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IG STUDENTS:

BEST PRACTICE COMMISSIONE UE

NOVEMBRE 2002

(PAGINE 39-40)

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RELAZIONE FINALE DEL GRUPPO DI ESPERTI

PROGETTO "PROCEDURA BEST"SULL'EDUCAZIONE E LA FORMAZIONE

ALL'IMPRENDITORIALITÀ

Novembre 2002

Direzione generale per le Imprese

Commissione Europea

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Nota legale

Il presente progetto è stato realizzato con la collaborazione di esperti nel settoredell'educazione e della formazione alla imprenditorialità, nominati dalle autoritànazionali nell'ambito della procedura BEST della Direzione generale per le Impresedella Commissione europea.

Benché il lavoro sia stato condotto sotto la supervisione di funzionari dellaCommissione, le opinioni espresse nel presente documento non riflettononecessariamente l'opinione della Commissione europea.

La riproduzione è autorizzata, a condizione che venga citata la fonte.

Per ulteriori informazioni:

Commissione europeaDirezione generale per le ImpreseUnità B.1 Migliorare le misure di sostegno alle impreseB-1049 Bruxelles, BelgioFax: +32-2-29.66 27 8E-mail: [email protected]://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/index.htm

Informazioni su altri progetti:

Per informazioni relative ad altri progetti realizzati congiuntamente dallaCommissione europea e dalle amministrazioni pubbliche nazionali sui temi dellapromozione dello spirito imprenditoriale e del miglioramento delle misure a sostegnodelle imprese consultare il sito web:

http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/index.htm

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Indice

ELENCO DEI MEMBRI DEL GRUPPO DI ESPERTI.......................................................................... 4

SOMMARIO .............................................................................................................................. 6

1. INTRODUZIONE E ANTECEDENTI .................................................................................... 10

2. OBIETTIVI E METODOLOGIA........................................................................................... 12

3. DEFINIZIONE DI "FORMAZIONE ALL'IMPRENDITORIALITÀ" ............................................ 16

4. ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE .......................................................................... 18

- Tavole sinottiche ............................................................................................................... 26

5. PANORAMICA DELLA FORMAZIONE ALL’IMPRENDITORIALITÀ NEL CONTESTO DEISISTEMI D'ISTRUZIONE NAZIONALI ................................................................................. 31

6. INDIVIDUAZIONE DI ESEMPI E MODELLI CONCRETI......................................................... 48

7. CONCLUSIONI POLITICHE E RACCOMANDAZIONI............................................................ 57

ALLEGATO 1: ELENCO DI POSSIBILI INDICATORI RELATIVI ALL'EDUCAZIONEALL'IMPRENDITORIALITÀ....................................................................................................... 61

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MEMBRI DEL GRUPPO DI ESPERTI

Paese Nome Organizzazione E-mail

Austria

Belgio

Danimarca

Finlandia

Francia

Germania

Grecia

Irlanda

Italia

Lussemburgo

Paesi Bassi

Norvegia

Portogallo

Dr. Hermann Frank

Mr. Charles Hittelet

Mr. Jan Hein Nielsen

Mr. Jussi Pihkala

Dr. Alain Fayolle

Ms. MarionHüchtermann

Dr. Joseph Hassid

Ms Anna Gethings

Dr. Franco Sensi

Mr. Gilbert Engel

Mr. Robin van IJperenMr. Edwin Bakker

Dr. Lars KolvereidMs. Elin M. Oftedal

Dr. Jaime Prudente

Wirtschaftsuniversität WienInstitut fürBetriebswirtschaftslehre der Klein- und Mittelbetriebe

Institut de Formation Permanentepour les Classes moyennes et lesPME (IFPME)

Uphill (Consulente di processo)

Ministry of Education

INPG-ESISAR

Institut der deutschen WirtschaftKöln

University of Piraeus

AG Services

Ministero per le AttivitàEconomiche e Produttive(Consulente).

Ministère de l'EducationNationale, de la FormationProfessionnelle et du Sport

Ministry of Economic Affairs

Høgskolen i Bodø

IAPME-Direcçao de Politicaspara a Inovaçao Empresarial

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]@hibo.no

[email protected]

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Spagna

Svezia

Regno Unito

Commissioneeuropea

Dr. Ignacio FernandezToca

Mr. John Wallon

Mr. Alastair Mathews

Mr. SimoneBaldassarri

Subdireccion General deFormacion ProfesionalMinisterio de Educacion, Culturay Deporte

NUTEK, the Swedish BusinessDevelopment Agency (Esperto)

Department of Trade and Industry- DTI (Consulente)

Direzione generale Imprese

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

Il gruppo si è riunito cinque volte, presieduto dalla Commissione. La relazione èbasata sui contributi degli esperti ed è stata redatta dalla Commissione.

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SOMMARIO

Incoraggiare lo spirito imprenditoriale significa contribuire in modo decisivo allacreazione di posti di lavoro e al miglioramento della competitività e della crescitaeconomica in tutta Europa. Benché l'imprenditorialità (effettiva o potenziale) possaessere influenzata da una serie di fattori di vario tipo, vi è sicuramente un aspettoculturale di cui occorre tenere conto. Su questo versante, l'istruzione può svolgereun'azione molto importante, favorendo lo sviluppo di attitudini e capacitàimprenditoriali nei giovani fin dai banchi di scuola.

L'importanza dell'imprenditorialità viene ampiamente riconosciuta attualmente qualecompetenza di base che deve essere acquisita attraverso l'apprendimento lungo tuttol'arco della vita e in questo ambito esistono già esperienze stimolanti in tutti i paesi.Con il presente progetto ci si è proposti di "censire" le iniziative avviate in tuttaEuropa volte a promuovere la formazione all'imprenditorialità presso i sistemid'istruzione a tutti i livelli: dalla scuola primaria fino all'università. La finalitàgenerale era quella di acquisire una maggiore conoscenza della natura e della portatadelle misure e dei programmi esistenti.

Nell'affrontare questo tema si è avvertita chiaramente l'esigenza di adottare un"approccio qualitativo", più che procedere esclusivamente sulla base di datiquantitativi, in considerazione del tipo di argomento trattato e in quanto la maggiorparte dei paesi non dispone di dati precisi sull'educazione all'imprenditorialità (quali,il numero di istituti che offrono programmi di questo tipo e il numero di studenti chevi partecipano). In mancanza di dati ufficiali, l'analisi comparativa (tavole sinottiche)si è basata per lo più su stime effettuate dagli esperti della situazione del propriopaese, sulla scorta delle informazioni disponibili a livello nazionale. I risultati delpresente studio, pertanto, non mirano a fornire alcuna evidenza statistica, quantopiuttosto a delineare un quadro globale della situazione attuale in Europa che sia il piùpossibile fedele alla realtà, consentendo al lettore di trarne una panoramica delleprincipali carenze nell'educazione all'imprenditorialità e anche di cogliere alcunedifferenze fra i vari paesi.

Nell'ambito del presente progetto ci si è avvalsi delle informazioni esistenti, ossianon è stata condotta nessuna nuova indagine. A tal fine, nel giugno 2001 è statoistituito un gruppo di esperti, composto da membri nominati dai governi nazionali,all'interno del quale la Commissione ha assunto un ruolo di coordinamento. Nellaraccolta dei dati, gli esperti hanno attinto alle proprie conoscenze e competenzepersonali, nonché alle fonti rese disponibili dalle amministrazioni pubbliche nazionali.

Sono stati trattati i seguenti punti chiave:

� imprenditorialità nella scuola primaria e secondaria;

� formazione dei docenti sul tema dell'imprenditorialità;

� cooperazione fra scuole/università e imprese per la promozionedell'imprenditorialità;

� attività e cattedre dedicate all'imprenditorialità a livello universitario.

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Uno dei compiti assegnati al gruppo di esperti è stato quello di pervenire a unadefinizione comune di "formazione all'imprenditorialità". In generale si èconvenuto sull'importanza che tale definizione comprendesse due diversi elementi:

� una più ampia accezione del concetto di educazione volta all'acquisizione dicapacità e competenze imprenditoriali, che comporti lo sviluppo di determinatequalità personali e non sia direttamente finalizzata alla creazione di nuoveimprese;

� un concetto più specifico di formazione in vista della creazione di un'impresa.

Fra gli obiettivi di questo tipo di insegnamento - da definire più specificamente aseconda del livello d'istruzione - figurano: la sensibilizzazione degli studentiall'attività autonoma quale scelta professionale (trasmettendo il messaggio che si puòaspirare a diventare non soltanto lavoratori dipendenti ma anche imprenditori); lapromozione dello sviluppo di qualità personali attinenti all'attività imprenditoriale,quali la creatività, l'assunzione del rischio e la responsabilità; l'acquisizione dellecompetenze tecnico-commerciali necessarie per avviare un nuovo progettoimprenditoriale.

Nell'ambito del progetto gli esperti nazionali hanno selezionato alcuni esempi qualicasi di "buone prassi" per i rispettivi paesi, sulla base di criteri generali stabiliti inprecedenza. Essi vengono esposti nella presente relazione in quanto possibili modelli,riuniti in sei ampie categorie tematiche.

Nel censire le attività in corso e le misure adottate a livello nazionale dagli Statimembri e dalla Norvegia, gli esperti hanno evidenziato come particolarmentesignificativi i seguenti aspetti.Benché numerose attività siano attualmente in via di elaborazione a tutti i livellid'istruzione, molte di esse non sono integrate nel programma di studi nazionale, néinserite all'interno di un quadro coerente. Le attività sono spesso isolate, vengonoprese da singoli istituti, partenariati o autorità locali. In molti casi esse si svolgono suiniziativa di attori esterni e non del sistema d'istruzione. E' più probabile chel'educazione all'imprenditorialità venga impartita come materia separata o considerataun'attività extracurricolare.

Ne consegue che la maggior parte degli studenti non ha ancora la possibilità difrequentare corsi e programmi dedicati all'imprenditorialità.Resta ancora da stabilire se sia preferibile che l'educazione all'imprenditorialità vengainserita nel programma di studi nazionale o se questo tipo d'insegnamento debbapiuttosto figurare fra le attività integrative ed extracurricolari. Tuttavia, se essa nonverrà inserita all'interno di una strategia globale, neppure i programmi più interessantie innovativi potranno fornire la soluzione ottimale. Il sistema d'istruzione deve esserepreparato a far fronte a questa sfida dal proprio interno. A tal fine occorre creare unsolido quadro per la formazione all'imprenditorialità e proiettarlo in una prospettiva alungo termine, aumentando il numero di docenti con una formazione specifica inmateria e assicurando, infine, che detti programmi siano accessibili in generale aglistudenti.

In conclusione, si prende atto che vi è stato sicuramente un importante mutamentoculturale, in quanto l'educazione all'imprenditorialità viene ormai generalmenteconsiderata una importante materia di insegnamento. Tuttavia, e benché non

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manchino esempi di buone prassi in tutti i paesi, si avverte ancora una forte esigenzadi migliorare e consolidare ulteriormente questo ambito. Ciò che sembra mancare,nella maggior parte dei casi, è un quadro coerente, che garantisca alle attivitàesistenti una collocazione all'interno del sistema d'istruzione.

Oltre a quanto sin qui esposto, di seguito vengono riportate alcune delle principaliconclusioni alle quali si è pervenuti nel corso dei lavori.

� Al giorno d'oggi in quasi tutti i paesi – sebbene in misura diversa – è riscontrabileun impegno politico a livello governativo/ministeriale volto a promuovere laformazione all'imprenditorialità all'interno del sistema d'istruzione.

� La definizione di indicatori e la raccolta di dati quantitativi in questo settoresono ancora alquanto limitate.

� La valutazione delle misure intraprese viene effettuata per lo più in misuralimitata o non sistematica.

� Le iniziative volte a promuovere lo sviluppo dello spirito imprenditoriale neglialunni della scuola primaria sono ancora rare, benché non manchino anche inquesto ambito alcuni validi esempi di buone prassi.

� Questo tipo di insegnamento viene impartito con maggiore frequenza nelle scuolesecondarie, molto spesso su iniziativa di singoli istituti d'istruzione.

� Attualmente i sistemi di formazione professionale iniziale di livello secondario,nella maggior parte dei paesi, non sono sufficientemente orientati all'eserciziodell'attività autonoma e imprenditoriale.

� La formazione all'imprenditorialità a livello universitario attualmente si rivolgeprincipalmente agli studenti che seguono corsi di economia e commercio.

� I programmi basati su metodi di apprendimento sul campo (”learning by doing”)- nell'ambito dei quali gli studenti hanno la possibilità di creare e gestire mini-imprese - sono una prassi ampiamente utilizzata in molti paesi per sviluppare lecapacità imprenditoriali, soprattutto a livello secondario.

� La formazione specifica attualmente impartita agli insegnanti sul temadell'imprenditorialità è insufficiente e ciò costituisce un grave ostacoloall'introduzione della concezione imprenditoriale all'interno delle classi.

� I collegamenti fra la scuola e il mondo dell'impresa finalizzati alla promozionedello spirito imprenditoriale sono ampiamente sviluppati nella maggior parte deipaesi; spesso ciò si deve a iniziative prese a livello locale e autonomamente dasingoli organismi o istituti scolastici.

� Sussiste tuttavia una mancanza di finanziamenti privati destinati a programmidi formazione all'imprenditorialità in Europa.

Il gruppo di esperti, pertanto, ha formulato una serie di raccomandazioni in vista diinterventi da attuare in questo ambito, fra le quali:

� l'organizzazione di una “Giornata europea di educazioneall'imprenditorialità”;

� la creazione di reti permanenti fra esperti in questo settore;

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� intensificazione degli sforzi in vista della raccolta di dati quantitativi, ivi compresal'istituzione di piani d'azione a livello nazionale;

� l'aumento dell'offerta di formazione specifica per i docenti;

� l'ulteriore promozione dei programmi internazionali esistenti basatisull'apprendimento sul campo;

� la creazione di un quadro (a livello nazionale o regionale) per l'educazioneall'imprenditorialità;

� la trasposizione dell'impegno politico in azioni concrete (ossia la riforma deiprogrammi di studi nazionali laddove il sistema d'istruzione è centralizzato e/oofferta di assistenza e incentivi nei paesi in cui le scuole sono libere di stabilire ipropri programmi).

Subito dopo la pubblicazione della presente relazione sono state avviate attività difollow-up al presente progetto (estese ad alcuni dei paesi candidati), volte a definireuna metodologia per conseguire e valutare i progressi in questo ambito.

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1. Introduzione e antecedenti

Incoraggiare lo spirito imprenditoriale significa contribuire in modo decisivo allacreazione di posti di lavoro e al miglioramento della competitività e della crescitaeconomica in tutta Europa.

Benché variabili quali il numero di nuove imprese avviate ("tasso diimprenditorialità") o gli atteggiamenti psicologici delle persone nei confrontidell'attività autonoma (imprenditorialità latente o potenziale) possano essereinfluenzate da fattori diversi, vi è sicuramente un aspetto culturale di cui occorretenere conto. In Europa l'immagine degli imprenditori in quanto modelli positivi nonha mai goduto di un grado di considerazione molto elevato, a differenza di quantoavviene invece negli Stati Uniti. Per molto tempo in Europa diventare imprenditore èstata ritenuta una scelta rischiosa e incerta, non particolarmente allettante e menogratificante dal punto di vista sociale rispetto ad altre professioni più tradizionali. Inpassato i sistemi d'istruzione non erano predisposti in modo da preparare allo sviluppodello spirito imprenditoriale e all'attività autonoma, in quanto la finalità ultima delpercorso formativo era quella di produrre lavoratori dipendenti destinati a lavorare inuna grande azienda o presso la pubblica amministrazione.

Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a rapidi mutamenti e si va diffondendo inEuropa la consapevolezza della necessità di dare impulso a iniziative volte apromuovere una cultura d'impresa, incoraggiando l'assunzione del rischio, la creativitàe l'innovazione. L'imprenditorialità viene finalmente considerata un presupposto per lacrescita.

Ne consegue che al giorno d'oggi viene ampiamente riconosciuta l'importanza dellacapacità imprenditoriale, da annoverare fra le competenze di base che devono essereacquisite nell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Questo aspetto è statosottolineato in particolare al Consiglio europeo di Lisbona e nella Carta europea per lepiccole imprese1.

In particolare, con la Carta europea per le piccole imprese l'Unione europea siimpegna a promuovere l'insegnamento di conoscenze in campo aziendale eimprenditoriale a tutti i livelli scolastici e a mettere a punto programmi di formazioneper manager.

Inoltre, nel febbraio 2001, il Consiglio "Istruzione" ha adottato una relazione suifuturi obiettivi dei sistemi d'istruzione. Fra i principali ambiti individuati figurano ilrafforzamento dei collegamenti fra scuole e imprese e lo sviluppo dello spiritoimprenditoriale presso tutti i sistemi d'istruzione e formazione.

Benché solo di pochi individui eccezionali si possa dire che sono "imprenditori nati",l'acquisizione di una mentalità imprenditoriale può essere incoraggiata nei giovani, findai banchi di scuola. Inoltre, occorre fornire le competenze tecnico-imprenditorialinecessarie a coloro che scelgono di svolgere un'attività autonoma e/o di avviare unproprio progetto imprenditoriale o che potrebbero farlo a breve.

1 Adottata dal Consiglio "Affari generali" e approvata dal Consiglio europeo di Feira del 19-20 giugno2000.

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Tuttavia, l'imprenditorialità non dovrebbe essere considerata soltanto uno strumentoper creare nuove imprese, ma un atteggiamento generale che può essere utilmenteapplicato da chiunque nella vita quotidiana e in tutte le attività lavorative.

Nella maggior parte dei paesi dell'UE sono già in atto iniziative volte ad affrontarequesta tematica. Alcune informazioni qualitative sulle buone prassi esistenti in Europanel settore dell'istruzione e della formazione all'imprenditorialità sono state raccolteattraverso attività precedenti svolte o coordinate dalla Commissione europea.

Adottando la metodologia delle azioni concertate elaborata dalla Commissione, iForum organizzati nel 1998 a Stoccolma ("Formazione per l'avvio di nuove aziende")e Baden ( Workshop 1: "Formazione per imprenditori") hanno favorito lo scambio dibuone prassi fra Stati membri e stimolato la consapevolezza a livello europeo sugliobiettivi da raggiungere.

Più recentemente (nell'ottobre 2000), il Forum sulla "Formazioneall'imprenditorialità" di Sophia-Antipolis (Nizza) - organizzato in collaborazionedalla Commissione e dalle autorità francesi - ha affrontato il temadell'imprenditorialità da tre diversi punti di vista:

� all'interno del sistema d'istruzione (dall'istruzione primaria fino all'istruzioneuniversitaria)

� all'interno del sistema di formazione professionale� a livello aziendale ("intra-prenditorialità")

Ulteriori informazioni sul Forum dedicato alla “Formazione all'imprenditorialità”sono disponibili sul sito:http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/training_education/index.htm

A seguito di queste iniziative - e dato l'elevato livello di priorità attribuito a questoargomento a livello europeo - si è riconosciuta l'esigenza di "censire" le misureesistenti in Europa e di cercare di valutarne la portata e l'impatto.

Successivamente - sulla base delle conclusioni del Forum summenzionato e nelquadro del Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità(2001-2005) - è stato adottato il presente progetto sull'educazione e la formazioneall'imprenditorialità nell'ambito della procedura BEST.

