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AggiornamentiAggiornamentiAggiornamentiAggiornamentiAggiornamentiAlbanesiAlbanesiAlbanesiAlbanesiAlbanesiQUADERNI DI SOCIETÀ, ECONOMIA E CULTURA

RIVISTA PERIODICA DIRETTA DA LUIGI NIDITO

N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1

AUT. CNS/CBPA/CENTRO1 valida dal 08/02/2007" - Tassa PagataDir. Resp.: Luigi Nidito - Ed. Ass. “L’Incontro” - V.le Galilei, n° 13/f - 59100 PRATO

Reg. Trib. Prato n° 11/2002 del 09/10/1992 - Stampa: C.A.D. - Tirana

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Speciale A.I.I.O.A.Speciale A.I.I.O.A.Speciale A.I.I.O.A.Speciale A.I.I.O.A.Speciale A.I.I.O.A.

?Presentata la domandaper il riconoscimento comeCamera di Commercio Italiana in Albania

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QUADERNI DI SOCIETÀ, ECONOMIA E CULTURARIVISTA PERIODICA DIRETTA DA LUIGI NIDITO

SommarioEditoriale: Obiettivo Europa 3

Società

Economia

Cultura

N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1

AUT. CNS/CBPA/CENTRO1 valida dal 08/02/2007" - Tassa PagataDir. Resp.: Luigi Nidito - Ed. Ass. “L’Incontro” - V.le Galilei, n° 13/f - 59100 PRATO

Reg. Trib. Prato n° 11/2002 del 09/10/1992 - Stampa: C.A.D. - Tirana

Nuovi soci e Uffici di rappresentanza 7Programma A.I.I.O.A. 10“Fare Sistema” di Giovanni Degennaro 11Intervista con Ilir Zhilla - Pres. Camere Commercio di Albania 15Contributo di Jessica Laganà - Console d’Italia a Tirana 17L’Ufficio scolastico dell’Ambasciata d’Italia di Vito Stigliani 23

Quadro economico e andamento commerciale 25Intervento di Raffaella Valentini-Uff. economico Ambasciata Italia 27Stefano Farabbi - A.D. Intesa Sanpaolo Bank Albania 31Libero Catalano - Dir. Generale B.I.S.- Gruppo Veneto Banca 35Intervento di Francesco Vitulli - Dir. Ufficio ICE Tirana 39Crisi economica e settore edile di Luigi Aleksi 43I Gruppi Italiani in Albania - Alfo Giorgi - “La Marina di Orikum” 45I Gruppi Italiani in Albania - Vincenzo Pastoressa - “La Mozzarella” 47

Legami culturali alla base dell ’amicizia 49L’Albania e la lingua di Dante di Artur Sula 50Limgua e popolazioni arbëresh di Gjovalin Shkurtaj 55

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Palazzo della Cultura

Piazza Skanderbeg

Tirana - Albania

Tel: +355 4 2234243

Fax: +355 4 2259098

www.aiioa.com

[email protected]

A . I . I . O . A .Presidente 

Giovanni DegennaroVice Presidenti 

Michele Cicella Luigi Nidito (Tesoriere)Vincenzo Pastoressa

Consiglieri effettiviGianluca CarlessoLibero CatalanoCarmine CiproStefano FarabbiVito Bruno FiorentinoStefano GalliniGiordano Gorini Gaetano MarroneGianluca Pierella

Segretario Generale - Alda BakiriProbiviri

Gaetano Tarsitani (Presidente)Alfo GiorgiArta Muskollari

Revisori Antonio Ventura (Presidente)

Paolo GiorgialongoShpresa Koçiraj

QTZHK

AgrigoseLBN EditorTelcom Albania

Studio Legale TonucciB.I.S. - Gruppo Veneto BancaManifacture ItalianaIntesa Sanpaolo Bank AlbaniaFilantoEurotech CementEssegeiVolalbaTirana Softwaregroup

Istituto InternazionaleGruppo GiorgiGlobal Service

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di Luigi Nidito

EDITORIALE

La fase attuale rappresenta unpassaggio importante per le pro-spettive future dell’Albania.Le elezioni politiche e la conse-guente nascita del nuovo gover-no offrono le condizioni giusteper affrontare subito i problemiancora da risolvere per comple-tare il percorso che deve allinea-re l’Albania agli altri Paesi vicinie raggiungere il traguardo della

prospettiva europea cui ormaitutta l’opinione pubblica albane-se sia “democratica” che “sociali-sta” guarda con grande impazien-za. Occorre ora, per esempio,predisporre ed approvare quelleriforme necessarie al raggiungi-mento dello standard richiestodalla Commissione Europea perla liberalizzazione dei visti, cosache rappresenta il passaggio de-

ObiettivoEuropa

“L’ALBANIA FA PARTE DELL’EUROPAE GLI ALBANESI SONODI NAZIONALITÀ EUROPEA”

Si legge nell’articolo del 1879 di Sami Frashëri,uno dei massimi poeti e letterati albanesi direligione musulmana-bektashi, in “Alfabetaree gluhësë shqip”, citato in “La lingua albane-se” di Shaban Demiraj.

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finitivo per l’integrazione sostan-ziale dei popoli in attesa dell’in-tegrazione formale ed ufficialecon l’ingresso nella Unione Eu-ropea.L’Albania non può non esseresulla stessa linea della Serbia,Montenegro e Macedonia.“Dopo la NATO, l’UE” era l’im-pegno di tutti in campagna elet-torale: ebbene è tempo oggi diporre mano a questo impegno!Occorre oggi operare per poterpretendere di essere posti sulla

stessa lineadegli altriPaesi vicini.I cittadinia l b a n e s is e n t o n ocome unpeso in-comprensi-bile il fattodi doverancora, allasoglia del2010, con-

statare di vivere in un Paese chedopo decenni di muro invalica-bile (il “Muro di Tirana 1” erettodalla dittatura comunista) teso adimpedire la libera circolazionedelle idee e degli uomini eccettola nomenklatura, oggi in un mon-do irreversibilmente globalizza-to debbono patire il problema deivisti (il “Muro di Tirana 2” di tipo

burocratico) che impedisce liberimovimenti e sviluppo personalesociale ed economico anche ri-spetto a Paesi vicini.La grande volontà di crescita del-la parte viva della popolazionealbanese merita la soluzione diquesto problema.Fra l’altro raggiungere tale tra-guardo è una spinta notevole perla crescita dell’Albania sia sotto ilprofilo sociale che soprattuttoeconomico, sviluppo capace giàdi per sé di una integrazione eu-ropea (pur senza assimilazione)rapida e positiva.La solidarietà italiana sempre esi-stita non mancherà neppure infuturo.In questa ultima parte del 2009l’Ambasciata d’Italia sta lavoran-do per realizzare nella primave-ra del 2010 una serie di eventi digrande importanza e significato:

“DUE POPOLI,UN MARE,

UN’AMICIZIA”Si tratta di una serie di grandieventi che rappresenteranno unmomento di grande attenzioneper i rapporti fra Italia e Alba-nia. L lunga lista di eventi copretutti i settori di attività, dalla cul-tura, al commercio, alle infra-strutture ed energia, allo sport,allo sviluppo società civile e for-mazione.L’iniziativa coordinata dal Ministro

Dr. FrancescoDe Luigi

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Consigliere dott. Francesco S. DeLuigi, coadiuvato dal Segretariod’Ambasciata dott. Jacopo Alber-goni, nel suo più profondo signi-ficato, ha i contorni in ogni casodi una vera e propria operazionedi sicuro valore culturale. E’ unaoperazione che intende cattura-re l’attenzione di tutti e special-mente dei giovani sempre piùattratti da una vita quotidianaglobalizzata dove a volte si ri-schia di perdere il contatto conle proprie origini, figurarsi queicontatti e rapporti più tradizio-nali nel tempo come possonoessere e sono le relazioni italo-albanesi.

Camera di CommercioItaliana in Albania

Nell’insieme delle relazioni gene-rali fra Italia e Albania da tempoinfatti, grazie alla stessa spintadell’Ambasciata italiana, i rappor-ti sono passati da una collabora-zione fatta di aiuti e sostegno neimomenti difficili, come negli anni’90, ad una convinta partnership.Lo stesso sta succedendo anchenelle varie componenti della co-munità italiana: da quelle milita-ri e delle forze dell’ordine o altrepresenze istituzionali; a quelle re-ligiose che oggi contribuisconoalla crescita sociale non limitan-dosi più agli aiuti rispetto ai pri-

mi bisogni elementari, ma offren-do un supporto nel campo dellaformazione professionale (agri-coltura, artigianato vario, ecc.)fino all’alta formazione rappre-sentata dalla fondamentale isti-tuzione dell’Università “NostraSignora del Buon Consiglio”; al-l’Associazione Imprenditori Ita-liani Operanti in Albania (AI-IOA), associazione nata nei pri-mi anni ’90. Nel corso degli annil’Associazione si è sviluppatacome struttura di servizi e mo-mento di rapporti con le Istitu-zioni albanesi in stretta collabo-razione con il vertice dell’Amba-sciata italiana a Tirana, rappre-sentata dall’Ambasciatore S. E.dott. Saba D’Elia.Ultimamente l’AIIOA ha dato unasvolta significativa alla propriapresenza in Albania presentan-do al Go-verno ita-liano ladomandadi ricono-scimentocome Ca-mera diCommer-cio Italia-na in Al-b a n i a( CC IA ) .A n c h eq u e s t a

Dottor Saba D’EliaAmbasciatore d’Italia

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volta come associazione di ope-ratori italiani dobbiamo dire cheè stato di grande incoraggiamen-to l’aiuto ricevuto da tutte le istan-ze operative della Missione ita-liana a Tirana, dall’Ufficio Com-merciale, all’Ufficio ICE di Tira-na.Ciò non solo per il sollecito pa-rere positivo che l’Ambasciata hatrasmesso attraverso la Farnesi-na al Ministero dello Sviluppoeconomico, ma soprattutto inconsiderazione del fatto che l’Am-basciata, impegnata nella orga-nizzazione, di grandissimo rilie-vo di una presenza italiana in Al-bania nei vari settori di eccellen-za per la prossima primavera2010, ha voluto inserire in que-sti eventi la presentazione ed illancio ufficiale della Camera diCommercio Italiana in Albania.Da parte dell’AIIOA, non man-cherà l’impegno ad operare con-cretamente per una sua costrut-tiva presenza sul territorio.La società albanese dalla fase di

un semplice ed a volte caotico“fai da te” anche nel campo dellerelazioni commerciali, soprattut-to con l’Italia che è il Paese cherappresenta il maggior partnercommerciale per l’Albania, oggiè pronta per il passo successivotendente ad una razionalizzazio-ne dei rapporti economico-com-merciali.Per l’AIIOA questo riconoscimen-to rappresenterà un momento dicrescita nel settore commercialealbanese e potrà diventare unserio riferimento per il mondodel commercio italiano.La Camera di Commercio Italia-na in Albania (CCIA) potrà cosìsvolgere un ruolo “riconosciuto”per il mondo albanese e per ilsettore del commercio italiano eciò sia per affondare ancor più leradici della propria presenza inAlbania, sia per ampliare tale pre-senza italiana anche in settori nonancora “sbarcati” in questo Pae-se.

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SOCIETÀ

Nei mesi scorsi l’AIIOA ha pre-sentato tramite l’Ambasciata do-manda di riconoscimento al Mi-nistero dello Sviluppo Economi-co a Roma come Camera diCommercio Italiana in Albania(CCIA). Tutta la documentazio-ne richiesta è stata inviata anchead ASSOCAMERESTERO, Asso-ciazione delle Camere di Com-mercio Italiane all’Estero, orga-nizzazione che opera in strettacollaborazione e sintonia strate-gica con il sistema dell’UNION-CAMERE, il sistema delle Came-re di Commercio d’Italia.L’Ambasciata ha espresso pare-re favorevole, come richiesto dal-l’iter della pratica, manifestandoil proprio apprezzamento per ilruolo svolto dall’AIIOA.Attualmente l’AIIOA sta pro-

grammando un rafforzamento delproprio organico e ha già comin-ciato a perseguire un concretoampliamento della base associa-tiva, non solo sul versante italia-no, ma anche e soprattutto perquanto riguarda l’iscrizione disocietà e singoli operatori alba-nesi.Tale impegno va proprio in dire-zione delle richieste poste fra lecondizioni per ottenere il ricono-scimento come CCIA e cioè quelladi una effettiva binazionalità del-l’Associazione richiedente.In questo ambito, come previstodallo stesso statuto, recentemen-te modificato, l’AIIOA ha già pre-so contatti con realtà economi-che e commerciali nelle città diScutari e Valona, sedi delle rap-presentanze Consolari italiane.

Camera di Commercio Italiana in Albania

Nuovi soci albanesi eUffici di rappresentanzaa Scutari e Valona

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A Scutari e Valona verranno isti-tuiti entro fine anno Uffici diRappresentanza Camerali.

Scutari

A Scutari opera già una asso-ciazione “Unione Sviluppo NordAlbania”, costituita da un grup-po di imprenditori albanesi delluogo, presieduto dal dott. Ales-sandro Limata che ne è stato ilpromotore, sorretto dalla spin-ta catalizzatrice del Consoled’Italia dott. Stefano Marguccio.In occasione di un recente in-contro, a seguito della visita del-l’Ambasciatore S.E. Saba D’Elianel nord dell’Albania, incontroa cui erano presenti, oltre al-l’Ambasciatore, il Console Mar-guccio, il capo della Coopera-

Valona

Analoga azione per Valona, doveopera con impegno il ConsoleGenerale d’Italia dott. SergioStrozzi, sarà svolta con l’aiutodell’associato AIIOA Alfo Gior-

zione italiana in Albania, dott.Flavio Lovisolo e il presidenteAIIOA, avv. Giovanni Degenna-ro è stata manifestata la dispo-nibilità e l’interesse di molti im-prenditori albanesi (fra cui il dott.Gjergji Leqejza, amministratoredi una importante società alba-nese che produce intimo fem-minile per conto dell’italiana “Co-tonella”) ad aderire alla C.C.I.A.e proseguire nella propria azio-ne di sviluppo dell’area scutari-na come Ufficio di rappresentan-za camerale nel nord Albania.

gi, ( noto in tutta la regione diValona fra gli operatori albane-si) imprenditore toscano che harealizzato il primo porto turisti-co albanese a sud di Valona: la“Marina di Orikum”. Recentemen-te, in occasione di una sosta in

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porto di molte imbarcazioni ita-liane in navigazione nell’Adriati-co si è tenuto un convegno, or-ganizzato da Alfo Giorgi, con lapartecipazione del dott. Paolo DalBuono in rappresentanza degliiscritti all’ASSONAUTICA, asso-ciazione che recentemente ha fir-mato un accordo con ASSOCA-MERESTERO “allo scopo di raf-forzare l’azione congiunta degliattori attivi nella promozione del“Sistema Italia”.Inoltre l’AIIOA potrà contare sul-le ampie conoscenze da parte deldott. Franco Pinna di operatorialbanesi della regione, conoscen-ze acquisite nel suo passato la-voro di dirigente bancario nellacittà di Valona.In occasione del convegno pres-so la strutturadel porto turi-stico a cuihanno parteci-pato anche ilSindaco diOrikum, dott.Kanan Braho eil Presidentedella Cameradi Commerciodi Valona,dott. EdmondLeka, oltre alvicepresidenteAIIOA dott.Luigi Nidito, il

Presidente della Camera di Com-mercio di Valona ha pubblica-mente espresso il proprio com-piacimento per l’iniziativa dellaCCIA, manifestando addirittura ladisponibilità a mettere a disposi-zione il locale per ospitare l’Uffi-cio di rappresentanza della CCIAdi Valona per il sud Albania.Queste prospettive consentiran-no all’AIIOA, una volta ottenutoil riconoscimento come Cameradi Commercio Italiana in Alba-nia ( CCIA), di iscriversi allaUnione delle Camere di Commer-cio e industria albanesi, comeviene auspicato anche dal suoPresidente dott. Ilir Zhilla in al-tra parte della presente pubbli-cazione.

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I relatori del convegno presso la Marina di Oricum

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PROGRAMMA A.I.I.O.A.

1. RIORGANIZZAZIONE STRUTTURA OPERATIVA:a) Inserimento di un Giurista che segua gli sviluppi normativi delle diversediscipline;b) Inserimento di una Segretaria operativa per consentire alla SegretariaGenerale, Dr. Alda Bakiri, iniziative/proposte e corsi di aggiornamento pressoAssocamerestero.2. PUBBLICAZIONI:a) Rivista bimestrale bilingue dell’Associazione per l’approfondimento delletematiche riguardanti il Paese Albania. Tale rivista verrà inviata a tutte leCamere di Commercio, Regioni, Province, Comuni capoluogo, strutture pro-vinciali di Confindustria ed altre Associazioni di categoria a livello regionalein Italia, oltre a Strutture parlamentari e governative e personalità albanesi.La Rivista oltre che cartacea verrà pubblicata sul websito per una la visioneda parte delle Camere di Commercio nel mondo;b) News mensile inviata via mail e pubblicata sul web;c) Rassegna quotidiana della Stampa Albanese via mail;d) Aggiornamento sistematico del websito.3. WORKSHOP:a) con il Ministero dell’Economia e col Ministero di Grazia e Giustizia in mate-ria di Diritto Societario e Diritto Fallimentare;b) con il Ministero delle Finanze e la Direzione Generale delle Tasse;c) con il Ministero dell’Economia, Direzione Generale delle Imposte e l’Asso-ciazione Bancaria Albanese sulla cessione del credito e/o compensazione dadiversi tributi.4. PROGRAMMA “ALBANIA E PAESI VICINI”:Visite nei paesi limitrofi “MONTENEGRO, KOSSOVO, MACEDONIA e BULGA-RIA con l’obbiettivo di far conoscere agli associati le opportunità che offronoquesti paesi.5. “BUSINESS ALBANIA”:Lavori per il perfezionamento dell’iniziativa promossa dalla nostra Associa-zione per la costituzione della Confederazione dei Datori di Lavoro.6. CORSI DI FORMAZIONE:a) Corsi sulle diverse figure amministrative e tecniche da avviare al lavoropresso i ns. associati;b) corso interattivo di “lingua italiana in affari” per dipendenti albanesi;c) corso di lingua albanese per operatori italiani interessati.7. UFFICI DI RAPPRESENTANZA:Apertura degli Uffici periferici come da Statuto nelle Circoscrizioni Consolaridi Scutari e Valona.

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L’Albania si presenta, ad un os-servatore attento, con tratti pe-culiari che distinguono questoPaese da altri anche geografica-mente ad esso vicini.Lo sviluppo, negli anni dopo lacaduta del comunismo, ha segui-to un percorso più tumultuoso edifficile di quello degli altri Paesidell’Est dovuto alle condizioni dipartenza che facevano dell’Alba-nia nei primi anni ’90 un Paesepiù disastrato delle realtà ad essaconfinanti e non solo.La grande voglia di riscatto deisuoi abitanti, la caparbia volontàdi superare ritardi e problemi,l’aiuto dei Paesi amici, a comin-ciare dall’Italia, la vicinanza sto-rica e socio-culturale con il no-stro Paese, tutte insieme questecomponenti hanno permesso dicompiere grandi passi sulla viadello sviluppo tanto che oggipossiamo dire senza dubbio chel’Albania è ormai stabilmente at-

testata sulla via di una normaliz-zazione sociale ed economica chesupera le più rosee previsioni chesi potevano fare nei non lontanianni ’90.Lo sviluppo economico è stato fa-vorito, oltre che dalla freneticavoglia di iniziativa in ogni campoda parte degli albanesi, anchedalle comunità di operatori stra-nieri e, fra tutte, di quella partedi comunità italiana che ha scel-to in modo stabile l’Albania per ipropri investimenti.In questo contesto l’Associazio-ne Imprenditori Italiani operantiin Albania (AIIOA) ha rappresen-tato un momento di positivo co-agulo per tutti gli italiani presen-ti in Albania, specie nei momentipiù difficili attraversati da questoPaese nella “calda” metà deglianni ’90.La storia della nostra associazio-ne fatta di iniziative, proposte,momenti di concreta solidarietà

”FARE SISTEMA”

Richiesta dell’Associazione Imprenditori ItalianiOperanti in Albania per il riconoscimento comeCamera di Commercio Italiana in Albania

Intervento del Presidente A.I.I.O.A.Avv. Giovanni Degennaro

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reciproca non va oggi dimenti-cata giacché rappresenta il pun-to di riferimento costante per unpercorso aggiornato alle esigen-ze dell’Albania contemporaneaproiettata verso un futuro euro-peo sempre più integrato.Mentre le comunità imprendito-riali svolgevano il ruolo di pro-pulsione nell’ambito dello svilup-po economico e sociale, la co-munità albanese spesso autono-mamente e per di più attraversoi singoli cittadini, costruivanorapporti soprattutto con la vicina

Italia per quanto riguarda il set-tore del commercio.La più gran parte della dinamicacommerciale albanese “parla ita-liano” e ciò è dovuto ai legamida sempre esistenti con il nostroPaese, oggi resi ancor più con-creti dalla massiccia comunità al-banese che vive e lavora in Ita-

lia, cosa che rende più facili edimmediate le possibilità di svilup-po dei rapporti commerciali ita-lo-albanesi.L’AIIOA è oggi in Albania una as-sociazione che gode di un rico-nosciuto e diffuso prestigio nelleIstituzioni oltre che nella opinio-ne pubblica in generale.Siamo passati dall’essere una re-altà occupata e preoccupata a ri-solvere eventuali problemi deisingoli imprenditori italiani aduna realtà che è in grado di of-frire servizi ed assistenza sul ter-

ritorio, realtà capa-ce di interloquire di-rettamente con leIstituzioni Albanesiin termini di propo-sta e di confronto.Di grande significa-to ed importanza èl’iniziativa che vedeproprio l’AIIOA frale associazioni pro-motrici di una nuo-va grande organiz-zazione che intende

raccogliere tute le realtà locali estraniere imprenditoriali e tutti idatori di lavoro operanti in Al-bania per fornire a questo Paeseuno strumento di sicura utilitànell’ottica di un confronto con-creto nel Paese sulle esigenze esulle decisioni da assumere peruno sviluppo ed un benessere

Palazzo della Culturadove ha sede l’A.I.I.O.A.

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sociale sempre più diffuso. L’es-sere una delle associazioni fon-datrici, insieme a molte associa-zioni di settore albanesi e a real-tà come altre Camere di Com-mercio straniere presenti in Al-bania, del “Unione del business”,rafforza la nostra volontà di con-tinuare a contribuire alla crescitadei rapporti economico-commer-ciali italo-albanesi.In questo ruolo siamo stati sem-pre supportati dalle strutture ope-rative della nostra Ambasciata cheha sempre sostenuto le nostreiniziative.Fra queste l’ultima è proprio

quella riguardante lanostra richiesta di ri-conoscimento comeCamera di Commer-cio Italiana in Alba-nia, da noi presenta-ta recentemente esulla quale la nostraAmbasciata ha subi-to espresso parere fa-vorevole in vista del-la decisione ministe-riale che dovrebbeavvenire prossima-mente a Roma. Il pa-rere favorevole del-l’Ambasciata è da noivissuto come inco-raggiamento a guar-dare con determina-zione a futuri tra-

guardi nel nostro operato, oltreche segno di un reciproco rap-porto di positiva e concreta col-laborazione. La nascente “Unio-ne del business” ed il riconosci-mento come Camera di Commer-cio Italiana in Albania (CCIA) daparte italiana rappresentano duenovità, che, nel rispetto dei pro-pri ruoli possono operare in si-nergia, a tale proposito è emble-matico il progetto, promosso dal-la AIIOA, per la realizzazionedell’area commerciale-industria-le di Koplik, vicino a Scutari apoca distanza dal Montenegro. Inun’area attrezzata di oltre 60 et-

Avv. Giovanni DegennaroPresidente AIIOA

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tari con strutture di servizi, espo-sitive, ecc., sarà possibile concen-trare tutte le potenzialità commer-ciali ed industriali che fungeran-no da punto di riferimento per ilmercato più ampio di tutti i Bal-cani. Per questo siamo convintiche il nuovo impegno come Ca-mera di Commercio Italiana inAlbania sarà di grande interesseper l’intera collettività albaneseoltre che per lo sviluppo dellapresenza italiana in Albania.Come Camera di Commercio Ita-liana in Albania gli stessi opera-tori commerciali albanesi potran-no usufruire dei nostri servizi epotranno fornire a noi nuovoslancio per iniziative che produ-cano occasioni di sviluppo negliscambi commerciali fra Italia eAlbania.Abbiamo già cominciato a muo-verci in questa direzione, pur es-sendo ancora in attesa del rico-noscimento governativo, svilup-pando iniziative per allargare lanostra base all’imprenditoriacommerciale locale, addiritturaprevedendo già dall’immediato fu-turo la apertura di nostri Uffici dirappresentanza in Scutari e Valo-na dove operano da tempo le no-stre due delegazioni consolari ol-tre a quella di Tirana, Uffici Con-solari con cui intratteniamo posi-tivi rapporti di concreta collabo-razione. Tutto nell’ottica di dotarci

di uno strumento che di per sérappresenti un riferimento ancheistituzionale in Albania teso a svi-luppare in piena armonia con l’Uf-ficio ICE di Tirana i rapporti com-merciali fra i nostri due Paesi esoprattutto ad incrementare ulte-riormente la presenza italiana nel-la realtà albanese.Siamo sicuri di potercela fare conil nostro impegno, con il soste-gno dell’Ufficio commerciale del-la nostra Ambasciata, dell’UfficioICE oltre che con i suggerimentied il supporto dell’Assocamere-stero cui intendiamo associarcinon appena ricevuto il riconosci-mento richiesto.In buona sostanza, in un mondoin continua evoluzione (in Alba-nia lo si può constatare settima-na dopo settimana) in cui anchele Camere di Commercio sonoimpegnate ad approfondire ilproprio servizio in sinergia conla realtà in cui operano, la nostraassociazione sono sicuro che saràin grado di essere un saldo mo-mento operativo nello sforzo di“fare sistema”, sia come comuni-tà italiana, che come soggetto lo-cale albanese insieme agli alba-nesi che già operano con realtàeconomiche e commerciali italia-ne o con albanesi che vorrannointraprendere nuovi rapporticommerciali con l’Italia.

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D) Come è organizzato il siste-ma delle Camere di Commercioin Albania?

R) Le camere sono organiz-zazioni di categoria che han-no come obbiettivo la tute-la degli interessi delle im-prese e lo scopo di aumen-tare le capacità di quest’ul-time.L’Albania dispone 12 came-re di commercio, organizza-te sulla base dei distretti,mentre l’Unione delle Came-re di Commercio ed Indu-stria di Albania (UCCIAL) aisensi della legge, ha comeobbiettivo la rappresentan-za nazionale e il coordina-mento delle attività dellecamere regionali. La legisla-zione albanese consente an-che la creazione di cameredi commercio straniere che

operano in Albania, a condi-zione che queste organizza-zioni debbano avere più di100 soci e associarci pressoUCCIAL. In esecuzione ditale legge sono già state co-stituite le Camere di com-mercio Americana, Greca,Tedesca, ecc.Accogliamo con piacere la co-stituzione della Camera diCommercio italiana in Alba-nia in quanto, come già noto,le imprese italiane sono iprincipali investitori in Alba-nia e proprio per questo talenuova iniziativa mi sembraanche in ritardo.Voglio sottolineare che l’Ita-lia è il principale partnereconomico dell’Albania sul-lo scambio di beni ed è il no-stro vicino strategico.

D) Qual è il ruolo di UCCIAL?

Intervista con il Dottor Ilir Zhilla,Presidente Unione delle Camere diCommercio ed Industria di Albania

Soddisfazione per la nascita della Camera di Com-mercio Italiana in Albania che si aggiunge a quellegià presenti: americana, greca, tedesca ed inglese

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R) Organizziamo molte atti-vità, ma soprattutto ci con-centriamo sulla compatibili-tà della normativa con gliinteressi delle imprese e inquesto senso direi che abbia-mo ottenuto molto.Vorrei sottolineare la con-venzione stipulata con l’Uf-ficio Registrazione delleproprietà: dopo questo pas-so è stato possibile forma-lizzare oltre 700 milioni dieuro di proprietà immobili,negozi e appartamenti, lamaggior parte tra Tirana eDurazzo. Alla fine del 2008,dopo gli sforzi di UCCIAL èstato reso possibile la regi-strazione del personale del-le imprese online.Durante questo periodo ab-biamo lavorato per la legge“Sull’artigianato” e stiamolavorando per la legge sugliappalti pubblici, al fine di ri-durre il numero dei docu-menti per la partecipazionealle gare.Stiamo lavorando per istitu-ire l’Ufficio per la tutela delBusiness con l’obbiettivo dirappresentare il businessverso gli uffici statali in vi-sta dei problemi che potreb-bero incontrare.

D) Come giudicate il mercato al-banese?

R) L’economia albanese è infase di sviluppo ed è moltodinamica, e ciò dimostra chel’influenza della crisi è statamolto basa.Durante questo tempo sonostati applicati dei program-mi moderni nel sistema fisca-le e doganale, ma ciò cherende più interessante l’Al-bania, è la sua posizione neiconfronti dei paesi come ilMontenegro, Kossovo, Mace-donia, dove la lingua alba-nese si parla in più di 70 percento della popolazione diquesti quattro paesi presiinsieme. La distanza tra ipaesi è già stata ridottagrazie agli investimenti in in-frastruttura stradale fatte inAlbania negli ultimi anni.Ora, la distanza di tempo traTirana e Podgorica è un po’più di 2 ore, mentre Tirana-Pristina e Skopje, è 3 o 4 ore.Vale a dire qualsiasi investi-mento effettuato in Albaniaè disponibile per un merca-to più ampio. I Romani han-no conosciuto meglio i Bal-cani, ora aspettiamo che lofacciano anche gli italiani.

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TIRANA IN CAMMINO VERSOLA LIBERALIZZAZIONEDEI VISTIIl 16 luglio scorso, nel corso diun’animata conferenza stampa aBruxelles, i Commissari Europeiper l’allargamento, Rehn, e perla giustizia, libertà e sicurezza,Barrot, hanno reso pubblica laproposta della Commissione Eu-ropea di liberalizzare i visti Schen-gen per i cittadini di Macedonia,Serbia e Montenegro. La notizia,per quanto affatto inattesa, è stataaccolta con un certo malumoredalle opinioni pubbliche dei Pae-si esclusi: Albania e Bosnia, chepur ricomprese dal 2008 nel dia-logo per la liberalizzazione deivisti, non hanno ancora adem-piuto, secondo la Commissione,le condizioni previste nella cosid-detta “road map” per la liberaliz-zazione dei visti, che ricompren-de quattro direttrici: sicurezza deidocumenti di viaggio; gestionedelle frontiere e politica migra-toria; lotta al crimine organizza-to e alla corruzione; tutela delleminoranze e dei diritti fondamen-tali. La proposta della Commis-

sione di abolire i visti Schengenper i cittadini di Serbia, Monte-negro, Macedonia, sulla cui ap-provazione avrà ad ogni modola parola definitiva il Consiglio deiMinistri dell’Interno dei 27 StatiMembri dell’Unione Europea ilprossimo autunno, è senz’altroun passo di rilevanza storica,malgrado alcuni Paesi dei Balca-ni Occidentali per il momentonon ne gioveranno. Si tratta di

Contributo del Console italianoa Tirana, dott.ssa Jessica Laganà

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un risultato tangibile, che premiaper ora quei Paesi più avanti sulpiano delle riforme, e che al con-tempo ha il pregio di rilanciare –anche per i Paesi esclusi – la pro-spettiva europea dei Balcani, adieci anni dall’avvio del processodi stabilizzazione e associazione.È la prospettiva di integrazioneeuropea, che si sostanzia anchenella libertà di potersi muovereliberamente nei Paesi dell’UE, atener vivo l’afflato riformista emodernizzatore dei Governi del-l’area e la disposizione largamen-te pro-europeista delle opinionipubbliche locali.La liberalizzazione proposta dal-la Commissione appare tanto piùimportante se si considera che inquesto campo in generale i sin-goli Stati Membri dell’UE sonoguidati da logiche di ordine pub-blico e sicurezza, appaiono spes-so meno propensi a fare conces-sioni e sono invece attenti aglianimi del loro elettorato.L’altro elemento fondamentale dicui tener conto è che la propostadella Commissione ha un carat-tere preminentemente tecnico esi è basata sull’attento monito-raggio (compiuto anche attraver-so missioni sul campo) dell’avan-zamento delle riforme nei settoridella “road map”. Ciò significache – come affermato dai Com-missari Barrot e Rehn nella con-

ferenza stampa del 16 luglio scor-so – ciascuno dei Paesi, oraescluso, sarà valutato nei prossi-mi mesi sulla base dei proprimeriti e potrà quindi a sua voltaottenere il visa waiver.L’annuncio della proposta dellaCommissione sull’abolizione deivisti Schengen per Serbia, Mon-tenegro e Macedonia, è giunto apoche settimane dallo svolgi-mento delle elezioni politiche inAlbania. Durante la campagnaelettorale, il tema della liberaliz-zazione dei visti e quello più ge-nerale dell’adesione europea ave-vano riecheggiato spesso nei di-battiti dei leader politici, sui ma-nifesti con l’immagine del nuovopassaporto biometrico e la scrit-ta “In Europa senza visti”, oppu-re con slogan come “Dopo laNato, l’UE”. Chi conosce l’Alba-nia sa quanto l’argomento siasensibile per l’intera popolazio-ne, che ha patito per decenni – acausa della dittatura di Hoxha –una chiusura pressoché comple-ta verso l’estero e che ora malsopporta i vincoli imposti dallo“Schengen wall”. Le autorità al-banesi, molto saggiamente, nonhanno contestato la propostadella Commissione, ma anzi han-no mostrato di condividerla, ri-conoscendo che obiettivamentei tre Paesi, che per primi ne be-neficeranno, sono al momento

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più avanti nell’applicazione della“road map”. Spetterà ora proprioal nuovo Governo procedere alcompletamento delle riforme,affinché le prossime verifiche (chesi svolgeranno già dal mese diottobre) possano effettivamentedare conto di progressi sulla stra-da della liberalizzazione.Secondo quanto in più occasionisottolineato dalla Commissione,si tratta in primo luogo di: por-tare a termine il processo di rila-scio dei passaporti biometrici allapopolazione; rafforzare il control-lo dei confini e completare la con-nessione di tutti i punti di fron-tiera al sistema operativo di re-gistrazione dei movimenti in en-trata e uscita; imprimere un’ul-teriore spinta alla lotta alla cri-minalità organizzata (in partico-lare al traffico di droga) e allacorruzione, che resta ancora un

problema, anche se la percezio-ne del fenomeno è in migliora-mento; più in generale, portareavanti il processo di irrobusti-mento dello stato di diritto.Sono certo obiettivi ambiziosi,nel raggiungimento dei quali l’Al-bania può sicuramente contaresulla collaborazione di partner in-ternazionali, e tra questi in par-ticolare l’Italia, che ha sempre ap-poggiato le prospettive euro-at-lantiche albanesi. Ciò che peròsarà decisivo è una vera spintain avanti dell’Albania stessa. Sonoin primo luogo il Governo alba-nese, che deve perseverare nel-lo sforzo riformista, e la popola-zione locale, con comportamen-ti virtuosi, a doversi impegnareper raggiungere il traguardo del-la liberalizzazione, già tracciato,ma i cui tempi di realizzazionesono principalmente nelle loro

Jessica LaganàNata a Roma, il 4.07.75, coniugata. Laurea in Scienze Poli-tiche, presso l’Università “La Sapienza” di Roma. In carrie-ra diplomatica dal 2001. Direzione Generale per i Paesi delMediterraneo e Medio Oriente. Dal 1.09.2004 Consolato Ge-nerale d’Italia a San Pietroburgo, con funzioni di Console.Primo Segretario da luglio 2007 presso l’Ambasciata d’Ita-lia a Tirana e da allora Capo della Cancelleria Consolare.Su incarico dell’Ambasciatore D’Elia, dal 2008, segue il pro-cesso di avvicinamento dell’Albania all’UE, con particolareriguardo alla liberalizzazione dei visti. Nei prossimi mesi,si trasferirà alla Rappresentanza Permanente d’Italia pressol’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econo-mico (OCSE), che ha sede a Parigi.

