci uditori coinvolgendoli in progetti che interessino trasversalmente anche i soci ordinari.

• Il Club potrebbe diventare un punto di riferimento anche per altri comparti dell’azienda, essendo un’associazione di persone per le quali l’innovazio-ne è il pane quotidiano. Ora più che mai il reparto IT può dare una mano alle aziende che hanno bisogno di aiuto, proprio per l’intrinseca attitudine al problem solving e alla notevole capacità di ragionamento dovuta alla realizzazione di molteplici progetti spesso con risorse limitate.

LA SFIDA UMANA E GENERAZIONALEMa forse la sfida più importante è quella che il Club riesca a mantenere quello spirito di grande collaborazione e di solidarietà umana che lo ha caratterizzato fin dall’inizio. Dai tempi in cui Claudio Pieri – unico socio del Club manager di un azienda di grandi dimensioni – faceva attività di “assistenza” gratuita per tutti

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i suoi colleghi che dovevano affrontare compiti a quel tempo più ”grandi” di loro; oppure in cui persone come Claudio stesso, Renzo Taffarello, Lorenzo Secco e Toni Nardo occupavano il loro tempo libero a fare corsi di formazione di base per gli studenti del progetto Icaro.Quella solidarietà umana che ha fatto gemmare proprio dal Club Bit un progetto di portata nazionale ed internazionale come Informatici senza Frontiere. Leg-gendo le testimonianze dei past-president e ascoltando i racconti di tanti altri soci del Club, si capisce che il principale motivo della longevità del Club-Bit - a differenza di tanti altri gruppi professionali nati e ben presto afflosciatisi - è il fatto che le persone stanno bene assieme, riuscendo a condividere momenti di amicizia e convivialità. Con il nuovo direttivo è avvenuto una specie di “passaggio del testimone” anche di tipo generazionale nel senso che la maggior parte dei nuovi componenti è giovane – anche se supportato da elementi di grande esperienza. è per me un grande onore e un grande impegno quello di proseguire lo spirito positivo che ha sempre animato il Club e che è la base per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi di cui abbiamo parlato.

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è un grande piacere festeggiare il ventesimo anniversario del Club BIT e mi complimento con tutti i soci e con l’attuale Presidente Luca Milanese per que-sto libro che ne ripercorre la storia. Attraverso le testimonianze dei Presidenti del Club ripercorriamo lo sviluppo dell’Information & Communication Techno-logy nelle nostre aziende e del ruolo, ormai essenziale, che hanno assunto nel favorire tutti i processi gestionali oltre alle relazioni stesse tra le persone. Se pensiamo a come lavoravamo vent’anni fa, quando l’informatica era in mol-te aziende ai primi passi, e a come operiamo adesso, sempre connessi e ag-giornati in tempo reale, ci rendiamo conto di quanto è cambiato.

E quindi del grande contributo che i soci del Club BIT, che sono manager, esperti e imprenditori uniti dalla passione per l’innovazione, hanno dato alla crescita, culturale prima ancora che economica, delle imprese e del territorio. Ma considero importante il Club BIT anche quale riuscito esempio di asso-ciazionismo che è motivo di orgoglio che abbia trovato il suo ambiente ideale in Unindustria Treviso. Il Club BIT è luogo d’incontro, scambio e di amicizia, virtualmente in rete nella community ma anche nella vita reale, che ha saputo consolidarsi nel tempo e diventare centro di riferimento per la crescita profes-sionale e personale dei suoi soci.

Lo consideriamo un modello di aggregazione che può essere utile anche per altre realtà di persone e imprese. Il racconto di questa esperienza e di que-sti vent’anni raccolto in questo libro è pertanto prezioso non solo come testi-monianza e ricordo ma quale stimolo per nuove collaborazione nell’interesse delle persone, delle aziende e di tutta la comunità. I soci del Club BIT hanno dimostrato che si può fare e che senz’altro ne vale la pena.

maria cristina piovesana presidente unindustria trevisoPREFAZIONE

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ITALO CECCONResponsabile IT di Cacao – importante mar-chio di abbigliamento per bambino co-fon-datore e primo presidente del Club BIT, ide-atore del Progetto I.C.A.R.O.Ha rassegnato le dimissioni da presidente prima del termine del suo mandato, e una maledetta malattia l’ha portato via troppo presto.

LORENZO SECCO53 anni, trevigiano, architetto, co-fondatore del club BIT. All’epoca dei fatti responsabile informatico (ma anche dell’organizzazione aziendale e dello sviluppo prodotti) in Appli-cazioni srl, finalmente da qualche anno fa il designer industriale e insegna all’Università IUAV di Venezia. Gli piace l’informatica e si picca di capirne qualcosa: attualmente usa solo sistemi Linux e preferisce softwa-re Open Source perchè gli pare di aver maggior possesso dei propri dati. Grande appassionato di vela, quando può suona il basso elettrico con scarso profitto ma molto divertimento.

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

1994 - Maggio 1995CLAUDIO PIERI ADOLfO BATTISTONLORENzO SECCO

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 30 circa (1995)

REFEREnTE UninDUSTRia

Roberto Dalla Riva

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA I PRIMI CELLULARI GSMfLOPPY 1.44 MBBACkUP SU CASSETTE A NASTROI “PORTATILI” DA 4,5kGI MODEM A 57.6 kBPSLINEE ISDN (L’ALTA VELOCITà DI ALLORA)STAMPANTI SU PORTA PARALLELA (LPT1:)TRASMISSIONE DATI SU COM1: A 115 kBPS

PROGETTI/EVENTI PIù SIGNIFICATIVIPROGETTO ICAROPRIMI INCONTRI DI CONOSCENzA(POI 4 CIACOE, POI MEET-BIT)

PRESIDENTEITALO CECCON

CONSIGLIERELORENZO SECCO (FOTO)

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per quali motivazioni è nato il club, visto che tu sei stato uno dei soci fondatori?“Il Club BIT è nato da un’iniziativa di Giuseppe Antonello che, come direttore del Consorzio formazione dell’Associazione Industriali di Treviso, nel 1993 aveva colto che la capillare diffusione dei personal computer negli uffici stava cambiando il ruolo della “funzione informatica” nelle aziende. Il ruolo dei capo CED (così si chiamavano i responsabili IT all’epoca…) non era più quello di semplice custode e dispensatore di dati, perchè i dati erano ormai spesso elaborati fuori dal CED da una serie di utenti che però necessitavano di nuova e diversa assistenza per usare il PC. Ai primi incontri presso la sede all’ ex-PIME lungo il Terraglio parteciparono i responsabili informatici di una trentina di aziende per capire se esistevano problemi comuni che fosse più utile e inte-ressante affrontare in gruppo invece che ogni azienda singolarmente. Le piccole e medie aziende, e la mia era una “micro”, colsero immediatamente i potenziali vantaggi di “fare gruppo”, mentre gruppi di maggiori dimensioni riten-nero per lo più opportuno continuare in autonomia.