La procedura BEST è stata avviata (a seguito di un mandato ricevuto dal Consigliodi Lisbona) nell'intento di promuovere lo scambio di buone prassi e di favorire lesinergie fra i processi in corso che vanno in tale direzione. La caratteristica comunedei progetti realizzati nell'ambito della procedura BEST è l'analisi di aspetti diinteresse per la Commissione e le amministrazioni nazionali, allo scopo di trarne unamaggiore conoscenza della natura di tali aspetti e degli sforzi in atto, nonché al fine diindividuare le buone prassi.

L'intero processo mira a incoraggiare il cambiamento politico negli Stati membri,visto che una delle caratteristiche essenziali di questa metodologia è che i progettivengono eseguiti congiuntamente dalla Commissione e dalle amministrazioninazionali interessate.

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2. Obiettivi e metodologia

- Obiettivi del presente lavoro

Il presente progetto mira a identificare iniziative intraprese in tutta Europa al fine dipromuovere la formazione all'imprenditorialità a tutti i livelli del sistema d'istruzione,dalla scuola primaria fino all'università. L'obiettivo generale è quello di comprenderemeglio la natura e la portata delle misure e dei programmi esistenti.

Non è possibile - e non rientra fra gli scopi della presente trattazione - compilare unelenco esaustivo di tutte le iniziative esistenti, in quanto un gran numero di interventispecifici è in via di attuazione a livello locale autonomamente a opera di singolescuole e università. Nella maggior parte dei casi le istituzioni scolastiche sono liberedi istituire i propri corsi e di avviare alcune attività in materia di formazione aziendalee imprenditoriale, sia a livello curricolare che extracurricolare. In tutti i paesi esistonoforme di partenariato fra le scuole e le imprese locali o le associazioni imprenditorialilocali finalizzate all'elaborazione di progetti comuni.

Il presente lavoro mira piuttosto a tracciare un quadro della situazione attuale inEuropa che possa costituire un possibile punto di riferimento per i futuri interventi inquesto ambito, in particolare

� preparare il terreno in vista dell'adozione di un eventuale approccio comune alivello europeo nell'affrontare una serie di elementi chiave (quali una definizionecomune di formazione all'imprenditorialità, indicatori specifici in questo settore,criteri di identificazione delle buone prassi, ecc.;

� tracciare una panoramica della formazione all'imprenditorialità nel contesto deidiversi sistemi d'istruzione;

� raccogliere e diffondere informazioni sui punti di forza e i punti debolidell'educazione all'imprenditorialità in Europa;

� fornire un'analisi comparativa della situazione in ciascun paese sulla base diinformazioni qualitative, dei dati quantitativi e delle stime disponibili;

� individuare e presentare una serie di esempi da proporre quali possibili modelli inEuropa;

� formulare conclusioni politiche sull'argomento e raccomandazioni in vista difuturi interventi in questo ambito.

Il presente lavoro si propone l'ambizioso obiettivo di creare un quadro per ulteriorisviluppi e ricerche in questo settore, che possa essere utilizzato dalle istituzionieuropee e dalle amministrazioni nazionali in vista delle loro future attività.

Infine, l'obiettivo finale del presente progetto - come si è detto nel precedente capitolo- è quello di fornire un contributo ad una azione politica di orientamento in Europanel settore dell'educazione all'imprenditorialità.

- Metodologia adottata

Per realizzare il presente progetto è stato istituito un gruppo di lavoro composto daesperti nazionali in questo settore. Gli esperti sono stati designati ufficialmente daigoverni di tutti gli Stati membri dell'UE e dalla Norvegia. Il gruppo si è proposto le

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seguenti finalità: riunire le competenze necessarie; raccogliere informazioni e dati suiprogrammi e le misure relative all'imprenditorialità; assicurare la cooperazione el'attiva partecipazione al progetto delle amministrazioni nazionali dei paesipartecipanti.

Benché tutti gli esperti siano stati nominati dai governi nazionali, essi nonappartengono necessariamente alle amministrazioni pubbliche. In effetti, soltantoquattro dei 15 esperti operano presso i ministeri (dell'Istruzione o dell'Economia). Glialtri lavorano presso università, enti di sviluppo, istituti di formazione o organismiprivati. In alcuni casi si tratta di consulenti indipendenti. Una tale composizione delgruppo si è dimostrata una preziosa risorsa, in quanto ha consentito di beneficiare diuna vasta gamma di competenze - nonché di diversi punti di vista - nel corsodell'attuazione dell'intero progetto. Ovviamente, tutti gli esperti hanno ricevuto ilsupporto necessario da parte delle amministrazioni nazionali che li hanno nominati(l'elenco completo degli esperti è riportato a pagina 4).

L'educazione e la formazione all'imprenditorialità costituiscono un ambito alquantovasto, che può comprendere diverse aree di attività. Nella prima riunione del gruppodi esperti nazionali la Commissione ha proposto che il progetto si concentri suisistemi d'istruzione, dal livello primario fino all'università. Ciò significa chenell'ambito del presente progetto si è tenuto conto dell'aspetto della formazioneprofessionale soltanto in relazione alla formazione professionale iniziale impartita alivello di scuola secondaria e che rientra nel sistema d'istruzione formale. L'ulterioreformazione professionale (ad eccezione della formazione dei docenti), i programmi diformazione rivolti ai disoccupati o a gruppi svantaggiati, la formazione in azienda, laformazione manageriale, ecc. esulano dall'ambito della presente trattazione.

La decisione di evitare di affrontare un numero eccessivo di questioni diverserispondeva all'esigenza di concentrare gli sforzi, assicurando in tal modo la coerenza ela visibilità dei risultati ottenuti.

Pertanto, è stato necessario individuare un numero limitato di aspetti chiavedell'educazione all'imprenditorialità che devono fungere da punti focali per lasuccessiva attività. Gli aspetti chiave vengono elencati di seguito:

1) Imprenditorialità nella scuola primaria e secondaria;

2) Formazione dei docenti sul tema dell'imprenditorialità;

3) Cooperazione fra scuole/università e imprese volta alla promozionedell'imprenditorialità;

4) Attività e cattedre dedicate all'imprenditorialità a livello universitario.

L'esigenza di adottare un approccio qualitativo nell'affrontare questo argomento,invece di basarsi su dati quantitativi, è stata sottolineata dagli esperti fin dall'inizio diquesto lavoro. Si è ritenuto che un'analisi qualitativa potesse costituire uno strumentopiù efficace e realistico nel settore dell'educazione all'imprenditorialità, data anche ladifficoltà riscontrata nel raccogliere dati soddisfacenti di natura quantitativa a livellonazionale.

I principali problemi evidenziati dagli esperti riguardavano:

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� la mancanza di una definizione comune di “formazione all'imprenditorialità” e deirelativi obiettivi (possono venire utilizzati definizioni o concetti diversi a secondadei paesi o può persino mancare una definizione comune a livello nazionale);

� il fatto che molte iniziative vengano adottate a livello locale o autonomamente dasingole istituzioni, e, pertanto, che in molti casi non sia disponibile un quadrocompleto delle attività in corso a livello centrale ;

� la difficoltà nel raccogliere dati quantitativi completi a livello nazionale (quali, ilnumero di istituzioni e di docenti che partecipano a questo tipo di attività, ilnumero di studenti partecipanti, ecc.) a causa della mancanza di questeinformazioni nella maggior parte dei paesi.

Il gruppo di lavoro ha elaborato una serie di indicatori che possono essere utili nelcaso si voglia valutare (e confrontare) lo "sforzo" prodotto dall'intero sistema(amministrazioni pubbliche, istituti d'istruzione, associazioni imprenditoriali, ecc.) perpromuovere attitudini e capacità imprenditoriali nell'ambito dell'istruzione formale.

Sarebbe più difficile definire indicatori di "impatto", che misurino i risultati finalidelle iniziative esistenti, per esempio in termini di nuovi progetti imprenditoriali creatio di un atteggiamento più positivo nei confronti dell'imprenditoria fra i giovani. Inrealtà sviluppi di questo tipo possono verificarsi a parecchi anni di distanza dallapartecipazione degli studenti ad attività o programmi specifici ed essere influenzati dauna serie di fattori diversi.

Per questa ragione, gli indicatori elaborati nell'ambito del presente progetto sonoprincipalmente indicatori di sforzo (input) e non indicatori d'impatto ("output").

Allo scopo di raccogliere e diffondere informazioni su alcuni aspetti qualitativi inmerito, si è convenuto di compilare una tavola sinottica con indicatori che fornisconoalcune informazioni di base sulla situazione attuale della formazioneall'imprenditorialità in ciascun paese. La tavola è riportata al capitolo 4.

Come si è già detto, nella maggior parte dei paesi non sono disponibili datiquantitativi precisi sull'educazione all'imprenditorialità. Tuttavia, si è convenuto diprodurre una tavola sinottica con indicatori di natura quantitativa, trattandosi diuno strumento essenziale se si vogliono valutare, confrontare e individuare leprincipali carenze.

Pertanto, per quanto riguarda questa seconda tabella, gli esperti del gruppo di lavorohanno proposto di sostituire numeri e percentuali con una scala di valutazione basatasui dati disponibili e su stime. Anche questa tabella è riportata al capitolo 4.

I risultati ottenuti non mirano a fornire evidenza statistica quanto piuttosto a tracciareun quadro globale della situazione attuale in ciascun paese partecipante che sia il piùpossibile fedele alla realtà, consentendo al lettore di trarne una panoramica delleprincipali carenze nell'ambito dell'educazione all'imprenditorialità e anche di coglierele differenze attualmente esistenti a livello europeo.

E' evidente che l'aspetto statistico dovrà essere ulteriormente approfondito in futuro,sia a livello nazionale che a livello europeo. Uno degli obiettivi principali di questolavoro è proprio quello di promuovere la definizione di indicatori e la raccolta di datia livello nazionale, nonché di porre le basi di un possibile quadro europeo a tal fine (siveda, a questo proposito, il capitolo 7, Conclusioni politiche e raccomandazioni).

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- Informazioni sulla raccolta dei dati

� In primo luogo, la Commissione ha preparato un questionario - concordato con ilgruppo di lavoro - che è stato distribuito agli esperti nazionali, contenentedomande specifiche sul tema dell'educazione all'imprenditorialità, connesse adaspetti chiave individuati in vista del presente progetto.

� Successivamente, dalla Commissione sono state predisposte due tabelle conindicatori qualitativi e quantitativi - precedentemente stabiliti dal gruppo - chesono state compilate da ciascun esperto nazionale. I dati contenuti nelle suddettetabelle - così come la loro coerenza complessiva - sono stati sottoposti a controlloincrociato da parte degli stessi esperti e della Commissione.

� Ovviamente, in questo processo di raccolta delle informazioni, gli esperti hannoattinto non soltanto alle proprie competenze ed esperienze personali, ma anche afonti d'informazione rese disponibili dalla amministrazioni nazionali ai fini delpresente progetto.

� Dopo aver stabilito di comune accordo un elenco di criteri generali chedefiniscono una "buona prassi" gli esperti hanno proposto una serie di casi chevengono riportati nella presente relazione come possibili modelli.

� Cinque riunioni a Bruxelles sono state dedicate alla definizione di obiettiviconcreti da raggiungere, accordi sui provvedimenti da adottare, scambi di idee einformazioni, nonché al coordinamento del lavoro da intraprendere.

Nell'ambito del presente progetto non ci si è avvalsi della collaborazione di consulentiesterni. Tutte le attività, ivi compresa la raccolta delle informazioni, sono state svoltedagli esperti del gruppo di lavoro, dalle amministrazioni nazionali interessate e daiservizi della Commissione.

- Seguito del presente progetto

Immediatamente dopo la stesura della presente relazione, sono state avviate le attivitàdi follow-up del progetto (estese anche ad alcuni paesi candidati) al fine di definireuna metodologia per conseguire e valutare i progressi compiuti in questo ambito.

I risultati finali di questa seconda fase sono previsti entro giugno 2003.

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3. Definizione di formazione all'imprenditorialità

- Che cosa si intende per “formazione all'imprenditorialità”?

All'interno del gruppo di lavoro è stata riconosciuta in generale l'importanza che ladefinizione di "formazione all'imprenditorialità" comprenda due diversi elementi:

� un'accezione più ampia di educazione volta all'acquisizione di capacità ecompetenze imprenditoriali, che implichi lo sviluppo di determinate qualitàpersonali e che non sia direttamente finalizzata alla creazione di nuove imprese;

� un concetto più specifico di formazione in vista della creazione di un'impresa.

Il gruppo di lavoro è quindi pervenuto alla seguente definizione comune diformazione all'imprenditorialità e dei relativi obiettivi ai vari livelli d'istruzione.

La presente definizione è alla base di tutte le attività elaborate nel quadro del presenteprogetto e viene proposta quale punto di riferimento per l'ulteriore analisi in questoambito.

Proposta di definizione di “formazione all'imprenditorialità”:

L'insegnamento e l'apprendimento dell'imprenditorialità comportano lo sviluppo diconoscenze, competenze, attitudini e qualità personali adeguate in funzione dell'età edella fase di sviluppo di alunni e studenti.

� A livello d'istruzione primaria, la formazione all'imprenditorialità sarà volta apromuovere negli alunni qualità personali quali la creatività, lo spiritod'iniziativa e l'indipendenza che contribuiscono a sviluppare un atteggiamentoimprenditoriale che risulterà utile nella loro vita e in qualsiasi attività lavorativa.In questa fase vanno sviluppate forme di apprendimento autonomo e attivo.Inoltre nell'ambito di tale formazione verranno fornite conoscenze preliminari eoccasioni di contatto con il mondo dell'impresa, nonché alcuni elementi dicomprensione del ruolo degli imprenditori nella comunità. Fra le attività previstepossono figurare attività centrate su progetti, l'apprendimento attraverso il gioco,la presentazione di semplici casi di studio e visite presso le imprese locali.

� A livello d'istruzione secondaria, lo sviluppo delle suddette qualità personalicontinuerà ad essere valorizzato. La formazione all'imprenditorialitàcomprenderà inoltre attività di: sensibilizzazione degli studenti sull'attivitàautonoma in quanto possibile scelta professionale (trasmettendo il messaggio chesi può aspirare a diventare non soltanto un lavoratore dipendente ma anche unimprenditore); apprendimento sul campo - ad esempio attraverso la gestione dimini-imprese; formazione specifica su come creare un'impresa (soprattuttopresso gli istituti professionali o tecnici).

� A livello d'istruzione superiore, la formazione all'imprenditorialità mirerà afornire agli studenti una preparazione specifica su come avviare (e gestire)un'impresa, ivi compresa la capacità di redigere un vero e proprio business plan(piano d'impresa), nonché le competenze connesse ai metodi di individuazione e

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valutazione di opportunità imprenditoriali. Inoltre verranno incoraggiate esostenute idee imprenditoriali in fase iniziale ( ad esempio, attraverso l'offertadi prestiti speciali, strutture aziendali, tutoraggio, ecc.) - affinché possano essererealizzati e infine essere immessi sul mercato progetti frutto di una ricercaadeguata.

- Presupposto: lo sviluppo di qualità personali

In merito allo sviluppo di qualità personali che siano rilevanti ai finidell'imprenditorialità, al Forum di Sophia Antipolis (Nizza) sul tema "Formazioneall'imprenditorialità" nell'ottobre 2000 sono stati indicati i seguenti obiettivi perl'istruzione, in particolare ai livelli inferiori (scuola primaria e secondaria):

� Deve essere incoraggiata progressivamente la capacità degli alunni e deglistudenti di risolvere i problemi. A tal fine occorre promuovere la capacità diprogrammare, prendere decisioni e di comunicare, nonché la disponibilità adassumersi responsabilità. Si tratta di aspetti tipici della competenza manageriale.

� Gli alunni e gli studenti devono progressivamente acquisire competenze nei settoridella capacità di cooperare, stabilire reti di contatti, imparare ad assumerenuovi ruoli, ecc. Questi aspetti rientrano per lo più nella sfera della competenzasociale.

� Nel corso della propria istruzione, gli alunni e gli studenti devono sviluppare lafiducia in sé stessi e motivazione in vista del raggiungimento di risultati,imparare a pensare in modo critico e indipendente e, in particolare, acquisire lavolontà e la capacità di imparare autonomamente. Questi aspetti rientranopropriamente negli ambiti personali di competenza.

� Gli alunni e gli studenti devono imparare a dimostrare iniziativa personale,intraprendenza e creatività, ed essere altresì disposti a fare fronte ai rischiconnessi alla realizzazione delle idee. In questo caso di tratta propriamente diqualità imprenditoriali.

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4. Analisi della situazione attuale

- Introduzione sulla metodologia adottata

Alla fine del presente capitolo sono allegate due tavole sinottiche ( per ulterioriinformazioni, si veda, a questo proposito, anche il capitolo 2 sulla metodologia).Queste tabelle vengono utilizzate quali basi per l'analisi elaborata nel corso dellapresente trattazione.

Nella tabella 1 vengono riportati indicatori di natura "qualitativa", il cui scopo èquello di fornire informazioni su alcuni aspetti chiave della formazioneall'imprenditorialità in ciascun paese. Benché si tratti di domande che richiederebberogeneralmente una risposta "Sì" o "No", il gruppo di lavoro ha convenuto che allerisposte "Sì" possa essere attribuito un grado variabile di intensità al fine di definirecon maggiore precisione le informazioni fornite attraverso la presente tabella. Perquesta ragione sono stati stabiliti quattro gradi: “Sì / Piena applicazione”,“Applicazione frequente”, “Applicazione limitata o occasionale” e “No/ Nessunaapplicazione”.

La tabella 2 presenta una serie di indicatori "quantitativi" che mirano a quantificare glisforzi compiuti dall'intero sistema ai fini della promozione dell'educazioneall'imprenditorialità. Data la mancanza di dati quantitativi completi e precisi a livellonazionale, anche in questo caso ci si è avvalsi di una scala di valutazione("Applicazione generale", "Applicazione frequente", ecc.) La valutazione è statacompiuta sulla base dei dati quantitativi disponibili e (nella maggior parte dei casi) distime.

Le due tavole sinottiche non pretendono di fornire evidenza statistica né hannol'ambizione di riportare dati ufficiali relativi ai paesi interessati. L'obiettivo è piuttostoquello di contribuire ad una migliore conoscenza della tematica e degli sviluppiattualmente in corso in Europa, tracciando una panoramica globale della situazione edevidenziando i punti di forza e i punti deboli dell'educazione all'imprenditorialità nei16 paesi presi in esame.

Oltre ad attingere alle conoscenze e competenze degli esperti nazionali designati, leinformazioni fornite nella presente relazione sono il risultato di indagini specifichecondotte a livello nazionale ad opera, o con il supporto, delle amministrazionipubbliche e di altri enti o istituzioni interessate.

Ulteriori informazioni sul processo di raccolta delle informazioni vengono fornite nelcapitolo 2.

- Risultati principali

� Impegno politico a livello nazionale per promuovere l'imprenditorialitànell'ambito dell'istruzione

E' difficile, ovviamente, misurare qualcosa d'intangibile come "l'impegno". Gli espertinazionali, tuttavia, hanno cercato di definire il livello d'impegno politico esistente neirispettivi paesi in base a una scala variabile d'intensità.

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Ne risulta che, nella maggior parte dei paesi, l'impegno politico dimostrato a livellogovernativo o ministeriale per promuovere la formazione all'imprenditorialitàall'interno dei sistemi d'istruzione è elevato o significativo. In molti casi, è stataattuata una strategia per promuovere questo tipo d'insegnamento ai vari livellid'istruzione. Inoltre vi sono alcuni esempi di cooperazione strutturata in questo ambitofra i vari ministeri e gli enti pubblici interessati (fra l'altro, in Francia, Finlandia eNorvegia).

