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Le reliquie di Santa Bernadette Soubirousa Terni dal 16 al 20 gennaio 2013

Bernardette e giuniodue vite, una santità

Siamo ancora pieni di forti emozioni e riconoscenti perla presenza a Terni dell’Urna con i resti di San Gabrieledell’Addolorata, giunta qui dal Santuario di Isola del GranSasso (Teramo), dal 20 al 22 gennaio 2012.Quei giorni hanno coinvolto in modo particolare le par-rocchie di Santa Maria della Misericordia, di San Gabrieledell’Addolorata e della Cattedrale della nostra città cheha così ricordato il Venenerabile Giunio Tinarelli nel giornodel suo passaggio dalla terra al cielo. Un gran numero dipersone ha onorato il Santo dei giovani le cui radici sonoternane. Quell’avvenimento ha portato grandi frutti spiri-tuali dando sicuramente una “scossa” che dai fedeli si ètrasmessa a tutta la diocesi, e speriamo anche alla cittàintera. Si è sentita tanto forte quella presenza che poi siè restituita la visita a San Gabriele presso il suo Santuariocon un grande pellegrinaggio di qualche centinaio di per-sone. È così che si fa con gli amici. Ed i santi sono i nostrimigliori amici!

Ora è previsto un evento simile infatti, dal 16 al 20 gen-naio 2013, accoglieremo l’ostensorio con le reliquie diSanta Bernadette Soubirous. Dall’11 febbraio 1858 al 16 luglio dello stesso anno è alei che per 18 volte è apparsa “Aquerò”, la Bianca Si-gnora, nella grotta di Massabielle, a Lourdes. È nota a tutti, credenti o non credenti, la vicenda checoinvolse in quella terra sconosciuta (al tempo), l’ancor

più sconosciuta Bernadette Soubirous.Una ragazza piccola nell’ età (14 anni), piccola pure nellastatura (1m e 40 cm), assolutamente analfabeta ma che,sotto la guida della Santa Vergine, è riuscita a diventareun esempio grandioso di fede ed umiltà.Una testimonianza in particolare per gli infermi, ma so-stanzialmente per tutti, dato che se c’è un tratto comuneche caratterizza gli uomini, è quello della sofferenza.Bernadette a cui la sofferenza, come vedremo poi, si èabbondantemente offerta, ha saputo accoglierla e in se-guito trasformarla in offerta gratuita e disinteressata perla conversione dei peccatori, cioè anche per la nostra, eper la salute morale e fisica di tanti corpi malati.Guarigioni spirituali e materiali: anche straordinarie!

Le parrocchie particolarmente coinvolte in questa occa-sione saranno: Santa Maria Regina, Nostra Signora di Fatima (Gabelletta), Cuore Immacolato di Maria (Cam-pomicciolo), Immacolata Concezione (Polymer), Catte-drale di Terni. Tali parrocchie hanno in comune la lorodedicazione alla Madonna la quale è un riferimento spe-ciale per la vita ed il cammino del nostro territorio, edoltre. Una figura, anzi una Persona, che di tanto in tantoviene visivamente a mostrarsi per portarci tutti al suoGesù. E di questo dobbiamo ringraziare anche la “pic-cola” Santa Bernadette!