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mani. Nel frattempo, la popola-zione albanese e le rappresentan-ze diplomatiche UE sono alle pre-se con l’applicazione dell’Accor-do CE - Albania di facilitazioneper il rilascio dei visti per brevisoggiorni (al massimo di 90giorni a semestre) in favore dialcune categorie specifiche diutenti. L’entrata in vigore di taleAccordo, il 1° gennaio 2008, hacomportato un aumento delle ri-chieste di visto e ha ingeneratoalte aspettative da parte dell’in-tera opinione pubblica locale.L’adozione delle misure di facili-tazione ha senz’altro introdottoconcreti benefici per la popola-zione albanese, come dimostra-no in generale: l’aumento delnumero complessivo di vistiSchengen rilasciati; l’esenzionedal pagamento delle percezioniconsolari per le categorie agevo-late dall’Accordo; l’incremento nelrilascio di visti multipli.L’Accordo è in realtà per lo più“cosmetico”: rimanda, infatti, allanormativa Schengen e nazionaleper quanto riguarda la trattazio-ne di elementi chiave che incido-no nel vaglio di una richiesta (di-mostrazione dei mezzi di sussi-stenza e quindi verifica della po-

sizione socio-economica del ri-chiedente; motivi e forme delprovvedimento di diniego, ecc.).Forse complice lo scarso appro-fondimento su tali aspetti, partedella popolazione albanese hapresto confuso il termine “facili-tazione”, con quello di “liberaliz-zazione” dai visti Schengen, frain-tendendo poi quest’ultimo con ilcompleto “free movement” deicittadini albanesi nell’Unione Eu-ropea. Si tratta quindi di un Ac-cordo che nel lungo periodo nonpuò tenere il passo con le altissi-me aspettative della popolazione.D’altro lato, pesano su una piùfavorevole applicazione del testole problematiche che le rappre-sentanze UE in Albania si trova-no ancora a dover affrontare:presentazione di documentazio-ne contraffatta, casi di falso ide-ologico, ambiguità circa il realescopo del viaggio, ecc.L’impegno della rete consolareitaliana in Albania per applicarel’Accordo CE-Albania, mettendo-ne in risalto gli aspetti positivi perla popolazione, è stato comun-que massimo, aggiungendosi altradizionale ruolo di riferimentoesercitato dai nostri Uffici per lapopolazione albanese. I nostri

Tabella a. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Schengen emessi

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14.261 17.118 18.522

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uffici consolari di Scutari, Valonae Tirana nel 2008 hanno regi-strato l’incremento più elevatodelle richieste di visti, rispetto allealtre rappresentanze UE, portan-do l’Italia ad essere il Paese cherilascia il maggior numero di vi-sti Schengen ai cittadini albanesi(nel 2008: 33.898, con un au-mento del 12% rispetto al

2007). Come si vede dalla tabel-la a) relativa solo alla CancelleriaConsolare a Tirana, il rilascio deivisti Schengen è aumentato del30% circa dal 2006 al 2008.Nello stesso periodo, abbiamoregistrato un aumento del rila-scio dei visti Schengen ad ingressimultipli emessi del 58% circa,come si evince dalla tabella b).Prima dell’entrata in vigore del-l’Accordo CE – Albania di facili-tazione, Albania ed Italia eranolegate da un’intesa bilaterale peril rilascio di visti biennali a per-sonalità del mondo istituzionaleed imprenditoriale, indicati dalMinistero degli Esteri albanesi,nell’ambito di una quota stabilitada parte italiana. Giova segnala-re che dall’entrata in vigore del-l’Accordo CE - Albania, che pre-vale su qualsiasi intesa bilaterale

precedente, non è solo il verticeistituzionale ed economico a gio-vare di condizioni di favore, maanche molte categorie di utenti,come studenti, professori, gior-nalisti, artisti, ecc., rafforzandoappieno il già forte legame tra lesocietà civili. Il trend continua adessere in accelerazione, nono-stante l’incremento di visti mul-

tipli che dovrebbe in teoria ral-lentare la necessità dell’utenza.Nei primi sette mesi del 2009, laCancelleria Consolare ha rilascia-to il 13% in più di visti Schen-gen, rispetto allo stesso periododell’anno 2008. Ma gran partedelle attività degli uffici consola-ri italiani è legata non ai vistiSchengen validi per brevi perio-di, ma al rilascio dei visti nazio-nali per lavoro, ricongiungimen-to familiare, studio universitario,necessari a chi intende trasferirsistabilmente nel nostro Paese.Dopo le boat people dei primianni ’90 e gli scafi della fine diquel decennio, grazie alla coo-perazione bilaterale, allo stru-mento delle quote privilegiate diingresso per lavoro (introdottedal 1998 con i cd. “decreti flus-si”) e all’applicazione dell’Accor-

Tabella b. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Schengen multi-ingresso emessi

2006 2007 2008

5.975 7.916 9.429

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Tabella c. Cancelleria Consolare a Tirana. Totale Visti Nazionali emessi

2006 2007 2008

11.653 31.152 21.024

do di riammissione bilaterale fir-mato nel 1997, l’emigrazione al-banese verso l’Italia si è attesta-ta su flussi regolari, sviluppan-dosi su binari di legalità. Ognianno il cd. decreto flussi adotta-to dal Governo italiano prevedeuna quota specifica di ingressi perlavoro per i cittadini albanesi, chein genere si attesta sull’ordine di4.500 unità. Nel 2007, alla quo-ta ordinaria, si aggiunse unaquota aggiuntiva di 29.000 in-gressi per i cittadini albanesi, se-gnando un anno boom nel rila-scio dei visti nazionali (ved. ta-bella c, relativa solo alla Cancel-leria Consolare a Tirana). Oltrea queste quote, vi sono possibi-lità aggiuntive legate al lavorostagionale. La comunità degli al-banesi in Italia si è trasformatain pochi anni da fonte di preoc-cupazione in un fattore che con-tribuisce al sistema economico,fiscale e sociale del nostro Pae-se. Si tratta della terza comunitàstraniera in Italia, ora caratteriz-zata da un’alta incidenza femmi-nile e di giovani: le donne rap-presentano il 44 % dell’intera col-

lettività, soprattutto in ragionedei ricongiungimenti familiari,mentre i minori sono quasi il25% (dati Caritas 2008). È inol-tre la quarta comunità quanto alnumero dei titolari d’impresa ecome noto i giovani albanesi rap-presentano, tra gli studenti stra-nieri, la percentuale più nume-rosa. Attualmente il potenzialedel flusso migratorio albaneseverso l’Italia è ancora abbastan-za rilevante, sia per i ricongiun-gimenti familiari, sia per le of-ferte di lavoro disponibili trami-te i cd. “decreti flussi”. Se il futu-ro quindi per i cittadini albanesiè quello di poter viaggiare libe-ramente nell’UE grazie alla libe-ralizzazione dei visti Schengen,gli Uffici consolari italiani in Al-bania continueranno in ognimodo ad essere un punto di ri-ferimento centrale, sia per queicittadini albanesi che desideranostabilirsi in Italia, sia per la co-munità dei connazionali, chesempre più numerosi si recanoin Albania per affari, per motivifamiliari e perché no, per turi-smo.

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L’apprendimento della lingua ecultura italiana nel sistema sco-lastico albanese è una delle op-zioni fondamentali messe in cam-po già dal 1999 come rafforza-mento della presenza del siste-ma Italia in Albania attraverso idue Programmi le Sezioni Bilin-gue e l’Illiria. Le risorse finanzia-rie per la realizzazione di questiprogrammi sono messe a dispo-sizione dal MAE della DGPCC.Essi perseguono, attualmente,l’obiettivo di una maggiore pre-senza dell’insegnamento dell’ita-liano nel sistema scolastico pub-blico, ancora oggi sottodimensio-nata rispetto all’intensità dellerelazioni economiche e culturalitra l’Italia e l’Albania e alla diffu-sa conoscenza orale della nostralingua.

Le Sezioni Bilingue

Le Sezioni Bilingue italo-albane-si sono licei ad indirizzo “socia-

Azione dell’Ufficio Scolastico per la diffusionedell’insegnamento della Lingua Italiana in Albania

le” che hanno un piano di studisimile alle Scuole Medie Superiori“generali” in Albania, ma con ladifferenza che dal secondo annoil 50% delle materie sono inse-gnate in lingua italiana. NellaSezione italo-albanese le mate-rie insegnate in lingua italianasono: italiano, matematica, fisi-ca, informatica, biologia, storiae storia dell’arte.Le altre materie vengono inse-gnate nella lingua albanese.In questa fase di riforma del si-stema scolastico albanese, le Se-zioni Bilingue hanno un’organiz-zazione di transizione dal vecchioal nuovo ordinamento.Si sta attuando la riduzione daicinque anni del vecchio percorsoal nuovo percorso che prevedetre anni di Scuola Media Genera-le dopo la Scuola di Base.Parallelamente alla lingua italia-na, gli alunni studiano un’altralingua straniera, l’inglese.Nelle Sezioni insegnano docenti

“Investimento” utileper le nuove generazioni

Prof. Vito StiglianiDirigente Ufficio per la Cooperazione Scolastica

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italiani con docenti albanesi. Que-sti ultimi insegnano la lingua ita-liana o materie in lingua italianae la loro formazione è assicuratadall’Ambasciata d’Italia a Tiranacon corsi in Albania ed in Italia.L’insegnamento dell’italiano e dellealtre materie in lingua italiana sifa in gruppi.Agli esami della Maturità Statale,la commissione è composta  dadocenti italiani ed albanesi con unrappresentante del Ministero de-gli Affari Esteri italiano.Al fine del percorso formativodelle sezioni il Diploma di Matu-rità conseguito dà accesso aglistudi universitari sia in Albaniache in Italia. Le scuole italiane diogni ordine e grado, anche al-l’estero, espongono in un docu-mento le linee fondamentali del-l’offerta formativa attraverso ilP.O.F. Piano dell’Offerta Formati-va. Esso è, nel contesto albane-se, la carta di identità delle Se-zioni e illustra agli studenti ed aigenitori non solo i piani di studioe l’organizzazione didattica, maanche le attività integrative e gliinterventi in ambito curriculare edextracurriculare volti a migliora-re la qualità dell’offerta formati-va.

Il Programma Illiria

Il Programma Illiria, avviato nel

2002 nelle terze classi delle scuo-le dell’obbligo e nelle prime classidelle Scuole secondarie superioridistribuite in 19 distretti scola-stici, ha l’obiettivo di introdurrel’insegnamento della lingua ita-liana come prima linguastraniera. Il programma hal’obiettivo di raggiungere unaquota del 10% degli alunni chestudiano le lingue straniere en-tro il 2010.Nell’anno scolastico 2008-09 l’in-segnamento dell’italiano è ope-rativo in 19 distretti con 38 scuo-le di base e 24 scuole superioricon 91 insegnanti e circa 21.000alunni.L’Ufficio Scolastico dell’Amba-sciata organizza in collaborazio-ne con il MASH la formazionedei docenti albanesi del Pro-gramma ILLIRIA con corsi inpresenza e a distanza dall’anno2009.La lingua italiana come LS L2nelle scuole albanesi: l’UfficioScolastico segue gli sviluppi del-l’insegnamento della Lingua Ita-liana come seconda lingua stra-niera in tutte le scuole albanesi.L’insegnamento della Lingua Ita-liana come LS L2 è attuato nonsolo nei ginnasi ma anche nellescuole superiori ad indirizzo tec-nico-professionale.

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ECONOMIA

2003 2004 2005 2006 2007 2008P.I.L. (crescita %) 6 6 5,5 5 6 6 (a)P.I.L. (in mln $) 5.600 7.452 8.382 9.136 10.300 13.300Reddito pro-capite $ 1.806 2.329 2.619 2.855 3.465 4.700 (?)Tasso di inflazione 3,3 2,2 2,0 2,5 2,9 3,4Bilancia commerciale -1.243 -1.276 -1.476 -1.659 -2.140 -2.648 (b)Importazioni (mln. •) 1.638 1.762 2.006 2.289 2.890 3.562Esportazioni (mln. •) 395 485 530 630 786 914Rimesse (mln. •) 782 1.028 939 933 957 623 (c)I.D.E. (mln. •) 158 278 224 260 477 380 (e)Tasso disoccupazione 15,0 14,6 14,2 13,8 13,2 13% Deficit bilancio/PIL 4,8 5,1 3,6 3,3 3,4 5,2(f)

L’Albania è ormai da tempo nel-l’organizzazione mondiale delcommercio, cosa che ha consen-tito una garanzia nei rapporticommerciali per tutti, sia alba-nesi che stranieri. Per di più gliinvestitori possono beneficiare diagevolazioni fiscali sulle espor-tazioni nel contesto del mercatoeuropeo anche grazie ad un ac-cordo firmato fra Unione Euro-pea e Albania che agevola anchel’importazione delle merci dal-l’U.E. Inoltre l’Albania fa parte diuna larga area di libero scambio

con i Paesi limitrofi, dalla Croa-zia, alla Macedonia, al Montene-gro, alla Serbia e alla Bosnia, ol-tre al recente accordo con la Tur-chia per libero scambio dellemerci fra i due Paesi: notizie dirilievo per i futuri investitori ita-liani che volessero ampliare ilproprio raggio di rapporti com-merciali con l’Albania. L’Albaniain altre parole si avvicina sem-pre di più alla armonizzazione cheporterà questo Paese alla adesio-ne alla U.E. Restano ancora deiproblemi da risolvere in questa

Fonte: (a) FMI stime; (b) INSTAT; (c) Banca di Albania (genn-sett); (d) Min. Lavoro; (e) genn-nov;(f) Banca Albania stime

Quadro economico eandamento commerciale

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IMPORT ALBANESE2007-2008 (% sul totale)

  2007% 2008%Italia 26,78 26,54Grecia 14,78 14,67Turchia 7,30 5,99Cina 6,68 7,47Germania 5,51 6,09Russia 4,09 4,36Svizzera 4,88 3,96

EXPORT ALBANESE2007- 2008 (% sul totale)

  2007% 2008%Italia 68,07 61,83Grecia 8,33 8,80Turchia 2,26 1,92Cina 2,57 2,77Germania 2,44 2,68Russia 0,26 1,08Macedonia 2,26 2,87

direzione e per una più comple-ta comprensione delle cose chel’Albania deve ancora affrontaree risolvere aiuta l’osservazioneperiodica compiuta dall’Ufficiocommerciale dell’Ambasciata ita-liana e dall’Ufficio ICE di Tiranacon cui l’AIIOA è in costante rap-porto di collaborazione.La situazione albanese fa registra-re ancora una realtà interessantesotto il profilo economico-finan-ziario generale, nonostante il pe-riodo difficile che si è imposto intutto il mondo e che si è inevita-bilmente ripercosso anche in Al-bania. Nel 2008 il PIL ha rag-giunto la cifra di 8,5 mld di Eurocirca con un incremento del 6%rispetto al 2007, mentre stime delFondo Monetario Internazionaledanno il Paese per il 2009 in con-trazione di crescita annuale delPIL fino al +3’7%, cioè ancoracon segno positivo. A fronte ditali stime il tasso di inflazione è

in sostanziale stabilizzazione pas-sando dal 3’4 del 2008 alla me-dia per il 2009 del 3%.Nel contempo il tasso di disoc-cupazione si aggira intorno al13% registrato presso gli Ufficidi collocamento che presentanocifre assolute in calo, se pur lie-ve, nel 2008 rispetto all’anno pre-cedente (da 142.821 a 141.495secondo fonti dell’Ufficio ICE diTirana).La richiesta per il riconoscimen-to come Camera di CommercioItaliana in Albania è un ulterioremomento di crescita nell’intentodi “fare squadra” da parte del-l’intera comunità italiana in que-sto Paese, come testimoniato invari interventi ospitati in questo“speciale AIIOA” della rivista “Ag-giornamenti Albanesi”, a comin-ciare dall’intervista della dott.ssaRaffaella Valentini, responsabiledell’Ufficio commerciale dellanostra Ambasciata.

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D) Dott.ssa Valentini,qual è il bilancio delsuo primo anno allaguida dell ’UfficioCommerciale del-l’Ambasciata d’Italiaa Tirana?R) Assolutamentepositivo. Sin dalmio arrivo a Tira-na, nel maggio del2008, ho avutol’opportunità diconfrontarmi conuna realtà econo-mica molto dinamica e arti-colata, caratterizzata dauna presenza imprendito-riale italiana in costanteconsolidamento e le cui po-tenzialità di crescita sonopromettenti. Nell’ultimoanno, in particolare, abbia-mo assistito ad un deciso in-cremento dell’interesse delmondo imprenditoriale ita-

liano nei confronti del mer-cato albanese. Interesse chesi è tradotto, oltre che nellapartecipazione a gare lancia-te dal governo albanese neisettori strategici dello svilup-po del Paese, anche in con-crete iniziative di investimen-to e in numerosissimi contatticon le strutture dello Sportel-lo Unico per le Imprese del-

Dott.ssa Raffaella Valentini, responsabileUfficio Economico dell’Ambasciata d’Italia

Pieno sostegno alla richie-sta AIIOA per la Camera diCommercio Italiana inAlbania

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l’Ambasciata d’Italia, checome noto riunisce la Sezio-ne Commerciale dell’Amba-sciata e l’Ufficio ICE. Le ra-gioni di una così grande at-tenzione da parte delle im-prese italiane alla realtà al-banese sono molteplici. Daun lato le ottime performan-ce di crescita registrate dal-l’Albania nell’ultimo decen-nio (con tassi di crescita delPIL superiori al 6% annuo,tra i più alti della Regionebalcanica); dall’altro la vici-nanza geografica e i tradi-zionali legami storici, cultu-rali ed economici tra i nostridue Paesi che permettonoall’Italia di continuare amantenere saldamente lasua posizione di primo part-ner commerciale con l’Alba-nia (l’interscambio comples-sivo nel 2008 ha superato ilmiliardo e mezzo di Euro) edi vantare il più elevato nu-mero di imprese con capita-le partecipato in numerosisettori di investimento, dalmanifatturiero all’edilizia, altessile, ai servizi, fino ad ar-rivare alle telecomunicazio-ni e alla produzione energe-tica da varie fonti (idrico,eolico, biomassa, gas natu-rale). Naturalmente, comeUfficio Commerciale, ci sia-

mo anche adoperati per as-sistere le aziende italianecoinvolte in contenziosi e perconsigliare i nostri operato-ri che si affacciano su di unmercato in cui, accanto comedetto a considerevoli oppor-tunità, si presentano tutto-ra degli aspetti problemati-ci e di rischio connessi allafase di transizione che il Pa-ese sta attraversando.D) In che modo l’Ufficio Com-merciale dell’Ambasciata assistele imprese italiane in Albania?R) L’Ufficio Commerciale del-l’Ambasciata di Tirana è trai più grandi e articolati del-l’intera rete diplomatica ita-liana, a conferma dell’impor-tanza assegnata dal nostroPaese allo sviluppo dei rap-porti economico-commercia-li tra l’Italia e l’Albania.La tematica economico-com-merciale viene inoltre segui-ta, per le proprie circoscri-zioni, di competenza, anchedai Consolati di Scutari e Va-lona. La nostra attività si svi-luppa in primo luogo attra-verso l’assistenza alle im-prese nei rapporti con le isti-tuzioni albanesi, centrali elocali. Particolarmente rile-vanti e frequenti sono, ov-viamente, i nostri contatticon diversi Ministeri tecnici

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(primi fra tutti il Ministerodell’Economia e dell’Energiae il Ministero delle Infra-strutture e dei Trasporti),con le Camere di Commer-cio, la Confindustria albane-se, la Banca d’Albania e conle Municipalità di Durazzo eTirana.Forniamo inoltre informazio-ni sul mercato albanese (instretto raccordo con l’ICE),cercando di favorire i contat-ti tra i diversi operatori eco-nomici italiani qui operanti,che siano essi piccole impre-se presenti da diversi anninel Paese o gruppi industrialidi grandi e medie dimensio-ni che nell’ultimo biennio, inparticolare, hanno sceltol’Albania attratti dalle pro-spettive che si dischiudononei settori dell’energia e del-le infrastrutture e dalla na-

turale vocazione del Paesequale piattaforma produtti-va di beni e servizi offerti dadestinare al vasto mercatobalcanico e dell’EuropaOrientale. L’Ufficio Commer-ciale, in tal senso, cerca per-tanto di rappresentare ilpunto di incontro e di raccor-do tra gli investitori italianiqui presenti, con l’obiettivodi contribuire allo sviluppo disinergie all’interno del Siste-ma Italia.In questo compito un contri-buto importante viene dal-l’ormai consolidata collabo-razione che abbiamo conl’Associazione degli Impren-ditori Italiani operanti in Al-bania (A.I.I.O.A). Questa re-altà associativa, nata nel1996, ha infatti negli annicostituito un riferimento perla comunità imprenditoriale

Raffaella ValentiniNata a Roma il 28.10.75. Laurea in scienze politiche pres-so l’Università di Roma “La Sapienza”. Diploma di Specia-lizzazione in “Diritto ed Economia delle Comunità Europee”conseguito presso la Scuola di Specializzazione della Fa-coltà di Economia e Commercio dell’Università “La Sapien-za” di Roma. In carriera diplomatica dal 2003. Segretariodi legazione alla Direzione Generale per la Cooperazioneallo Sviluppo (Uff. III, competente per i Paesi dei Balcani,il Mediterraneo e il Medio Oriente) dal 29.09.2004 al15.05.2008.Capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia aTirana dal 15.05.2008.

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italiana in Albania, contri-buendo insieme alle struttu-re dell’Ambasciata a fornireuna qualificata assistenza ainvestitori italiani interessa-ti ad operare in questo mer-cato. Per tale ragione comeUfficio Commerciale stiamosostenendo pienamentel’iniziativa dell’AIIOA di ot-tenere il riconoscimentocome Camera di Commercioitaliana in Albania, nella con-vinzione che la sempre piùrilevante crescita dei rappor-ti economico-commercialitra Italia e Albania renda piùche mai necessaria la crea-zione di un nuovo importan-te soggetto istituzionale checontribuisca a valorizzare ead incrementare la presen-za economica italiana inquesto Paese.D) Quali obiettivi si pone per ilprossimo anno?R) Ci sarà senz’altro molto dafare. Non appena il nuovoGoverno si sarà insediato, inautunno, torneremo ad as-sistere le numerose delega-zioni di operatori economiciche giungeranno a Tiranaper approfondire la possibi-lità di realizzare importantiiniziative in diversi settori:dall’agricoltura, al turismo,alle infrastrutture.

Continueremo inoltre a se-guire le aziende italiane cheparteciperanno alle garebandite dal Governo albane-se nel settore energetico, neigrandi lavori e negli altrisettori prioritari per lo svi-luppo del Paese. Dal prossi-mo mese di settembre costi-tuiremo inoltre un’appositastruttura all’interno dell’Uf-ficio dedicata alla tematicadei finanziamenti dell’Unio-ne Europea, per fornire alleaziende italiane assistenzae informazioni sulle oppor-tunità offerte dai fondi IPA.E’ mia intenzione, inoltre,proseguire nel progetto giàavviato nei mesi scorsi di fa-vorire la visibilità dell’Ufficioriprendendo le visite adaziende italiane ed albanesiche operano tra Tirana eDurazzo.Diversi saranno inoltre gliappuntamenti cui partecipe-remo come Sportello Unico,primo fra tutti, in ordinetemporale, la IX Edizionedella Fiera del Levante inAlbania, che si terrà dal 14al 17 ottobre prossimi e chequest’anno assumerà unaveste rinnovata rispetto allepassate edizioni e sarà de-dicata al tema del “Businessecologico”. O

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Dall’inizio del 2009 Stefano Fa-rabbi è l’Amministratore Delega-to di Intesa Sanpaolo Bank Al-bania, istituto che oggi rappre-senta la seconda banca del Pae-se, posizione confermata daglistessi risultati del primo seme-stre 2009, che presentano perquesta banca una situazione sana

con prospettive generali di cre-scita.“Infatti – fa notare il dottor Ste-fano Farabbi – si può registra-re con piacere che, in que-sto periodo, le paure dellaclientela albanese, riscon-trate nello stesso anno conil ritiro dei risparmi dallebanche, stanno scomparen-do e si torna alla pratica deidepositi nelle banche.Ciò è dovuto – continua l’A.D.Farabbi – anche al ruolo im-portante e meritevole svol-to dalla Banca Centrale Al-banese nella gestione dellasituazione finanziaria alba-nese nel pieno della crisimondiale del sistema conuna visione generale positi-va delle tendenze del PaeseAlbania, realizzando una ra-gionevole tenuta dell’asset-to finanziario generale at-

“Condizioni e opportunitàinteressanti per nuoviinvestitori stranieri in Albania”Impressioni del dottor Stefano Farabbi,A.D. di Intesa Sanpaolo Bank Albaniadal gennaio 2009. Un auspicio per laCamera di Commercio Italiana in Albania

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traverso un’altrettanto buo-na difesa del LEK”.Abbiamo chiesto all’A.D. di Inte-sa Sanpaolo Bank Albania sueimpressioni sull’Albania in gene-rale.“Ho trovato un Paese miglio-re di quello che mi aspetta-vo e di ciò che dell’Albaniasi pensa in Italia ed in Euro-pa in genere. Negli albanesiho avuto modo di apprezza-re soprattutto la voglia disuperare le difficoltà nellaconsapevolezza, più o menomanifestata, di capire chehanno ancora molta stradada fare.Negli anni passati in Italia ilmondo delle imprese haguardato con curiosità edinteresse vari Paesi dell’Esteuropeo ex-comunista, a co-minciare dalla Romania.Oggi proprio la Romaniamostra segni di perdita diappeal e ciò determina inItalia una ricerca di possibilinuovi Paesi cui ricorrere peri propri investimenti. Ultima-mente si può notare, da par-te imprenditoriale, una cer-ta curiosità per l’Albania.Ecco. Sta a noi proporre que-sto Paese presentandone gliaspetti più positivi ed inte-ressanti: un sistema fiscalecon una tassazione sostan-

zialmente bassa ed un costodella mano d’opera a tutt’og-gi basso se comparato ancherispetto a Paesi vicini neglistessi Balcani.In aggiunta farei due consi-derazioni più generali, ma,a mio parere, altrettantodeterminanti, come l’aspet-to della lingua italiana, cherappresenta, oggi, nella par-te più viva e dinamica del-l’Albania, la lingua L2 secon-do la definizione degli stu-diosi di linguistica (tutti, in-fatti, sono in grado di capiree rispondere in italiano) ecome la vicinanza geografi-ca all’Italia, oltre al tangibi-le sentimento di amiciziadegli albanesi nei confrontidel nostro Paese.Si può mutuare il vecchio slo-gan degli anni ’60 «La Cinaè vicina» con «L’Albania èvicina» (siamo ad un’ora diaereo da casa ed una nottedi traghetto per le merci traItalia ed Albania).Certo non tutto riluce, cisono anche aspetti negativiancora da superare: dalla le-gislazione, che deve daresempre maggiori sicurezzenelle transazioni e sul dirit-to di proprietà, alla realiz-zazione di moderne infra-strutture, campo nel quale su

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energia e strade ultimamen-te si è cominciato a dare ri-sposte di concreta speranzaper il futuro. A mio parere,poi, si dovrebbe puntare sudue settori, che presentanograndi opportunità per unosviluppo vero e duraturo:riabilitazione dell’agricoltu-ra e valorizzazione dellagrande produzione nel set-tore per diminuirne l’importe, soprattutto, curare, mag-giormente e con più atten-zione e puntiglio, il settoredel turismo. Il turismo riva-lutato attraverso una politi-

ca delle costruzioni che ri-spetti il paesaggio ed un ri-spetto dell’ambiente (oggitroppi scorci bellissimi, peresempio, delle coste sonodeturpati dallo scempio dirifiuti di ogni genere lasciatidappertutto), un turismo ri-valutato, dicevo, può esseredeterminante per il decollosocio-economico del Paese eper la stessa più rapida in-tegrazione degli albanesinell’Europa dei Popoli”.Dottor Farabbi un flash sulla ri-chiesta dell’A.I.I.O.A. di ricono-scimento come Camera di Com-

Stefano FarabbiLaurea in Giurisprudenza, ha svolto tutta la sua carriera inItalia nell’ambito del sistema delle Casse di Risparmio (pri-ma Cassa di Risparmio di Perugia poi Cariplo Casse di Ri-sparmio delle Province Lombarde) dove ha partecipato at-tivamente alla notevole crescita di due banche del Gruppo.In carriera ha ricoperto ruoli diversi nei vari settori dellastruttura bancaria: da Direttore di Filiale, cosa che gli haconsentito una notevole esperienza nel rapporto con le di-verse tipologie di clienti, a Vice Direttore Generale dellaCassa di Risparmio di Perugia, sua prima banca. Successi-vamente ha proseguito nel suo iter attraverso la nomina aDirettore Generale della Cassa di Risparmio di Città di Ca-stello, dove in tre anni ha capovolto la situazione non posi-tiva della banca in una storia di successo, cosa che ha de-terminato la successiva nomina a Direttore Generale dellaCassa di Risparmio di Rieti, banca solida, ma statica, cre-sciuta, con il suo arrivo, in dinamicità fino a stabilire untrend positivo di tre bilanci record consecutivi. Da questilusinghieri risultati è scaturita la proposta per una espe-rienza all’estero come Amministratore Delegato di IntesaSanpaolo Bank Albania da gennaio 2009.

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mercio Italiana in Albania.“Faccio parte del ConsiglioDirettivo dell’associazioneImprenditori Italiani Ope-ranti in Albania e sono unsostenitore convinto delladelibera con cui il C.D. haformalizzato tale richiesta.Reputo tale riconoscimento,che, ovviamente, auspicoavvenga nei tempi più celeripossibili, una vera e proprialeva opportuna e necessariain questo momento per losviluppo delle relazioni ita-lo-albanesi nel settore eco-

nomico-commerciale. Ciònon solo per i soggetti im-prenditoriali già stabilitisinel Paese o per quelli alba-nesi, che già operano conl’Italia, ma anche, e soprat-tutto, come un riferimentoche rappresenti la Camera diCommercio Italiana in Alba-nia (C.C.I.A) come un requi-sito di sicurezza per nuoviinvestitori italiani in Albaniaed ancor più per nuovi sog-getti albanesi che instauri-no rapporti economico-com-merciali con l’Italia”.

