Download - Alias de Il Manifesto - 25.05.2013

Transcript
  • CHETI PASSA

    FULL IMMERSION

    Alla kermessedegli oggettiinvendibili.Con dolci per tutti

    di A. DI. GE.

    Certo, non si pu negare che questa edizionedella Biennale sia in odore di santit. Per la primavolta, sbarca a Venezia il padiglione del Vaticano,750mila euro per il suo allestimento (molti gli sponsorevidentemente poco spirituali, altrimenti si sarebberointeressati al restauro di qualche bene ecclesiasticosparso per il territorio, no?). E poi c il giovane curatoreMassimiliano Gioni che ha preferito spingere glispettatori verso la spiritualit, con un nume titolaremisterioso come Jung a guidare la rotta. Litinerario fraArsenale e Giardini costellato di presenze eccentriche- autodidatti, emergenti mai emersi, figure bordeline.Eccolo allora il suo Museo immaginario rubato,nellidea, allincompiuto archivio del genere umanoredatto da un illustre sconosciuto comeMaurizioAuriti. Gioni lha ripescato a New York, nelle teche delFolk Museum. Medium, veggenti e maestri ormaidefunti sintrecciano in Laguna, tutto si confonde, vip

    della scena internazionale e riti apotropaici degliaborigeni. Laugurio una deviazione dalla lista di chiconta e un cammino parallelo a quello delle potentigallerie. Il mercato, per, onnivoro. E amaappropriarsi di tutto, Art Brut, disagio mentale, outsider,scarabocchi, mondi alieni.... Difficile tenerlo fuori da unbanchetto come la Biennale, nonostante i presupposticuratoriali. Basta saperlo.

    Questanno, comunque, il timone tutto italiano.Scelta di sobriet, con un occhio alla storia e uno alpresente, in un procedere a coppia e per generazionidiverse, quella operata dallaltro curatore di punta: arappresentare il Belpaese, impigliato nelle nefandezzedella politica attuale, c Bartolomeo Pietromarchi con isuoi quattordici artisti. Un compito molto arduo, il suo.Ha cominciato con lo smarcarsi dal ricordo del passato,mettendo al bando il bazaar incongruo di due anni fa.Un consiglio extra percorso canonico? Non perdete ilpadiglione dellIraq. Da Baghdad gli artisti, bombardatie calpestati da un occidente avido, hanno deciso di darenutrimento e offrire riposo al viandante. Portano unapasticceria a Venezia e cucinano i loro dolci tradizionaliper tutti. Una lezione di vita.

    SOGNA

    LA55/MAMOSTRA INTERNAZIONALEDELLA BIENNALEDI VENEZIASCARTA LACRISI, SBEFFEGGIAILMERCATOE SI AFFIDAALLA

    MAGIA. UNA SCHIERADI ARTISTIMEDIUM INVADE LA LAGUNA. PERDIMENTICARE

    I GIOCHI FINANZIARI, MEGLIOATTINGEREALLE PROPRIE VISIONI E ALLUCINAZIONI

    GIONI JAAR DELLERMANDERS ALMARCEGUI OJEIKEREGALEMBO ZAATARI CUBA VENEZUELA INDONESIA IRAQ

    CHAMPIONS LEAGUE ALLA TEDESCA

    COVER ART SIMON FRITH, INTERVISTA

  • (2) ALIAS25 MAGGIO 2013

    Idealmente, si cominciacon il Libro Rosso di Junge si finisce con la culturadigitale. Uninversione totale

    di ARIANNA DI GENOVA

    Accade, nei giorni cheprecedono linaugurazione dellaBiennale di Venezia, di sentirsi gisatolli, vittime di una disfunzione dabulimia. Il titolo della 55/ma Mostrainternazionale, curata daMassimiliano Gioni, poi, non aiutadi certo: Palazzo enciclopedico. Sarfaticosissimo stargli dietro, dunque.Per poi capita di ascoltare le paroledel direttore quarantenne e divenire a patti con il suo entusiasmo.A una manciata di giorni dalvernissage, non rimastoschiacciato dalla potenza di unmonumento in fieri che vorrebbearchiviare il mondo e proiettarlooltre la terra, verso il cielo. Credefermamente nel suo progettoanomalo e appare consapevoleanche del fatto che nonmancheranno i tiri incrociati inLaguna. Ma lui abituato a fare dabersaglio, la sua palestra stato conMaurizio Cattelan. Cos, nonsembra affatto spaventato.

    Una Biennale dal saporeantropologico...E larte?Il mio lavoro ha preso comeriferimento il libro dello storicodellarte tedesco Hans BeltingAntropologia delle immagini che, insostanza, suggerisce analisi in cui leopere darte possono essere viste indialogo con altre forme creative. Aifini della mostra, significa che vieneconfermata unidea che incoraggi apresentare opere darte picanoniche insieme ad altre prodotteda outsider e autodidatti. Ad aprire ilpercorso c la figura simbolica diJung con il Libro Rosso: certamentenon un artista professionista, maha realizzato una cosmologiapersonale con immagini comepratica del s. Mi affascinavano isedici anni di dedizione alle suevisioni. Jung ha dato luogo a unoggetto unico, segreto, che fino al2009 era custodito con gelosia. Nonvoleva che venisse frainteso edistruggesse i presupposti scientificidel suo lavoro.

    La provenienza di molte operenon canonica, gallerie, museietc. stato difficile il lororeperimento?Non stato facile, alcuni li horeperiti al Folk Museum di NewYork (come il modello di Auriti delPalazzo Enciclopedico), altri dalmuseo di Storia Naturale di Parigi,vedi le pietre di Roger Caillois(francese, nato nel 1913, morto nel1978, ndr). Naturalmente, non c

    nessun interesse finanziario o dimercato nel presentare questo tipodi oggetti. Il mio obiettivo eracancellare dalla Biennale quellideache fosse una top 100 o top 10, unasorta di consigli per gli acquisti.Non ho cercato un presunto gothadegli artisti. Il mio percorso sicostruisce nello spettatore comeuna esplorazione superiore, chetravalica la particolare visione dellesingole opere. Limmagine vieneinterrogata come strumento delsapere, deve creare una relazionecon limmaginario.

    Esiste per un rischio in questaoperazione. Si potrebbepasseggiare, per esempio, fraopere brutte, di scarso interesse... bandita lidea che le opere sianostate scelte per la loro qualit;piuttosto, sono state selezionate perla loro narrazione e intensit, perlintrinseca capacit discompaginare e sottoporci alnuovo. Lo stesso libro-oggetto diJung potrebbe essere considerato diun conservatorismo estremo,sembra quasi un manoscrittomedievale. Il fatto che lui lavesseiniziato nel 1913, presentava unacoincidenza felice: loutsider Jungmi ha fornito un sostegno per poterincludere figure marginalizzate,anche artisti cresciuti in istituzionitotali. Aiuta a guardare alle loroproduzioni senza romanticismiUn altro cardine della mostra,

    anche se un concetto banale, che lessere umano un produttoredi immagini. lunico animale aquanto sappiamo che possiededentro di s gi le immagini, gliarchetipi. Il filone degli artistimedium rimanda a questo aspetto.Molti di loro asserivano di esserespinti a realizzare i loro manufattida presenze sovrannaturali,ultraterrene, forze esterne da s. Noistessi, in fondo, siamo tutti deimedia, il cervello il primo mediumche conosciamo, un mediumpre-tecnologico. La parolaimmagine gi di suo legata alcorpo. Imago la mascheramortuaria, archetipica. La sezioneche cura, dietro mia richiesta, Cindy

    Sherman tutta basata sul ritratto esulla autorappresentazione.

    C percorso ideale ?S, idealmente la mostra cominciacon il Libro Rosso di Jung e finiscecon la cultura digitale. Opera unrovesciamento del procederecomune, una inversione totale. Sitratta di riconoscere fuori di noiqualcosa che assomigli alleimmagini che avevamo gi dentrodi noi, un qualcosa di magico. Lanostra interiorit colonizzata dalleimmagini. La molteplicit di datiporta a una dissoluzione dellaidentit. Non c pi un io, masono tutti degli avatar, creaturesimili a ectoplasmi che colonizzanolinconscio. Non casuale che nellamia rassegna ci sia una cospicuapresenza del Surrealismo.

    Come risponde alla possibileaccusa di una fuga dalla realt ?Rispondo con Elio Vittorini: non sisuona il piffero alla rivoluzione.

    Questo intellettuale ci ha insegnatoche la sovversione dei codici arisuonare, anche in altre forme.Avevo pensato a una mostra sul la

    massa e il dissenso. Per misembrava fosse gi stata realizzata per esempio, di Berlino e temevodi cadere nellillustrazionedellattualit. Ho avvertito lanecessit di guardare dentro unospettro pi alto.Il Surrealismo era unideale

    anticipazione delle mie tematiche euna trasformazione della realtattraverso il sogno. Pu sconfinarein operazioni nostalgiche: Breton eBataille si accusavano lun laltro diessere criptofascisti. Ancheloccultismo pu essere attaccato.Ma per me, la trasformazione eraun principio di emancipazione,anche rispetto ai toni che haassunto la politica. Interrogarsi suchi veramente dentro e chi fuori,chi outsider e chi insider misembrava un aspetto pi politico ditanti altri.

    IL PALAZZO ENCICLOPEDICO DELLA 55/MA BIENNALE

    IN LAGUNALoccultismo?megliodella top ten

    OCCHIO AI PADIGLIONI

    Da Anri Sala a Kimsooja,daWeiwei a Vasconcelos

    OUTSIDER E INSIDERLA DICOTOMIA DELLARTE

    Occhio ad alcuni padiglioni,disseminati fra Giardini, Palazziantichi e le strette calli di Venezia.La caccia non sar facile, mapromette alcune sorprese. Se lItaliacon Vice Versa di BartolomeoPietromarchi accoglier il visitatoreal centro dellArsenale, in una speciedi cavalcata fra storia e presente,mescolando generazioni eprovocazioni ( una sorta disumma in soggettiva che vedeBaruchello, Paolini e Ghirriprocedere insieme a Benassi, Arena,Xhafa, Vitone, Maloberti), da nonperdere c anche - sempreallArsenale - lArgentina: quilartista Nicola Costantino tributaun omaggio ad Eva Pern, una dellepi importanti figure femminili nellastoria del suo paese. Due potentiinstallazioni ritrarranno Evita.Vedremo se sapr surclassare laprova (cinematografica) diMadonna. Ai Giardini, oltre a Deller(Gb), pausa nel padiglione francesecon lalbanese Anri Sala, in quellodella Corea con Kimsooja, mentre laGermania sfodera lasso Ai Weiwei,Costa Rica Priscilla Monge (a CaBonvicini, santa Croce), lAmericaSarah Sze e il Giappone Tanaka.Leone doro virtuale alla portogheseJoana Vasconcelos con il suopadiglione fluttuante ricoperto diazulejos.