Francesco Zen

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I genitori di Bernadette si sposano per amore nel 1843.All’epoca non è frequente. Francesco Soubirous, un mu-gnaio di 35 anni, sposa Luisa Casterot, 18 anni, il cuipadre è appena morto in un incidente. Un anno più tardi,il 9 gennaio 1844, anniversario del matrimonio, fanno bat-tezzare la loro prima figlia nata da due giorni, Bernarde-Marie, soprannominata “Bernadette”.Per le scarse risorse la bambina viene data a balia a Bar-très, sulle alture di Lourdes, per circa un anno e mezzo. I primi dieci anni della sua vita sono felici, poi una “ca-scata” di disgrazie… Suo padre si ferisce ad un occhiosostituendo una macina. Il colera si abbatte sulla città fa-cendo decine di morti. Bernadetta è colpita dall’epidemiae ne conserva per tutta la vita i postumi che le provocanoun’asma dolorosa. Non va a scuola, ed ancor meno al catechismo, occu-pandosi dei suoi fratelli e sorelle, Toinette, Jean-Marie eJustin, mentre sua madre fa la domestica nelle case.La crisi dei raccolti e la generosità dei genitori per il pros-simo ancora più povero, portano al fallimento del mulinoSoubirous... Il padre presta allora la sua opera comebracciante. Ingiustamente accusato di aver rubato unsacco di farina, viene messo in prigione per alcuni giorni.Il panettiere confessa in seguito di averlo accusato acausa del suo “stato di miseria”. Abbandonato il mulino di Boly, nel 1857 la famiglia va adabitare il vecchio “cachot”, messo a disposizione da uncugino. Una stanza unica, putrida e malsana, che le ag-grava l’asma ed i sintomi della tubercolosi ossea. Dopoessere stata per un certo tempo cameriera nell’osteria delpaese, la primogenita torna a Bartrès per custodire i ma-iali e le pecore a casa della sua nutrice. Il 20 gennaio

1858 torna a Lourdes con l’intenzione di fare la prima co-munione. Vuole imparare a leggere e le suore l’accolgononella classe gratuita, quella dei poveri, con i piccoli disette-otto anni…La mattina dell’11 febbraio, mentre Bernadette raccoglielegna nel bosco con la sorella Toinette e l’amica Jeanne,le appare una Signora nella grotta di Massabielle, in rivaal Gave. Durante la 16° delle 18 apparizioni finalmente la“Bianca Signora” le rivela il suo nome: “Que soy era Im-maculada Councepciou”, “Io sono l’Immacolata Conce-zione”, che la giovinetta riporta immediatamente allostupefatto abbé Peyramale. La Santa Vergine le affida un messaggio evangelico diconversione attraverso la preghiera e la penitenza.Il 3 giugno, finalmente, fa la prima comunione, proprioprima dell’ultima apparizione del 16 luglio 1858. A causadelle apparizioni Bernadette subisce vari interrogatori, siadi ordine civile che ecclesiastico, ma nel 1862 il Vescovodi Tarbes, colpito dalla testimonianza della pastorella, ri-conosce ufficialmente le apparizioni. Il 4 luglio 1866 Bernadette prende per la prima volta iltreno e va a nascondersi nel convento di Saint-Gildard, aNevers, presso le suore della “carità” le quali dirigonol’ospedale municipale. Entra quindi nell’ordine per diven-tare suora e “curare i malati”. Il 29 luglio 1866 veste l’abitoreligioso. Per una dozzina d’anni Suor Maria BernardaSoubirous vive il Vangelo con le altre religiose, assu-mendo l’incarico prima di “aiuto infermiera”, poi di “infer-miera”, infine quello di “malata” o di “buona a nulla”,secondo le parole di una consorella. Unita al Cristo, muore il 16 aprile 1879, a 35 anni.Il suo funerale, il 19 aprile, rievoca le nozze mistiche, èuna festa gioiosa che manifesta lo splendore della suaanima. Il papa beatifica Bernadette nel 1925. Viene ca-nonizzata l’8 dicembre 1933, durante l’anno della reden-zione.

François Vayne

bERNADEttE“uNA VItA OFFERtA”

