un‘impresa. Un‘indagi-ne condotta dal Cerved
Group e Manager Ita-
lia testimonia come la maggiore presenza di donne tra i lavoratori
sia sinonimo di crescita per le imprese italiane: su un campione di 28 mila aziende che hanno
una maggiore presenza femminile nei processi decisionali, si è eviden-
ziata una crescita delle perfomance aziendali, una riduzione del ri-
schio di default, e la congiunta promozione di un maggiore impiego
di risorse umane fem-
minili, che danno nuovo stimolo all‘economia. Del resto il successo di
un‘azienda è frutto di un lavoro di squadra che deve premiare il
merito e la capacità di creare valore dell‘indivi-duo, senza distinzioni di genere. Lo capiremo ?
(di Rocco Trisolini)
Essere lavoratrice, ma-dre e moglie è già un‘impresa, riuscire ad esserlo oggi all‘interno
di un‘azienda italiana pare sia una doppia impresa. La divisione
tra lavoro e famiglia,
con le relative difficoltà di far convivere i due
ruoli, costringe spesso tante donne, capaci e appassionate lavoratri-ci, a lasciare il posto di
lavoro per badare alla famiglia, come riportato anche da un sondaggio
Cnel, che indica proprio questa come motivazio-
ne addotta dalle donne nel 40% dei casi di ab-
bandono del posto di
lavoro, contro il solo 3% dei padri che fa la stessa scelta. E le cau-
se principali della scelta sono da ricercare prima di tutto nella carenza di servizi. Il sistema italia-
no ―non fornisce servizi alla famiglia, di conse-guenza le donne non
entrano nel mercato del lavoro o ne escono do-po il 1° figlio o per assi-
stere parenti anziani‖. Eppure la maggiore partecipazione delle
donne alla vita produt-
tiva di un‘impresa è senz‘altro diventata una risorsa fondamentale
per contribuire allo svi-luppo economico di un Paese. Tanto più quan-
do le donne riescono ad esprimere la propria creatività e professio-nalità ai vertici di
È “donna” il valore aggiunto in Azienda
Whole Food, un food truck nel suo flagship in Texas
(Popai.it - marzo 2016)
Per provare nuovi concetti culinari e valorizzare le collaborazioni con chef e
partner fornitori, Whole Foods Market aprirà un food truck per testare nuovi piatti nel suo flagship store in Austin, Texas. La nuova idea partirà a marzo sotto il nome Tartinette; tuttavia il concept, il menu e il nome del camion saranno cambiati ogni due mesi. Whole Foods ha dichiarato
che includerà attivamente i consumatori nel processo di sviluppo, usando i loro consigli per creare piatti che potranno essere apprezzati in tutto il paese. I visitatori possono aspet-tarsi la stessa alta qualità, ingredienti freschi che troveranno poi in store e un menù sempre rinnovato in
ogni stagione. Darà inoltre la possibilità di collaborare con gli chef locali e i fornitori per creare esperienze culinarie che non troveranno in nessun altro grocery. Whole Foods ha programmato di donare il 2% delle vendite a partner no-profit. Il primo beneficiario sarà Austion Food & Wine Alliance.
ANNO 8, NUMERO 3
MARZO 2016
Vita, morte e miracoli di una PMI
In questo Numero
Quomi: rivoluzione in cucina
Pag. 2
Facebook lancia Canvas
Pag. 3
Car sharing in crescita
Pag. 4
L‘Angolo Tecnico
Pag. 5
I social network influenzano i prestiti
Pag. 6
Intraprendere BUSINESS
COMUNICAZIONE
MARKETING
MANAGEMENT
(MyMarketing.net Febbraio 2016)
Cambiare il modo in cui gli italiani cucinano e
mangiano in casa: è que-sto l‗obiettivo di Quomi, innovativa startup lan-
ciata dall‗incubatore Di-gital Magics, che punta a migliorare il servizio di food delivery in Italia,
consegnando gratuita-mente, a casa o in uffi-cio, ingredienti italiani di
alta qualità, freschi e già
dosati per iniziare subito a cucinare. Ogni settima-
na su www.quomi.it è online un menù con 9 ricette facili e gustose, selezionate da chef pro-
fessionisti, tenendo conto della stagionalità dei pro-dotti e delle specialità
regionali della cucina italiana. Una volta scelte le ricette preferite, Quo-
mi farà la spesa per gli utenti e la settimana successiva recapiterà in comode scatole gli ingre-
dienti già dosati e le
istruzioni per cucinare. Digital Magics sta sup-
portando Quomi nello sviluppo strategico, con i propri servizi di consu-
lenza e incubazione, in grado di accelerare il processo di crescita della neoimpresa digitale. Il
lunedì mattina Quomi acquista i prodotti freschi direttamente dai produt-
tori italiani, senza inter-mediari, nelle dosi giuste per le ricette ad un prez-
zo così sostenibile e spe-disce in 24 ore il box con la spesa ordinata. La fre-
schezza è garantita dal
contenitore isotermico e dal gel refrigerante. Quomi è molto attenta
al rispetto per l‘ambien-te: gli scarti e le ecce-denze di cibo sono ridotti
al minimo, la scatola si può riciclare nella carta,
il polistirolo nella plastica e il gel refrigerante si può riutilizzare come ghiaccio o come borsa
d‘acqua calda, semplice-mente scaldandolo in a c q u a b o l l e n t e .
