Download - Avvenire Lazio Sette 20 Luglio 2014

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«Io sono cristiano?»: una domanda da San QuiricoDI DANILO AMBROSETTI

a chiesa di San Quirico è una delle piùantiche chiese della diocesi di Palestrina,risalente al 1600, conserva degli splendidi

affreschi al suo interno e, accanto all’altare, lastatua del Santo a cui è dedicata, san Quiricomartire, i cui festeggiamenti religiosi si sonosvolti proprio ad inizio settimana. La storia disan Quirico e di sua madre santa Giulitta, èpiù che mai attuale, certo i tempi sono diver-si, ma ci aiutano a porci una domanda, cheper loro davanti a morte sicura fu certezza efede: Io sono cristiano? Viviamo nel secolodelle imitazioni e dei surrogati. Sembra chelo sforzo scientifico sia teso alla sostituzionedell’autentico con il falso, dell’originale conla copia. La morale sana, permeata di timoredi Dio e di rettitudine sociale, viene ogni gior-no sostituita da una pacifica convivenza cheè tutta infingimenti e ipocrisie e la spiritualitàpura ed elevata viene quotidianamente sosti-

Ltuita da un vuoto formalismo religioso che siesaurisce in una liturgia priva di significato.In un mondo che ha elevato questo pro-gramma a sistema di vita, in un mondo doveil luccichio dei diamanti ed il brillare dell’o-ro suscitano le più legittime diffidenze, la do-manda che nasce rappresenta il più naturaledegli interrogativi: sei cristiano? È una do-manda impegnativa che esige una rispostafranca e precisa, non per soddisfare chi ha po-sto l’interrogativo, ma per illuminare coloroche hanno l’eroismo di accettare la doman-da. A coloro che non amano distinguere fra ilvero e il falso la domanda sembrerà superfluaod inopportuna, ma ai pochi che ancora bra-mano nel possedere la verità nel senso più e-levato del termine, la domanda, non soltan-to apparirà logica ed attuale, ma apparirà an-che come una favorevole opportunità per cer-care la verità in loro stessi. San Quirico e San-ta Giulitta Martiri, conoscevano quella veritàdentro loro stessi, e l’hanno gridata davanti al

loro uccisore il crudele Diocleziano, che volevache disconoscessero la propria fede per adoraregli dei pagani, ma la loro parola prima di essereuccisi fu una sola: Io sono cristiano. Durante que-sta festività che si è svolta con un triduo che hapreceduto la giornata della ricorrenza cristianadel 15 luglio, questa frase «Io sono cristiano» èstata presente nella mente dei presenti per ono-rare questi Martiri che con il loro gesto e la lorovita, hanno dato un insegnamento memorabile.Oggi la chiesa di San Quirico, ha trovato grandevitalità e coinvolgimento grazie ai progetti ed i-niziative del parroco don Ramon, le due vetrateartistiche, l’apposizione della seconda campana,i lavori in corso per la ristrutturazione interna edesterna del tetto, stanno risollevando l’immagi-ne e la bellezza di questo luogo sacro. Tutte le rea-lizzazioni mirano appunto a ridare una nuovavitalità ad un’antica chiesa, che rinnova comun-que la sua freschezza nella sua bellezza artistica,musicale e soprattutto nel coinvolgimento di chila vive, la frequenta e la ama.

Uno dei più giovani martiri

an Quirico è uno dei piùgiovani martiri della cri-stianità. Sua madre Giu-

litta, donna ricchissima, ri-masta vedova lasciò la città ei suoi averi, per sfuggire allapersecuzione di Diocleziano.A Tarso fu raggiunta e fatta ar-restare con il suo bambino ditre anni dal crudele governa-tore romano Alessandro, conl’accusa di essere cristiana. Ri-fiutò di rinnegare la sua fede,confessò con fermezza: «Iosono cristiana». Lo stesso fe-ce anche Quirico, con fran-chezza soprannaturale. Il go-vernatore imbestialito lo sca-gliò al suolo dinanzi alla ma-dre, uccidendolo.