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Non poteva che essere “mariano” il percorso della vi-sita di Bernadette a Terni.Come mai tante chiese mariane a Terni?Ci risponde e ci aiuta a scoprire le storie di Santa MariaRegina, di Nostra Signora di Fatima, del Cuore Immaco-lato di Maria e dell’Immacolata Concezione, don SandroSciaboletta, parroco di Santa Maria Regina.“Don Sandro, ci racconti come sono nate queste parroc-chie?”“Giovane prete, in servizio in Cattedrale, conoscevo iprogetti e le intenzioni dell’allora vescovo Giovanni Bat-tista Dal Pra’.Siamo a metà degli anni ’50 e il vescovo, devotissimo aMaria, pensava di dotare anche i quartieri periferici dellacittà, di chiese e strutture parrocchiali annesse.Oltre a ciò, risalgono a questo stesso periodo sia il cen-tenario dell’istituzione del dogma dell’Immacolata Con-cezione, sia la celebrazione della nuova festa di SantaMaria Regina.Ecco spiegata la costruzione della chiesa dell’Immaco-lata Concezione nei pressi della fabbrica Montedison;ed ecco anche il perché della nascita di Santa Maria Re-gina, che sorge in una zona, ora centrale, ma all’epocatalmente periferica da ospitare la stalla dell’allora SocietàTerni. La posa della prima pietra di Santa Maria Reginarisale al 1954 e la dedicazione al 1958.La parrocchia Nostra Signora di Fatima venne costruita,invece, per favorire la vita ecclesiale degli abitanti di Ga-belletta, poco inclini a frequentare la “lontana” chiesa diCesi, scomoda da raggiungere.Una storia ancora diversa ha la chiesa di Campomicciolo.Questa zona fino all’anno 1947-48 non ne aveva una.L’unica chiesina era quella situata nella zona di SantaMaria Maddalena che veniva aperta soltanto nelle festi-vità più importanti dell’anno. Alcuni laici di buona volontà,(“capitanati” dal signor Angelo Sampaolesi), comincia-rono a raccogliere delle piccolissime cifre, in parte du-rante le messe, in parte effettuando vere e propriequestue, e con queste fu possibile iniziare la costruzionedella chiesa. La loro esigenza di avere una parrocchia nelproprio territorio, incontrò i progetti di Dal Prà, che pre-sero concretezza nella persona di don Gaetano Zandonà.Veneto e appartenente alla Congregazione del Cuore Im-macolato di Maria, don Gaetano (già presente nella par-rocchia di Papigno), diventò, pertanto, anche il primoparroco di Campomicciolo.“Grazie don Sandro per il tuo prezioso contributo “sto-rico”.Il percorso ternano di Bernadette terminerà in centro conla solenne concelebrazione in Santa Maria Assunta, cat-tedrale di Terni, culmine e coronamento del nostroevento.

Donatella Mostarda

bERNADEttE INCONtRA MARIA...A tERNI

C’è un filo conduttore che unisce Bernadette e il nostroGiunio, infatti la Madonna ha avuto un ruolo privilegiatonella spiritualità di Giunio, il quale trovava il suo paradisonell’andare pellegrino nei santuari mariani, specie in quellidi Lourdes e Loreto. È a Lourdes che si è incontrato conMons. Luigi Novarese che divenne suo padre spirituale,indirizzandolo prima verso i Volontari della Sofferenza,poi fra i “ Silenziosi Operai della Croce”.È a Lourdes che si è innamorato dell’Immacolata e dellapiccola Bernadette.Nel prossimo gennaio sarà Santa Bernadette a visitare ilVen. Giunio Tinarelli, quasi uno scambio di cortesia, masoprattutto per significare il ruolo della Santa Verginenella santificazione dell’uno e dell’altra. Riflettendocibene, ci sono tante analogie tra Giunio e Bernadette: adambedue l’Immacolata non ha promesso di renderli feliciin questo mondo, ma nell’altro. Così è stato!Venendo a Terni, Santa Bernadette farà visita a tre par-rocchie cittadine intitolate alla Madonna, per poi conclu-dere la sua visita in Cattedrale, presso la tomba delnostro Giunio Tinarelli.Sarà un incontro tra “vecchi” amici e per tutti un ritornoalla grotta delle apparizioni e alla sorgente miracolosa lìscaturita che da oltre 150 anni continua a dissetare mi-lioni di pellegrini, sani e malati, ai quali l’Immacolata ri-pete l’invito: “va e bevi e lavati alla sorgente”.È invito a conversione e a vita nuova.