www.quomi.it nasce dall‘idea di due ragazzi trentenni, Andrea Bru-no e Daniele Bruttini,
che si sono conosciuti lavorando per Zalando e che, quando vivevano a
Berlino, avevano l’esi-
genza di farsi recapitare comodamente a casa
cibo italiano di qualità. Andrea Bruno, Fonda-tore e CEO di Quomi, e Daniele Bruttini, Fon-
datore e Presidente di Quomi, hanno dichiara-to: ―Abbiamo lavorato
duramente negli ultimi mesi per il lancio della nuova piattaforma, che
rappresenta per noi il primo passo verso una strategia di crescita e consolidamento sul mer-
cato italiano in primis e all’estero in seguito. Vo-
gliamo rivoluzionare il
modo in cui gli italiani si approcciano alla spesa: il mondo dell’e-commerce
e in particolare del food online sta crescendo a ritmi vertiginosi in Italia. Le grandi opportunità
che il mercato italiano offre ci danno le motiva-zioni per continuare a
credere e a sviluppare nel migliore dei modi il nostro progetto. All’este-
ro l’abitudine di compra-re cibo online è ormai esplosa e crediamo che
l’Italia seguirà lo stesso
percorso. Tutti i numeri lo dimostrano”. Antonel-lo Carlucci, Partner di
Digital Magics, dichia-ra: ―Siamo profonda-mente convinti del gran-
de potenziale del Made in Italy e nello specifico
del food di qualità. Sia-mo peraltro consapevoli della continua necessità di innovazione che viene
richiesta dalle aziende del settore, ma anche dai consumatori, sempre più
abituati a nuove espe-rienze di acquisto e frui-zione di cibo. Per questo motivo abbiamo ricono-
sciuto in Quomi e nel suo team il giusto mix di innovazione e skill im-
prenditoriali capace di
creare ‘disruption’ nella filiera tradizionale. Colla-
boreremo con il team per accelerare il percorso di crescita e rendere Quo-mi il player di riferimen-
to nel settore‖. Il food innovation è uno dei nuovi grandi trend a li-
vello globale. Secondo un‘analisi di AgFounder su dati CrunchBase, il
2015 è stato un anno record a livello di investi-menti per quanto riguar-da aziende e startup
agtech – la tecnologia applicata all‘agroalimen-
tare – con 4,6 miliardi di
Dollari investiti (circa +100% rispetto al 2014). Il Food e-
Commerce (anche il deli-very) ha raccolto il 35% di questi investimenti con 1,65 miliardi. Nell’ambito
del food delivery si stima che il mercato globale del takeaway e della con-
segna a domicilio rag-giungerà i 90 miliardi di $ nel 2019 (fonti: BCG,
Callcredit, Daedal, Euro-monitor, IRC, MarketLi-ne, Wells Fargo). In Ita-
lia il fatturato dell‘e-
commerce nel 2013 era di 22,3 miliardi di Euro, con l‘1,20% rappresenta-
to dall‘alimentare. Nel 2014 il food&beverage online vale oltre 200 mi-
lioni di Euro, in crescita del 30% (Fonte: Casa-leggio & Associati, 2014). (…)
“IL MONDO DEL FOOD
ONLINE CRESCE A
RTIMI VERTIGINOSI
IN ITALIA”
Pagina 2 Intraprendere
Quomi, la rivoluzione in cucina
La maggior parte del tempo che le persone trascorrono online è spesso su mobile, e su
poche applicazioni tra cui facebook. Pertanto, per gli inserzionisti risulta
importante raccontare storie convincenti di brand e prodotti su mo-bile in modo da renderle
piacevoli per le persone ed efficaci per il busi-ness. Facebook a sua
volta si impegna costan-
temente a migliorare l‘esperienza mobile dei
suoi utenti mettendo a disposizione delle azien-de (inserzionisti) nuovi formati pubblicitari spe-
cificatamente progettati per gli smartphone, capaci di coinvolgere il
pubblico, evitando che si esca dall‘applicazione. Per esempio l‘ultimo nato
è CANVAS. Con Canvas gli inserzionisti possono realizzare annunci pub-blicitari usando un mix
di video, immagini, testi
e call to action per co-struire efficaci e innovati-
ve esperienze su mobile. Si tratta di un vero e proprio spazio totalmente
personalizzabile disponi-bile a livello internazio-
nale attraver-so la piattafor-ma self-service di
Facebook.