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Sui passi di AgapitoKremsmünster.Sulla tomba del santo martirei giovani preti hanno pregato con i benedettiniDI LUDOVICO BORZI *

ella prima settimana di lu-glio, come già accennato suqueste colonne, il vescovo

monsignor Domenico Sigalini hacondotto con sé in pellegrinaggio aKremsmunster i sacerdoti della dio-cesi con meno di dieci anni di mi-nistero. L’antichissima Abbazia benedetti-na, immersa nella florida campa-gna della bassa Austria, è il luogo o-ve, da molti secoli, sono custoditee venerate le spoglie mortali del no-stro santo patrono, Agapito marti-re, quindicenne prenestino, che, il18 agosto del 274 testimoniò finoal martirio la sua adesio-ne al Signore Gesù nellafede cristiana.I giorni austriaci del ve-scovo e dei presbiteri (innumero di 12) sono sta-ti caratterizzati dalla squi-sita ospitalità che i Mo-naci benedettini hannoloro riservato, nel solcodi quella tradizionale ac-coglienza insita nella Re-gola che san Benedettoha lasciato ai suoi figli.Il padre abate, Ambros Ebhart, hadato ordine ai suoi monaci che tut-to fosse pronto ad accogliere il grup-po sacerdotale di Palestrina, in no-me e per conto della comune de-vozione a sant’Agapito martire cheunisce le due comunità ecclesiali,così distanti ma così legate nella fi-gura di questo giovane testimone diCristo.La conoscenza di una comunità mo-nastica così vasta (54 membri) e co-sì articolata (a servizio delle 26 par-rocchie che, in certo modo, dipen-dono dall’Abbazia), ricca anche diesperienze pastorali, ha permessoai sacerdoti di Palestrina di aver an-cora più stima per l’Ordine bene-dettino, alla cui missione è legatol’espandersi delle radici del cristia-nesimo in Europa.La visita ulteriore alle Abbazie diSan Floriano e di Melk e, infine, al-la metropolitana di Santo Stefano

Ndi Vienna ha ulterior-mente arricchito questigiorni di conoscenza diuna realtà viva e cultu-ralmente ricchissima: lapresenza cattolica in Au-stria, legata a tradizionisecolari e a sforzi concre-ti di evangelizzazione ag-giornata.L’aver pregato, celebrato,cantato innanzi all’urnadi sant’Agapito ha, inol-tre, rafforzato il desideriodel servizio a questaChiesa particolare, natadall’effusione del sanguedi questo quindicenne

così tenace, così forte.Un piccolo segno ci ha e-videnziato, quanto gran-de fosse il legame delledue comunità: l’Abate,con grande simpatia, ciha permesso di visitareanche la sua cappella pri-vata. Lì, in un angolo, ma be-ne in vista, un’icona mo-derna riproduce Agapitomartire, vestito da roma-no, con la palma del martirio e che,nell’altra mano, sorregge la Catte-drale di Palestrina. Vederlo, scovar-lo, in quel luogo di preghiera e dimeditazione, ci ha permesso dicomprendere il valore dell’unionespirituale che scavalca i monti e an-nienta le distanze, anche notevoli.Ci ha permesso di scoprire che ilculto dei santi è davvero insito nel-l’anima della Chiesa come un gran-

de dono da parte di Cristo il quale,per mezzo dei suoi testimoni, ci in-coraggia ad avere fiducia e a tenerealto l’orizzonte dell’umana realiz-zazione.Arrivederci, dunque, al settembre2015, quando i monaci benedetti-ni di Kremsmuster organizzerannoun grande pellegrinaggio per i lorofedeli e per i loro studenti per in-

contrare a Roma la fede di San Pie-tro che risplende in Papa Francesco,a Montecassino e a Subiaco la fededi San Benedetto, iniziatore del lo-ro cammino di sequela cristiana ea Palestrina la fede di sant’Agapito,da cui, sia noi, sia loro, abbiamo ri-cevuto i germi della nostra appar-tenenza alla famiglia dei figli di Dio.