e così venne fondato il club: una ventina di persone con responsabilità specifiche in aziende “utenti d’informatica”.Quale o quali sono stati i fenomeni del mondo IT o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo in cui eri nel direttivo (94-95)?Stava esplodendo il fenomeno di mettere in rete locale i personal computer, soprattutto grazie all’avvento di Windows for Workgroup 3.11 che rendeva la tec-nologia ragionevolmente accessibile. Ma la scelta fra Ethernet e Token Ring era

INtERvIStA A LORENZO SECCO

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una questione ancora da risolvere definitivamente. La prima rete che installai nel 1993 nei nuovi uffici di Applicazioni, la mia azienda, era su cavo coassiale… Af-fermavo di voler costruire un’infrastruttura informatica utilizzando solo personal computer, e i miei amici del Club sghignazzavano da dietro i loro AS400.Nel 1994 per ordinare un server interpellai i colleghi d’ufficio per essere sicuro che l’inserimento in un lettore CD-ROM da condividere in rete fosse una spesa utile. I primi collegamenti Internet li ho fatti con il floppy che VideoOnLine inseriva nei settimanali d’informazione, chiamando un numero fisso di Milano o Roma con un modem a 9600 baud (non bps, come si dice ora). Si usava Netscape, e se non avevi l’indirizzo preciso di un sito eri fritto perchè Altavista era ancora in beta test”.

ci racconti un po’ come è nato l’impegno del club bit per la scuola ed in particolare l’avvio del progetto icaro?“Il Club appena nato aveva il problema di farsi conoscere e raccogliere nuove adesioni.I singoli soci nel frattempo si scontravano quotidianamente col problema dell’al-fabetizzazione informatica, avendo a che fare con colleghi d’ufficio che a volte non sapevano nemmeno come infilare i floppy nei drive. Italo Ceccon aveva la soluzione a entrambi i problemi: bisognava lavorare con i giovani, coi ragazzi delle scuole che fra poco si sarebbero diplomati e sarebbero diventati i nostri nuovi colleghi. è partito come un treno, con qualcuno di noi che provava a stargli dietro. Ce l’ab-biamo fatta soprattutto grazie al sostegno dell’Associazione che ci ha permesso di avvalerci dell’esperienza e della sensibilità della d.ssa Nicoletta Riccamboni, responsabile associativo per l’area Scuola e Orientamento, e del prof. Lino Sar-tori. L’obiettivo era far comprendere che gli strumenti informatici non erano una scienza occulta ma, appunto, strumenti per fare qualcos’altro.I.C.A.R.O. infatti è l’acronimo di Informatica Come Attività di Ricerca Operativa. E i premi non erano targhe o trofei ma corsi di formazione. Italo infatti ci ha guida-to su una strada che ci ha portati a connotare fin dall’inizio quest’attività con una forte carica etica. A tal punto che già alla seconda edizione avevamo deciso che un premio dovevano riceverlo a priori tutti i partecipanti. E i corsi (a quasi 200 studenti!) li tenemmo noi soci, professionisti del settore che ogni giorno spiega-vano le medesime questioni ai loro colleghi in azienda. Vorrei ricordare fra primi meritevoli soci-docenti: Toni Nardo, Claudio Pieri e Renzo Taffarello”.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato in quel periodo ?

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“Mi piace ricordare il ruolo filantropicamente trainante che ebbe fin dall’inizio Claudio Pieri della Lotto, unico fra i grandi gruppi industriali della provincia a partecipare al Club fin dalla fondazione, che in modo discreto ha sempre elargito le proprie esperienze a noi “piccolini”. Ci si interrogava sulle caratteristiche tecniche degli innovativi collegamenti ISDN che Telecom cominciava a proporre? “Chiamami, che in azienda ce li stanno facendo provare da più da 6 mesi”. Come potrei collegare i PC di una filiale esterna al server in sede? “Vi racconto la mia esperienza, che da un anno abbiamo collegato i nostri uffici di Hong kong al server centrale Montebelluna”.E via così… A me veniva da ridere e mi domandavo “ma perchè Claudio viene a perdere tempo con noi?”. Dopo un po’ ho capito, e ho cominciato a realizzare che un po’ tutti eravamo diventati così, ognuno per quel che poteva contribuire”.

ci puoi dare un tuo ricordo personale di italo ceccon?“Italo mi ha segnato col suo coinvolgente “dài che ghea fèmo!”, il suo entusia-smo un po’ sofferto – perchè il compito da affrontare raramente è facile, prima di affrontarlo - ma sempre ottimista. Lavorando con lui ho imparato a non aver timore delle mie idee, a non attendere che qualcuno raccolga le mie proposte bensì a portarle avanti senza tante esita-zioni, che se son buone sarà così più semplice ritrovarsi in tanti”.

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54 anni pordenonese di nascita e mogliane-se d’adozione, IT manager della Breton spa per professione, ma musicista nell’anima. Entra come socio del Club Bit nel dicem-bre del 1994. Viene dapprima cooptato a giugno 1995 come consigliere e in seguito eletto presidente per sostituire Italo Ceccon, dimissionario. Curioso di tutti i nuovi trend nel campo dell’information technology, ha seguito sia per la sua azienda che per il Club , già da metà anni novanta , diversi progetti innovativi e pionieristici, come ad esempio l’utilizzo di Internet per l’interscam-bio dati con i fornitori (E-procurement), op-pure i primi esempi di teleconferenza.