  • (3)ALIAS25 MAGGIO 2013

    di ALFREDO JAAR

    In seguito alla creazione dellaBiennale di Venezia nel 1895, paesie architetti sono stati invitati acostruire i primi padiglioni stranieri,che erano stati scelti fin dal 1907.Una selezione questa che riflettevalordine monarchico del tempo. Pidi cento anni dopo, tutto il mondodella cultura si riunisce a Veneziaogni due anni e si adatta alla suastruttura antiquata.Straordinariamente, la Biennaleancora comprende solo 28padiglioni nazionali ai Giardini,costringendo tutti gli altri paesi acercare, dentro al labirinto diVenezia, uno spazio in affitto a costivertiginosi. vero che i paesipossono affittare uno spazio inqualche altro posto per far esporre iloro artisti. Ma cosa ci raccontalarchitettura dei Giardini? Ribadiscechiaramente un vecchio, obsoletoordine che non corrisponde allarealt attuale. E per un artistaafricano che si trovi a visitare iGiardini, per esempio, la totaleassenza di un singolo padiglionededicato a un qualsiasi paeseafricano comunica in modoevidente ci che il cosiddettomondo occidentale pensa dellAfricao della sua cultura: semplicementeche non esiste.Il mio progetto consiste nel

    creare, allinterno del Padiglione delCile (uno spazio affittato allinternodell'Arsenale), una utopia in cuisono stati abolite le vecchiegerarchie globali. un invitopoetico per indurre a ripensare ilsistema dei padiglioni nazionali.Con Venezia, Venezia cerco disuggerire che lattuale modello dellaBiennale un fantasma che vienedal passato. Cos, il Padiglione delCile trasforma se stesso in unterreno concettuale di nuovepossibilit, offrendo lopportunitstorica per una rinascita. I visitatoridiventano testimoni di un nuovo

    ordine ricreato, unutopia cheriflette lestrema fluidit dellacultura internazionale del mondocontemporaneo, liberato dallarigidit arcaica delle antiquatestrutture utilizzate per la Mostra.Mettere in discussione il modello

    di Venezia significa riconoscere che

    viviamo in unmondo differente daquello del 19/mo secolo. In dialogocon lincarnazione di una fantasiastorica poi la rappresentazione diun altro momento culturale: unlightbox sospeso del 1946 contienela fotografia in bianco e nero diLucio Fontana mentre visita il suostudio di Milano in rovina, dopo ilsuo ritorno dalla natia Argentina,alla fine della seconda guerramondiale. Nel richiamare allamente il passato, questa immaginefa scattare un flashback: riporta adunmondo che emergeva daldisastro del conflitto, lo stesso cheanche la cultura sub cosseveramente. Tuttavia, neldopoguerra, molti artisti italiani - tracui, per le arti visive Fontana, per ilcinema Rossellini, Visconti e DeSica, Moravia, Pavese e Ungarettiper la letteratura e tanti altristraordinari intellettuali hannodimostrato di essere in grado disuperare anni di isolamento e didevastazione e di saper reintrodurrela cultura italiana nel mondo. Pocotempo dopo, emerse un altroeccezionale gruppo di artisti:Antonioni con il suo cinema,Bertolucci e, naturalmente, Pasolini.In pi, artisti come Pistoletto, Boetti,Calzolari e innumerevoli altriilluminavano la scena culturaledellItalia e del mondo.

    La cultura, infatti, puinfluenzare il cambiamento.Venezia, Venezia rivela una cittancora ossessionata dai suoifantasmi che includono non solo iconflitti bellici del passato e i loroleader, ma anche una defuntaarchitettura. Proprio come laricostruzione seguita alla guerra, lacreazione di un nuovo ordine qualcosa di realizzabile, per laBiennale e per lItalia. LucioFontana e gli altri ci hannoinsegnato che le possibilit ditrasformazione e progresso sonoreali. Venezia, Venezia unmalinconico invito a pensare comele istanze contemporanee,composte dalla nuova complessitdelle reti globali, possano essereadeguatamente rappresentate su unpalcoscenico planetario. Vieneesaminata la capacit di unastruttura rigida e fondata sulladivisione - quale la Biennaleattuale - di adattarsi allo statotransnazionale della cultura,sottolineando limportanza delladiversit e lo straordinariopotenziale di una democraziaculturale.Sono stato invitato a partecipare

    alla sezione Aperto della Biennale diVenezia nel 1986. stata la primavolta in cui un artista dellAmericaLatina veniva chiamato a far partedella Mostra internazionale. Sarsempre molto grato a Achille BonitoOliva e a Thomas Sokolowski perquellinvito che cambi la mia vita.Il titolo della rassegna gi dicevatutto: Aperto. Era una generosaapertura della Biennale ad artisticomeme che, fino ad allora, eranoconsiderati periferici. Tutto ciera avvenuto tre anni prima diMagiciens de la Terre, la mostra che,a detta di molti osservatori, mut ilvolto dellarte contemporanea.Unamattina, durante

    linstallazione del mio lavoro inArsenale, ho cominciato a pensareallarchitettura dei Giardini e acome questa non riflettesse ilmondo in cui vivevo. CredoVenezia, Venezia sia nata in quelmomento preciso.

    CILE LARTISTA SPIEGA LA SUA PARTECIPAZIONE

    Linsegnamentodi Lucio Fontanaper archiviareun passato dark

    In copertina, Ali Kazma,Resistance, 2013, videostill. Lartista rappresentala Turchia (pad. Arsenale)

    GERENZAI visitatorisaranno testimonidi un nuovoordine che riflettela fluiditdella culturainternazionale,liberatadalla rigiditdi antiquatestruttureper la Mostra

    Il manifestodirettoreresponsabile:Norma Rangeri

    a cura diSilvana Silvestri(ultravista)Francesco Adinolfi(ultrasuoni)

    con Roberto Peciola

    redazione:via A. Bargoni, 800153 - RomaInfo:ULTRAVISTAe ULTRASUONIfax 0668719573tel. 0668719557e [email protected]://www.ilmanifesto.it

    impaginazione:il manifestoricerca iconografica:il manifesto

    concessionaria di pubblicit:Poster Pubblicit s.r.l.sede legale:via A. Bargoni, 8tel. 0668896911fax [email protected] Milanoviale Gran Sasso 220131 Milanotel. 02 4953339.2.3.4fax 02 49533395tariffe in euro delleinserzioni pubblicitarie:Pagina30.450,00 (320 x 455)Mezza pagina16.800,00 (319 x 198)Colonna11.085,00 (104 x 452)Piede di pagina7.058,00 (320 x 85)Quadrotto2.578,00 (104 x 85)posizioni speciali:Finestra prima pagina4.100,00 (65 x 88)IV copertina46.437,00 (320 x 455)

    stampa:LITOSUD Srlvia Carlo Pesenti 130,RomaLITOSUD Srlvia Aldo Moro 4 20060Pessano con Bornago (Mi)

    diffusione e contabilit,rivendite e abbonamenti:REDS Rete Europeadistribuzione e servizi:viale BastioniMichelangelo 5/a00192 Romatel. 0639745482Fax. 0639762130

    LUTOPIA PERDUTA UNA EMERGENZACosa successo negli ultimi 40 anni? Cosa ha funzionato ecosa no, cosa sparito? Quando ha cominciato a cambiare ilmondo? Nel 1973? Nel 1989? Quando morta la imagination aupouvoir, nel 1968 o nel 2012? O il primo gennaio 2013? Se unfantasma attraverser la mostra, questo sar quello di un mortosenza nome. Il padiglione organizzato dallartista e attivistaperuviano Jota Castro - sede Teatro Fondamenta Nuove - ha untitolo che gi un programma: Emergency Pavilion: Que No MeOlviden, Rebuilding Utopia. L idea di utopia, infatti, ha a che farecon forme diverse di pensiero riguardanti un mondo migliore, e la

    possibilit anche dellarte di contribuire ad immaginare una societdiversa. Se larte, durante tutta la sua storia, si caratterizzata comerappresentazione, ma anche immaginazione del reale, questoprogetto si incentrer sulle pratiche che pongono laccento sulcambiamento e sulla riorganizzazione degli assetti del potere.Di grande interesse la rosa degli artisti invitati ad esporre: Ella deBurca (Irlanda), Jota Castro (Francia/Per, che anche il curatoredella rassegna), Patrick Hamilton (Cile), Emily Jacir (Palestina),Cinthia Marcelle (Brasile), Teresa Margolles (Messico), WilfredoPrieto (Cuba), Santiago Sierra (Spagna), Jorge Tacla (Stati UnitidAmerica/Chili)

    In alto, il Libro Rossodi Carl Gustav Jung,1915-1959;al centro, il modellodel PalazzoEnciclopedicodi Marino Auriti(American Folk ArtMuseum, NewYork); a sinistra,Marisa MerzSenza titolo,2004 (foto di PaoloPellion) e il curatoreMassimiliano Gioni;qui accantoYuri Ancarani,Da Vinci. A pag, 3Lucio Fontananel 1946 visitalo studio distruttodai bombardamentia Milano (archivioFarabola)

  • (4) ALIAS25 MAGGIO 2013

    Il curatore del Palazzo Enciclopedico ha invitato CindySherman a organizzare una mostra dentro allitinerario generale. qui che troviamo le maschere di Galembo, mentre poco pi in lci sono le acconciature rituali del nigeriano Okhai Ojeikere

    di MANUELA DE LEONARDIS

    Quale spazio concessoallimmaginazione, al sogno, allevisioni e alle immagini interiori inunepoca assediata dalle immaginiesteriori?, si chiede MassimilianoGioni, curatore della 55/ma Biennaledi Venezia. Una domanda aperta asvariate risposte, tante quante ledeclinazioni del linguaggiofotografico in ascesa nello scenariodellarte contemporanea. Anche nelPalazzo Enciclopedico di Gioni c,infatti, molta fotografia. Una chiavedi lettura sollecitata proprio dallostesso criterio di catalogazione che alla base della mostra,accompagnato da un approcciosistematico e razionale che nonazzera lemozione, la curiosit, lameraviglia. Esattamente questo ilpunto di vista di Cindy Sherman che,su invito del curatore, introducenella sua wunderkammerpersonale le Masquerade dellAfricaOccidentale di Phyllis Galembo (NewYork 1952). dal 1985 che Galemboporta avanti anche in veste dicollezionista il suo progetto suifancy dresses, gli abiti indossati perle occasioni speciali: maschere tribaliafricane, ma anche costumi dicarnevale haitiani o maschere diHalloween.Maske (2010) anche lasua ultima produzione editoriale. Lafotografa sempre munita della suainseparabile Hasselblad, del taccuinodove annota sogni minimo dettaglioe dalle forti lampade che impiega perottenere quelle foto dai colorisaturati che sono la sua cifraespressiva. Sono particolarmenteinteressata agli indumenti realizzaticonmateriali della natura cometerra, foglie e paglia spiega . Tuttele immagini sono state scattate sulposto, anche se a prima vistasembrano fatte in studio. Ogni cosa originale, dagli indumenti agliaccessori. Giro munita di una sortadi studio portabile con le luci, ungeneratore e cerco sempre un muro,o comunque un fondale neutrale.Avere assistenti del posto mipermette di entrare con pi facilitin relazione con i locali, superandospesso la loro reticenza. Chiedo allagente di posare indossando i lorocostumi tradizionali. Non si vedemai il volto, perch in questocontesto non importante lidentitdella persona, ma il suo ruolosociale. Molte maschere, infatti, sonocollegate a divinit, riti o celebrazioniparticolari.Rimanendo in tema di

    catalogazione e celebrazione in unambito che oscilla tra rito e moda,nel Palazzo Enciclopedico troviamo ilcelebre fotografo africano J.D. OkhaiOjeikere (Ojomu Emai, Nigeria 1930),interprete della propria culturaattraverso un lavoro sistematico sulleacconciature iniziato nella secondamet degli anni 70. Anche inNigeria, come in tutto il continenteafricano, le acconciature femminilisono delle vere e proprie architetturein cui, oltre ai giochi di forme,sintrecciano significati che sfuggonoallo sguardo occidentale.Fotografando quotidianamente instrada e durante le feste OkhaiOjeikere ha raccolto oltre un migliaiodi immagini che rivelano anche unlegame fortissimo con la tradizionedellarte scultorea del suo paese.Tutte queste acconciature sonoeffimere - afferma - Voglio che le miefotografie ne siano tracce notevoli.

    Ho sempre desiderato registrare imomenti di bellezza, conoscenza.Larte vita. Senza larte, la vitasarebbe congelata. Parole che nelsuo libro J.D. Okhai Ojeikere.Photographs (2000) accompagnanole annotazioni di ogni singolodettaglio, raccontando il momento incui lacconciatura stata realizzata, ilmotivo, la situazione.Sostenitore del valore delle piccole

    cose che danno senso alla scansionedella quotidianit, Luigi Ghirri(19431992) tra i massimi interpretidella fotografia di paesaggio di cui un manifesto il suo progetto Viaggioin Italia (1984). Luoghi reali quellifotografi da Ghirri, con un approcciointellettuale che nel padiglione Italia,curato da Bartolomeo Pietromarchi,dialogheranno in una delle settestanze con il lavoro di Luca Vitone.La fotografia un complesso sistemacon cui relazionarsi con il mondoper il fotografo emiliano, nel quale ilsegno di chi fa fotografia, quindi lasua storia personale, il suo rapportocon lesistente, s molto forte, madeve orientarsi, attraverso un lavorosottile, quasi alchemico,allindividuazione di un punto diequilibrio tra la nostra interiorit - ilmio interno di fotografo/persona - eci che sta allesterno, che vive al difuori di noi, che continua a esisteresenza di noi e continuer a esistereanche quando avremo finito di farefotografia, come leggiamo in LuigiGhirri. Lezioni di fotografia (2010).