Don Carlo RomaniAssistente Regionale U.N.I.T.A.L.S.I. Umbria

SANtA bERNADEttE E GIuNIO tINARELLI

Chi ottenesse grazie o miracoli per intercessione del Venerabile Giunio Tinarelli, o ne venisse

a conoscenza, informi la Curia vescovile di Terni,Piazza Duomo 11- 05100 Terni,

tel. 0744-546528/35.

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L’OCChIO DELLA FEDE

O Marie, ma tendre mère.O Maria, mia tenera Madre.

Jèsus, je ne sens plua ma croix quand je songe à la votre.

Gesù, non sento più la mia croce quando penso alla vostra.

“Andai in riva al Gave per raccogliere legna insieme adue compagne. Attraversando un piccolo corso d’acqua,si misero a piangere. Chiesi loro perché piangessero? Mirisposero che l’acqua era fredda. Le pregai di aiutarmi agettare delle pietre nell’acqua per passare senza scal-zarmi, mi risposero che dovevo fare come loro. Allora, mi allontanai un po’ per vedere se potevo passaresenza scalzarmi. Non potei. Allora tornai davanti allagrotta per scalzarmi. Stavo per farlo quando sentii unavoce. Mi girai verso la prateria, vidi gli alberi che non simuovevano affatto. Continuai a scalzarmi, sentii la stessavoce. Sollevai la testa guardando la grotta. Vidi una Si-gnora vestita di bianco: aveva un abito bianco con unacintura azzurra ed una rosa gialla su ogni piede, del me-desimo colore della catena del suo rosario. Quando ebbi visto ciò, mi strofinai gli occhi, credetti diessermi ingannata. Misi la mano in tasca, trovai il mio ro-sario. Volevo fare il segno della croce ma non riuscii aportare la mano alla fronte: mi cadde. La visione fece ilsegno della croce. Allora, la mia mano tremava, provai afarlo e ci riuscii. Stringevo il mio rosario, la visione faceva scorrere i granidel suo, ma non muoveva le labbra. Quando ebbe finitoil rosario, la visione sparì all’improvviso.Chiesi alle mie piccole amiche se avessero visto ancheloro, ma mi risposero di no. Mi chiesero di cosa si trat-tasse, che dovevo dirlo. Allora, dissi che avevo visto unaSignora vestita di bianco, che non sapevo chi fosse, mache non dovevo dirlo.Poi mi dissero che non dovevo più ritornare e dissi lorodi no.”

28 maggio 1861Bernadette Soubirous

“RACCONtO AutOGRAFO DI SANtA bERNADEttE DELLA PRIMA APPARIzIONE”

Fin dalla sua entrata nel convento di Nevers Santa Ber-nadette ha tenuto una continua corrispondenza con variepersone, tra cui alcuni familiari. Riportiamo qui una sualettera del 26 agosto 1876 alla sorella Maria, molto signi-ficativa. La sorella e suo marito Joseph, si ritrovano soli dopo averperso, uno dopo l’altro, tutti e quattro i figli.

Mia cara sorella,

Adoriamo sempre e benediciamo la mano onnipotente diNostro Signore, il quale non ci colpisce che per guarircie farci vedere il niente delle cose di questa miserabileterra, dove siamo soltanto di passaggio.Capisco che, per il cuore di una madre, è veramente tri-ste, direi persino crudele, perdere il suo quarto figlio; èvero che la prova è tanto dura; ma quando guardo lecose con l’occhio della fede, non posso impedirmi diesclamare: felice la madre che manda degli angeli in cieloche pregheranno per te e per tutta la famiglia; essi sa-ranno i nostri protettori presso Nostro Signore e la San-tissima Vergine.

Mi piace raffigurami, in cielo, questo piccolo carogruppo, pregare per noi, poveri esiliati su questa misera-bile terra; coraggio, la nostra famiglia è più numerosa incielo che in terra. Preghiamo, lavoriamo e soffriamo finché piacerà al Si-gnore; tra poco forse condivideremo la loro felicità. Miabuona e cara Maria, ti raccomando di essere giudiziosa,così Joseph; non lasciatevi prendere dal dispiacere. Saròcontenta di ricevere vostre notizie, che attendo con im-pazienza. La nostra venerata Madre generale vuole chevi comunichi la sua grande afflizione, insieme a tutte lecare Sorelle della comunità, che pregano per voi.