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

Giugno – Dicembre 1995Claudio PieriAdolfo BattistonLorenzo SeccoRoberto Dalla Riva (Unindustria)1996 – 1997Claudio Pieri Lorenzo Secco Vincenzo GonellaRoberto Dalla Riva (Unindustria)

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 38 (1997)

REFEREnTE UninDUSTRia

Roberto Dalla Riva

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA (FOTO)INTERNET – PROTOCOLLO IPWINDOWS 95LE PRIME TELECONfERENzE

PROGETTI/EVENTI PIU SIGNIFICATIVIPROGETTO ICAROVISITA AL SINCROTRONE DI TSVISITA ALLA BASE DELLE fRECCE TRICOLORI (RIVOLTO)SEMINARIO SULL’IT ALLE SOGLIE DEL TERzO MILLENNIO (IN VIDEOCONfERENzA)IL MONDO INTERNET: COSA SI PUO’ fARE4 CIACOE TRA NOALTRI (L’ANTENATODEL MEET-BIT!)VISITA ALLA SELINA SPA

PRESIDENTEANTONIO NARDO

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quale o quali sono stati i fenomeni del mondo it o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo della tua presidenza? come si erano attrezzate le aziende a risponderea queste sfide? sono ancora attuali in tutto o in parte?“A pieno titolo si può individuare nella diffusione di Internet il fenomeno più rile-vante del periodo. Certamente nel mondo dei sistemi operativi dei PC una gran-de novità fu rappresentata dal lancio e successiva diffusione di Windows 95.Le nostre aziende non erano attrezzate a gestire questo fenomeno; si sono adat-tate con tempi diversi anche a seconda della lungimiranza della proprietà o del management. Non tutti credevano che il fenomeno internet avrebbe portato be-nefici alle aziende. Prevaleva un approccio molto cauto. Peraltro nel Club esistevano azien-de medio-grandi molto evolute come Breton, Diadora, Lotto, ecc che si sono adattate piuttosto velocemente alle nuove tecnologie facendo da trai-no – anche tramite le esperienze portate al Club Bit – per tutte le altre. Mi ricordo che a quel tempo Internet voleva dire navigazione, email e poco altro. Google non esisteva ancora e l’unico motore di ricerca “serio” era Altavista.I collegamenti erano quasi tutti effettuati con Modem a velocità di 56 kbit, la qual cosa limitava moltissimo il tipo di trasferimento dati che si poteva fare da e verso la Rete. Spesso le interfacce per collegarsi erano di tipo “a caratteri”, oppure venivano lanciati degli script; le aziende non avevano ancora adottato i browser”.

come era il mercato per la tua azienda in quel periodo?se e come influenzava le scelte di investimenti in it?

subentrato a itaLo ceccon (giu – dic 1995)

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“L’azienda per cui lavoravo e lavoro tutt’oggi ha sempre considerato la tecno-logia la punta della lancia con cui aggredire il mercato. Io mi ritengo fortunato in quanto l’azienda non ha mai lesinato investimenti nel settore IT ed è sempre stata molto recettiva alle mie proposte. La percentuale degli investimenti IT della mia azienda rispetto al fatturato, è sempre stata superiore alla media del mercato. Ad esempio, in collaborazione con l’Università di Trento, la Breton ha realizzato un progetto innovativo per quegli anni di collaboration, di interscambio dati con i fornitori basandosi sulla tecnologia Internet. In particolar modo per lo scambio di documenti tecnici, amministrativi e commerciali.A quel tempo la soluzione tecnologica più praticata per questo tipo di interscam-bio era l’ EDI (Electronic Data Interchange); l’azienda invece ha scommesso ed investito per realizzare un’ architettura basata sull’ IP protocol, ovvero sulla rete Internet”.

ci racconti un evento organizzato dal club in quegli anni che ti ha dato particolare soddisfazione e perché?“Nel giugno del 1997 organizzammo un evento che si intitolava “L’information te-chnology alle soglie del terzo millennio”, con sottotitolo significativo “Ieri, Internet, domani”. Probabilmente per la prima volta nel Triveneto siamo riusciti ad organiz-zare un evento in videoconferenza a Palazzo Giacomelli, avendo in collegamento da Torino il noto Prof. Meo del Politecnico e da Mestre il presidente della società che aveva fornito la tecnologia per il collegamento. Mi ricordo che avevamo alle-stito un megaschermo nella sala grande del palazzo collegato ad un PC.Ma il problema era avere una connessione sufficientemente veloce ed affidabile da reggere per tutta la durata della conferenza. Avevamo bisogno di una linea dati con la tecnologia in quel momento più evoluta che era l’ISDN. Ma l’ISDN era poco diffusa e non arrivava a Palazzo Giacomelli per cui la mattina di quel giorno la Telecom allestì a tempo record una borchia ISDN, tirando cavi e cavetti che creavano un contrasto surreale con l’austerità seicentesca del palazzo. Così siamo riusciti a mettere in collegamento i partecipanti al seminario con i due interlocutori, consentendo di avere una scambio di domande e risposte a distanza che per quegli anni sembrava quasi fantascientifico”.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato nel periodo in cui sei stato presidente?“Si lega ad una delle mie grandi passioni, la musica. Durante uno dei consigli direttivi che si teneva di solito di sera, io guardo l’orologio mi alzo e dico: “Scu-sate ragazzi devo andare perché alle 10 ho scuola di chitarra”. In quella un altro

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consigliere, Lorenzo Secco, si alza e dice: “Ma come? Io invece vado a scuola di basso”. E Massimo Monti, un altro socio del Club, aggiunge stupito: “Ma ragazzi io sono un eccellente batterista!” E per concludere –ciliegina sulla torta – Tiziano Rizzi un altro socio sbotta: “Io invece è una vita che suono le tastiere”. In quel preciso momento è stata fondata la “Red House Band”, perché ci trovavamo a fare le prove nella famosa sala prove a casa di Lorenzo Secco, che era appunto rossa all’esterno. Questo spirito di amicizia con il quale era nato il Club Bit, aveva trovato un motivo di rafforzamento attraverso la nascita di questo gruppo, coltivando una passione comune, la musica. Per la cronaca la Red House Band”, si è riunita ed esibita per i soci del Club Bit in occasione del festeggiamento dei 15 anni di vita, nel 2009, a Castelbrando di Cison di Valmarino, riscuotendo un grande consenso”.