    Filmmaker, fotografo evideoartista, il libanese AkramZaatari (1966) lartista scelto daicuratori Sam Bardaouil e Till Fellrathper rappresentare il suo paese.Co-fondatore dellArab ImageFoundation Zaatari esplora ledinamiche socio-politiche delmedioriente (conflitti visibili einvisibili) attingendo costantementealla memoria. Una memoriapersonale che diventa patrimoniocollettivo. Il passato, conservato madecisamente non archiviato, ilponte per cercare di destreggiarsi nelpresente e guardare al futuro.

    Soggetti differenti, personaggi efigure che, in passato, ho affrontatonel mio lavoro nonmi hanno mailasciato sostiene Zaatari - Spessoriappaiono nella mia vita e trovanola loro strada per riemergere in altreopere successive. Abitanototalmente la mia immaginazione emi fanno capire che si riferiscono almio lavoro in un teatro di possibilitillimitate. Un teatro in cui glistranieri provenienti da mondidiversi si ritrovano sul palco faccia afaccia.Per il fotografo Franck Abd-Bakar

    Fanny (Abidjan, Costa dAvorio,

    1970) che espone nel padiglione dlsuo paese (al debutto in Laguna), sitratta invece dellesatto contrario: lui lo straniero che si ritrovacatapultato in scenari diversi elontanissimi, geograficamenteparlando. Ogni immagine checattura un tassello del puzzle che la sua vita.Lapproccio autobiografico (nel

    1985 la guerra civile lo costringe alasciare il suo paese e da alloraemigra in diversi paesi, dal Canada alBahrain dove risiede attualmente) anche il punto di partenza per lanarrazione che Camille Zakharia(Tripoli, Libano 1962), fotografo eingegnere, costruisce, interpreta ereinventa utilizzando il collage, lafotografia documentaria e ilfotomontaggio. Linsiemecaleidoscopico di immagini, volti eluoghi (interni ed esterni), laproiezione metaforica di unidentitche si va delineando. Il suo portfolioCoastal Promenade, tra i lavoriconcepiti per Reclaim, primapartecipazione nazionale del Bahrainalla 12. Biennale di Architettura diVenezia, insieme a Bahrain UrbanResearch Team, LAPA e aMohammed Bu Ali hanno valso alpadiglione il Leone dOro nel 2010.Zakharia ora protagonista di In aWorld of Your Own con lartistaMariam Haji e la fotografa WaheedaMalullah (Bahrain 1978), con cui ilBahrain partecipa alla sua primaEsposizione Internazionale dArte.Malullah, la cui serie Light

    entrata a far parte della collezione difotografia contemporanea del BritishMuseum di Londra, porta a VeneziaA villager day out (2008). Con unanotevole giocosit e una innataironia lautrice esplora (ricorrendoanche al video e alla performance) iruoli e i clich nella societ islamica,mettendo a fuoco soprattutto imeccanismi di controllo sulla donna.La visione leggiadra e poetica di unafigura femminile di spalle, avvoltanel velo nero, con il braccio alzatoche agita i palloncini viola indirezione di un aereo sfrecciante nelcielo azzurro, nulla toglie alla forzadel messaggio.

    FOTOGRAFIA

    LOVEME LOVE MENOT

    I nuovi creativi? Sbarcanoanche dallAzerbaijan

    BIENNALE DI ISTANBUL: MOM, AM I BARBARIAN?

    Love Me, Love Me Not unaparticolare esposizione di artecontemporanea che propone inmostra i lavori pi recenti di diversiartisti provenienti da Azerbaijan,Iran, Turchia, Russia, e Georgia.Prodotta e supportata da YaratContemporay Art, organizzazioneno profit per l'arte con sede a Baku,e curata da Dina Nasser Khadivi. Larassegna sar aperta al pubblicodall'1 giugno al 24 novembre pressola Tesa 100 dell'Arsenale Nord. Fragli artisti che espongono:dallAzerbaijan Faig Ahmed,Rashad Alakbarov, RashadBabayev, Ali Hasanov, FaridRasulov, Orkhan Huseynov, SitaraIbrahimova, Aida Mahmudova;Afruz Amighi (Iran), KutlugAtaman (Turchia), Shoja Azari(Iran),Mahmoud Bakhshi (Iran), AliBanisadr, (Iran), Taus Makhaceva(Russia), Farhad Moshiri (Iran),Slavs & Tatars (Eurasia) e IlikoZautashvili (Georgia).

    ORIENTARSI FRA GLI SCATTIPERCORSOAZIG ZAG

    Un caleidoscopioche filtra il mondo

    Mom, am I barbarian? il titolo della 13ma Biennale di Istanbul (14 settembre -10 novembre). A cura di Fulya Erdemci, ha gi al suo attivo un denso publicprogramme che funge da piattaforma di confronto. La lista degli artisti non ancorastata resa nota, ma al centro della kermesse sar la nozione di dominio pubblico.Secondo Erdemci, da qui devono generarsi le idee e sviluppare pratiche che mettono indiscussione le forme contemporanee della democrazia, sfidando i modelli attuali dellapolitica socioeconomica. Da problematizzare la dicotomia di civilt e barbarie, ilbarbaro infatti non pu essere il riflesso dellaltro assoluto. Per Erdemci, larte hatutto il potenziale - destabilizzante rispetto al modello imperante - per costruire nuovesoggettivit, trovando spazi anche per gli esclusi. La Biennale di Istanbul attiver unimpegno sociale attraverso una serie di forum pubblici cos da concedere una possibilitper ripensare il concetto di dimensione pubblica. La 13/ma edizione della rassegnauser gli edifici pubblici, lasciati temporaneamente vacanti dalla trasformazione urbana,come sedi espositive. Saranno inclusi edifici pubblici come tribunali, scuole, strutturemilitari o gli uffici postali, gli ex nodi di trasporto come stazioni ferroviarie, sitiex-industriali quali magazzini, cantieri navali, nonch Piazza Taksim e Gezi Park. Inoltre,lurbanistica attuale, i suoi non luoghi - come centri commerciali, alberghi e ufficiotorri residenziali - sono stati considerati come siti che possano contenere degliinterventi artistici.

  • (5)ALIAS25 MAGGIO 2013

    di F. FRA.

    Per la prima volta lIndonesia ha unproprio padiglione alla Biennale. Sintendeprima volta in assoluto ai Giardini veneziani.Perch, gi 10 anni fa a Palazzo Malipiero ilgrande paese asiatico fece la sua comparsa efu unapparizione segnata dal lutto. Gliartisti convocati allora erano ancora scioccatidal grave attentato a Bali dellannoprecedente. Oggi, il panorama culturaleindonesiano totalmente cambiato. Ilprogetto presentato gi dal nome, Shakti(spicciamente tradotto dal sanscrito conenergia creativa, primigenia, cosmica,unione del divino con il femminile),introduce unmondo ben diverso da quellotragicamente rappresentato del 2003. Gliartisti prescelti sono cinque, pi ilcompositore Rahayu Supanggah, ognunocon la propria specificit materiale(ceramica, bamboo, legno) o immateriale(immaginari comix-pop a braccetto con glispiriti del luogo), ma uniti da quellaglocalit come sottolinea Achille BonitoOliva, commissario aggiunto del Padiglione -che accetta di dialogare con le proprie tradizioni e i linguaggi artistici piinnovati e sperimentali del mondo e sono: Albert Yonathan Setyawan, EkoNugroho, Entang Wiharso, Titarubi, e Sri Astari, lunica presenza femminile estraordinaria ricreatrice di antiche trame della tradizione di Giava. E vale lapena soffermarsi sia sul valore dei simboli delle sue architetture, il pendopogiavanese, sia sulla spazialit mnemonica dellintera opera, pi prossima aduneuropeit di ritorno, con il ricorso, metaforico e trasfigurato, alle figureteatrali crudeli di Artaud (che proprio a Giava elabor le sua teoria pi celebree duratura). Anche Eko Nugroho opera sulla tradizione, ibridata per alleculture popolare altrui: il risultato la costruzione di feticci post-human di raratensione emotiva. In Yonathan, Wiharso e Titarubi leclettismo dei loroassemblaggi getta un ponte naturale sulle cose delluomo in perenne ricercadi concordia con la Natura. Dunque, sono tutte interrogazioni che si spalmanosulla contemporaneit - come dichiara ancora Bonito Oliva - dovute allattualesituazione di sviluppo della societ indonesiana, sia in termini di identit cheeconomici e sociali. Linventore della Transavanguardia aggiunge che tuttoquesto sinnesta in un tessuto economico favorito anche dalla tolleranzareligiosa. Il Paese a maggioranza mussulmana, che per ha un atteggiamentomoderato, di grande apertura, dichiarata e praticata, sulla coesistenza sociale.

    di TERESA MACR

    Il padiglione britannico di questaedizione della Biennale veneziana sarsorprendente. Cos come una sorpresa(magnifica) stata la selezione di JeremyDeller, da parte del British Council, comeartista rappresentativo. Il primo a essereincredulo stato lartista stesso che in unaintervista al magazine Interview rilasciavalapidariamente: Non credo di esserelartista ideale per rappresentare la nazione,ma se pensano che sia adatto, ok. Ilpadiglione curato da Andrea Rose. JeremyDeller (Londra, 1966) ha studiato storia

    dellarte al Courtauld Institute e alla SussexUniversity. Dopo aver conosciuto AndyWarhol nel 1986 ha vissuto per duesettimane alla Factory newyorkese.Anticonformista e volatile nella suaiscrizione estetica, sicuramente lartistainglese che pi ecletticamente e criticamenteha concatenato una ricerca sullidentitnazionale. Basti pensare al re-enactment TheBattle of Orgreave del 2001, in collaborazionecon il regista Mike Figgis, film chericostruisce i tumultuosi avvenimenti inglesiaccorsi nel Sud del Yorkshire nel 1984quando il National Union of Mineworkersand in sciopero e la Thatcher invi ottomilapoliziotti in assetto antisommossa, a cavalloe armati di manganelli, a sbaragliare unpicchetto, provocando 700 feriti,smascherando persino le veline dei media diregime, legati al governo conservatoreliberista. Deller riconosce nello sciopero deiminatori e nel fenomeno dellAcid House idue grandi movimenti di massa che hannoconnotato il volto della storia sociale inglesenel passaggio. A essi dedica The History ofthe World, elaborazione in forma didiagramma delle connessioni fra gruppisociali che si interconnettono fra loroformando il paradigma del tempo. Il lavoro presentato nel 2004 alla Tate Britain, nellamostra dei finalisti del Turner Prize che gliviene assegnato. Musica, comunit sociali,arte popolare, processioni popolariconcatenano lanalisi netta e ironica chelartista, nel suo understatement circoscriveintorno alla nozione di Englishness nonper esasperato nazionalismo, anzi perscavarne la sua reale valenza. Linventivaformale e, spesso, la smaterializzazionedelloggetto, si avvale di dvd, cd, flyers,multipli, che descrivono lavori polisemici esorprendenti. Originalissimi come OurHobby is Depeche Mode, 2006, video giratodurante il tour dei Depeche Mode e dedicato