Si tratta comunque di una priorità relativamente nuova per le amministrazionipubbliche. In alcuni casi l'impegno non si è ancora tradotto in misure concrete, oppuresolo di recente sono state avviate iniziative pratiche (Grecia e Paesi Bassi). In un solopaese (Portogallo) non sembra essere stato manifestato un impegno politico esplicitonell'ambito dell'educazione all'imprenditorialità, mentre in quattro paesi (Austria,Germania, Italia e Svezia) l'impegno appare piuttosto debole.

� Definizione di indicatori relativi al tema dell'imprenditorialità nell'istruzione

In tutti i paesi la definizione di indicatori relativi al tema dell'imprenditorialitànell'istruzione risulta ancora poco avanzata. Questo è, ovviamente, un ostacolonotevole alla valutazione dei progressi compiuti a livello nazionale ed europeo.

Inoltre, anche nei casi in cui tali indicatori esistano, essi variano da paese a paese efinora non sono stati stabiliti indicatori comuni a livello europeo in questo ambito.

� Raccolta di dati quantitativi a livello nazionale sull'imprenditorialitànell'istruzione

In tutti i paesi, salvo poche eccezioni, la raccolta di dati quantitativi a livello nazionalein questo settore risulta inesistente o limitata/occasionale.

Alcune circostanze specifiche rendono particolarmente problematica la disponibilitàdi dati. I sistemi d'istruzione sono spesso decentrati e le istituzioni dispongono di unelevato grado di autonomia nello stabilire i propri corsi e programmi di studio anchenel quadro dei programmi nazionali. Buona parte degli interventi viene avviata alivello locale da singole istituzioni e da vari attori, generalmente attraversopartenariati. A causa di questa situazione, è difficile per le amministrazioni centralitracciare un quadro completo di tutte le iniziative in corso. E' necessario condurrestudi ad hoc. L'importanza di raccogliere dati in questo settore viene ormaiampiamente riconosciuta a livello nazionale. Recentemente sono state avviate alcuneiniziative interessanti in questa direzione, ad esempio nel Regno Unito e in Francia.

Data la mancanza di dati aggregati relativi a elementi chiave quali il numero di corsi eprogrammi disponibili a tutti i livelli nonché il numero di docenti e di studentiimpegnati in tali programmi, risulta alquanto difficile valutare la portata e l'impattodelle iniziative esistenti a livello nazionale ed è ancora più arduo farlo a livelloeuropeo. E' necessario migliorare notevolmente gli interventi a tal fine,preferibilmente nell'ambito di un quadro europeo (si veda, a questo proposito, ilCapitolo 7, Conclusioni politiche e raccomandazioni).

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� Meccanismi adottati per valutare l'efficacia delle misure

Nella maggior parte dei casi, la valutazione delle misure, viene effettuatasaltuariamente o in misura limitata. Inoltre non esistono parametri ampiamentericonosciuti per la valutazione degli esiti (quali, ad esempio la capacitàimprenditoriale), in base ai quali possano essere giudicate dette attività.

Si avverte la necessità di una valutazione sistematica dell'impatto dei programmiesistenti (si veda, a questo proposito, Capitolo 7, Conclusioni politiche eraccomandazioni).

� Finanziamenti privati destinati all'imprenditorialità nell'istruzione

Quasi tutti i paesi riferiscono che i finanziamenti forniti da fonti private (imprese,associazioni imprenditoriali, ecc.) a favore di corsi e programmi volti a promuoverel'imprenditorialità a livello scolastico e universitario sono scarsi o sporadici.

Si riscontra dunque una carenza di finanziamenti privati a favore dei programmi dipromozione dell'imprenditorialità in Europa. Da un'indagine condotta nel 2000 suifinanziamenti disponibili per le cattedre di imprenditorialità a livello d'istruzionesuperiore, risulta che i fondi forniti alle facoltà di economia e commercio negli StatiUniti tanto dagli ex studenti che dagli imprenditori sono 20 volte superiori rispetto aquelli destinati alle stesse facoltà in Europa2.

Il settore privato, inoltre, tende a investire per lo più a livello universitario (soprattuttonei settori scientifici e tecnologici), ritenendo di poter trarre dal proprio investimentoun rendimento più sicuro, che non a livello dell'istruzione primaria e secondaria. Ifondi provenienti dal mondo imprenditoriale, invece, dovrebbero essere destinatianche ai livelli d'istruzione inferiori.

� Introduzione dell'imprenditorialità nel programma di studi nazionale

� A livello d'istruzione primaria

Raramente o solo in misura limitata, l'imprenditorialità è stata inserita nei programminazionali per la scuola primaria. Di norma il termine "imprenditorialità" non figura inquanto tale (salvo alcune eccezioni, come la Finlandia). In alcuni paesi, tuttavia, esisteun quadro generale che consente l'adozione di questo tipo di insegnamento. Se ciòavvenga effettivamente o meno dipende per lo più dalle singole scuole e dai singolidocenti.

I programmi esistenti a questo livello riguardano principalmente gli atteggiamenti, lamotivazione e l'adozione di metodi di lavoro che favoriscano l'auto-apprendimento, lospirito di collaborazione e la creatività. E' raro che l'attenzione si concentri piùspecificamente sull'imprenditorialità.

2 "Entrepreneurship Education and its Funding – A comparison between Europe and the United States",di Bert W.M. Twaalfhoven, giugno 2000.

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� A livello di istruzione secondaria a indirizzo generale

Com'è prevedibile, l'imprenditorialità è maggiormente presente nei programmi distudi nazionali per la scuola secondaria. Tuttavia, normalmente non vige l'obbligo, osoltanto indirettamente, di promuovere l'imprenditorialità; l'attuazione effettiva diiniziative in tal senso dipende pertanto, così come nelle scuole primarie, dalla volontàdelle singole istituzioni e dei singoli docenti. Generalmente le scuole godono di unalto grado di autonomia nello svolgimento delle proprie attività educative. In molticasi il programma di studi nazionale fornisce un ampio quadro che può essereutilizzato a tal fine (è il caso, ad esempio, dell'Austria e del Regno Unito). Tuttavia, laformazione all'imprenditorialità viene considerata più spesso un'attivitàextracurricolare (Danimarca, Italia).

� A livello di formazione professionale iniziale nell'ambito dell'istruzionesecondaria

Nei programmi di studi nazionali relativi alla formazione professionale inizialenell'ambito dell'istruzione secondaria non di rado l'accenno alla "educazioneall'imprenditorialità" ricorre quale possibile obiettivo della formazione (è il caso, adesempio, della Spagna). Tuttavia la situazione varia notevolmente a seconda del paeseconsiderato e, in pratica, nella maggior parte dei casi, sembra mancare un chiaroorientamento all'esercizio dell'imprenditorialità e dell'attività professionale autonoma(si veda, a questo proposito, il punto successivo sulla formazione professionaleiniziale).

� Misure adottate a livello nazionale per promuovere la formazioneall'imprenditorialità presso le università

Nell'ambito dell'istruzione superiore, le iniziative vengono adottate autonomamentedalle singole università, più che a livello centrale. Le amministrazioni centrali nonpossono esercitare un'azione prescrittiva in questo ambito, ma soltanto un'azione disostegno e di facilitazione.

Non mancano, tuttavia, alcuni validi esempi di strategia nazionale di promozionedell'imprenditorialità a livello nazionale, in molti casi frutto della cooperazione fraamministrazioni nazionali e università. Questo tipo di strategia si riscontra, adesempio, nel Regno Unito, in Finlandia e in Francia (si vedano, a questo proposito, iresoconti relativi alle situazioni dei singoli paesi nel capitolo 5).

� Formazione dei docenti

Come risulta dalle tabelle, in quasi tutti i paesi la formazione in materia diimprenditorialità rivolta ai docenti viene fornita raramente, oppure in modo saltuario elimitato. Ciò vale sia per l'inserimento di corsi specifici nel programma universitariodi formazione degli insegnanti (formazione professionale iniziale) che per lasuccessiva formazione in servizio. Questa situazione sembra accomunare tutti i paesisenza alcuna eccezione, nonostante si segnalino alcune prassi interessanti a livellolocale (ad esempio, in Norvegia e in Finlandia).

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Talvolta viene offerta agli insegnanti una formazione specifica su base volontaria. Unostacolo che è stato individuato è la mancanza di motivazione da parte degliinsegnanti - con la conseguente scarsa partecipazione a tali corsi - allorchél'importanza dell'imprenditorialità non viene sancita dal programma di studinazionale.

Un elemento essenziale è migliorare la capacità dei formatori di comprendere einsegnare l'imprenditorialità. Senza il loro entusiasmo e la loro attiva partecipazione,- tanto più in una situazione in cui lo svolgimento di attività connesseall'imprenditorialità dipende ampiamente dall'iniziativa personale dei docenti - èinfatti alquanto improbabile che si possano compiere progressi significativi in questoambito. La mancanza di docenti sufficientemente motivati e dotati di formazionespecifica, pertanto, costituisce un ostacolo all'attuazione di programmi e corsi sultema dell'imprenditorialità.

Una possibile alternativa all'offerta di formazione adeguata rivolta ai docenti è ilricorso a "tutori" provenienti dal mondo imprenditoriale che assicurino l'apporto delleproprie competenze specifiche all'interno delle scuole. Esiste una serie di esempiinteressanti dell'adozione di questa impostazione (si vedano, a tale proposito, alcunicasi selezionati relativi all'Italia e al Lussemburgo citati nel capitolo 6). Si trattatuttavia di una soluzione integrativa, senz'altro utile in relazione a situazioni eprogrammi specifici, che tuttavia non può sostituire lo sviluppo di capacità di questotipo all'interno dei sistemi d'istruzione.

� Scuole primarie che prevedono fra le proprie attività un elemento diimprenditorialità

Nella maggior parte dei paesi, l'attuazione a livello di scuola primaria di corsi eattività connessi all'imprenditorialità viene definita "rara o inesistente" (in 9 paesi su16). In altri casi (cinque) risulta limitata o occasionale.

L'unica eccezione di rilievo in questo panorama altrimenti uniforme è rappresentatadal Lussemburgo in cui si segnala una "piena applicazione". Ciò si deveall'introduzione nel programma obbligatorio di francese per il 6° anno di un modulobasato su una serie a fumetti intitolata “Boule et Bill créent une entreprise” ("Boule eBill creano un'impresa"), espressamente finalizzato a far sì che gli alunni acquistinofamiliarità con lo spirito imprenditoriale e a spiegare loro alcuni elementifondamentali del funzionamento dell'economia (si veda, a tale proposito, il resocontodella situazione nei singoli paesi nel capitolo 5)

Esistono tuttavia alcune esperienze interessanti in vari paesi. In molti casi taliesperienze non sono integrate nel programma di studi nazionale e vengono promosseda attori o organismi esterni al sistema d'istruzione, in cooperazione con le scuole.L'esempio più importante in merito è probabilmente il programma “JuniorAchievement” (che registra una presenza significativa, per esempio, in Irlanda).

� Scuole secondarie a indirizzo generale che forniscono formazioneall'imprenditorialità

La situazione risulta più incoraggiante a livello d'istruzione secondaria: sono solocinque i paesi in cui si segnala una "applicazione rara" della formazione

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all'imprenditorialità. Mentre in altri tre paesi viene riferita un'applicazione limitata ooccasionale, negli altri l'applicazione viene definita per lo meno "significativa" o"frequente", mentre due paesi (Irlanda e Spagna) riferiscono un'applicazionegeneralizzata di programmi di questo tipo.

Sono in atto numerose iniziative, benché molto spesso esse vengano adottateautonomamente dai vari istituti scolastici o da attori esterni al sistema d'istruzione enon siano iscritte né in un quadro né in una strategia generale per la promozione dellospirito imprenditoriale. Non mancano tuttavia esempi di un approccio globale, tanto alivello nazionale che a livello regionale ( si vedano, ad esempio, i casi di Francia,Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito esposti nel capitolo 6).

Dai resoconti ricevuti risulta che a livello d'istruzione secondaria i programmi basatisull'apprendimento sul campo - nei quali gli studenti creano e gestiscono mini-imprese - sono uno strumento ampiamente diffuso in molti paesi per promuovere losviluppo di capacità imprenditoriali fra gli studenti. Il programma di questo tipo con ilmaggiore impatto in Europa è probabilmente “Young Enterprise”. Young EnterpriseEurope (YEE) è un'organizzazione internazionale con affiliati in 20 paesi in tuttaEuropa e nell'area del Mediterraneo3. Attualmente i programmi YEE sono presenti in12 dei 16 paesi presi in esame nel presente studio. Detti programmi sono rivoltigeneralmente agli istituti d'istruzione secondaria ma, in alcuni casi, interessano anchele università. Fra il 1996 e il 2001 circa 2,35 milioni di giovani (in 20 paesi) hannopartecipato ai programmi organizzati nell'ambito di YEE. Ogni anno sono circa600.000 gli studenti (di tutti i livelli) che partecipano a questi programmi (perulteriori dettagli si rinvia al capitolo 6). In alcuni paesi (fra i quali il Belgio e laNorvegia) il contributo offerto da questi programmi alla promozione dell'educazioneall'imprenditorialità è particolarmente significativo.

� Istituti di formazione professionale iniziale a livello d'istruzione secondaria cheprevedono elementi di imprenditorialità

A tale livello d'istruzione in 7 dei 16 paesi presi in esame si segnala un'applicazionelimitata o occasionale della formazione all'imprenditorialità.

Inoltre, confrontando questi dati con quelli indicati in precedenza per le scuolesecondarie a indirizzo generale, si constata che in alcuni casi negli istituti tecnici eprofessionali i programmi di imprenditorialità non sembrano venire attuati conmaggiore frequenza rispetto ad istituti d'istruzione secondaria di altro tipo.

Ci si potrebbe attendere che la formazione professionale iniziale sia l'ambitoprivilegiato in cui adottare iniziative per promuovere l'imprenditorialità. Nellamaggior parte dei casi, tuttavia, questo tipo d'istruzione non è effettivamente orientataall'esercizio di un'attività autonoma o all'avvio di un'attività imprenditoriale (a quantoviene riferito, ad esempio, in Austria, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito). Ciòsignifica che molto spesso in queste scuole si tiene conto esclusivamente degli aspettitecnici (ossia si insegna agli studenti, ad esempio, come diventare parrucchieri ma noncome aprire un negozio di parrucchieri). Il programma di studi richiede agli studenti eagli apprendisti di prepararsi a diventare lavoratori dipendenti, in quanto si ritiene che

3 Da settembre 2002 le reti internazionali “Young Enterprise Europe” e “Junior Achievement” si sonofuse. L'attuale denominazione della nuova organizzazione è “JA-YE Europe”.

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la finalità sia quella di formare operai qualificati. Inoltre va tenuto conto del fatto chei programmi Young Enterprise - diffusi nelle scuole d'istruzione secondaria con unapresenza significativa in alcuni paesi - generalmente non vengono attuati negli istitutidi formazione professionale.

La Spagna è il solo paese in cui i programmi di educazione all'imprenditorialitàrisultano di applicazione generale nell'ambito del sistema di formazione professionaleiniziale a livello secondario. Il sistema spagnolo è un esempio senz'altro interessanteda questo punto di vista, in quanto questo tipo d'istruzione si pone espressamentequale obiettivo l'attività autonoma (si veda, a tale proposito, il resoconto relativo allasituazione spagnola nel capitolo 5 e anche il caso selezionato per la Spagna nelcapitolo 6).

� Collegamento e cooperazione fra istituti d'istruzione e imprese finalizzati allapromozione dell'imprenditorialità

In base ai dati disponibili, i collegamenti fra la scuola e il mondo dell'impresafinalizzati alla promozione dell'imprenditorialità risultano ben sviluppati nellamaggior parte dei paesi. Le iniziative vengono adottate in genere a livello locale daparte di imprese o associazioni imprenditoriali e da singoli istituti d'istruzioneautonomamente. Non mancano tuttavia alcuni esempi di strategia globale dicooperazione anche a livello nazionale, per esempio nel Regno Unito, in cui è statoistituito uno strumento nazionale (in Inghilterra) per promuovere collegamenti fra ilmondo della scuola e le imprese (si veda, a tale proposito, la relazione nazionale nelcapitolo 5).I partenariati fra enti pubblici e privati sono molto importanti in questo ambito e invari paesi si segnalano modelli positivi al riguardo.

� Attività e cattedre dedicate all'imprenditorialità a livello d'istruzione superiore

Dai dati riportati nella tabella 2 risulta che solo presso poche università esistonocattedre di imprenditorialità. La situazione è più incoraggiante se si prendono inesame le attività imprenditoriali in generale, ossia se si considera la trattazione deltema dell'imprenditorialità all'interno di vari ambiti disciplinari (tanto a livellouniversitario che post-universitario)

Tuttavia, benché presso le università vengano segnalate numerose iniziative, èdifficile ottenere dati precisi. Le università sono istituzioni autonome e molte di esseoffrono moduli e corsi di imprenditorialità di propria iniziativa. Nella maggior partedei casi non sono disponibili dati a livello nazionale ed è difficile quantificare laportata di tale offerta autonoma di formazione.

I resoconti nazionali sono concordi nel sottolineare che attualmente la formazioneall'imprenditorialità a livello d'istruzione superiore è rivolta per lo più agli studentiche frequentano corsi di economia e commercio mentre l'offerta è ancora alquantolimitata per chi studia discipline scientifiche, artistiche, ingegneria, ecc. L'offerta diquesto tipo di formazione non dovrebbe essere limitata a determinati corsi o facoltà,in quanto le qualità e competenze imprenditoriali possono risultare necessarie inqualsiasi settore dell'attività umana (fra gli esempi di buone prassi si segnala il casoselezionato dell'Irlanda descritto nel capitolo 6).

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Osservazioni conclusive

Benché siano attualmente in via di elaborazione numerose attività a tutti i livellid'istruzione, molte di esse non sono integrate nel programma di studi nazionale nérientrano in un quadro coerente. Le iniziative sono spesso isolate, vengono intrapreseda singoli istituti, partenariati o da enti locali. Spesso vengono trainate da attori esternie non dal sistema d'istruzione stesso. E' più probabile che l'educazioneall'imprenditorialità venga considerata una materia distinta o un'attivitàextracurricolare.

Ne consegue che la maggior parte degli studenti non ha ancora la possibilità dipartecipare a corsi e programmi di educazione all'imprenditorialità.Resta ancora da stabilire se sia preferibile che la formazione all'imprenditorialitàvenga integrata nel programma di studi nazionale o se questo tipo di insegnamentovada considerato come un'attività integrativa ed extracurricolare. Entrambe leimpostazioni presentano alcuni vantaggi e potrebbero essere combinate diversesoluzioni, adeguandole in funzione delle esigenze specifiche. Per esempio, alcunimembri del gruppo di lavoro sono dell'opinione che un programma svolto su basevolontaria e al di fuori del normale orario scolastico richieda un maggior senso diresponsabilità e un grado più alto di motivazione da parte degli studenti che scelgonodi parteciparvi. Altri ritengono che sia importante non presentare alle scuolel'educazione all'imprenditorialità come una ulteriore materia aggiuntiva quantopiuttosto come un insegnamento orizzontale e complementare rispetto ai programmigià esistenti.

Tuttavia neppure i programmi più innovativi e stimolanti potranno rappresentare unasoluzione adeguata se non verranno integrati all'interno di una strategia globale. Ilsistema d'istruzione deve essere preparato ad affrontare questa sfida dal propriointerno. Ciò significa creare un solido quadro per la formazione all'imprenditorialitàcon una prospettiva a lungo termine, aumentando il numero di insegnanti ai qualiviene fornita una formazione specifica al riguardo e assicurando, infine, che questiprogrammi siano accessibili a tutti gli studenti.