che cosa ti è rimasto a livello di ricordi personali (un evento o una persona) del periodo trascorso come presidente?“Come evento sono riuscito ad organizzare assieme agli altri consiglieri qualcosa che veniva incontro ad un’altra delle mie grandi passioni: il volo. A luglio del 1997 siamo andati in visita presso il centro elaborazione dati delle frecce Tricolori a Rivolto.è stato un grande onore per noi essere ospiti delle frecce che hanno organizza-to un esibizione solo per noi del Club!Il risvolto divertente della giornata è stato quando ci siamo trovati negli hangar davanti al famoso Pony zero delle frecce Tricolori, l’aereo del comandante. La nostra comitiva era composta dai soci del Club ma anche da qualche famigliare o amico e c’erano anche alcuni ragazzini. Ad un certo punto ci hanno detto: “Se vi fa piacere uno di voi può salire sull’ae-reo”. A quel punto si sono fatti avanti due ragazzini, uno dei due era figlio di Mau-rizio Da Ros, che sono stati prontamente stoppati dal sottoscritto che d’impeto ha detto: “Io sono il Presidente e io devo salire sull’aereo!”. Sono salito a bordo facendo il famoso gesto del pollice in alto…ma poiché ero in giacca e cravatta non ci facevo certo la figura del Top Gun!Infine una persona che mi sento di dover salutare e ringraziare, è l’amico Italo Ceccon, che oggi non c’è più. è grazie a lui se sono entrato nel Club ed è con lui che ho vissuto le prime esperienze. Voglio portare ad Italo un pensiero, un ricordo, un abbraccio”.

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Renzo Taffarello ha 54 anni ed è ingegnere in elettronica con specializzazione in teleco-municazioni.Ha maturato significative esperienze negli USA ed in Europa come consulente presso aziende internazionali. Ha avuto esperienze nello sviluppo del business con particolare riferimento ai settori tecnologici e alle azien-de di servizi, dove cura la revisione delle strategie aziendali e la riorganizzazione del management. Dal 1998 al 2001 è stato Presidente del Club BIT e ha caratterizzato il suo manda-to per una spinta propulsiva verso i sistemi evoluti di collaboration e per una grande attenzione ai trend allora emergenti dell’in-formation technology. è docente a contratto di sistemi informativi di gestione aziendali (SIGI, SESIA) dal 1994 al 2009, docente di economia applicata dal 2007 (MLC, TTI) all’Università di Ca’ foscari di Venezia.

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

1998 -1999Luigino PolinWalter GeromelMaurizio Da RosGiuseppe GallinaAntonio Nardo

2000 - 2001Luigino PolinGirolamo BotterMaurizio Da RosLuca Costa

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 58 (maggio 2000)

REFEREnTE UninDUSTRia

Giuseppe Antonello

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA

LE RETI AZIENDALI (DECENTRALIZZAZIONE DEI SISTEmI)GESTIONALI EVOLUTI (ERP)CONNESSIONI A BANDA LARGAINTEGRAZIONE TELEFONIA E ITE-COmmERCE (PRImE ESPERIENZE)

PROGETTI/EVENTI PIU SIGNIFICATIVI

COLLABORAZIONE CON GARTNER GROUPLOTUS DOmINO E mULTImEDIALITÀINTERNET PER I RAPPORTI DI FORNITURA: IL CASO BRETONSICUREZZA IN RETEE-BUSINESSCOmUNITA’ PROFESSIONALI IN RETE

PRESIDENTERENZO TAFFARELLO

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quale o quali sono stati i fenomeni del mondo it o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo della tua presidenza? sono ancora attuali in tutto o in parte?“Per quanto riguarda il fenomeno Internet, noi eravamo all’avanguardia a Treviso. Ci siamo dotati di un router per la connessione che in una prima fase era resi-dente nel mio ufficio. Dialogavamo via mail attraverso una mailing list che era una delle prime usate a livello di business community nazionali.Eravamo anche un gruppo di sperimentazione che veniva studiato da vari ricer-catori universitari, come quelli di Ca’ foscari prima e del VIU in una seconda fase. Avevamo stipulato un contratto con la società di ricerca internazionale - Gartner Group - per una collaborazione con il Club”.

Grazie a questa collaborazione, avevamo organizzato una serie di Meet Bit per studiare i trend dell’Information technogy. Uno dei trend era la convergenza tra mondo della telefonia e dell’IT, in tempi in cui Skype non esisteva.Un altro trend riguardava le prime tecnologie sulla collaborazione a distanza (ndr: Groupware) tipo Lotus Notes.Cominciavamo a ragionare anche su fenomeni emergenti come ad esempio l’e-commerce.Un altro tema caldo era la decentralizzazione dell’IT, con il progressivo sman-tellamento dei sistemi centrali imperanti tipo AS 400 e l’attribuzione di maggior potere al singolo utente. Molti dei temi che abbiamo affrontato all’epoca sono diventati rilevanti negli anni successivi e sono ancora di grande attualità oggi, basti pensare all’ e-commerce”.

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come era il mercato per la tua azienda in quel periodo? “Io lavoravo come consulente. Nel mio ufficio lavoravamo in rete e quindi con-dividevamo informazioni a livello di Intranet scambiando file e mandando email. Senza avere un server centralizzato, ciascuno di noi aveva accesso agli hard disk degli altri. A quel tempo il focus del nostro lavoro come consulenti era quello di facilitare le aziende nella riduzione dei costi, razionalizzando i processi. Era l’epoca dell’introduzione dei primi sistemi gestionali avanzati (ERP). In un mo-mento di grande spinta all’internazionalizzazione, le aziende avevano necessità di investire in connessioni a più alta velocità rispetto al modem a 56k, per poter fronteggiare la concorrenza e poter dialogare con partner e clienti esteri. E noi fornivamo loro le prime connessioni a banda larga.”

ci racconti un evento organizzato dal club in quegli anni che ti ha dato particolare soddisfazione e perché?“Ho coinvolto un mio collega del MIT di Boston in un Meet bit dove ha mostra-to come si elaborava in maniera avanzata un immagine attraverso programmi sofisticati. Inoltre questo ricercatore ci ha mostrato un sistema di condivisone di file in rete, un antesignano del Cloud Computing. Sono stato orgoglioso di aver potuto presentare al collega di BOSTON un gruppo di informatici molto evoluti (i soci del Club) che ha fatto fare bella figura all’Italia! Durante la mia presidenza abbiamo anche realizzato la prima brochure del Club Bit”.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato nel periodo in cui sei stato presidente?“Usando la mailing list, uno dei soci in maniera anonima aveva attaccato uno dei soci uditori - di recente introduzione - dandogli dell’incompetente.Per bloccare sul nascere questa polemica ho mandato alla mailing list una mail TUTTA IN MAIUSCOLO in cui puntualizzavo che non era quello l’ambito per una simile polemica. è stato un vero shock anche perché io non intervenivo quasi mai nelle discussioni. Questo ha fatto emergere l’autore del misfatto che si è poi scusato con me. E questo ha segnato un punto di svolta perché ha definito una volta per tutte la NETIQUETTE del Club Bit.Temi come questo sono oggi di grande attualità, ma a quei tempi siamo stati tra i primi ad affrontarli in modo concreto”.

che cosa ti è rimasto a livello di ricordi personali un episodio o una persona) del periodo trascorso come presidente?

