1
Prof. Mauro Paoloni 1
Artt. 2423 – 2425 bis
(CAP. IV,V,VII,VIII,IX,X)
Prof. Mauro Paoloni 2
a) Scritture di rettifica.
b) Scritture di integrazione.
c) Il bilancio d'esercizio.
d) La riapertura dei conti
2
Prof. Mauro Paoloni 3
IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ GENERALE AL BILANCIO D'ESERCIZIO
Scritture diGESTIONE
Scritture diCHIUSURA Scritture diepilogo
Scritture dichiusura generale dei conti
Scritture direttifica
Scritture diassestamentoScritture diintegrazione
Scritture diCOSTITUZIONE
Scritture diRIAPERTURA
Scritture iniziali di storno
Scritture diapertura generale dei conti
Prof. Mauro Paoloni 4
SCRITTURE DI CHIUSURA
DELLA CONTABILITA’
AL 31/12 DI OGNI ANNO
3
Prof. Mauro Paoloni 5
ASPETTO ORIGINARIO DELLA RILEVAZIONE
SCRITTURE DI ESERCIZIO SCRITTURE DI CHIUSURA
Fine: determinare le
VARIAZIONI DEL PATRIM. NUMERARIO
partono dall’osservazione dell’
ASPETTO ECONOMICOpartono dall’osservazione dell’
ASPETTO NUMERARIO
Fine: determinare il
REDDITO DI ESERCIZIO
Prof. Mauro Paoloni 6
LA COMPETENZA COME CRITERIO GUIDA DELLE SCRITTURE
Scritture di integrazione
Scritture di rettifica
costi e ricavi non di
competenza
costi e ricavi di competenza
31/12
costi e ricavi di competenza
Scritture iniziali di storno
costi e ricavi non di
competenza
4
Prof. Mauro Paoloni 7
SCRITTURE DI INTEGRAZIONE
Rilevano componenti positivi e negativi di reddito che, pur non avendo avuto manifestazione numeraria nel corso dell’esercizio, sono
completamente o parzialmente di competenzadell’esercizio in chiusura
• INTERESSI ATTIVI E PASSIVI SU C/C BANCARIO
• RATEI PASSIVI E ATTIVI
• FATTURE DA RICEVERE E DA EMETTERE
• FONDI SPESE FUTURE
• FONDI RISCHI
• STRALCIO DI CREDITI INESIGIBILI
Prof. Mauro Paoloni 8
SCRITTURE DI RETTIFICA
Rinviano componenti positivi e negativi di reddito che, pur avendo avuto manifestazione numeraria nel corso dell’esercizio, sono completamente
o parzialmente di competenzadi esercizi successivi
• RISCONTI
• AMMORTAMENTO
• RIMANENZE
• CAPITALIZZAZIONE DEI COSTI
5
Prof. Mauro Paoloni 9
I componenti positivie negativi di reddito che si sono formati nel corso dell’esercizio o che provengono dall’esercizio precedente sono riepilogati nel conto di sintesi denominato Conto Economico.
SCRITTURE DI EPILOGO DEI CONTI NEL CONTO ECONOMICO
In particolare:
i conti accesi ai componenti negativi di reddito si chiudono rilevando il saldo nella sezione AVERE (-) dei singoli mastri e riportando il valore così rilevato nella sezione DARE (+) del Conto Economico;
i conti accesi ai componenti positivi di reddito si chiudono rilevando il saldo nella sezione DARE (+) dei singoli mastri e riportando il valore così rilevato nella sezione AVERE (-) del Conto Economico.
In tal modo, i componenti positivie negativi di reddito confluiscono nel Conto Economico con i rispettivi segni originari: i costi in DARE ed i ricavi in AVERE.
Prof. Mauro Paoloni 10
Il saldo del Conto Economico, quale risulta dopo la rilevazione delle imposte di competenza, esprime il risultato (reddito) netto di esercizio.
DETERMINAZIONE DEL RISULTATO DI ESERCIZIO
� Se i componenti positivi superano i componenti negativi, si avrà un utile d’esercizio. In tal caso il Conto Economico presenta una eccedenza del totale AVERE sul totale DARE, pari all’utile d’esercizio.
� Se i componenti negativi superano i componenti positivi, si avrà una perdita di esercizio. Il Conto Economico presenta una eccedenza del totale DARE sul totale AVERE, pari alla perdita d’esercizio.
6
Prof. Mauro Paoloni 11
• I conti accesi alle attività, passivitàe patrimonio netto, compreso il risultato d’esercizio, si chiudono nello Stato Patrimoniale Finale.