    al fenomeno del fandom, o Folk Art, archiviocollezionato insieme ad Alan Kane sullariappropriazione della nozione di folklore (intermini gramsciani) delle tradizioni popolariinglesi. E forgia il progetto free-form, It isWhat It is: Conversation About Iraq del 2009,programmato in un serrato forum didiscussione con esperti di guerra tra cui ilriservista Jonathan Harvey e il giornalistairacheno Esam Pasha. Lopera ideatasubito dopo lannuncio di Tony Blairriguardo laiuto militare inglese alla guerradel Golfo in Iraq. A fare da centro simbolico linstallazione di una macchina distruttanellattentato avvenuto a Bagdad il 5 Marzo2007 nella centralissima via di Al-Mutanabbi,dove risiedeva una storica libreria.Nellattentato persero la vita 35 persone. Lacarcassa molto simile alle sculture pressatedi un John Chamberlain (e in cui sottendelidea tra realt e finzione dellarte) vennefatta trasportare in 25 citt americane, poi,su volere dellartista, regalata allImperialWar Museums di Londra. Il tutto elaboratocon tecniche formali leggere, pop, spessosmaterializzate fino a far sparire loggetto. E,ancora pi azzardato ma stupefacente, ilriposizionamento del leggendario efiammeggiante personaggio di Adrian Streetdal fantastico mondo del wrestling al durocontesto delle miniere di carbone del SouthWales nel biopic So ManyWays To Hurt You(The Life and Times of Adrian Street) cheDeller realizza nel 2010. La bizzarra figuradellExotic Adrian Street sottende il transitodellInghilterra dellindustria pesanteallecomonia di servizio edellintrattenimento. Limmagine simbolicae distrofica, sembra raccordare laconnessione tra rivoluzione industriale enascita del British rock. Adrian, dietro la suaappariscente androginia e la sua immaginehyper-camp (molto simile a quella di LeighBowery), diviene lanello di congiunzione diuna molteplicit di collegamenti identitari esociali: in primis la sua immagine si incontracon fenomeni come il glam-rock e laperformance art, generati dalla culturalibertaria post-industriale. Quindi Processiondel 2009, il fantasmagorico progettopubblico realizzato a Manchester (per ilManchester International Festival e laCornerhouse) che coagula il rito tradizionaledella parata pubblica che la revisione delfolk. Un flusso di carri smaglianti e di gruppisociali che si riappropriano del cuorecittadino.Il progetto della Biennale giustamente

    top secret, ma da unamente cos ci si puaspettare di tutto.

    DA OCCIDENTE A ORIENTE

    INDONESIA

    Londa Shakti,armonia cosmicache rispettatutta la natura

    PADIGLIONE BRITANNICO

    Jeremy Deller,la sorpresadi una nazionerivisitatain tutti i suoianti-miti

    Musica, comunit sociali, tradizionipopolari, processioni e manifestazionidi piazza: sono questi i soggetti indagatidallartista per scatenare lironia

    A sinistra, in alto, Azari Shoja Hedjleh per lAzerbaijan; Dayanata Singh, ContinuousCities-House of Love (2010); Phyllis Galembo Cowboy - Tumus Masquerade Group Winneba Ghana, 2009 (Courtesy artista e di Steven Kasher Gallery); al centro, J.D. OkhaiOjeikere Aja Nloso Family 1980 (Courtesy artista e Andr Magnin MAGNIN-A);qui accanto, Jeremy Deller, Joy in People, dalla mostra alla Hayward Gallery di Londra, 2013;Sotto, nel Padiglione indonesiano, lopera della giavanese Sri Astari

  • (6) ALIAS25 MAGGIO 2013

    OLANDA, INTERVISTA A LORENZO DE BENEDETTI

    Centanni dopo Rietveldcon Mark Manders,per reinventare unidentit

    di FABIO FRANCIONE

    Lessenza dellidea del PalazzoEnciclopedico messo in atto daMassimiliano Gioni sembrapervadere e stordire i Padiglioninazionali. La dualit dichiarata dellaBiennale 2013, esposizione delcuratore da un lato e padiglionidallaltro, pare cos affrancarsinellesercizio analitico indirizzato dalLibro Rosso di Jung: lawunderkammer sognata per secoli,talvolta utopisticamente realizzataanche nel fallimento del dettatostorico delle avanguardieprimo-novecentesche, da artisti escienziati trova cos pienaconsapevolezza nelle odiernetecnologie multimediali. Presaquesta via le reciproche differenze,peraltro marginali nella globalitdellarte contemporanea e sulle qualipoggiano teorie oppositive eresistenti di ogni singolo artista ecuratore invitato, franano sullusospasmodico e ricercato di unlinguaggio comune che le medi eassottigli, e non le azzericompletamente. Ed questo il casodi due dei pi interessanti padiglioniospitati ai Giardini: lo spagnolo e ilturco. Affidati rispettivamente a LaraAlmarcegui e ad Ali Kazma, artistinati allinizio degli anni settanta.Dunque, la Spagna e la Turchia, duelembi dEuropa, estremi lunoallaltro, luno annichilito dallapropria decadenza, laltro teso aspandere la propria influenza sulMedio Oriente pi caldo e critico. Pienamente assimilato e allo stesso temposcisso tra i due respiri pi conflittuali del mondo, agisce con piglio militanteAli Kazma: la sua installazione multicanale, sovvenzionata dallIKSV,Resistance coglie in profondit il sentire storico della videoarte pi estrema esperimentale degli anni sessanta e settanta, non evita il dialogo con ilcosiddetto cinema-direct per porsi tra le punte pi avanzate e riflessivedellattuale covata mondiale di videoartisti. Pi di un anno di riprese, divisetra set cinematografici e teatrali (Parigi e New York) e location quotidianecome ospedali, carceri, scuole, laboratori medici allavanguardia, universit(Istanbul e la pi lontana Sakarya, Berlino, Losanna, Londra), e spese adindagare le strategie che regolano e disciplinano il corpo umano e comequesto possa essere proiettato al di l degli attuali limiti economici, sociali escientifici. Qui si gi oltre lio-s.p.a. di Peter Sloterdijk. Se per Kazma il corpo

    umano un tempio in cercadautore sottoposto ad ondetelluriche difficilmente definibili,Lara Almarcegui insegue conraffinata acribia creativa ambientidestinati a demolizione o giabbandonati per individuare tra lerovine pieghe narrative edesistenziali del passaggio umano e, alcontrario del collega turco, colloca lapropria opera esclusivamente aVenezia e nella Laguna. Cos spiega ilproprio progetto performativo Guidadi Sacca San Mattia: Il progettodella Guida una pubblicazione cheriguarda unenorme isola vuota aMurano, formata dalla bonifica delcanale, che pi tardi divent unadiscarica dellindustria del vetro diMurano e una costruzione dipietrisco; con i suoi 31 ettari, Sacca

    San Mattia la pi estesa superficievuota di Venezia ed il soggetto dinumerosi e meravigliosi progetti. Laguida spiega in dettaglio la storia,lambiente e i piani futuri dellarea,invitando il pubblico a conoscerelisola com adesso: un meravigliosoluogo, aperto a molteplicipossibilit.E il progetto parallelo al Padiglione

    spagnolo? C un grande impiantoche consiste nella demolizione delpadiglione, al cui interno vengono

    sistemati tutti i materiali utilizzatiper costruirlo: 500 m di cemento,calcestruzzo e mattone; 50 m dilegno; 15 m di sabbia; 2 mdi vetro e0.5 m di ferro; in questo modolimpianto mostra i materialidelledificio, riportandoci indietro acomera prima che fosse costruito ecome sarebbe adesso, se fossedemolito.Rovine, luoghi dismessi e

    abbandonati... Gli spazi distrutti -continua Almarcegui - offrono unavista del luogo che non corrispondea un progetto architettonicospecifico. Non c un controllonarrativo; offrono una vista dellacitt e della sua storia, libera dalcontrollo degli architetti, dei politici,del marketing cittadino - molto piessenziale e ricco di storia di ognialtro spazio creato da loro.Unopera la sua, che si pu

    definire di rigorosa filologia urbana,molto differente dalle performancedella Land art o dal gigantismo diChristo. Il trattamento della forma molto diverso dalla Land Art: il miolavoro amorfo, non sonointeressata alla forma tanto quantoloro; mi interessa maggiormenteparlare delle rovine e delle terredesolate che sono le vereprotagoniste.

    IN GIRO PER IL MONDO

    NON LUOGHIE CONFLITTI

    Alla Galleria di piazza san Marco, Beware of the holy whore:Edvard Munch, Lene Berg and the Dilemma of Emancipation un progetto organizzato dallOffice for Contemporary ArtNorway e dalla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia,come contributo ufficiale della Norvegia alla 55ma EsposizioneInternazionale d'Arte, la Biennale di Venezia. La mostra, checomprende una serie di lavori poco noti di Munch e un filmdell'artista norvegese Lene Berg, focalizzata sull'idea diemancipazione come prospettiva contraddittoria, sospesa tra ilregno della libert e le conseguenze di quell'isolamento chespesso accompagna la ricerca di una vita alternativa.

    FONDAZIONE BEVILACQUA LAMASA

    Norvegia, tra emancipazione e alienazione

    di T. MA

    Il prossimo Padiglioneolandese sar un progettointegrato, un site-specificelaborato sulla sua architetturaritveldiana, concertato dal curatoreLorenzo Benedetti e dallartistaselezionato Mark Manders (Volkel,1968) nella celebrazione del suocentenario. Fu proprio nel 1953 cheGerrit Rietveld disegn il padiglioneperseguendo quello sfalsamentodelle forme tradizionali,intervenendo sulla asimmetrie deipiani e dei volumi come fu nellanatura del neoplasticismo. La scelta

    di Manders ben si incunea nellideadi un total work in cui arte earchitettura si sovrappongono in undialogo spaziale che traduce lamodernit dellalfabeto identitario.Linstallazione Roomwith BrokenSentence, creata da Mark Mandersriavvita, dunque, il discorsomodernista. Abbiamo incontrato ilcuratore Lorenzo Benedetti (Roma,1972), direttore dal 2008 dellArtCenter De Vleeshal a Middelburg, eprecedentemente curatore delMarta Herford.

    Quali sono state le motivazioniche ti hanno indotto a selezionare

    La resistenzadellimmaginetra le rovine

    Un viaggio tra due lembi estremi dellEuropa, Spagna e Turchia, in compagnia degli artistiche rappresentano questi paesi ai Giardini: Ali Kazma che indaga le onde telluriche che scuotonoil corpo umano e Lara Almarcegui che insegue la desolazione dei paesaggi abbandonati

    AL VIA MEDITERRANEA 16 AD ANCONAIn occasione della sedicesima edizione della Biennale dei giovani artisti delMediterraneo, ribattezzata Mediterranea 16, la rete internazionale Bjcem, chepromuove levento nato nel 1985, ha invitato otto curatori - Charlotte Bank,Alessandro Castiglioni, Nadira Laggoune, Delphine Leccas, Slobodne Veze/LooseAssociations (Natasa Bodrozic, Ivana Mestrov), Marco Trulli e Claudio Zecchi - aconfrontarsi sul rapporto tra la dimensione internazionale dell'evento e le radicalit especificit dei territori che ne animano la sua rete. In un contesto attuale in cui l'unicocomune denominatore del Mediterraneo sembra essere una specifica complessitsociale, economica e politica che colpisce in maniera diversa ed in molti casi drammaticaquasi tutti i paesi che vi si affacciano, Bjcem e i curatori ospiti tentano diavviare un

    Grande, Pawel Althamer 1, 2, 3, 4 (fotodi Mathias Schormann); qui sopra, RagnarKjartansson Bliss, 2011, performance;qui accanto, a sinistra, unopera dellaspagnola Lara Almarcegui che rappresentail suo paese ai Giardini