Cifre principali al 31.03.09

Posizionamento di mercato - Cifre al 31.03.09

Fonte: Associazione Bancaria Albanese

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Il dottor LiberoCatalano, dapiù di due anni,è una impor-tante presenzanel ConsiglioDirettivo del-l’AssociazioneImprend i to r iItaliani Operan-ti in Albania, inseno al quale ha sempre svoltoun ruolo di propulsione ed inco-raggiamento per le attività del-l’A.I.I.O.A.. Da quando è statoinvestito della prestigiosa caricadi Presidente dell’AssociazioneAlbanese delle Banche, è semprepiù sovraccarico di impegni daespletare in aggiunta al suo inca-rico di Direttore Generale dellaBanca Italiana di Sviluppo (BIS)-Gruppo Veneto Banca.Ciò nonostante ha sempre volu-to imprimere con forza convin-zione ed entusiasmo nella deci-sione dell’A.I.I.O.A. di richiede-

re al Governo italiano il ricono-scimento come Camera di Com-mercio Italiana in Albania.Questa non poteva che essere lanostra prima domanda: D - Lei ha sempre sottolineatol’importanza di una Camera diCommercio Italiana in Albania,imprimendo una forte spinta alladecisione assunta dal C.D. del-l’A.I.I.O.A. per ottenere il rico-noscimento formale ed ufficialecome Camera di Commercio Ita-liana in Albania (C.C.I.A.).R - Ricoprendo l’incarico diDirettore Generale di Ban-

“Importante iniziativa AIIOAper la Camera di CommercioItaliana in Albania”

Valutazioni del dottor Libero Catalano, DirettoreGenerale della BIS Banca-Gruppo Veneto Banca ePresidente dell’Associazione Albanese delle Banche

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ca in vari paesi esteri ho avu-to l’occasione di interfacciar-mi molto spesso con le Ca-mere di Commercio Italianeivi presenti, sia direttamen-te con incarichi operativi alloro interno che indiretta-mente come attento osser-vatore esterno. Ho potutoconstatare tra l’altro come ilruolo delle Camere di Com-mercio per la comunità im-prenditoriale ed i rapporticon gli Enti locali per lo svi-luppo economico del territo-rio sia strategico. Il ruolodelle Camere di Commerciosi è arricchito negli anni dimaggiori contenuti e oggitale Istituzione, pur mante-nendo l’importante funzionedi offrire servizi qualificatialle imprese, è destinata aricoprire una posizione sem-pre più attiva all’interno del-le azioni a favore dello svi-luppo locale. “Fare sistema”nell’epoca della globalizza-zione dei mercati diventa unobiettivo strategico. Anchele Camere di Commerciosono chiamate ad agire in si-nergia con gli altri attori lo-cali, sviluppando e intra-prendendo progetti che coin-volgono i diversi soggettipresenti sul territorio chia-mati a sostenere la crescita

della società e dell’econo-mia. Ritengo altresì partico-larmente corretto che la Ca-mera di Commercio Italianain Albania, importante pertutte le ragioni summenzio-nate, nasca per iniziativadell’AIIOA che tanto ha fat-to per la comunità impren-ditoriale in questo Paese enon solo.Infine confermo il mio impe-gno personale, ove necessa-rio, a fornire un contributoalla creazione ed allo svilup-po di tale Istituzione.D – Dottor Catalano, oltre al suoincarico di Direttore Generaledella BIS Banca, la sua nomina aPresidente dell’Associazione Al-banese delle Banche le ha asse-gnato un ruolo di assoluto pre-stigio nel mondo bancario alba-nese, oltre ad averle sicuramen-te fornito un ulteriore osservato-rio, che ha ampliato la sua pos-sibilità di approfondire le proble-matiche inerenti la situazione eco-nomico-finanziaria dell’Albania.R - L’economia Albanese ècresciuta stabilmente nel-l’ultimo decennio, con un tas-so annuale medio del 6% cir-ca. Ha beneficiato di riformeeconomiche che hanno for-nito opportunità di sviluppoal settore privato, sostenu-to l’espansione dei mercati,

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promosso la concorrenza,stimolato un mercato del la-voro flessibile ed aumenta-to il reddito sociale.Al pari di altri Paesi dellaRegione, il settore bancariodomina il sistema finanzia-rio in Albania, con il 95% cir-ca del totale attivo ovverocon l’80% del PIL. Al mo-mento comprende 16 ban-che, tutte in mani private,con capitale straniero predo-minante. Nel tempo il setto-re ha incrementato il nume-ro di filiali, migliorato i pro-dotti per il pubblico ed in-crementato il suo ruolo diintermediazione. Nel con-tempo, l’entrata di ben notiGruppi bancari europei è sta-ta associata con esempi di

consolidamento del sistemastesso. La Banca Italiana diSviluppo, Gruppo VenetoBanca, ne è l’esempio lam-pante. Indubbiamente, il si-stema bancario è stato uncontribuente importantedella crescita economica purconservando indicatori fi-nanziari di solidità. Non pos-so che esserne orgoglioso,anche in qualità di Presiden-te dell’Associazione Albane-se delle Banche. La Banca diAlbania, nel suo ruolo di Au-torità monetaria e supervi-sore unico del sistema ban-cario, è stata sempre vigilesottolineando costantemen-te le aree di attività che ri-chiedevano attenzione cre-scente da parte dell’indu-

Libero CatalanoLaurea in economia presso la LUISS di Roma. Dopo espe-rienze in varie città d’Italia in Banca di Roma. Per Banca diRoma è stato Direttore di filiale a Smirne e Direttore Gene-rale ad Istambul (Turchia) dove è stato membro del Colle-gio Sindacale della Camera di Commercio Italo-Turca; ViceDirettore Generale a Madrid (Spagna); Direttore Generalea Bucarest (Romania). In Romania gli è stato conferito iltitolo di Bancario Romeno per il 2004 e nello stesso annola Banca Nazionale di Romania gli ha consegnato il Ricono-scimento di Professionalità. Dall’anno 2005 è in Albaniacome Direttore Generale della Banca Italiana di Sviluppo.Cittadino onorario di Durazzo. Nell’anno 2009 è stato no-minato Presidente dell’Associazione Albanese delle Banche.Conoscenza di 5 lingue oltre la lingua madre italiana (fran-cese, inglese, spagnolo, turco, rumeno)

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Banca Italiana di Sviluppo, è stata fondata nel 2005 in seguito all’ac-quisto, da parte della famiglia Mariano, del 100% delle azioni diDardania Bank. Con una rete di 8 filiali Banca Italiana di Sviluppoopera prevalentemente con le SME e si propone come interlocuto-re sia per le realtà produttive albanesi, sia per le imprese italiane.Banca Italiana di Sviluppo è entrata nel 2008 a far parte del GruppoVeneto Banca, che detiene il 76,695 % del capitale dell’Istituto.Gruppo Veneto Banca è uno dei primi 20 gruppi bancari italiani econta 428 filiali; attraverso Veneto Banca Holding governa 10 ban-che dislocate nelle regioni più industrializzate dell’Italia e dell’Europadell’Est. Caratterizzato da una forte vocazione al localismo, il Gruppopersegue il radicamento territoriale, mettendo al centro della suaattività la relazione diretta con il cliente, l’etica e la qualità dei prodottie dei servizi che propone. Gruppo Veneto Banca ha scelto l’Europadell’Est quale area centrale per il suo progetto di internazionalizzazio-ne, con l’obiettivo di fare finanza di accompagnamento per le impre-se italiane e di esplorare le potenzialità dei Paesi nei quali si trova adoperare. Il Gruppo è in Romania con Banca Italo Romena, acquisitanel 2001, che oggi ha 20 filiali; in Croazia con Veneto Banka, acquisi-ta nel 2006 e che ha 12 filiali; nella Repubblica di Moldova, conEximbank, acquisita sempre nel 2006, con 19 filiali. Tutti Paesi neiquali è notevole il peso degli investitori italiani e che rappresentanoaree promettenti per lo sviluppo di nuovi mercati.

stria bancaria. L’impattodella crisi nel sistema finan-ziario si è materializzato apartire dall’ultimo trimestredel 2008. L’effetto principa-le è stato quello di una sen-sibilità crescente del pubbli-co per i propri risparmi nelsettore bancario. Ciò non hatuttavia intaccato il livello dicapitalizzazione e liquidità,sufficienti a fronteggiare gliscenari peggiori. Le Autori-tà intravedono rischi alla cre-

scita economica, i quali sonoconnessi in particolare ad unulteriore declino nella con-cessione del credito, ad unaumento del deficit commer-ciale (a causa di un rallen-tamento delle esportazioni)e ad una significativa contra-zione delle rimesse degliemigranti.Politiche monetarie e fiscalirafforzeranno l’ambienteeconomico e la stabilità fi-nanziaria della Regione.

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L’attuale situa-zione di crisieconomica e fi-nanziaria è sot-to gli occhi ditutti e l’Albaniaha risentito,come gli altripaesi della re-gione balcani-ca, gli squilibriglobali. Il PILreale da diversianni cresce ad un ritmo intornoal 6%. Secondo le ultime previ-sioni del Fondo Monetario Inter-nazionale (Aprile 2009), per que-st’anno il PIL dei Paesi Balcaniciregistrerà tassi di crescita nega-tivi. Anche per l’Albania è previ-sta una forte contrazione del Pro-dotto Interno Lordo, mantenen-dosi però positivo nei confrontidegli altri Paesi della Regione.Le valutazioni del FMI fanno pre-sagire un periodo di disagio cheperdurerà anche per il 2010. In-

fatti, alcuni pa-esi continueran-no a registrarelivelli negatividel PIL, altri in-vece registre-ranno impercet-tibili tassi di cre-scita.In particolare,per l’Albania, ri-spetto agli altriPaesi, è previsto

il tasso di crescita del PIL mag-giore ossia del 2%. L’Albania èuna realtà con forti potenzialitàdi crescita, anche se in questoparticolare momento che sta vi-vendo, mostra un rallentamentodegli indicatori di sviluppo.Il settore bancario è sempre sta-to un fattore chiave per lo svi-luppo del Paese ed è abbastanzaintegrato con i sistemi bancari in-ternazionali. Tra le varie istitu-zioni bancarie estere che opera-no nel Paese, determinante è la

L’Albania è una realtàcon forti potenzialità

di crescitaDottor Francesco Vitulli

Direttore I.C.E. Tirana

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presenza di due grandi gruppibancari italiani Intesa San Paoloed il Gruppo Veneto Banca per ilsostegno finanziario che offronoagli operatori locali ed in parti-colare agli imprenditori italiani.La situazione di crisi che si viveattualmente nel mondo ha natu-ralmente una certa influenza su-gli investimenti italiani in Alba-nia, soprattutto per quelle impre-se che avevano in programma diaffacciarsi sul mercato albanesee che pongono, quindi, una cer-ta attenzione alle ultime vicendedi questo Paese.Va da se che questa situazioneprovoca qualche problema anchealle aziende italiane che operanoin loco. Abbiamo infatti notiziedi un generalizzato calo del lorovolume d’affari.L’Italia considera l’Albania unpartner privilegiato, sia per la vi-cinanza geografica che per i le-gami storici e si muove con gran-de impegno per facilitare il cam-mino dell’Albania verso l’UnioneEuropea.Questo Paese ha registrato risul-tati positivi soddisfacenti nell’at-tuazione delle riforme politicheed economiche, anche se occor-re un maggior impegno del Go-verno locale nell’adeguarsi aglistandard europei in termini dicriteri politici, economici e di ca-pacità di assumere gli obblighi

che comportano l’adesione.Qui in Albania l’Ufficio ICE di Ti-rana opera, con le sue compe-tenze istituzionali, all’interno del-lo Sportello unico per le Impre-se. L’ICE opera in stretto contat-to con l’Ufficio Commerciale del-l’Ambasciata e con altre rappre-sentanze italiane sul territorio,quali uffici regionali, camere dicommercio, antenne ministeria-li, associazioni e così via dicen-do, nell’intento di intervenireognuno per la sua parte ma conspirito coeso e complementare.Questo vuol dire per le PMI ita-liane, che operano in Albania oche si affacciano su questo Pae-se, di essere seguiti in ogni fasedel loro processo di attività, com-preso l’aspetto di intervento po-litico presso le autorità locali, lad-dove necessario.Il nostro Istituto opera nell’AreaBalcanica e noi specificamente inAlbania con un approccio regio-nale su due piani specifici:- Promozionale di attività diInstitution/Capasity Building incollaborazione con gli OrganismiInternazionali e locali realizzan-do programmi e progetti di mu-tuo interesse- Programmi operativi a fa-vore delle PMI italiane e locali.L’informazione è uno dei pilastridelle attività che l’ICE mette aservizio dell’internazionalizzazio-

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ne delle imprese. Tale servizioassume una notevole importan-za in paesi dove si fa scouting edin quelli come l’Albania che sonoprotesi verso un modello di svi-luppo di tipo occidentale e quin-di per forza di cose offrono grandiopportunità ad imprese ed orga-nizzazioni attrezzate ad operareall’estero.Nell’ambito dell’Assistenza alleimprese e della Promozione,l’ICE di Tirana mette in campodiverse attività, ultime in ordi-ne cronologico la realizzazione didue settimane italiane rivolte allaconoscenza delle produzioni“Made in Italy” ed a favorire pos-sibilità di business.Le settimane, che cadranno acavallo del mese di ottobre connovembre, sono una serie diiniziative sostenute da una fortecomunicazione televisiva comeanche della carta stampata,sotto il motto di “Festival Italia-no”. Alla stessa parteciperannoovviamente le imprese italianeinteressate a questo mercato,come anche le imprese localicommerciali in cerca di svilup-pare la propria sfera di interessie delle proprie attività.Altro importante intervento, trale attività di assistenza e suppor-to alle imprese, è il recente ac-cordo di collaborazione tra il no-stro ufficio e la Fiera del Levante

in Albania. Questa edizione, chesi terrà dal 14 al 17 di ottobre ein una veste completamente rin-novata, abbraccerà il tema del“Business Ecologico”.In particolare, i focus riguarde-ranno le energie rinnovabili,l’edilizia sostenibile, il ciclo del-l’acqua e la gestione dei rifiuti(www.focusalbania.com ).La scelta dei focus non è statacasuale, bensì legata alle realipossibilità presenti in questi set-tori per le imprese italiane, chevorranno esplorare il mercato al-banese in termini di commercioe di investimenti.All’interno della Fiera, molto spa-zio verrà dedicato alla presenzaalbanese, che attraverso i molte-plici tavoli dei Forum, avrannol’opportunità di esplorare, nei 4giorni di fiera, progetti, soluzio-ni tecniche e forme di collabora-zione insieme alle imprese italia-ne presenti.L’ICE di Tirana sta organizzandouna “Partecipazione CollettivaPrivatistica Italiana”, per consen-tire alle piccole e medie impre-se, con un elevato contenuto tec-nologico e competenza nei set-tori focus della Fiera, di abbatte-re i costi di partecipazione e diavere una serie di servizi aggiun-tivi tesi ad incrementare i con-tatti operativi.

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Commercio estero albanese (milioni di Euro)

2004 %variaz. 2005 %variaz. 2006 % variaz. 2007 %variaz 2008 %variaz.Importazioni albanesi 1.762 7,5 2.007 13,9 2.411 20,1 3.044 26 3.562 17,01Esportazioni albanesi 485 22,7 530 9,2 630 18,8 786 24,7 914 16,25Interscambio 2.247 10,5 2.537 12,9 3.041 19,8 3.830 25,6 4.476 16,87Saldo - 1.277 2,7 -1.477 15,6 -1.781 20,5 -2.258 26,7 -2.648 17,27

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-ALBANIA(milioni di Euro)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008EXPORT 259,53 296,81 355,13 383,86 457,69 532,53 564,97IMPORT 548,35 550,11 600,62 618,12 682,22 826,76 945,63SALDO -288,81 -253,30 -245,49 -234,26 -224,52 -294,22 -380,70INTERSCAMBIO 807,88 846,92 955,75 1.001,98 1.139,91 1.359,29 1.510,63

INTERSCAMBIO ITALIA-ALBANIA(percentuale sul totale albanese)

ANNO 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008IMPORT 40 46 44 37 37 31,9 34,5 33,5 32,5 29,3 28,7 27,13 26,54EXPORT 58 51 60 67 71 70,6 72,4 74,9 73,0 72,4 72,6 68,09 61,83

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La crisi economica che sta scon-volgendo i mercati nel mondo hainfluenzato anche nella nostraeconomia sbilanciando gli equi-libri progettatiper appoggiare lacrescita economi-ca. La maggiorparte dei paesicon i quali siscambia commer-cio hanno avutola recessione eco-nomica la qualeha determinatouna diminuzionedi questi scambi;diminuite in modo notevole sonoanche le entrate in valuta liberadai redditi degli emigranti chesono la fonte principale del mer-cato dei clienti che comprano ap-partamenti dal settore privato

LA CRISI ECONOMICAE LA SUA INFLUENZANEL SETTORE EDILE

delle costruzioni in Albania. Lacrescita delle incertezze nei mer-cati finanziari ha influenzato nel-la diminuzione della fiducia nel

sistema finan-ziario effettuan-do così pressio-ne nel restringi-mento dellecondizioni per ilsistema del cre-dito finanziarioin Albania siaper gli operato-ri economici siaper i clienti.In questo terre-

no difficile per le compagnie dicostruzioni si devono cercaremodi e soluzioni per facilitaremassimamente queste difficoltà.Siamo tutti coscienti che il setto-re edile è tra i settori più impor-

Ing. Luigi ALEKSIPresidente dell’Associazionedei Costruttori in Albania

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tanti dell’economia di un paeseoltre che un settore chiave percreare all’economia nazionale lecondizioni di ingranamento ar-monizzato dei vari anelli per so-vrapassare questa situazione.La storia ha dimostrato che pae-si potenti hanno passato le crisitramite la stimolazione del set-tore edile: questo si è verificatoin America, in Italia del dopo-guerra e l’ultimo esempio sonole misure concrete prese dal Go-verno Berlusconi che stimola indiverse manierela crescita e in-centiva gli inve-stimenti in Ita-lia sia statali cheprivati. Purtrop-po l’appoggiodelle strutturegovernative perstimolare que-sto settore in Albania non è tan-to efficiente. La soluzione dei pro-blemi si deve cercare e trovarenella preparazione di una stra-tegia unica per affrontare lo sta-to attuale delle cose ma anchedelle diverse difficoltà probabiliforse più’ gravi che possono ap-parire nei prossimi mesi.La direzione principale si devecercare nella continuità dei finan-ziamenti dei lavori pubblici comeanche dei progetti privati , si ca-

pisce che questi finanziamentidevono essere selettivi , sicura-mente quelli con meno rischio,quelli prioritari, quelli presentatida compagnie di fiducia e accre-ditate nel settore.Si deve frenare la diminuzionedella fiducia, si deve arrestare l’in-cremento degli interessi dei cre-diti per i clienti; senz’altro si de-vono trovare soluzioni per stimo-lare il credito dei clienti e anchefacilitare le pratiche di applicazio-ne di questi crediti. In conclusio-

ne rispetto aqueste proble-matiche dob-biamo accenna-re che il loro su-peramento vuoldire “lavoro”impegnando unarmata intera dioperai edili,

produttori di materiali per l’edili-zia, commercianti di produzionivarie per il settore trasportatori,cioè un campo molto vasto di in-dustrie che si metteranno in motoe questo vuol dire “lavoro” cheporterà i suoi frutti di entrate sianell’economia del paese che peri lavoratori.La conclusione è che dobbiamotrovare la chiave che apre la por-ta per “creare possibilità di lavo-ro”. q

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I Gruppi Italianinel Paese delle AquileAlfo Giorgi è il capofila di un gruppo che findal 1994 ha lanciato in Albania un’iniziativaambiziosa sul piano sociale prima che su quel-lo economico-finanziario

Dalla Toscana il primoporto turistico in AlbaniaIl gruppo “Giorgi Alfo” protagoni-sta della realizzazione della “MARI-NA DI ORIKUM”, porto turistico pro-gettato e realizzato secondo i piùmoderni criteri manageriali

Fra i tanti imprendito-ri che sono “sbarcati”

in Albania per investire, l’inizia-tiva del gruppo toscano prove-niente dalla provincia di Livorno,guidata dall’imprenditore AlfoGiorgi, nella sua funzione di Pre-sidente, senza dubbio si presen-ta come una vera e propria av-ventura, avventura perché di lun-go respiro e perché pensata einiziata fin dai difficilissimi primianni ‘90. Pensare di dotare l’Al-bania, anzi l’intera area dei Bal-cani di un porto turistico, volevadire non farsi attrarre dalla facile

ricerca del tornaconto nell’imme-diato, ma offrire un progetto per“il domani” di questo Paese edell’area circostante. Oggi tutti glioperatori economici convergononell’indicare nell’agricoltura e so-prattutto nel turismo il futurodello sviluppo albanese. Ebbenec’è stato un gruppo in Toscanache fin dal 1994, al cospetto del-la splendida baia a sud della cit-tà di Valona, ad Orikum ha intu-ito l’importanza della realizzazio-ne di un porto turistico. Era pre-sto?! ...forse è ancora presto perla situazione attuale degli interi

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Balcani, e poi le stesse normati-ve in questo settore tardano adessere definite con concretezza ecelerità, nemiche della visioneancora lenta e burocratica della

cosa pubblica. Eppure Giorgi nonsi è mai fermato di fronte a lun-gaggini e difficoltà, né si è limi-tato alla pur ambiziosa intuizio-ne, ma ha fortemente voluto larealizzazione di questa struttura:circa 700 posti barca fino a 30metri. Con il luccichio degli oc-chi, tipico quando si parla di unsogno, ancora oggi, incurante delmomento di transizio-ne che l’Albania attra-versa ancora oggi spe-cie in questo campo,Alfo Giorgi dice ad ogniinterlocutore, più omeno esperto di pro-blemi portuali, che“presto a Marina diOrikum potranno at-traccare barche ben piùgrandi dei 30 metri!!”Dalle sue parole traspa-

re la caparbietà del carattere chevuole guardare lontano (cosa chegli fa superare le difficoltà e lelungaggini burocratiche che hadovuto e deve ancora affronta-re) e la grande passione per ilproprio lavoro. Quella passioneche lo rende impermeabile allaincredulità che deve affrontarenelle varie mostre del settore,quando deve affrontare prima ditutto l’incredulità del fatto cheviene pubblicizzata la “Marina diOrikum” con il suo porto turisti-co! Piano piano la pazienza stadando i suoi frutti e molte bar-che italiane che attraversanol’Adriatico stanno scoprendo conmeraviglia la ottima struttura of-ferta ad Orikum. Appassionati dimare che ad Orikum, poi, diven-tano convegnisti che si propon-gono di far conoscere a tutti que-sto porto proprio dove l’Adriati-co e il mar Ionio si incontrano.

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I Gruppi Italianinel Paese delle Aquile

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Circa 10 anni fa suiniziativa di due im-prenditori italiani na-sceva “La Mozzarel-

la sh.p.k” dopo poco rilevatada Vincenzo Pastoressa che hasubito intuito l’opportunità disviluppo ed espansione di pro-dotti nel settore caseario ditradizione pugliese, prodotticonosciuti ed apprezzati anchein Albania.Pastoressa, specie negli ulti-mi anni, ha dato un impulsonotevole all’azienda sia conuna ristrutturazione mirata aduna organizzazione moderna

Dalla Puglia in Albaniale specialità più apprezzate

Vincenzo Pastoressa: “Sintesi positiva frainiziativa italiana in Albania per produzio-ni di qualità e promozione delle nostre ec-cellenze regionali nel mercato albanese”

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ed efficiente, sia curando conparticolare attenzione una pro-duzione di qualità e genuinitàtale da non avere niente dainvidiare ai prodotti italiani.“Anzi – fa notare Pastoressa– la materia prima albane-se proveniente da pascolie quindi assolutamentegenuina è garanzia di unvalore aggiunto rispettoalla qualità finale del pro-

dotto che va così a conqui-stare veri e propri merca-ti di nicchia nello scenariocommerciale locale”. Laproduzione del marchio “Fat-toria Italia”, marchio lanciatoultimamente in Albania di pro-pr ietà de “La Mozzare l la”sh.p.k, è garantita da 5 ope-

ratrici albanesi, il tutto sottola gestione dell’Amministrato-re Delegato Sig.ra MirandaSauku. Latticini, ricotta e pro-dotti caseari in genere vengo-no attualmente distribuiti a Ti-rana e in tutte le maggiori cittàalbanesi.“L’impegno attuale da re-alizzare nel prossimo fu-turo -dice ancora il titolare de“La Mozzarella” - è quello di

affiancare ai prodotticaseari altri prodottialimentari di prove-nienza da fattorie ita-liane con origini certe,produzioni a caratterefamiliare e certifica-zioni di alta qualitàtale da garantire losviluppo di un vero eproprio mercato di nic-chia.In più la nostra socie-tà è fra le pocheaziende albanesi cer-tificate ISO 2009. Que-

sto impegno – conclude Pa-storessa – rappresenteràuna giusta sintesi fra ini-ziativa italiana in Albaniae sviluppo della produzio-ne italiana da portare sulmercato albanese e, per-ché no, in prospettiva nel-l’intera area balcanica”.

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CULTURA

L’iniziativa in preparazione, daparte dell’AmbasciatA D’ITALIA,PER LA PRIMAVERA 2010: “DUEPOPOLI, UN MARE, UN’AMICI-ZIA” è di grande interesse cultu-rale prima che sociale ed econo-mico. Si vuole affermare il gran-de sentimento di amicizia fra Ita-lia ed Albania, amicizia che tro-va le sue radici nella storia deisecoli passati.Verranno organizzati eventi divaria natura, oltre a quelli cultu-rali: dal commercio alle infra-strutture, all’energia, allo sport,alla protezione civile e formazio-ne, allo spettacolo (musica etc.).Sono previsti interventi di per-sonaggi di grande notorietà edoccasioni di incontri di sicuro in-teresse.Tutto questo sarà sicuramenteuna calamita per attrarre l’atten-zione delle generazioni più gio-vani. A riprova dei legami diamicizia e cultura fra i nostri duepopoli c’è anche la volontà di lan-cio in Albania della Società Dan-te Alighieri.

Legami culturalialla base dell’amicizia

Società “Dante Alighieri”

E’ stato nominato dalla assem-blea rinnovata ed ampliata il nuo-vo Consiglio Direttivo ed il nuo-vo Presidente nella persona deldott. Artur Sula, capo del Dipar-timento di Italianistica dell’Uni-versità di Tirana. Il dott. Sula hasubito preso contatto con i suoicolleghi delle altre Universitàpubbliche albanesi per studiareun programma di rilancio dellalingua italiana sul piano lettera-rio e scientifico in un Paese comel’Albania che nella quotidianitàusa in maggioranza l’italiano

Stemma del Comunedi Maschito (PZ)

con aquila ad una testa

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Non avessi letto “Itinerari Albanesi”(1892 – 1902), Roma 1917 di An-tonio Baldacci avrei avuto una visio-ne pressoché contorta di quello chesono stati gli albanesi nel corso de-gli anni e dell’occhio attento con cuila gente d`oltremare ha riguardatoal mio popolo. Sarà stato il giornali-sta scienziato, il naturalista ed assie-me l umanista che aveva deciso didedicare del tempo della propria vitaper conoscere più da vicino, toccan-do la Terra d`Albania ed il popolo

che vi abitava. Un discorso che è ri-preso a più puntate ogni tanto,tutt`oggi, dai giornalisti del nostrotempo moderno, che nelle loro “cro-ciate” su e giù per questa terra, ar-mati con le telecamere e tutte le at-trezzature probabili, per una trasmis-sione addirittura high definition, cer-cano di recare testimonianza dellavita degli albanesi, della loro indole,dei loro sacrifici, del loro entusiasmoe passione, delle trasformazioni e vi-cissitudini, ma quasi tutti colpiti (tanto

Dottor Artur SulaCapo Dipartimento di Italianistica presso l’Università di TiranaPresidente del Comitato di Tirana della Società Dante Alighieri

L‘Albania... il Paese in cuiquasi tutti conosconola lingua di Dante

parlato come una vera e propriaseconda lingua (L2).In questo numero ospitiamo vo-lentieri un articolo del dott. Sulae più avanti, in coerenza con ilfilone di ricerca dei legami tra-dizionali fra i due popoli, un sag-gio di sociolinguistica del prof.Skhurtaj, docente di Sociolingui-stica e di Dialettologia dell’Uni-versità di Tirana. Si tratta di una

valida testimonianza scientificaapprofondita e puntuale dei le-gami culturali esistenti fra Italiae Albania anche attraverso le re-altà arbëresh dei Comuni del sudItalia, dove ancora si tramandaper di più per via orale nelle fa-miglie la vecchia lingua albanesedei secoli precedenti la stessa lun-ga dominazione ottomana dura-ta circa cinquecento anni!