SCRITTURE DI CHIUSURA GENERALE DEI CONTI
• In particolare, si tratta di conti accesi ai seguenti valori:
VALORI NUMERARI ATTIVI e PASSIVI (cassa, banche, crediti v/clienti, debiti v/fornitori)
DEBITI E CREDITI NON NUMERARI (debiti e crediti di finanziamento, quali mutui, obbligazioni)
VALORI COMUNI A DUE O PIU’ ESERCIZI (rimanenze di magazzino, risconti, impianti, brevetti)
VALORI DI CAPITALE (capitale sociale, riserve di utili, riserve di capitale)
• L’ utile d’esercizioè rilevato tra i valori di capitale (rappresenta l’incremento del capitale netto iniziale per effetto della gestione);• La perdita d’esercizioconfluisce nella sezione opposta rispetto a quella che accoglie gli altri valori di capitale, e ne costituisce rettifica indiretta (rappresenta il decremento del capitale netto iniziale per effetto della gestione).
Prof. Mauro Paoloni 12
All’inizio del nuovo esercizio, occorre procedere alla riapertura dei conti di mastro presenti nello Stato Patrimoniale Finale dell’esercizio precedente. La rilevazione del sistema iniziale dei valori comporta:
SCRITTURE DI APERTURA GENERALE DEI CONTI
1. la riapertura nel conto Bilancio di Apertura (o Stato Patrimoniale Iniziale) di tutti i conti che alla fine dell’esercizio precedente sono stati chiusi nello Stato Patrimoniale Finale;
2. la ripresa dei valori comuni a due o più esercizi nel Conto Economico del nuovo esercizio.
7
Prof. Mauro Paoloni 13
RAPPRESENTAZIONE IN BILANCIO DEI CONTI
Conti economiciConti numerari
Conti accesi ai valori numerari
certi
Conti accesi ai valori numerari
assimilati
Conti accesi ai valori numerari
presunti
Conti accesi ai valori economicidi
reddito
Conti accesi ai valori economicidi
capitale
± Cassa ± Banca
± Crediti di funzion.to ± Debiti di funzion.to
± Crediti in valuta estera ± Debiti in valuta estera ± Ratei (attivi e passivi) ± Fondi rischi ± Fondi spese future
± Costi e ricavi di esercizio ± Costi e ricavi pluriennali ± Rimanenze e altri costi e ricavi sospesi (Risconti) ± Crediti di finanz.to ± Debiti di finanz.to
± Capitale sociale ± Riserve ± Risultato di esercizio
CESP SP
Prof. Mauro Paoloni 14
Cost i provenient i da e s . p a s s a t i Ricavi provenient i da e s . p a s s a t i
Cost i d e l l ' e s e rc i z i o Ricavi d e l l ' e s e rc i z i o
Cost i p re s u n t i (de r ivant i da Ricavi p re s u n t i (de r ivant i da
st ime di f ine e serc iz io) st ime di f ine eserc iz io)
Cost i di u t i l i z z a z i o n e re la t ivi a
fa t t or i a fecond. r ipe tut a (am.t i)
Va lo r i re la t ivi a lla diminuz ione Va l o r i re la t ivi a ll'aument o
de lle rimanenze de lle r imanenze
Conto Economico
Cont i n u m e r a r i (ca ssa, ba nca . Cont i n u m e r a r i (ba nc a, debit i di
c redit i di funz ioname nto, ra t e i a t t .) funz iona ment o, ra te i passivi,
Cont i e c o n o m ic i ac cesi a i c ost i fondi r ischi e spe se future)
plur ienna li ( immobilizz .)
Cont i e c o n o m ic i ac cesi a i c re dit i Cont i e c o n o m ic i ac cesi a i debit i
di f inanz iamento di f inanz ia mento
Cont i e c o n o m ic i ac cesi a lle Cont i e c o n o m ic i ac cesi a i r ica vi
r imane nz e di magaz. e agli a lt r i sospesi ( r iscont i pa ssivi)
c ost i sospesi ( risc ont i a t t ivi)
Cont i e c o n o m ic i ac cesi a lla Cont i e c o n o m ic i ac cesi
perdit a di e se rc iz io a i component i de l c apit ale
(c apit a le soc ia le , r iserve , ut ile )
Stato Patrimoniale
Conto Economico e Stato Patrimoniale
8
Prof. Mauro Paoloni 15
Prof. Mauro Paoloni 16
Il Bilancio, dicevamo, dovrebbe essere un documento estremamente attendibile invece, per talune imprese non è così soprattutto le piccole imprese non evolute redigono bilanci inattendibili
Così come vedremo per il sistema informativo contabile anche per il bilancio distinguiamo, nell’analizzarlo, le previsioni economico-aziendali e, quindi, le regole tecniche relative allo stesso rispetto all’intervento del legislatore sia civilistico che fiscale
La logica economico-aziendale (ragioneristica) intanto prevede la redazione del bilancio, come documento sintetico che scaturisce dalla CO.GE. Per fini informativi rispetto ai terzi (stakeholders), per tutte le imprese.