  • (7)ALIAS25 MAGGIO 2013

    di GERALDINA COLOTTI

    Allerta, allerta che camminail tratto di Bolivar per lAmericalatina.... Sfogliando le opere e ilprofilo degli artisti venezuelanipresenti alla Biennale, si potrebbesostituire cos, giocando con leparole, il famoso slogan che, inoriginale, recita: Alerta, alerta checamina la espada de Bolivar paraAmrica latina. Il sogno di unanuova indipendenza, basatasullinclusione e sulla vita buona(il buen vivir) produce unimmaginario senza lacci e steccati,disegna una nuova cartografia delpresente in cui irrompe il futuro.Nel Venezuela bolivariano, larte di strada e incontra il desiderio dipartecipare. I fondi destinati allacultura e alle tutele sociali degliartisti registrano anche questannoun aumento, e la vivacit del settoresalta agli occhi in ogni angolo delpaese. Cos, collettivi di arte urbana,provenienti da diverse regioni sonoal centro della proposta Arteurbano. Una esttica de lasubversin che caratterizza ilpadiglione venezuelano, in cui igiovani artisti realizzeranno le loroopere in situ: attraversamentimultipli di nuovi linguaggi checombinano video documentali,gigantografie, immaginifotografiche, paesaggi sonori edispositivi tridimensionali comemetafore dei graffiti. Un grandemuseo immaginario della citt, in

    cui i movimenti giovanili mostranoil cuore pulsante del socialismo delXXI secolo. Una proposta - assicurail curatore del progetto, JuanCalzadilla - al diapason con il temadella Biennale (Il Palazzoenciclopedico), inteso come teatrodelle ossessioni e del poteretrasformatore dellimmaginazione.In questo modo spiega Calzadilla,artista plastico, critico, storico,poeta e saggista abbiamo volutorompere la consuetudine di portarea Venezia solo lartista venezuelanopi affermato nel panoramanazionale. Tra i diversi collettivi diCrew (equipe, equipaggio, gang obande) presenti a Venezia,Comando creativo, Colectivocultural Toromayma, Pc,Silenciadores, Simbiosis perfecta,Cms...Nel padiglione dedicato allarte

    figurativa del continente, El Atlas delimperio, organizzato dallIstitutoitalo-latinoamericano (Iila), lavenezuelana Susana Arwas fotografaa sua volta i graffiti di naturapolitica, che raccontano la realtcon sarcasmo e ironia. Tra i ventiPaesi aderenti allIila e presenti allaBiennale, c lUruguay. Il maestrodel popMartin Sastre - uno degliartisti selezionati dai curatori AlfonsHug e Paz Guevara e accompagnatidalla commissaria Sylvia Irrazabal propone il video promozionale diun profumo che ha creato: uncomposto di essenze ed erbacceprovenienti dalla campagna delpresidente PepeMujica. Exguerrigliero tupamaro che hatrascorso 13 anni nelle carcerisotterranee uruguayane ai tempidella dittatura, Mujica continua avivere nella sua modesta fattoriafuori citt coltivando fiori che poivende nei mercati locali. E dona il90% dello stipendio alla costruzionedi opere sociali. Con lo stessospirito, Sastre ha annunciato checon i proventi delle vendite verristituito un Fondo nazionale dartecontemporanea per il sostegno degliartisti uruguayani.Si ispira allUruguay anche Il sol

    dellavvenire, dellitaliano LucaVitone, che disegna isole utopichesu una serie di biglietti in corso invari periodi della storia uruguayana,mentre la boliviana Sonia Falconepropone a sua volta un tappeto dispezie nellopera Campo de color.Centinaia di vasi di argilla pieni dicacao, peperoncino, cannella,curcuma e altre intense fragranzemodulano un quadro in stile colorfield, ma suscitano sensazioniopposte rispetto alle superficicolorate, lisce e fredde, delminimalismo nordamericano.Gli ecuadoriani Miguel Alvear e

    Patricio Andrade, hanno invecegirato il film surrealista Blak Mamain cui tre personaggi dediti alriciclaggio della carta nella capitaleQuito compiono un viaggiometaforico che ha il potere ditrasformare le persone.E da Cuba, grande vivaio di artisti,

    arriva Humberto Diaz. Ha scelto dilegare idealmente la sua isola con150 metri di corda annodati adiversi oggetti che richiamano letappe dello sviluppo umano.Anchegli proviene dai collettivigiovanili che animano il paese. Si formato nellAssociazioneHermanos Saiz, ospite di recentedellArci con cui sta sviluppandoprogetti finalizzati alla promozionedi giovani artisti cubani.

    Mark Manders per il Padigiloneolandese?Mark Manders da ventanni lavorasu una grammatica legata allascultura e allinstallazione. I suoiprogetti viaggiano nel tempo,riferendosi a delle opere chelartista ha realizzato nel passato enon concedendosi al solo presente.La sua opera dialoga con il tempoe investiga la fragilit di unpresente che spesso, attraverso lasua velocit e consumo, apparesuperficiale e labile. Le sculturesono realizzate con materialiclassici come il bronzo, il legno,sono legate a materie sintetiche.Spesso sono mimetizzate: unelemento di legno in realtrealizzato in bronzo e viceversa.Lopera di Manders significativain questo periodo storico: mentretutto sembra scorrere in unpresente indefinito, la sua operasembra voler dialogare pi con ilpassato e il futuro. Per il contestodi Venezia questo pensiero estremamente importante.Lartista ha anche un famainternazionale che mostra comequesta sua ricerca sia non sololegata ai Paesi Bassi.

    Che tipo di progetto presenterlartista a Venezia?Il progetto di Venezia pensato instretto dialogo con il contestocircostante. Il Padiglione olandese stato costruito da Rietveld nel 1953,questanno compie un giubileo chemostra come i Paesi Bassi hannoscelto unarchitettura semplice mafunzionale che riesce ad esaltare gliaspetti della mostra attraverso le

    proporzioni e la luce. Il direttoredello Stedelijk Museum dellepoca,Willem Sandberg, disse che era unospazio perfetto: aveva fattodiventare un piccolo padiglionegrande. Il lavoro di Manders operain stretto dialogo con lambiente. Ivetri sono oscurati da giornali chelartista ha appositamente realizzatoper il padiglione. Il testo presente inquesti quotidiani realizzato da una

    lista di tutte le parole che esistononella lingua inglese. La mostra vuolefar dialogare lo spazio con ilcontenuto, linterno con lesterno emostrare comeManders e Rietveldcreino un dialogo nel tempo.

    Quali sono i contenuti per cui unartista dovrebbe rappresentarelidentit di una nazione?Il linguaggio dellarte assolutamente internazionale,molto di pi che la letteratura, chedeve essere tradotta e quinditrasformata. Linteresse per larte diuna nazione si sviluppa non tantonella disamina delle sue identit,ma nella qualit. Una differenzaimportante: rimane molto difficiledefinire una identit nazionaleattraverso uno strumento talmenteinternazionale senza ovviamentedeformarlo in una retoricanazionalista. Per questo motivo,sembra essenziale lavorare sullaqualit che una nazione puprodurre e in questo mododialogare con una dimensioneinternazionale.

    Ha ancora un senso, secondo te,guardare al mondo in continuo

    rimescolamento attraverso unaidea nazionalistica?La cultura rimane il termometro piefficiente e sensibile per capire lostato di una nazione. Una culturadeformata dalle faide politicheinterne mostra anche una serie dialtre problematiche che simanifestano poi su aspetti socialipi vasti. La responsabilit di unanazione ancora oggi trova a Veneziaun momento di confronto che ci favedere come le diverse politiche perla cultura siano pi o meno disuccesso. Quali sono i paesi cheinvestono nella cultura e dunque suuno stato sociale solido e unaeconomia competitiva, e quali no.Per questo motivo, a confronto diun Pil di una nazione devonoessere prese le responsabilit perun finanziamento alla culturacapaci di mettere in evidenza laqualit e non la propaganda olimmagine corrotta di una nazione.Oggi forse pi che in altri tempi - equesto si vede dal numerocrescente di padiglioni stranieripresenti alla rassegna di Venezia - necessaria la visibilit dellaresponsabilit di una nazione peruna politica culturale di qualit.

    VENEZUELA, CUBA, URUGUAY

    Lesteticadella sovversionesfodera profumie aromi speziati

    Qui sotto, unopera dei collettivi urbani edellarte di stradache caratterizza la scelta del padiglione venezuelano;in basso, Mark Manders Composition with yellow verticalal padiglione olandese.

    percorso di ascolto e attenzione che parta dai territori, dalle scene locali, anche remote,per far emergere le differenze, i bisogni e le spinte che da questi provengono. ConErrors Allowed / Gli errori sono ammessi - questo il titolo - si promuove unariflessione critica sui regimi tradizionali dell'informazione e della conoscenza pi ingenerale, mettendo in questione i sistemi su cui questa si costruita edistituzionalizzata. I curatori hanno ideato un'articolazione in undici capitoli: VanishingUtopias, End of Modernism, Sometimes doing something leads to nothing, Library,Troisieme Paysage, Panorama, Semantic of Emotions, Crisis of Representation,Schizopolis, Actions, Archeology of the Present. La Biennale, con la partecipazione diduecento artisti, avr luogo ad Ancona - primo week end di apertura dal 6 al 9 giugno -e vede come sede principale la Mole Vanvitelliana, antico Lazzaretto della citt.

  • FINALE CAPITALE

    di LUIGI CAVALLARO

    Che il consenso popolare versolassetto germanocentricodellUnione europea si sia negli ultimidue anni gravemente incrinato fintroppo evidente. Le ricette di lacrimee sangue imposte alla Grecia, alPortogallo, alla Spagna enaturalmente allItalia hanno resomanifesto perfino ai ciechi che cosaabbia significato concepirelintegrazione in assenza dimeccanismi di compensazionefiscale capaci di costringere i Paesiin surplus (con in primis giusto laGermania) a riciclare i propriavanzi commerciali, in modo daevitare che loneredellaggiustamento delle bilancecommerciali ricadesseesclusivamente sui Paesidebitori. E gli enormi costi intermini di perdita di reddito,disoccupazione e sofferenzasociale patiti da questi ultimistanno chiamando al redderationem una classedirigente che, appenadieci anni fa,scommettevaincoscientemente (oforse in malafede?)sulla possibilit chegli squilibricausati daidifferenziali diproduttivittra i variPaesidellUnioneinduc

    essero uno scatto di reni in direzionedellunificazione politica. Oggi quellascommessa miseramente fallita:salvo le anime belle, non c pinessuno che, parlando seriamente,non ammetta che leurozona, almomento, unmorto che camminae che tutti i Paesi che ne fanno partestanno gi pensando chi pi, chipurtroppo meno a come salvarsiquando deflagrer definitivamente.

    Pu sembrar strano, ma precisamente questo il contesto entrocui inquadrare la finale diChampions League, che due squadretedesche Bayern Monaco e BorussiaDortmund si disputeranno staserasotto larco di Wembley. S, perch findal fischio finale dellultimaeliminatoria (quella che ha visto ilBayern strapazzare i fantasmi delBarcellona, dopo che il Borussia avevaprevalso di un soffio sul Real Madrid) stato tutto un coro volto amagnificare i brillanti risultati delcalcio tedesco: bilanci in ordine, stadipieni, condivisione dei guadagniderivanti dai diritti televisivi,investimenti nella formazione deigiovani. Un coro pressoch unanimee naturalmente bipartisan, in armoniacon le larghe intese che governanole sorti del nostro Paese. E il cuiobiettivo, nemmeno tanto recondito, di avvalersi dellimmaginariocalcistico per rilanciare quel modellotedesco di integrazione europea cheregistra consensi in picchiata tra lemasse. Non certo la prima volta chelideologia dominante ricorreallimmaginario calcistico perveicolare i propri contenuti: lo stolidoinsistere sullimportanza delfuoriclasse, che nella communisopinio conta sempre assai pidellorganizzazione collettiva dellasquadra, ne costituisce forse il miglioresempio. Tuttavia, i peana levatisi afavore dellesempio tedesco nonesaltano il genio individuale a scapitodellefficienza del gruppo, nonfossaltro che nel Bayern o nelBorussia non c nessuno che possastare alla pari di un Messi o anchesolo di un Ibrahimovic. Il leit-motiv piuttosto un altro e punta aconsolidare quellorrore per ildebito che i tedeschi hannoinscritto fin nella loro lingua madre.Si tratta infatti di suscitare unimmaginario adeguato al tempo

    della crisi dellaccumulazionecapitalistica: quel tempo in

    cui, per dirla con Marx, il denarotrapassa improvvisamente dalla suafigura aerea, arzigogolata dal cervello,di misura dei valori a quella di solidamoneta ossia mezzo di pagamento, ein cui quel subitaneo trapasso delsistema creditizio a sistemamonetario, che oggi chiamiamo crisifinanziaria, aggiunge il terroreteorico al panico pratico, e gli agentidella circolazione rabbrividisconodinanzi al mistero impenetrabile deiloro propri rapporti. Il debito colpa, ci dicono al riguardo itedeschi, che com noto racchiudonoentrambi i concetti in ununica parola(Schuld). E lo stesso ci ripete lUefa,almeno da quando, nel maggio 2010,si dotata di un nuovo sistema diregole per disciplinare laccesso allecompetizioni europee: un sistemadenominato Financial Fair Play eche, attraverso la cosiddettaBreak-even rule, punta a far s che,per ciascuna squadra, il saldoeconomico desercizio (cio ladifferenza fra costi e ricavi) non possarisultare negativo per un importocomplessivo stabilito in 45 milioni dieuro per il primo biennio diapplicazione della regola, madestinato progressivamente ascendere negli anni successivi.