Il nuovo for-mato si pre-
senta agli oc-chi degli utenti come una sor-ta di mini sito
n a v i g a b i l e , all‘interno del quale è possibile trovare
elementi interattivi come animazioni, caroselli, cataloghi di prodotti, con
u n a v e l o c i t à di caricamento eccellente che garantisce una frui-zione rapida e un‘espe-
r i enza da mobi l e ―immersiva‖ e a tutto schermo. Una delle pri-
me aziende che ha speri-mento Canvas è la cele-bre catena statunitense
di fast food Wendy’s che ha dato vita ad una campagna molto divertente. Protagonista
dell‘annuncio un chee-
sburger, che scomposto in vari strati mostra co-
me viene realizzato il prodotto. Punto di forza d e l l ‘ i d e a c r e a t i v a
è l‘interattività: gli uten-ti vengono invitati a
scorrere tra foto e video
per ricomporre ingre-diente per ingrediente e
strato per strato il pani-no. Come già anticipato, il motivo principale è quello di permettere
all‘utente di vivere un‘e-sperienza interattiva sen-za dover uscire dal cana-
le. Infatti, rispetto ad una classica pagina web, i contenuti si cari-
cano molto più veloce-mente (circa 10 volte di più) ed il formato è deci-samente più accattivante
rispetto ad altri tipi di
adv. Se a questo aggiun-giamo che è stato creato
pensandolo 100% mobi-le, possiamo facilmente capire che per l‘utente
l‘esperienza ―visual‖ di alta qualità è garantita.
quello principale, per lo meno è ikea_ps_2014 e tramite questo si ha accesso ad un vero e
proprio catalogo interat-tivo della collezione 2014
IKEA PS. Il principio,
sebbene abbia comporta-to un impegno cospicuo e l‘apertura di un grosso numero di account, in
realtà è molto semplice: attraverso i tag dei profi-li sulle foto si può navi-
(Ninja Marketing - Marzo 2016)
IKEA Russia ha lanciato
su Instagram quello che ha tutte le carte in regola per essere definito un
sito web (più pagine,
contenuti multimediali, collegamenti ipertestua-li), e l‘ha fatto utilizzando
la griglia di visualizzazio-ne delle app, un grande numero di account e la
funzione di tag delle fo-to. Il profilo in questione
gare all‘interno del cata-logo, proprio come se fossero dei collegamenti. Inoltre, sempre grazie
alla funzione di tag, gli utenti possono arricchire
il catalogo fotografando il
mobile appena acquistato e taggando l‘account cor-rispondente.(…) Chissà se anche altri sul merca-
to utilizzeranno quest‘i-dea originalissima per rendere un po‘ più dina-
mici i profili che pubbli-cizzano i loro prodotti!
Facebook lancia Canvas
Ikea ha creato il primo "sito web" su Instagram
Intraprendere Pagina 3
Cristina TINELLI
“CON FACEBOOK CANAVAS
ESPERIENZA A PIENO
SCHERMO SU MOBILE”
(Il Sole 24 ore - gen 2016)
Il car sharing si fa stra-
da nelle aziende. Da una parte ci sono operatori come Alphabet, del gruppo Bmw, che ha
lanciato da più di un an-no il programma Al-phaCity, consentendo
alle imprese di noleggia-re più auto per metterle a disposizione dei dipen-
denti che poi possono prenotarle, in base alle esigenze da una piatta-
forma in format i ca.