Il documento bilancio può avere, tuttavia, una diversa sostanza sulla scorta di un assunto di baseche è il seguente
9
Prof. Mauro Paoloni 17
Il reddito d’esercizio che scaturisce dalla redazione del bilancio d’esercizio non è una quantità misuraè invece una quantità astratta
Questo significa sostanzialmente che devo dare concretezzaal reddito d’esercizio che è astratto fissando:
a) un fine di bilancio;
b) delle regole(principi ) generalidi valutazione
c) delle regole (principi) particolari di valutazione
Fissando questi tre elementi potrò dare concretezza al concetto di reddito che di per se è astratto
Prof. Mauro Paoloni 18
Tra fini , principi generali e principi particolari di valutazione c’è un rapporto di interdipendenza ovvero
Dal fine
Dipendono i principi generali di valutazione
Dai principi generali di valutazione
Dipendono i principi particolari di valutazioneFINE
PRINCIPI GENERALI
PRINCIPI PARTICOLARI
SCATOLA CINESE MATRIOSCA
10
Prof. Mauro Paoloni 19
La logica ragioneristica (Prof. Onida) individua due fini antitetici ed estremi cui può ispirarsi l’impresa per redigere il suo bilancio e, sulla scorta di questi due fini fissa i relativi criteri generali di valutazione e criteri particolari di valutazione.
1° FINE DETTO “ALFA”
Il reddito è un indicatore delle condizioni più o meno favorevoli incontrate dall’azienda (impresa) nel corso dell’esercizio
2° FINE DETTO “BETA”
Il reddito è un indicatore dell’economicità aziendale, dell’attitudine dell’azienda a produrre un risultato costante nel corso dei vari esercizi
Prof. Mauro Paoloni 20
Nella prima ipotesi la logica ragioneristicaconsidera il così detto principio del tempo fisico
1° 2° 3° 4° … … n°
INIZIO IMPRESA
FINE IMPRESA
Ogni esercizio ha la sua storia ed un suo risultato distinto sulla base del tempo fisico e del frazionamento delle gestioni in più esercizi
11
Prof. Mauro Paoloni 21
Nella seconda ipotesi la logica ragioneristica considera il così detto principio del tempo economico
INIZIO FINE
Gestione
La gestione dell’azienda è unitaria io debbo avere un risultato d’esercizio che sia il più costante possibile e, nel rispetto del principio dell’economicità, positivo
Prof. Mauro Paoloni 22
2 tipologie di fini antitetiche l’una dall’altra
Alfa α Beta β
Imperava il principio del tempo fisico
Ogni esercizio ha la sua storia
•Reddito indicatore delle condizioni più o meno favorevoli incontrate dalla gestione nel corso dell’esercizio
•Nessuna politica di bilancio
•Il bilancio ed il reddito in esso contenuto sono la rappresentazione spuria di ciò che è accaduto nell’esercizio
•Grandi perdite, grandi utili
Imperava il principio del tempo economico
dell’economicità dell’intera gestione
•Reddito indicatore di economicità della gestione con possibilità di perequare i risultati annuali
•Valutazione di ciascun esercizio con relativa imputazione dei costi
•Bilancio strumento di politica
•Possibilità di computare un reddito annuo costante e quindi soddisfacente per gli investitori
12
Prof. Mauro Paoloni 23
Economicità Equilibrio economico d’esercizio
Totale ricavi deve essere in grado sempre di remunerare i fattori produttiviin
posizione contrattualee quelli in posizione residuale
Fattori produttivi in posizione contrattuale•Lavoro
•Materie
•Capitale di credito (prestiti)
•Ecc.