La mia salute non è più cattiva. Sembra che girino vocisulla mia morte…(Ti prego di non credere a quello che si dice, senza cheprima tu non riceva una lettera da Nevers.)

Addio, cara Maria.Tua sorella che ti abbraccia di cuore.Da una lettera di Bernadette. Libera traduzione di Francesco Zen

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GRAZIE! Per i sarcasmi della Madre Maestra, la sua voce dura,le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane dell’umiliazione, grazie!Grazie per essere stata quella a cui la Madre Teresa poteva dire: “Non ne combina mai abbastanza”.Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri di cui le sorelle dicevano: “Che fortuna non essere Bernadette”!Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi aveva vista, Vergine Santa!Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva:“Non è che questa?!”Per questo corpo miserabile che mi avete dato,per questa malattia di fuoco e di fumo,per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate,per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolorisordi e acuti,GRAZIE, MIO DIO!Per quest’anima che mi avete data, per il deserto dell’aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e per i vostri fulmini;per tutto,per Voi assente e presente, grazie! grazie, o Gesù!

Su questo straordinario “grazie” di Bernadette echeggiano le parole della Santa Vergine durantel’apparizione di vent’anni prima: “Non ti prometto di farti felice in questa vita, ma nell’altra!”Fonte “Testamento spirituale di Bernadette – 1844-1879”La redazione

A35 anni Suor Marie Bernarde, nel convento di Nevers,era morente. La gamba le stava andando in putrefazione. Rivedendo il suo passato, scrisse il suo testamento spi-rituale:

Per l’indigenza di mamma e papà, per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza,per le pecore rognose: grazie, mio Dio!Bocca di troppo da sfamare che ero;per i bambini accuditi, per le pecore custodite: grazie!Grazie o mio Dio, per il procuratore, per il Commissario, per i Gendarmi, per le dure parole di Don Peyramale.Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria, per quelli in cui non siete venuta, non vi saprò renderegrazie altro che in Paradiso.Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessataGRAZIE MADONNA!Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie!Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra una bambina più stupida di me, avreste scelto quella!Per la mia mamma morta lontano, per la pena che ebbiquando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù!Grazie per aver abbeverato di amarezza questo cuoretroppo tenero che mi avete dato.Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata“buona a nulla”,

TESTamENTo SPIrITUaLEgESÙ E marIa: graZIE

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LOURDES – Ufficialmente riconosciuto il sessantotte-simo miracolo di Lourdes. Secondo un comunicato delSantuario, si tratta della guarigione della suora italianaLuigina Traverso, guarita nel 1965. “Abbiamo la grandegioia di annunciarvi il riconoscimento del 68° miracolo at-tribuito all’intercessione di Nostra Signora di Lourdes”,si legge nel documento con riferimento alla guarigioneimprovvisa della religiosa salesiana della diocesi di Ca-sale Monferrato.Questo miracolo ha come protagonista suor Luigina Tra-verso, nata a Novi Ligure (Alessandria) il 22 agosto 1934.Nel luglio 1965 la sorella partecipò al Pellegrinaggio Oftal(Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) dellaDiocesi di Tortona (Alessandria). All’epoca era grave-mente malata di lombatosciatica paralizzante in menin-gocele, una patologia fortemente invalidante che le avevacausato la paralisi della gamba e del piede sinistro.