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che si finisce per affezionarsi dopo)dalla diffusa conoscenza della linguaitaliana nonché dall esemplare ospi-talità della popolazione locale.È stato sempre così ancor prima chenascesse la Nazione Albania, lo Sta-to moderno dal tempo dell‘autopro-clamato Re Zog fino ai giorni nostri.Nella prima e nella seconda Guerra,il destino aveva portato i due popolia incontri tutt‘altro che felici.Era successo non certo a causa diantipatie e controversie popolari. Ilfatto è che sempre loro hanno rista-bilito la pace e sempre hanno nutri-to affetto e simpatia l‘uno per l‘altro.È interessante ricordare come daglianni ‘20 del secolo scorso la materia“Lingua Italiana” sia stata inserita neiprogrammi del sistema scolasticoalbanese.Addirittura il Sommo poeta italianoDante era conosciuto e stimato da-gli intellettuali già da quel periodo.La lingua italiana cominciò a diffon-dersi velocemente oltre le zone incui la conoscevano, per tradizione,da secoli. Durante il regime di ReZog si nota la presenza sempre piùmassiccia dei capitali italiani che han-no dato una certa spinta alla ripresadell‘economia del Paese. Sia nellaPrima ed ancora di più nella Secon-da Guerra Mondiale, non si avvertìalcun calo dell‘innata passione di vo-ler imparare l‘italiano.Non fu indifferente in questo perio-do il numero dei giovani albanesi

che si recarono in Italia a compieregli studi universitari. Quasi tutti vol-lero rientrare.Durante gli anni della dittatura co-munista nella sua forma più orto-dossa, che durò fino all‘inizio deglianni ‘90 e purtroppo l‘Albania a tut-t‘oggi ne sta subendo le conseguen-ze a tutti i livelli, si verifica, comun-que, un atteggiamento ambiguo ver-so tutto quello che non era nostranoo meglio marxista, o ancor megliostalinista. Lo stesso per le lingue stra-niere, compresa la lingua italiana.Non lo fu per la produzione artisticaitaliana del neorealismo del dopo-guerra. Pure i funzionari del regimeconoscevano l‘Italia, la lingua italia-na e perfino qualche autore italiano.Conoscevano Dante e la sua DivinaOpera, ma non si resero certo contoche per il regime, come per loro,quell‘opera era una denuncia ed in-sieme una condanna. Ma vorrei par-lare un po’ di quei professori alba-nesi appassionati della lingua e dellacultura italiana e che si distingueva-no per la loro cultura e l‘educazioneche si erano fatte prima o durante laSeconda Guerra.Parecchi provenivano dalle zone piùremote del Paese.Continuarono ad insegnare questalingua e trasmettere la sua culturaaddirittura organizzando gruppi diallievi nelle proprie abitazioni, quasicompletamente di nascosto, perchéil regime li avrebbe fraintesi, nelle

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condizioni più sfavorevoli, ritrovan-do, in questa lingua e nella sua cul-tura, uno spiraglio per mezzo delquale si potesse guardare oltre laCortina di ferro, che il comunismoaveva eretto. L‘italiano che loro in-segnavano, nel periodo tra le dueGuerre e dell‘immediato Dopoguer-ra, era alquanto arcaico, con alcuneespressioni a volte superate. Ma as-solutamente non tanto differente daquello che si parla oggi. Molti di loroadesso non ci sono più, e quasi perniente è stata fatta menzione dei lorosacrifici e a loro ascriviamo il consi-derevole contributo nel tenere destala passione, l‘entusiasmo della gen-te per le lingue e il gusto di assapo-rare qualcosa di veramente bello ediverso. Mentre era vicino alla suafine, il perfido regime comunista Al-banese, nella più totale diffidenza edanche nel più totale paradosso, ave-va dato segni di cedimento control-lato, inserendo solo in alcune scuolealbanesi la materia Lingua Italiana.Fu aperto intanto il Dipartimento diLingua Italiana nell‘Università di Ti-rana. La gente accolse tutto quantonon senza perplessità mista ad en-tusiasmo. I corsi universitari si atti-varono al completo delle loro capa-cità. Ora si poteva leggere i più insi-gni autori italiani come Dante, Boc-caccio, Ariosto e tanti altri fino ainostri contemporanei. Il canto diBeatrice divenne per tutti subito ilpiù recitato, poi fu seguito dal 33°

canto dell‘Inferno.Potrebbe sembrare strano, ma nonsi approfondivano molto la critica let-teraria ed i contenuti. Dante si leg-geva e si mandava qualche pezzo amemoria, ma non si riusciva a deci-frare alcunché del messaggio conte-nuto tra le righe o, per lo meno, sifingeva di capirlo.La cosa più buffa, forse, fu quella dicompletare i programmi di insegna-mento di Lingua Italiana con lo stu-dio delle opere o dei discorsi tradottiforzatamente in Italiano dei massi-mi dirigenti albanesi del regime e dialcuni autori albanesi di romanzi eracconti appartenenti al realismo so-cialista.Si trattò di traduzioni che ebbero delridicolo, fatte in una lingua italiana avolte con espressioni e locuzioni“sciacquate” nella corrente del reali-smo socialista albanese, diverse dal-l‘italiano originale tanto che un nati-vo spesso non solo non le capiva,ma avrebbe avuto bisogno di unbuon interprete albanese.Fu, comunque, un modo per anda-re avanti, per poter sfuggire spessoall‘attenzione del regime e poter gu-stare la miglior letteratura, comin-ciare a conoscere più a fondo la cul-tura diversa dalla propria, rendersiconto che non c’era un solo mododi pensare e di riguardare alla real-tà, accogliere il vero senso del relati-vo e che, attraverso le espressioni,si capiva la differente mentalità e le

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affinità tra le due culture, tanto dapoter riempire modestamente alcu-ne lacune nel nostro modo di ragio-nare e di vedere il mondo.Ma l‘italiano fu la lingua straniera piùdiffusa anche tra i prigionieri politicidel regime.Pensate: nelle condizioni della lorolunga prigionia, disperata ed asfis-siante, non si persero d‘animo, macontinuarono a lottare, a sperare.Buona parte di loro, alla caduta delregime, risultò essere dotata di unapreparazione abbastanza consisten-te riguardo alla lingua italiana.Addirittura la miglior traduzione dellaDivina Commedia è stata fatta daun prigioniero politico durante glianni bui del regime comunista.Notevole il ruolo dei canali televisiviitaliani per la diffusione della cono-scenza della lingua anche se a voltenon furono accessibili a tutti, perchégli apparecchi erano in un numeroassai esiguo o perché ci si trovava inuna zona in cui il segnale non arri-vava quasi mai.Ciò nonostante erano di aiuto allapiù estesa diffusione della lingua delsì. Ancora buffo ed ambiguo l‘atteg-giamento del regime, che da un lato,tramite un ripetitore, emanava soloil segnale del telegiornale RAI, offu-scandone solo quei momenti in cuisi rappresentavano le visite del Papaod i suoi discorsi od i presidenti de-gli USA e dell‘allora URSS, dall‘altrolato proibiva alla gente di poter o

voler seguire più trasmissioni.Invece nel famigerato ed asserraglia-to quartiere nel centro di Tirana, lad-dove alloggiavano i patrizi comuni-sti, le antenne per riprendere le tele-visioni italiane toccavano il cielo.Tutto questo è, comunque, bastatoper conservare quel rapporto indi-spensabile con una lingua e con lasua cultura, la cui padronanza ha fat-to stupire i molti italiani residenti oggiin Albania o qui solo di passaggio.Tra l‘altro, da modesto ricercatoreche sono diventato in questi anni,posso definire la qualità della cono-scenza della lingua italiana, da partedi noi albanesi, nonché la sua diffu-sione, pari al livello di una secondalingua franca, oltre alla lingua ingle-se a livello internazionale. L‘italianosi identifica, senza accorgersene, conla lingua straniera per eccellenza,nelle veci di una lingua franca. Tuttoquesto in un tempo in cui gli alba-nesi abbandonano velocemente ilcaffè alla turca per l‘espresso all‘ita-liana, il caffè è molto probabile siaarrivato a noi dai commercianti peril tramite della Turchia, gli stessi tur-chi bevono solitamente il loro tè. NelPaese pullulano i bar ed i ristoranticon i loro menu all‘italiana, abbinan-do i piatti prelibati della cucina italia-na alla tradizione dei pochi piatti squi-siti albanesi a base di carne genuina.La mattina si può scendere al barsotto casa, si prende l‘espresso al-l‘italiana e non c‘è mai bisogno che

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un italiano impari l‘Albanese alme-no che non lo voglia fare per diletto.Pure il Presidente del Consiglio deiMinistri albanese, a Tirana, un an-netto fa, ha usato l‘italiano in un in-contro di alto livello con il suo omo-logo italiano, tanto da mettere nellosconcerto il più bravo degli interpre-ti. Non c‘è miglior pubblicità e testi-monianza per un Paese che guardaall‘Italia con la fiducia per un ulterio-re rafforzamento dei futuri rapportieconomici e politici.Testimonianza diretta di quanto fa-miliare sia la lingua italiana in un Pa-ese così vicino ed amico dell‘Italia.Finalmente possiamo dirci contentidi essere richiamati alla riscoperta deivalori e delle affinità delle nostre cul-ture, che sono state coltivate nel corsodei secoli per garantire una semprepiù entusiasmante collaborazione trale nostre genti, mirante all‘inarresta-bile progresso nell‘ambito dell‘Euro-pa unita.Per questo occorre valorizzare quel-lo che abbiamo ereditato e le nostrerealtà di interscambio e di reciproca

fiducia, attraverso iniziative che do-vranno intraprendere tutti gli attorinella totale e perfetta sinergia.Una buona parte la costituiranno leiniziative nella direzione della conti-nua formazione dei professori di lin-gua e cultura nel contesto della piùmassiccia collaborazione nell‘ambi-to economico e commerciale.Il Comitato Dante Alighieri di Tiranasta svolgendo il proprio ruolo, qualeSede deputata, assieme all‘IstitutoItaliano di Cultura a Tirana, al Di-partimento di Italianistica dell‘Univer-sità di Tirana, alle Cattedre di Italia-no nelle altre città, nella formazioneed nell‘aggiornamento dei professo-ri di Lingua Italiana L2 nella promo-zione dell‘insegnamento per venireincontro alla richiesta della gente permigliorare la padronanza dell‘Italia-no e della Cultura del Paese amicodell‘Albania. Tutto questo si realiz-zerà intraprendendo alcune impor-tanti e concrete iniziative future insinergia con gli attori interessati, glistudenti delle università, gli insegnatie gli allievi delle scuole albanesi.

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Nello studio dei meccanismi di vita-lità di un sistema linguistico si puòredigere una speciale cartina dallaconoscenza e dall’analisi della linguain situazione di diaspora, per cui ciservono molto i dati della diasporaarbëresh in Italia, oltre quelli della“diaspora della diaspora” che si tro-va oggi in tanti paesi lontano dal-l’antica “Arbëria”, specie in America,in Australia ecc. Per molto tempo,oramai da più di cinque secoli, que-sta gente, detti anche Italo-Alba-nesi oppure Albanesi d’ Italia, è

La lingua del cuoree la lingua del panesecondo nuovi studidi sociolinguisticaitalo-albanese

stata bilingue. La lingua albanese ve-niva usata in famiglia, quella italiananei rapporti con gli italiani. Gradual-mente, però, per diversi motivi, lenuove generazioni hanno usato conmaggiore intensità la lingua italiana,cosa che porta un’impoverimentodel patrimonio linguistico arbëresh.Seguendo una scia del trattamentodel linguaggio come interazione so-ciale, in generale, partirei da una re-altà, complessa e articolata, pluridia-lettale e plurilinguistica quale è ap-punto la diaspora italo-albanese.

Breve saggio sui legami linguistico-culturalifra l’Albania e le popolazioni arbëresh d’Italia

Prof. Dott. Gjovalin ShkurtajDocente di Dialettologia e Sociolinguistica

presso l’Università di Tirana

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L’equilibrio tra il sociale e l’in-dividuale

Uno dei punti cruciali della sociolin-guistica odierna rimane appuntol’equilibrio tra il sociale e l’indi-viduale oppure, con le parole di Hu-dson, “interazione faccia a faccia”:conversazioni, litigi, barzellette, riu-nioni di commissioni, interviste, se-duzioni, presentazioni, lezioni, scher-zi, chiacchiere e molte altre.In tutte queste attività del linguag-gio (oppure detto secondo il termi-ne Saussuriano la parole) abbiamoa che fare con delle catene di itemlinguistici più o meno lunghe usatein occasioni particolari e per motiviparticolari, per cui, uno dei proble-mi principali che dobbiamo porci ri-guarda l’equilibrio tra il sociale (checon il termine Saussuriano sarebbela langue) e l’individuale (la parole).Teoricamente si sa che, per quantoriguarda la lingua (la langue), nelsenso della conoscenza degli itemdella lingua e dei loro significati, labilancia pende a favore del sociale,perché le persone imparano la lin-gua ascoltando gli altri; allo stessotempo, la lingua di ogni individuo èunica, perché due persone non han-no mai la stessa esperienza della lin-gua.Ferdinand de Saussure sostenevache la parole è totalmente individuale,dipendendo solo dalla volontà, men-tre, al contrario, la langue è total-

mente sociale, perché è identica daun membro all’altro di una comuni-tà linguistica. Penso che possiamocondividere con Hudson che, pur es-sendo d’accordo in via di principiocon Saussure, pone comunque laseguente domanda: “Saussure ave-va chiaramente torto per la langue,ma si avvicinava forse di più alla ve-rità per quanto riguarda la parole?”.Infatti, Hudson ed altri hanno insi-stito che non era così, dimostrandoche “esistono delle restrizioni socialisulla “parole” al di sopra di quelleriflesse negli item linguistici che iparlanti conoscono”. Hudson insisteche “l’equilibrio tra società e indivi-duo è a favore di quest’ultimo perquanto riguarda “la parole” ed ag-giunge che “in questo aveva ragio-ne Saussure, ma esistono molti piùcondizionamenti sociali sulla nostraparole di quanto, a prima vista, po-tremmo pensare”.Praticamente, la “langue” ed i con-dizionamenti sociali sulla “parole” siidentificano, per cui risulta che, i con-dizionamenti sociali sulla “parole”possono applicarsi al comportamen-to sociale in generale e non solo alla“parole”.Tale conclusione va anche più in làda Labov il quale asserisce che nonesiste una netta distinzione tra “lin-gua” ed altri aspetti del pensiero,specie per quanto riguarda il signifi-cato. Secondo lui la lingua e soloun aspetto dell’interazione so-

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ciale, un aspetto del comportamen-to, in stretto rapporto con altri aspetti.Lo studio della “parole” come partedell’interazione sociale ha coinvoltomolte discipline, comprese la psico-logia sociale, la sociologia, l’antro-pologia, l’etnologia, la filosofia, la so-ciolinguistica e la linguistica.Uno dei contributi più importanti èstato dato dagli antropologi, che sioccupano di quello che si chiamal’ETNOGRAPHY OF SPEACH (l’et-nografia del parlare o l’etnografiadella comunicazione), campo tocca-to per primo da Eduard Sapir, poidominato da lavori di Dell Hymes,Gumperz, Bauman & Sherzer(1974) ecc. L’importanza di tali lavo-ri sta nell’aver sottolineato quanta di-versità esiste tra i condizionamentisociali sulla parole.La lingua, certo attraverso la parole,gioca molti ruoli diversi in occasionidiverse. Prendiamo un semplicissi-mo esempio: in albanese una per-sona si chiama dicendo prima ilnome e poi il cognome: Gjon Buzuku,Gjergj Kastrioti, Fatos Arapi, AgimVinca, invece in italiano ed altrovenelle lingue di Europa si dice il con-trario: prima cognome, poi il nome:Di Carlo Antonio.E gli arbëresh? All’inizio, di fronteuna pratica del genere, certo rima-nevano stupiti e, nel loro ambientearbëresh contadinesco, fino a pochianni fa, si chiamavano secondol’usanza albanese: Luca Matranga, Jul

Variboba, Zef Serembe.Con passar del tempo, per forza, sullascia dell’ufficialità, poi anche comeuna nuova usanza, sta aumentandola quantità dei casi che vanno al-l’italiano: Moccia Alfio, Mosciaro Ca-millo.Comunque, come abbiamo espo-sto anche altrove, gli arbëresh d’Ita-lia, anche nel settore dell’onomasti-ca, specie in quella di antroponimiae di oikonimia hanno dimostrato unforte spirito di salvaguardia del pa-trimonio culturale e antropologico al-banese. Non è da trascurare il fattoche, ancor oggi, in quasi tutte le co-munità arbëresh, accanto alla deno-minazione ufficiale in forma italiana,esiste e si usa piuttosto la formaalbanese, per es.: San Giorgio Alba-nese – Mbuzati, Macchia Albanese– Maqi, Frascineto- Frasnitë, Cer-zeto – Qana, Ginestra – Zhura, Pia-na degli Albanesi – Hora, Pallago-rio – Puhëriu ecc.Un atto linguistico non è altro cheun frammento di lingua prodottocome parte di un’interazione socia-le, cosa che viene completamentecontro degli esempi decontestualiz-zati dei linguisti e dei filosofi.La lingua (cioè: sia la langue sia laparole) risulta come un “lavoro spe-cializzato”, per cui entra nell’ambitodell’attività umana e del comporta-mento di ogni persona.È specializzato perché richiede il tipodi conoscenza del “saper fare”. In al-

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banese si dice appunto : di “so”: dishqip, di gjuhë të huaja, nuk di ita-lisht, nuk di asnjë gjuhë të huaj; ngëdi lëtisht manku një fjaljë; di u ç’thom. Ancora più chiaro si può ve-dere nei sintagmi seguenti formatisida: di (=so) + të flas (che parli):Nuk di të flas mirë shqip (Non cono-sco bene albanese); Ai di të flasëdisa gjuhë të huaja (Lui conoscemolte lingue straniere). Così anchein altre lingue limitrofe: in greco Kse-ris Millas, che si può tradurre, se-condo il caso, sia sapere (=alb.di), sia capire (=alb. kuptoj); inrusso : znat e vlladjet + il casoinstrumentale: Ja znaju ruskij jazìk,ja vlladjejus ruskim jazikom; men-tre in italiano, si usa la parola cono-scere (=alb. njoh), in francese,connaître, in inglese naw. Anco-ra più chiaro per il concetto di linguacome un “lavoro specializzato” ci di-mostra il tedesco con kännen (pos-so): ich kan shprechen deutsch .E non c’è dubbio che così avviene:tutti sappiamo che a volte “la linguasi blocca” o si fa una gaffe e chealcune persone avranno più proble-mi di altre a cercare “la parola giu-sta”. Ngë kam fjaljë (non ho pa-role) dicono gli arbëresh, s’më biendërmend fjala (non mi viene inmente la parola) diciamo noi in Al-bania. Io credo che abbiano ragio-ne Argyle & Kendon secondo i qua-li “conviene considerare il compor-tamento delle persone che prendo-

no parte all’interazione focalizzatacome un’esecuzione organizzata,specializzata, paragonabile a tipi diabilità come guidare un’automobi-le”. (Argyle & Kendon, 1967).Si può, ora, capire sotto quali aspet-ti la parole è sociale: le sue regole el’abilità nel suo uso vengono appre-se in gran parte dagli altri, più omeno nello stesso modo in cui siimparano gli item linguistici.Si impara, per esempio, a comprareun biglietto ferroviario osservando eascoltando gli altri che lo fanno, esat-tamente come si impara a ordinare inomi e i verbi di una frase ascoltan-do come fanno gli altri.E veniamo, dunque, al ruolo im-portantissimo che spetta tra-dizionalmente alle madri ar-bëresh ed in genere alle comunitàalbanesi in Italia per mantenere vivala lingua albanese, dando ogni gior-no in casa, in gjitonia, nella chiesa,nei bar ed ovunque sia possibile ilmodello del parlare in arbëre-sh. Per es. a San Marzano di SanGiuseppe, in Provincia di Taranto,fino a qualche tempo fa, quasi tuttigli abitanti parlavano l’arbëresh; essierano così orgogliosi del loro idio-ma tanto da deridere quei pochi, perlo più figli non di entrambi i genitorisanmarzanesi, che non parlavano infamiglia l’arbëresh.Ma oggi, quell’orgoglio albanese diun tempo, si è perso, come si staperdendo anche la lingua. La lingua

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è uno dei modi più importanti di pre-sentare alla valutazione degli altri lapropria immagine personale, sia perquello che si dice che per il modocon cui lo si dice. (Brown & Levin-son, 1978).Inoltre, la maggior parte della gentevuole offrire di sé l’immagine di unapersona che ha considerazione pergli altri, contando sul fatto che ciò larende più popolare: sicché questarende la lingua un’attività molto co-operativa, in cui tutti fanno di tut-to per aiutare gli altri a mantenere lapropria immagine personale. Se sinoad oggi, nelle comunità arbëresh inItalia si è mantenuto la lingua alba-nese (sia come langue, sia comeparole) questo è avvenuto solo gra-zie ad una adeguata cooperazionedi tutti gli arbëresh che, durante tantisecoli, anche se in condizioni di unadiaspora molto sparsa in tantissimeregioni italiane, hanno dimostrato ungrande spirito cooperativo per quantoriguarda la fatica di continuare quellavoro specializzato e non facile qualelo è il parlare una lingua.Come si vede, sia l’ abilità che la mo-tivazione nel lavoro sono dovute allasocietà in cui si vive, e (nella misurain cui influenzano l’attività linguisti-ca) si può concludere che il GrandeSaussure si sbagliava di grosso quan-do pensava che la parole era sem-plicemente un’attività individuale, chenon aveva niente a che fare con lavita vissuta ogni giorno in società.

Simbolo di adesioneal gruppo

Il problema delle valutazioni legatealla lingua deve tuttavia anche pren-dere in considerazione il fatto che lalingua è usata come simbolo diadesione al gruppo. Le personeusano la lingua per identificare i par-ticolari gruppi sociali a cui apparten-gono (o a cui vorrebbero che si pensidi appartenere), e quindi vengonovalutate dagli altri a seconda di comegli altri valutano i gruppi in questio-ne.Gli psicologi sociali, tuttavia, hannoaffermato che alla gente piace pen-sare che il gruppo di cui fa parte è,almeno per alcuni aspetti, miglioredegli altri gruppi a cui può essereparagonato. Questo tipo di mentali-tà si può ritrovare in tantissimi esem-pi dalle comunità arbëresh d’Italia:ovunque si dice che loro (gli uominiarbëresh o le donne arbëreshe) sonopiù bravi, più belli, più forti neiconfronti di tutti gli altri che li circon-dano. Secondo la sociolinguistica quiabbiamo a che fare con due codiciopposti: un codice “NOI “che è ag-gregativo e un codice “LORO” che èdi separazione.E non a caso tra gli arbëresh sonocosì frequenti espressioni del gene-re: Na jemi arbëresh, ngë jemilëtinj (Noi siamo albanesi, non sia-mo italiani); Na jemi njetr shorçje(Noi siamo diversi); Na jemi të

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ndarë, ma jemi arbëreshë (Noisiamo divisi (sparsi) ma siamo al-banesi); Na jemi gjak arbëresh(Noi siamo del sangue albanese) ogjak i shprishur ka Albania (san-gue proveniente dall’Albania), ka-tundi jonë (nostro paese), gjuha/gjufa gluha/giljuha jonë (no-stra lingua) ecc.Come diceva una vecchiaia a Cerze-to: “Kur dal ka hora ime puruKrishti më duket lëti” (Quandoesco dal mio paese, anche Il Cristomi sembra come se fosse un italia-no).Certo, anche per quanto riguarda lalingua, sempre secondo la stessamentalità del gruppo di appartenen-za, la migliore è quella “nostra”.Gli Albanesi d’Italia erano orgoglio-si dei loro costumi e tradizioni a talpunto che, i giovani discendenti delCapuzzimati non permettevano ailoro coetanei dei paesi vicini, in cer-ca di ragazze, di entrare nel loro cen-tro abitato, per cui, anche i figli difamiglie benestanti forestiere acca-sate a San Marzano imparavano aparlare la lingua dei “Castriota”.L’affermazione che alla gente piacepensare di appartenere a un grup-po che ha dei valori positivi riguar-da direttamente la questione del pre-giudizio linguistico. Uno deimodi in cui la gente si persuade cheil proprio gruppo è migliore deglialtri è individuando nel proprio grup-po delle caratteristiche che in qual-

che modo sembrano intrinsecamen-te preferibili a quelle degli altri grup-pi, usati come termini di paragone.Certamente non si può dire che ognigruppo al mondo pensi che il suomodo di parlare sia il migliore, maquesto è per lo meno uno dei mezzidi cui un gruppo dispone per accre-scere il proprio rispetto di sé.La diaspora arbëresh in Italia, maanche la “diaspora della diaspora”,già sparsa in tutto il Mondo, abbiadato tantissime testimonianze inmodo che tutti lo sanno quanto siagrande questo buon pregiudizio lin-guistico in ogni paese arbëresh. Iocredo che, in base a questo pregiu-dizio (che io appositamente ho qua-lificato “buono”) sia nata anchel’espressione “lingua del cuore”, chepoi diventa anche il termine di so-ciolinguistica in genere e su cui mipiacerebbe di soffermarmi ancor unpo’.Per molto tempo si è pensato che ilcontatto prolungato fra gruppi etnicidifferenti avrebbe pian piano porta-to alla scomparsa delle loro specifi-cità e alla successiva omologazioneal gruppo dominante.La realtà etno-linguistica degli Arbëre-sh in Italia durante cinque secolidimostra che le aspettative di omo-logazione si sono realizzate solo inparte e sono via via emerse tenden-ze nuove e non previste: si è comin-ciato così a comprendere che il fe-nomeno degli etnicismi è molto più

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complesso di quanto fosse apparsoin passato.Si osserva in pratica, sempre piùspesso che, mentre si aumentanole migrazioni planetarie dei popolipiù diversi, i processi di accultura-zione, lungi dall’omologazione, pro-vocano l’affermarsi di diversità cul-turali sempre nuove, anche se nonsempre in modo deliberato e consa-pevole.“I gruppi etnici riaffermano se stessiin maniera sempre più decisa. Essipromuovono la loro nuova identitàculturale mentre si va erodendo laloro antica identità”. In tempi recen-ti – aggiunge il Giacomarra - la mo-bilità sociale e territoriale, per limi-tarsi agli aspetti più evidenti, hannomesso in crisi l’azione del fattore di-scendenza e i matrimoni misti co-minciano a prevalere sugli altri.A parte i caratteri somatici, lingua ereligione autoctone convivono conlingue e religioni esterne, originan-do fenomeni di bilinguismo e bicul-turalismo variamente esitati a secon-da delle situazioni”.A fronte dei vincoli tradizionali (disangue o di cultura) che “oggettiva-mente” assegnavano a un gruppoetnico ruoli e territorialità definiti, oggidominano fattori “soggettivi” gene-ranti autoidentificazione, intesa comeautoriconoscimento tra i membri delgruppo.La storia delle comunità italo-alba-nesi- scrive Mario Bolognari- è la sto-

ria degli scontri, dei contatti, degliscambi, delle convivenze e dei rifiutiche ogni minoranza etnico-linguisti-ca europea ha vissuto nell’età mo-derna, poi conclude: “Per la comu-nità italo-albanese questa è la storiadegli ultimi centoventi anni: una lot-ta impari, fatta di orgogliosa resi-stenza, ma anche di patetiche di-sfatte.La lingua, prima ricca e poetica, èstata declassata nel ruolo di idiomadegli affetti e delle relazioni private;gli usi e i costumi, una volta rap-presentativi dei valori più alti, sonostati ribattezzati folklore; mentre icomportamenti e i valori sono finitinelle liriche a far da contenuto lette-rario a un’espressione artistica dispe-rata e indomita”E veniamo qui, in un’altro fattored’ordine socioculturale che può aiu-tare a spiegare il mantenimentod’identità degli Arbëresh: la convi-venza secondo un patto non dichia-rato ma largamente effettuato.

Ignorarsi a vicenda

Non è il caso di riportare tutto ciòche è stato detto tra gli arbëresh edi loro inquilini indigeni. Basti ricor-dare, da un lato, il detto degli italianiriguardanti gli Arbëresh: Se vedi lugegiu e lu lupu, lascia stare lu lupue spara llu gegiu.Dall’altro lato, gli Arbëresh diceva-no: “Derk e lëti, mos e këllit ndë shpi

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se të çan poce e kusi”. Ma il calo del-l’albanese nelle comunità arbëreshcontinua con ritmi sempre più velo-ci e che, in questi ultimi decenni, que-sto calo è dovuto a più cause. Traqueste, alcuni studiosi, indicano an-che il fatto che non pochi hanno ad-ditato la lingua arbëresh dei loro an-tenati come impedimento al buonapprendimento della lingua italia-na.Tant’è vero che, un indagine con-dotta da Mario Bolognari nei primianni Settanta, risultava che “il pregiodella lingua e di tutto ciò che eraalbanese era molto basso. Molti in-tervistati avevano dichiarato che lalingua era inutile e creava soltantodelle difficoltà non ricompensate daalcun vantaggio.Altri avevano espresso il desideriodi dimenticare il loro essere e parla-re albanese… I valori, proposti dallacultura dominante nazionale, sonostati accettati a tal punto da esserepercepiti come giusti e ‘naturali”, noncome sovrapposti ed estranei… Que-sta accettazione era giustificata e mo-tivata dalla prospettivadell integrazione, fino ai primi anniSettanta fortemente operante”. Oggila situazione appare rovesciata e glistessi studiosi affermano che da in-dagini più recenti esce un’altro esi-to: “Sta mutando il tipo di resistenzaall invadenza della cultura dominan-te. Vi è una resistenza che potrem-mo definire automatica, nel senso

che difende la cultura subalterna invirtù di quella carica contestativa cheessa ha in se, per il fatto stesso diessere patrimonio di una comuni-tà…” Gli Arbëresh d’Italia da tempo,ormai, non stanno più solo negli in-sediamenti o centri tradizionali; ènotorio che il numero dei residentinelle grande città non solo ove gra-vitavano come capoluoghi, qualeCosenza, Palermo, ma anche nellegrandi metropoli come Napoli,Roma, Milano, Torino, Firenze; poianche all’estero, sia in Europa: Bel-gio, Germania, Francia, sia in Ame-rica, in Australia, in Brasile ecc.Il fatto è che, oggi, il numero degliarbëresh che sono fuori insediamen-ti tradizionali è molto più superiorea quello di coloro che son rimasti.La territorialità è dunque venutameno quale tratto definitore d’iden-tità.Il bello è che, dappertutto, sia neipaesi arbëresh dell’origine, sia an-che nella “diaspora della diaspora”tantissimi diplomati e tanti laureatiarbëresh parlano con piacere la lorolingua arbëresh, altri la capiscono sol-tanto, ma conservano sempre congelosia il vocabolario di lingua ar-bëresh e quando si presenta l’occa-sione sono fieri di usarlo.Cito solo alcune conclusioni relativeal binomio: “lingua del cuore” e“lingua del pane”, basandosi suidati della diaspora arbëresh in Ame-rica ed in vari centri dell’ Europa del

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Ovest. Per quanto concerne gli aspettilinguistici dell’emigrazione, dobbia-mo prendere in considerazione lagiusta e sommaria definizione chene ha formulato Francesco Altima-ri, secondo qui ci sono sostanzial-mente due momenti: “l’integrazio-ne nelle aree di arrivo e le reazionial ritorno.I due momenti sono tra loro colle-gati, perché l’esplicitazione del pro-blema del bilinguismo o del pluri-linguismo, che è venuto nel primomomento, si ripercuote nel secon-do momento, scatenando nelle areedi ritorno un processo di ristruttura-zione dei ruoli, degli atteggiamenti,delle norme di variabilità sociolin-guistica preesistenti, di cui non si puònon tener conto”.Emblematica di questa mutata si-tuazione linguistico-culturale, avve-nuta nell’emigrazione meridionale earbëreshe dal secondo dopoguerra,appare la storia di una comunità diemigrati calabro-albanesi, originaridi Carfizzi, nel Catanzarese, e tra-piantatisi nella Germania, a Lud-wigshafen, a partire dalla secondametà degli anni ’50.I campi in cui maggiore è l’influssodella lingua tedesca sono quello bu-rocratico-amministrativo, quello delmondo del lavoro, quello gastrono-mico, quello della vita infantile, qual-che avverbio ecc. P. es.: kom bondumondin e finanzomes = ha fattola denuncia dei redditi; kom qon te

sparkasi = sono stato in banca. Nonmancano alcuni veri e propri calchisintattici dal tedesco, ad es.: jom am-meldartur = ho fatto la immatrico-lazione dell’automobile (in tedesco:ich habe mich angemeldet) ecc.Questa specie di mistilingue albano-tedesco che viene ora utilizzato a li-vello colloquiale solo dalla comunitàcarfizziota di Ludwigshafen, col tem-po, come sostiene Altimari, è desti-nato certamente a influire anche sultessuto linguistico della comunità ori-ginaria, considerando che il 30 %circa della popolazione complessivadi Carfizzi è costituito dagli emigratiin Germania, i quali continuano amantenere stretti e saldi rapporti colpaese d’origine, in cui ritornano pe-riodicamente nel corso dell’anno, inoccasione di Natale e delle ferie esti-ve.Così, come scrivono Abate–Berg-man, nella Germania, “I germanesirinunciano alla loro (preponderan-te) “parte carfiziota”, cioè ai loro tra-dizionali modelli di valori, e a Car-fizzi rinnegano la loro “parte tede-sca”, cioè i modelli di valori trasfor-mati”.Per tali motivi, come aveva ben pre-visto il prof. Nino Guzzetta, “è realeil rischio che con ulteriore sviluppodi questa situazione di contatto, l’al-banese possa essere influenzato dal-l’italiano (ma anche dal tedesco, dal-l’inglese, dal francese ecc.) anche nellasua struttura fonetica e morfologica,

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e trasformarsi in mistilingue”.Infatti, secondo degli studi recentifattisi secondo delle ricerche sul po-sto, sia in Germania, sia in Americaed altrove, “nel corso delle conver-sazioni in arbëresh, in concomitan-za con la trattazione di determinatiargomenti, i parlanti in questionepassano ad altre varietà del loro re-pertorio che rivelano un uso più am-pio o che rimandano ad un tipo direlazioni ed ad un insieme di inte-ressi del tutto diversi da quelli asso-ciati all’arbëresh: si registrano, cioè,fenomeni di cod-switching e code-mixing”.La lingua di ogni giorno documentaquesto ondeggiare di posizioni:“code-switching” e “code-mixing”disegnando l’incrociarsi delle istanzelinguistiche e psicologiche di questaidentità ricreata.In conclusione vorrei aggiungere che,se il patrimonio storico, linguistico eletterario degli Arbëreshë è oggi co-

nosciuto e valorizzato sempre di piùnel contesto non solo italo-albane-se, ma anche europeo e mondiale,possiamo dire che un ruolo di sti-molo e di mediazione assai impor-tante hanno rivestito negli ultimidecenni i convegni dell’Istituto Alba-nologico dell’Università di Palermoche, per merito del prof. AntoninoGuzzetta e dal suo allievo il prof.Matteo Mandalà sono realizzati re-golarmente ogni anno, quelli del-l’Università della Calabria, organiz-zati ogni due anni dal prof. France-sco Altimari.Sono certo che, dopo questo miomodesto primo approccio, occorracontinuare con ulteriori studi e ricer-che per poter fissare un’ importan-tissimo patrimonio culturale e lingui-stico quale e’ appunto la diasporaarbëreshe in Italia e nel Mondo.Le comunità’ italo-albanesi in Italiarappresentano un forte interesse nelcampo dell’albanologia.

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N° 2/2009 - Settimanale di informazione varia - Anno XVII - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma1

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Kuadri ekonomik e prirja tregtare 25Artikull nga Raffaella Valentini-Zyra ekonomike Ambasades Italiane 27Stefano Farabbi - A.D. Intesa Sanpaolo Bank Albania 31Libero Catalano - Drejtor i B.I.S.- Grupit Veneto Banca 35Artikull nga Francesco Vitulli - Direjtori i Zyres ICE Tirane 39Kriza ekonomike dhe sektori i ndertimit nga Luigi Aleksi 43Grupet Italiane ne Shqiperi - Alfo Giorgi - Marina e Orikumit 45Grupet Italiane ne Shqiperi - Vincenzo Pastoressa - La Mozzarella 47

Lidhje kulturore mbi bazen e miqesise 49Shqiperia dhe gjuha e Dantes nga Artur Sula 50Gjuha dhe populli arbëresh nga Gjovalin Shkurtaj 55

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ObjektiviEuropa

“SHQIPËRIA ËSHTË PJESËE EUROPËS DHE SHQIPTARËTJANË ME KOMBËSI EVROPIANE “

Lexohet në artikullin e vitit 1879 të SamiFrashërit, një prej poetëve e shkrimtarëve mëtë mëdhenj shqiptar të fesë myslimane -bek-tashiane, në “Alfabetare e gluhësë shqip “, ci-tuar në “Gjuha shqipe” të Shaban Demiraj.