Fattori produttivi in posizione residuale
•Capitale di rischio
Dell’imprenditore e degli azionisti
La remunerazione deve essere sempre:
•Normale
•Consueta
rispetto al mercato altrimenti gli azionisti scappano
Prof. Mauro Paoloni 24
Sulla base dei fini si fissano i criteri di valutazione
generali
particolari
Cosa sono i criteri di valutazione
Si riferiscono alle diverse poste di bilancio
Non tutte le poste di bilancio si possono iscrivere in bilanci “automaticamente” cioè sulla scorta di una traslazione pura e semplice della contabilità. Per talune poste occorre valutare e contabilizzare la valutazione
13
Prof. Mauro Paoloni 25
Ad esempio
• Cassa Si computa è automatica
• Crediti vs clienti Si computano ma si iscrivono valutandoli
Occorre un criterio
Es: valore di presunto realizzo Rettificati e svalutati se necessario
Prof. Mauro Paoloni 26
È importante affermare che la fissazione di un fine comporta la conseguente fissazione di criteri generali e quindi di criteri particolari e che il reddito passa da quantità astrattaa quantità misura.
Allora se questo assunto lo trasferiamo ai due fini economico-aziendali che abbiamo individuato come Alfa e Beta avremo che:
Con ALFA Il reddito è indicatore delle condizioni più o meno favorevoli della gestione
Avrà dei criteri generali come:
prudenzaImputazione di perdite presunte e non imputazione di utili presunti
competenza Costi e ricavi imputati con questa logica
14
Prof. Mauro Paoloni 27
Costo storico Imputazione al valore di acquisto
Ammortamento costante Ripartizione del costo storico definendo un’aliquota di ammortamento che consentirà di ripartire esattamente il costo per ciascun esercizio
E dei criteri particolari come:
Prof. Mauro Paoloni 28
Con BETA Il reddito è indicatore della redditività aziendale
Avrà criteri generali come:
Principio del tempo economico piuttosto che tempo fisico
Il risultato di esercizio deve essere calcolato tenendo presente che la vita (gestione) dell’azienda è unitaria e non con la ripartizione temporale
Perequazione del reddito Il risultato d’esercizio deve essere costante e non variabile fortemente nel tempo
E quindi criteri particolari come
Costo di presunto realizzo Imputazione al valore corrente
Ammortamento crescente o decrescente
Si imputerà la quota di costo storico in virtù della capacità di ammortamento che l’azienda avrà nell’esercizio al fine di evidenziare un reddito costante nel tempo
15
Prof. Mauro Paoloni 29
In definitiva
Con ALFA non potranno essere attuate politiche di bilancio. Il bilancio dovrà essere uno strumento asettico che si limita a misurare quello che accade nell’esercizio.
Questo potrà comportare che il reddito potrebbe essere, in virtù delle mutanti condizioni di mercato, molto oscillante(grossi utili piuttosto che grosse perdite) con riflessi sostanziali sul mercato azionario legati all’andamento dei rendimenti.
Con BETA dovranno essere effettuate politiche di bilancio. Il bilancio dovrà essere uno strumento attraverso il quale l’imprenditore (soggetto economico) si rivolge al mercato azionario per raggiungere il proprio fine (massimizzazione del profitto con contestuale massimizzazione della sua funzione di utilità).
Il dividendo che è questa parte dell’utile d’esercizio dovrà essere normale e consuetoe non certo oscillante in linea con gli investimenti di mercato.
Prof. Mauro Paoloni 30
Come si è posto il legislatore civilistico rispetto a tali regole economico-aziendali?
A – poteva non intervenire in tema di bilancio e lasciare liberi gli imprenditori di scegliere quale tipo di fine applicare. Il suo intervento poteva essere limitato a poche cose (schemi);
B – poteva intervenire fissando solo pochi principi di ordine generale che recepissero Alfa e Beta;
C – poteva intervenire regolando specificamente limitando, all’imprenditore, qualunque forma di discrezionalità.
16
Prof. Mauro Paoloni 31
Ha scelto la terza soluzione ma nel sceglierla si è messo nella posizione più difficile perché ha dovuto regolamentare, specie nella fissazione dei criteri di valutazione particolari, una materia estremamente tecnica.
Essendo l’Italia un Paese di civil law dove il legislatore entra in maniera analitica anche nei criteri particolari.
Ha allora lasciato spazio a forti dubbi ed ha lasciato aperti molti problemi che la tecnica ragioneristica è costretta a risolvere continuamente intervenendo.