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“Abbiamo modificato lo statuto in modo da far entrare nel Club anche i fornitori di tecnologia, creando la figura del socio uditore. Abbiamo aperto un dialogo con il gruppo del terziario avanzato di Unindustria.Siamo riusciti a confrontarci e a dialogare in maniera aperta senza implicazioni di carattere commerciale, avendo un arricchimento professionale importante. Ri-cordo con particolare piacere il contributo entusiasta di persone come Riccardo Davella di SMC Group, Ennio Bianco di Sogea (che sarebbe diventato poi pre-sidente del Terziario avanzato) Mario Torresan di EuroSystem (venuto purtroppo a mancare) e Maurizio Galluzzo di Intelligence Software (anche lui diventato poi presidente del terziario avanzato). Sotto la mia presidenza abbiamo realizzato il primo evento assieme a questo gruppo di amici”.

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59 anni nato a Motta di Livenza. Una car-riera nell’information technology principal-mente nel Gruppo SME dove ricopre anche il ruolo di direttore della logistica e dal 2005 diventa membro del consiglio di ammini-strazione. A livello di impegno associativo diventa presidente del Club Bit nel 2002 e ricopre poi la carica per due mandati. Nel 2005 assieme ad altri amici del Club fonda Informatici senza frontiere nel quale è presi-dente dal 2006 al 2013.Appassionato ballerino di tango ama la mu-sica e la buona compagnia. Grande soste-nitore dell’innovazione tecnologica in primis all’interno del Club, così rievoca il suo rap-porto con la mitica Bit List: “Ricordo piace-volmente l’entusiasmo di quel periodo, non vedevo l’ora di arrivare in ufficio, aprire il pc e vedere come precedevano le discussioni o se ne nascevano di nuove”

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

2002 - 2003Luca CostaMaurizio Da RosPatrizia LauricellaLuigino PolinRenzo Taffarello2004 – 2005Claudio PieriMaurizio Da Ros,Patrizia LauricellaLuigino PolinAlfredo Premi

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 64 (2005)

REFEREnTE UninDUSTRia

ROBERTO BUSATO

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA

TELEFONIA CELLULARE E INTEGRAZIONE CON I SISTEmI ITLO SVILUPPO DEGLI ERPINTERNET: APPLICAZIONI PER IL BUSINESSLE COmmUNITY ONLINEGLI ALBORI DELLA BUSINESS INTELLIGENCE

PROGETTI/EVENTI PIU SIGNIFICATIVI

KNOWLEDGE mANAGEmENT CON FRACARRO E ELEARETI WIRELESS E VOIPCANTIERE DELL’INNOVAZIONE CON VIUPRIVACY E SICUREZZAGESTIONE ELETTRONICA DOCUmENTI ED ARCHIVIAZIONE SOSTITUTIVADECENNALE CLUB BITINCONTRO SU OPEN SOURCECONVEGNO SULLE TELECOmUNICAZIONI INCONTRI CON IBm, mICROFOFT, VODAFONE, TELECOmVISITE CADORO, ROSSIGNOL, POLICARPO, TECNICA, VOLPATO, FERPLAST, ATVO

PRESIDENTEGIROLAMO BOTTER

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quale o quali sono stati i fenomeni del mondo it o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo della tua presidenza? come si erano attrezzate le aziende a rispondere a queste sfide? sono ancora attuali in tutto o in parte?“Il fenomeno tecnologico più significativo di quel periodo è stato probabilmente la diffusione della telefonia cellulare, però solo dopo qualche anno la telefonia ha cominciato ad integrarsi con i sistemi informativi e creare l’area del “mobile”.Sul fronte più specificamente informatico, secondo me, bisogna sottolineare l’i-narrestabile diffusione dei pc, quindi l’office automation e l’accesso a internet.In quel periodo l’informatica usciva dal perimetro di gestione della contabilità e produzione di bolle/fatture. Cominciò a diffondersi in azienda supportando attività molto più vaste e pervasive.Il sistema informativo diventò, se utilizzato in modo sensato, una variabile compe-titiva importante. Consentì di aumentare notevolmente l’efficienza, creando con-temporaneamente una base di conoscenza analizzabile attraverso i primordiali strumenti business intelligence.”

come era il mercato per la tua azienda in quel periodo?se e come influenzava le scelte di investimenti in it?“In quel periodo la SME era un’azienda in tumultuosa crescita, concentrata sull’acquisizione o apertura di nuovi punti vendita. Nonché nella definizione di un suo format. La direzione aziendale era totalmente concentrata sul fronte commerciale e il sistema informativo mi è stato totalmente affidato.

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Le scelte degli investimenti erano sotto la mia responsabilità previa la presenta-zione di budget preventivo e di un resoconto consuntivo.Devo dire che le mie proposte sono sostanzialmente sempre state approvate. Sottolineo che ho lavorato in SME nel settore amministrativo e, successivamente, in quello commerciale. Avevo una buona conoscenza dell’azienda e riuscivo a suggerire soluzioni coerenti con il business e l’organizzazione aziendale”.

ci racconti un evento (o pubblicazione) organizzato dal club in quegli anni che ti ha dato particolare soddisfazione e perché?“Sicuramente l’evento del decennale del Club-bit, l’11 novembre del 2004. Un evento che ha visto una vasta partecipazione di pubblico grazie al livello dei relatori ed agli stimolanti contenuti del convegno.I relatori erano Daniele faccioni (CIO di De Longhi), fabrizio Montino (CIO di Save), Claudio Pieri (CIO di Lotto), Patrizia Lauricella (CIO di Maingroup) ed, infine, il moderatore: Claudio Paqualetto del Sole 24ore. Significativa anche l’apertura dei lavori da parte del Presidente di Unindustria Andrea Tomat. Ma il ricordo più significativo è la pubblicazione che abbiamo prodotto assieme a Stefano Micelli di Venice International University. Un libro di poco meno di cento pagine dal titolo “Competitività d’impresa e nuo-ve tecnologie” frutto del lavoro di Stefano Micelli e del suo collaboratore Marco Bettiol. Stefano e Marco hanno intervistato i CIO delle aziende trevigiane più importanti e hanno tracciato il profilo del “nuovo” CIO.Un ruolo che non doveva essere più solamente tecnologico; il CIO doveva inte-ressarsi anche di business portando nel board quella conoscenza tecnologica che, all’epoca, scarseggiava nelle altre funzioni aziendali”.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato nel periodo in cui sei stato presidente?“La fine del mio mandato è coincisa con la visita alla Volpato Industrie, dicembre 2004.In quell’occasione, spero di ricordare bene, avevamo invitato un dirigente di Info-cert per parlare di “archiviazione sostitutiva e smaterializzazione del ciclo passi-vo”. Una persona molto capace che ha ben illustrato la tematica.Il relatore era molto loquace e ha sforato largamente il tempo a lui riservato. Il mio ruolo mi imponeva di farglielo capire e, con crescente chiarezza, inutilmente continuavo a segnalarlo. Ma lui imperterrito proseguiva la sua presentazione.