Faza e tanishme paraqet një haptë rëndësishëm për perspektivëne ardhshme të Shqipërisë.Zgjedhjet e përgjithshme e perpasoje lindja e mëvonshme eqeverisë së re, ofrojne kushtet eduhura për të trajtuar menjëhe-rë probleme ende për t’u zgjidhurpër përfundimin e udhëtimit qëduhet të lidhë Shqipërinë dhevendet e tjera fqinje e për të ar-

ritur qëllimin e perspektivësevropiane qe tashme i gjithëopinionin publik shqiptar si ai“demokratik” dhe ai “socialist”jane duke pritur me padurim.Tani është e nevojshme, përshembull, të përgatiten dhe mi-ratohen reformat e duhura përtë arritur standartet e kërkuaranga Komisioni Evropian për li-beralizimin e vizave, gjë e cila

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paraqet hapin e fundit për inte-grimin rrenjesor te popujve nëpritje të integrimit formal dhezyrtar me hyrjen në BashkiminEvropian.Shqipëria nuk mund të mos jetënë të njëjtën linjë me Serbinë,Malit e Zi dhe Maqedonin.“Pas NATO-s, BE-së” ishte an-gazhimi i të gjithëve në fushatënelektorale: dhe tani është kohapër të marë ne dorë në këtë im-penjim!Duhet të punojnë sot për të pre-

tenduar qëtë jemi nëtë njëjtënlinjë mevendet tët j e r af q i n j e .Qytetarëtshqiptarëndjejne sinjë peshëfaktin qëata akoma

në pragun e vitit 2010, duhet tëkuptojnë që jetojnë në një vendqë pas dekadave të tëra të murittë pakapërcyeshem ( “Muri i Ti-ranës 1”, ngritur nga diktaturakomuniste), i projektuar për tëparandaluar lëvizjen e lirë të ide-ve dhe të njerëzve përveç no-menklatures, tani në një botë tëglobalizuar ne menyre te pak-thyeshme duhet të vuajnë pro-

blemin e vizave ( “Muri i Tiranës2” burokratike) që pengonlëvizjen e lirë dhe zhvillimin eko-nomik e social të personave nëkrahasim edhe me vendet fqinje.Dëshira e madhe për zhvillim ngaana e popullsisë aktive shqiptaremeriton zgjidhjen e këtij proble-mi. Midis të tjerash, arritja e këtijmomenti është një shtysë endjeshme per zhvillimin e Shqi-përise si në profilin social e mbite gjitha ate ekonomik,zhvillim iaftë tashme në vetvete per njeintegrim evropian (pa asimilim)të shpejtë dhe pozitiv.Solidariteti italian gjithmonë ipranishem nuk do të mungoje asnë të ardhmen.Në këtë pjesë të fundit të vitit2009 Ambasada e Italisë ështëduke punuar për të realizuar nëpranverën e vitit 2010 një sërëngjarjesh me rëndësi të madhee domethenese:

“Dy popuj,Një det,

Nje Miqësi”.

Behet fjale per një seri ngjarjeshte medha që përfaqësojnë njëmoment të vëmendjes së madhenë marrëdhëniet midis Italisë dheShqipërisë. Lista e gjatë engjarjeve mbulon të gjithë sek-torët e biznesit, kulturës, tregtisë,infrastrukturës dhe energjisë,

Dr. FrancescoDe Luigi

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Doktor Saba D’EliaAmbasatdor i Italise

sportit, zhvillimit të shoqërisë ci-vile e të trajnimit. Iniciativa e ko-ordinuar nga Ministrit Këshilltardr. Francesco S. De Luigi, i ndih-muar nga sekretari i ambasadësDr. Jacopo Albergoni, në kupti-min e saj më të thellë, ka në çdorast konturet e një transaksionitë vërtetë me vlera të sigurta kul-turore.Është një operacion që do të te-rheqe vëmendjen e të gjithëvedhe sidomos e të rinjve gjithnjëe më shumë te tërhequr nga njejetë e përditshme e globalizuar,ku nganjëherë rrezikon te hum-besh lidhjet me vete origjinën,imagjinoni keto kontakte dhemarrëdhënie më tradicionale nekohë si mund të jenë dhe janemarrëdhëniet italo-shqiptare.

Dhoma e TregtiseItaliane ne Shqiperi

Në tërësi, marrëdhëniet e përgji-thshme midis Italisë dhe Shqi-përisë për një kohë të gjatë nëfakt, në sajë të shtyses se Amba-sades italiane, jane shoqeruar nganjë partneritet ndihme embështetje në kohë të vështira,si në vitet’90,nga një partneriteti vërtetë.E njëjta gjë është duke ndodhuredhe në pjesë të ndryshme tëkomunitetit italian: nga ai ushta-rak dhe e zbatimit të ligjit ose

prani të tjera institucionale; atofetare qe sot kontribuojnë ne rri-tjen sociale duke mos u kufizuarmë në ndihmat e nevojave tëpara themelore, por duke ofruarnje përkrahje në fushën e trajni-mit profesional (bujqësi, zanatetë ndryshme, etj.) deri në formi-min e lartë të përfaqësuar ngainstitucioni themelor i Universi-tetit “Zonja e Këshillit të Mirë “Shoqata e Sipërmarrësve italia-ne që veprojnë në Shqipëri”, Sho-qata (AIIOA), një shoqatë e the-meluar në fillim te viteve ‘90.Gjatë viteve Shoqata eshte zhvil-luar si një strukturë e shërbime-ve dhe e marrëdhënieve me in-stitucionet shqiptare nëbashkëpunim të ngushtë medrejtuesit e Ambasadës Italianenë Tiranë te perfaqesuar nga Am-basadori Sh.T. dokt. Saba D’Elia.Kohët efundit AI-IOA i kad h e n enjë kthe-së do-methene-se pranisëse saj nëShqipëriduke i pa-r a q i t u rQeverisëi t a l i a nekërkesën

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për njohjen e Dhomes italiane teTregtisë në Shqipëri (CCIA).Edhe këtë here si një shoqatë eoperatorëve italiane duhet të the-mi se ishte një inkurajim i madhndihma e dhene nga të gjitha in-stancat operative të Misionit ita-lian në Tiranë,nga Zyra Tregta-re, nga Zyra ICE e Tiranës.Kjo jo vetëm per mendimin po-zitiv qe ambasada ka trasmetuarpermes Ministrine se Jashtme, neMinistrine e Zhvillimit Ekonomik,por sidomos duke pasur parasyshfaktin se Ambasada, duke punuarnë organizimin per ritjen e njepranie italiane në Shqipëri në fu-sha të ndryshme te rendesishmepër pranverën e ardhshme 2010,ka dashur të përfshijë në këtongjarje praninë dhe nisjen zyr-tare të punes se Dhomës sëTregtisë Italiane në Shqipëri. Ngaana e AIIOA, do të vazhdojë an-gazhimi për të punuar konkre-tisht për praninë e saj konstruk-tive në territor.

Shoqëria shqiptare nga faza ethjeshtë dhe ndonjehere kaotike“bej sipas qejfit tend” edhe nëfushën e marrëdhënieve tregta-re, sidomos me Italine qe ështëvendi që përfaqëson partnerintregtar më te madh për Shqi-përinë, tani është gati për hapintjeter duke tentuar për një racio-nalizimin te marrëdhënieve eko-nomiko-tregtare.Për AIIOA kjo njohje paraqet njëmoment te rritjes në sektorinkomercial shqiptar dhe mund tëbëhet një pikë referimi seriozepër botën e biznesit italian.Dhoma e Tregtisë Italiane nëShqipëri (CCIA) mund të luajkeshtu një rol “te njohur” përbotën shqiptare dhe per sektorine tregtisë italiane dhe kjo për tëthelluar më shumë rrënjët e pra-nisë së tyre në Shqipëri, si dhepër zgjerimin e pranisë italianeedhe në zonat ende të “pazbarkuara” në këtë vend.

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SHOQERORE

Dhoma e Tregtise Italiane ne Shqiperi

Anëtarë të rinj shqiptarë

dhe Zyra përfaqësimi

në Shkodër e VlorëNë muajt e fundit AIIOA ka pa-raqitur nepermjet Ambasadeskërkesën për miratim nga Mini-stria e Zhvillimit Ekonomik nëRomë si Dhoma Ital iane eTregtisë në Shqipëri (CCIA). Tëgjitha dokumentet e nevojshmei jane dërguar gjithashtu edheASSOCAMERESTERO, Shoqatae Dhomave të Tregtisë Italianejashtë vendit, një organizatë ecila punon në bashkëpunim tëngushtë dhe harmoni stra-tegjike me sistemin e Unionca-mere, sistemi i Dhomave tëTregtisë Italiane.Ambasada eshte shprehur në fa-vor, siç kërkohet nga proçedu-ra, duke bere vlerësimin e sajpër rolin e AIIOA.Aktualisht AIIOA po planifikon

të forcoje organiken e saj dukeplotesuar me personel Sekreta-ren e Përgjithshme znj. AldaBakiri dhe tashmë ka filluar tëndjekë një zgjerim konkret tëbazës së anëtarësisë, jo vetëmnga pala italiane, por sidomose mbi te gjitha për sa i përkethyrjes se kompanive dhe ope-ratorëve individuale shqiptarë.Ky angazhim drejtohet pikërishtndërmjet kërkesave te bera perkushtet e vendosura përnjohjen si CCIA dmth ajo e njëefektiviteti binacional te aplikan-tit.Në këtë shtrirje, siç kërkohetnga vetë statuti, i ndryshuarkohët e fundit, AIIOA ka bërëtashmë kontakte me realitetinekonomik dhe tregtar në qyte-

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tet e Shkodrës dhe Vlorës, zyraperfaqesimi te Konsullatave ita-liane.Në Shkodër dhe Vlorë do të ha-pen deri në fund të vitit Zyrat eDhomave të Përfaqësimit.

Shkodër

Në Shkodër funksionon tashmënjë shoqatë “Bashkimi perZhvillimin e Shqipërisë Veriore“, ndertuar nga një grup bizne-smenësh shqiptarë të qytetit, ikryesuar nga Dr. Alessandro Li-mata i cili ka qenë promotor, ishtyre nga Konsulli i Italisë Dr.Stefano Marguccio.Në një takim të fundit, pas vizi-tës së Ambasadorit S.E. SabaD’Elia, në veri të Shqipërisë, njëtakim ku morën pjesë, përveçAmbasadorit, Konsulli Marguc-

cio, kreu i Kooperacionit Italiannë Shqipëri, dr. Flavio Lovisolodhe Presidenti AIIOA, av. Gio-vanni Degennaro u shfaq njëvullnet dhe interes nga shumësipërmarrës shqiptarë (përfshi-rë Dr. Gjergji Leqejza, admini-strator i një kompanie te ma-dhe shqiptare që prodhon tëbrendshme femerore per llogaritë kompanisë italiane “Cotonel-la”) për t’u bashkuar me CCIAdhe të vazhdojë përpjekjet e sajpër zhvillimin e zones shkodra-ne si Zyra përfaqësuese në verite Shqipërise.

Vlorë

Veprime të ngjashme nëVlorë, ku punon me perku-shtim Konsulli i Pergjithshem

Italian Dr. Sergio Strozzi, dotë kryhet me ndihmën e ane-tarit te AIIOA Alfo Giorgi, (injohur në të gjithë rajonin eVlorës midis punonjësve

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Folësit në konferencë në Orikumit Marina

shqiptar) si sipërmarrës to-skan i cili realizoi portin eparë turistik shqiptar në jugtë Vlorës: “Marina e Oriku-mit”.Kohët e fundit, me rastin enjë ndalese në port te shu-më anijeve me vela italianeqe lundronin ne Adriatik umbajt një konferencë, orga-nizuar nga Alfo Giorgi, mepjesëmarrjen e anëtarëve tëASSONAUTICA, shoqate ecila kohët e fundit nënshkroinjë marrëveshje me ASSO-CAMERESTERO “për forcimine veprimit të përbashkët tëaktorëve të përfshirë në pro-movimin e “Sistemit Italian”.Për më tepër AIIOA mund tëmbeshtetet në njohjen egjerë të operatoreve shqip-tar te rajonit, njohuri të fi-tuara nga Dr. Fran-co Pinna në punëne tij në të kaluarënsi drejtues i bankesnë qytetin e Vlorës.Në konferencën emarinës qe u mbajtne strukturen e por-tit turistik e qe undoq edhe ngaKryetari i Bashkisësë Orikumit, dr. Ka-nan Brahe dheKryetari i Dhomëssë Tregt isë së

Vlorës, dr. Edmond Leka,përveç zv-Presidentit te AI-IOA Dr. Luigi Nidito, Presi-denti i Dhomës së Tregtisësë Vlorës shprehu publikishtkënaqësinë e tij në nismën eCCIA, madje edhe duke sh-prehur një vullnet për të vënënë dispozicion hapësirë përtë akomoduar Zyren e për-faqësimit te CCIA të Vlorëspër jugun e Shqipërise.Këto perspektiva do ti lejojnëAIIOA-se menjehere njohjensi Dhoma Italiane e Tregtisënë Shqipëri (CCIA), për t’uregjistruar me Bashkimin eDhomave të Tregtisë dhe In-dustrisë shqiptare, siç ështëquajtur edhe nga Presidentii saj Dr. Ilir Zhilla në pjesëntjetër te këtij publikimi.

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PROGRAM A.I.I.O.A.

1. RIORGANIZIMI I STRUKTURËS OPERATIVEa) Përfshirja e një figure Juristi që duhet të ndjekë zhvillimet e normativaveligjore të disiplinave të ndryshme;b) Përfshirja e nje Sekretareje operative për ti lejuar Sekretares së Përgji-thshme Dr. Alda Bakiri mundësine e pjesmarrjes në nisma/propozime dhekurse trajnimi pranë Assocamerestero.2. BOTIMEa) Botimi i një Reviste të Shoqatës, dygjuheshe çdo dy muaj, me qëllimtrajtimin e tematikave që prekin Shqipërinë. Kjo reviste do ti dërgohet tëgjitha Dhomave të Tregtisë, Rajoneve, Provincave, Kryebashkive, struktura-ve të Konfindustrias dhe Shoqatave të tjera të kategorise në nivel rajonal nëItali si dhe strukturave parlamentare dhe qeverisëse si dhe personalitetevenë Shqipëri. Revista përveçse do të publikohet do të jetë e disponueshmeedhe ne format elektronik në website në mënyre që të mund të konsultohetdhe nga Dhomat e Tregtisë nëpër botë.b) News mujor dërguar me mail dhe publikuar në website;c) Perbledhje e përditshme e lajme të publikuara në Shtypin shqiptar dhederguar me mail;d) Përditësimi sistematik i website.3. WORKSHOPa) Me Ministrinë e Ekonomisë, Tregtisë dhe Energjitikës dhe Ministrinë eDrejtësisë mbi Të Drejtën mbi Shoqërinë dhe të Drejtën mbi Falimentimin;b) Me Ministrinë e Financave dhe Drejtorinë e Përgjithshme të Tatimeve;c) Me Ministrinë e Ekonomisë, me Drejtorinë e Përgjithsme të Tatimeve dheShoqatën Shqiptare të Bankave mbi transferimin e kredive dhe/ose kompen-simin e tatimeve të ndryshme.4. PROGRAMI “SHQIPËRIA DHE FQINJËT”:Vizita ne Vendet fqinje si “MALI ZI, KOSOVË, MAQEDONI DHE BULLGARI meqëllim prezantimin antarëve AIIOA të mundësive që ofrojnë këto Vende.5. “BUSINESS ALBANIA”:Punime për perfeksionimin e nismës së ndërmarrë nga AIIOA për themeli-min e Konfederatës së Punëdhënësve.6. KURSE TRAJNIMI:a) Kurse për figura te ndryshme administrative dhe teknike që mund të për-shihen pranë strukturave të antarëve tanë;b) Kurse intensive “gjuha italiane për business” për punonjësit shqiptarë;c) Kurse te gjuhës shqipe per operatorët italianë të interesuar.7. ZYRA PËRFAQËSIE:Hapja e Zyrave periferie sic është parashikuar në Statut ne basë të ndarjessë Zyrave Konsullore italiane në Shkoder dhe Vlore.

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”TË KRIJOSH SKUADËR”

Kërkesë e Shoqatës Sipërmarësve Italianë në Shqipëripër njohjen si Dhoma e Tregtisë Italiane në Shqipëri

Artikull nga Presidenti A.I.I.O.A. -sëAv. Giovanni Degennaro

Shqipëria është paraqitur nga njëvëzhgues i kujdesshem, me ti-paret që dallojnë këtë vend ngavendet e tjera edhe nga ato qejane gjeografikisht afër tij.Zhvillimi në vitet pas rënies sëkomunizmit, ka ndjekur një rru-ge më të trazuar dhe të vështirëse ajo e vendeve të tjera të Eu-ropës Lindore për shkak edhe tekushteve të Shqipërise në fillimtë viteve ’90 si një vend me rea-litete me te shkateruara se fqinjëtdhe më gjerë.Dëshira e madhe e banorëve tësaj për shpengimin, kembenguljapër të kapërcyer vonesat dhe pro-blemet, ndihma e vendeve mike,duke filluar me Italine, afërsiahistorike dhe social-kulturore mevendin tonë, të gjitha këto për-bërës së bashku bënë të mundurhapa të mëdha në rrugën e zhvil-limit aq sa që sot ne mund tëthemi pa dyshim se Shqipëriatashme është vendosur në rrugëne standardeve të certifikuara so-

ciale dhe ekonomike që tejkalonparashikimet më optimiste qemund të bëheshin në vitet ’90.Zhvillimi ekonomik ka qenë fa-vorizuar jo vetëm nga dëshira efurishme e iniciativës në çdo fu-she nga shqiptarët, madje edhenga komunitetet e punëtorëve tëhuaj, dhe midis të tjerave, te asajpjese të komunitetit italian qe kazgjedhur Shqipërinë për investi-met e tyre në mënyrë të qëndrue-shme.Në këtë kontekst, Shoqata e Si-përmarrësve Italiane që operojnënë Shqipëri (AIIOA) përfaqësonnjë moment pozitiv për koaguli-min e të gjithë italianëve në Shqi-përi, veçanërisht në momentetmë të vështira të përjetuara ngaky vend ne “nxehtesine” e gjy-smes të viteve ’90.Historia e shoqatës tonë përbëhetnga iniciativa, propozime, mo-mente te solidaritetit të vërtetëme njëri-tjetrin qe nuk duhet tëharrohen, sepse sot është pikë

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konstante referimi për një rrugëpër përditësimin e nevojave teShqipërisë bashkëkohore eprojektuar drejt një të ardhmeeuropiane gjithnjë e më shumëtë ntegruar.Ndërsa komunitetet e biznesit dotë luajnë rolin e motorit në zhvil-limin ekonomik dhe shoqëror,vetë komuniteti shqiptar shpeshne menyre autumatike dhe përmë tepër përmes individëve,ndërtonte marrëdhëniet veçane-risht me Italinë fqinje përsa ipërket sektorit të tregtisë.

Pjesa më e madhe e tregëtise di-namike shqiptare “flet italisht”dhe kjo është për shkak të li-dhjeve të ekzistojë gjithmonë mevendin tonë, tani bëhet edhe mëkonkrete nga komuniteti masivshqiptar që jeton dhe punon nëItali, duke e bërë më të lehtë dhe

më të menjëhershëm mundësitëe zhvillimit të marrëdhënievetregtare Italo-shqiptare.AIIOA është sot ne Shqipëri njëshoqatë që gëzon njohjen e për-gjithshme dhe prestigj në insti-tucione, perveç opinionit publiknë përgjithësi.Kemi kaluar nga të qenit nje rea-litet i zënë dhe i shqetësuar përtë zgjidhur problemet e biznes-menëve individualë në një reali-tet që është në gjendje të ofrojnëshërbime dhe ndihmë në terren,realitet i aftë të flas drejtpërdrejt

me institucionetshqiptare nëdrejtim të berjes sëpropozimeve dheballafaqimeve.Me nje domethenjetë madhe e te rën-dësishme ështëprogrami i cili esheh AIIOA messhoqatave promo-vuese të një orga-nizimi të madh qëkërkon të bashkojegjithe realitetet si-

përmarëse vendase dhe të huajadhe të gjithë punëdhënësit qëveprojnë në Shqipëri për ti dhenëketij vendi një mjet sigurisht tëdobishem për një krahasimkonkret me nevojat e tij dhe ven-dimet që duhet të meren për njëzhvillim dhe mirëqenie sociale gji-

Pallati i Kulturëesku ka selinë A.I.I.O.A.

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thnjë e më të gjerë. Fakti i të që-nit një prej shoqatave themelue-se, së bashku me shumë shoqa-ta të sektoreve të industrisëshqiptare si Dhomat e tjera tëTregtisë të huaja qe veprojne nëShqipëri, si “Unionit të biznesit”,përforcon më shumë vendo-smërinë tonë për të vazhduar nekontributin per rritjen e mar-dhenjeve ekonomiko - tregtareitalo-shqiptare.Në këtë rol ne jemi mbështeturgjithmonë nga strukturat opera-tive të Ambasadës tonë e cila gji-thmonë ka perkrahur iniciativattona. Midis këtyre e fundit është

pikerisht ajo qe i pe-rket kërkesës tonë përnjohjen e Dhomesitaliane te Tregtisë nëShqipëri,e paraqiturprej nesh kohët e fun-dit dhe mbi të cilinAmbasada jonë sh-prehu menjeheremendim të favorshëmndaj vendimit mini-stror i cili duhet të jetësë shpejti në Romë.Mendimi i favorshemi Ambasadës u konsi-derua nga ana jone siinkurajues që ne tëshikojmë me një ven-dosmëri arritjet në tëardhmen e punëstonë, dhe si shenje e

një marrëdhënie reciproke tëbashkëpunimit pozitiv dhe prak-tik. Lindja e “Bashkimit te bizne-sit“ dhe njohja si Dhoma italianee Tregtisë në Shqipëri (CCIA) ngapala italiane janë dy novacione që,duke respektuar rolet e tyre mundtë punojnë në sinergji, në këtëdrejtim është projekti simbolik ipromovuar nga AIIOA, për reali-zimin e zones tregtare-industrialete Koplikut, pranë Shkodrës, nepak distance nga Mali i Zi.Në një sipërfaqe prej mbi 60 hek-tarë e pajisur me objektet e shër-bimeve, ekspozita, etj., do te behete mundur të përqëndrohen të gji-

Av. Giovanni DegennaroPresidenti A.I.I.O.A. -së

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thë potencialet komerciale dheindustriale që do të shërbejnë sinjë pikë referimi për tregun mëtë gjerë në gjithe Ballkanin. Përkëtë arsye jemi të bindur se an-gazhimi i ri si Dhoma e Tregtisëitaliane në Shqipëri do të jetë meinteres të madh për gjithe komu-nitetin shqiptar, perveç rritjes sepranisë italiane në Shqipëri.Si Dhoma Italiane e Tregtisë nëShqipëri vete tregtarët shqiptarëmund të përfitojnë nga shërbi-met tona dhe do të na japin nenjë shtysë të re për iniciativat qëgjenerojnë mundësitë për zhvil-limin e tregtisë midis Italisë dheShqipërisë.Ne kemi filluar të lëvizin në këtëdrejtim, ndonëse kjo është endenë pritje të miratimit të qeverisë,zhvillimin e iniciativave për tëzgjeruar bazën e biznesit sipër-marrës tonë lokal, duke pa-rashikuar tashmë për hapjen seshpejti te zyrës tonë përfaqësue-se në Shkodër dhe Vlorë, ku ope-rojne prej kohësh të dy delega-cionet tona konsullore perveç asajte Tiranës, Zyrat Konsullore metë cilat mbajme marrëdhëni tëmira të bashkëpunimit konkret.Gjithçka nen vështrimin për tëpajisur me një mjet që në vetve-te është një referim edhe institu-

cional në Shqipëri i prirë për tëzhvilluar në harmoni të plotë meZyrën e ICE në Tiranë marrëdhë-niet tregtare midis dy vendevetona dhe veçanërisht për të rri-tur më tej praninë e italiane nërealitetin shqiptar. Jemi të sigurtqë mund ta arrijme me angazhi-min tonë, me mbështetjen eZyres tregtare te Ambasadëstone, Zyres ICE përveç sugjeri-meve dhe mbështetjes se Asso-camerestero synojme te ade-rojmë sapo te marim lejen e ke-rkuar.Në thelb, në një botë nëndryshim të vazhdueshëm(nëShqipëri kjo mund të shihet javëpas jave), në të cilën edhe Dho-mat e Tregtisë janë të angazhuarapër thellimin e shërbimit te tyrenë sinergji me realitetin në të ci-lin ato operojnë, shoqata jonëjam i bindur se do të jetë nëgjendje të vendose një ekuilibërnë përpjekjen për të “krijuarskuadren” si komunitet italian,ashtu edhe si një subjekt vendasshqiptar së bashku me shqipta-ret qe punojne tashmë me reali-tetet ekonomike të biznesit ita-lian ose me shqiptarë që dëshi-rojnë të nisin marrëdhënie të rejate biznesit me ‘Italine.

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Intervistë me Dokt. Ilir Zhilla, Pre-sident i Unionit të Dhomave tëTregtisë e Industrisë në Shqipëri

Sodisfaksion për hapjen e Dhomës së Tregtisë Ita-liane në Shqipëri që i shtohet atyre tashmë të pra-nishme: amerikane, greke, gjermane e angleze

Si është organizuar sistemi i Dho-mave te Tregetise ne Shqipëri?

Dhomat jane organizata tebiznesit qe kane krijuar re-putacionin e tyre nembrojtje te interesave tebiznesit si dhe ne rritjen ekapaciteteve te vete ketyrebizneseve. Shqipëria ka 12dhoma te tregetise dhe in-dustrise, të organizuara mbibazën e qarqeve, ndërsaBashkimi i Dhomave te Tre-getise dhe Industrisë seShqiperisë (UCCIAL) në bazëtë ligjit, ka për mision për-faqësimin nacional dhe kor-dinimin e aktivitetit dhe ve-primatrise se dhomave rajo-nale. Ligji shqiptar gji-thashtu lejon dhe ngritjen edhomave te biznesve të ven-deve të huaja që operojnënë Shqipëri, me kushtin qëkëto organizata të kenë mbi

100 anëtarë dhe të anëta-resohen prane UCCIAL .Në zbatim te ketij ligjitashmë janë krijuar DhomaAmerikane - Shqiptare eTregetise, Dhoma Greko-Shqiptare e Tregetise dheDhoma Gjermano - Shqipta-re e Tregetise. Ne mirëpre-sim krijimin e Dhomës Ita-liane- Shqiptare të tregëtisëpasi sikundër tashme dihet,bizneset italiane janë inve-stitorët kryesore ne Shqipe-ri dhe pikerisht për këtë faktdo ta quaja të vonuar këtëhap. Shtoj këtu se Italiaështë dhe partneri kryesorekonomik i Shqipërisë nëshkëmbimin e mallrave dhefqinji ynë strategjik.

Cili eshte roli I UCCIAL?

Ne organizojme shume ak-tivitete por kryesisht per-

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qendrohemi ne pershtatjene legjislacionit me intereste biznesit dhe në këtëdrejtim do të thoja që kemiarritur shumë. Do të për-mend këtu marreveshjen ebërë me Zyrën e Rregjistri-mit e Pasurive, pas së cilësu arrit të formalizoheshinmbi 700 milion euro pasuritë patundeshme; dyqanedhe apartamente, pjesa mëe madhe e të cilave ndodhe-shin në Tiranë dhe Durrës.Ne fund te vitit 2008 paspërpjekjeve të UCCIAL u ar-rit që regjistrimi i pu-nonjesve tek bizneset tebehet online. Gjatë kësajkohe kemi punuar për ligjin“Mbi Zejtarinë” dhe po pu-nojme për ligjin mbi proku-rimet publike me qëlliminper te pakesuar numrin edokumentave per pjesëmar-rjen në këto prokurime.Jemi duke punuar për ngri-tjen e Zyres per Mbrojtjen eBiznesit me qëllim përfaqë-simin e biznesit ndaj proble-meve me zyrat e shtetit si-pas problemeve që atamund të përballin.

Si e gjykoni tregun shqiptar?

Ekonomia e Shqipërisëështë në zhvillim dhe shu-

më dinamike, çka e tregondhe ndikimi I dobet qe patimbi të kriza globale. Gjatekesaj kohe kane hyrëprograme moderne në siste-min e taksave dhe atë të do-ganave, por ajo qe e ben meinteresante Shqipërine,ështe pozicioni i saj në ra-port me shtete të tilla si Malii Zi, Kosova, Maqedonia, kugjuha shqipe flitet në mëshumë se 70 për qind të po-pullësive të ketyre katervendeve te marra sëbashku.Edhe distanca midis vende-ve tashmë është shkurtuar,kjo falë investimeve ne in-frastruktuen rrugore të bërënë Shqiperi gjate viteve tefundit. Tani distanca kohoremidis Tiranës edhe Podgori-cës është disi më shumë se2 orë, ndërsa Tiranë -Prishtinë apo Shkup; ështëdiku midis 3 apo 4 orëve. Praçdo investim i kryer në Shqi-përi është i vlefshëm për njëtreg më të gjërë dhe më për-fshirës.Romaket e kane njohur mireBallkanin, pritet ta njohinitalianet.

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TIRANA NE RRUGEN DREJTLIBERALIZIMIT TEVIZAVE

Kontributi i Konsolles italianenë Tiranë, dot. Jessica Laganà

Më 16 korrik, gjatë një konfe-rence shtypi të gjallë në Bruksel,Komisioneri Europian për Zgjeri-min, Olli Rehn, si dhe ai i drejtë-sisë, lirisë dhe sigurisë, Barrot,bënë publik propozimin e Komi-sionit Europian për liberalizimine vizave Shengen për qytetarëte Maqedonisë, Serbisë dhe Malittë Zi. Lajmi, për të gjithë i papritur, u prit me një keqardhjenga ana e Vendeve të përjashtua-ra: Shqiperia dhe Bosnja, qëedhe pse të përfshira që nga viti2008 në dialogun për liberalizi-min e vizave nuk kanë permbu-shur akoma, sipas Komisionit,kushtet e parashikuara në tëashtu quajturen “hartë rrugore”për liberalizimin e vizave, që për-fshin katër aspektet prioritare:sigurinë e dokumenteve tëudhëtimit, menaxhimin e kufijvedhe politikën e migracionit, luf-ta kundër krimit të organizuardhe korrupsionit si dhembrojtjen e pakicave dhe tëdrejtave themelore të njeriut.