Prof. Mauro Paoloni 32
Essendo l’Italia un Paese di civil law dove il legislatore entra in maniera analitica anche nei criteri particolari
FINE
PRINCIPI GENERALI
PRINCIPI PARTICOLARI
Tendente ad Alfa
Non è ben delineato
Non è quello che prevedeva la IV Direttiva CEE
17
Prof. Mauro Paoloni 33
1978 IV Direttiva CEE
La normativa comunitaria fissava per la prima volta
Un fine
•True and fair view
•Image fidèle
•Quadro fedele
Da cui scaturiscono criteri o principi generalidi valutazione e criteri o principi particolari di valutazione
Prof. Mauro Paoloni 34
1991 D. Lgs. 127/991
La legge dopo lunga preparazione recepisce la IV Direttiva CEE (Commissione D’Alessandro con un solo economista aziendale Prof. Superti Furga)
Il fine da quadro fedelediviene
RAPPRESENTAZIONE VERITIERA E CORRETTA
con criteri generali e particolari
L’idea consolidata negli studi economici aziendali, della correlazione tra fini di bilancio e criteri di valutazione (generali e particolari) sembra aver trovato espressione normativa.
E’ utile affermare, tuttavia, che pur essendo arrivati ad uno schema di correlazione che, quantomeno sul piano formale, rispetta le logiche economico aziendali
18
Prof. Mauro Paoloni 35
Tale schema presenta una lacuna fondamentale; il fine manca di una indicazione chiara
Ed allora;
• fino alla direttiva era assente nella normativa perfino uno schema di correlazione chiaro
•Con la direttiva e la relativa normativa di riferimento viene finalmente costruito uno schema di correlazione
costruzione
Fisso il fine e quindi posso costruire una comprensibile
Criteri generali
Criteri particolari
•Situazione patrimoniale
•Finanziaria
•economica
FINE
PRINCIPI GENERALI
PRINCIPI PARTICOLAR
Prof. Mauro Paoloni 36
Con il D.lgs 6 del 17 gennaio 2003 la normativa civilistica, anche in materia di bilancio, è stata oggetto di cambiamenti riconducibili al verificarsi di due eventi principali:
1. l’emanazione della direttiva 65/2001 concernente l’introduzione del criterio valutativo del fair value, recepita parzialmente dal D.lgs 394/2003
2. L’emanazione del regolamento comunitario 1606/2002 con il quale in tutti i paesi europei, e quindi anche in Italia, si rende obbligatorio l’uso dei principi contabili internazionali dall’International Accounting Standard Boardper le società quotate nella redazione dei bilanci consolidati.
19
Prof. Mauro Paoloni 37
Quadro normativo di riferimento per l’elaborazione del bilancio di esercizio
Fine - Art. 2423
Principi generali di redazione - Art. 2423 bis
Principi di valutazione - Art. 2426
ASPETTI SOSTANZIALI
Contenuto dello stato patrimoniale - Art. 2424
Contenuto del conto economico - Art. 2425
Contenuto della nota integrativa - Art. 2427
ASPETTI FORMALI
Struttura dello SP e del CE
Art. 2423 ter
Disposizioni relative alle singole voci dello stato patrimoniale
Art. 2424 bis
Iscrizione dei ricavi, proventi ed oneri
Art. 2425 bis
ASPETTI COLLATERALI
Prof. Mauro Paoloni 38
Art.2423 Gli amministratori devono redigere il bilancio d’esercizio, costituito dallo
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
NOTA INTEGRATIVA
CLAUSOLE GENERALI
Il bilancio deve essere redatto con CHIAREZZA e deve rappresentare in modo VERITIERO e CORRETTO la situazione patrimoniale e finanziaria della società ed il risultato economico dell’esercizio
20
Prof. Mauro Paoloni 39
Primo comma - Redazione del bilancio
Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio costituito da:
Stato Patrimoniale Quantitativo
Conto Economico Quantitativo
Nota integrativa Quali/quantitativo
Secondo comma -FINE
Con chiarezzae deve rappresentare in modo veritiero e corretto
• la situazione patrimoniale e finanziaria
• il risultato economico di esercizio
Art.2423
Prof. Mauro Paoloni 40
Cosa significa chiarezza?
Modo veritiero e corretto?