La religiosa era in barella – racconta l’Oftal della Diocesidi Tortona – non camminava da tempo ed aveva subitomoltissime operazioni senza esito positivo. Poco primadella partenza per Lourdes era stata sottoposta ad uncontrollo medico conclusosi con un referto che non davaadito a molte speranze. “Paziente in condizioni generalisofferenti, pallida, ipotesa” si leggeva. Suor Luigina aderìall’iniziativa del pellegrinaggio e con fede si immerse nellepiscine di Lourdes fino a quando il 23 luglio, durante lasolenne Processione Eucaristica, la religiosa riferì di aversentito al passaggio del celebrante un forte calore pene-trare nel suo corpo e la voglia di “mettersi in piedi”. Lasuora notò l’improvvisa ripresa della mobilità del piede ela scomparsa del dolore.Riportata nella propria camera – racconta sempre l’Oftal– si mise seduta sul letto e chiese di poter ricevere la be-nedizione da parte di Monsignor Ferrarazzo, che replicò:“Suor Luigina, se vuol ricevere la benedizione, si alzi evenga a mettersi in ginocchio a pregare”. Suor Luiginaprontamente obbedì, scese dal letto e si inginocchiò. Alritorno del pellegrinaggio i medici riconobbero la com-pleta guarigione.Fonte “Blitz via e maila cura di Rino Ronconi

Luigina, guarigione inspiegabile: ad oggi sono 68 i miracoli riconosciuti

L’ALFAbEtO... DI uNA SANtA

AMORE: “Avrò sempre abbastanza salute, ma maiabbastanza amore per Nostro Signore”.“Non vivrò nessun istante se non amando. Colui cheama, fa tutto senza sacrificio, o meglio, il suo sacri-ficio, lo ama.”

CROCE: “La croce è il patrimonio degli amici che ilSignore ama di più; quaggiù la sofferenza, in cielo lavera felicità.La Santa Vergine non mi ha ingannata. Mi ha dettoche non sarei stata felice in questo mondo, ma nel-l’altro. La prima parte l’ho già avuta.”

DEbOLEzzA: “Io sono molto debole; ho gran biso-gno dell’aiuto delle preghiere di anime buone, pernon abusare del favore che ho ricevuto dal Cielo,malgrado ne fossi indegna.”

DELIzIA: “Quando Nostro Signore sarà nel vostrocuore, abbandonatevi a Lui e gustate in pace le de-lizie della sua presenza. Amate, adorate, ascoltate,lodate e direi anche gustate… Soltanto l’eternità ciriserva gioie più grandi…”

DIFEttI: “Io vorrei che si raccontassero anche i di-fetti dei santi e quanto hanno fatto per correggersi.Questo sarebbe molto più utile dei loro miracoli edelle loro estasi.”

GROttA: “È stato il mio cielo, non la rivedrò più.Vorrei tornare una volta sola alla mia grotta, quandonessuno mi vede, perché io sono attaccata a quellaroccia con tutta me stessa!”

LACRIME: “Soffro: e verso di Voi elevo i miei gemiti,o mio Consolatore. Riverso le mie lacrime sul vostroCuore adorabile. A Lui confido i miei sospiri, le mieangosce, le mie pene. Che aumenti il mio amore, cherenda meno pesante il mio dolore.”

PANE: “Preghiera a Gesù di una povera mendi-cante: O Gesù, dammi, ti prego, il pane dell’umiltà, ilpane dell’obbedienza, il pane della carità, il panedella forza per spezzare la mia volontà, per unirla allaTua, il pane della mortificazione interiore, il pane deldistacco da ogni cosa e creatura, il pane della pa-zienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre.O Gesù, Voi mi volete crocifissa: “ Fiat”. Il pane dellaforza per ben soffrire, il pane di vedere sempre soloVoi e null’altro.”

PAuRA: “Mia cara sorella, ho paura…Ho ricevutotante grazie e ne ho fatto tanto poco profitto!”

Sì: “Sì, mio Dio, sì. In tutto e per tutto, sì.”

uMILtà: “Il Rosario è la mia preghiera prediletta:d’altronde sono troppo ignorante per poterne com-porre una.”