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Alla fine un po’ spazientito gli ho chiesto esplicitamente di “smaterializzarsi”, su-scitando l’ilarità della platea. Anche il relatore è stato colpito dalla battuta e ha concluso immediatamente”.

che cosa ti è rimasto a livello di ricordi personali (un episodio o una persona) del periodo trascorso come presidente?“La scoperta e l’utilizzo massiccio della collaborazione online. Attraverso una semplice mailing list il direttivo e tutti i soci dialogavano quotidianamente, scam-biandosi idee, esperienze, pareri. Ricordo piacevolmente l’entusiasmo di quel periodo, non vedevo l’ora di arri-vare in ufficio, aprire il pc e verificare come precedevano le discussioni o se ne nascevano di nuove. Dirlo ora che lo facciamo abitualmente con lo smartphone sembra preistoria, ma era solo dieci anni fa”.

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Alla fine del mandato di Girolamo Botter, lo stesso Gimo, Claudio Pieri e maurizio da Ros, hanno pensato di utilizzare la loro esperienza associativa anche a fini di solidarietà. Hanno coinvolto il CLUB-TI che rag-gruppava le principali aziende del tri-veneto e più precisamente tre membri del direttivo: Pierangelo Tripoli (PAm), Fabrizio montino (SAVE) e Antonio Forcolin (Stefanel).Forcolin, montino, Tripoli, Pieri, Da Ros e Botter sono diventati nel 2005 i soci fondatori di Informatici senza frontie-re-ONLUS (ISF).Un’associazione che si propone di aiu-tare persone e popolazioni disagiate utilizzando l’informatica. ISF si è rapidamente diffusa in tutta Ita-lia raggiungendo oltre 300 iscritti in 10 sezioni regionali e ha realizzando de-cine di progetti di solidarietà in Italia e in molte nazioni africane. Fra i progetti a cui ha dato un contributo Informatici senza frontiere ricordiamo:

ALFABEtIZZAZIONEINFORMAtICA:nell’ambito dei suoi progetti in Africa con il programma Open Hospital ISF si occupa della formazione del persona-le destinato ad utilizzarlo. L’obiettivo è

sempre quello di “formare i formatori” nell’ottica dell’autosufficienza. Grazie al progetto “Bambini al PC” i bambini ricoverati nei reparti di lungodegenza degli ospedali hanno la possibilità di continuare a comunicare con la fami-glia e gli amici, giocare e seguire le lezioni scolastiche attraverso l’uso di computer messi in rete.

PER LA DISABILItà:per migliorare le condizioni di vita di chi soffre in seguito a disabilità o a malattia attraverso l’informatica, ISF ha creato diversi specifici ed innovativi programmi che hanno la caratteristica di essere gratuiti ed open source.Tra cui ISA software pensato per chi può comunicare solo con gli occhi, oppure ImA interfaccia pensata per persone in sedia a rotelle.

PER LO SvILUPPO:ricordiamo il progetto OPEN HO-SPITAL, un software open source di gestione ospedaliera – Sistema Infor-mativo Clinico – sviluppato da ISF per assistere ospedali, ambulatori e centri medici nella gestione dell’operatività quotidiana. Attualmente attivo in varie realtà di paesi africani quali Uganda, Etiopia, Kenya, Somalia.

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63 anni, nato a Paese Treviso ed ivi residen-te da sempre. Primo Presidente in pensio-ne del Club (ne seguiranno altri), entra nel campo informatico nel lontano 1974 con corsi di formazione IBM. fin dall’inizio si fa carico di tutte le questioni aziendali inerenti l’IT prima in una azienda metalmeccanica per poi approdare nel settore del mobile dove dopo 30 di permanenza chiude una onorata carriera andando in pensione.Al Club approda fin da subito, entra nel direttivo durante il mandato di Renzo Taf-farello dove partecipa attivamente all’orga-nizzazione degli eventi e alla promozione del Club tenendo i rapporti con i socie e il controllo del bilancio. Dice Luigino: Ho sempre creduto nel Club come un aggre-gatore di idee ed esperienze e credo que-sta sia ancora la forza che lo tiene attivo dopo vent’anni di vita”

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

2006 - 2007Claudio PieriMaurizio Da RosStefano CerchierDario Giuriato,2008 – 2009Claudio Pieri,Stefano CerchierLorenzo SeccoDario Giuriato,

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 72 (2009)

REFEREnTE UninDUSTRia

Roberto Busato

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA

RETI AZIENDALIINTEGRAZIONE TELEFONIA E ITDEmATERIALIZZAZIONE DEI DOCUmENTImOBILITYRFID

PROGETTI/EVENTI PIU SIGNIFICATIVI

INDAGINE SUL mONDO SKYPECONVEGNO SULLE NUOVE OPPORTUNITÀDI COmUNICAZIONENUOVE FUNZIONALITÀ SUI mOBILE DEVICE“BUSINESS CONTINUITY E DISASTER RECOVERY”VISITE AZIENDALI REPLAY, BRETON, VOLPATORILASCIO QUADERNO “DEmATERIALIZZAZIONE DEI DOCUmENTI”CONVEGNO “VIRTUALIZZAZIONE DEI SERVER”CONTRATTI ICTVISITA ALLA FARm DI TELECOm, ALLA DUCATI e I-NETCONVEGNO RFIDCONVEGNO SULLA mOBILITY H-FARme CLUB TICLOUD COmPUTING GOOGLE E FRACARRO