* parroco della Cattedrale

L’antica abbazia austriacache custodisce le spogliedel patrono della diocesimeta del pellegrinaggiodei sacerdoti con menodi dieci anni di ministeroaccompagnati dal vescovo

Serrone

DI FABIO LEGGERI *

iviamo un momento storico pa-ragonabile a quello che i nostrinonni hanno vissuto subito do-

po la seconda guerra mondiale. Si de-ve ogni giorno lottare contro un av-versario, la crisi economica, che non faprigionieri, ma lascia molte vittime sulcampo. Succede così i centri Caritas so-no affollati di persone che cercano nel-lo sguardo degli operatori un segnaledi ottimismo, di vicinanza, di condi-visione. Stranieri sì, ma anche molti i-taliani. Da un anno inoltre ci troviamo a pa-gare le conseguenze di contrapposi-zioni in seno alla Comunità Europeache hanno determinato il congela-mento del sostegno alle fasce di po-polazione in disagio economico. Que-sta situazione ci ha portato a riconsi-derare la nostra missione di anima-zione della carità nella comunità. Ti-midamente abbiamo proposto dellegiornate di raccolta di generi alimen-tari nei maggiori centri della Diocesi,

consapevoli del momento che le fa-miglie stanno vivendo, gestendo ocu-latamente le proprie spese. Succede però quello che non ti aspet-ti: tantissime persone, famiglie, aderi-scono all’iniziativa e contribuisconocon quello che possono, dando la pos-sibilità a molti di contare ancora suquel piccolo sostegno che la Caritaspuò offrire. Ancora una volta un po-polo che pone in risalto l’identità chelo contraddistingue «la solidarietà»,che contribuì a farlo dalle macerie diuna guerra, si fa largo nel tentativo dicontrastare gli effetti di una crisi senzaprecedenti. Queste giornate continua-no e la gente non fa mancare il propriocontributo. Il grido di disperazione del-la gente è arrivato fino alla Commis-sione europea ed il risultato è stato chepresto sarà riattivata la misura che pre-vedeva gli aiuti a chi vive una povertà.Un grazie va a tutta la popolazione del-la diocesi, la vostra vicinanza ci con-sente di essere accanto a tutte le per-sone che ne hanno bisogno.

* direttore della Caritas diocesana

V

«Grazie alla vostra solidarietàpossiamo essere vicini a tutti»

d inizio settimana si sono svolti nella chiesa di San Quirico a Serrone i fe-steggiamenti in onore del santo Martire e di sua madre santa Giulitta. Ul-

timamente ha avuto luogo la benedizione delle campane e delle vetrate in-terne, a seguito del restauro di una campana e dell’apposizione di una seconda.La cerimonia è stata molto suggestiva, presente il parroco don Ramon e il ve-scovo Domenico Sigalini, che con soddisfazione ha sottolineato come «le cam-pane vogliono essere il desiderio di poter arrivare con un suono non mecca-nico al cuore di tanti, queste campane sono un atto di fede, un atto d’amore.La campana non è il superfluo, ma vuol dire puntare sull’essenziale».Il vescovo ha benedetto anche un’artistica vetrata che ricorda il martirio di sanQuirico e di sua madre, donata da un devoto benefattore, realizzata dall’arti-sta veronese Albano Poli, che realizzò anche le vetrate degli apostoli nella chie-sa del Sacro Cuore di Gesù a La Forma. Le opere ed i vari progetti realizzatidanno nuova vitalità a un’antica chiesa, che rinnova la sua freschezza nellabellezza artistica, musicale e soprattutto nel coinvolgimento della comunità.

D.A.