VERItà: “A forza di voler infiorare le cose, si finisceper snaturarle.”Fonte “Pensieri spirituali tratti dal Diario intimo e dalle Lettere di Santa Bernadette”a cura di Mirella Mostarda

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Il Salus. La nostra casa di “villeggiatura” a Lourdes. Chilo definisce “ospedale”, probabilmente ne ha sentito par-lare, ma non c’è mai stato. Nessuna definizione può es-sere più impropria di questa. Il Salus Infirmorum è la casa degli unitalsiani, anzi degliitaliani a Lourdes, i quali, sia che tornino regolarmenteogni anno, sia che soggiornino per poche ore, trovano inesso “l’italianità” di spazi, angoli, arredi , terrazzi pano-ramici, ritmi di vita, primi piatti, ricordi, che solo un ita-liano riesce a sognare, inventare, custodire, migliorare eoffrire alla moltitudine di ospiti che frequenta Lourdes.Quello che avvenne quarant’anni fa ha dell’assurdo e delprodigioso. Quando, nell’ottobre del 1971, il Santuario diLourdes comunicò improvvisamente a tutte le associa-zioni di pellegrinaggi, che dall’anno successivo i posti perospitare i malati nelle apposite strutture sarebbero statidimezzati, l’Unitalsi decise di acquistare l’hotel Béthanie,per trasformarlo in luogo di accoglienza per i malati. Fuun’ intuizione senza precedenti, capace di orientare ilconcetto stesso di ospitalità in una direzione che si è ri-velata vincente, trasformandolo in una modalità che aLourdes ha fatto scuola.Dal 1993, anno di posa della prima pietra, il tempo è vo-lato e nel 1995 il Salus ha aperto le sue porte, acco-gliendo il primo pellegrinaggio e mettendo a disposizionedegli ospiti 344 camere di diversa tipologia, bagni attrez-zati, bar, self service, sale da pranzo, cappella e… tantospazio per vivere, lavorando e riposando come a casapropria, i momenti più belli di ogni permanenza a Lour-des.Oggi il Salus festeggia 40 anni di vita e la sua facciatagrigio topo, rilucente al sole o alla pioggia, ben visibileda ogni crocicchio della città, racconta di un avventurache nasce ben 110 anni fa, nel 1903, anno di nascita del-l’Unitalsi. Ma questa è un’altra storia.

Mirella Mostarda

1972/ 2012buON COMPLEANNO, SALuS !

uNO SGuARDOSu LOuRDES

Il Santuario di Lourdes è sorto in seguito alle appa-rizioni della Vergine Immacolata, avvenute tra l’11febbraio e il 16 luglio del 1858.Il luogo si trova nella Francia meridionale, la grotta ènaturale, posta su uno sperone di roccia nella zonadi Massabielle, sulla riva sinistra del fiume Gave dePau.Nella tredicesima apparizione la Madonna dice aBernadette: "direte ai sacerdoti che si costruisca quiuna cappella e che ci si venga in processione". Nellanona: "andate alla fonte, bevete e lavatevi". E inter-rogata dalla gente su che cosa le avesse detto la Si-gnora, Bernadette risponde: “Penitenza, penitenza,penitenza. Pregate per i peccatori”.Le richieste della Madonna a Bernadette hannomesso in moto un esercito di persone. Il pellegrinag-gio, un tempo finalizzato prevalentemente alla richie-sta di guarigioni, oggi, con l’UNITALSI è un tempo dicondivisione del dolore altrui e di preghiera per otte-nere il miracolo del cambiamento del cuore. Nel Santuario, aperto tutto l’anno, tutti i giorni dalle5 am, fino a mezzanotte, la liturgia è svolta in più lin-gue. Dalla festa di Tutti i Santi, fino a Pasqua, nonc’è variazione nel calendario dei servizi, né delle at-tività devozionali, ma le processioni sono sospese. Le attività devozionali comunitarie che rendono ilSantuario un “luogo speciale” sono: la salita alla col-lina per la Via Crucis, la processione aux flambeaux,che si svolge all’aperto, di sera, sull’enorme spaziodell’Esplanade, le preghiere del Rosario e dell’Ange-lus, davanti alla Grotta, riprese e trasmesse dalla TVed inoltre, la possibilità di immergersi in un bagno dipurificazione, nelle piscine del Santuario. Intorno allagrotta oltre all’enorme basilica ci sono ampi spazi peril raccoglimento e la preghiera.