Rispetto degli schemi di SP e C/E (2424 – 2425)
Equivalente di evidenza e verità del 2217, 2° comma
21
Prof. Mauro Paoloni 41
Significa rispetto dei criteri generali e particolari di valutazione contenuti nel codice civile
Verità
Corrispondenza fatti aziendali e valori iscritti in bilancio
Correttezza
Rispetto delle norme del codice civile al fine di ridurre la discrezionalità degli amministratori
Quadro fedele(IV Dir. CEE)
Reale finalità
L’esigenza di fornire una chiara , veritiera e corretta rappresentazione della situazione aziendale è tale da imporre integrazioni e deroghe
Terzo comma Comincia ad essere vago e a rinviare
Quarto comma la nota integrativa è la pattumiera delle deroghe
Prof. Mauro Paoloni 42
Art 2423 bis ccPRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO
CRITERI GENERALI DI VALUTAZIONE
1)
2)Prudenza e continuazione dell’attività
(Non sono validi per le ipotesi straordinarie)
Prevalenza della sostanza sulla forma
Considerazione della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato
tradotto
- D.Lgs n. 87/92
- Principio contabile n. 11
- IAS 1Già citato
L’azienda è un istituto atto a perdurare nel tempoLe valutazioni di bilancio vano fatte adottando criteri di funzionamento
22
Prof. Mauro Paoloni 43
La volontà del legislatore è stata quella di prevedere che la rappresentazione in bilancio degli accadimenti economici, venisse effettuata secondo la realtà economica sottostante gli aspetti formali (es. Leasing)
3) Competenza:Imputazione, nell’esercizio di costi e ricavi che, nello stesso trovano giustificazione economica
4) Prudenza: Divieto di imputare utili sperati e obbligo di imputare rischi e perdite presunte
Al fine di evitare la sovrastima del capitale di funzionamento
5) Separatezza valutativa: Non si effettuano compensi di partite
6) Costanza:
I criteri valutativi non si modificano da un esercizio all’altro Facoltà di deroga
Prof. Mauro Paoloni 44
Art 2423 ter cc Struttura dello SP e del C/E
Primo comma Riserve di leggi speciali per società che esercitano particolari tipi di attività (es: bancarie ed assicurative) e poi criterio della chiarezza
Secondo commaModalità di esposizione delle poste o voci con eventuali eccezioni per raggruppamenti di voci su nota integrativa
Terzo comma Aggiungere voci se non previste
Quarto comma Adatta voci per particolare tipo di attività
Quinto commaIndicazione di importo e voce esercizi precedenti per la comparabilità se non comparabili adattate su , in ogni caso, indicazione della non comparabilità su nota integrativa
Sesto comma Divieto di compensi di partite
23
Prof. Mauro Paoloni 45
Art 2424 cc Contenuto dello SP
La cosi detta forma
la dottrina aziendalistica prevede, per una logica disamina ed analisi dello SP, due tipi di forma
1) LIQUID FIRST 2) FIXED FIRST
Stato Patrimoniale
ATTIVO (impieghi) PASSIVO (fonti)
Liquidità
Disponibilità
Immobilizzazioni
Debiti a breve
Debiti a medio lungo
Capitale proprio
Stato Patrimoniale
ATTIVO (impieghi) PASSIVO (fonti)
Immobilizzazioni
Disponibilità
Liquidità
Capitale proprio
Debiti a medio lungo
Debiti a breve
Prof. Mauro Paoloni 46
Il legislatore non ha applicato né l’una né l’altra
Infatti, inizia con un credito (disponibilità) e poi con le immobilizzazioni nell’attivo, nel passivo c’è commistione
Nell’ultimo comma sono previsti i cosi detti CONTI D’ORDINE che in talune aziende sono molto importanti (es: bancarie) e comunque sono contabilizzati con sistemi diversi rispetto a quello del reddito (impegni, rischi e beni di terzi) ma sempre con il metodo della PD.
24
Prof. Mauro Paoloni 47
Lo schema di Stato Patrimoniale si divide in due sezioni, quelladell’attivo e quella del passivo. Ciascuna sezione viene strutturata in quattro livelli. Il primo livello è contraddistinto da lettere maiuscole, il secondo livello da numeri romani, il terzo livello da numeri arabi e l’ultimo da lettere minuscole.