Dall‘altra ci sono i player del car sharing tradizio-nale, come Car2Go,
gruppo Daim-ler, che tra i clienti ha già 2mila società che usano, a ta-
riffe agevolate, le auto sparse in giro per la cit-tà. E ora anche Enjoy, del gruppo Eni, sta pen-
sando di scendere in campo. «Il car sharing aziendale è ancora ai
suoi esordi nel nostro paese — spiega l‘ammi-nistratore delegato di
Ca2Go Italia Gianni Martino — Le società hanno in genere le pro-prie auto, eppure stiamo
registrando una crescita costante delle richieste, tanto che abbiamo creato
una figura al nostro in-terno per gestire la clien-tela business nelle città
dove siamo presenti: Milano, Roma, Torino e Firenze». Car2Go è riu-scita a conquistare grup-
pi bancari come Intesa Sanpaolo, realtà come Prelios Immobiliare,
grandi gruppi della co-
smetica come Deborah, per fare qualche nome.
«Il Corporate car sha-ring a nostro parere si svilupperà negli anni, come già sta succedendo
in Europa — afferma l’ad di Alphabet An-drea Cardinali — Que-
sto, grazie alle nuove
tecnologie, che consento-no già oggi alle aziende
un controllo maggiore dei conti e una riduzione dei costi. Inoltre rende più democratico l‘uso dell‘au-
to tra i dipendenti: oggi solo il 7 per cento in Ita-lia hanno in uso un’auto
aziendale». L‘uso dell‘au-to in condivisione, prima ancora di piacere alle
imprese, piace agli italia-ni che la usano sempre più di frequente per spo-stamenti in città anche
per motivi personali. Tanto che oggi, dopo due
anni di attività, il car
sharing conta su mezzo milione di iscritti che uti-lizzano le 3.500 auto di-
stribuite nei principali capoluoghi della peniso-la. E hanno effettuato 5 milioni e mezzo di noleg-
gi (dati Aniasa). Oltre ai grandi nomi dell‘auto-motive, sono attivi in
questo settore i Comuni. Le formule proposte dalle amministrazioni però
prevedono in genere il ritiro e la riconsegna del veicolo in apposite aree
di sosta. L‘auto non si
può lasciare in qualunque posteggio, come avviene invece con i veicoli
Enjoy o Car2Go. Anche se ci sono città come Cagliari, dove sta per
essere lanciata una for-mula mista. Fabio Me-reu, direttore di Play-car.net, il car sharing
del capoluogo sardo, spiega che per adesso
sono a disposizione dei cittadini, nelle stazioni ad hoc, 22 vetture. «Ma a giugno ne arriveranno
altre 28, molte delle qua-li elettriche, e l‘idea — conclude Mereu — è di
dare la possibilità di po-steggiarle anche sotto casa del cliente». Il feno-
meno dell‘auto in condi-visione ha convinto an-che Aniasa ad aprire le porte a operatori come
Enjoy e Car2Go. «E d‘altra parte, — spiega
Giuseppe Benincasa,
segretario generale dell‘associazione che rap-presenta le società di
autonoleggio — alcune nostre imprese stanno rimodellando la propria offerta con pacchetti di
mobilità a 360 gradi che consentono al cliente di noleggiare a sua scelta
un‘auto per poche ore, come nel car sharing, per un giorno, un mese o
per quattro anni». È quello che emerge anche d a l r a p p o r t o
―L‘evoluzione della mobi-
lità degli italiani‖, realiz-zato dal Censis per Aniasa, che traccia sce-
nari fino ai prossimi quindici anni. L‘auto re-sterà uno dei mezzi prin-
cipali ma sarà sempre più elettrica, intercon-nessa e sempre meno di proprietà.
Auto scontata per l’impiegato
Pagina 4 Intraprendere
“L’AUTO SARA’ SEMPRE
MENO DI PROPRIETA
Pubblicato in G.U. il D.M. 226/2015 con cui il Mise ha definito le modalità attuative del prestito
vitalizio ipotecario in vigore dal 2 marzo 2016.