Concludendo, si prende atto di un significativo mutamento culturale, in quantol'imprenditorialità viene ormai riconosciuta come un'importante materia diinsegnamento. Ciò che sembra ancora mancare è un quadro coerente, che garantiscaalle attività in corso e agli esempi di buone prassi una collocazione adeguataall'interno del sistema d'istruzione (si veda anche, a tale proposito, il capitolo 7,Conclusioni politiche e raccomandazioni).

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5. Panoramica della formazione all’imprenditorialità nel contesto dei sistemi diistruzione nazionali

Austria

Il sistema d'istruzione austriaco prevede una serie di attività finalizzate allapromozione o stimolo dell’imprenditorialità, ma non una strategia sistematica cheriguardi tutti gli istituti di ogni ordine e grado. Più precisamente, a livello centralevengono organizzate campagne di informazione e opportunità di cooperazione con leimprese e/o i gruppi di interesse, alle quali le scuole possono scegliere di aderire infunzione delle proprie priorità ed esigenze.

La rapidità con la quale possono essere sviluppati i progetti e la cooperazione ènotevole. Il progetto "Unternehmen-Bildung" (www.unternehmen-bildung.at) illustra,fra altri, il successo di tale metodo.

A livello d’istruzione primaria e secondaria inferiore, è concesso un ampio marginedi autonomia quanto alla scelta dei contenuti e dei metodi didattici adottati perpromuovere la fiducia in sé stessi e lo spirito imprenditoriale, ma a questo livello delsistema d'istruzione non sono riscontrabili strategie più sistematiche o globali e leiniziative ad hoc o una tantum non bastano a promuovere l’indipendenzanecessariamente associata allo spirito imprenditoriale.

Negli istituti d'istruzione secondaria di orientamento accademico e negli istitutiprofessionali predominano i metodi didattici tradizionali, che incoraggianol’indipendenza solo in misura limitata. Dagli due ultimi anni scolastici presso gliistituti a indirizzo commerciale è stata offerta la possibilità di specializzarsinell'avviamento di nuove imprese e nell'attività imprenditoriale e vi sono numerose“aziende di praticantato” che possono essere considerate una soluzione pratica peraccedere al mondo del lavoro. Il progetto Junior (nell'ambito del quale gli studentiavviano un’attività per la durata di un anno scolastico), aperto a tutti gli istituti e tuttele scuole secondarie superiori, ha ottenuto risultati lusinghieri concentrandosi sul temadell’imprenditorialità, anche se in considerazione dell'elevato numero di scuoleesistenti, il suo impatto è stato piuttosto limitato.

Presso i politecnici e altri atenei, attualmente sono state istituite cinque cattedre -nelle sedi universitarie di Klagenfurt, Linz, Salisburgo (Politecnico) e due a Vienna –per lo studio delle varie materie correlate all’imprenditorialità e alla gestione dipiccole imprese, anche se i corsi proposti non hanno avuto un impatto particolarmenteesteso, a fronte di una popolazione universitaria pari a 180.000 studenti circa. Inoltre,presso la Donauuniversität Krems vi è un corso di specializzazione post laureaincentrato sull’imprenditorialità, frequentato da circa 15-20 studenti all’anno.

Vi sono numerosi esempi di cooperazione fra scuole e università (a indirizzo tecnico oaltro) da un lato e imprese dall’altro, anche se sono per lo più frutto di iniziativeindividuali assunte dalle scuole stesse o dal personale docente. Le attività in questionecontinuano ad essere piuttosto orientate all’input, mentre la cooperazionespecificamente mirata al conseguimento di obiettivi è molto limitata. Qualsiasi linead’azione rispondente principalmente a questa impostazione tende a far nascere neglistudenti la percezione di sé come amministratori o manager, con il risultato di renderemolto difficile incoraggiare capacità imprenditoriali a uno stadio successivo.

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Belgio

In Belgio il sistema d'istruzione rientra nell'ambito di competenza delle tre comunitàlinguistiche (francese, fiamminga e tedesca) ed è pertanto estremamente decentrato.All’interno di ognuna di dette comunità l’istruzione viene erogata tanto dal settoreprivato che dal settore pubblico. Quest’ultimo comprende i comuni, le provincie e lecomunità stesse. Vi sono sostanzialmente tre categorie d'istruzione: l’istruzioneerogata a livello di comunità, l’istruzione libera sovvenzionata, prevalentementecattolica, e l’istruzione ufficiale sovvenzionata, organizzata dalle città e dai comuni.

Il 1° gennaio 1989, con il trasferimento alle comunità delle competenze in materiad'istruzione, alle scuole è stata riconosciuta una maggiore autonomia. Non esistepertanto un’unica struttura monolitica preposta alla formazione imprenditoriale, mapiuttosto un vasto numero di iniziative spesso organizzate su base occasionale dasingole scuole o da raggruppamenti di scuole, camere di commercio o aziende.

Nell’ordinamento belga il governo federale non esercita alcun controllo sul modo incui è organizzata l’istruzione; l’organizzazione dell’istruzione primaria, secondaria esuperiore spetta invece alle tre comunità sul rispettivo territorio.

Alcune iniziative rivolte agli alunni della scuola primaria vengono promosse daassociazioni professionali e interprofessionali o da centri di formazione allo scopo disuscitare sin da quell’età l’interesse dei verso alcuni settori di attività.

Più numerosi sono gli eventi organizzati per gli studenti degli istituti d’istruzionesecondaria (in particolare per quelli che frequentano gli ultimi anni di scuola). Unacaratteristica che accomuna le tre comunità è l’istituto della “mini-impresa”, checonsente ai giovani di avviare un’azienda per la durata di ogni anno scolastico.

A livello d'istruzione superiore, sono previste attività di formazioneall’imprenditorialità presso numerose università per gli studenti iscritti ai corsi dilaurea. Di seguito citiamo alcuni esempi:

� Il Belgian Euro Business Challenge, organizzato da Jeunes Entreprises asbl:questo concorso prevede la simulazione di una situazione di mercato nella quale aun gruppo di dirigenti è affidato il compito di far crescere l’azienda.

� Il concorso per il miglior business plan "1,2,3, Go", aperto anche agli studenti, sipropone di incoraggiare lo spirito imprenditoriale nell’intera regionetransfrontaliera comprendente la Lorena, il Granducato di Lussemburgo, l’area diTreviri, il Saarland e la Vallonia.

� Il corso interdisciplinare in “Business Creation” presso l’Università cattolica diLovanio, rivolto a studenti di giurisprudenza, ingegneria civile ed economia ecommercio.

� Studi specialistici in imprenditorialità (“DES en entrepreneuriat”) pressol’Università di Liegi, rivolti a laureati e a personale docente di qualsiasi facoltà.

Danimarca

Nel 1996, il ministero dell’istruzione danese ha varato un piano d’azione biennaleavente per oggetto tutti i programmi d'istruzione destinati ai giovani. Tale piano erafinalizzato a sostenere la motivazione all’avviamento di attività in proprio e apromuovere una mentalità imprenditoriale fra i giovani in generale, siano essilavoratori dipendenti o autonomi. Il piano interessava tutti i gradi del sistema

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d'istruzione, a partire dalla Folkeskole (corrispondente alla scuola primaria e mediainferiore). Nel bilancio 1996-97 sono stati stanziati 21 milioni di corone danesi perquesto piano d’azione; sono state varate circa 200 iniziative mirate all'interno dellevarie aree tematiche, molte delle quali rivolte al personale docente e alla didattica. Irisultati di tali iniziative sono stati oggetto di una vasta divulgazione presso le scuole ealtre parti interessate affinché fossero oggetto di discussione e ulteriore elaborazione.Sebbene il ministero dell’istruzione attualmente non stia più destinando stanziamentispecifici per interventi su vasta scala in questo ambito, numerose scuole continuano aconcentrarsi su questo tema nel quadro di un più generale impegno sul fronte delladidattica.

Nel seguito dato a questa campagna generale si è voluta garantire la visibilità delladimensione imprenditoriale, dell'iniziativa privata e della cultura dell’innovazione intutti i contesti rilevanti ai fini dell'istruzione. In alcuni programmi, segnatamentenell'ambito dell'istruzione e formazione professionale e in taluni corsi brevid'istruzione superiore, sono stati messi a punto nuovi programmi di studio ponendo inparticolare l'accento sull’imprenditorialità. Nelle scuole primarie e secondarie sonostati varati provvedimenti di varia natura, molti dei quali volti a favorire l'adozione diatteggiamenti, motivazioni e metodi di lavoro che valorizzino l’auto-apprendimento,la gestione dei progetti e la creatività. Gli attori interessati sono quasi sempre le scuolelocali e il loro personale docente. Strumenti e risorse sono generalmente assicurati conil concorso congiunto delle scuole e del ministero.

A livello d'istruzione superiore, le tematiche imprenditoriali sono state integrate neiprogrammi di studio e ci si è sforzati di stabilire collegamenti più stretti fra gli istitutid'istruzione superiore, gli studenti e le imprese. Negli anni novanta sono statifinanziati 9 progetti sull’imprenditorialità a livello d'istruzione superiore, ivi compresal’attuazione di nuovi programmi. Una volta ultimati i progetti, è stata istituita una retedi università e di altri istituti d'istruzione superiore interessati a uno sviluppo in questoambito. La rete è finanziata dal ministero.

Nell’immediato sono previste ulteriori iniziative per la promozione di una mentalità edi competenze imprenditoriali. Il governo danese ha istituito un comitato speciale alquale partecipano tutti gli enti governativi competenti di vari ambiti dell'economia edella società, nell’intento di definire una nuova politica nazionale per la promozionedello spirito imprenditoriale in vari settori, ivi compresa l’istruzione a tutti livelli.

Finlandia

In Finlandia il processo di definizione dei programmi di studio è duplice: da un lato ilConsiglio nazionale dell’istruzione, che fa capo al ministero dell’istruzione, definiscei programmi di base per la scuola dell’obbligo (dai 7 ai 16 anni di età), la scuolasecondaria superiore e gli istituti professionali (d'istruzione secondaria superiore).

E’ attualmente in corso la riforma dei programmi di base dell’istruzione primaria esecondaria, all'interno dei quali viene riconosciuto più spazio all’educazioneall’imprenditorialità, trattata non come una materia a sé stante, ma come una tematicaintegrata. Ciò significa che l'educazione all'imprenditorialità verrà affrontata in variambiti disciplinari, in modo mirato. Saranno le scuole stesse a determinarne lemodalità d'inserimento nei rispettivi programmi di studio. Il programma di base per

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l’intera scuola dell’obbligo (dalla 1a alla 9a classe) sarà reso noto nel 2003 e verràgradualmente adottato nel corso del periodo 2004-2006. Le stesse scadenze sonopreviste anche per i programmi di base per l’istruzione secondaria superiore.

Già oggi, tuttavia, i programmi scolastici nazionali di base per la scuola dell’obbligoe l’istruzione secondaria superiore prevedono moduli dedicati all’imprenditorialitàche i singoli istituti possono attivare nei loro programmi di studio. Inoltre, sonoincoraggiate le metodologie didattiche atte a promuovere comportamentiimprenditoriali.

Tutti i titoli di formazione professionale sono stati recentemente oggetto di unarevisione e, dal 2001, prevedono l'acquisizione di cognizioni e capacitàimprenditoriali.

Per quanto riguarda le università e i politecnici, al ministero dell’istruzione spetta ilcompito di approvare i titoli e l'ambito dei corsi di laurea. I contenuti sono stabilitiinvece dagli istituti d'istruzione interessati. La formazione all'imprenditorialità vieneinserito in misura variabile, a seconda dei corsi di laurea. Vengono valorizzati inparticolare la cooperazione fra mondo dell'istruzione e mondo imprenditoriale, loscambio di esperti e il trasferimento di conoscenze dagli istituti d'istruzione alleimprese.

Esiste un programma nazionale per le capacità imprenditoriali (Business SkillsProgramme), volto a promuovere, fra il 2001 e il 2003, l'imprenditorialità e le attivitàeconomiche presso le università. Grazie a tale programma, attuato congiuntamentedal ministero dell’istruzione e dalle università, il numero di posti a disposizione per laformazione all’imprenditorialità dovrebbe crescere di 200 unità. Tale formazione èintegrata non solo nei corsi di laurea, ma anche nelle formule di “università aperta”destinate all’intera popolazione. Sono inoltre in via di adozione misure per assicurarela commercializzazione dei risultati della ricerca, per accelerare l’avviamento dinuove imprese e per promuovere un’istruzione combinata di tipo tecnologico-aziendale.

Nell’autunno del 2002, il ministero dell’istruzione ha istituito un ampio comitatodirettivo per l’imprenditorialità, con mandato triennale, che verrà a scadenza nel 2005;ad esso è stato assegnato il compito di sviluppare e coordinare la formazioneall’imprenditorialità, rafforzare le reti e la cooperazione a livello regionale, produrremateriale didattico, incidere sulla formazione iniziale e continua dei docenti nonchéfavorire l'assegnazione temporanea di docenti presso aziende e industrie.

Francia

Il nuovo governo francese ha assunto, molto recentemente, alcune decisioni tese aincoraggiare lo spirito imprenditoriale. Verrà varata una campagna nazionale disensibilizzazione allo scopo di promuovere l’imprenditorialità in seno al sistemad'istruzione, nonché di indurre un cambiamento negli atteggiamenti e nella mentalità.A tal fine sono previste varie iniziative. Una di queste consisterà in una campagnanazionale di comunicazione, principalmente rivolta all’istruzione secondaria.Verranno inoltre individuate e divulgate su larga scala le buone prassi nell'ambito

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della formazione all'imprenditorialità. L’imprenditorialità in quanto materia di studiosarà presto inserita nei programmi nazionali per l'istruzione secondaria.

Ulteriori iniziative sono già in corso o in fase di lancio:

1) L’Osservatorio delle prassi nella formazione all'imprenditorialità (nell’ambitodell'istruzione secondaria e superiore), che censisce programmi di insegnamento,campagne di sensibilizzazione e istituti d'istruzione attivi in questo campo, alloscopo di divulgare prassi e informazioni sulla formazione all'imprenditorialità.

2) L’Accademia dell'imprenditorialità, un’associazione di docenti e ricercatoripresso le università, gli istituti tecnici e commerciali che opera principalmente inambito aziendale e che ha per obiettivo la promozione dell’imprenditorialità(prassi, esperimenti, ricerca, ecc.) all'interno del sistema d'istruzione francese.

3) Il club franco-britannico per l’istruzione superiore e la formazioneall’imprenditorialità, istituito nel novembre 1999, allo scopo di promuoverel’imprenditorialità nella formazione di ingegneri e manager nei due paesi.

4) La “Commissione per la promozione dell’imprenditorialità e la creazione diimprese nel sistema d'istruzione”, istituita dal Gabinetto del Primo ministro inseno al Consiglio nazionale per la creazione di imprese. La Commissione ha ilcompito di stilare proposte per una più efficace mobilitazione del mondoimprenditoriale e del settore dell’istruzione al fine di promuoverel’imprenditorialità e la creazione di imprese, esercitando un effetto moltiplicatoredelle iniziative varate a tutti i livelli del sistema d'istruzione, nonché una funzionedi collegamento fra la ricerca, l’istruzione superiore e l’innovazione.

5) I ministeri della ricerca, dell'istruzione e dell’economia, le finanze e l’industriahanno varato diverse iniziative tese a promuovere la ricerca universitariamediante la creazione di aziende innovative.

Numerose regioni francesi hanno varato progetti di sostegno, mirati a incoraggiare lospirito imprenditoriale e una cultura di creazione di imprese in Francia. Tali progettisono stati intrapresi a livello d'istruzione primaria, secondaria e superiore. Vanno poimenzionate le “Maisons de l'Entrepreneuriat/des Entrepreneurs” (a Lione o aGrenoble, per esempio), strutture federate che riuniscono istituti d'istruzionesuperiore. L'obiettivo che ci si propone è sensibilizzare sui temi dell'imprenditorialitàe promuovere la formazione in materia presso gli istituti scolastici. L'iniziativa èrivolta sia ai docenti che agli studenti.

Vi sono poi numerose altre attività a livello locale, alcune delle quali risalgono ormaia parecchi anni addietro. A livello d’istruzione primaria e secondaria tali iniziativeconsistono sostanzialmente in campagne di sensibilizzazione mirate a un ristrettonumero di istituti. Molte di queste campagne prendono il via grazie all’impegno degliattori locali, che se ne fanno promotori e che reperiscono i fondi necessari.

Vanno poi segnalati due programmi nazionali aventi per obiettivo la promozione dellospirito imprenditoriale fra gli studenti che frequentano la scuola secondaria:� “entreprises cadettes”: è un programma rivolto agli studenti del primo anno, che

hanno modo di elaborare un business plan con l’assistenza di esperti e di simularequindi a computer l’avviamento di un’attività;

� “graines d'entrepreneurs”: il programma prevede un partenariato fra istitutiscolastici e le Camere di commercio e industria francesi. Gli alunni lavorano a unproprio progetto secondo una metodologia predeterminata che prevede incontricon specialisti e professionisti.

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E’ tuttavia l’istruzione superiore ad aver beneficiato dei provvedimenti piùimportanti (si vedano le iniziative varate a livello nazionale descritte in precedenza).

Germania

La promozione dello spirito imprenditoriale e la “formazione all’imprenditorialità”sono materie relativamente nuove e rappresentano, per il sistema d'istruzione tedesco,una sfida. Sono attualmente in via di elaborazione iniziative interessanti a livello dellesingole scuole, o su iniziativa di singole istituzioni o individui, mentre non sonoancora stati formulati un approccio sistematico e specifici programmi di studio.

Sembra esserci ampio consenso sul fatto che “sapere come funziona l’economia” e“acquisire dimestichezza con l’idea di divenire un imprenditore” sono fattoriessenziali per la creazione di posti di lavoro. E’ inoltre comunemente riconosciuto chela tradizionale separazione fra mondo economico e mondo dell’istruzione non è piùsostenibile in un contesto globalizzato.

Tuttavia, paiono esservi ostacoli e, talvolta, barriere occulte o carenze non semprefacili da superare:

- Troppo spesso, gli argomenti di natura economica vengono affrontati in modopoco organico: a livello scolastico, essi vengono generalmente considerati comematerie di studio distinte, mentre occorrerebbe un’impostazione maggiormenteintegrata.

- La motivazione è uno dei fattori fondamentali per avere successo nella vita e ciòvale tanto per i lavoratori autonomi quanto per i lavoratori dipendenti. Questadimensione non trova sufficiente riscontro nei programmi scolastici.

- La formazione dei docenti in materia di imprenditorialità avviene solo su baseoccasionale e in modo limitato.

Al livello d'istruzione primaria i programmi scolastici non prevedono una specificaformazione all’imprenditorialità. Esistono alcune iniziative che permettono agli alunnidi visitare aziende locali, ma non si tratta di una realtà sistematica. In alcuni casi, sonopreviste attività mirate ad accrescere la capacità di apprendere in modo autonomo eauto-motivato.

Al livello dell’istruzione secondaria inferiore, le attività esistenti si limitano allapreparazione degli alunni in vista dell'ingresso nel mondo del lavoro. In quasi tutti iLänder, ogni studente (di 8a o di 9a classe) deve effettuare un tirocinio pressoun'azienda dell’industria o del terziario. In molte scuole, l’organizzazione di questeattività è demandata a docenti specializzati.

