Economia e organizzazione aziendale I Teoria classica e neoclassica dell’impresa
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Economia e organizzazione aziendale I
2
Analisi economica dell’impresa
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
Nuove teorie dell’impresa
Aspetti organizzativi dell’impresa
Economia e organizzazione aziendale I Teoria classica e neoclassica dell’impresa
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Analisi economica dell’impresa
4
Obiettivi della lezione
Capire il comportamento delle imprese alla luce della teoria economica, astraendo dai casi specifici sui quali s’incentra l’interesse della economia aziendale
Analizzare i primi tentativi che motivano la nascita delle imprese
Spiegare come le imprese decidano la quantitàda produrre e la dimensione aziendale
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5
Prerequisiti per la lezione
Nozioni elementari di calcolo differenziale e di ricerca del massimo o minimo di una funzione
Un metodo di studio schematico, volto a cogliere l’essenziale e orientato a seguire la logica e non la semplice memorizzazione
L’interesse per comprendere i problemi economici in modo astratto e generale, prima di calarsi nella complessità aziendale
6
Bibliografia per la lezione
“L’IMPRESA. Teoria, organizzazione, strategia, tecniche economiche e contabili”Piercarlo Ravazzi, Mario Calderini, Paolo Neirotti, Emilio Paolucci, Laura Rondi
Edizioni il Mulino - Bologna, 2007capitolo 1: Analisi economica dell’impresa
par. 1: Introduzione
par. 2: Teorie dell’impresa
par. 2.1. La teoria neoclassica
Un qualsiasi testo elementare di microeconomia
capitoli sul mercato e sull’impresa concorrenziale
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Contenuti della lezione
Teoria classica e neoclassica dell’impresa:
la teoria classica
la teoria neoclassica: il mercato
la teoria neoclassica: l’impresa concorrenziale
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria classica
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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)
10
Teoria classica (Smith)
Adam Smith (La ricchezza delle nazioni, 1776):
il mercato coordina gli scambi nella società
l’impresa coordina la divisione del lavoro in fabbrica consentendo una più elevata produttività
“Questo grande aumento della quantità di lavoro che, a seguito della divisione del lavoro, lo stesso numero di persone riesce a svolgere, è dovuto a tre diverse circostanze: - primo, all’aumento di destrezza di ogni singolo operaio; - secondo, al risparmio del tempo che di solito si perde per passare da una specie di lavoro a un’altra; - infine all’invenzione di un gran numero di macchine che facilitano e abbreviano il lavoro e permettono a un solo uomo di fare il lavoro di molti”
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Teoria classica (Marx)
Adam Smith (La ricchezza delle nazioni, 1776):
il mercato coordina gli scambi nella società
l’impresa coordina la divisione del lavoro in fabbrica consentendo una più elevata produttività
Karl Marx (Il capitale, 1867):
il capitalista (impresa) acquista il valore d’uso (produttività) della forza lavoro, pagando il valore di scambio (salario di sussistenza < produttività), per estrarre il plusvalore (profitto)
l’impresa ottiene la produttività mediante il controllo del processo produttivo (sfruttamento)
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Teoria classica (Marx)
Adam Smith (La ricchezza delle nazioni, 1776):
il mercato coordina gli scambi nella società
l’impresa coordina la divisione del lavoro in fabbrica consentendo una più elevata produttività
Karl Marx (Il capitale, 1867):
il capitalista (impresa) acquista il valore d’uso (produttività) della forza lavoro, pagando il valore di scambio (salario di sussistenza < produttività), per estrarre il plusvalore (profitto)
l’impresa ottiene la produttività mediante il controllo del processo produttivo (sfruttamento)
“L’operaio lavora sotto il controllo del capitalista, al quale appartiene il tempo dell’operaio. Il capitalista sta attento a che il lavoro si svolga per bene e che i mezzi di produzione vengano impiegati appropriata-mente; dunque fa attenzione che non si sperperi materia prima, e che lo strumento di lavoro non venga danneggiato, cioè venga logorato soltanto quando è reso necessario dal suo uso nel lavoro… Il possessore della forza-lavoro, dando il suo lavoro, non dàaltro che il valore d’uso che ha venduto…
[Per il capitalista] il processo lavorativo ésemplicemente il consumo della merce forza-lavoro, da lui acquistata”
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Teoria classica (Smith e Marx)
In sintesi, è l’aumento di produttività a indurre il trasferimento di attività dal mercato all’impresa:
per efficienza (divisione del lavoro) secondo Smith
per controllo del processo secondo Marx
14
Una interpretazione alternativa (Knight)
Knight (Rischio, incertezza e profitto, 1921):
la produzione ha esiti incerti
il lavoratore è avverso al rischio e quindi riceve un salario certo ma inferiore alla produttività
l’imprenditore si accolla il rischio e si appropria della differenza (profitto = premio per il rischio)
la distinzione tra lavoratore e imprenditore dipende dalle diverse attitudini personali (avversione o neutralità verso il rischio)Marx sottolineava invece le condizioni storiche
e sociali (accumulazione originaria di ricchezza e successiva concentrazione di ricchezza)
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Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria neoclassica: il mercato
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Cronologia
L’impresa è un organismo complesso:
non esiste una teoria univoca onnicomprensiva
esistono varie teorie, ciascuna su aspetti rilevanti
Teorie dell’impresa:
classica (Smith e Marx)
neoclassica (Marshall e successivi)
manageriale (Baumol, Marris e Williamson)