Alfonso Fabiani

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Mercoledì 16 gennaio 2013 Ore 15.30 Arrivo delle Reliquie

nella parrocchia di Santa Maria Regina

Ore 18.00 Santa Messa

Ore 21.00 Veglia di preghiera

Giovedì 17 gennaio 2013 Ore 15.30 Accoglienza delle Reliquie

nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima (Gabelletta)

Ore 18.00 Santa Messa

Ore 21.00 Veglia di preghiera

Venerdì 18 gennaio 2013 Ore 15.30 Accoglienza delle Reliquie

nella parrocchia del Cuore Immacolatodi Maria (Campomicciolo)

Ore 17.00 Santa Messa

Ore 21.00 Veglia di preghiera

Sabato 19 gennaio 2013 Ore 15.30 Accoglienza delle Reliquie

nella parrocchia della Immacolata Concezione (Quartiere Polymer)

Ore 17.30 Santa Messa

Ore 21.00 Santo Rosario meditato

Domenica 20 gennaio 2013 Ore 10.15 Accoglienza delle Reliquie in Piazza Duomo

Ore 10.45 Santa Messa

Ore 11.00 Commemorazione del Venerabile Giunio Tinarelli presso il Salone del Museo diocesano

Ore 12.00 Santa Messa

Ore 16.00 SOLENNE CONCELEbRAzIONE EuCARIStICA IN CAttEDRALE

Lunedì 21 gennaio 2013 Ore 8.30 Santa Messa

Saluto e partenza delle Reliquie per Lourdes

Programma16_20 gennaio 2013

I Con la lettera apostolica PORTA FIDEI dell’11 ottobre2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Annodella Fede. Iniziato l’11 ottobre 2012, terminerà il 24 no-vembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù CristoRe dell’Universo. Lo scopo è quello di aiutarci a com-prendere più profondamente il fondamento della fede cri-stiana che è: “l’incontro con un avvenimento, con unaPersona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò ladirezione decisiva”. Fondata sull’incontro con Gesù ri-sorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità ein tutto il suo splendore. L’inizio dell’ Anno della Fedecoincide con il ricordo del 50° anniversario del ConcilioVaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre1962), e del 20° anniversario del Catechismo della Chiesacattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo II(11 ottobre 1992).Il Concilio, secondo il Papa Giovanni XXIII, ha voluto “tra-smettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni otravisamenti, impegnandosi affinché “questa dottrinacerta e immutabile, che deve essere fedelmente rispet-tata, sia approfondita e presentata in modo che corri-sponda alle esigenze del nostro tempo”. Una dottrinaapplicata in continuità con la Tradizione, sotto la guidadel Magistero. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, po-nendosi in questa linea, è un “autentico frutto del ConcilioVaticano II” e intende favorirne la ricezione. Il SinodoStraordinario dei Vescovi del 1985 ha suggerito di prepa-rare questo Catechismo per offrire al popolo di Dio uncompendio di tutta la dottrina cattolica e un testo di si-curo riferimento per i catechismi locali. L’Anno della Fedevuol contribuire ad una rinnovata conoscenza dei conte-nuti della fede e nello stesso tempo, e soprattutto, vuoleaiutare una rinnovata adesione di ognuno al SignoreGesù. Oggi,come sempre, è necessario indirizzare losguardo dell’uomo su Gesù Cristo, presente in mezzo anoi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Eglici mostra come “l’arte del vivere” si impara “in un intensorapporto con Lui”.

Don Gianni Colasanti

L’ANNO DELLA FEDE

Unitalsi sottosezione di terni e narni

Lunedì/Mercoledì/Venerdì dalle ore 16.30 alle ore 19.00

Via aminale n°49 • 05100 terni

tel: 0744.433510 • fax: 0744.433510