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La benedizione delle campane

DI ANTONIO STAZI

i è conclusa con grande successo laseconda edizione del Festival«Giovani all’unisono». Il progetto,

ideato dall’Associazione musicale Puccinidi Cave e dalla Pastorale giovanile delladiocesi di Palestrina è nato per spronare igiovani ad incontrarsi con Cristoattraverso quel linguaggio universale che èla musica. I tanti giovani appassionatimusicanti del territorio si sono uniti in ununico grande complesso, per testimoniarecome sia viva e forte la tradizionemusicale bandistica nella nostra Diocesi.Oltre alle entusiasmanti esibizionimusicali, l’evento è stato ricco dimomenti di spiritualità, culturali, di sano

divertimento, pura condivisione esocializzazione. Immancabili gliinterventi del vescovo monsignorDomenico Sigalini e di don AntonelloSio, che hanno celebrato la Messaall’esterno della Chiesa di Sant’Anatolia,in uno scenario mistico e suggestivo cheha affascinato e coinvolto i molti fedeliche hanno partecipato. Arricchenti leparole spronanti del Vescovo che hainvitato i presenti a mettere al centro dellapropria vita Gesù, perché credere in lui èl’unico modo per trovare la speranzanecessaria per vivere. Di grande intensità èstato l’omaggio ed il solenne saluto aicaduti. Le associazioni bandistiche aconclusione della parata musicale per levie cittadine hanno accompagnato la

deposizione di una corona di alloro almonumento dei Caduti. Una cerimoniatoccante e commovente che ha coinvoltoanche le autorità. Risollevati gli animidopo il momento solenne, la città hacontinuato a festeggiare con musica dalvivo. Protagonista assoluta dei quattrogiorni di festa è stata proprio quell’artesuprema che prende il nome di «Musica».Un mezzo che ha suscitato forti emozionie profonde reazioni nella mente e nelcuore di chi si è lasciato avvolgere dallenote inafferrabili ed evanescenti sparsenell’aria. Attraverso il mondo dellamusica, questo Festival rivolto ai giovani,è riuscito ad unire le persone e trasportaleverso Dio. Perché la musica è Dio chesussurra all’uomo.

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La musica, lessico che avvicina a DioAgendaLunedì 21 ore 17 CapranicaPrenestina udienza; Palestri-na ore 21 Consiglio PastoraleMartedì 22 mattino a Roma;ore 16 Roma colloqui; ore 19Capranica Prenestina Festa diS. Maria MaddalenaMercoledì 23 ore 19 LavinioConferenza su papa France-scoGiovedì 24 udienze; ore 18Radio Maria; sera a Caprani-ca PrenestinaVenerdì 25 Capranica Prene-stinaSabato 26 udienze; sera a Ca-

pranica PrenestinaDomenica 27 ore 11 Capra-nica Prenestina Messa e Pro-cessioneAgenda diocesanaDomenica 20 a Olevano Ro-mano solennità di Santa Mar-gherita Vergine e Martire, Pa-trona Principale Martedì 22 Capranica Prene-stina solennità di Santa MariaMaddalena, Patrona Princi-pale, Titolare della ChiesaParrocchialeSabato 26 Paliano solennitàdi Sant’Anna, Titolare dellaChiesa ParrocchialeUn momento del concerto

Gli impegni settimanalidel vescovo e in diocesi

Una foto ricordo

Una statua di San Quirico

10Assisiwww.diocesipalestrina.it

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PALESTRINASecondo happening degli oratori

vrà luogo ad Assisi dal 4 al 7 settembre,organizzato dal Foi. LabOratori di Co-

munità è il tema dell’incontro che si terrà pres-so l’Umbria Fiere di Bastia Umbra in provin-cia di Perugia. All’happening possono parte-cipare animatori, coordinatori e responsabilidi Oratorio. Sono previste quote differenziatedi partecipazione. Le iscrizioni sono apertepresso il Servizio di Pastorale Giovanile.

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Domenica, 20 luglio 2014

Caritas diocesana