Propozimi i Komisionit për shfuqi-zimin e vizave Shegen për qyte-tarët e Serbisë, Malit të Zi, Maqe-donisë, për miratimin e të cilit,në çdo rast fjalën e fundit e kaKeshilli i Ministrave të Brendshëmtë 27 shteteve anëtare të BE-sëkëtë vjeshtë, është pa dyshim njëtjetër hap i rëndësishëm histo-rik, edhe pse disa vende të Bal-lkanit Perëndimor për momen-

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tin nuk përfitojnë. Eshtë njërezultat i prekshëm, që shpërblenato Vende që janë përpara me re-format, dhe në të njejtën kohëka meritë se hedh - për Vendet epërjashtuara - perspektivën eu-ropiane të Ballkanit, dhjetë vjetpas fillimit të procesit të Stabili-zim-Asocimit. Kjo është perspek-tiva e integrimit evropian, që dotë thotë të lëvizësh lirisht brendaBE-së, për të mbajtur gjallëfrymën reformiste dhe moder-nizuese të Qeverive të Rajonit dhepredispozitën e pranimit nga anae publikut lokal të pikëpamjevepro-evropiane.Liberalizimi i propozuar nga Ko-misioni bëhet më i rëndësishëmnëse konsiderohet fakti se në këtëfushë në përgjithësi, shtetet eveçanta anëtare të BE-së, udhëhi-qen nga logjika e rendit dhe si-gurisë publike, shpesh duken mëpak të gatëshme për të bërë lëshi-me dhe janë të vëmendshëm kun-drejt dëshirave të elektoratit tëtyre. Element tjetër i rëndësishëmpër t’u marrë parasysh është sepropozimi i Komisionit ka njënatyrë kryesisht teknike dhe ështëi bazuar në monitorimin e kujde-shëm (bëhet përmes misionevenë terren) të avancimit të refor-mave në sektorët e “road map”.Kjo do të thotë se – siç u shprehëndhe komisioneret Barrot dhe OlliRehn në një konferencë shtypi me

16 korrik të vitit të kaluar - çdoVend, i përjashtuar tani do të ri-vleresohet në muajt e ardhshëmbazuar në rezultatet e arritura dhemë tej mund të marre vizën wai-ver.Shpallja e propozimit të Komi-sionit për heqjen e vizave Shen-gen për Serbinë, Malin e Zi dheMaqedoninë erdhi disa javë parambajtjes së zgjedhjeve në Shqi-peri. Gjatë fushatës, çështja e li-beralizimit të vizave dhe ajo mëe përgjithshmja për pranimin nëBE, ishte shpesh e pranishme nëdiskutimet e lidereve politik,nëposterat me imazhin e pasa-portave të reja biometrike dheshrehja “Në Europë pa viza”, apome parrulla të tilla si “Pas NATO-s në BE”. Kush e njeh Shqipërinëe di se çfarë rëndësie ka kjo temëpër të gjithë popullsinë, të cilëtvuajtën për dekada - për shkaktë diktaturës së Enver Hoxhës -një mbyllje gati të plotë mejashtë dhe tani duhet të përbal-len me vështirësitë dhe kufizimete vendosura nga “Shengen wall”.Autoritetet shqiptare me shumëmençuri nuk e kundërshtuan pro-pozimin e Komisionit, përkun-drazi shprehen një përkrahjeduke njohur se objektivisht treVendet të cilët do të përfitojnënga kjo marrëveshje, janë aktua-lisht përpara në zbatimin e udhë-zimeve të “road map”. Tashmë i

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Jessica LaganàLindur në Romë më 4 /07/1975, e martuar. E diplomuar nëShkenca Politike pranë Universitetit “La Sapienza” tëRomës. I futet karrierës diplomatike nga viti 2001. Shër-beu në Ministrinë e Jashtme pranë Drejtorisë së Përgjithsh-me për Mesdheun dhe Lindjen e Mesme. Nga 1 shtator 2004punoi në Konsullatën e Përgjithshme të Italisë në Shën Petër-sburg, me detyrën e Konsulles. Në 16 korrik 2007 emërohetpranë Ambasadën Italiane në Tiranë si Sekretare e Parë medetyrë Përgjegjëse e Zyrës Konsullore. Që nga viti 2008emërohet nga Ambasadori D’Elia të ndjek procesin e afrimittë Shqipërisë në BE, në veçanti procesin e liberalizimin tëvizave. Në muajt e ardhshëm do të transferohet në Misionine Përhershëm të Italisë pranë Organizateës për Bashkëpu-nim Ekonomik dhe Zhvillim (OECD) me seli në Paris.

takon Qeverisë së re të vazhdojëpërfundimin e reformave, nëmënyrë që kontrollet e ardhësh-me (që do të nisin nga tetori iardhshëm) mund të japin një ra-port të progresit në rrugën e li-beralizimit. Siç ështëe theksuar nëmënyrë të përsëritur nga Komi-sioni, bëhet fjalë kryesisht për:përfundimin e procesit të lëshi-mit të pasaportave biometrike përpopullsinë; forcimin e kontrolle-ve kufitare dhe përfundimin e li-dhjes së të gjitha pikave kufitareme sistemin operativ për regji-strimin e levizjeve në hyrje dhenë dalje; nxitja e mëtejshme eluftës kundër krimit të organizuar(veçanërisht trafikut të drogës)dhe korrupsionit që mbeten njëproblem edhe pse perceptimi ifenomenit është duke u përmi-

rësuar; më në përgjithësi, vazhdi-min e procesit për forcimin eshtetit të së drejtës. Sigurisht janëobjektiva ambicioze, për përm-bushjen e të cilave Shqipëriamund të mbështetet mbibashkëpunimin e partnerëvendërkombetarë, ndër të cilët nëveçanti mbi Italinë, që e kambështetur gjithmonë perspek-tivën Euro-Atlantike të shqip-tarëve.Por ajo që do të jetë vendimtareështë një shtysë reale përpara evetë Shqipërisë. Eshtë kryesishtQeveria shqiptare e cila duhet tëkëmbëngul në përmbushjen ereformave dhe popullsia lokaleqë duhet të tregojë një sjellje tëvirtytshme dhe duhet të an-gazhohet për të arritur qëllimine liberalizimit tashmë të nisur,

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koha dhe realizimi i të cilës mbe-tet në duart e tyre. Ndërkohëpopullsia shqiptare dhe përfaqë-sitë diplomatike të BE-së po mer-ren me zbatimin e MarrëveshjesKE-Shqipëri për lehtësimin elëshimit të vizave për qëndrimetë shkurtra (maksimumi 90 ditëpër semester) për disa kategoritë veçanta përdoruesish. Hyrja nëfuqi e kësaj Marreveshjeje, me 1janar 2008, u shoqërua me njërritje të kerkesave për viza dheka ngritur shpresa të medha nëgjithë opinionin lokal. Futja emasave të lehtësimit ka sjellë padyshim përfitime të prekshme përpopullsinë shqiptare, siç tregojnënë përgjithësi: rritja e numrit tëpërgjithshëm të vizave Shengentë lëshuara; përjashtimi nga pa-gesa e detyrimeve konsullore përdisa kategori të lehtësuara ngaMarrëveshja; rritje e numrit të vi-zave shumë-hyrje të lëshuara.Marrëveshja, në fakt është më seshumti “kozmetike”: i referohetnë të vërtetë normativës Shen-gen dhe kombëtare përsa ipërket trajtimit të elementevethelbësore që ndikojnë në pre-zantimin e një kerkese (demon-strimi i mjeteve të jetesës, prakontrolli i pozitës socio-ekonomik

të aplikuesit; arsyet dhe formate masës së mohimit të vizës, etj).Ndoshta mungesa e informacio-nit mbi këto çështje ka bërë qëpopullsia shqiptare të ketë ke-qkuptuar termin “lehtësira” me“liberalizim” të vizave Shengen,dhe më pas me “lëvizjen e lirë”të qytetarëve shqiptarë në Bashki-min Europian. Bëhet fjalë për njëmarrëveshje, e cila nëe një afatmë të gjatë nuk mund të ecë metë njejtin ritëm me kërkesat emëdha të popullsisë. Nga anatjëter ndikojnë dhe një serë fak-torësh që përfaqësitë e BE-së bal-lafaqohen neë Shqipëri, si: dorë-zimi i dokumenteve të fallsifikua-ra, rastet e falsifikimeve ideolo-gjike, paqartësia në lidhje meqëllimin e vërtete të udhëtimit,etj. Angazhimi i rrjetit konsulloritalian në Shqipëri për të zbatuarMarrëveshjen KE-Shqipëri, duketheksuar aspektet pozitive përpopullsinë ka qenë maksimal,duke ju shtuar rolit tradicionalreferues të ushtruar nga Zyrattona për popullsinë shqiptare.Zyrat tona konsullore në Shko-dër, Vlorë dhe Tiranë në vitin2008 regjistruan një rritje të nu-mrit të aplikimeve për viza nëkrahasim me përfaqësitë e tjera

Tabela a. Konsullata Tiranë. Totali i Vizave Shengen të lëshuara

2006 2007 2008

14.261 17.118 18.522

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Tabella b. Konsullata Tiranë. Totali i Vizave Shengen shumë-hyrje të lëshura

2006 2007 2008

5.975 7.916 9.429

teë BE-së, duke e ngjitur Italinënë vendin e parë për numrin mëtë madh teë vizave shengen tëlëshuara për qytetarët shqiptarë(në vitin 2008: 33.898, me njërritje prej 12% krahasuar me2007).Siç tregohet në Tabelën a) që ireferohet vetëm Konsullatës në

Tiranë, lëshimi i vizave Shengenështë rritur me rreth 30% ngaviti 2006-2008. Në të njejtënperiudhe, kemi shënuar një rri-tje në lëshimin e vizave Shen-gen shumë-hyrje në rreth 58%,siç tregohet në tabelën B).Parahyrjes në fuqi të MarrëveshjesKE-Shqipëri mbi lehtesimin,Shqipëria dhe Italia ishin të li-dhura nga një marrëveshjedypalëshe për lëshimin e vizavedy vjecare për personalitet estrukturave institucionale dhe biz-nesit, të diktura nga Ministria eJashtme shqiptare, në kuadër tënjë kuote të vendosur nga palaitaliane. Duhet të theksohet seme hyrjen në fuqi të Marrëve-shjes KE-Shqipëri, e cila zëven-dëson çdo marrëveshje tëmëparshme dypalëshe, nuk për-fitojnë vetëm institucionet dhe

biznesi nga këto lehtësira poredhe një serë kategorish të tjerasi studentë, profesorë, gazetarë,artistë, etj., duke përforcuar gji-thnjë e më tepër lidhjen e fortëmidis shoqërive civile.Tendenca vazhdon të jetë në rri-tje, pavarësisht nga rritja e nu-mrit e vizave me shumë-kalime

që teorikisht duhet të ngadalso-nin nevojat e përdoruesve. Nështatë muajt e parë të vitit 2009Konsullata ka lëshuar 13% meshumë viza Shengen, në kraha-sim me të njejtën periudhë të vi-tit 2008.Pjesa më e madhe e aktivitetit tëzyrave konsullore italiane ështëe lidhur jo me vizat Shengen tëvlefshme për periudha të shkur-tra, por me lëshimin e vizavekombëtare për punësim, ri-bashkim familjar, studime univer-sitare, të nevojshme për ata qëdëshirojnë të zhvendosen nëVendin tonë.Pas eksodit në fillim të viteve ’90dhe skafeve të këtij dhjetëvjeça-ri, në saje të bashkëpunimitdypalësh, instrumentit të kuota-ve të privilegjuara të hyrjeve përarsye punësimi (paraqitur në vi-

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Tabela c. Konsullata Tiranë. Totali i Vizave Kombëtare teë lëshuara

2006 2007 2008

11.653 31.152 21.024

tin 1998 “dekreti mbi lëvizjen”)dhe zbatimin e Marrëveshjesdypalëshe të ripranimit të nen-shkruar në vitin 1997, emigrimishqiptar drejt Italisë ka qenë iqendrueshëm me nje fluks të rre-gullt, duke u zhvilluar në binarëte ligjshmërisë. Çdo vit dekretimbi lëvizjen i miratuar nga Qe-veria italiane ofron një kuotë tëveçantë të hyrjeve për punësimpër shtetasit shqiptarë, zakonishtqendron në masën 4.500 njësi.Në vitin 2007, kuotës së zakon-shme ju shtua dhe një kuotëplotësuese prej 29.000 hyrjeshpër shtetasit shqiptarë, duke shë-nuar një vit boom në lëshimin evizave kombëtare (shih tabelën C,që i referohet vetëm Konsullatësnë Tiranë). Përveç këtyre kuota-ve, ekzistojnë mundësi shtesë tëlidhura me punën sezonale. Ko-muniteti shqiptar në Itali u tran-sformua brenda disa viteve nganjë burim shqetësimi në një fak-tor që kontribuon në sistemn eko-nomik, fiskal shoqëror të Vendittonë. Bëhet fjalë për komunitetine tretë të huaj në Itali, i karakte-rizuar nga njeë peshë e larte e

femrave dhe të rinjve: femratpërbëjnë 44% të të gjithë komu-nitetit, kryesisht per shkak tëbashkimit familjar, ndërsa fëmijëtjanë gati 25% (të dhënat Caritas2008). Gjithashtu renditet si ko-muniteti i katërt për numrin epronarëve të kompanive si dhetë rinjtë shqiptarë janë të njohurnë mesin e studenteve të huajduke zenë përqindjen meë tëmadhe. Aktualisht, potenciali iemigracionit shqiptar drejt Italisëështë ende mjaft i larteë si përribashkim familjar, si peër ofer-tat e puneës të disponueshmepërmes “dekretit të lëvizjeve”.Nëse e ardhmja e shtetasveshqiptarë është ajo e të udhëtua-rit lirisht në BE për shkak të libe-ralizimit të vizave Shengen, zyratkonsullore italiane në Shqipëri dotë vazhdojnë në çdo rast të jenënjë pikë qendrore referimi, si përata qytetarë shqiptarë që duantë vendosen në Itali ashtu edhepër komunitetin e bashkëkombë-sve të cilët gjithnjë e më tepër idrejtohen Shqipërisë për biznes,për arsye familjare dhe pse jo përturizëm.

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Aktiviteti e Zyrës Arsimore për zgjerimin e mësi-mit të gjuhës Italiane në Shqipëri

“Investim” i dobishëmpër brezat e rinj

Prof. Vito StiglianiDrejtues i Zyrës për Kooperimin Arsimor

Messimi i gjuhes dhe kultures ita-liane ne sistemin shkollor shqip-tar eshte nje nga pikesynimetbaze te hedhura qe nga viti 1999per te forzuar prezencen e siste-mit Italia ne Shqiperi nepermjetdy programeve te vena ne dispo-zicion nga Drejtoria e Pergjithsh-me per Baskepunimin Kulturor teMinistrise se Pune te JashtemeItaliane ate te SeksioneveDygjuhesh dhe Iliria.Keto dy programe ndjekin tash-me objektivin per te arritur njeprezence me te madhe te mesimdhenies te italishtes ne sisteminshkollor publik, qe akoma soteshte ne nje nivel me te ulet kun-drejt mardhenieve dhe raporte-ve ekonomike e kulturore midisItalise dhe Shqiperise dhe pe-rhapjes se gjera qe ka gjuha efolur italiane.

Seksionet dy gjuheshe

Seksionet Dygjuhesh italo –

shqiptare jane lice me drejtim“shoqeror” dhe kane nje plan stu-dimi te ngjashem me shkollat emesme “te pergjithshme” neShqiperi, por me ndryshimin seduke filluar nga viti i dyte 50% elendeve zhvillohen ne gjuhen ita-liane. Ne Seksionin italo – shqip-tar lendet qe zhvillohen negjuhen italiane jane: italishtja,matematika, fizika, informatika,biologjia, historia dhe historia eartit. Lendet e tjera zhvillohen negjuhen shqipe. Ne kete faze teriformimit te sistemit shkollorshqiptar seksionet dygjuhesh pondjekin rrugen e kalimit nga or-ganizimi i vjeter ne ate te riun.Po vihet ne jete reduktimi ngapese vjete te Shkolles se Mesmete Pergjithshme sipas organizi-mit e vjeter ne tre vjete sic pa-rashikohet me organizimin e rite Shkolleve te Mesme te Pergji-thshme mbas mbarimit te Shkol-les 9 vjecare. Paralelisht megjuhen italiane nxenesit mesoj-

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ne si gjuhe te dyte anglishten. NeSeksionet Dygjuhesh japin mesimsi mesues italiane ashtu edhemesues shqiptare. Keta te funditjapin mesim te gjuhes italiane olende ne gjuhen italiane dhe pre-gatitja e tyre profesionale sigu-rohet nga Ambasada Italiane meane te kurseve ne Itali e Shqipe-ri. Mesim dhenia e italishtes dhee lendeve te tjera ne gjuhen ita-liane kryhet ne grupe. Ne provi-met e Matures Shteterore komi-sioni perbehet nga mesues italia-ne e shqiptare dhe perfaqesueste Ministrise se Puneve te Jasht-me te Italise. Ne perfundim te stu-dimeve eshte parashikuar nje Di-plome dhe nje certificate e vecan-te nga Ambasada Italiane ne Ti-rane dhe nxenesit mund tevazhdojne studimet universitaresi ne Shqiperi ashtu edhe ne Ita-li. Shkollat italiane te cdo lloji eniveli, edhe ato jashte vendit, pa-raqesin me ane te nje dokumentidrejtimet kryesore te formimitaresimor P.O.F. Programi aresi-mor. Ai eshte, ne kontestin shqip-tar, karta e identitetit te Seksio-neve Dygjuhesh dhe iu paraqetnxenesve dhe prinderve jo vetemplanin arsimor dhe organizimindidaktik, por dhe aktivitetet shte-se dhe nderhyrjet ne lemin e kur-rikulave dhe extra kurrikulave nedrejtim te permiresimit te kuali-tetit te programit aresimor.

Programi Iliria

Programi Iliria qe ka nisur ne vi-tin 2002 ne klasat e treta teshkollave fillore dhe ne klasat epara te shkollave te mesmeteshperndara ne 19 Drejtori Arsi-more Rajonale, ka si qellim teperhape mesimin e gjuhes ita-liane si gjuhe te huaj te pare.Programi synon qe te arrije nekuoten 10% te nxenesve qe stu-diojne gjuhe te huaj brenda vitit2010. Ne vitin shkollor 2008/2009 mesimi i gjuhes italianezhvillohet ne 19 Rajone, qe kane38 shkolla fillore dhe 24 te me-sme dhe 91 mesues e rreth21.000 nxenes. Zyra e Shkolla-ve te Ambasades ne bashkepu-nim me MASH organizon formi-min e mesuesve shqiptar te Pro-grammit Iliria dhe te Seksione-ve Dygjuhesh me kurse mefrekuentim te detyruar dhe mekurse ne distance on – line dukefilluar nga viti 2009.Gjuha italiane si gjuhe e huaj edyte LS L2 ne shkollat shqipta-re: Zyra e Shkollave ndjek zhvil-l imet e mesimedhenies teGjuhes Italiane si gjuhe e huaj edyte ne te gjtha shkollat shqip-tare. Mesimi i Gjuhes Italiane siLS L2 eshte vene ne praktike jovetem ne gjimnaze por edhe neshkollat e mesme me profil tek-niko – profesional.

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EKONOMIA

2003 2004 2005 2006 2007 2008P.B.B (rritja %) 6 6 5,5 5 6 6 (a)P.B.B (në mln $) 5.600 7.452 8.382 9.136 10.300 13.300Të ardh.pro-capite $ 1.806 2.329 2.619 2.855 3.465 4.700 (?)Niveli i inflacionit 3,3 2,2 2,0 2,5 2,9 3,4Bilanci Tregtar -1.243 -1.276 -1.476 -1.659 -2.140 -2.648 (b)Importi (mln. •) 1.638 1.762 2.006 2.289 2.890 3.562Esporti (mln. •) 395 485 530 630 786 914Transfertat (mln. •) 782 1.028 939 933 957 623 (c)I.D.E. (mln. •) 158 278 224 260 477 380 (e)Niveli i papunësisë 15,0 14,6 14,2 13,8 13,2 13% Deficiti bilancit/PBB 4,8 5,1 3,6 3,3 3,4 5,2(f)

Të dhënat nga: (a) FMN vlersim; (b) INSTAT; (c) Banka e Shqipërisë (jan-shtat; (d) Min. Punës; (e)jan-nen; (f) Banka Shqipërisë vlerësim

Kuadri ekonomik dheprirja e tregtisëShqipëria eshte tashme prejkohësh ne Organizatën Botëroretë Tregtisë, gje qe ka lejuar njëgaranci ne mardhenjet tregtarepër të gjithë, si per shqiptarët dhetë huajt. Për më tepër, investi-torët mund të përfitojnë ngalehtesirat fiskale mbi eksportet nëkontekstin e tregut evropian edhenë sajë të një marrëveshje të nën-shkruar mes Bashkimit Evropiandhe Shqipërisë, e cila gjithashtulehtëson importimin e mallravenga BE. Për më tepër Shqipëriaështë pjesë e një zone të madhe

të tregtisë së lirë me vendetfqinje, Kroacia, Maqedonia, Malii Zi, Serbi dhe Bosnjë, përveçmarrëveshjes se fundit me Tur-qinë mbi tregtinë e lirë te shkem-bimit te mallrave midis dy ven-deve. Lajme të rëndësishme përinvestitorët e ardheshem italianëqë duan të zgjerojne rrezen emarrëdhënieve të biznesit meShqipërinë. Shqipëria me fjalë tëtjera po i afrohet gjithnje e meshume harmonizimit që do t’isjellë këtij vendi anëtarësimin nëBE. Ka ende disa probleme për

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Përditësimi Shqiptar

IMPORTI SHQIPTAR2007-2008 (% mbi totalin)

  2007% 2008%Italia 26,78 26,54Greqia 14,78 14,67Turqia 7,30 5,99Kina 6,68 7,47Gjermania 5,51 6,09Rusia 4,09 4,36Svicera 4,88 3,96

EXPORT I SHQIPTAR2007- 2008 (% mbi totalin)

  2007% 2008%Italia 68,07 61,83Greqia 8,33 8,80Turqia 2,26 1,92Kina 2,57 2,77Gjermania 2,44 2,68Rusia 0,26 1,08Maqedonia 2,26 2,87

të zgjidhur në këtë drejtim dhepër një kuptim më të plotë tëgjërave që Shqipëria duhet teperballoje e zgjidhe ,gje per tecilen ndihmon vezhgimi periodiki kryer nga Zyra e Tregtisë neAmbasaden italiane dhe Zyra eICE në Tiranë me të cilën AIIOAeshte vazhdimisht ne marrëdhë-nie bashkepunimi.Situata shqiptare shenon akomanje realitet interesant ne veshtri-min e pergjithshem ekonomiko-financiar, pavarësisht nga periu-dha e vështirë që ka mbizotëruarnë të gjithë botën dhe që nëmënyrë të pashmangshme kakaluar në Shqipëri. Në vitin 2008GDP-ja arriti një shifër prej rreth8,5 miliard EUR, me një rritjeprej rreth 6% në krahasim me2007, ndërsa Fondi MonetarNdërkombëtar i jep vendit per2009 rritjen vjetore të GDP-sëderi +3,7%, që është ende njëshenje pozitiv. Duke pasur pa-

rasysh këto vlerësimeve, normae inflacionit eshte stabilizuar nga3,4% në vitin 2008, ne ne me-sataren 3% për vitin 2009.Ndërsa shkalla e papunësisë ështërreth 13% të regjistruar nëzyrat e punësimit që paraqesinshifra absolute në rënie, megji-thëse të vogël, në vitin 2008krahasuar me vitin e mëparshëm(nga 142.821 në 141.495 sipasburimeve të Zyrës ICE të Ti-ranës).Kërkesa për njohjen si Dhomaitaliane e Tregtisë në Shqipëriështë një moment i rritjes nëkuptimin e “bërjes se ekipit” ngaana e gjithë komunitetit italiannë këtë vend, si dëshmitarë nediskutime te ndryshme te ftua-rane në këtë AIIOA “të veçantë”të Revistes “Perditesimi Shqiptar”,duke filluar nga intervista e DrRaffaella Valentini, Drejtuese eZyres Tragtare të Ambasadëstonë.

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Dokt. Raffaella Valentini, Përgjegjëse eZyrës Ekonomike te Ambasadës Italiane

Mbështetje e plotë përkërkesën e AIIOA përDhomën e Tregtisë Italiane nëShqipëri

Pyetje) Dr Valentini,cili eshte bilanci i vi-tit tuaj të parë nëkreun e ZyresTregtare te Ambasa-dës së Italisë në Ti-ranë?Pergjigje) Absolu-tisht pozitiv. Qëprej ardhjes simenë Tiranë, në majtë vitit 2008, kampasur mundësipër t’u përballurme nje realitetekonomik shumë dinamik ekompleks, të karakterizuarnga një prani konstante ekonsoliduar e biznesit ita-lian, potenciale qe premtoj-ne të rriten.Në vitin e kaluar, në veçan-ti, kemi parë një rritje tëdukshme të interesit tebotës se biznesit italian nëdrejtim të tregut shqiptar.

Interes që ka rezultuar jovetëm në pjesëmarrjen nëtendera të drejtuara nga qe-veria shqiptare në zonat stra-tegjike të zhvillimit të ven-dit, edhe në veprime konkre-te investuese e në kontaktetë shumta me strukturat eSportelit Unik për Ndërmar-rjet nga Ambasada Italine,qe siç shihet permblidhet ne

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Përditësimi Shqiptar

Seksionin Tregtar te Amba-sadës me Zyrën e ICE. Arsyetpër një vëmendje të tillë tëmadhe nga ana e kompani-ve italiane per realitetinshqiptar janë të shumta.Nga njëra anë performancae shkëlqyer ne rritje e regji-struar nga Shqipëria nëdekadën e fundit (me ritmete rritjes së GDP-së mbi 6%në vit, ndër më të larta nëBallkan), nga ana tjeterafërsia gjeografike dhe li-dhjet tradicionale historike,kulturore dhe ekonomikemidis dy vendeve tona që ilejojnë Italise të vazhdojë evendosur të mbajë pozitëne saj si partneri i paretregtar me Shqipërinë(shkëmbimi gjithsej në vitin2008 ka tejkaluar gjysmëmiliardë euro) dhe të kre-nohet per numrin më të lar-të te firmave me investimekapitale të përfshira në shu-më fusha, nga prodhues tëndërtimit, tekstilet, shërbi-met, deri tek telekomunika-cioni dhe prodhimi i ener-gjisë nga burime të ndrysh-me (uji, era, biomasa, gazinatyror). Natyrisht, si ZyreKomerciale, ne kemi punuaredhe për të ndihmuar kom-panitë italiane të përfshiranë proceset gjyqësore dhe

për të këshilluar operatorëttanë qe te përballen me njëtreg, ku, përveç mundësivete shumta si kjo, ekzistojneakoma aspekte problema-tike e te rrezikshme ne li-dhje me fazen e tranzicioninqë po kalon vendi.Pyetje) Ne cilen menyre ZyraTregtare e Ambasadës ndihmonkompanitë italiane në Shqipëri?Pergjigje) Zyra Tregtare eAmbasadës në Tiranë ështënjë nga më të mëdhate dhemë të artikuluarat në të gji-thë rrjetin diplomatik italian,duke konfirmuar rëndësinë edhënë nga vendi ynë përzhvillimin e marrëdhënieveekonomiko-tregtare midisItalisë dhe Shqipërisë.Tematika ekonomiko-tregtare pasohet, për veterrethanat e saj,te kompe-tencave, edhe me përfshi-rjen e konsullatave te Shko-dres dhe Vlores. Aktivitetiynë zhvillohet kryesishtnëpërmjet asistences përkompanitë në marrëdhënietme institucionet shqiptareqendrore dhe lokale. Veça-nerisht janë te shpeshta,natyrisht, kontaktet tona meministritë e ndryshme tek-nike (para se gjithash meMinistrine e Ekonomisë dheEnergjetikës dhe Ministria e

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Raffaella Valentini Lindur në Romë më 28.10.75. Diplomuar në shkencat poli-tike në Universitetin e Romës “La Sapienza”. Diploma eSpecializuar në “E drejta dhe Ekonomia e Komuniteteve Eu-ropiane “ të arritur në Shkollën e Specializimit te Fakulte-tit Ekonomik e Tregtar ne Universitetin “La Sapienza”tëRomës. Ne karrierë diplomatike prej vitit 2003. Sekretaree Legatës në Drejtorinë e Përgjithshme për Zhvillim dheBashkëpunim (Zyra. III, përgjegjëse për Ballkanin, Me-sdheun dhe Lindjen e Mesme) nga 29.09.2004 deri në15.05.2008. Shefe e Zyres Tregtare të Ambasadës së Ita-lisë në Tiranë që nga 15.05.2008.

Puneve Publike Transportitdhe Telekomunikacion), meDhomat e Tregtise,me Kon-federaten Industriale teShqipërisë, me Banken eShqipërisë dhe me Bashkitee Durrësit dhe Tiranës. Negjithashtu japim informacionmbi tregun shqiptar (nëndërlidhje të ngushtë meICE), duke u përpjekur përtë nxitur kontaktet midisoperatoreve të ndryshemitalianëve që punojnë këtu,qe janë firma të vogla biz-nesi të pranishëm prej vite-sh në kete vend ose grupeindustriale te permasave tëmëdha e të mesme qe nedyvjeçarin e fundit, nëveçanti, kane zgjedhur Shqi-përinë te tërhequr nga per-spektiva që shpaloset nësektorin e energjisë dhe teinfrastrukturës dhe nga pri-

rja natyrore e vendit si njëplatformë për prodhimin emallrave dhe shërbimeve teofruara per destinacion netregun e madh të Ballkanitdhe të Europes Lindore. ZyraTregtare, në këtë kuptim,kërkon pra të përfaqësojëpiken e takimit dhe lidhjesnë mes investitorëve italianqe operojne këtu, me qëllimpër të kontribuar në zhvilli-min e sinergjive brenda si-stemit italian.Ne kete detyrë një kontributi rëndësishëm vjen ngabashkëpunimi tashmë i kon-soliduar qe ne kemi me Sho-qaten e Sipërmarrësve Ita-liane që Operojnë në Shqi-përi (AIIOA).Ky realitet i shoqatës, the-meluar në vitin 1996, ështëne fakt një pikë referimi përkomunitetin e biznesit ita-

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Përditësimi Shqiptar

lian në Shqipëri, duke kon-tribuar bashkë me struktu-rat e ambasadës ne siguri-min e nje ndihme te kuali-fikuar për investitorët ita-lianë qe jane të interesuarpër të punuar në këtë treg.Për këtë arsye si ZyreTregtare jemi duke mbe-shtetur plotësisht inisiativene AIIOA të fitojnë njohjen siDhoma Italiane e Tregtisënë Shqipëri, me bindjen serritja gjithnjë e shume emarrëdhënieve ekonomiko-tregtare midis Italisë dheShqipërisë do të beje mëshumë se kurrë te nevojsh-me krijimin e një mbeshtetjete re e te rendesishme insti-tucionale qe do të ndihmojëpër rritjen e pranisë ekono-mike italiane në këtë vend.Pyetje) Çfarë objektivash keni përvitin e ardhshëm?Pergjigje) Me siguri do te kemishume per te bere. Pasi tekrijohet qeveria në vjeshtë,ne do ti kthehemi ndihmesper nje numer te madh ope-ratoresh ekonomik qe do tëvijnë në Tiranë për të thel-luar mundësinë e realizimitte iniciativave të mëdha nëdisa sektorë: të bujqësisë,turizmit, infrastrukturës.Perveç te tjerave do tëvazhdojmë të ndjekim kom-

panite italiane që do te mar-rin pjesë në tenderat e or-ganizuar nga qeveria shqip-tare në sektorin e energjisënë vepra të mëdha dhe nëfusha të tjera prioritare përzhvillimin e vendit. Ngamuaji shtator do te ngremenjë strukturë të veçantëbrenda Zyrës kushtuarçështjes së financimeve tëBashkimit Europian për tu si-guruar kompanive italianendihmë dhe informacion mbimundësitë e ofruara ngafondet e IPA.Gjithashtu kam ndërmend tëvazhdojë edhe projektintashmë te filluar në muajt efundit për krijimin e njepamje te qarte te Zyrësduke rifilluar vizitat ne kom-panitë italiane dhe shqipta-re që operojnë midis Tiranësdhe Durrësit.Do te organizohen gji-thashtu disa takime ku do tëmarrin pjesë si Sporteli Unik,para së gjithash, në mënyrëtë përkohshme, edicioni inëntë i Fiera del Levante nëShqipëri, që do të mbahet ne14-17 tetorin e ardhshëmdhe qe kete vit do të marrënjë pamje të re në krahasimme edicionet e kaluara dhedo ti kushtohet temës se“Biznesit Ekologjik”.

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“Kushte e mundësi interesan-te për investitorët e rinj tëhuaj në Shqipëri”Përshtypje nga doktor Stefano Farabbi,A.D. i Intesa Sanpaolo Bank Albanianga janari 2009. Një bekim për Dhomën eTregtisë Italiane në Shqipëri

Ne fillim te vitit 2009 z.StefanoFarabbi u  emerua  Drejtor i Per-gjithshem i Intesa Sanpaolo BankAlbania, banka e dyte ne vend,pozicion ky i konfirmuar edhenga rezultatet e semestrit te parete 2009 qe paraqesin nje situatete shendetshme me perspektivagjithnje e me ne rritje.