A livello d'istruzione secondaria superiore, le scuole sono spesso ancor più riluttantiad avviare e svolgere attività di formazione o programmi di studio in tal senso. Solo inpochi Länder esiste uno specifico modulo di formazione in ambito economico.Tuttavia, questo tipo d'istruzione tiene sempre più in considerazione la necessità di unnuovo approccio.

Il progetto Junior ha raccolto vasti consensi in seno al sistema d’istruzione tedesco.Questo progetto fornisce un quadro specifico entro il quale giovani studenti di etàsuperiore a 15 anni possono gestire un’impresa (per ulteriori dettagli, si veda ilcapitolo 6).

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Va inoltre ricordato il progetto "Go! to school," istituito nella Renania settentrionale -Vestfalia e rivolto a studenti di vari livelli. Fra le attività previste, figurano unospeciale "info-bus sulla cultura imprenditoriale” (che ha già effettuato circa 300interventi, coinvolgendo oltre 25 mila studenti), un set “Avvia la tua impresa”,l’organizzazione di seminari ecc.. Tale concezione ha incontrato il pieno favore deglistudenti, tanto che la durata del progetto è stata ora prorogata di tre anni.

Per quanto concerne la formazione professionale iniziale, nel sistema scolasticosono presenti alcuni elementi che possono essere considerati primi passi nelladirezione auspicata: per esempio, i giovani che lasciano la scuola ricevono spesso unaformazione presso speciali “unità d’impresa”, strutturate e operanti come un’aziendain piena regola.

Infine, a livello universitario vi sono, naturalmente, le classiche modalità diinsegnamento dell’imprenditorialità (master in amministrazione d’impresa, ecc.).Oltre a ciò, vi sono più di 30 nuove cattedre universitarie (generalmente sponsorizzateda aziende private) in cui viene impartita una formazione all’imprenditorialità.

Grecia

Come è stato ampiamente riconosciuto, sino a poco tempo fa, all'interno del sistemad'istruzione ellenico non era stata attribuita la necessaria importanza all'inserimentoprofessionale o alla capacità di avviare attività in proprio dei giovani una voltacompletati gli studi ai vari livelli d'istruzione. Pur fornendo know how e competenzeprofessionali, il sistema d'istruzione ellenico non si era posto l’obiettivo dipromuovere una cultura dell’imprenditorialità.

I programmi di studio formali non prevedevano corsi specifici in materia diimprenditorialità; riferimenti agli aspetti pratici dell’imprenditorialità venivanopresentati e discussi unicamente su iniziativa dei singoli docenti.

La situazione predominante per ciò che concerne l’educazione e la formazioneall’imprenditorialità in seno al sistema d'istruzione ellenico è contraddistinta dallapressoché totale mancanza di disposizioni formali. Ciò non di meno, in vari istitutid'istruzione di tutto il paese sono in via di attuazione numerose iniziative.

Nella parte introduttiva del Piano operativo del ministero dell’istruzione per il periodo2000-2006, presentato all’inizio del 2001, si afferma espressamente che “lo sviluppo ela promozione dell’imprenditorialità fra i giovani figurano fra le priorità del presentePiano”. E’ previsto il varo di programmi per la promozione dell’imprenditorialitàdestinati ai laureati.

Le intenzioni dichiarate di tale Piano operativo 2000-2006 del ministerodell’istruzione prospettano l'orientamento dei giovani in vista della creazione diimprese sostenibili e la trasmissione di competenze adeguate a raggiungere tale scopo.

A livello dell’istruzione secondaria, i provvedimenti attuati dovrebbero tenere contodelle specifiche caratteristiche psicologiche e sociali dei giovani di quella fascia d'età.Verranno varati sia provvedimenti per incoraggiare una cultura dell’imprenditorialità,sia interventi più specifici di assistenza alla creazione di imprese.

Nel quadro della formazione professionale saranno varati programmi e interventi dinatura più diretta.

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A livello universitario si punterà in particolare su corsi in grado di fornire il knowhow e le competenze necessarie in vista di un’efficiente gestione d’impresa.

Per il periodo 2000-2006, sono stati stanziati fondi per un importo complessivo di 20milioni di euro. Risultano tuttavia alquanto scarse, in generale, le risorse umane, peresempio in termini di docenti e di materiale didattico.

Irlanda

Per il sostegno alla creazione di imprese, il governo irlandese ha individuato diversigruppi di beneficiari. In linea con l’attenzione dedicata all’avviamento di nuoveattività a elevato potenziale di crescita nel settore manifatturiero, tecnologico e deiservizi forniti su scala internazionale, fra i beneficiari rientrano diplomati e laureati,nonché personale universitario che lavora a progetti di R&S sfruttabili dal punto divista commerciale, nonché laureati e tecnologi che hanno lasciato l’Irlanda. Si tratta diuna strategia sulla quale l’Irlanda punta in modo particolare. Si segnala inoltre unospecifico impegno a favore dello sviluppo dei giovani imprenditori in diverse fasced’età.

I CEB e i Second Level Support Services of the Department of Education and Science(servizi di sostegno di secondo livello del dipartimento dell’istruzione e le scienze)hanno stilato una proposta incentrata sulla formazione dei docenti, lo sviluppo diadeguati materiali didattici di supporto destinati a docenti e discenti, nonché ilcoordinamento delle iniziative intraprese su base volontaria o dal settore privato. Taleproposta mira a potenziare l'offerta di formazione all’imprenditorialità presso lescuole secondarie.

Il Junior Achievement Programme promuove l’imprenditorialità nell’istruzione, tantoa livello di istruzione primaria, che di istruzione secondaria. Il programmaprevede in realtà più programmi, ognuno dei quali differenziato per età, dai 5 ai 18anni. Si tratta di programmi sequenziali, in cui i concetti sono ripresi nell'arco di piùannualità. Tutte le iniziative del Junior Achievement prevedono l'insegnamento daparte di volontari del settore privato, in partenariato con i docenti delle scuole.Nell’ultimo anno scolastico (conclusosi nel luglio del 2001), hanno partecipato alprogramma 140 scuole primarie.

A livello dell’istruzione secondaria, la formazione all’imprenditorialità è previstanell'intero corso di studi e viene impartita direttamente nell'ambito del JuniorCertificate, del Leaving Certificate Vocational Programme (LCVP), del LeavingCertificate Applied (LCA), del Leaving Certificate Business Syllabus e del TransitionYear. Il LCVP e il LCA sono impartiti in circa 500 istituti. In sintesi, per gli studentidell’istruzione secondaria sono previsti, come parte del loro regolare programma distudi, appositi moduli di economia aziendale (Business and Enterprise Modules) finoalla conclusione del secondo ciclo. L’imprenditorialità viene promossa favorendo lacreazione di collegamenti fra scuola e impresa. Insegnamenti specifici in materia diimprenditorialità vengono impartiti attualmente a livello dell’istruzione superiore,attraverso corsi di breve o di lunga durata. Nel quadro dell’impegno volto apromuovere l’imprenditorialità giovanile in Irlanda rientra anche il Programma per igiovani imprenditori (Young Entrepreneurs Scheme, YES), varato nel 1991nell’intento di stimolare lo spirito imprenditoriale e le attività innovative fra glistudenti delle scuole secondarie, nonché di sviluppare competenze imprenditorialiattraverso esperienze di costituzione e gestione di una vera azienda. I progetti

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Business 2000 e Careers World sono esempi di partenariato fra settore pubblico esettore privato in cui aziende leader entrano direttamente in contatto con il mondodella scuola, a livello d'istruzione secondaria e superiore. Entrambi i progettipermettono l’ingresso nelle aule scolastiche di prassi proprie del mondo del lavoro,aziendali e imprenditoriali, attraverso l'uso di stampati, CD e tecnologie web.

Quanto al livello d'istruzione superiore, al fine di offrire agli studenti universitariuna formazione all’imprenditorialità, diverse facoltà di economia e commercio hannomesso a punto corsi di gestione aziendale o di gestione di piccole imprese. Inoltre,Enterprise Ireland sponsorizza ogni anno un concorso nazionale per la selezione deimigliori piani aziendali messi a punto da studenti universitari. Nell’anno scolastico1998-99, hanno partecipato al programma quasi 8500 studenti di 252 college euniversità, in team provenienti da tutte le contee del paese, l’85% dei qualiappartenenti a facoltà di economia e commercio e il 15% ad altre facoltà.

Ciò che è veramente innovativo, nel caso dell’Irlanda, è tuttavia l'idea puntare sulleuniversità e i politecnici ( Institutes of Technology) per avviare “nuove imprese adalto potenziale” perseguita nella nuova strategia di crescita regionale di cui si è dotatoil paese. Tale strategia prevede finanziamenti pubblici e il sostegno dello Stato per lacostituzione di incubatori universitari, fondi universitari per il capitale di rischio,programmi imprenditoriali per laureati, nonché sostegno a imprese universitarie. InIrlanda quasi tutte le università dispongono di una struttura formale e coordinata entrola quale collocare l’impegno imprenditoriale. Altri atenei fanno ricorso a struttureinformali che richiedono anch'essi agli studenti un certo grado di creatività einnovazione in relazione al loro tipo di studi. Alcuni interessanti esempi diinsegnamento e promozione dell’imprenditorialità al livello dell'istruzione superioresono: il master in imprenditorialità presso l’Università di Limerick, il DundalkInstitute of Technology (per ulteriori dettagli, si veda il capitolo 6), il Centre forEntrepreneurship Research, le società universitarie presso il Trinity College ecc..

Italia

Nel sistema d'istruzione italiano le attività in materia di educazioneall’imprenditorialità sono considerate di natura sussidiaria e vengono svolte per lopiù a livello locale, a opera sia di enti pubblici che di privati. Si tratta di esperienzenumerose e alquanto varie. Esse esulano tuttavia, generalmente, da un quadrostrutturato e non risultano integrate nel sistema scolastico italiano. Nonostante il grannumero di esempi di buone prassi, è difficile delineare un panorama completo di tuttele attività svolte su scala locale.

L’unica esperienza di un certo impatto nazionale – e che può essere ritenuta la“buona prassi italiana” in questo campo – è stata il progetto globale promosso dallaFondazione IG Students, che in quattro anni di attività ha formato 100 mila studenti e3 mila insegnanti in tutta Italia. Sui temi dell’imprenditorialità, allo stato attuale, nonsi segnala nessun'altra iniziativa con una presenza altrettanto radicata nel sistemad'istruzione italiano.

Il programma si è concluso il 31 luglio 2002. Il governo ha deciso di non erogare piùfondi pubblici a sostegno dell’iniziativa, in parte per restrizioni di bilancio, in parte inquanto si è ritenuto che fossero ormai acquisite le condizioni per lo sviluppo dianaloghe iniziative sul piano locale – grazie all’esperienza di IG Students – tramiteuna stretta cooperazione fra scuola e impresa e con il concorso finanziario del mondo

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imprenditoriale. Nonostante il governo centrale non eroghi più finanziamenti, ci siattende in futuro il fiorire di numerose iniziative di questo tipo su scala locale.

Il programma IG Students è stato attuato a livello d'istruzione secondaria e superioreed è stato promosso presso tutte le scuole e le università d’Italia. Il programma constadi due moduli di durata biennale. Il modulo standard era destinato a studenti di etàcompresa fra i 16 e i 26 anni, iscritti alle medie superiori o all’università. Agli studentiveniva offerta la possibilità di creare e gestire proprie “imprese-laboratorio”, cheeffettivamente producevano beni e fornivano servizi per un periodo di dieci mesi(ossia l’intero anno accademico). La formazione veniva attuata con l’aiuto di tutorprovenienti dal mondo imprenditoriale.

Queste attività erano extracurricolari e si svolgevano al di fuori dell'orario scolastico.A seguito della recente riforma del sistema d'istruzione, gli istituti scolastici sonoautonomi e sono tenuti a redigere un “piano dell’offerta formativa” da sottoporre aglistudenti e alle loro famiglie. L'inserimento della formazione all’imprenditorialitàviene ora considerata dalle scuole come un incentivo per attrarre studenti chepotrebbero altrimenti optare per un altro istituto.

Le attività imprenditoriali nell'ambito dell’istruzione secondaria e universitaria sonopromosse anche da Confindustria (la principale organizzazione imprenditorialeitaliana nel settore industriale) e da Formaper (agenzia speciale della Camera dicommercio di Milano).

Lussemburgo

Nella relazione presentata sul piano d’azione nazionale lussemburghese perl’occupazione si afferma che il processo di creazione di nuove aziende vaincoraggiato sensibilizzando maggiormente l’opinione pubblica sul temadell’imprenditorialità all'interno del sistema scolastico e nella società nel suocomplesso. Occorre considerare come prioritari lo sviluppo di una mentalitàimprenditoriale fra i giovani, in particolare fra gli alunni e gli studenti.

A livello d'istruzione primaria, il programma obbligatorio di lingua francese per ilsesto anno prevede un intero modulo dedicato all’avviamento di un’impresa. Esso sibasa su un fumetto intitolato “Boule et Bill créent une entreprise” e mira a rendereaccessibile ai ragazzi la realtà di aziendale, mediante l’uso di testi e di vocaboliadeguati. Il fumetto racconta come alcune personalità ben note abbiano potuto farsistrada nel mondo imprenditoriale; la trama del fumetto contribuisce a illustrare ilruolo delle imprese nella società e introduce un minimo di terminologia economica.L'obiettivo dell'iniziativa è far sì che tutti gli alunni delle scuole primarielussemburghesi abbiano modo di studiare questa materia. Affinché tale studio possaessere approfondito, sarà necessario costituire una rete di imprenditori disposti adassistere i docenti nell’utilizzo del fumetto.

A livello d'istruzione secondaria, l’obiettivo è invece promuovere l’autonomia e ilsenso di responsabilità dei giovani, incoraggiandoli a gestire un progetto, nonchéinstillare il gusto per la sfida. In quest’ottica, il progetto “Entrepreneurial spirit”persegue i seguenti obiettivi:1) Incoraggiare e assistere le scuole nell’organizzazione di giornate (Open Days)

nelle quali gli studenti abbiano modo di discutere, con veri imprenditori, una serie

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di aspetti connessi al ruolo delle imprese nella società. Questi dibattiti sonopreparati preliminarmente tramite appositi seminari.

2) Stimolare i giovani a creare e gestire mini-imprese in proprio, in modo da scopriree sperimentare i diversi aspetti della vita di un’impresa, dall’ideazione di unprodotto alla sua commercializzazione, attraverso le varie fasi della produzione.

A livello universitario, nel novembre del 2001 è stato istituito un comitato direttivoper la formazione manageriale e imprenditoriale. Esso è stato incaricato di elaboraredue tipi di corsi di “perfezionamento” nell’ambito del management (master inbusiness administration) e dell’imprenditorialità (corso intensivo). I programmi distudio di questi corsi sono stati messi a punto da tre università della macroregione.Allo stato attuale, dall’anno scorso sono stati integrati nei programmi di studio deiquattro dipartimenti dell’Institut Supérieur de Technologie, due moduli managerialie/ o imprenditoriali con particolare attenzione alle PMI.Il Centre Universitaire e l’Institut Universitaire International de Luxembourg operanoa loro volta attivamente nella promozione dell’imprenditorialità di concerto con altripartner (Camera di commercio, Business Initiative, settore lussemburghese deimedia).

Paesi Bassi

E’ stata istituita a livello nazionale una Commissione speciale sul tema“Imprenditorialità e istruzione”. Detta commissione riveste un ruolo di stimolo edi coordinamento, concentrando la propria attività sui seguenti aspetti:

� svolgere un'azione di sensibilizzazione e sostegno sul tema dell’imprenditorialitànell’istruzione;

� definire e proporre soluzioni agli eventuali ostacoli;

� stimolare lo sviluppo di progetti pilota.

La commissione è composta da rappresentanti del governo, di tutti i settoridell’istruzione (primaria, secondaria, professionale e universitaria) e delleorganizzazioni sociali e imprenditoriali.

A titolo di sostegno, il ministero degli affari economici ha stanziato circa 8 milioni dieuro sotto forma di sovvenzioni destinate a stimolare lo sviluppo di metodi e materialididattici per i programmi di studio (sovvenzione massima pari a 100 mila euro, con untasso obbligatorio di cofinanziamento del 40%) e a finanziare altre attività, qualiseminari, formazione dei docenti ecc. (sovvenzione del 100% per un importo massimodi 10 mila euro). Dando seguito a tale iniziativa, i migliori esempi di metodi emateriali didattici possono essere facilmente acquisiti da altre scuole e questo vale pergli istituti di ogni ordine e grado, dalla scuola primaria fino all’università. Nel 2003 siterrà una prima selezione di buoni esempi. Gli esempi tratti dalla formazioneprofessionale saranno oggetto di un adeguamento che li renda adottabili in viagenerale dall'intero sistema di formazione professionale e, con l’ausilio di unastrategia di marketing, verranno diffusi dal basso verso l’alto su tutto il territorionazionale. Se tale strategia funzionerà, altri settori la applicheranno.

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Attualmente sono numerose le iniziative varate a livello locale o regionale(cooperazione fra scuole, imprese ed enti locali), spesso su base volontaria (vi sononotevoli differenze fra regioni e comuni diversi). Gli aspetti legatiall’imprenditorialità figurano fra gli obiettivi dell’istruzione, benché generalmentenon in via obbligatoria ma opzionale. I singoli istituti godono di un ampio marginediscrezionale circa la decisione di trattare o meno i temi dell’imprenditorialità e circa imetodi impiegati.

Quanto al all'istruzione superiore, nell’anno accademico 1999-2000, sei atenei su 15disponevano di una cattedra di imprenditorialità, mentre nella formazioneprofessionale superiore 30 istituti su 72 tenevano conto dell’imprenditorialità nei loroprogrammi di studio. Cifre che, peraltro, sembrano essere in crescita.

L’idea alla base delle iniziative attualmente adottate su scala nazionale è che ilgoverno centrale non debba imporre, bensì svolgere un ruolo di facilitazione,mettendo a disposizione buoni esempi, documentazione, ecc..

Norvegia

In Norvegia, la strategia del governo prevede l'introduzione del temadell’imprenditorialità a tutti i livelli del sistema d'istruzione. Su tale intento si fonda ilpiano strategico messo a punto dal ministero dell’istruzione e della ricerca nel 1997che è tuttora alla base dell’educazione all’imprenditorialità nell’istruzione primaria,secondaria e terziaria.

L’obiettivo perseguito è duplice: 1) porre l’accento sull’imprenditorialità comeobiettivo dell'istruzione e come strategia di apprendimento e di formazione; 2)motivare e ispirare enti di formazione, comuni e provincie a pianificare e attuarecongiuntamente una formazione imprenditoriale di carattere innovativo.

Tale politica presuppone un vigoroso impegno comune fra il settore dell’istruzione,gli altri soggetti del settore pubblico e il mondo imprenditoriale e industriale. Fra iprincipali obiettivi figurano:

� imprese studentesche� imprese giovanili� accordi di partenariato fra scuola e impresa� corsi sulla conoscenza del mondo del lavoro e la realtà imprenditoriale

(formazione dei docenti)� corsi della durata di una annualità in imprenditorialità rivolti a studenti universitari� master in imprenditorialità per gli studenti di economia e ingegneria� corsi intensivi per potenziali imprenditori

A livello di istruzione primaria vi sono numerosi esempi di imprese gestite da alunnie di altre iniziative di promozione dell’imprenditorialità. Oltre 1000 scuole (su untotale di 3200) gestiscono imprese studentesche sia a livello dell'istruzione primariache dell’istruzione secondaria inferiore.