La sezione dell’attivo è divisa in cinque macroaree di primo livello mentre quella del passivo ne rileva quattro
Per la classificazione delle voci dell’attivo, il Legislatore civilistico, ha seguito il criterio prevalente della destinazione economica che si concentra sul tempo di utilizzo del bene nel processo produttivo. Tale principio viene ribadito nel successivo art 2424 bis che enuncia “gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni”
Prof. Mauro Paoloni 48
Art 2424 bis cc Disposizioni relative a singole voci dello SP
Primo comma Principi della destinazione es: titoli e partecipazioni
Secondo comma Presunzioni di durevolezza per le partecipazioni in società controllate e collegate
Terzo comma Accantonamenti per rischi e oneri destinati a coperture di esistenza certa
quarto comma Importo del TFR
25
Prof. Mauro Paoloni 49
Art 2425 cc Contenuto del Conto Economico
La forma del conto è quella così detta scalare o report form con risultati per approssimazioni successive
Art 2425 bis cc Iscrizione di ricavi, proventi e oneri
Il legislatore li nomina in entrambe le modalità in modo da ricomprenderli tutti e prevede che siano indicati al netto di resi, sconti e abbuoni e dell’IVA
Lo schema è ripartito in 5 gruppi di voci:
A) VALORE DELLA PRODUZIONE
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
Prof. Mauro Paoloni 50
Art 2427 cc Contenuto della nota integrativa
Questo documento completa, con indicazioni specifiche di carattere qualitativo, i due documenti contabili
Art 2428 cc Relazione sulla gestione
Documento integrativo di tipo qualitativo fornisce ulteriori informazioni
Art 2429 cc Relazione dei sindaci e deposito del bilancio
26
Prof. Mauro Paoloni 51
NOTA INTEGRATIVA
Si tratta di un documento che, in base all’art.2423,
comma 1, fa parte integrante del bilancio
Si tratta essenzialmente di un allegato esplicativo molto
importante ai fini del rispetto del principio di chiarezza. Le
informazioni contenute in tale documento infatti possono
colmare eventuali lacune dello stato patrimoniale e del conto
economico (funzione di integrazione rispetto ai conti di fine
anno),
Prof. Mauro Paoloni 52
Art 2427 cc Contenuto della nota integrativa
Questo documento completa, con indicazioni specifiche di carattere qualitativo, i due documenti contabili
Ed oltre quanto stabilito da altre disposizionideve indicare
Leggere art 2427
Le modifiche al bilancio della Riforma al diritto societario si esplicitano maggiormente nella nota integrativa. Questo perché il legislatore è rivolto a favorire un passaggio graduale di avvicinamento alle norme contabili internazionali (Ias).
“Posto che le attuali norme non possono essere soppresse o modificate (per mancanza di specifica delega) nessuno vieta di introdurre nuove norme sotto forma di informazioni aggiuntive”
27
Prof. Mauro Paoloni 53
Inoltre il PC n. 11 non raccomandava che essa non dovesse essere eccessivamente lunga e complessa tale da celare
l’informazione che doveva, di contro, chiarire?
Ma continuando ad alimentare il contenuto della Nota integrativa non si finirà col renderla illeggibile ai fruitori?
Prof. Mauro Paoloni 54
LA RELAZIONE SULLA GESTIONE
le informazioni che devono in ogni caso essere presenti nel
documento in esame sono, fra l’altro, le seguenti;
ha quale scopo quello di fornire informazioni “sulla situazione della
società e sull’andamento della gestione, nel suo complesso e nei
vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese
controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli
investimenti” /(art.2428 c.c.),
SI tratta di un documento che non costituisce parte integrante del
bilancio ma che lo correda. Da ciò che consegue che eventuali
lacune di bilancio non possono essere sanate attraverso la
relazione sulla gestione,
28
Prof. Mauro Paoloni 55
LA RELAZIONE SULLA GESTIONE
�1. le attività di ricerca e sviluppo,
�2. i rapporti in essere con le imprese del gruppo (controllate,
collegate, controllanti e imprese soggette al controllo di queste ultime),
�3. il numero di azioni proprie e della controllante possedute anche
tramite società fiduciaria o interposta persona (indicazione della
percentuale di capitale corrispondente),
�4. i fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio,
�5. il prevedibile andamento della gestione.
Prof. Mauro Paoloni 56
LA RELAZIONE DEI SINDACI
Il collegio sindacale, in occasione della stesura del bilancio,
è anche esso chiamato a riferire all’assemblea in ordine al
risultato dell’esercizio, alla tenuta della contabilità nonché
ad esprimere le proprie proposte al riguardo (art.2429 c.c.).
In questo documento, consegnato al pari del bilancio e della relazione
sulla gestione, ai soci quindici giorni prima di quello fissato per la
discussione del bilancio in assemblea, il collegio sindacale deve
anche esprimere il suo parere: sull’iscrizione in bilancio
dell’avviamento e dei costi di ricerca, sviluppo e pubblicità nonché
sui costi di impianto e di ampliamento.
In questo documento il collegio sindacale deve anche fornire il
proprio parere in ordine alle eventuali deroghe effettuate dagli
amministratori ai sensi dell’art.2423, ultimo comma.