    Si tratta, com evidente, di unmeccanismo del tutto analogo alPatto di stabilit che governaferreamente lUnione europea,imponendo tetti massimi al rapportodeficit/Pil e debito/Pil e costringendoi Paesi non in regola a dismettere ilpatrimonio pubblico e a tagliare lespese pubbliche e i salari: semmaiqualcuno ne dubitasse, potrutilmente esercitarsi ad accostare lesorti toccate negli ultimi due anni allaGrecia e allInter. Ma siccomelideologia propria di una forma divita ormai in crisi irreversibile nonpu che ammantarsi di falsacoscienza, lanatema contro il debitoe il lavacro delle sue colpe doveva puraccompagnarsi alla promessa di unaredenzione futura. La quale ultima,nelle parole dellattuale presidentedellUefa, Michel Platini, ha assunto manco a dirlo una forma pressochsovrapponibile allutopia walrasianadel perfetto mercato concorrenziale,che ha ispirato (e ispira) gliidologues dellUnione europea: valea dire, lutopia di un campionato incui, grazie alla regola del Fair Playfinanziario, diminuir la differenzatra grandi e piccoli club, cos daspezzare la monotonia di quellecompetizioni che si giocano sempree soltanto fra due o tre squadre e darendere la competizione interessantee avvincente per la gente che paga.

    Un Paese di Bengodi, insomma, dicui dicono gli apologeti laBundesliga sarebbe gi concretaprefigurazione: non solo per ci checoncerne i bilanci in attivo, masoprattutto per gli investimenti neisettori giovanili e lo sbarramentoeretto nei confronti di certipersonaggi equivoci, dalle oscureorigini e dai molti denari, che hannofatto le fortune e talvolta le sfortunedelle squadre di Premier League (eche ogni tanto fanno capolino anchedalle nostre parti). Non perci uncaso che lUefa abbia affiancatoallintroduzione della Break-even ruledue regole come la possibilit didetrarre dal computo dei costi lespese per settori giovanili, attivit

    sociali e costruzione di infrastrutturee, rispettivamente, lobbligo di coprirele perdite mediante apporto di nuovocapitale, con esclusione di prestiti deisoci (i soft loans cos celebri inInghilterra) e/o di operazioni dimaquillage contabile: si trattaallopposto di complementi necessariaffinch tutti noi, reprobi peccatoriindebitati, possiamo finalmenteavviarci verso quella salvazioneannunciata gi da Lutero aWittemberg e adesso da Frau Merkela Berlino. In effetti, pochi dubbipossono sussistere sulla crisidellindustria calcistica europea.Limitando lo sguardo ai quattro annifra il 2006 e il 2010, i dati raccolti inuna recente inchiesta di GiancarloTeotino e Michele Uva (Il calcio aitempi dello spread, pubblicata per ilMulino) ci dicono che, a fronte di unincremento rilevante dei fatturatidelle squadre di vertice (frutto in largamisura della crescita di oltre il 60%dei ricavati dei diritti televisivi), aumentato in modo pi cheproporzionale lonere dei costi per ilpersonale (+67%).Conseguentemente, aumentato ilpeso percentuale di questultimorispetto ai ricavi (dal 54% al 64%), ilche ha provocato unulterioreriduzione dellutile di gestione: nel2010 oltre il 56% delle societcalcistiche delle cinque leghe piimportanti dEuropa ha chiuso inperdita e nel 29% dei casi la perditaha superato il 20% del fatturato.

    Tutto ci ha accresciuto il debitocomplessivo dei club e ha impoveritoil loro patrimonio. La Spagna ne forse la migliore dimostrazione: ilrelativo equilibrio economico esibitoda Real Madrid e Barcellona si deveinfatti alla vendita individuale deidiritti televisivi delle loro partite, chepermette alle due squadre di verticedella Liga di incassare la fetta piconsistente del totale dei ricaviascrivibili a questa voce, ma per tuttele altre squadre la situazione pressoch fallimentare, al punto che,allinizio della stagione 2011-2012,tutti i calciatori sono scesi in scioperoper reclamare il pagamento di oltre 50milioni di euro di stipendi arretrati afavore di 200 loro colleghi. E lItalianon sta certo messa meglio: negliultimi quattro anni, il risultato nettocomplessivo dei club della Serie A precipitato da -150 milioni a -300milioni, lindebitamento lordo cresciuto da 1.893 a 2.659 milioni e il

    patrimonio netto si ridottoda 403 a 150

    milioni di euro. Il tutto nonostanteche il ritorno alla contrattazionecollettiva dei diritti televisivi abbiamantenuto in crescita costante irelativi ricavi.

    A fronte di questa situazione, sidice, la Germania rappresentauneccezione virtuosa. I club tedeschihanno adottato i principi di una sanagestione economica (cio,capitalistica): niente mecenati bizzosicome presidenti-padroni, mastrutture societarie prevalentementefondate sullazionariato diffuso;niente spese folli per accaparrarsi

    Aria di rigore.Germaniaber alles

    Bilanci in ordine, stadi pieni,investimenti nel settoregiovanile. Anche nel calcio,come nelleconomia, i tedeschidettano le regole e la lineaa unEuropa sempre pi succube

    (8) ALIAS25 MAGGIO 2013

  • esotici fuoriclasse, ma solo buoni (etalora ottimi) giocatori, i cui stipendiche procedono di pari passo conlaumento delle entrate; nientepiagnistei per invocare benefici fiscali,ma oculati piani dinvestimento alungo termine perlammodernamento degli stadi elimplementazione delle strutturegiovanili; soprattutto, ci assicuraPlatini, niente campionati gi decisialla prima giornata, ma tornei piincerti e aperti, a conferma chelequilibrio economico-finanziariogarantisce una competitivit pidiffusa. Come non desumerne che lapartita di stasera primo derbytedesco in una finale di Champions non stia raccontando dellalba di unanuova era?

    In verit, a saperli leggere, i datiraccontano ben altro. Ci dicono, adesempio, che non vero che laBundesliga sia un modello diequilibrio competitivo: basti pensareche, negli ultimi ventanni, il titolo stato vinto per undici volte dalBayern e per cinque volte dalBorussia Dortmund. Certo, accadepraticamente lo stesso in PremierLeague (tredici volte ha vinto ilManchester United, tre volteciascuno Arsenal e Chelsea) e inSerie A (sette titoli per la Juve, seiper il Milan e cinque lInter), eaccade perfino di peggio nella Liga(sei vittorie per il Barcellona equattro per il Real Madrid negliultimi undici anni). Ma che accadaanche in Germania conferma chequella di Walras niente pi cheunutopia e che il mercatocapitalistico funziona costantemente

    allombra della marxiana

    legge della centralizzazionedei capitali.

    Ancor meno i dati supportanolidea che loculata gestioneeconomica abbia garantito ai tedeschichiss quali brillanti performancesportive. Il ranking Uefa, ossia laclassifica che tiene conto dei risultatiottenuti dai club nelle competizionieuropee, vede la Germania solo alterzo posto, immediatamente allespalle dellInghilterra e udite udite! dellindebitatissima Spagna. Appenatre anni fa, perfino lItalia stavadavanti ai tedeschi. Le squadretedesche hanno vinto la ChampionsLeague appena sei volte (contro letredici delle spagnole e le dodici delleitaliane e delle inglesi) e altrettantevolte lEuropa League (contro novevolte delle italiane e sette dellespagnole e delle inglesi). Masoprattutto, lultima vittoria tedescain una competizione europea perclub risale al 2001; per il resto, laGermania si distinta per sconfitte,avendo perso per nove volte nellefinali di Champions e per due volte inquelle di Europa League.

    Una performance sportiva cosdeludente (s, perch Mourinho haragione: non c spettacolo nellasconfitta) non conferma soltanto ilcarattere squisitamente ideologicodellimprovvisa infatuazione per ilcalcio tedesco, ma consente dispiegare perch mai la norma dellesquadre vincenti sia stata finoraletteralmente antitetica rispetto aldogma della finanza sana: pi omeno quanto era antitetico ilgaudente Keynes rispetto alpallosissimo von Hayek. Il combinatodisposto della sopravvenuta libert dicircolazione dei calciatori e dellascoperta delloro dei diritti televisiviha reso infatti linsieme delle societdi calcio come un gigantescocontenitore preposto unicamente a

    trasferire ai calciatori la gran partedelle entrate. Pi precisamente, ilfatto che ci fossero propriet del tuttoindifferenti alla realizzazione di utili abreve e disposte a spenderequalunque cifra pur di vincere hagenerato un duplice modello digestione dei club: da una parte, lesquadre orientate a primeggiare nellecompetizioni di prima fascia di livellonazionale e internazionale, chenecessitavano di impiegaregiocatori di elevata qualit (ciocostosi o costosissimi);dallaltra parte, le squadreorientate al trading suipropri calciatori e cheallenavano giovanitalenti del propriovivaio o raccattatifacendo scoutingallestero alloscopo dilanciarli

    per poi rivenderne ilcartellino. Che sitrattasse di un sistemadecisamentelabour-oriented non

    difficile da comprendere: seun presidente di un club di

    prima fascia non era disposto apagare ingaggi astronomici ad un

    Messi o ad un Ronaldo, ne spuntavaun altro subito pronto a farlo, il checostringeva tutti a stare al passo egarantiva crescenti opportunit aigiovani emergenti. Si spiega cos chela fetta pi cospicua degli introitifavolosi dei ricavi del calcio sia finitain questi anni nelle tasche deigiocatori migliori: in un modello delgenere, tutto il reddito prodotto dallavoro resta al lavoro e non c spazioper alcuna remunerazione delcapitale. Se ne accorsero quasi subitoi dirigenti di quelle squadre grandi etalora meno grandi che, a met deglianni 90, sullonda dellaliberalizzazione seguita alla sentenzaBosman e dellesplosione degli incassitv, pensarono di poter fare profitti colcalcio e si diedero a favoleggiare dimerchandising e costruzione delbrand: dopo pochi anni finironoseppelliti dai debiti e fallironomiseramente. Gi, perch la relazione

    postulata dagli analisti tra fatturato esuccessi sportivi non che un banaletruismo: la catena causale muove inrealt dagli stipendi pagati, chesommati ai titoli vinti riescono aprodurre fatturati consistenti,rendendo cos sostenibile anche unelevato indebitamento. Il Barcellonaquantistico di Guardiola, Messi,Xavi e Iniesta ne ha costituitoindubbiamente la miglioredimostrazione. del tuttoconsequenziale che in un sistema delgenere il calcio tedesco non potesseriportare (come di fatto non hariportato) alcuna vittoria di prestigio:una spesa per stipendi inferiore diventi punti percentuali rispetto allamedia europea e labitudine didistribuire utili agli azionisti non sonovirt se non per il capitale. Edunque non un caso se la revanchecapitalistica impostasi nelleurozonaabbia alla fine preteso di riscrivere apropria immagine e somiglianzaanche le regole che presiedono allaformazione delle gerarchiecalcistiche: il calcio linconscio sulprato verde della societ e non erapossibile che lordine del discorsodominante patisse una cos smaccatasovversione nellimmaginariocollettivo. Sotto questo profilo, anzi,non sfuggir la potenza simbolica diquesta finale tedesca celebrata neltempio del calcio britannico:conferma una volta di pi chelinglese la lingua madre delcapitale, ma letica protestante chegli dona il soffio dello spirito.