Nell'ambito dell'istruzione secondaria, circa il 20% degli istituti norvegesi dichiaradi aver istituito una o più imprese studentesche. Tuttavia, la qualità di queste impresevaria notevolmente. A livello di scuole secondarie superiori, una scuola su tre riferiscedi avere una o più imprese giovanili. Si calcola che, nel 2001/2002, 7000 studenti fra i

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15 e i 18 anni di età (pari al 5% circa del totale) diano vita a 700 imprese giovanili.Quasi ognuna di esse conta sul supporto del settore imprenditoriale locale. Le attivitàdi impresa sono più diffuse tra gli studenti dei corsi di studio a indirizzo professionale.

A livello d'istruzione superiore, circa 15 diversi istituti propongono corsi in materiadi imprenditorialità. Generalmente si tratta di corsi brevi, che danno diritto a 2-4crediti (laddove un anno di studio equivale a 20 crediti)

Portogallo

Attualmente è in via di attuazione una serie di iniziative volte a promuoverel’imprenditorialità (seminari, conferenze, visite) a cura del ministero dell’economia incooperazione con il ministero dell’istruzione, nonché di enti privati (associazioniimprenditoriali) in stretto collegamento con gli istituti d'istruzione. Tuttavia, similiiniziative non rientrano nel quadro del sistema nazionale d'istruzione.

Se a livello dell'istruzione primaria non sono previsti interventi specifici tesi apromuovere l’imprenditorialità, nell’ambito dell'istruzione secondaria le azioni voltea stimolare una mentalità e capacità imprenditoriali trovano un’applicazione moltolimitata o comunque occasionale. A questo livello del sistema d'istruzione è previstauna componente mirata a incoraggiare uno spirito di iniziativa e imprenditorialenell’ambito degli studi di economia o di imprenditoria sociale. In tale ambito,argomenti quali la gestione, il marketing e la contabilità vengono trattati tanto neicorsi di livello superiore, quanto nei corsi a carattere tecnico finalizzati ad avviare glistudenti alla pratica professionale. In questo contesto, l’obiettivo perseguito ècontribuire all'acquisizione di comportamenti imprenditoriali che possano essere diaiuto in una futura attività.

A livello d'istruzione superiore, vi è una serie di corsi per la formazioneall’imprenditorialità e alla gestione, avviati autonomamente da alcuni istituti e rivoltiin particolare a potenziali imprenditori, ma frequentati anche dai docenti.

Per esempio l’IFEA (Istituto per la formazione imprenditoriale avanzata) propone uncorso destinato a imprenditori che siano a capo di un’azienda, nonché a manager,tecnici o neolaureati. Il corso è tenuto da docenti altamente qualificati. Per il 2002sono previsti duecento studenti. La precedente edizione ha ottenuto risultati eccellentiin termini di creazione di imprese.

Spagna

E’ a livello d'istruzione secondaria e di formazione professionale iniziale che laformazione per l'acquisizione di capacità imprenditoriali avviene in forma piùintensiva.

Sul piano politico, va segnalata in particolare la recente approvazione della legge5/2002 sulle qualifiche e la formazione professionale, che mira a istituire un sistemagenerale avente fra le proprie finalità principali la promozione delle competenzenecessarie per l'esercizio di attività imprenditoriali e autonome.

Sebbene le statistiche nazionali forniscano alcuni dati al riguardo, per alcuni aspettirisulta difficile acquisire informazioni aggiornate relative all’intero paese, che èsuddiviso in 17 Comunità autonome, libere di gestire l’istruzione in modo

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indipendente sul proprio territorio. Le disposizioni in materia d'istruzione sononazionali, ma le Comunità autonome godono un certo margine di libertà nell’attuarle.

A livello d'istruzione primaria, non vi sono interventi espressamente concepiti perpromuovere lo spirito imprenditoriale che abbiano applicazione generale. Tuttavia,gli obiettivi dell'istruzione primaria prevedono effettivamente l'acquisizione dicompetenze nell'ambito della soluzione di problemi, del lavoro in équipe, dellacomunicazione, dello sviluppo della creatività.

A livello d'istruzione secondaria, (16-18 anni), il provvedimento pubblico di maggiorrilevanza per la formazione all’imprenditorialità risiede nell’integrazione neiprogrammi di studio a indirizzo umanistico e sociale di due materie da studiare insuccessione, ossia "economia" ed "economia e organizzazione aziendale", frequentateda oltre 160 mila studenti nell’anno scolastico 2001-2002. Lo studio di queste materierisponde a un duplice obiettivo. In primo luogo, preparare gli studenti che intendanoproseguire gli studi presso facoltà di economia e commercio e, in secondo luogo,fornire nozioni di base sulla gestione aziendale (soprattutto nel caso della secondamateria) agli studenti che non intendono continuare gli studi a livello universitario.

Nell'ambito della formazione professionale iniziale (16-20 anni) sono previstiappositi moduli per la promozione dello spirito imprenditoriale e della culturad'impresa. In alcuni la trattazione di questi temi è più generica, mentre altri fornisconoinvece una visione più concreta e specifica del settore o del comparto produttivoconsiderato.

Il modulo dedicato a “formazione e orientamento al lavoro” mira a promuoverel’integrazione dei diplomati (200 mila studenti nel 2002) nel sistema produttivo, siacome lavoratori autonomi che come dipendenti. Tutti i moduli di formazione sonoobbligatori sia a livello intermedio, sia a livello avanzato.

Il modulo intitolato “gestione amministrativa e marketing nella piccola impresa” èstato concepito espressamente nell’ottica del lavoro autonomo e della creazione diimprese. Nell’ultimo anno accademico è stato frequentato da oltre 70 mila studenti.

Vi sono poi altri moduli di formazione nei quali l’educazione all’imprenditorialità èaffrontata nella specifica ottica di un dato comparto produttivo di beni o servizi. Moltidi questi contemplano direttamente anche la problematica della scelta di un’attività daavviare.

Gli aspetti connessi alla promozione di uno spirito imprenditoriale in ambitouniversitario sono individuabili a tre diversi livelli:

1) corsi generali in gestione d’impresa (previsti in praticamente tutti gli ateneispagnoli);

2) corsi di laurea, master e corsi post-laurea che affrontano direttamente il temadell’imprenditorialità nel quadro dello studio della gestione d’impresa (conparticolare riferimento al settore industriale e anche, in minor misura, al terziario);

3) assistenza diretta e servizi rivolti agli imprenditori.

Svezia

In Svezia il sistema d'istruzione è decentrato. Il quadro generale dell’istruzione èdefinito a livello nazionale, ma i comuni sono responsabili dell'istruzione primaria,secondaria e per adulti. I programmi di studio nazionali affermano che l’istruzione

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scolastica deve contribuire allo sviluppo di attitudini e di atteggiamenti spesso riferitia un soggetto intraprendente, quali lo spirito di iniziativa, la capacità di lavorareindividualmente o in équipe, la risoluzione di problemi, il senso di responsabilità ecc..Al contempo, la scelta dei metodi di lavoro e dei materiali didattici è demandata alpiano locale.

In molti comuni le scuole hanno scelto di trattare anche l’imprenditorialitànell’istruzione impartita tanto a livello primario, quanto a livello secondario (peresempio nella provincia di Västerbotten, cfr. Capitolo 6). Vi sono poi alcuni entiesterni al sistema d'istruzione operanti nella promozione dell’imprenditorialità. Peresempio, Flashes of Genius (Colpi di genio) a livello di scuola primaria, YoungEnterprise e la Swedish foundation of enterprise education a livello di scuolasecondaria, The Greenhouse a livello universitario e infine Open for business,un’organizzazione per la promozione di una cultura dell’imprenditorialità tantoall’interno, quanto all’esterno del sistema d'istruzione.

Anche a livello universitario viene fissato sul piano nazionale unicamente il quadrogenerale, ma le disposizioni specifiche e operative in materia d'istruzione sonodemandate agli atenei e agli istituti universitari. Ecco perché risulta difficile avere, alivello nazionale, una panoramica di tutti i corsi e i programmi in cui figura ladimensione dell’imprenditorialità. Uno studio non più recente mostra come, nel 1996,a livello universitario vi fossero circa 20 programmi definibili come formazioneall’imprenditorialità e 40 corsi brevi (dalle 5 alle 10 settimane di durata) in cui taledimensione fosse contemplata (lo studio aveva interessato unicamente gli istituti aindirizzo tecnico o economico).

L’Ente nazionale svedese per l’istruzione (Skolverket) si è visto conferire dal governodue incarichi ben precisi:

a) Incrementare la qualità dell’istruzione secondaria a indirizzo professionale. Intale obiettivo rientra anche l’intensificazione dei legami fra scuola e mondoproduttivo, il che può a sua volta comportare la promozione dell’educazioneall’imprenditorialità. I fondi stanziati ammontano a 53 milioni di corone in unarco di tre anni. Il progetto prevede attività quali l’organizzazione diconferenze, la divulgazione delle buone prassi, la formazione dei docenti,l’attuazione e valutazione di progetti scolastici, la costituzione di una rete diricercatori ecc.. Nell’istruzione secondaria superiore è previsto inoltre, in viaobbligatoria, lo svolgimento di un progetto preferibilmente in cooperazionecon le imprese locali.

b) L’Ente nazionale per l’istruzione, su richiesta del governo, ha messo a puntoun programma d’azione mirato a promuovere i contatti fra istruzione primariae mondo del lavoro. Il programma propone la firma di accordi per ilpotenziamento di detti contatti fra gli organismi e le scuole esistenti a livellolocale. Nel 2002 e nel 2003 verrà attuato un progetto pilota in una decina diComuni. Successivamente, sulla base di questi progetti pilota, l’Ente nazionaleper l’istruzione dovrà varare un progetto nazionale per l’applicazione delprogramma d’azione in tutti i Comuni e le scuole del paese.

Entrambe le iniziative verranno condotte sul piano regionale e locale in strettocoordinamento con i rappresentanti dell’industria, del sindacato e delle organizzazionidi categoria.

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Nel futuro immediato, inoltre, il governo conferirà all’Agenzia nazionale svedese perlo sviluppo dell’imprenditorialità (NUTEK) il compito di gestire un programma dipromozione dell’imprenditorialità. In questo programma rientreranno, ad esempio,attività di promozione dello spirito imprenditoriale fra i giovani e dei collegamenti frascuola e impresa. I fondi a disposizione del programma saranno compresi fra 6 e 12milioni di corone; la decisione definitiva al riguardo deve ancora essere presa.

Comunque, sebbene in Svezia vi siano iniziative nazionali per la promozione dellaformazione all’imprenditorialità, il grado di impegno e la portata di tali iniziativerimangono limitati.

Regno Unito

Nel Regno Unito, la politica in materia d’istruzione viene attuata in modo autonomonei vari paesi che lo compongono (Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord).

In Inghilterra, la riforma dei programmi di studio nazionali attuata nel 2000individua nello spirito d'iniziativa e nelle competenze imprenditoriali uno degli aspettisupplementari da promuovere nel quadro degli obiettivi curricolari. Le scuole hannofacoltà di scegliere le modalità in cui viene impartita la formazioneall’imprenditorialità in funzione delle esigenze dei rispettivi alunni e, allo statoattuale, tale insegnamento non rappresenta un obbligo per le scuole.

Le occasioni più esplicite per fornire una formazione all’imprenditorialità nell’ambitodel programma ufficiale di studi (dai 5 ai 16 anni) sono probabilmente offertedall'insegnamento di "educazione civica" e di "progettazione e tecnologia". Ciònonostante, progetti a stampo imprenditoriale possono essere inseriti anche in altrematerie, laddove gli insegnanti siano sensibili all’argomento e sufficientementemotivati. Dall’età di 14 anni, gli studenti iniziano a frequentare anche corsi facoltativi,che solitamente portano al conferimento di una qualifica. Fra questi, i corsi diindirizzo economico-aziendale rappresentano spesso la sede più idonea per unaformazione all’imprenditorialità. Negli istituti d'istruzione frequentatisuccessivamente, fra i 16 e i 19 anni, esiste una vasta gamma di corsi professionali,alcuni dei quali direttamente riconducibili alla dimensione dell’imprenditorialità.

Sebbene non vi sia alcun obbligo in materia a livello d'istruzione primaria esecondaria, in Inghilterra vi è comunque un’ampia gamma di programmi, quali YoungEnterprise, NFTE UK, Young Foresight, Changing Climates and Changemakers,anche se si tratta spesso di iniziative locali senza che le attività svolte presso le variescuole vengano censite dettagliatamente a livello centrale.

In Inghilterra esiste un meccanismo nazionale (istituito nell’aprile 2001) per lapromozione dei collegamenti fra scuola e impresa. Esso rientra nell'ambito dicompetenza del Learning and Skills Council, l’ente preposto al finanziamento di tutti icorsi d'istruzione e formazione dopo la scolarità dell’obbligo, che racchiude al suointerno anche un consorzio di enti di collegamento fra scuola e impresa presente inciascuno dei 47 distretti locali. Ciascun consorzio deve mettere a punto un piano disviluppo delle attività con le quali si propone di collegare fra loro scuole e imprese.Fra i primi piani di sviluppo, numerosi erano quelli che contemplavano, fra le attivitàproposte, la “promozione dell’imprenditorialità”.

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In tale struttura, gli Education Business Partnership sono enti locali autonomi cheorganizzano distaccamenti di studenti e docenti per svolgere un’esperienza di lavoropresso le aziende e fungono da intermediari nella creazione di rapporti diretti frascuole e imprese a livello locale.

In Galles esiste un Piano d’azione per l’imprenditorialità rivolto alle scuole di ogniordine e grado, a iniziare dalla scuola primaria. Fra i suoi obiettivi il piano, da attuarein tre anni, si propone di dotare ogni istituto d'istruzione gallese delle attrezzature,delle risorse e del personale docente necessari a far sì che in Galles ogni studente fra i5 e i 19 anni riceva una formazione continua in materia di imprenditorialità.

In Scozia, il Schools Enterprise Programme è partito nel 2001 sotto forma dipartenariato fra il governo scozzese, gli organi preposti all’istruzione, le imprese, lescuole e i docenti. Tale programma, della durata di tre anni, raggiungerà ogni alunnodella scuola primaria offrendogli almeno due esperienze di imprenditorialità entro ilcompletamento dell’istruzione primaria. Inoltre, nell’anno scolastico 2001/02 oltre500 docenti hanno avuto modo di partecipare a un programma nazionale disensibilizzazione all’imprenditorialità, per lo più tramite lo svolgimento di stagepresso aziende locali.

Nell’istruzione secondaria scozzese, organizzazioni quali Young Enterprise Scotland,Business Dynamics, Shell LiveWIRE e Achievers International offrono ai giovani tuttauna serie di possibili esperienze in azienda.

Il programma di governo dell’Assemblea dell’Irlanda del Nord sancisce l’impegnodi dotare i giovani delle capacità e delle qualifiche necessarie a trovare occupazione inun’economia moderna. Vi è inoltre un chiaro impegno alla promozione di partenariati.Un esempio è dato dal lavoro svolto da Young Enterprise Northern Ireland, che stadiventando parte integrante di tutte le attività che comportino collegamenti fra scuolee imprese.

A livello universitario, il principale programma finanziato con fondi pubblici nelRegno Unito è Science Enterprise Challenge, varato nel febbraio 1999 allo scopo diistituire una rete di centri di eccellenza negli atenei del paese, specializzatanell’insegnamento e nella pratica della commercializzazione e dello sviluppo dellospirito imprenditoriale nel campo scientifico e tecnologico. Gli obiettivi generali delprogramma sono i seguenti: assicurare un grado significativo di formazioneall’imprenditorialità a oltre 40 mila studenti a livello universitario, post-universitarioo professionale; stabilire rapporti di collaborazione con circa 500 aziende; fondarefino a 700 società innovative; registrare oltre 200 nuovi brevetti.

Le università sono enti autonomi e molte di esse propongono già oggi, di propriainiziativa, moduli e corsi di imprenditorialità. Stando a una ricerca non piùrecentissima, nel 1999 il 38% degli istituti d'istruzione superiore inglesi proponevacorsi di imprenditorialità, mentre un altro 20% proponeva insegnamenti in materianell’ambito di altri corsi imperniati principalmente su altri ambiti disciplinari, oseminari occasionali sull’imprenditorialità.

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6. Individuazione di esempi e modelli concreti

Si può operare una distinzione fra misure politiche – adottate a livello nazionale –volte a promuovere la formazione all’imprenditorialità attraverso la definizione di unquadro normativo o il varo di incentivi e ciò che sono invece prassi o programmi piùspecifici.

Sul piano delle politiche, possono essere segnalate alcune iniziative che, sebbenedifficilmente classificabili come “buone prassi” essendo state in genere varate solo direcente, forniscono pur sempre un interessante esempio di come possa essereaffrontata questa problematica a livello di amministrazione centrale.

Alcuni esempi:

� In Francia, con la creazione di un Osservatorio delle prassi nella formazioneall'imprenditorialità nell’ambito dell'istruzione secondaria e superiore, sotto lasupervisione di un comitato direttivo composto da diversi ministeri, agenzie eassociazioni, ci si è proposti di censire iniziative, raccogliere dati sui programmi esui corsi, divulgare le informazioni, agevolare lo scambio di esperienze(www.entrepreneuriat.net).

� Nei Paesi Bassi, è stata istituita una commissione speciale su “Imprenditorialità eistruzione” (dalla scuola primaria all’università), che mira a promuovere progettipilota e a raccogliere buoni esempi facilmente riproducibili presso altri istitutid'istruzione. Il ministero degli affari economici finanzia lo sviluppo di materiali emetodi didattici nonché lo svolgimento di altre attività (quali seminari, formazionedei docenti ecc.). L’idea è che l'amministrazione centrale non debba imporre,bensì svolgere un ruolo di facilitazione.

Quanto a specifici programmi e pratiche in materia di formazioneall’imprenditorialità, interessanti iniziative ed esempi di buone prassi sono reperibiliun po’ ovunque in Europa. Alcuni di essi sono stati presentati, in precedenza, al forumtenuto a Sophia Antipolis, presso Nizza, nell’ottobre del 2000.

Tuttavia, se da un lato è relativamente facile individuare casi di buone prassi tali dapoter servire utilmente da modello, è invece più difficile giungere a una definizione dimigliore prassi, interpretabile come la strada migliore per giungere a un datoobiettivo predefinito.

L’individuazione delle migliori pratiche presuppone il ricorso a elementi oggettivi, frai quali dati quantitativi, difficilmente ottenibili in un ambito come la formazioneall’imprenditorialità. Selezionare la prassi migliore significa raffrontare tra loropratiche diverse sulla base di detti elementi oggettivi e quantificabili, ricorrendo allostrumento del benchmarking.

Il presente progetto si basa principalmente su un’analisi qualitativa. Ciò inconsiderazione sia della natura specifica dell’argomento, sia della difficoltà diottenere dati quantitativi raffrontabili in materia di programmi, attività e corsisull’imprenditorialità. Questo aspetto è analizzato in modo più specifico nel capitolodedicato alla “metodologia”.

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Per questo progetto è stato quindi adottato un approccio più “sfumato”. Il gruppo dilavoro ha concordato una serie di criteri generali per la definizione di una “miglioreprassi” da applicare all’ambito della formazione all’imprenditorialità. Ciò è statopossibile utilizzando come base, previo adattamento, un elenco di criteri per lemigliori pratiche relativamente alle misure di sostegno alle imprese precedentementedefinito da un gruppo di lavoro sulla metodologia relativa alle migliori prassinell’ambito del programma della Commissione sulle “azioni concertate”.

Criteri per le migliori pratiche concordati dal gruppo di lavoro “Educazione eformazione all’imprenditorialità ”

Per poter essere una ‘migliore pratica’:

(1) La pratica deve esistere già.