PRESIDENTELUIGINO POLIN

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quale o quali sono stati i fenomeni del mondo it o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo della tua presidenza? come si erano attrezzate le aziende a risponderea queste sfide? sono ancora attuali in tutto o in parte?“Internet era già a pieno regime, tutte le aziende ormai ne fruivano abbondan-temente ma nella maggioranza dei casi tutto era subordinato a postazioni fisse, solo in lontananza si scorgevano nuove prospettive per quello che poi diverrà il boom di internet in mobilità.Ecco presentarsi l’occasione per il Club Bit di anticipare ancora una volta i tempi con convegni ed informazioni per i soci e non solo per presentare le prime solu-zioni del mercato nelle nuove frontiere della comunicazione.Nel corso dei meet-bit eccoci a parlare di Skype, di business continuty, dema-terializzazione dei documenti, e finalmente entra a pieno regime la piattaforma Google - in particolare con le Google Apps e la sua declinazione di Cloud Computing - introducendo nuove soluzioni per la mobilità. finalmente l’ufficio e le informazioni non erano più subordinate ad un ambiente fisso ma viaggiavano assieme a chi ne usufruiva, una grande innovazione che ha cambiato il mondo e la comunicazione aziendale ed il Club, nel suo piccolo, ha contribuito a portare i sui soci in questa direzione”.

come era il mercato per la tua azienda in quel periodo?se e come influenzava le scelte di investimenti in it?“La mia azienda, a differenza di quelle di altri colleghi, era una medio piccola azienda nel ramo dell’arredamento con un prodotto di alta qualità, molto perso-

intervista a Luigi poLin

32 l’informatica secondo il club bit

nalizzato e quindi carico di manodopera molto specializzata. Pur non essendo pionieri nelle soluzioni IT ci siamo sempre sentiti attratti dalle soluzioni innovative e, budget permettendolo, abbiamo sempre investito nel settore IT adeguando le soluzioni fornite alle nostre esigenze peculiari.Anche internet ha dato un buon contributo al nostro business con siti e vetrine online sempre adeguate al prodotto da noi messo nel mercato”.

ci racconti un evento (o pubblicazione) organizzatodal club in quegli anni che ti ha dato particolare soddisfazione e perché?“Non uno ma una serie di eventi organizzati nel periodo del mio mandato come presidente del club hanno suscitato curiosità e interesse a partire dal rilancio dell’attività di ICARO in cui abbiamo affrontato non più la stesura tecnica di un prodotto, ma la sua presentazione ai possibili fruitori della soluzione proposta. Non possiamo tralasciare la presentazione delle soluzioni RfID con il Prof. Enzo Schiavuta dell’Università di Padova e del dr. Sandro Lazzari – Presidente Dolo-miti Supersky, all’evento sulla mobility presso H-farm nella tenuta Ca’ Tron di Roncade assieme al club TI. Ben 3 pubblicazioni sono state redatte in quegli anni come la dematerializzazio-ne dei documenti, i modelli di negoziazione, la qualità tecnologiche ed informa-tiche nella PMI”.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato nel periodo in cui sei stato presidente?“Non so perché ma negli anni del mio mandato ho avuto come collaboratrici ben due carissime ragazze di Unindustria Treviso che seguivano il Club a livello di segreteria ma che tanto si sono spese nell’organizzazione di molti eventi e per questo sono stato sempre invidiato dagli altri Presidenti che si dovevano accon-tentare di una sola, se pur bravissima, segretaria.Quindi un grazie di cuore a Paola e Cristina!”.

che cosa ti è rimasto a livello di ricordi personali(un evento, un viaggio, una persona) del periodo trascorso come presidente?“In quegli anni ho avuto la possibilità di lavorare e quindi conoscere bene un grande personaggio del Club l’amico Stefano Cerchier con cui ho condiviso la stesura di importanti eventi considerati all’avanguardia in quel periodo. Il ricordo più bello rimastomi anche nel cuore è l’essere riuscito a portare il Club a Castel-

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brando a Cison e concludere il mio mandato, che in quell’occasione corrispon-deva anche al quindicennale del Club, con il concerto di Antonio Nardo e della sua band.Resteranno sempre nella mia mente e nel mio cuore questi vent’anni di Club Bit dove ho potuto trovare grandi amici con la “A” maiuscola e che tanto mi hanno dato sia professionalmente che emotivamente”.

34 l’informatica secondo il club bit

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59 anni, residente a Montebelluna (TV), IT manager di Lotto Sport Italia spa, prece-denti esperienze ICT nei settori finanziario, abbigliamento, metalmeccanico. Entrato a far parte del Club Bit fin dalla sua fondazio-ne. Per diversi mandati è stato membro del direttivo fino alla sua elezione avvenuta nel 2010 e rinnovata nel 2012.Così commenta Claudio il suo impegno da presidente: “Ho sempre pensato che la tec-nologia abbia significato solo se migliora la user experience dell’utilizzatore.Questa è sempre stata la mia attenzione nelle scelte. All’interno del Club Bit, durante la mia presidenza, ho cercato di allargare la visione “tecnologica” della nostra associa-zione abbracciando anche altre discipline e organizzando incontri dove l’informatica non era centrale ma mettendo il focus sulle potenzialità umane interdisciplinari”

ALTRI CONSIGLIERI CLUB-BIT

2010 – 2011Girolamo BotterMaurizio Da RosDario GiuriatoEmanuele PozzobonPatrizia Lauricella

2012 – 2013Adriano BonDario GiuriatoEmanuele PozzobonPatrizia Lauricella

DaTi iSCRiTTi

Soci Ordinari: 47 (dicembre 2013)

REFEREnTE UninDUSTRia

Alessandro Calzavara

LE TECNOLOGIE DELL’EPOCA

WEB 2.0SOCIAL mEDIAVIRTUALIZZAZIONECLOUD COmPUTING

PROGETTI/EVENTI PIU SIGNIFICATIVI

PRIVACY e OBBLIGHI PER AmmINISTRATORI di SISTEmACLOUD COmPUTING (con UNINDUSTRIA TV)CA’ dei CARRARESI: INFORmATICA e ARTE IT GOVERNANCEE-COmmERCETITOLI mEET-BIT: Tablet a confronto – CreativitàSOCIAL mEDIAPADOVA VISITA AL PLANETARIOmETODOLOGIA LEANVISITA AL POLO SCIENTIFICO “Kilometro”