    Calciatori e tifosi degli altri Paesi,unitevi!, verrebbe fatto diconcludere. E tanto per cominciare,stasera, spegnete la tv.

    Come direbbe CorradoGuzzanti nei panni di GianfrancoFunari aGermagna jha fatta. Per laprima volta nella storia della UefaChampions League, in finale siaffronteranno due club dellalocomotiva tedesca. A Londra neltempio del calcio, lo stadio diWembley, il 25 maggio, per la finaledella Champions si sfidano il BayernMonaco e il Borussia Dortmund. Eracapitato ai britannici con la finaleManchester United-Chelsea il 21maggio 2008, allo Stadio Luzniki diMosca, vinta dai Red Devils diManchester, allenati da sir AlexFerguson per 6 a 5 dopo i calci dirigore seguiti all 1 a 1 dei tempisupplementari.Era capitato agli italiani con la finaleJuventus-Milan del 28 maggio 2003nello stadio Old Trafford diManchester, vinta per 3 a 2 ai rigoridopo lo 0 a 0 dei tempiregolamentari e supplementari, dalclub di Berlusconi.Era capitato agli spagnoli con la finaleallo Stade de France di Parigi, traReal Madrid e Valencia, vinta per 3 a 0 dai castigliani soprannominati losblancos, los galcticos, e los merengues. Ma non era mai successo a dueformazioni tedesche. Per di pi capita a due squadre che giocano le partitecasalinghe in due comuni amministrati dallSpd. Da un lato il BorussiaDortmund, club di un comune che lSpd ha amministrato dal 1946 fino al1999, ottenendo sempre almeno il 35% dei voti. E anche nelle due occasioninelle quali non ottenne la maggioranza nel consiglio comunale: nel 1999perch sconfitta e nel 2005 perch alla pari con la Cdu. Per fare un paragonecon le percentuali dei nostri partiti politici: Torino, citt gemellata conColonia, altro comune della regione Renania Settentrionale-Vestfalia, il Pdspur in due elezioni vinte (quelle provinciali del 2004 e quelle regionali del2005) ottenne rispettivamente il 18 e il 23 per cento dei voti. Dallaltro lato ilBayern Monaco, club di un comune amministrato, fin dal 1993, non solo dallostesso partito ma anche dallo stesso sindaco, Christian Ude, eletto per trevolte con un crescendo di consensi fino al boom del marzo 2008 con il 67%dei voti. Un risultato notevole tenendo presente che il comune di Monaco sitrova nella tana del lupo, la Baviera, governata ininterrottamente, dal 1957fino ad oggi, da sette presidenti della Cdu e da due soli presidenti dellSpd. Edunque possiamo ben dire che almeno l comunque vada vince la sinistra. (federico pepe)

    CHAMPIONS

    Monacovs Dortmund,la sinistrache vince

    In queste pagine: in alto a sinistra Sepp Maier, Franz Beckenbauer e Gerd Mller che vinsero laCoppa dei Campioni con il Bayern Monaco per tre volte consecutive nel 1974, 1975, e 1976.

    In basso il Borussia Dortmund; al centro lo stadio di Wembley, a Londra, dove sisvolger la finale di Champions League. Qui accanto Arjen Robben,

    sopra, Bastian Schweinsteiger, Robert Lewandowski e Mario Gtze

    (9)ALIAS25 MAGGIO 2013

  • (10) ALIAS25 MAGGIO 2013

    LINGUA

    Che l'animazione giapponese, nel suovalore di cultura pop e non solo, abbiasvolto un ruolo importante nella lacrescita e nella formazione culturaledelle generazioni italiane (ma ancheeuropee) nate dal settanta in poi, ormai un dato di fatto o almeno si spera.Pubblicazioni che partendo daanimazione seriale discutono di filosofiasolo un ventennio fa avrebberosorpreso, ma sono ora accettate comeuna naturale e finanche necessariariflessione su un fenomeno che entratodi prepotenza a far parte della culturapopolare occidentale. in questocontesto che arriva puntuale edutilissimo il massiccio volume scritto inquattro anni, ma frutto di una passione edi uno studio che immaginiamo moltopi lungo, da Guido Tavassi per leedizioni Tunu, Storia dell'animazionegiapponese. Un volume di pi di seicentopagine che ci guida e ci racconta gli alboridell'arte animata giapponese, dal primolavoro uscito nel 1917 fino ailungometraggi ed allanimazione serialeusciti in Giappone qualche anno fa,passando per le lotte sindacali diMiyazaki Hayao e Takahata Isao sul finiredegli anni sessanta che tantoinfluenzarono il capolavoroHols: Prince ofthe Sun del 1968. Ma trattando anchel'era dei robottoni, degli anime slice oflife e di quelli sportivi degli annisettanta/ottanta, delle sperimentazioninella seconda parte della carriera diOsamu Tezuka, dellavvento del mercatovideo e Dvd, dei fenomeni di costume esuccessi planetari (di merchandise) comeDragon Ball o Pokmon, ma anche dellarivoluzione artistica portatanell'animazione seriale dal genio di AnnoHideaki con il suo Evangelion negli anninovanta. Fino alla consacrazioneinternazionale dell'animazione al cinemacon i capolavori di Oshii Mamoru,Miyazaki Hayao e Satoshi Kon invitati neipi prestigiosi festival internazionalicome Cannes e soprattutto Venezia. Unlavoro che adottando uno stile oggettivoci fa ben comprendere le trasformazionidell'industria animata nei quasi centoanni della sua storia ed il suo necessariolegame con la situazione storico/socialedell'epoca. Da notare come l'autore sioccupi anche dell'animazionesperimentale, tanto interessante quantospesso tralasciata in questo tipo di studi,con una parte finale dedicata a grafici cheaiutano a farsi un'idea dell'andamentodell'industria dell'animazione in tuttiquesti decenni. Oltre ad essere unapiacevole lettura questo Storiadellanimazione giapponese risulta davveroun ottimo strumento di ricerca, tantoper gli appassionati quanto per i semprepi numerosi studiosi del settore ed inquesto senso la versione ebook sidimostra ancora pi comoda di quellacartacea. Unottima occasione perlasciarsi alle spalle la nostalgia,sentimento che spesso inficia e distorcerelegandoci in un presente infinito da cui difficile uscire, ed andarsi a (ri)vedere oscoprire per la prima volta quelle serie oquei lungometraggi che hanno fatto lastoria di questarte.

    Che la terra ti sia lieve Carlo Monni.Cos te ne sei andato anche tu omonegrande e buono e poeta hai raggiuntogli amici. Mi viene in mente un pezzoscritto da Victor Cavallo che era moltotriste non lo so a memoria ma dicevache a camminare per le strade note afermarsi nei soliti bar si ritrovava coifantasmi degli amici che un tempoincontrava l e ora non c'erano pi equeste assenze gli cambiavano lapercezione dei luoghi che per quantonoti gli fossero senza quegli amici glidiventavano estranei. Ecco cos succedeanche a me a ripensare a un mondo che scomparso. Un mondo e un modo euna generazione che muore giovane intempi di vite prolungate, unagenerazione che ha consumato, che hadissipato, che ha sprecatovolontariamente il proprio talentoavendo in spregio l'idea stessa dirisparmio, di capitale e di ordine. Sullamattonella della sua cucina la mia amicaCristina aveva scritto col pennarellonon c' maggior lusso nella vita chesprecare i propri talenti la frase unpo sbiadita ma resiste ancora.Naturalmente in questa idea c' tuttal'arte stessa o la vita considerata cometale. Che l'arte di vivere d'arte. Nondico che Carlo Monni o Donato Sanninio Victor Cavallo o Alberto Grifi e tantialtri che se li elencassi non mibasterebbe tutta una pagina nonfossero produttivi non lavorassero, che ci che facevano: teatro, cinema,poesia era semplicemente parte di lorostessi, necessit, voce, presenza, vitavissuta e mai venduta. Tutto cambiatonella geografia della citt non ci sonopi teatrini nelle cantine dove nasconopiccoli miracoli poetici, hanno ripulito espesso recintato le piazze baroccheaccoglienti e confidenti in cui cisentivamo come fossimo a casa nostraa tirar tardi sui gradini di marmo asprecare le ore in discussioniinterminabili politicofilosoficocalcistichee poi scendevamo gi a sentireantonello neri suonare sul pianoforte acoda, che non si capiva come avevafatto a entrarci, nei meandri sotterraneidei palazzi dove dai soffitti a voltapendevano ancora i ganci per iprosciutti, non c' pi il beat nl'alberichino n la piramide e le trattorieti spennano e avvelenano i turisti con lapasta precotta e anche i vinai non sonopi quelli con il vino alla mescita chenon sapevi bene cosa c'era dentro maandava gi.

    E allora ti voglio salutare vecchioamico Monni che non ci sei pi con iversi di Cavallo acqua che passa/questo soffio mischiato gas desertorumore di pioggia capelli biondi/ acqua che passa hanno aperto i giardinie pare maggio questa estate storta/ lafine del cielo in fondo ai vialoni rosacome sempre una dolcezza/ micidialementre i cocomeri trapassano in altremorti altri fiori altri frutti/..../checonfusione tra me e i morti distinguosolo perch io potrei prendere/ ilpullman per Viterbo e loro l'nno presogi magneno all'aperto/fettuccineall'amatriciana fatte come dio comandagi dormono gi sognano senzastoria/era il giugno del 1963 e ioscendevo con una maglietta gialla/lungoil viale della garbatella/ questapasseggiatella che mi taglia il cuore nonha bisogno di chiamarsi storia/solo chequel viale non finisce pi e io sono unpezzetto d'ombra contro un seno/ ilpeso di una foglia dentro un dormitoriod'immondizia/ gli adulti sono ragazzimorti e chist' o paese d'o sole/ acquache passa acqua che passa.

    SCRITTORI GUIDO CARMINATI

    Un poema eroicomicoper Contarunmondo perdutoLANIMAZIONE

    GIAPPONESE

    CARLO MONNI,NEL GIUGNO DEL 63

    di BEATRICE ANDREOSE

    Straniante e straniero. Errantesoprattutto. Il protagonista diContar, poema eroicomico di GuidoCarminati (pseudonimo di SergioFedele), alla costante ricercadellessenza originaria. Parla con glialberi, il suo Virgilio un cavallo,comprende le lingue che facendosisi disfano e poi si rifanno con formenuove ed altre, modificando suoni eforma, note e segno. Ma al centro diContar non vi un uomo o una cosaquanto invece un percorso:lerranza. Erranti sono i protagonisti,il cavaliere Puc Puc ed il cavallo CupCup, suo maestro e guida. Ed errantied erratiche sono le lingue utilizzate,inventate, visionarie, raffinate eprimitive. La lingua cupucchiana opucuppiana, sonora come le lingueorali, fitta di rimandi culturali, unpastiche tra dialetti del nord, italianoantico ed echi delle altre lingueromanze. Il synsynbai, una linguafilosofica, eraclitea, e poi c ilgramelot dei borborigmi, omaggialla prosa barocca, ai codici esottocodici, che ha una aspirazione:liberarsi dalla lingua verbale perapprodare al suono (si vedano lepartiture dentro il testo) o al gesto (ilDiscipulo si esprime con leposizione yoga, anzi con loyogico-circense...). Una lingua chelibera, anzi si beffa dellitaliano. Lalingua che ereditiamo prigioniera.Bisogna liberarla spiega lautoreche allargomento dedica il Ciclodegli Amanti della Glotta, unmetatesto linguistico-grammaticale,sempre nel registro comico. Ilcorposo e raffinato volume, 358pagine, Runaeditore, frutto di bendodici anni di ininterrotto lavoro. Iltitolo, in dialetto veneto o in italianoantico, significa raccontare. Maanche cantare. Il cantore epico cantae racconta insieme, lincipit deipoemi omerici Narrami/Cantami.... Tutta loperaecheggia o fa il verso allanticatradizione dei cantari e lo fa anchein termini filologici, immaginandonumerose tradizioni e trasmissionidel testo dove muta lo stesso titolodellopera. Lo sradicamento, lesilio,lalienazione delluomo dalla naturae quindi da s stesso, sono tra i temipi importanti del libro. Il camminodei due protagonisti va in direzioneopposta, un iniziatico percorso diReintegrazione con tutti i viventi.Luomo, stralunato e pazzo, preservain s la selvatichezza primitiva.Lanimale lo guida a contatto contutti gli altri esseri animali, vegetali eminerali. Gli avventurosiprotagonisti partono dalle periferieindustriali, attraversano nel Ciclolindo dei Misteri ierofaniciarborologhi, foreste, boschi,