(2) Deve rispondere a scopi e finalità chiaramente identificabili.

(3) Deve essere facilmente utilizzabile e destare l’interesse dei partecipanti.

(4) Deve essere adattabile ed esportabile.

(5) Deve essere sostenibile e caratterizzata da una visione di lungo periodo.

(6) I suoi risultati devono essere individuabili e sottoponibili a valutazione.

(7) Sarebbe preferibile una sua coerenza con altre buone prassi, tanto a livelloconcettuale quanto sul piano dei risultati.

(8) Su una serie di indicatori rilevanti, essa deve risultare chiaramente superioread altre prassi in termini di efficacia ed efficienza.

(9) Deve essere passibile di costante miglioramento.

Nel quadro del presente progetto, gli esempi seguenti sono stati selezionati e propostidagli esperti nazionali del gruppo di lavoro quali buone prassi per i rispettivi paesi.Vengono segnalati di seguito come possibili modelli, conformemente ai criteri sopraelencati.

Allo scopo di strutturarli chiaramente e di agevolarne la lettura, gli esempi propostisono raggruppati nelle seguenti categorie:

1. L’imprenditorialità nell’istruzione primaria e secondaria.

2. La formazione professionale iniziale nell’istruzione secondaria.

3. Apprendimento sul campo e mini-imprese.

4. Cooperazione fra istituti d'istruzione e mondo imprenditoriale.

5. Formazione di docenti sul tema dell’imprenditorialità.

6. Promozione dell’imprenditorialità e dell'avvio di nuove imprese a livellouniversitario.

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Tema 1: L’imprenditorialità nell’istruzione primaria e secondaria

- From Primary 1 to plc, Scozia (Regno Unito)Negli ultimi anni la Scozia si è dotata di un’infrastruttura finalizzata a fornireun’educazione all’imprenditorialità sin dalla scuola primaria. Sono in corsoprogrammi destinati agli alunni dai 5 anni di età in poi, ampiamente diffusi nelsistema scolastico scozzese. Ciò è stato possibile grazie a finanziamenti pubblici eprivati. Eminenti personalità dell’élite imprenditoriale e aziendale scozzese hannodonato, per il quadriennio 2001-2004, 2,5 milioni di sterline, da affiancare ad analoghifinanziamenti dell’esecutivo scozzese, allo scopo di permettere a ogni alunno dellascuola primaria scozzese almeno due esperienze di impresa entro l’età di 12 anni.L’esecutivo scozzese ha recentemente annunciato finanziamenti per altri 40 milioni disterline nel periodo 2003-2006 da destinare alla formazione professionale eall’educazione all’imprenditorialità nelle scuole, il che estenderà a 4 le occasioni diesperienza di impresa dentro i 18 anni. Oggi operano in Scozia oltre 80 consulenti diimprenditorialità nelle scuole, che cooperano con gli istituti d'istruzione e la comunitàdelle imprese, facendo dell’imprenditorialità una parte integrante del curriculumscolastico scozzese. Contattare (1): Scottish Executive, Mr. Michael Cross, tel. +44141 242 0107, fax +44 141 242 0149, e-mail: [email protected] ;Contattare (2): Careers Scotland, Mr. Gordon McVie, e-mail: [email protected], www.careers scotland.org.uk

- Progetto Västerbotten ‘PRIO 1’ (Svezia)Nel periodo1997-2000, il Progetto Scuola del comune di Skellefteå ha interessatol’intero sistema d'istruzione, dal livello prescolare e della scuola primariaobbligatoria fino all’istruzione secondaria superiore e oltre. Sono stati avviati nellescuole circa 50 progetti didattici, 42 docenti hanno ricevuto una formazione specifica(tramite l’iniziativa ‘Crea Pilot’) mentre un centinaio fra aziende e altreorganizzazioni sono state coinvolte in progetti scolastici. Molti dei progetti svolti aSkellefteå tra il 1997 e il 2000 risultano ora parte integrante delle attività quotidianedelle scuole. Questa esperienza si è quindi tradotta in un progetto di portata regionale,il Progetto Västerbotten ‘PRIO 1’, gestito dall’amministrazione provinciale diVästerbotten, nella Svezia settentrionale. Il nuovo programma sostiene oltre 100progetti locali attualmente in corso nei 15 comuni dell’area. Vengono inoltreorganizzate numerose altre attività, come per esempio il corso di formazione inservizio della durata di 8 giorni destinato a tutti gli insegnanti incaricati di fungere daproject leader a livello locale, gli incontri fra scuole e aziende, ecc.. Come risultato,oltre 550 imprese della provincia sono ora coinvolte in attività scolastiche. Oltre 1200dipendenti della scuola e 7400 fra alunni e bambini hanno partecipato ad attivitàeducative tese a incoraggiare l’imprenditorialità. Sono state costituite numerose retiattive fra le varie scuole della provincia, nonché fra scuole e imprese locali. Perinformazioni: County Board of Västerbotten, Ms. Eila Eriksson, tel. +46 90-10 73 20,fax +46 90-10 72 00, e-mail : [email protected], http://www.prio1.nu/

- La “Città imprenditoriale” nelle scuole primarie (Paesi Bassi)La "Città imprenditoriale" è un progetto basato sull’apprendimento sul campo,realizzato mediante la creazione di diversi “paesaggi di apprendimento” all'internodella Città imprenditoriale stessa. Un "paesaggio di apprendimento" consiste in unprogetto nel quale gli alunni perseguono un dato obiettivo, quale ad esempiorealizzare la propria centrale elettrica all’interno della scuola o il proprio negozio di

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"commercio equo e solidale". Questi progetti richiedono la mobilitazione di qualitàimprenditoriali di base, quali indipendenza, creatività e spirito di collaborazione. Unfattore di successo determinante è dato dal coinvolgimento di soggetti esterni allascuola (genitori, imprenditori ecc.). Attualmente i paesaggi di apprendimentorealizzati sono più di 30 con la partecipazione di numerose scuole di varie parti delpaese.Per informazioni: Senter International, Mrs. M. Jansen, tel. +31 70 361 0220 , fax+31 70 361 4430, e-mail: [email protected]

- Programma di formazione professionale per il conseguimento del diploma discuola secondaria superiore (Irlanda)In Irlanda, il Leaving Certificate Vocational Programme (LCVP) per le scuole dilivello secondario è ritenuto prioritario dal Department of Education and Science emira a conferire al diploma già esistente ( Leaving Certificate) una forte dimensioneprofessionalizzante. Il programma abbina allo studio teorico un’impostazionedinamica basata sull’auto-apprendimento, l’imprenditorialità, il lavoro e la comunità.Vi partecipa un gran numero di scuole (507) e di studenti (31 500). Il programma ègestito da un team ad hoc di docenti, in coordinamento con le imprese e la comunitàlocale e con il sostegno del governo centrale. Il programma si segnala perun’impostazione interdisciplinare e transcurricolare, nonché per lo spazio datoall’apprendimento pratico, nell’obiettivo ultimo di affinare capacità e qualità quali lafiducia in sé, l'innovazione e l’imprenditorialità. Per informazioni: BlackrockEducation Centre, Mr. Michael Garvey, tel. +353 1 2301673, fax+353 1 2301612,e-mail: [email protected], [email protected]

Tema 2: La formazione professionale iniziale nell’istruzione secondaria

- Amministrazione, gestione e marketing nella piccola impresa (Spagna)Si tratta di una formazione teorico-pratica esplicitamente orientata al lavoroautonomo e alla creazione di imprese, obbligatoria per tutti gli allievi dellaFormazione professionale intermedia (scolarità dell’obbligo, 16 anni d’età + 2) e perquelli della Formazione professionale avanzata (maturità, 18 anni d’età + 2), articolatain 45 specializzazioni corrispondenti ai vari settori della attività economica. Nell’annoscolastico 2000/01, i gruppi di studenti che hanno ricevuto questa formazione sonostati 3689. In base a questo dato si può stimare che oltre 100 mila studenti, provenientida più di 2000 scuole pubbliche e private, abbiano frequentato questo modulo. Gliobiettivi di questa formazione sono di portata nazionale e i contenuti sono definiti dicomune accordo dal ministero dell’istruzione e dalle Comunità autonome, che hannofacoltà di adattare i contenuti alle specifiche realtà produttive. Questo tipo diformazione prevede fra l'altro la realizzazione di un progetto finalizzato alla creazionedi un’impresa. Secondo il parere dei vari enti interessati, l'inserimento nel sistemaproduttivo, anche sotto forma di lavoro autonomo, ne risulta nettamente agevolato.Per informazioni: Ministerio de Educación Cultura y Deporte, Centro Nacional deRecursos para la Orientación Profesional, tel. +34 91 701 8465, e-mail:[email protected], http//www.mec.es/fp/cnrop/index.html

- “Imprese virtuali” presso l’Istituto tecnico Sivitanidios di Atene (Grecia)Questo caso specifico è stato definito come esempio di “buona prassi” dal ministerodell’istruzione ellenico e viene proposto come riferimento per l’intero sistema di

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formazione professionale. L’introduzione delle imprese virtuali a completamento dialtri metodi di formazione rispondeva alla necessità di ampliare l’ambito dellaformazione pratica destinata agli alunni delle scuole secondarie. Gli studenti chepartecipano al programma frequentano un corso teorico durante la mattina egestiscono le imprese virtuali nel pomeriggio. I risultati del programma verrannomessi a disposizione di tutti gli altri istituti tecnici interessati, nell’intento dipromuovere l’imprenditorialità in tutto il paese. Per informazioni: Sivitanidios PublicSchool Of Trades & Vocations, Mr. Konstantinos Antonopoulos, tel. +30 210-4819158, 210-4814456, fax: +30 210-4819158, e-mail: [email protected],http://www.sivitanidios.edu.gr

Tema 3: Apprendimento sul campo e mini-imprese

- Young Enterprise Europe 4Young Enterprise Europe (YEE) è un’organizzazione internazionale istituita nel 1993,cui partecipano associazioni senza scopo di lucro di venti paesi europei e delMediterraneo. L'obiettivo generale è quello di diffondere una mentalitàimprenditoriale tra i giovani studenti. A livello nazionale, i membri di YoungEnterprise organizzano presso le scuole programmi impostati sull’“apprendimento sulcampo”, con la creazione di mini-imprese da parte degli studenti. Si tratta diprogrammi solitamente rivolti alle scuole secondarie, ma in alcuni casi anche alleuniversità. Vengono organizzati regolarmente anche eventi europei.Complessivamente, ogni anno oltre 600 mila studenti vengono coinvolti in programmiYEE. Per informazioni: JA-YE Europe, Ms. Caroline Jenner, tel. + 32 2 626 6011 or+ 32 2 626 6174, fax + 32 2 640 8578, email: [email protected]

- Progetto “Junior” – Progettazione, organizzazione e realizzazione di impresegiovanili (Germania)Questo progetto fornisce uno specifico quadro per la gestione di un’impresa daparte di giovani studenti fra i 15 e i 20 anni d’età, che operano come un’azienda inpiena regola vendendo azioni, effettuando indagini di mercato, sviluppando prodotti eservizi. Nel 2002, Junior risultava operativo in 13 Länder e dal suo avvio, nel 1994,12 mila studenti hanno partecipato a circa mille imprese. L’impatto pratico e i risultatidel progetto sono dimostrati dal fatto che un partecipante su due si dice soddisfatto epotenzialmente pronto a trasformarsi in un imprenditore. Per informazioni: Institutder deutschen Wirtschaft Köln, tel. +49 (0)2 21/49 81-7 07, fax +49 (0)2 21/49 81-799, e-mail: [email protected], http://www.juniorprojekt.de

- Il Programma IG Students (Italia)Gli studenti che prendono parte al Programma IG students creano e gestiscono lapropria impresa-“laboratorio”, che a tutti gli effetti produce beni o fornisce serviziper un periodo di 10 mesi. I giovani creano e gestiscono aziende – sotto lasupervisione dei tutors e dei docenti di collegamento (uno per ogni azienda),sottoscrivendo il capitale azionario, ricoprendo ruoli in azienda, producendo evendendo prodotti o servizi. Ogni azienda comprende fra i 6 e i 15 studenti e, tramitela “Borsa” di IG students, le sue azioni possono essere sottoscritte anche da terzi.Sebbene queste “imprese-laboratorio” non siano registrate, si tratta a tutti gli effetti divere e proprie aziende operanti in un ambiente protetto. Queste aziende mettono alla 4 Cfr. nota a piè di pagina a pag. 21.

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prova le proprie idee imprenditoriali partecipando a fiere locali, nazionali einternazionali.

Il programma si è concluso il 31 luglio 2002. Il governo italiano ha deciso diinterrompere il finanziamento pubblico di questa iniziativa, in parte a causa direstrizioni di bilancio, in parte perché riteneva acquisite le condizioni per lo sviluppodi iniziative analoghe per mezzo di partenariati a livello locale proprio sulla basedell’esperienza maturata con il programma IG students, che viene proposto comemodello.

- Mini-imprese e ICT (Belgio)Nel 2002-2003, il ministero dell’istruzione secondaria della Communauté Françaiseha contribuito all’espansione del programma “mini-imprese” in Vallonia e aBruxelles, mediante un partenariato fra l’Istituto di formazione ai mestieri e le PMI, ilCentro universitario per la formazione continua e Jeunes Entreprises asbl. Talecooperazione mira all’ulteriore sviluppo dell’aspetto delle tecnologiedell’informazione e della comunicazione (ICT) nell’ambito delle mini-imprese, intermini di formazione dei responsabili ICT, intensificazione della comunicazioneelettronica fra mini-imprese, promozione del commercio elettronico fra le mini-imprese esistenti. Una realtà particolarmente importante sarà rappresentata dallacreazione di un “mercato virtuale” nel quale le mini-imprese potranno reclamizzare evendere i propri prodotti. Per informazioni: Jeunes Entreprises asbl, tel. +32 2 24513 80, fax +32 2 245 01 87, e-mail: [email protected],www.lesjeunesentreprises.be

- Azienda di praticantato come ambiente di apprendimento per l’educazioneall’imprenditorialità (Finlandia)L’azienda di praticantato è un metodo di formazione basato sulla simulazione dellavita aziendale allo scopo di studiare il cambiamento delle operazioni e dei requisitinecessari alla corretta gestione di un’impresa. I gruppi di beneficiari a cui si rivolgonodette aziende di praticantato sono i disoccupati, gli studenti degli istituti a indirizzotecnico e commerciale, delle scuole superiori e le università, i dipendenti di aziende“vere”, i disabili e i futuri imprenditori. In cooperazione con i loro docenti e conesperti provenienti dal mondo del lavoro (rete di apprendimento), gli studentiprogettano e creano il sistema operativo di un’impresa e lo gestiscono comeun’azienda in piena regola. Gli studenti lavorano in locali simili a un vero e proprioufficio e ricoprono vari ruoli quali amministratore delegato, direttore del settorevendite, marketing, contabilità, a seconda dell’organizzazione dell’azienda. Vi è unavvicendamento di ruoli che consente agli studenti di prestare servizio in diverseposizioni. Per ogni azienda di praticantato, un’azienda “vera” svolge la funzione diazienda-tutore. Per informazioni: FINPEC, Mr. Jari Viitasalo, tel. +358 8 884 8518,e-mail : [email protected]

Tema 4: Cooperazione fra istituti d'istruzione e mondo imprenditoriale

- Programma “CREA” (Francia)Il programma di formazione “CREA” è attivato presso i dipartimenti di Marketing eGestione di numerosi Istituti universitari di tecnologia (IUT). E' stato istituitonell'intento di favorire una cultura di impresa fra gli studenti e di promuovere lospirito imprenditoriale. Gli studenti si fanno parte attiva nella costituzione, lo sviluppoo l’acquisizione di un’impresa assistendo l’imprenditore nell’attuazione del

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proprio business plan. Si tratta quindi di situazioni reali, con la creazione di unpartenariato fra professionisti (consulenti, commercialisti) e rappresentanti delle retiper la creazione di imprese operative a livello locale. Gli imprenditori fornisconoconcreti spunti di lavoro (con l’assistenza delle loro reti) e i partner assistono glistudenti per l’intera durata del programma. Per informazioni: CREA-IUT, Mr. Jean-Paul Cap, e-mail: [email protected], www.crea-iut.org

- Corsi di introduzione all’imprenditorialità tenuti da esperti provenienti dal mondodel lavoro (Lussemburgo)Il programma “Introduzione all’imprenditorialità”, messo a punto negli istitutitecnici d'istruzione secondaria, risponde all’obiettivo di familiarizzare gli studenti coni vari settori di attività economica, dotandoli di cognizioni specialistiche e tecniche epreparandoli per la formazione in azienda. Nel primo e nel secondo anno, i modulisono svolti congiuntamente da docenti ed esperti esterni provenienti dal mondo dellavoro. Il programma si basa sostanzialmente sullo studio di casi predisposto dagliesperti alla luce della loro stessa esperienza professionale e si è rivelato efficacenell’incoraggiare contatti diretti e una cooperazione concreta fra scuole e imprese. Perinformazioni: Commission nationale pour les programmes des formationsadministratives et commerciales, Mr. Lucien Clement, tel. +352- 478- 5286, fax+352-241884, e-mail: [email protected], www.men.lu

Tema 5: Formazione di docenti sul tema dell’imprenditorialità

- Formazione dei docenti in educazione all’imprenditorialità presso l’Università diStrathclyde, Scozia (Regno Unito)Il tratto distintivo di questo programma risiede nel fatto che i docenti gestisconoun’impresa proprio come farebbero i loro studenti. Non vi sono prescrizioni rigide,tranne il fatto che ai docenti/studenti è richiesto di imparare sul campo. Selezionanol’impresa, redigono il business plan e prendono ogni decisione. Per la maggior partedel tempo non frequentano corsi, ma si consultano con il tutor quando ciò si rendenecessario. Agli studenti del corso viene richiesto di presentare una relazione, redigereun bilancio, nonché di sostenere una prova scritta. La prova riguarda le abilità ecompetenze acquisite lavorando nell’impresa, nonché il modo in cui l'esperienzaacquisita può essere trasferita e utilizzata ai fini dell’educazione all’imprenditorialitànelle scuole. Per informazioni: University of Strathclyde, Mr. Brian Twiddle, tel.+44 141 950 3566, fax +44 141 950 3919, e-mail : [email protected],www.natcentre.org.ukTema 6: promuovere l'imprenditorialità e l'avviamento di nuove imprese alivello universitario

- Concorso per il miglior "business plan" promosso dal comune di Vienna -Wissenschafts Zentrum Wien (Austria)Tutti i partecipanti al concorso per il miglior business plan sono studenti universitariche frequentano la fase finale del proprio corso di laurea. Il concorso prevede laprogettazione di un piano per la creazione di una nuova impresa. La finalità checi si propone è motivare gli studenti a elaborare un business plan operando all'internodi team multidisciplinari (in cui, ad esempio, studenti di ingegneria elettronicacollaborino con studenti di economia e commercio, ecc.) L'obiettivo principale èacquisire la capacità di redigere un business plan e di presentarlo (e rappresentarlo) in

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maniera convincente di fronte a interlocutori interessati (es. banche o investitori).Motivare gli studenti a dare effettivo seguito al progetto e ad avviare un'impresa, puressendo una meta complementare che vale la pena di perseguire, è di secondariaimportanza rispetto all'obiettivo principale. Per informazioni: WissenschaftszentrumWien, Mag. Andrea Holzmann, tel. +43 1 405 55 380, fax +43 1 405 55 38/25, e-mail: [email protected], www.wzw.at