principale-agente (Alchian e Demsetz)
costi di transazione (Coase e Williamson)
diritti di proprietà (Grossman, Hart e Moore)
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Teoria neoclassica dell’impresa
La motivazione smithiana di efficienza produttiva dell’impresa viene enfatizzata:
unità atomistica senza alcun potere di influire sui prezzi del prodotto e dei fattori (price taker)
operante su un mercato concorrenziale delegato a determinare i prezzi di equilibrio (uguaglianza fra domanda e offerta, sia di beni, sia di fattori)
massimizzatrice di profitti
perfettamente informata e senza problemi organizzativi, tranne quello tecnologico (combinazione ottimale dei fattori produttivi)
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Il mercato
Piano
cartesiano
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Il mercato
p
p = prezzo
20
Il mercato
p
Q
p = prezzo
Q = quantità
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21
Il mercato: il lato della domanda
p
Q
DOMANDA
Somma di tutte le domande degli acquirenti di un bene o di un fattore della produzione
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Il mercato: il lato della domanda
p
Q
DOMANDA
Funzione decrescente
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Q1
Il mercato: il lato della domanda
p
Q
DOMANDA
p0
Q0
p1
24
Il mercato: il lato della domanda
p
Q
QD
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25
Il mercato: il lato dell’offerta
p
Q
OFFERTA
Somma di tutte le offerte dei venditori di un bene o di un
fattore della produzione
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Q1
Il mercato: il lato dell’offerta
p
Q
OFFERTAp0
Q0
p1
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27
Il mercato: l’equilibrio
p
Q
QS
QD
28
Il mercato: l’equilibrio
p
Q
ESCAMBI DI EQUILIBRIO
QS
QD
Q*
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29
Il mercato: l’equilibrio
p
Q
Ep*
QS
QD
PREZZO DI EQUILIBRIO
Q*
30
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
SQUILIBRIO
p0
Q*
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31
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
ECCESSO DI OFFERTA AB
p0
A B
Q*
32
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0
A
Q0
SCAMBI EFFETTIVI
Q*
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33
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0
A
Q0
CONVERGE
Q*
34
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0
A
Q0 Q*
Meccanismo walrasiano(banditore)
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35
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0
A
Q0
Meccanismo marshalliano(imprese)
Q*
c0 C
36
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0
A
Q0
Meccanismo marshalliano(imprese)
Q*
c0 C
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37
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
SQUILIBRIO
p1
Q*
38
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p1A B
ECCESSO DI DOMANDA
Q*
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39
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0A
SCAMBI EFFETTIVI
Q1 Q*
40
Il mercato: la convergenza
p
Q
Ep*
QS
QD
p0A
Q1
CONVERGE
Q*
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Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria neoclassica: l’impresa concorrenziale
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Riepilogo
Il mercato concorrenziale determina i prezzi di equilibrio (p = p*)
L’impresa è un’unità atomistica che non può influire sui prezzi di equilibrio (price taker)
I prezzi di equilibrio del mercato sono quindi per l’impresa prezzi dati sia del prodotto venduto, sia dei fattori produttivi utilizzati nel processo
L’impresa ha perfetta conoscenza dei prezzi di mercato
L’efficienza impone di massimizzare i profitti, dati i prezzi e le caratteristiche della tecnologia
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Ricavi
Ricavi: R = p·q
Quantità
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Costi
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF
Sono indipendenti dalla quantità prodotta
(costo del capitale e costi organizzativi)
Costi fissi
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45
Costi
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Variano con la quantità prodotta: dCV/dq > 0
(costo di materie prime, energia e lavoro)
Costi variabili
46
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Derivata prima dΠΠΠΠ/dq nulla
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47
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
Derivata seconda d2ΠΠΠΠ/dq2 negativa
48
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo:
Ricavo marginale
Incremento di ricavo ottenuto dalla vendita di
un incremento di quantità
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49
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo:
Costo marginale
Incremento di costo sostenuto per produrre
un incremento di quantità
50
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
Condizione 1 di ottimo:
Profitti
dR/dq = dC/dq
Uguaglianza
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51
p è dato per l’impresa
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo:
p*
52
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
p è dato per l’impresa
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53
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
I costi fissi marginali sono nulli
54
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
Costi marginali variabili dCV/dq
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Profitti
d2R/dq2 < d2C/dq2Condizione 2:
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
56
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
d2R/dq2 < d2C/dq2Condizione 2: dp*/dq
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57
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione 1 di ottimo: p*
d2R/dq2 < d2C/dq2Condizione 2: 0
58
Profitti
Ricavi: R = p·q
Costi: C = CF + CV(q)