Il prestito vitalizio ipote-cario costituisce un fi-nanziamento che consen-te ai proprietari di immo-
bili residenziali di conver-tire il valore del loro im-mobile in denaro senza
perderne la proprietà e
senza dover rimborsare a rate l‘importo finanziato
(salvo diverso accordo). La sottoscrizione del fi-nanziamento prevede l‘iscrizione di ipoteca di
primo grado sull‘immobi-le dato a garanzia. La normativa è stata intro-
dotta per la prima volta nel nostro ordinamento nel 2005 ad opera della
Legge 203/2005, e poi rivista, con decorrenza 6 maggio 2015, dalla Leg-ge 44/2015, ma mancan-
do i decreti attuativi, sino
ad oggi, non ne è mai stata possibile l‘utilizza-
zione. Ai sensi del com-ma 12 della citata Legge possono beneficiare del
prestito vitalizio le perso-ne fisiche:
- di età superiore a 60 anni;
- proprietarie di immobili residenziali.
Il prestito può essere
concesso esclusivamente da banche e intermediari finanziari iscritti nell‘ap-
posito Albo tenuto dalla Banca d’Italia. Per de-
finire l‘immobile residen-ziale occorre fare riferi-
mento alla guida del No-tariato del 17.02.2016 che ha individuato gli
immobili oggetto di ipo-teca in quelli aventi la destinazione urbanistica
di civile abitazione. Tut-
tavia, lo stesso notariato, ha evidenziato che non è chiaro se tali immobili debbano essere destinati
a residenza principale del proprietario richiedente e se possano essere og-
getto del prestito anche gli immobili in corso di costruzione e non ancora ultimati. È acclarato che
non lo possono essere i terreni con il solo per-messo di costruire. L‘in-
termediario dovrà predi-
sporre:
1.- la simulazione del
piano di ammortamen-to, nel quale va eviden-ziato per ogni anno il capitale e gli interessi.
Tale simulazione, nel caso di interesse variabi-le, deve essere predispo-
sta in due versioni:
- una con applicazione del tasso contrattuale al
momento della stipula del prestito vitalizio ipo-tecario,
- l‘altra simulando al 3°
anno dalla stipula del
contratto di prestito ipo-tecario vitalizio uno sce-
nario di rialzo dei tassi di interesse non inferiore a 300 punti base rispetto
al tasso vigente al mo-mento della stipula del contratto. I prospetti de-vono avere una durata
minima pari alla differen-za tra l‘età del soggetto finanziato e 85 anni e
comunque non inferiore a 15 anni e devono evi-denziare tutti gli oneri
dovuti alla banca al mo-mento della stipula.
2. - la documentazione precontrattuale;
3. - il prospetto infor-mativo da consegnare gratuitamente al ri-
chiedente, almeno 15 giorni prima dalla stipula del contratto, contenente
indicazioni sull‘importo
finanziato e la % del va-lore di perizia dell‘immo-bile oltre alla indicazione della somma che sarà
erogata al netto delle imposte e degli oneri;
4. il resoconto annuale
dettagliato che riporti il capitale finanziato e quello da restituire a sca-denza.
Nel caso in cui la persona fisica decida, dopo la fa-se istruttoria, di non ac-
cendere il finanziamento è fatto divieto all‘inter-mediario di richiedere il
versamento delle spese. Il contratto di ipoteca deve sempre essere ac-compagnato da un con-
tratto di assicurazione sull‘immobile che può essere stipulato sia con
la banca che con terzi assicuratori. Si può veri-ficare il caso di rimborso
integrale del prestito o di rimborso graduale dello stesso. Il rimborso inte-grale del prestito in unica
soluzione può essere ri-chiesto:
- alla morte del soggetto
finanziato,
- al trasferimento, anche parziale, della proprietà o
di altro diritto reale o di godimento sull‘immobile dato in garanzia.
La mancata restituzione
del finanziamento entro 12 mesi dal verificarsi di una delle predette cause
comporta la vendita dell‘immobile da parte del finanziatore con il
conseguente utilizzo del-
le somme ricavate dalla vendita per estinguere il credito vantato in dipen-
denza del finanziamento stesso. Nel caso di de-cesso del finanziato, gli
eredi possono decidere di rimborsare il prestito divenendo in tal modo
proprietari dell‘immobile.