“Ne fakt - shprehet dokt. Farab-bi – verej me kenaqesi se nekete periudhe frika e klien-teles shqiptare, e cila u shfaqgjate ketij viti nepermjetterheqjes se kursimeve  ngabankat, po zhduket dhe nepo i rikthehemi proceduravete depozitave ne banka. Kjoedhe fale - vazhdon DPE z. Fa-rabbi - rolit te rendesishemqe pati  Banka e Shqiperisene menaxhimin e situates fi-nanciare shqiptare ne kulmine krizes boterore te sistemit,me nje vizion pozitiv te ten-dencave ne Shqiperi, dukembajtur nje strukture teqendrueshme te aseteve  fi-nanciare ne pergjithesi,  ne-permjet  mbrojtjes po aq temire te monedhes ne  LEK”.E pyetem Drejtorin e Pergji-thshem te Intesa Sanpaolo BankAlbania  per pershtypjet e tij rreth

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Përditësimi Shqiptar

Shqiperise.“Gjeta  nje vend me te mirenga ai qe prisja  dhe tendryshem nga ajo cfare men-dohet per Shqiperine ne Italiapo ne Europe ne pergjithe-si. Pata rastin te vleresojdeshiren e shqiptareve perti kapercyer veshtiresite mevetedijen, te shprehur apojo, qe kane akoma shumerruge per te bere.Gjate viteve te kaluara  biz-nesi italian  ka qene i inte-resuar ndaj vendeve tendryshme ish - komuniste teEuropes Lindore, duke filluarnga Rumania.Por ne ditet e sotme Ruma-nia po humbet shume ngasharmi i saj duke e detyruarItaline ti drejtoje syte ngavendet e tjera per investime.Kohet e fundit vihet re, ngaana e biznesit, nje fare ku-rioziteti ndaj Shqiperise. Dhena takon pikerisht neve qeta propozojme kete vendnen kendveshtrimet e vetame pozitive dhe interesan-te: nje sistem fiskal  me tak-sa relativisht te uleta dhe menje kosto te fuqise puneto-re  shume me te ulet nekrahasim me  Vendet e tje-ra fqinje ne Ballkan.  Per meteper do shtoja dhe dy  kon-siderata me te pergjithshme,

qe sipas meje luajne  nje rolshume domethenes, siceshte aspekti i gjuhes italia-ne, qe perfaqeson sot persot, ne pjesen me dinamikete Shqiperise, gjuhen L2(Gj2) ne baze te studiuesvete gjuhesise (te gjithe janete afte te kuptojne dhe teflasin ne italisht) dhe afer-sia gjeografike me Italine,perkrah  ndjenjes miqesoreqe shqiptaret ushqejne ndajvendit tone.Parulla e  vjeter  e viteve ’60“Kina eshte afer” fare miremund te ndryshohet ne“Shqiperia eshte afer” (jemivetem nje ore larg me aviondhe nje nate larg me tragetper shkembimin e mallravemes Shqiperise dhe Italise).Sigurisht qe jo cdo gje shkel-qen, ka akoma aspekte ne-gative qe duhen kapercyer:duke filluar nga legjislacio-ni, i cili duhet te ofroje sigu-ri me te larte persa i takontransaksioneve dhe tedrejtes se pronesise, dhe im-plementimi i  nje infrastruk-ture me moderne, ku ne sek-toret e energjitikes dhe rru-geve se fundmi  po jepenpergjigje me shpresedhene-se  per te ardhmen.Sipas mendimit tim, duhetperqendruar vemendja tek

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Përditësimi Shqiptar

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Stefano FarabbiLigji Diplomë. E ka zhvilluar gjithe karrieren e tij ne Itali,ne kuadrin e sistemit te Arkave te Kursimit-Casse di Rispar-mio (fillimisht Cassa di Risparmio Perugia pastaj CariploCasse di Risparmio te Provincave Lombarde) ku ka marrepjese ne menyre aktive per rritjen e ndjeshme te dy banka-ve te Grupit. Gjate karrieres se tij ka mbuluar detyra tendryshme brenda sektoreve te struktures bankare: siDrejtor Filiali, qe e cila e ka ndihmuar ndjeshem ne relacio-nimin me llojet e ndryshme te klienteles, ose Zv/Drejtor iPergjithshem i Cassa di Risparmio Perugia, banka e tij epare. Per te vazhduar me tej  me emerimin si Drejtor i Per-gjithshem i Cassa di Risparmio e Citta’ di Castello, ku netre vjet e ndryshoi krejtesisht situaten jo pozitive te bankesduke e kthyer ne nje sukses te vertete, gje kjo e cila ku-shtezoi emerimin e tij te metejshem  si Drejtor i Pergji-thshem i Cassa di Risparmio di Rieti, banke solide, por sta-tike, qe nen drejtimin e z. Farabbi njohu nje situate te redinamike duke patur nje trend pozitiv me tre bilance rekordradhazi. Duke u nisur nga keto rezulatate mese te kenaqsh-me, lindi  propozimi per nje eksperience te re jashte ven-dit, me detyren e Drejtorit te Pergjithshem te Intesa Sanpa-olo Bank Albania qe nga janari 2009.

dy sektore qe paraqesin mundesi te medha persa itakon nje zhvillimi te verte-te dhe afatgjate: riaftesimi i bujqesise  dhe shtimi i pro-dhimtarise ne  kete sektorne menyre qe te menja-nohen importet dhe , mbi tegjitha,  perkujdesja me elarte ndaj sektorit te turiz-mit. Rivleresimi i turizmit nepermjet politikave nder-tuese qe respektojne  pei-sazhin dhe ambientin (sotpsh, shume zona te bukura

bregdetare jane  te shper-fytyruara  nga mbeturina  tecfaredo lloji, te hedhura saandej-ketej), nje turizem irivleresuar  mund te jete njefaktor themeltar persa itakon ngritjes ekonomike tevendit dhe integrimit sa mete shpejte ne Europen eBashkuar “.Dokt.Farabbi, nje koment  teshpejte ne lidhje me kerkesen eA.I.I.O.A per njohjen si DhomaItaliane e Tregetise ne Shqiperi.“Une bej pjese tek Keshilli

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Pozicionimi ne treg - Shifra ne 31.03.09

Burimi: Shoqata Shqiptare e Bankave

Drejtues i Shoqates se Siper-marresve  Italiane  qe Ve-projne ne Shqiperi   dhembeshtes plotesisht vendi-min nepermjet te cilit  C.Dka formalizuar kete kerke-se. E konsideroj kete njohje,e cila shpresoj te ndodhebrenda kohes me te shkur-ter te mundur, si nje leve terendesishme per zhvillimin e marredhenieve italo-shqiptare ne sektorin eko-nomiko-tregetar.Kjo jo vetem per bizneset

tashme te stabilizuara nevend ose per bizneset shqip-tare qe operojne tashme neItali, por kryesisht si nje pikereferimi qe e paraqet Dho-men Italiane te Tregetise neShqiperi (C.C.I.A) si nje ku-sht te domosdoshem  sigu-rie  per investitoret e rinjitaliane ne Shqiperi dheakoma me shume per  su-bjektet e reja shqiptare qe vendosin marredhenie eko-nomike - tregetare me Ita-line”.

Aktivet

LEK 113.9 miliard

Depozitat

LEK 92.1 miliard

Kreditë

LEK 48.2 miliard

Kapitali aksioner

LEK 9.7 miliard

Nr. i punonjësve

515

Degët

39

Loans

Deposits

Assets

Renditja në treg

11.6%

14.6%

13.8%

32

3

2

Përqindja në treg

11.6%

14.6%

13.8%

Shifra kryesore ne 31.03.09

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“Inisiativë e rëndësishme eAIIOA-së për Dhomën eTregtisë Italiane në Shqipëri”

Vlerësime nga doktor Libero Catalano, Drejtor iPërgjithshëm i BIS Banca-Grupi Veneto Banca dhe-President i Shoqatës së Bankave të Shqipërisë

Doktor LiberoCatalano, perme shume se dyvjet, eshte njefigure e rende-sishme e Keshil-lit Drejtues teShoqates se Si-pe rmar resveItaliane qeUshtrojne Akti-vitetin ne Shqiperi (AIIOA), negjirin e te ciles ka zhvilluar gjith-mone nje rol nxites dhe inku-rajues per aktivitetin e AIIOA-s.Qe nga momenti kur ka marrepersiper dhe detyren prestigjozete Kryetarit te Shoqates Shqipta-re te Bankave, eshte gjithnje eme i angazhuar per te realizuarme tej dhe detyren e tij si Drejtori Pergjithshem i Bankes Italianete Zhvillimit (BIS) – Grupi Vene-to Banca.Mbi te gjitha ka dashur te leregjurme me forcen e bindjes dheentuziasmit ne vendimet e AI-

IOA-s per ti kerkuar QeveriseItaliane njohjen e saj si Dhomae Tregtise Italiane ne Shqiperi.Kjo nuk mund te mos ishte pyetjajone e pare:Ptj – Ju keni nenvizuar gjithmo-ne rendesine e nje Dhome TregtieItaliane ne Shqiperi, duke she-nuar nje mbeshtetje te forte ven-dimeve te marra nga KeshilliDrejtues i AIIOA-s per te arriturnjohjen formale dhe zyrtare tesaj si Dhoma e Tregtise Italianene Shqiperi (C.C.I.A.).Prgj - Duke mbuluar detyrene Drejtorit te Pergjithshem

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te disa bankave ne vende tendryshme jashte Italise kampatur rastin te perballemshume here me Dhomat eTregtise Italiane prezentene keto vende, si drejteper-sedrejti me detyrat operati-ve ne brendesi te tyre ashtuedhe jo ne menyre te drejte-perdrejte si nje vezhgues ivemendshem i jashtem.Kam mundur te konstatojveç te tjerash se roli i Dho-mave te tregetise per komu-nitetin sipermarres dhe ra-portet me Entet lokale perzhvillimin ekonomik te ter-ritorit eshte strategjik.“Te besh sistem” ne kohene globalizimit te tregjevebehet nje objektiv stra-tegjik. Edhe dhomat e tregti-se jane thirrur per te vepruarne sinergji me aktoret e tjerelokale, duke zhvilluar endermarre projekte qe per-fshijne subjekte te ndrysh-me te pranishme ne territorme qellim mbeshtetjen e rri-tjen e shoqerise dhe te eko-nomise.Gjithashtu jam i mendimit seeshte vecanerisht e drejteqe Dhoma e Tregetise italia-ne ne Shqiperi, e rendesish-me per te gjitha arsyet e lar-te permendura, te lindi ne-permjet iniciatives te AIIOA-

s e cila ka bere shume perkomunitetin sipermarres nekete Vend dhe jo vetem. Sefundmi konfirmoj angazhi-min tim personal, nese e ne-vojshme, per ti dhene njekontribut krijimit dhe zhvil-limit te ketij institucioni.Ptj. – Doktor Catalano, perveçdetyres tuaj si Drejtor i Pergji-thshem i BIS Bankes, emerimijuaj si Kryetar i Shoqates Shqip-tare te Bankave ju ka dhene njerol te nje prestigji absolut neboten bankare shqiptare, pervecdhenies sigurisht te nje pikpamjeme te gjere, e cila ka rritur mun-desine tuaj per t’u thelluar metej ne problematikat e lidhura mesituaten ekonomiko – finaciare teShqiperise.Prgj – Ekonomia Shqiptareeshte rritur ne menyre teqendrueshme gjate dhjete-vjecarit te fundit. Me njenorme mesatare vjetore prejrreth 6%.Ka perfituar nga reformatekonomike te cilat kanedhene mundesine e zhvilli-mit sektorit privat, dukembeshtetur zgjerimin etregjeve, promovimin ekonkurrences, stimulimin enje tregu pune fleksibel dheduke shtuar fitimin social.Sikurse dhe ne vendet e tje-ra te rajonit, sektori bankar

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dominon sistemin financiarne Shqiperi, me rreth 95%te totalit aktivit ose me sak-te me 80% te PBB. Aktua-lisht ne kete sektor per-fshihen 16 banka, te gjithane duar te privateve, me ka-pitale kryesisht te huaja.Nderkohe sektori ka rriturnumrat e degeve, permire-suar produktet per publikundhe ka rritur rolin e tij sindermjetes financiar. Nde-rkohe, hyrja ne kete treg eGrupeve europiane te mi-renjohura bankare eshteshoqeruar me konsolidimine vete sistemit. Banka Ita-liane e Zhvillimit, Grupi Ve-neto Banka eshte nje shem-bull i shkelqyer.Sigurisht, sistemi bankar ka

qene nje kontribues i rende-sishem i rritjes ekonomikeedhe duke ruajtur indikato-ret financiare te stabilitetit,dhe ne cilesine e Kryetarit teShoqates Shqiptare tebankave, nuk mund te jemvecse krenar.Banka e Shqiperise, ne roline saj si Autoriteti monetardhe i vetmi Mbikeqyres i si-stemit bankar, ka qene gji-thmone e gatshme dukenenvizuar vazhdimisht zo-nat e aktivitetit te cilat ke-rkonin vemendje me te ma-dhe nga ana e industrisebankare.Impakti i krizes ne sisteminfinanciar eshte materia-lizuar duke u nisur nga tre-mujori i fundit i 2008. Efekti

Libero CatalanoDiplomë në Ekonomi nga Universiteti LUISS në Romë. Paspunës në qytete të ndryshme të Italisë në Banka e Romes.Për Bankën e Romës ka qenë menaxher në degën Smyrnadhe Drejtor i Përgjithshëm në Stamboll (Turqi), ku ai ishteanëtar i Bordit të Auditorëve i Dhomës Tregtise Italo-Tu-rke, Zv / Drejtor i Përgjithshëm në Madrid (Spanjë), Drejtori Përgjithshëm në Bukuresht (Rumani). Në Rumani, ai ushpërblye me titullin e “Bankar Rumun” për vitin 2004 dhese të njëjtin vit Banka Kombëtare e Rumanisë ka dhënë“Njohja e Profesionalizmit”. Që nga viti 2005, në Shqipërisi Drejtor i Përgjithshëm i Bankës Italiane te Zhvillimit.Qytetar nderi i Durrësit. Në 2009 ai u emërua President ibankave shqiptare. Njeh 5 gjuhë përveç gjuhës amtare Ita-lisht (frëngjisht, anglisht, spanjisht, turqisht, rumanisht).

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Banka Italiane e Zhillimit është themeluar në vitin 2005 pas blerjes,nga ana e familjes Mariano te 100% te aksioneve te Bankes Dar-dania. Me një rjet prej 8 filialesh Banka Italiane e Zhvillimit vepronnë pjesën më të madhe me SME dhe paraqitet si bashkëbiseduesesi për realitetet prodhuese shqiptare, ashtu edhe për firmat italia-ne. Banka Italiane e Zhvillimit hyri në 2008 në grupin e VenetoBanka, që posedon 76,695 % të kapitalit të Institutit. Grupi Vene-to Banka është ndër 20 grupet e para bankare italiane dhe nume-ron 428 filiale; përmes Veneto Banka Holding kontrollon 10 banka nërajonet më të industrializuara të Italisë e Europës Lindore. E intere-suar më tepër pas gjërave lokale, Grupi kërkon te hedhë rrënjë nëteritor, duke vënë në qendër të aktivitetit mardhënjet direkte meklientin, etiken dhe produkte me cilësi dhe shërbimet qe propozon.Grupi Veneto Banka ka zgjedhur Europën Lindore si një zonë terendesishme per projektin e tij të ndërkombëtarizimit, me dhëshirënpët të ndihmuar firmat italiane dhe për të zbuluar potencialet evendit në të cilin vepron. Grupi është në Rumani me Banka Italo-Rumune, e blerë ne vitin 2001 që sot ka 20 filiale; në Kroaci meVeneto Banka e blerë në 2006 që ka 12 filiale; në Republikën eMoldavisë me Eximbank, e blerë gjithashtu në 2006 me 19 filiale:Në te gjithë keto vende ka një peshë të madhe të investitorëveitalianë e që përfaqësojnë vende interesante për zhvillimin e tregjevetë reja.

kryesor ka qene ai i rritjesse ndjeshmerise te publikutper sa i perket kursimeve tetyre ne sektorin bankar.Megjithate kjo nuk ka prekurnivelin kapitalizimit dhelikujditetit, te mjaftueshmeper te perballuar dhe skena-ret me te veshtira.Autoritetet parashikojne ri-sqe persa i takon rritjes seekonomise, te cilat jane te

lidhura veçanerisht me njeulje te metejshme ne kre-didhenies si dhe nje rritje tedefiçitit tregtar (si shkak inje ngadalesimit te ekspor-teve) dhe te nje tkurrjejedomethenese te te ardhura-ve nga emigrantet.Politikat monetare dhefiskale do te forcojne am-bjentin ekonomik dhe sta-bilitetin financiar te Rajonit.

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Shqipëria është një rea-litet me mundësi shu-

më të mëdha ritjejeDoktor Francesco Vitulli

Drejtor i I.C.E. Tirane

Kriza e tanish-me ekonomikee financiare qeeshte ne syte ete gjitheve kaprekur edheShqipërine, sivendet e tjeranë rajonin eBallkanit, ngazhba lanc imeglobale. GDP-jareale prej disavitesh ka rritje me një ritëm prejrreth 6%.Sipas parashikimeve te fundit teFMN (prill 2009), këtë vit GDP-ja për vendet e Ballkanit do tëregjistroje norma negative të rri-tjes.Edhe per Shqipërine pritet njëtkurrje e fuqishme e Prodhimittë Brendshëm Bruto, por dukeqene me pozitive ne krahasim mevendet e tjera të rajonit.Vlerësimet e FMN-së para-lajmërojne një periudhë të ve-

shtire qe do tëzgjasë edhe përvitin 2010.Në të vërtetë,disa vendevazhdojnë tëshenojne nivelenegative tëPBB-së, ndërsatë tjerët do tëshënojnë rritjetë paperfillshmetë normave.

Në mënyrë të veçantë, për Shqi-përinë, krahasuar me vendet etjera, parashikohet norma e rri-tjes së GDP-së më e madhe se2%. Shqipëria është një realitetme potencial të fortë rritjeje,edhe pse në këtë moment tëveçantë qe po kalon, tregon njëngadalësim të treguesve të zhvil-limit.Sektori bankar ka qenë gjithmonënjë faktor kyç për zhvillimin evendit dhe është mjaft i integruarme sistemin bankar ndërkom-

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bëtar. Ndermjet institucione tëndryshme bankare të huaja qëveprojnë në vend, është e rën-dësishme prania e dy grupeve tëmëdha bankare italiane IntesaSan Paolo dhe Grupit VenetoBanca për mbështetjen financia-re që i ofrojne operatoreve ven-dor dhe në veçanti sipërmarrë-sve italian.Situata e krizes që aktualishtjeton bota ka natyrisht një ndikimmbi investimet italiane në Shqi-përi, mbi te gjitha për ato kom-pani që kishin planifikuar të pa-raqiteshin në tregun shqiptar dheqë ndjekin me vëmendje ngjarjete fundit në këtë vend. Është evetëkuptueshme se kjo situatëshkakton disa probleme edhe përkompanitë italiane që veprojnënë vend. Në të vërtetë, ne kemilajme të një rënie të përgjithsh-me në volumin e xhiros e tyre.Italia e konsideron Shqipërinë njëpartner të privilegjuar si për afër-sinë gjeografike ashtu edhe përlidhjet historike dhe lëviz mepërkushtim të madh për të lehtë-suar rrugën e Shqipërisë drejtBashkimit Evropian.Ky vend ka regjistruar rezultatetpozitive të kënaqshme ne zbati-min e reformave politike dheekonomike, por ne kemi nevojëpër më shumë angazhim nga pu-shteti vendor për përshtatjen estandardeve evropiane me ku-

shtet e kritereve politike, ekono-mike dhe te kapacitetit për tëmarrë përsipër detyrimet eanëtarësimit.Këtu në Shqipëri në Tiranë zyrae ICE vepron, me përgjegjësitëe saj institucionale, brenda“Sportelit Unik” për bizneset. ICEpunon ngushtë me Zyrën Tregta-re të Ambasadës dhe me përfaqë-si të tjera italiane ne vend, të til-la si zyrat rajonale, dhomat etregtisë, shoqatat dhe kështu merradhe në mënyrë që të disku-toje sejcili për pjesen e tij porme një frymë kohezive dhe kom-plementare. Kjo do të thotë seSME-ve italiane, që operojnë nëShqipëri apo që paraqiten në këtëvend, do të ndiqen në të gjithafazat e aktiviteteve të tyre pro-dhuese, duke përfshirë edheaspektin e ndërhyrjes politike tekautoritetet lokale kur është e ne-vojshme.Instituti jonë operon në Ballkan,dhe ne veçanti në Shqipëri menjë qasje rajonale në dy planespecifike:- Aktivitete promovuese Institu-cioni/Ngritja e Kapaciteteve nëbashkëpunim me organizatatndërkombëtare dhe vendoreduke realizuar programe dheprojekte me interes të përbashkët- Programet operacionale në fa-vor të SME-ve italiane dhe auto-riteteve lokale. Informacioni

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është një nga shtyllat e aktivite-teve që ICE ve ne sherbim tendërkombëtarizimit te firmave.Ky shërbim merr rëndësi të kon-siderueshme në vendet ku behetskautizëm dhe ne ato si Shqipëriaqë janë afruar drejt një modelizhvillimi te stilit perëndimor ekeshtu patjeter qe ofrojne mun-dësi të mëdha për kompanitë dheorganizatat e pajisura për të ve-pruar jashtë vendit.Ne fushen e asistences se bizne-sit dhe te promovimit, ICE neTiranë ofron aktivitete të ndrysh-me, e fundit në mënyrë kronolo-gjike, realizimi e dy javëve përnjohjen e produkteve italiane“Made in Italia” dhe promovimine mundësive të biznesit.Javet që bien midis muajit tetore nëntor, jane një seri iniciativashmbështetur nga nje komunikimi fortë televiziv si dhe nga shtypii shkruar, nën moton e “Festiva-lit italian”. Do te marrin pjesëkompani italiane të interesuarapër këtë treg, si edhe ndërmar-rjet lokale që kërkojnë të zhvil-lojnë sferën e interesave dhe ak-tiviteteve të tyre.Një tjetër diskutim i rëndësishem,midis aktiviteteve ne ndihme embështetje për ndërmarrjet,është marrëveshja e fundit ebashkëpunimit në mes të zyrëstonë dhe Fiera del Levante nëShqipëri. Ky edicion, i cili do te

mbahet nga 14 deri në 17 tetordhe me një pamje krejtësisht tëre, do të përqafojë temen e “Biz-nesit Ekologjik.” Në veçanti, fo-kusi do të jetë për energjitë eripërtëritshme, materialet e ndër-timit të qëndrueshme, ciklin eujit dhe menaxhimin e mbeturi-nave (www.focusalbania.com).Zgjedhja e fokusit nuk ishte e ra-stësishme, por e lidhur mire memundësitë reale në këto fushapër kompanitë italiane që duantë eksplorojnë tregun shqiptar nëtermat e tregtisë dhe investime-ve.Në brendesi te ekspozites, hapë-sirë shumë e madhe do ti ku-shtohet pranis shqiptare, qenëpërmjet tavolinave te shumtate forumit do të ketë mundësipër të eksploruar, gjate 4 ditëvete ekspozites, projektet, zgjidhjetteknike dhe format e bashkëpu-nimit me kompanitë italiane tepranishme.ICE e Tiranës është duke orga-nizuar një “ Pjesëmarrje Kolekti-ve Ligjore Italiane “, për tu mun-dësuar ndërmarrjeve të vogladhe të mesme, një përmbajtjetë lartë teknologjike e të specia-lizuar në fushat e fokusuara tëPanairit, për të ulur kostot epjesëmarrjes dhe për të paturnjë sërë shërbimesh shtesë meqëllim rritjen e kontakteve ope-racionale.

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Tregtia e Jashteme Shqiptare (miliona euro) 2004 %variaz. 2005 %variaz. 2006 % variaz. 2007 %variaz 2008 %variaz.Importe shqiptare 1.762 7,5 2.007 13,9 2.411 20,1 3.044 26 3.562 17,01Eksporte shqiptarei 485 22,7 530 9,2 630 18,8 786 24,7 914 16,25Shkëmbimi 2.247 10,5 2.537 12,9 3.041 19,8 3.830 25,6 4.476 16,87Saldo - 1.277 2,7 -1.477 15,6 -1.781 20,5 -2.258 26,7 -2.648 17,27

SHEMBIMI TREGTTAR ITALI-SHQIPERI(miliona Euro)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008EXPORT 259,53 296,81 355,13 383,86 457,69 532,53 564,97IMPORT 548,35 550,11 600,62 618,12 682,22 826,76 945,63SALDO -288,81 -253,30 -245,49 -234,26 -224,52 -294,22 -380,70SHKEMBIMI 807,88 846,92 955,75 1.001,98 1.139,91 1.359,29 1.510,63

SHKEMBIMI ITALI-SHQIPERI(perqindja mbi totalin shqiptar)

VITI 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008IMPORT 40 46 44 37 37 31,9 34,5 33,5 32,5 29,3 28,7 27,13 26,54EXPORT 58 51 60 67 71 70,6 72,4 74,9 73,0 72,4 72,6 68,09 61,83

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KRIZA EKONOMIKEDHE NDIKIMI I SAJ NESEKTORIN E NDERTIMIT

Ing. Luigi ALEKSIPresident i Shoqatës

të Ndërtuesve Shqiptarë

Kriza ekonomike qe po trondittregjet boterore ka ndikuar edhene ekonomine tonë duke prishurekuilibret e projektuara për tëmbështetur rri-tjen ekonomike.Pjesa më e ma-dhe e shteteveme të cilëts h k ë m b e h e ttregëtia ka rënënë reçesion eko-nomik dhe kjo kabërë që këtoshkëmbime tëpësojnë ulje siçedhe ulje tëndjeshme ka pësuar edhe hyrjavalutore nga të ardhurat e emi-grantëve si burim kryesor i tre-gut të klientëve për ndërtimet esektorit privat në Shqipëri.Rritja e pasigurisë në tregjet fi-

nanciare ka krijuar ulje të besi-mit në sistemin financiar dukeushtruar kështu efektivisht pre-sion në shtrëngimin e kushteve

për sistemin ekreditimit finan-ciar në Shqipëriqoftë për opera-torët ekonomikashtu edhe përklientët.Në këtë terren tëvështirë përkompanitë endërtimit duhenkërkuar mënyrae zgjidhje për të

lehtësuar maksimalisht këtovështirësi.Të gjithë janë koshient që sek-tori i ndërtimit është ndër sek-torët më të rëndësishëm të eko-nomise si edhe ç’është më krye-

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sorja ndër sektorët kyç për t’ikrijuar ekonomisë kombëtarekushtet e ingranimit të harmo-nizuar të hallkave për kapërcimine kësaj situate.Historia ka vërtetuar që shtetet efuqishme kanë kapërcyer krizatnëpërmjet stimulimit të ndërti-mit, kjo ka ndodhur me Ame-rikën, me Italinë e pasluftës dheshembulli më i fundit i masavekonkrete që ka marrë qeveria eBerluskonit duke stimuluar megjithë mënyrat rritjen e nxitjen einves t imeveshtetërore pri-vate.Fatkeqësishtmbështetja es t r u k t u r a veshtetërore përstimulimin ekëtij sektori nëShqipëri nukpo ndihet. Zgjidhja e probleme-ve duhet kërkuar e gjetur me për-punimin e një strategjie të për-bashkët për përballimin e gjen-djes faktike por edhe të ske-narëve të mundshëm ndoshtaedhe të përkeqësuar në muajt qëdo të vijnë.Drejtimi kryesor duhet të jetë nëmos ndërprerjen e financimevetë investimeve publike si edhe

projekteve të sektorit privat. Kup-tohet që këto financime duhet tëjenë selektive, për ato me më pakrisk, për ato që janë prioritare,për ato që kryhen nga kompanitë besuara dhe të afirmuara nëkëtë sektor.Duhet të frenohet fryma e mo-sbesimit dhe rritjes së interesavetë kredisë për klientët, patjetërduhen gjetur mundësi për stimu-limin e kreditimit të klientëve dhepër më tepër shpejtimin e prak-tikave të aplikimit të këtyre kre-

dive. Në përfun-dim të këtyreproblematikaveduhet theksuarse kapërcimi Ityre do të thotë“punë” ingranimi një armate tëtërë ndërtuesish,prodhuesish të

materialeve të ndërtimit, impor-tues të prodhimeve të gatshme,transportuesish të këtyre materia-leve, pra një hallkë të tërë indu-strish që do vihen në lëvizje dhekjo “punë” do sjellë rritje të ar-dhurash si për ekonominë e shtetitashtu edhe për individët. Pra thel-bi duhet gjetur në çelsin e vetëmqë zgjidh problemin “krijimin emundësive për punë”.

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Sipërmarësit Italiannë Vendin e Shqiponjave

Alfo Giorgi është udhëheqës i një grupi qënga viti 1994 ka nisur në Shqipëri një ni-smë ambicioze në planin social perpara atijekonomiko-financiar

Nga Toscana porti i pareturistik në ShqipëriGrupi “Giorgi Alfo” protagonist i reali-zimit të “Marines se Orikumit” port tu-ristik projektuar e realizuar sipas kri-tereve me moderne menaxheriale

Ndër sipërmarrësit eshumtë, që “zbarkuan”

në Shqipëri për të investuar, ini-ciativa e grupit toskan nga pro-vinca e Livornos, të udhëhequrnga Giorgi Alfo, në cilësinë e tijsi President, nuk ka dyshim vjensi një aventurë e vërtetë, aven-turë, sepse eshte nje frymemarjee thelle e sepse u mendua dheinicua qe me fillimin e vështirëte viteve ‘90. Duke menduar përt’i dhënë Shqipërisë, per me te-per gjithë zonës se Ballkanit, njëport turistik,do te thoshte te mos

terhiqeshe nga kerkesat e lehtate kthimit te menjehershem te fi-timit, por te ofroje një projektpër “te nesërmen” e këtij vendidhe te zones përreth. Sot të gji-thë operatoret ekonomik konver-gojnë në percaktimin e bujqësi-se dhe sidomos te turizmit si eardhmja e zhvillimit të Shqi-përisë. Por ishte një grup në To-scana që nga 1994, i pranishemne gjirin e bukur në jug të qyte-tit të Vlorës, ne Orikum qe ndjeurëndësinë e krijimit të një mari-ne. Ishte shume herët?... ndo-

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shta si vizion ishte shumë herëtpër gjendjen aktuale ne të gjithëBallkanin, dhe pastaj normat elegjislacionit në këtë fushë janëtë ngadalta për tu përfunduar

konkretisht dhe me shpejtësi, ar-mike te vizionit ende te ngadal-shëm dhe burokratik të qeverisë.E megjithate Giorgi nuk u ndalkurre para vonesave dhe vështi-rësive, nuk është kufizuar as ngaintuita ambicioze, por me kem-bengulje te forte realizoi krijimine kësaj strukture: rreth 700 ven-de per ankorim anijesh deri në30 metra. Me shkelqimin e syve,tipike kur ne flasim përnjë ëndërr, akoma sot,pavarësisht nga periudhae tranzicionit që po ka-lon ende Shqipëria sido-mos në këtë fushë, Gior-gi Alfo i thotë çdobashkebiseduesi, pak ashumë ekspert në pro-blemet portuale, qe “sëshpejti në Marinen eOrikumit mund të hedhin

spirancen varka më te medha se30-metra!!”. Ne fjalët e tij pa-sqyrohet karakteri kokëfort qëdëshiron të shikojë larg (gjë qëe bën atë të kapërceje vështirë-sitë dhe burokracitë që ka kaluare qe ende do te perballoje) dhepasioni i madh për punën e tij.Ky pasion që e bën atë të papër-shkueshëm kundrejt mosbesimitqë duhet të perballoje në sektortë ndryshem, kur duhet te balla-faqje mbi të gjitha mosbesimine faktit që shpallur “Marinen eOrikumit” si portin e tij turistik!Avash-avash durimi po i jepfrytet e tij dhe shumë anije ita-liane qe pershkojne Adriatikunpo zbulojne me habi strukturene shkëlqyer qe ofron Orikumi.Te apasionuar per detin e Oriku-mit, pastaj, behen seminarist qepropozojne ti bejne te njohur tegjitheve kete port pikerisht atyku takohen deti Adriatik dhe detiJon. O

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Sipërmarësit Italiannë Vendin e Shqiponjave

Vincenzo Pastoressa: “Sintezë pozitivemidis nismës italiane ne Shqipëri për pro-dhimë cilësore dhe promovimi i vleravetona rajonale ne tregun shqiptar”

Nga Pulia në Shqipërispecialitetetmë të vleresuara

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Rreth 10 vjet me parëme nismen e dy sipër-marrësve italiane lin-di “La Mozzarella

sh.p.k”, më pas e blerë nga Vin-cenzo Pastoressa që menjëherëkuptoi mundësinë e zhvillimit dhezgjerimit të prodhimeve, deriva-te të qumështit me traditë pulie-se, prodhime të njohura dhe tëvleresuara dhe në Shqipëri.Pastoressa, kryesisht gjate këtyreviteve të fundit i ka dhënë njëimpuls të rëndësishëm ndërmar-rjes nëpermjet një ristrukturimidhe një organizimi modern dheefiçent, si dhe duke kuruar në

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detaje nje prodhim cilësor bio,të tillë që të mos ketë asgje përti pasur zili prodhimeve italiane.“Përkundrazi – thekson Pasto-ressa – lënda e parë shqipta-re e marë nga kullotat, prapraktikisht bio, është garan-ci shtesë për cilësinë përfun-

dimtare të prodhimit që kasi qëllim të futet në tregjete vërteta specifike të tregutlokal”.Prodhimet e markës Fattoria Ita-lia, markë e hedhur së fundminë Shqipëri, pronësi e La Mozza-rella sh.p.k, garantohen nga 5punonjëse shqiptare, e gjitha nënmenaxhimin e Administratores së

Deleguar Znj. Miranda Sauku.Bulmeti, dhe derivate të tjera tëqumeshtit në përgjithësi, shpër-ndahen aktualisht në Tiranë dhenë qytetet kryesore të Shqipëri-se.“Angazhimi aktual që duamtë realizojmë në të ardhmen

– vazhdon titullari i “La Moz-zarella” – është shoqëri-mi i këtyre prodhimeveme produkte të tjeraushqimore të ardhuranga fermat italiane meorigjinë të certifikuar,prodhime të karakteritfamiljar me certificata tëcilësisë së lartë, në gjen-dje për të garantuarzhvillimin e një treguspecifik. Gjithashtu sho-qëria jonë radhitet ndërtë paktat shoqëri shqip-tare të certifikuara ISO

2009.Ky angazhim – përfundonPastoressa – do të përfaqë-sojë një sintesë të drejë mi-dis nismës italiane në Shqi-përi dhe zhvillimin e prodhi-meve italiane që duhet tëfuten ne tregun shqiptar dhepse jo në një të ardhme nëballkan”.

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KULTURA

Lidhje kulturorembi bazën e miqësisë

Nisma në përgatitje e sipër ngaAmbasada Italiane për: Pranve-rë 2010: “DY POPUJ, NJË DET,NJË MIQËSI” është me interesmë shumë kulturor se social dheekonomik. Ka si qëllim të thek-sojë ndjenjën e madhe të miqë-sisë midis Italisë dhe Shqipërisë,miqësi që i ka rrënjët në histo-rinë e shekujve të kaluar.Do të organizohen manifestimetë natyrave të ndryshme, përveçatyre kulturore: nga infrastuktu-ra tek energjia, sporti, mbrojtjacivile dhe formimi, spektakle(musica etc.). Janë parashikuarndërhyrje të përsonazheve tëfamshëm dhe mundësi për taki-me sigurisht interesante.E gjitha kjo do të jetë nje ma-gnet për të tërhequr vemendjene brezit të ri. Përveçse për të pro-vuar dhe një herë lidhjet e mi-qësisë dhe kulturës midis dy po-pujve tanë është dhe vullneti përte promovuar në Shqipëri Sho-qërine Dante Aligieri.