PRESIDENTECLAUDIO PIERI

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quale o quali sono stati i fenomeni del mondo it o ad esso collegati che più erano d’attualità nel periodo della tua presidenza? come si erano attrezzate le aziende a risponderea queste sfide? sono ancora attuali in tutto o in parte?“La mia Presidenza è abbastanza recente (2010-2013). I temi più ricorrenti sono stati la virtualizzazione, ormai matura. Il cloud tuttora molto di moda e i social media legati alla diffusione degli strumenti personali (smartphone, tablet, ecc).Le aziende del nostro territorio, sempre molto attente ma, allo stesso tempo, concrete hanno affrontato i temi prima con molta prudenza e un po’ di scettici-smo ma poi si sono adoperate per introdurre queste nuove “filosofie”. La virtua-lizzazione ormai è un dato di fatto in quasi tutte le aziende e probabilmente si da per scontato che si debba fare cosi. Il cloud comincia ad essere presente in parecchie realtà.Ovviamente sotto le varie declinazioni (pubblico, privato, ibrido) ma non è più in discussione la sua validità. Gli ostacoli ancora da superare sono la disponibilità di collegamenti a banda larga e vincere il pregiudizio che i dati sono più sicuri in casa propria.Circa i social ormai sappiamo che sono un vero e proprio canale di comunica-zione diretta con l’azienda e nessuno ne può fare a meno. Evidentemente questi temi, relativamente recenti, sono ancora da esplorare e mostrano un potenziale enorme. Credo che ci sia molto da fare e che i prossimi anni tutto questo darà luogo all’ennesima rivoluzione informatica”

INtERvIStA CLAUDIO PIERI

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come era il mercato per la tua azienda in quel periodo?se e come influenzava le scelte di investimenti in it?“Il mercato estremamente difficile perché sono stati gli anni della “crisi” economi-ca. Il Paese ha sofferto e le aziende conseguentemente.Tutto sembrava frenare qualsiasi ambizione di sviluppo e di ottimismo. Anche noi abbiamo perso quote significative di fatturato ma la resa non c’è mai stata e si è combattuto con tutti i mezzi (idee, novità, progetti) che potevamo mettere a disposizione. Chiaramente l’IT ha, da una parte governato una situazione di crisi con minore ri-sorse, dall’altra è sempre stato al fianco del business per supportare tutte quelle iniziative che dovevano permettere maggior flessibilità e time to market ridotto”.

ci racconti un evento (o pubblicazione) organizzato dal club in quegli anni che ti ha dato particolare soddisfazione e perché?“Nel 2013 abbiamo organizzato assieme ad Unindustria il primo evento sul Cloud. è stato un’iniziativa di forte successo oltre qualsiasi ottimistica previsione. Il format, la location ma soprattutto i contenuti e i relatori sono stati la chiave di successo. Questo dimostra che collaborare assieme ad altre organizzazioni aiuta ad essere vincenti. Nel 2014 questa esperienza è continuata e l’affluenza di pubblico è stata ancora maggiore.

ti ricordi un aneddoto curioso o un episodio divertente capitato nel periodo in cui sei stato presidente?Non ho un ricordo particolare ma una cosa la voglio segnalare: il nostro Club esiste perché c’è un forte senso di appartenenza e, quando ci troviamo, il diver-timento e lo stare insieme gode di una spontaneità che non si trova facilmente in altri contesti. Pertanto, le ore passano e l’informatica, alle volte, diventa solo un pretesto per stare assieme.

che cosa ti è rimasto a livello di ricordi personali(un evento, un viaggio, una persona) del periodo trascorso come presidente?“Ho provato un senso di piacere e di entusiasmo quando sono stato eletto per-ché senti che le persone che ti stanno attorno si aspettano qualcosa da te e vedono, nella tua persona, qualcuno su cui riporre la propria fiducia.

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è un’emozione forte che ti riempie di responsabilità ma, allo stesso tempo, ti dà la carica per andare avanti.Un’altra occasione che ricordo molto volentieri è stato l’incontro di fine anno (2013) con la visita privata a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta.Quando si è di fronte a tanta bellezza mi chiedo sempre come l’uomo sia riuscito ad esprimersi con tanta grandezza e capacità pur avendo limitate tecnologie a disposizione.Ogni giorno a noi uomini d’ azienda vengono richiesti sforzi in termini di inno-vazione, qualità, fruibilità, flessibilità e penso che dobbiamo imparare molto dalla lettura del nostro passato dove grandi uomini hanno segnato la storia con pochi mezzi a disposizione ma con notevoli capacità umane e spirito di scoperta”.

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Stampa Grafiche Antiga spaCrocetta del Montello (TV)

11. 2014

Con questa pubblicazione abbiamo in primo luogo voluto tenere trac-cia di questi 20 anni di Club. A parte i ricordi personali di cia-scuno, in verità non è facile ricostruire avvenimenti, circostanze, persone che hanno caratterizzato un periodo che ha intercettato la storia professionale e personale di così tante persone.

Quindi un ricordo per i soci che l’hanno vissuta e un “chi erava-mo” per i soci più giovani. Ma anche un ponte ideale tra passato e futuro, se è vero che si costruisce sempre partendo dalle radici, dalle fondamenta. In questo senso le sfide che ci siamo posti per i prossimi anni sono in continuità ideale con lo spirito e la sostanza di questo ventennio di Club Bit.

E a questo punto doveroso ringraziare le persone che ci hanno aiu-tato in questa operazione di ricostruzione della memoria e quindi a realizzare questo libro, scusandoci fin d’ora se ci dimentichiamo di qualcuno.

In primis tutti i past-president (Antonio Nardo, Renzo Taffarello, Gimo Botter, Luigino Polin, Claudio Pieri) e Lorenzo Secco che ci ha raccontato la sua esperienza di consigliere ai tempi di Ita-lo Ceccon, a cui va il ricordo commosso di tutti noi. Grazie in particolare a Luigino Polin, hard disk vivente del Club al quale abbiamo ricorso più volte per coprire inevitabili “buchi”. Grazie agli attuali consiglieri del Club ed in modo particolare a Alberto Fedalto e Alberto Ceschin costantemente presenti nella task force che ha organizzato l’evento del Ventennale.

Grazie ad Unindustria Treviso che continua a sostenerci e credere in noi dopo Vent’anni. Senza il suo supporto le attività del Club non potrebbero svilupparsi.

luca milanese presidente club bitmarco de alberti giornalista e socio onorario club bit