Il prestito vitalizio ipotecario
IN VIGORE DAL 2 MARZO
2016 LE NUOVE
MODALITÀ DEL “PRESTITO
VITALIZIO IPOTECARIO”
Intraprendere Pagina 5
Laura PUTIGNANO
L’Angolo Tecnico di
È anche possibile al sog-getto finanziato richiede-re, al momento della sti-pula, il rimborso gradua-
le della quota interessi e delle spese. In questo caso l‘inadempimento da
parte della persona fisica
reiterato per almeno 7 volte determina per il finanziatore la possibilità
di invocare la risoluzione del contratto.
L'app, annunciata un anno fa, è un sistema separato da Android Pay, la piattaforma per i
pagamenti "mobile" di Google, e va collegata a una carta di credito o
debito. Quello dei paga-menti con lo smartpho-ne non è ancora un seg-
mento significativo delle
transazioni elettroniche, tuttavia i maggiori co-lossi tecnologici vi stan-
no scommettendo su. Per ora a dominare il settore è Apple Pay,
che dagli Usa si sta len-tamente espandendo anche in altri Paesi, con
Popai.it -Marzo 2016)
I pagamenti mobili, con
lo smartphone, diven-teranno sempre più evo-luti e snelli.
Giunti in cassa, in alcuni
punti vendita aderenti alla sperimentazione (tra le catene citate da
Google in un post ci sono McDonald's e Pa-pa John's), gli utenti
non dovranno far altro che dire ad alta voce "Pago con Google". Gli impiegati verificheranno
l'identità della persona tramite foto e daranno l'ok alla transazione.
12 milioni di utenti che
fanno almeno un acqui-sto al mese (pari al 6% dei possessori di iPho-
ne). Il dato è della so-
cietà di ricerca Crone Consulting, secondo la quale gli altri due siste-
mi rivali, Samsung Pay e Android Pay seguono con 5 milioni di utenti
l'uno.
Google, ecco la app del mobile payment
Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e desti-nata ad uso unicamente interno all’impresa. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottem-peranza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destina-tari terzi è consentito, solo nella sua interez-za senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA.
Tutti i diritti sono riservati.
(MyMarketing.net Marzo 2016 )
I big data stanno cambiando le modalità con cui le società fi-
nanziarie raccolgono informazioni per valutare il profilo di ri-schio dei potenziali clienti, racconta Gaia Rubera, professores-sa di Marketing all’Università Bocconi, in un video della se-rie #BemacsTalks. Per esempio, alcune società valutano il profi-
lo LinkedIn del potenziale cliente allo scopo di valutare quanto velocemente questo individuo potrebbe ritrovare lavoro nel caso in cui lo perdesse durante il periodo di vita del debito o del pre-
stito. Altre società richiedono un accesso temporaneo al profilo Facebook e analizzano gli amici del potenziale cliente. Guarda-no le foto che postano, i luoghi in cui vanno in vacanza, le case
in cui abitano, il tipo di lavoro che fanno, allo scopo di identifi-care se il potenziale cliente abbia degli amici facoltosi disposti a intervenire ed eventualmente ripagare il prestito in caso di diffi-coltà. Ovviamente il fatto di avere amici facoltosi su Facebook
non indica che questi amici siano effettivamente disposti a in-tervenire per ripagare il prestito, per cui queste società stano sviluppando degli algoritmi per cercare di capire quanto stretto
è il legame tra il cliente e l‘amico facoltoso. Per esempio, analiz-zano la somiglianza del linguaggio utilizzato nelle conversazioni, quante parole usano in comune. L‘idea in questo caso è che,
quanto più simile è il linguaggio, tanto più stretto è il legame tra il potenziale cliente e l‘amico facoltoso e, quindi, tanto mag-giore la possibilità che l‘amico facoltoso sia disposto a venire in soccorso del potenziale cliente. Questi sono soltanto alcuni degli
esempi del tipo di informazione che le società finanziarie posso-no raccogliere tramite big data e social network. Quali sono le conseguenze dell‘utilizzo di tali dati? Il fenomeno è ancora mol-
to giovane, però alcune evidenze iniziali sembrano dimostrare che esiste un doppio beneficio: per i clienti inseriti all‘interno di network migliori, perché riescono a ottenere tassi di interesse
più bassi; per le società finanziarie, perché in questo modo rie-scono a valutare meglio il profilo di rischio dei potenziali clienti.
I social network influenzano i prestiti
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