29
Prof. Mauro Paoloni 57
Art 2430 cc Riserva legale
Nel progetto di riparto degli utili gli amministratori devono tenere conto che non tutto l’utile può essere distribuito fra i soci in quanto esistono degli obblighi legislativi a tutela del patrimonio come:
•Accantonamento del 5% degli utili netti conseguiti in apposita riserva fino a che essa non abbia raggiunto la un importo pari ad un quinto del capitale sociale
Per rafforzare la solidità patrimoniale lo statuto può prevedere (se prevista diventa anch’essa obbligatoria)
• accantonamento di una quota utili ad una riserva statutaria
In sede di assemblea ordinaria i soci possono deliberare altri accantonamenti al fine di risparmiare una quota di reddito e coprire eventuali perdite future della società o per autofinanziarsi
• accantonamenti a riserve straordinarie
Prof. Mauro Paoloni 58
Esempio:
Una spa chiude l’esercizio con un risultato positivo di 197.000 Euro. Lostatuto prevede un accantonamento a riserva statutaria del 15%. L’assemblea degli azionisti delibera l’accantonamento di una riserva straordinaria del 5%.
147.750Utile distribuibile
9.850Alla riserva straordinaria
29.550Alla riserva statutaria
9.850Alla riserva legale
197.000Utile d’esercizio
30
Prof. Mauro Paoloni 59
Art 2431 cc Sovrapprezzo azioni
Art 2432 cc Partecipazione agli utili
Art 2433 cc Distribuzione degli utili ai soci
Art 2433 bis cc Acconti sui dividendi
Art 2434 cc Azione di responsabilità
Art 2435 cc Pubblicazione del bilancio
Prof. Mauro Paoloni 60
Art 2435 bis cc Bilancio in forma abbreviata
E’ data la possibilitàa società più piccole se nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi non abbiano superato due dei seguenti limiti:
a) Totale attivo SP € 3.125.000
b) Ricavi vendite e prestazioni € 6.250.000
c) Dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 50 unità
Di fare un bilancio abbreviato
31
Prof. Mauro Paoloni 61
Le caratteristiche di tale bilancio sono le seguenti:
• Lo SP comprende solo le voci contrassegnate dall’art. 2424 con le lettere maiuscole ed i numeri romani
• La nota integrativa ha omesse alcune indicazioni
• quando vengono fornite nella nota integrativa talune indicazioni le società sono esonerate dalla redazione della relazione sulla gestione
E’ opportuno sottolineare che, nella pratica, seppure il legislatore civilistico ha voluto una regolamentazione così specifica ai fini della redazione del bilancio d’esercizio non è spesso sufficiente quanto contenuto nella normativa per dare una risposta valida agli operatori che si trovano quotidianamente a dover applicare nella pratica le norme
Prof. Mauro Paoloni 62
In particolare ci sono molte carenze, dubbi in fase di applicazione dei criteri particolari di valutazione, ci sono difficoltà interpretative
Ed allora
Tecnici ed operatori sono intervenuti con uno specifico strumento, tale strumento è l’elemento unico di riferimento in tutti quei paesi nei quali la normativa non interviene in tema di bilancio (USA)
PRINCIPI CONTABILI
32
Prof. Mauro Paoloni 63
PRINCIPI CONTABILI
Caratteristiche
• redatti dagli addetti ai lavori
•Modificabili nel continuo
•Non codificati
Prof. Mauro Paoloni 64
NAZIONALE INTERNAZIONALE
FINE deve essere redatto conchiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto lasituazione patrimoniale efinanziaria della societàe il risultato economico dell'esercizio
fornire informazioni in merito alla situazione patrimoniale-finanziaria, all'andamento economico e ai cambiamenti della situazione patrimoniale-finanziaria di un'impresa, utiliad un'ampia serie di utilizzatori nel processo di decisione economica
DESTINATARI PRIVILEGIATI
creditori investitori
IMPIANTO NORMATIVO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE (IASB) A CONFRONTO
33
Prof. Mauro Paoloni 65
PRINCIPI GENERALI
-continuazione dell’attività. -prudenza-prevalenza della sostanza sulla forma;-competenza -valutazione separata - costanza,
ASSUNZIONI CONTABILI1-competenza economica di esercizio2-continuità aziendale
CARATTERISTICHE QUALITATIVE di 1°livelloComprensibilità,significatività, comparabilità,attendibilità
CARATTERISTICHE QUALITATIVE di 2°livello-rilevanza.-Prevalenza sostanza suforma,-neutralità, -prudenza, -completezza, -rappresentazione fedele
Prof. Mauro Paoloni 66
PRINCIPIO VALUTATIVO CARDINE
Costo storico Fair value
COMPOSIZIONE DEGLI SCHEMI
SP, CE, NI. SP, CE, NI, rendiconto finanziario, prospetto delle variazioni di patrimonio netto
FORMA DEGLI SCHEMI
Rigidamente stabilita dagli art. 242, 2425, 2427 c.c.
flessibile
Top Related