Profitto: ΠΠΠΠ = R – C
Massimo profitto 1°: dR/dq – dC/dq = 0
Massimo profitto 2°: d2R/dq2 – d2C/dq2 < 0
dR/dq = dC/dqCondizione di ottimo: p
d2R/dq2 < d2C/dq2Condizione 2:I costi marginali dell’impresa devono essere crescenti
0
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Costi marginali
Motivazioni per supportare una funzione crescente dei costi marginali:
produttività del lavoro decrescente per affaticamento crescente dei lavoratori e disfunzioni organizzative nel processo produttivo
usura crescente dei macchinari, guasti e costi aggiuntivi di manutenzione
costo del lavoro straordinario maggiore di quello contrattuale e salari maggiori per turni notturni
60
Impresa in concorrenza perfetta
Piano
cartesiano
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61
Impresa in concorrenza perfetta
p c
p = prezzo di mercato
c = costi unitari
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p = prezzo di mercato
c = costi unitari
q = quantità
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
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63
Impresa in concorrenza perfetta
q
p cdC/dq
I costi marginali devono essere crescenti
64
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
Il prezzo di equilibrio è dato dal mercato
dC/dq
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65
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
Max ΠΠΠΠ
dC/dq = p*
q*
66
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
Quantitàottimale(equilibrio dell’impresa)
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67
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
Costo medio
c = C/q
68
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
(dC/dq – C/qq=
Costo medio
c = C/q
<>0
Dividiamo per q
ddq
Cq
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69
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
(dC/dq – C/qq=
Costo medio
c = C/q
<>0
se dC/dq C/q<>
ddq
Cq
70
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
c = C/q
Costo medio
c = C/q
(dC/dq – C/qq= <
>0
se dC/dq C/q<
ddq
Cq
g8
Diapositiva 70
g8 slide 123/128 lo sfondo ha un colore differerente! sostituire il cerchio nero con le forme-curvaguardamagna; 27/03/2007
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Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
Costo medio
c = C/q
(dC/dq – C/qq= <
>0
se dC/dq C/q>
ddq
Cq
g9
72
c = C/q
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
Costo medio
a forma di U
Diapositiva 71
g9 slide 123/128 lo sfondo ha un colore differerente! sostituire il cerchio nero con le forme-curvaguardamagna; 27/03/2007
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73
c = C/q
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
c* = C/q*
74
c = C/q
c* = C/q*
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
COSTI
C = c*q*
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75
c = C/q
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
RICAVI
R = p*q*
c* = C/q*
76
c = C/q
c* = C/q*
Impresa in concorrenza perfetta
q
p c
p*
dC/dq
q*
ΠΠΠΠ = R – C = max
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Costi nel lungo periodo
Nel lungo periodo anche i costi del capitale e dell’organizzazione non sono più fissi, in quanto tutti i fattori variano con l’espansione della capacità produttiva:
costi medi decrescenti nel lungo periodo vengono motivati con l’esistenza di economie di scala
costi medi crescenti nel lungo periodo vengono motivati dall’insorgenza di diseconomie manageriali
costi medi a U nel lungo periodo possono scaturire dall’effetto combinato dei due effetti precedenti
78
Costi nel lungo periodo
q
c
Economie di scala
Economie di scala e diseconomie manageriali
Minimo costo
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Costi nel lungo periodo
q
c
Economie di scala
Economie di scala e diseconomie manageriali
Dimensione ottimale
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
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Sommario della lezione
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria classica:
l’aumento di produttività è il motivo che induce il trasferimento di attività dal mercato all’impresa
secondo Smith per motivi di efficienza (divisione del lavoro in fabbrica)
secondo Marx per controllo del processo produttivo (sfruttamento del lavoro)
secondo Knight per diversa propensione al rischio dei soggetti (lavoratori avversi e imprenditori neutrali), per cui gli imprenditori sono autorizzati ad appropriarsi del profitto (premio per il rischio)
82
Sommario della lezione
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria neoclassica: il mercato
la domanda dei beni da parte dei consumatori èfunzione decrescente del prezzo di mercato
l’offerta dei beni prodotti delle imprese è funzione crescente del prezzo di mercato
l’equilibrio si verifica in corrispondenza di un prezzo che assicura l’uguaglianza fra domanda e offerta
il disequilibrio viene eliminato da meccanismi di convergenza all’equilibrio, mediante il banditore o l’aggiustamento della produzione delle imprese
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Sommario della lezione
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria neoclassica: l’impresa concorrenziale
il mercato determina i prezzi di equilibrio (p = p*)
l’impresa atomistica è price taker sui mercati del prodotto e dei fattori produttivi
perfetta conoscenza dei prezzi di mercato
obiettivo: max profitto, dati i prezzi e la tecnologia
uguaglianza fra costi marginali crescenti e prezzo
economie di scala e diseconomie manageriali determinano la dimensione che minimizza i costi
max ΠΠΠΠ ⇒⇒⇒⇒ dC/dq = p* ⇒⇒⇒⇒ d2C/dq2 > 0 ⇒⇒⇒⇒ q = q*
84
Verifica di apprendimento della lezione
Teoria classica e neoclassica dell’impresa
La teoria classica
La teoria neoclassica: il mercato
La teoria neoclassica: l’impresa concorrenziale
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo
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