    montagna e grotte dove i parlanocon gli alberi: i cipressi Ahi Ahi e LaiLai, ad esempio, che raccontano aPuc i misteri dellera zogzoghiana edella Phorete Alphabetique. Oppureil platano Patientia, il mirtilloMiramoltoquantointensoilviolamio, oppure i pipistrelli musicistidellAntro delle Ninfe in Fuga, ilDiscipulo del Maestro delleIntabolature vespertine e molti altri.Nel Contar de la Catastrophe, uomoe cavallo si imbattono negli ErrantiScalzi una sorta di setta di seguacidi Puc e Cup che attraverso ilresoconto delle loro riunioni fissatein verbali, intrecciano una sorta dicommentario rapsodico (e un potalmudista...) allo stesso Contar. Ilpoema termina, ne il Ciclo delleConche e dei Dendroliti, con unritorno dei nostri erranti agli uomini,i Non, una comunit che cerca diripensare e risentire il proprioabitare il pianeta, il rapporto con sstessi e con gli altri, con luniverso,seguendo una scienza diversa,abbandonata da Bacone in poi.Lautore segue le tracce degli antichimiti, che parlano della separazionetra uomo e natura, e rilegge Marx

    secondo cui luomo detiene la terrain usufrutto e non in propriet. InContar riecheggia il mitoveterotestamentario della caduta edellesilio dallEden, e, prima ancora,il tragico contrasto tra natura ecultura che si trova gi con lacoppia Gilgamesh- Enkidu nelpoema babilonese di Gilgamesh. Ilmito greco dellet delloro, coscome quello di Esiodo che nelleOpere e i Giorni parla dellaureastirpe da cui luomo via viaprecipitato sino a quella ignobile delferro e alla sesta stirpe ancorapeggiore, piena di perfidia e maliziaforse la nostra spiega lautore.Carminati ha letto Rousseau che nelDiscorso sulloriginedellineguaglianza traccia il profilodella civilt come unadegenerazione se confrontata allesociet selvagge. La nostalgiadellautore senza dubbio per lesociet matriarcali di tipo comunistao comunitario. Nelle sue pagine chiara la condanna per le societpatriarcali (dallo schiavismo alcapitalismo) divise in classi, basatesullo sfruttamento delluomosulluomo, sul razzismo, sulsessismo, sullo specismo.E come non pensare ad una

    parodia del Don Chisciotte, a suavolta parodia dei PoemiCavallereschi. A differenza delChisciotte per, il mondo perdutoche riaffiora in Contar e che nelChisciotte si scontra con il realecome follia e tangibile allucinazione non quello delle nobili virt delfeudalesimo enucleate dallaCavalleria e dal Cavaliere Errante,spezzate dal crudo realismomaterialista e mercantiledellavvento della borghesiaemergente, ma la Natura. Letdelloro, che Carminati chiama Eradei Zoga Zoga o Era dellaria scta,dove tutti gli esseri viventi, piante epietre, vivono in armonia. Lautoreconduce l'uomo alla scoperta dellesue origini, per liberarsi delle suedegenerazioni metafisiche eriportarsi in condizione di porre inmodo autentico la questioneontologica fondamentale. Chi puaccompagnare con un cammino aritroso, errante ed errabondevole,luomo alla sua origine animale,selvatica, se non un animale? Ed Cup Cup, un cavallo che, storicocompagno di avventure delluomo,qui ha per il ruolo di maestro, diguida, di colui che riconduce luomoa s stesso. Il finale lascia spazioalla speranza. I due errantiprecipitano in una conchiglia fossile,spinti da un vento interno che lirisucchia e li fa riemergere, edincontrano gli erranti scalzi. Unasetta integrata nella natura, speranzadella societ futura. Un messaggioecologico e pacifista, raccontato inuna lingua che non esiste.

    Contar, poema eroicomico in prosa, sarpresentato oggi 25 maggio alle 18,30 nelbrolo di palazzo Sartori Borotto, in pienocentro ad Este (piazza Trento) a pochichilometri da Padova, nell'ambito della festadi due giorni Altraaria proposta dalle dueassociazioni culturali La Medusa eL'ennesima insieme al Gas.dotto (Gruppodi acquisto solidale) ed al negozio delmercato equo e solidaleLa Bilanciadi Este. Sergio Fedele legger,con il prof. Andrea Zapperi, alcuni brani delvolume e si intratterr col pubblico perspiegare filosofia dell'erranza e ritmo dellaneolingua che accompagna nei lorovagabondaggi i due protagonisti del testo.

    LA PRESENTAZIONE

    ORIENTEESTREMO

    DI MATTEO BOSCAROL

    CONTAR DE LO NOBILE PUC PUC E DE LO SOJO NOBILISSIMO CABAJO CUP CUP

    Con una lingua colta, inventata evisionaria che tende a beffarsidellitaliano si racconta lerrare di unuomo selvatico guidato dal suo cavalloesperto conoscitore della natura Foto: illustrazioni da Contar

  • (11)ALIAS25 MAGGIO 2013

    LA SALUTE MENTALE

    IL VIAGGIO

    IL TEATRO

    AKIRADI KATSUHIRO OTOMO. GIAPPONE 1988

    0Basato su un manga dello stessoOtomo, in un futuro post Terzaguerra mondiale, Neo-Tokyo preda del caos: numerose bande digiovani motociclisti si sfidano in corse esfide spesso allultimo sangue. Kaneda il capo di un gruppo di bikers il cuiamico, Tetsuo, coinvolto in unprogetto segreto del governo notocome Akira.

    BENVENUTI A SAINT TROPEZDI DANILE THOMPSON, CON KAD MERAD,MONICA BELLUCCI. FRANCIA 2012

    0Non hanno niente in comune idue fratelli Zef e Roni,religiosissimo uno, dedito aipiaceri della vita l'altro. Da Londra aParigi, da Saint Tropez a New York, sisusseguiranno le liti che porteranno auna ricolnciliazione.

    EPIC - IL MONDO SEGRETO (3D)DI CHRIS WEDGE. ANIMAZIONE. USA 2013

    0Un'adolescente vienetrasportata nel cuore di unaforesta in cui si sta svolgendouna battaglia tra le forze del bene e leforze del male.

    FAST AND THE FURIOUS 6DI JUSTIN LIN, CON VIN DIESEL, DWAYNE 'THEROCK' JOHNSON. USA 2013

    0Dominic Toretto e BrianOConner tornano a colpire e sispostano in Europa, tra Londra eBerlino. L'agente Luke Hobbs sarancora sulle loro tracce e stavolta labanda avr un nuovo rivale, la cui gangentrer in scena per conquistarsi ilbottino di una spettacolare rapina.

    NERO INFINITODI GIORGIO BRUNO, CON FRANCESCARETTONDINI, ITALIA 2013

    0Dora Pelser una scrittrice disuccesso e i suoi libri sono tra ithriller pi amati dai lettori, manella piccola citt meridionale dellascrittrice un misterioso serial killer liprende a ispirazione per uccideresecondo le descrizioni degli omicidi.Sulla sua identit indagano due poliziotti,l'ispettore capo Elena D'Aquino el'ispettore Valerio Costa. Le indaginiconvergono su Leo, un barista con lapassione per le videoriprese.

    UNA VITA DA SOGNODI DOMENICO COSTANZO, CON EUGENIATEMPESTA, ALESSANDRO PACI. ITALIA 2013

    0Una commedia sul gioco degliequivoci condita con una buonadose d'ironia e arti marziali. Ilprotagonista infatti si finge quello chenon per cercare di conquistare unabella ragazza... Ma anche lei a sua volta fala stessa cosa. E quindi inizia unagirandola di situazioni inaspettate edesilaranti...

    AMARO AMOREDI FRANCESCO HENDERSON PEPE, CON ANGELAMOLINA, AYLIN PRANDI. ITALIA 2013

    2Lisola di Salina con latrasparenza del mare e le costescoscese, un porto, i belvederee i campi coltivati: una cornice pernarrare un intreccio quanto mai confusofino a toccare tematiche di incesto eomosessualit quasi a non voler lasciareniente di intentato. Francesi, greci,spagnoli, siciliani incontrano le loro vitee non sempre il semplice flusso turisticoserve a spiegare tutto questo esploderedi fisicit. (s.s.)

    BENUR - UN GLADIATORE INAFFITTODI MASSIMO ANDREI, CON NICOLA PISTOIA,PAOLO TRIESTINO. ITALIA 2012

    7Le caratteristiche che hannofatto apprezzare Andrei nel suofilm desordio Mater Natura allaSettimana della critica di Venezia, qui cisono tutte, la propensione al pop

    fiammeggiante, landamento musicaleimportante, la tenerezza, ilmelodramma. Qui si passagagliardamente dallambientazionenapoletana a quella romana, dove, dallapice teatrale di Gianni Clementi, Sergio,che era uno dei primi cinque stuntmandi Cinecitt ora si arrangia facendo ilgladiatore al Colosseo, insieme a Milan(un nome adatto ai giochi di parole).Commedia dal cuore amaro. (s.s.)

    CONFESSIONSDI TETSUYA NAKASHIMA, CON CON TAKAKOMATSU, YUK NISHII, GIAPPONE 2010

    7Nakashima, noto soprattuttoper il coloratissimo KamikazeGirls, film simbolo del generekawaii (carino, colori pastello), considerato un maestro del genere.Confessions rappresenta un drammaticocambiamento di rotta, annegato inunatmosfera opprimente e cupamentemonocromatica. Rispetto alledeflagrazioni visive dei suoi filmprecedenti, si muove allinterno di unospettro cromatico teso esclusivamentefra il nero pi minaccioso e il grigio piasfissiante. Come in una variante daincubo del classico schema Rashomon,Confessions mette in scena la vendetta diuninsegnante ai danni della suascolaresca convinta che fra i suoistudenti si celino gli assassini di suafiglia, una bambina di quattro anni.(g.a.n.)

    EFFETTI COLLATERALIDI STEVEN SODERBERGH, CON JUDE LAW,CHANNING TATUM. USA 2013

    6Lelemento oscuro chelintreccio promette si perdenella commistione consueta digeneri, il genere psichiatrico innestatosulla detective story, pi il film didenuncia contro le case farmaceutichegenere tenuto ben sotto controllo pernon far perdere proventi e nellanecessit di confezionare un prodottorassicurante. Infatti, tranquilli non didevastanti effetti collaterali a causa dimedicinali si tratta (non siamo nei pressidi Michael Moore), ma come sempre diquellinafferrabile mostro senza voltoche la finanza (condita di misoginia).(s.s.)

    ESTERNO SERADI BARBARA ROSSI PRUDENTE, CON VALENTINAVACCA, EMILIO VACCA. ITALIA 2011

    6Il personaggio attorno a cuiruotano tutti gli altri Alba,ragazza del casertano inquieta espericolata al limite del delirio, comecorrere di notte fra le macchine perscommessa. Lincontro dopo tanti annicon un cugino venuto da Milano rimettein moto sentimenti sopiti, ma un segretocoinvolge tutta la famiglia e ha resomalati i rapporti. Interpretazioni tese,abbastanza allusivi gli avvenimenti, edesplicitati infine nel momento menoadatto, con una musica portante diesagerata presenza che sottolinea imomenti drammatici o di grave tensionenon meglio raccontati. Premio Solinasalla sceneggiatura, film desordio con unacerta personalit, incipit interessante efinale discutibile. (s.s.)

    FIAMME DI GADDADI MARIO SE