- Piano di studi per la Norwegian Entepreneurship School (Norvegia)Il programma si articola in tre fasi. La fase uno comprende un corso introduttivo chesi svolge in primavera, la fase due prevede un periodo di apprendistato conformazione in altri paesi e la fase tre un seminario di due giorni. Durante il corso diprimavera agli studenti viene richiesto di elaborare un business plan preliminare. Ilperiodo di apprendistato è uno stage intensivo della durata di tre mesi che viene svoltonegli Stati Uniti e a Singapore in cui lo studente lavora presso una società di recentecostituzione e nel contempo frequenta delle lezioni. In tale periodo gli studentivengono preparati a formulare e produrre business plan completi. La fase finale sisvolge al rientro degli studenti dal proprio periodo di apprendistato. Ad ogni studenteviene assegnato un progetto che deve essere ultimato e presentato ad un seminario.Agli studenti viene offerta l'opportunità di parlare con un investitore di capitale dirischio e con altri interlocutori che possono fornirgli preziosi consigli per il futurosviluppo dei loro business plan. Per informazioni: Gründerskolen Universitetet i Oslo(Norwegian School of Entrepreneurship), Prasantha Devulapalli, tel. + 47 22 84 4132, e-mail: [email protected], http://www.grunderskolen.no/

- Insegnamento trasversale dell'imprenditorialità a livello universitario in varicorsi e ambiti disciplinari - Dundalk Institute of Technology (Irlanda)Presso il DKIT, l'imprenditorialità in quanto modulo a sé stante è presente in oltredodici corsi diversi a vari livelli (Certificate, Diploma, Degree e Postgraduate) epresso cinque diversi dipartimenti universitari. Fra i corsi figurano: conduzioneaziendale; contabilità e finanza; studi di comunità; gestione delle risorse culturali;ingegneria; scienze naturali; conduzione di attività sportive e di comunità; ecc.. Ciòsignifica che quasi senza alcuna eccezione, ciascuno dei 2.800 studenti a tempo pienodel DKIT, prima o poi nel corso dei propri studi universitari, avrà la possibilità dicompletare un modulo di imprenditorialità. Benché il contenuto del programma distudio sull'imprenditorialità possa variare leggermente a seconda dei corsi e dei livelli,il nucleo fondamentale del modulo resta tendenzialmente immutato. Il programma distudi universitari dedicato all'imprenditorialità (syllabus for entrepreneurship) sisvolge nell'arco di due semestri. Nel primo semestre viene impartito un insegnamentoteorico, mentre nel secondo ci si concentra maggiormente sull'applicazione pratica,che prevede, fra l'altro, il lavoro in team finalizzato a redigere un business plan invista dell'offerta di un nuovo prodotto o servizio. Per informazioni: Centre forEntrepreneurship Research- Dundalk Institute of Technology, Dr. Colette Henry, tel:+353 42 9370506, fax +353 42 9331163, e-mail: [email protected]

- Temporary Entrepreneurial Position (TOP) - Università di Twente (Paesi Bassi)Il programma offre a imprenditori potenziali o esordienti la possibilità di usufruiregratuitamente di una serie di servizi di vario tipo al fine di contenere il più possibilele spese di avviamento e di gestione durante il critico primo anno di attività. Uno deiservizi più importanti fornito nell'ambito del programma TOP è la possibilità diaccedere al patrimonio di conoscenze dell'università relative al settore in cui viene

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lanciata la nuova impresa o il progetto produttivo. Offrendo all'imprenditore unacollocazione fisica all'interno di un gruppo di ricerca, le conoscenze risultanofacilmente accessibili. Il programma TOP è stato specificamente studiato per gliimprenditori esordienti e, da questo punto di vista, il tipo di assistenza fornita puòvariare in funzione delle particolari esigenze degli imprenditori. Per informazioni:University of Twente, tel. +31 53 4894278, fax +31 53 4892000, e-mail:[email protected], http://www.utwente.nl/projecten/TOP

- Corso post-laurea di imprenditorialità (Portogallo)L'iniziativa è stata varata dall'INDEG/ISCTE, l'Istituto per lo sviluppo della gestioneaziendale e l'Istituto Superiore di scienze del lavoro e dell'impresa (Lisbona). Questocorso post-laurea mira a promuovere lo spirito imprenditoriale sviluppando le qualitàe competenze necessarie a tal fine. Si propone l'obiettivo specifico di formareimprenditori, consulenti e investitori, attraverso lo studio delle materie connessealla creazione di nuovi settori d'attività, all'innovazione e al lancio di nuove imprese.Il corso si avvale di esempi pratici tratti dalla vita reale, attraverso la discussione epresentazione delle esperienze da parte dei protagonisti. Questo corso post-laureacomprende cinque cicli, seguiti dal modulo "Elaborazione di un business plan" nelquale il docente è coadiuvato da un team di tutori ed esperti di altre aree disciplinari.Per informazioni: INDEG/ISCTE, Prof. José Paulo Esperança or Dr. Rui Ferreira,tel. + 351 21 782 6100, fax + 351 21 793 8709, e-mail: [email protected],www.indeg.org

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7. Conclusioni politiche e raccomandazioni:

Oltre all'analisi formulata nel capitolo 5 (si vedano, in particolare le Osservazioniconclusive), dal presente lavoro possono essere tratte le seguenti conclusioniprincipali:

Livello europeo:

� Il gruppo di lavoro ritiene che una dichiarazione europea sull'educazioneall'imprenditorialità, in cui si richiami l'attenzione sulle principali sfide daaffrontare, sia un valido incentivo per innescare alcuni cambiamenti a livellonazionale.

� Occorre formulare una definizione comune di "formazioneall'imprenditorialità”, in cui vengano specificati gli obiettivi di questo tipo diinsegnamento in funzione dei diversi livelli d'istruzione; tale definizione potràessere utilizzata quale riferimento e giustificazione per l'elaborazione di un'azionepolitica in Europa in questo ambito. Una proposta in tal senso viene riportata nelcapitolo 3 della presente relazione.

Livello nazionale:

� Attualmente in quasi tutti paesi viene espresso, sebbene in misura diversa, unimpegno politico a livello governativo/ministeriale a promuovere la formazioneall'imprenditorialità all'interno dei sistemi d'istruzione.

� Tuttavia, si avverte talvolta la necessità di migliorare il coordinamento fra i variministeri e le diverse agenzie operanti nell'ambito dell'imprenditorialità edell'istruzione.

� La definizione di indicatori e la raccolta di dati quantitativi in questo ambitosono ancora alquanto limitate. Nella maggior parte dei paesi mancano dati precisia livello nazionale sul numero di scuole e di insegnanti che impartiscono corsi eprogrammi di imprenditorialità, nonché sul numero di studenti che vi partecipano.Di conseguenza, per il momento risulta impossibile misurare con esattezza eoggettività gli sforzi attualmente in corso a livello nazionale e ancor più quelli alivello europeo.

� La valutazione delle misure intraprese viene effettuata per lo più in misuralimitata e non sistematica. Inoltre non esistono parametri generalmentericonosciuti di valutazione degli esiti (ad esempio della capacità imprenditoriale),in base ai quali possano essere giudicate dette attività.

� I collegamenti fra la scuola e il mondo imprenditoriale finalizzati allapromozione dell'imprenditorialità risultano ben sviluppati nella maggior parte deipaesi, per lo più a seguito di iniziative adottate autonomamente e a livello localeda singoli organismi o istituti d'istruzione. Tali collegamenti devono tuttavia

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essere estesi ulteriormente, in quanto la cooperazione fra scuole e imprese oassociazioni imprenditoriali rappresenta un mezzo privilegiato per introdurreconcretamente l'imprenditorialità nel percorso formativo.

Sistemi d'istruzione e programmi esistenti:

� Le iniziative volte a promuovere lo sviluppo dello spirito imprenditoriale neglialunni della scuola primaria sono ancora rare, benché non manchino anche inquesto ambito alcuni validi esempi di buone prassi.

� Questo tipo di insegnamento viene impartito con maggiore frequenza nelle scuolesecondarie, molto spesso su iniziativa di singoli istituti d'istruzione.

� Attualmente i sistemi di formazione professionale iniziale nell'ambitodell'istruzione secondaria, nella maggior parte dei paesi, non sonosufficientemente orientati all'esercizio dell'attività autonoma e imprenditoriale.

� La formazione all'imprenditorialità a livello universitario attualmente si rivolgeprincipalmente agli studenti che seguono corsi di economia e commercio. Questotipo di formazione dovrebbe essere accessibile a livello più generale, in particolareall'interno di corsi nei più vari ambiti disciplinari (quali ad esempio disciplinescientifiche, artistiche, tecnologiche, ecc.)

� La formazione specifica attualmente impartita agli insegnanti sul temadell'imprenditorialità è ampiamente insufficiente, tanto nel corso della loroformazione universitaria iniziale che nell'ulteriore formazione professionale inservizio. Ciò costituisce un grave ostacolo all'introduzione della concezioneimprenditoriale all'interno delle classi.

� I programmi basati sull'apprendimento sul campo- nei quali gli studenti creano egestiscono mini-imprese - sono uno strumento ampiamente diffuso in molti paesiper promuovere lo sviluppo di capacità imprenditoriali, soprattutto presso lescuole secondarie. Tali programmi, tuttavia, dovrebbero essere maggiormenteintegrati all'interno dei sistemi d'istruzione ed essere accessibili ad un maggiornumero di studenti.

� Si riscontra una carenza di finanziamenti privati a favore dei programmi dipromozione dell'imprenditorialità in Europa. Inoltre, il settore privato tende ainvestire principalmente a livello universitario e nei settori connessi allo svilupposcientifico e tecnologico (ritenendo di poter trarre dal proprio investimento unrendimento più sicuro) che non nella scuola primaria e secondaria. Vanno inveceincoraggiati investimenti adeguati anche ai livelli d'istruzione inferiore.

Osservazioni generali:

� A tutti i giovani dovrebbero essere offerte opportunità di apprendimentodell'imprenditorialità tanto a livello curricolare che extracurricolare nel corso dellaloro formazione scolastica. Se si vuole raggiungere questo obiettivo ambizioso,occorre promuovere un'ulteriore trasformazione dei sistemi d'istruzionedall'interno. Fra i principali strumenti a tal fine figurano la riforma dei programmi

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scolastici nazionali, l'offerta di assistenza o di incentivi alle scuole, unaformazione adeguata rivolta agli insegnanti e la promozione dell' "apprendimentosul campo".

� Sicuramente vi è stato un significativo mutamento culturale, in quantol'educazione all'imprenditorialità viene ormai generalmente considerata unaimportante materia di insegnamento. Si assiste ad una rapida evoluzione in questoambito e se, da un lato, è necessario mantenere lo slancio attuale, dall'altro siavverte una forte esigenza di migliorare. Ciò che sembra ancora mancare, nellamaggior parte dei casi, è un quadro coerente, che garantisca alle attività esistentie agli esempi di buone prassi una collocazione adeguata all'interno del sistemad'istruzione e la loro accessibilità generale.

Pertanto, tenendo conto dei principali risultati tratti dal presente lavoro, sonostate formulate le seguenti raccomandazioni :

(1) E' necessario stimolare il dibattito sull'educazione all'imprenditorialità in Europa,anche attraverso la diffusione dei contenuti della presente relazione, e ribadirel'importanza di intensificare l'azione politica in questo ambito. A tal fine sipropone l'organizzazione di una "Giornata europea dell'educazioneall'imprenditorialità" che preveda iniziative da attuare parallelamente a livelloeuropeo e in ciascun paese

(2) Occorre promuovere ulteriormente lo scambio di buone prassi in questo ambito alivello europeo. A tal fine deve essere incoraggiata la creazione di retipermanenti fra esperti, rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e istitutid'istruzione.

(3) Vanno ulteriormente diffusi i programmi e le competenze internazionali nelsettore dell'educazione all'imprenditorialità (quali, per esempio, programmi comeYoung Enterprise, Junior Achievement, ecc.) in quanto essi possono costituire unavalida base per ulteriori iniziative da avviare a livello nazionale o locale e/o pressosingoli istituti d'istruzione.

(4) Per sviluppare la futura azione politica in questo ambito è indispensabile poterdisporre di dati quantitativi precisi, completi e obiettivi. In mancanza di essisarà difficile monitorare i progressi compiuti in Europa nei prossimi anni. Leamministrazioni nazionali, la Commissione europea e tutti gli organismiinteressati sono chiamati a intensificare i propri sforzi in questa direzione. Inparticolare, ciascun paese dovrebbe provvedere a stabilire a livello nazionale unpiano d'azione per la raccolta dei dati.

(5) Benché le statistiche e i dati quantitativi dovranno essere prodotti innanzi tutto alivello nazionale, risulterà necessario anche istituire un osservatorio europeosull'educazione all'imprenditorialità.

(6) Occorre migliorare a tutti i livelli la valutazione dell'impatto delle misureattualmente in corso. Si avverte l'esigenza di definire ulteriormente gli indicatoridi “output” e di stabilire chiari dati di riferimento in questo ambito. Si potrebbeinoltre prevedere anche una qualche forma di valutazione a livello paneuropeo.

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(7) E' necessario avviare un maggior numero di iniziative e di programmi rivoltiall'istruzione primaria, adottando un approccio "morbido" all'imprenditorialità(si veda a tale proposito la definizione di formazione all'imprenditorialitàriportata nel capitolo 3) e far sì che essi siano accessibili in generale nelle scuole.

(8) Occorre estendere decisamente l'offerta di formazione specifica rivolta agliinsegnanti, in quanto le attuali carenze su questo fronte rappresentano un graveostacolo all'attuazione di programmi e attività di promozionedell'imprenditorialità. Se gli insegnanti non verranno adeguatamente formati,motivati e coadiuvati da un'assistenza continua non potranno essere compiutiprogressi significativi in questo ambito.

(9) I programmi basati sull'apprendimento sul campo, che prevedono fra l'altro lacreazione di mini-imprese da parte degli studenti, devono essere promossiulteriormente e resi accessibili su larga scala a tutti i livelli d'istruzione.

(10) Occorre dare attuazione a livello nazionale (o regionale) ad un quadro perl'educazione all'imprenditorialità nell'ambito del quale possano essere elaborateiniziative specifiche, che consenta di assicurare una prospettiva a lungo termine, lasostenibilità e di ottenere infine un impatto reale. Le misure esistenti devonoessere integrate in una strategia generale di promozione dell'imprenditorialità.Occorre garantire la generale disponibilità dei programmi e dei corsi rivolti astudenti a tutti i livelli d'istruzione, a prescindere dall'ambito disciplinare.

(11) Laddove necessario, deve essere riconosciuta l'importanza della formazioneall'imprenditorialità all'interno dei programmi scolastici nazionali affinché iprogrammi specifici dispongano di una base giuridica e di una giustificazione epossano essere formulati entro un quadro appropriato. In tal modo si contribuirà inmisura significativa ad aumentare il grado di motivazione delle istituzioniscolastiche e degli insegnanti nell'intraprendere questo tipo di iniziative.

(12) Benché le buone prassi debbano essere adottate su base volontaria, l'impegnopolitico deve essere tradotto in interventi concreti. A tal fine può esserenecessario riformare i programmi ministeriali nei paesi in cui il sistemad'istruzione è centralizzato e/o fornire assistenza e incentivi alle scuole chepossono stabilire autonomamente i propri programmi. Fra le misure di sostegnofinalizzate a incoraggiare le scuole ad impegnarsi nell'ambito dell'educazioneall'imprenditorialità possono figurare iniziative quali la concessione difinanziamenti, l'offerta di consulenza e materiale didattico, la promozione dicontatti con le imprese locali, ecc.

(13) Dovranno essere proposti e divulgati modelli positivi in vista della creazionedi partenariati fra enti pubblici e privati. Inoltre i collegamenti fra scuole eimprese, che pure sono già stati attivati nella maggior parte dei paesi, devonoessere notevolmente sviluppati aumentando altresì la loro efficacia.

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Allegato 1

Elenco di possibili indicatori relativi all'educazione all'imprenditorialità:

1. Indicatori “qualitativi”

� Impegno politico a livello nazionale a favore della promozione dell'imprenditorialitànell'istruzione.

� Definizione di indicatori sull'imprenditorialità nell'istruzione.

� Raccolta di dati quantitativi a livello nazionale sull'imprenditorialità nell'istruzione..

� Adozione di strumenti per valutare l'efficacia delle misure.

� Disponibilità di finanziamenti privati a favore dell'imprenditorialità nell'istruzione.

� Inserimento dell'imprenditorialità nei programmi scolastici nazionali (o regionali) per lascuola primaria.

� Inserimento dell'imprenditorialità nei programmi nazionali (o regionali) per la scuolasecondaria generale.

� Inserimento dell'imprenditorialità nei programmi nazionali (o regionali) per la formazioneprofessionale iniziale nella scuola secondaria.

� Inserimento dell'imprenditorialità nei programmi universitari di formazione degliinsegnanti (formazione iniziale).

� Accessibilità generale di programmi di aggiornamento professionale sull'imprenditorialitàrivolti agli insegnanti (formazione in servizio).

� Adozione di misure a livello nazionale (o regionale) al fine di promuovere la formazioneall'imprenditorialità presso le università.

2. Indicatori “quantitativi”

Istruzione primaria:

� Numero (in %) di scuole primarie che prevedono elementi di imprenditorialità nei propricorsi.

� Numero (in %) di alunni ai quali viene impartito questo tipo di insegnamento nell'ambitodella scuola primaria.

Istruzione secondaria:

� Numero (in %) di istituti d'istruzione secondaria (di indirizzo generale) in cui vieneimpartita la formazione all'imprenditorialità.

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Numero (in %) di studenti ai quali viene impartito questo tipo di insegnamento presso gliistituti d'istruzione secondaria (di orientamento generale).

� Numero (in %) di istituti tecnici/professionali d'istruzione secondaria in cui viene fornitaformazione nell'ambito dell'imprenditorialità.

Numero (in %) di studenti ai quali viene impartito questo tipo di insegnamento pressoistituti tecnici/professionali.

Numero (in %) di studenti che avviano una propria impresa dopo aver portato a terminegli studi presso istituti tecnici/professionali.

Formazione dei docenti:

� Numero (in %) di insegnanti ai quali viene impartita una formazione specifica relativaall'imprenditorialità nel corso dei propri studi universitari.

� Numero (in %) di insegnanti ai quali viene impartita una formazione specifica relativaall'imprenditorialità durante la propria formazione in servizio.

Cooperazione fra istituti di formazione e imprese:

� Numero di associazioni imprenditoriali che partecipano a iniziative comuni con scuole euniversità.

� Numero (in %) di scuole che intrattengono rapporti stabili con imprese o associazioniimprenditoriali al fine di promuovere l'imprenditorialità.

� Numero (in %) di università che intrattengono rapporti stabili con imprese o associazioniimprenditoriali al fine di promuovere l'imprenditorialità.

Istruzione superiore:

� Numero (in %) di istituti d'istruzione superiore che istituiscono una cattedra diimprenditorialità.

� Numero (in %) di istituti d'istruzione superiore che impartiscono una formazioneall'imprenditorialità nell'ambito di corsi di laurea in altre aree disciplinari.

Numero (in %) di studenti ai quali viene impartita ogni anno formazioneall'imprenditorialità nell'ambito del proprio corso di laurea.

� Numero (in %) di istituti d'istruzione superiore che offrono corsi post-laurea diimprenditorialità.

Numero (in %) di studenti ai quali viene impartito ogni anno formazioneall'imprenditorialità nell'ambito di corsi post-laurea.

� Numero (in %) di studenti che avviano un'attività in proprio entro tre anni dallaconclusione del ciclo di studi d'istruzione superiore.