Shoqata”Dante Alighieri”

U emërua nga Kuvendi i përtëri-rë dhe i zgjeruar Keshilli Drejtuesdhe Presidenti i ri në dr. ArturSula, kryetar i Departamentit tëStudimeve italiane në Universi-tetin e Tiranës.Dr.Sula ka mare menjehere kon-takt me kolegët e tij nga univer-sitete të tjera publike shqiptarepër të studiuar një program perringjalljen e gjuhës italiane nëplanin letrar e shkencor në njëvend si Shqipëria, ku përdoret me

Stemë e BashkisëMaschito (PZ)

me shqiponjën me njëkokë

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Doktor Artur SulaDrejtor i Departamentit të Italianistikës pranë Universitetit tëTiranësPresident i Komitetit të Shoqatës Dante Alighieri në Tiranë

Shqipëria... Vendi kugjuhën e Dantes e njohinpothuajse të gjithë

shumicë italishtja si një gjuhë evërtetë e dytë (L2).Në këtë numer ftojme me kë-naqësi një artikull të Dr.Sula dhemë pas, në përputhje me linjëne hulumtimit të lidhjeve tradicio-nale ndërmjet dy popujve, njëese sociolinguistike nga Profesor.Shkurtaj, profesor i Sociolingui-stikes dhe i Dialektologjise neUniversitetin e Tiranës. Behet fja-

le per nje deshmi te vlefshmeshkencore te thelluar e të de-tajuar të lidhjeve kulturore ndër-mjet Italisë dhe Shqipërisë edhepermes realitetit Arbëresh te Ko-munave ne jug te Italisë, ku endeflitet nëpër familje gjuha e vjetershqipe e shekujve te kaluar enjëjta gjuhe e perdorur gjatëdominimit otoman qe zgjati rrethpesëqind vjet! O

Sikur të mos kisha lexuar “ItinerariAlbanesi” (Rrugëtime shqiptare)1892-1902, Romë 1917 të AntonioBaldaçit do të kisha një mendim jofort të qartë për çfarë kanë qenëshqiptarët në vite dhe sa me kujdese kanë parë njerëzit e përtej detitpopullin tim.Ai ka qenë një gazetar dhe shken-cëtar, studiues i natyrës dhe njëhe-rësh humanist që kishte vendosurt i kushtonte kohë nga jeta e vetnjohjes nga afër të truallit shqiptar

dhe të popullit që banonte në të.Bëhet fjalë për një temë së cilës irikthehen ende sot gazetarët e kohëssonë moderne, të cilët tek i bien kryqe tërthor kësaj Toke, të armatosurme telekamerat dhe me gjithçka tëmundshme për filmime, për njëemision ‘high definition, përpiqen tësjellin dëshmi të jetës së shqiptarëve,të natyrës së tyre, saktificave, të en-tuzizmit dhe pasioneve, të shndërri-meve dhe mundimeve, dhe gati tëtërëve u bën përshtypje (aq sa më

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në fund i bën për vete) njohja e gjerëe gjuhës italiane dhe mikpritja shem-bullore e popullsisë vendase.Kështu ka qenë shumë më përparase të lindte Kombi Shqipëri, Shtetimodern me të vetëshpallurin mbre-tin Zog deri më tash. Gjatë Luftës sëParë dhe të Dytë fati bëri që dy po-pujt tanë të takoheshin jo për mirë.Mirëpo kjo nuk ndodhi nga antipatiapo grindje midis popujve tanë. Nëtë vërtetë ata gjithnjë kanë rivendo-sur paqen dhe po ashtu kanëushqyer dashuri dhe simpati përnjëri-tjetrin.Është me interes të sjellim në men-dje se nga vitet ‘20 të shekullit tëkaluar lënda “Gjuha Italiane” ishtepjesë e programit të sitemit shkollorshqiptar.Poetin e madh Dante e njihnin dhee vlerësonin intelektualët shqipatrëtë asokohe. Gjuha italiane nisi tëpërhapej me shpejtësi përtej zona-ve ku tradicionalisht atë e njihninmjaft mirë.Gjatë regjimit të Mbretit Zog vihet reprania gjithnjë e më e madhe e ka-pitaleve italiane të cilët i dhanë njëfarështyse rimëkëmbjes së ekonomisësë vendit. Qoftë gjatë Luftës së Parëpo sidomos në të Dytën, nuk vihetre asnjë bjerrje e pasionit për tëmësuar gjuhën italiane.Jo i vogël ishte në këtë periudhënumri i të rinjve shqiptarë të cilëtzgjodhën Italinë për të kryer studi-met universitare. Gati të gjithë

dëshën të riktheheshin në vendin etyre.Gjatë viteve të diktaturës komuni-ste, e llojit më te mbyllur, që zgjatideri në fillimin e viteve ‘90 dhe përfat të keq Shqipëria ende sot po vuanpasojat e asaj diktature në të gjithakuptimet, vihet re sidoqoftë një qën-drim i dyzuar në lidhje me çdo gjëqë nuk ishte e jona apo më mirëmarksiste apo më mirë akoma stali-niste.E njëjta gjë dhe për gjuhët e huaja,qoftë dhe për gjuhën italiane. Nukqe kështu për prodhimtarinë artistikeitaliane të neorealizmit të Pasluftës.Deri edhe funksionarët e regjimit enjohnin Italinë, gjuhën italiane dhendonjë autor italian. Njihnin Dan-ten dhe Veprën e tij Hyjnore, porme siguri nuk kuptuan që për regji-min si pë rata vetë ajo vepër ishtenjë denoncim dhe njëkohësisht njëdënim.Por unë do të doja të thoja dy fjalëpër ata profesorë a mësues shqip-tarë të dhënë pas gjuhës dhe kultu-rës italiane të cilët dallonin për kul-turë dhe shkollim të kryer përparadhe gjatë Luftës së Dytë Botërore.Shumë prej tyre vinin nga zona tëprapambetura të vendit. Nuk reshtënsë dhëni mësim këtë gjuhë dhe sëtransmetuari kulturën që ajo mbart,duke ngritur grupe nxënësish nëbanesat e veta, gati fare fshehurazi,ndryshe regjimi do ua merrte përters, në rrethana fare të papërshta-

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tshme, duke parë në këtë gjuhë e nëkëtë kulturë një hapësirë nëpërmjettë cilës të mund të shikohej përtejPerdes së hekurt që u kishte ngriturkomunizmi.Gjuha italiane që ata u mësoninnxënësve në periudhën midis dy Luf-tërave dhe në Pasluftën ishte deri dikuarkaike, me shprehje në disa rasteqë përdoren jo më. Por aspak jo aqe ndryshme nga gjuha që flitet sot.Shumë prej tyre sot nuk jetojnë mëdhe gati asnjëherë nuk është thënëndonjë fjalë për sakrificat e tyre tëcilëve i detyrohemi se kanë mbajturzgjuar pasionin, entuziazmin e njer-zve për gjuhët dhe shijimin për tëprovuar diçka vërtetë të bukur dhendryshe.Ndërsa poiI afrohej fundi regjimitinëzar komunist shqiptar, në kushtete humbjes së plotë të besimit pordhe në paradoks të plotë, jepte shenjatë një lëshimi të kontrolluar, duke futurvetëm në disa shkolla shqiptare lën-dën “Gjuha Italiane”.U hap Departamenti i Gjuhës Italia-ne në Universitetin e Tiranës. Njerë-zit e ndoqën këtë me habi të përzierme entuziazëm.Kurset në universitet u plotësuan. Tanistudentët mund të lexonin autorët enjohur italianë Dante, Bokaço, Ario-sto dhe deri ata bashkëkohorë.Soneti i Beatriçes u bë më i recituari,dhe pasohej nga kënga e 33` e Fer-rit të Dantes. Mund të duket e çudi-tshme por nuk bëhej kritikë e thel-

luar letrare dhe e përmbajtjes. Lexo-nin Danten dhe mësonin dhe pjesëpër mendësh, por nuk zbërthehejasgjë nga mesazhi ndër vargje apotë paktën bënin sikur e kuptonin.Gjëja më qesharake ndoshta ka qenëplotësimi i programeve të mësimittë gjuhës italiane nëpërmjet studi-mit të veprave apo fjalimeve të përk-thyera me zor në italisht të drejtue-sve më të lartë të regjimit si dhe tëdisa autorëve shqiptarë romaneshdhe tregimesh sipas metodës së re-alizmit socialist.Fjala ishte për përkthime që të bë-nin deri edhe për të qeshur të mbar-sura me shprehje të “shpëlara” nërrymën e realizmit socialist shqiptar,që s`kishin të bënin më gjuhën ita-liane të vërtetë, saqë një Italian nuki kuptonte dot dhe do kërkonte njëpërkthyes të zot shqiptar.Gjithësesi ishte dhe kjo një mënyrëpër të ecur përpara, për t i bisht-nuar vëmendjes së regjimit dhe përtë mundur të shijoje letërsinë më tëmirë, për të nisur e njohur kulturëne ndryshme nga e jona, për të kup-tuar se nuk ka vetëm një mënyrë tëmenduari dhe të kuptuari të realite-tit, për të kuptuar së ç`është e vër-teta relative si dhe nëpërmjet sh-prehjeve kuptohej mendësia ndryshedhe përafritë midis dy kulturave, aqsa per të mbushur disa hapësira bo-she të mënyrës sonë të të mendua-rit dhe të shikuarit të sendeve.Mirëpo gjuha italiane ka qenë gjuha

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e huaj më e përhapura ndër të dë-nuarit e ndërgjegjes të regjimit.Pa mendoni, në kushtet e një burgi-mi të gjatë, të dëshpëruar e asfik-sues, ata nuk e humbën shpirtin, porvazhduan të luftojnë dhe shpresojnë.Shumë prej tyre me rënien e regji-mit u vu re se kishin një përgatitjemjaft të mirë në gjuhën italiane.Deri edhe përkthimi më i mirë i Ko-medisë Hyjnore është bërë nga një idënuar i ndërgjegjes gjatë viteve tëerrëta të regjimit komunist.Shumë i madh ka qenë roli që kanëpasur kanalet televizive italiane përpërhapjen e gjuhës italiane edhe psejo gjithnjë mund t‘i shikonin të gji-thë, ngaqë televizorët ishin të pakëtapo sepse në shumë zona sinjali nukarrinte kurrë.Pavarësisht nga kjo ato ndihmuannë përhapjen gjuhës.Sërish një qëndrim qesharak dhe tëpaqartë të regjimit kemi patur kurnga njëra anë me një përfocues tran-smetonte vetëm emisionin e lajme-ve të kanalit RAI UNO, duke e ndër-prerë sa herë jepeshin pamje të vizi-tave të Papës apo fjalime e takime tëpresidentëve të ShBA-së e të BRSS-së , nga ana tjetër ua ndalontenjerëzve të mund të ndiqnin dhetransmetime të tjera. Kurse në la-gjen famëkeqe dhe të blinduar tëTiranës, aty ku banonin patriarkëtkomunistë, antenat për të marrësinjalin e kanaleve italiane prekninqiejt.

Gjithësesi gjithë kjo mjaftoi për tëmbajtur një marrëdhënie të domo-sdoshme me gjuhën italiane dhekulturën e saj, zotërimi i të cilës çu-dit italianët që jetojnë në Shqipëriapo kur janë këtu përkohësisht.Ndër të tjerave, në cilësinë e një stu-diuesi modest që jam bërë në këtovite, mund të them se për gjërësinëe përhapjes dhe cilësinë e përdori-mit, gjuha italiane për ne shqiptarëtështë në nivelin e gjuhës së dytë dhengjashmërisht me gjuhën anglezë enjohur si gjuhë ndërkombëtare.Ky realitet është në kohën kur shqip-tarët kanë braktisur me shpejtësi ka-fen turke për kafenë ekspres italia-ne, ka të ngjarë që kafeja të ketëardhur në Shqipëri për herë të parënga Turqia, turqit zakonisht vetëpijnë çajin e tyre.Në Shqipëri tani janë me shumicëbare dhe restorante me menu italia-ne, duke ofruar pjatat e shijshme tëkuzhinës italiane njëkohësisht metraditën e pak recetave të papërsëri-tshme të kuzhinës shqiptare që nëqendër kanë mishin cilësor të pro-dhuar brenda vendit.Në mëngjes mund të zbresësh e tëpish ekspresin alla Italiana në barinposhtë shtëpisë dhe s‘ka nevojë qënjë Italian të mësojë gjuhën shqipenë mos të dojë ta bëjë një gjë të tillëthjesht për qejf. Edhe Kryeministrishqiptar, në Tiranë, gati një vit tëshkuar, foli në gjuhën italiane në njëtakim të nivelit të lartë me homolo-

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gun e tij Italian saqë vuri në vështi-rësi dhe përkthyesin më të zot.Nuk ka publicitet më të mirë për njëvend që e sheh Italinë me besiminpër një forcim të mëtejshëm të mar-rëdhënieve ekonomike e politike nëtë ardhmen.Një dëshmi e drejtpërdrejtë për sa eafërt është gjuha italiane në një Vendkaq pranë dhe mik të Italisë.Më në fund mund të ndjehemi tëkënaqur se kemi mundësinë të riz-bulojmë vlerat dhë përafritë midiskulturave tona të cilat janë kultivuargjatë shekujve për të siguruar njëbashkëpunim gjithnjë e më të zell-shëm midis popujve tanë, që synonnjë përparim të pandalshëm në kua-drin e Evropës së bashkuar.Për këtë nevojitet të vlerësojmë atëçka kemi trashëguar dhe realitetintonë të shkëmbimeve dhe të besi-mit reciprok, me anë nismash qëduhet të ndërmarrin të gjithë aktorëtnë sinergji të plotë e të përkryer mi-dis tyre. Një pjesë të mirë të tyre do

përbëhej nga nismat në drejtim tëformimit të vazhduar të profesorëvetë gjuhës dhe kulturës në kontekstine një bashkëpunimi më të madh nëkuadrin ekonomik dhe tregëtar.Komiteti Dante Alighieri i Tiranës popërmbush rolin e tij në cilësinë e njëQëndre që ka si synim, së bashkume Institutin Italian të Kulturës nëTiranë, Departamentin e Italianistikëstë Universitetit të Tiranës, Katedrat egjuhës Italiane në qytetet e tjera, for-mimin dhe përditimin e profesorëvetë gjuhës Italiane Gj2, promovimine mësimdhënies për të plotësuarnevojën që kanë njerëzit për përmi-rësimin e njohurive gjuhësore nëgjuhën dhe kulturën e Vendit mik tëShqipërisë.Të gjitha këto do të realizohen dukendërmarrë nisma konkrete dhe tëguximshme në të ardhmen në gër-shetimin e forcave të aktorëve të in-teresuar, të studentëve të universite-teve, të mësuesve dhe nxënësve tëshkollave shqiptare.

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Në studimin e mekanizmave të jetë-sisëtë një sistemi gjuhësor mund tëhartohet njëparaqitje e njohjes dhee analizës së gjuhës në situate të dia-sporave, prandaj janë shumë të vye-ra edhe të dhënat nga diaspora ar-bëreshe në itali, si dhe të “diasporëssë diasporës” që gjenden në shumëvende larg nga atdheu i lashtë “Ar-bëria”, sidomos në Amerikë, në Au-strali etj.Për më se pesë shekuj, këtagjind, të quajtur edhe arbëreshë oseshqiptarë të Italisë, kanë qenë

Gjuha e Zemrësdhe gjuha e bukëssipas studimeve tëreja të sociolingui-stikës italo-shqiptare

Studim i shkurtër mbi lidhjet linguistiko-kultu-rore midis Shqipërisë e popullsisë arbëreshe

Prof. Dokt. Gjovalin ShkurtajDocent i Dialektologjisë e Sociolinguistikës

pranë Universitetit të Tiranës

dygjuhës. Gjuha shqipe përdorej nëfamilje, kurse italishtja në marrëdhë-niet me Italianët. Por, dalëngadalë,për arsye të ndryshme, breznitë ereja kanë përdorur me denduri tëmadhe gjuhën italiane, gjë që sjellvarfërimin e trashëgimisë gjuhësorearbëreshe. Në hulinë e trajtimit tëligjërimit sin dërveprim shoqëror, nëpërgjithësi, do të niseshim nga njëreaitet pluridialektor dhe plurigjuhë-sor, sikundër është pikërisht diaspo-ra arbëreshe në Itali.

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Ekuilibri ndërmjet të pergji-thëshmes e individuales

1. Një nga pikat më kryesore të so-ciolinguisticës së sotme ështëpikërisht ekuilibri ndërmjet socialsdhe individuals ose,me fjalët e Hud-son-it, “ndërveprimi sy për sy”: bi-sedat, grindjet, anekdoatat, mble-dhjet e komisioneve, intervistat, afri-mi, prezentimi, leksionet, shakatë,thashëthemet etj.Në të gjitha këto veprimtari të ligjëri-mit (ose pot a themi me fjalët e So-syrit la parole) kemi të bëjmë menjë varg itemesh gjuhësore pak ashumë të gjata, të përdorura në ra-ste të veçanta e për motive të cak-tuara, për të cilat, një prej proble-meve që dëshirojmë të shtrojmëështë ekulibri ndërmejt socials (qëme termat e Sosyrit do të ishte lalangue) dhe individuals (la parole).Teorikisht dihet se, për sa i takongjuhës (la langue) në vështrimin enjohjes së item-eve të gjuhës dhetë domëthënieve të tyre, peshorjashkon në të mirë të shoqërores, se-pse njerëzit e mësojnë gjuhën dukedëgjuar të tjerët; njëkohësisht, gjuhae secilit individ është unike, sepsedy veta nuk kanë kurrë të njëjtënpërvojë gjuhësore.Ferdinand de Sosyri thoshte se laparole është tërësisht individuale,duke u varur vetëm nga vullneti,ndërsa, përkunrazi,la langue ështëtërësisht sociale, sepse është e veçan-

të nga njëri anëtar i bashkësisë gjuhë-sore te tjetri.Mendoj se mund të jemi të një men-djeje me Hudson-in dhe të tjerët që,ndonëse duke qenë dakord në vijatë përgjithshme me Sosyrin, shtrojnëpyetjen e mëposhtme: “Sosyri ekishte gabim për la langue, porse aindoshta afrohej më shumë së vër-tetës për sa i përket la parole?”Në fakt, Hudsoni e të tjerë kanë ngul-muar se nuk ishte këshut, duke dësh-muar se “për la parole ekzistojnë mëshumë shtrëngime sociale sesa atoqë pasqyrohen në item-et gjuhë-sore që njohin folësit’.Hudsoni ngul këmbë se”ekuilibrindërmejt shoqërisë dhe individitështë në favor të këtij të fundit përsa i përket ‘la parole’ dhe shton se“në këtë kishte të drejtë Sosyri, por-se ekzistojnë më shumë kushtëzimesociale mbi ligjërimin tonë (la paro-le) sesa, mund të mendojmë nëvështrimi e parë”.Praktikisht, la langue dhe kushtëzi-met sociale të la parole identifikohen,prandaj del se, kushtëzimet socialetë ligjërimit (la parole) mund të zba-tohen në sjelljen sociale në përgji-thësi dhe jo vetëm në la parole.Një përfundim i tillë shkon edhe mëtej nga U. Labovi, i cil pohon se nukekziston ndonjë dallim i qartë ndër-mjet “gjuhës” dhe aspekteve të tjeratë mendimit, veçanarisht për sa upërket dallimeve të kuptimit.Sipas tij, gjuha është vetëm një

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aspekt i ndërveprimit social, njëaspekt i sjelljes,në lidhje të ngushtëme të tjerët.Studimi i ligjërimit “la parole” si pjesëe ndërveprimit social ka kaluar edhenë shumë disiplina të tjera, përfshirëpsikologjinë sociale, sociologjinë, an-tropologjinë, etnologjinë, filozofinë,sociolinguistikën dhe gjuhësinë.Një nga ndihmesat më të rëndësish-me është dhënë nga antropologët,që merren me atë që quhet ETH-NOGRAPHY OF SPEECH (Etnografie të folurit ose etnografi e komuniki-mit), fushë e prekur së pari ngaEduard Sapiri, pastaj e zotëruar ngapunimet e Dell Hajmesit (Hymes),Gumperz-it, Bauman&Sherzer-it(1974) etj.Rëndësia e punimeve të tilla qëndronnë faktin se ato theksuan se çfarëlarmie (diversiteti) ekziston ndërmejtkushëzimeve sociale dhe ligjërimit (laparole).Gjuha, sigurisht, nëpërmjet la paro-le, luan shumë role të ndryshme nërrethana të ndryshme.Le të marrim një shembull shumë tëthjeshtë: në shqipen një personquhet duke thënë më parë emrin epastaj mbiemrin: Gjon Buzuku, Fa-tos Arapi, Agim Vinca, kurse në ita-lishten dhe gjetkë në gjuhë të tjeratë Evropës thuhet e kundërta: mëparë mbiemri,pasatj emri: Di CarloAntonio.Po arbëreshët?Në krye të herës, përballë një prak-tike të tillë, sigurisht mbeteshin të ha-

bitur dhe, në mjedisin e vet arbëre-sh fshatar, deri para pak vitesh, quhe-shin sipas zakonit shqiptar: LukaMatranga, Jul Variboba, Zef Serem-be.Me kalimin e kohës, doemos,në hul-linë e zyrtarizmit,pastaj edhe si njëzakon i ri, po shtohet sasia e rasteveqë ndjekin modelin e italishtes: Moc-cia Alfio,Mosciaro Camillo.Megjithatë, sikundër e kemi shprehuredhe gjetkë,arbëreshët e Italisë, edhenë fushën e onomastikës, veçana-risht në atë të antroponimisë dhe tëoikonimisë kanë dëshmuar një shpirttë fortë ruajtës të trashëgimisë kul-turore dhe antropologjike shqipe.Nuk mund të mos vlerësohet faktiqë, edhe sot, në gati të gjitha nguli-met arbëreshe, krahas emërtiemvezyrtare në formën italiane, ekzistondhe përdoret kryesisht forma shqi-pe.P.sh. San Giorgio Albanese-Mbuza-ti; Macchia Albanese-Maqi; Rrasci-neto-Frasnitë; Cerzeto-Qana; Gi-nestra-Zhura, Piana degli Albanesi-Hora; Pallagorio-Puhëriu etj.Akti gjuhësor nuk është tjetër veç-se fragment i gjuhës së prodhuar sipjesë e një ndërveprimi social, gjëqë bie krejtësisht në kundërshtimme shemujt e dekontekstualizuar ngagjuhtarët dhe filozofët.Gjuha (d.m.th. si la langue ashuedhe la parole) rezulton si një “punëe specializuar”, prandaj hyn nëkuadrin e veprimtarive njerëzore dhe

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të sjelljes së çdo personi.Themi është e specializuar, sepsekërkon tipin e njohjes të “di ta bëj,di me ba”.Në shqipen thuhet pikërisht: di shqip,di gjuhë të huaja, nuk di italisht, nukdi asnjë gjuhë të huaj; ngë di lëtishtmanku një fjalë; di u ç‘thom. Edhemë qartë mund të shihet kjo në sin-tagmat e formuara nga: di + të flas:Nuk di të flas mirë shqip. Ai di tëflasë gjuhë të huaja.Kështu edhe në gjuhët e tjera fqinje:në greqishten Kseris Millas, qëmund të përkthehet sipas rastit, qof-të me shqipen di (it. sapere), qoftëme kuptoj (it. capire); në rusisht:znat e vlladjet + rasën instrumen-tale: Ja znaju ruskij jazik; ja vlladjejusruskim jazikom; në anglisht thuhetnaw “njoh”.Edhe më qartë për konceptimin egjuhës si “punë e specializuar’ nadëshon gjermanishtja me kannen(mund): ich kan scprechen deutsch.Dhe nuk ka dyshim se kështu duhet:të gjithë e dimë se ndonjëherë“gjuha na bllokohet” ose bëjmëndonjë gafë dhe disa njerëz kanëmë shumë problem e se të tjerëtpër të kërkuar e gjetur “fjalën eduhur”.Ngë kam fjaljë thonë arbëreshët;s’më bie ndërmend fjala themine në Shqipëri.Besoj se kanë të drejtëArgyle & Kendon sipas të cilëve“duhet ta konsiderojmë sjelljen epersonave që marrin pjesë në një

ndërveprim si të organizuar, tëspecializuar,të krahasueshëm me ti-pin e aftësisë si të ngasësh makinën.(Argyle & Kendon, 1967).Pra, mund të kuptohet se në cilataspekte la parole është sociale: rre-gullat e saj dhe aftësia në përdori-min e saj në pjesën më të madhemësohen nga të tjerët, pak a shumënë të njëjtën mënyrë si mësohenitem-et gjuhësore.Mësohet, p.sh., për të blerë një bi-letë treni duke dëgjuar se si e bëjnëtë tjerët, krejtësisht sikundër mësohetpër të renditur emrat dhe foljet e njëfjalie duke dëgjuar se si e thonë tëtjerët.Dhe vijmë, kështu, te roli shumë irëndësishëm që u takon tradiciona-lisht nënave arbëreshe dhe në për-gjithësi ngulimeve arbëreshe të Ita-lisë për të mbajtur gjallë gjuhën shqi-pe, duke i dhënë ditë për ditë mo-delin e të folurit arbëresh: në shtëpi,në gjitoni, në kishë, në bar dhe kudoqë të jetë e mundshme.P.sh., në Shën-Marcano, krahina eTarantos, deri para disa kohësh, gatitë gjithë banorët flsinin shqip; ataishin aq krenarë për idiomën e vet,saqë i përqeshnin ata të paktët, krye-sisht bij me jo të dy prindët shën-marcaniotë, që nuk e flisnin...Por sot, ajo krenari shqiptare e dikur-shme është duke humbur, sikundërpo humbet edhe gjuha shqipe.Gjuha është një nga mënyrat më tërëndësishme për të paraqitur në vle-

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rësimin e të tjerëve imazhin e vetpersonal, qoftë për atë që thuhet,qoftë për atë që nuk thuhet (Brown&Levinson, 1978).Gjithashtu, shumica e njerëzve dëshi-ron të ofrojë për veten imazhin enjë personi që ka konsideratë për tëtjerët, duke u mbështetur në faktinse kjo i bën më popullorë: përderisakjo e bën gjuhën një veprimtari mëkooperative, në të cilën të gjithë bëjnëgjithçka për t’i ndihmuar të tjerët përtë mbajtur një imazh të vetin perso-nal.Nëse deri sot, në ngulimet arbëre-she të italisë është ruajtur gjuha shqi-pe (qoftë si la langue qoftë si la pa-role) kjo ka ndodhur vetëm për hirtë një kooperimi adeguat të të gjithëarbëreshëve, të cilët, në rrjedhë tëkaq shekujve, ndonëse në kushte tënjë diaspore shumë të shprishur nëgjithato krahina italiane, kanë dësh-muar shpirt të madh kooperativ përsa u takon përpjekjeve për ta vijuaratë punë të specializuar dhe jo tëlehtë që përfaqëson të folurit e njëgjuhe.Sikundër shihet, qoftë aftësia, qoftëmotivimi në punë janë dashur nëshoqërinë ku jetojnë dhe (në masënnë të cilën ndikojnë mbi veprimta-rinë gjuhësore), mund të përfun-dojmë duke thënë se Sosyri i madhgabonte rëndë kur mendonte se laparole ishte thjesht një veprimtariindividuale, që nuk ka asnjë lidhjeme shoqërinë.

Simboli i aderimit në grup

2. Kur shqyrtojmëë problemin e vle-rësimeve të lidhura me gjuhën duhettë marrim në konsideratë edhe fak-tin se gjuha përdoret edhe sisimbol i adezionit të grupit.Njerëzit e përdorin gjuhën për tëidentifikuar grupimet e veçanta so-ciale të cilave u përkasin (ose të cila-ve do të dëshironin t’u përkasin) dheduhen vlerësuar kështu nga të tjerët,sipas atij vlerësimi që japin të tjerëtpër grupet në fjalë.Psikologët socialë, sidoqoftë, kanëpohuar se njerëzve u pëlqen të men-dojnë se grupi në të cilin bëjnë pjesëështë, së paku për disa aspekte, mëi mirë se grupet e tjera me të cilatmund të krahasohet.Kjo lloj mendësie mund të ndeshetnë shumë shembuj prej bashkësivearbëreshe të Italisë: kudo thuhet seata (burrat arbëreshë dhe gratë ar-bëreshe) janë më të zotët, më tëbukurit, më të fortët në kraha-sim me gjithë të tjerët që i rrethojnë.Sipas sociolinguisticës këtu kemi tëbëjmë me dy kode të kundërta: njëkod “Ne” që është ndërlidhës dhenjë kod “Ata” që është i ndarjes.Nuk është e rastit që ndër arbëre-shët e Italisë janë aq të dendura sh-prehje të tilla: Na jemi arbëreshë,ngë jemi lëtinj; Na jemi njetërshorçje (na jemi ndryshe); Najemi të ndarë, ma jemi arbëre-shë.

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Na jemi gjak arbëresh; Na jemigjak shprishur ka Albania; ka-tundi jonë, gjuha/gjufa/gluha/giljuha jonë etj.Siç thoshte dikur një plakë arbëre-she nga Cerzeto: “Kur dal ka horaime, puru Krishti me duket lëti”(Kur dal nga katundi im,edhe Krishtimë duket italian”.Sigurisht,edhe për sa i përket gjuhës,gjithmonë sipas së njëjtës mendësitë grupit, më e mira është gjuha“jonë’.Arbëreshët e Italisë kanë qenë kre-narë për zakonet e traditat deri nëatë shkallë sa, deri në atë pikësa, tërinjtë e fisit Kapucimati (Këpucëma-dhi) nuk i lejonin moshatarët e tyretë katundeve të afërta, që vinin përtë gjuajtur vajza, të hynin në qen-drën e banimit të tyre, prandaj edhefamiljet e pasura të të huajve qëbanonin në Shën-Marcano mësonintë flisnin gjuhën e “Kastriotit”.Pohimi se njerëzve u pëlqen të men-dojnë se i përkasin një grupi që kavlera pozitive lidhet drejtpërdrejt meparagjykimin gjuhësor.Një nga mënyrat me të cilën njerëzitbinden se grupi i vet është më i mirëse të tjerët është individualizimi nëgrupin e vet të karakteristikave qënë një farë mënyre ngjajnë dukshëmtë parapëlqyeshme (të preferuesh-me) nga ato të grupeve të tjera.Sigurisht, nuk mund të thuhet çdogrup në botë mendon se mënyra etij e të folurit është më e mira, porse

ky është së paku një nga mjetet metë cilin grupi mëton ta rritë pikërishtrespektin ndaj vetes.Diaspora arbëreshe në Itali, por edhe“diaspora e diasporës’, tashmë e shtri-rë në të gjithë Botën, ka dhënë dësh-mi të shumta, në mënyrë që të gji-thë ta dinë se sa i madh është kyparagjykim gjuhësor në çdo katundarbëresh.Besoj se, mbi bazën e atij paragjyki-mi (që unë enkas e kam cilësuar “tëmirë”) do të ketë lindur edhe sh-prehja ”gjuha e zemrës”, që pa-staj është bërë edhe term i sociolin-guisticës në përgjithësi e në të cilëndo të ndalemi pak më gjatë:Për shumë kohë është menduar sekontakti i gjatë ndërmet grupeve tëndryshme dalëngadalë do të silltezhdukjen e veçantive të tyre dhe nëhomologëzimin nga grupi sundues.Realteti etno-linguistik i arbëreshëvetë Italisë gjatë pesë shekujve dësh-mon se sa pritej për homologiziminështë realizuar vetëm pjesërisht dhekanë dalë prirje të reja të papa-rashikuara: kështu nisi të kuptohejse dukuria e etnicizmit është shumëmë e ndërlikuar sesa kishte qenëdukur më parë.Praktikisht, vihen re, gjithmonë e mëshpesh, se ndërsa shtohen mërgi-met ndërrruzullimore të popujve tëndryshëm, proceset e akulturizimittë pjella nga homologizimi mëtojnëtëpohohen diversitete kulturore gjith-monë e më të reja, ndonëse jo gji-

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thnjë në mënyrë të lirshme e tëvetëdijshme.“Grupet etnike riafirmojnë vetvetennë mënyrë përherë e më të vendo-sur.Ato nxjerrin në pah identitetin e tyretë ri kulturor,ndërsa shkohet dukee gërryer identietin e lashtë të tyre.”Në kohët e reja-shton Giacomarra-lëvizshmëria shoqërore dhe territo-riale, po të kufizohemi në aspektemë të dukshme, kanë vënë në krizëveprimin e faktorëve të prejardhjesdhe martesat e përziera fillojnëtë mbisundojnë mbi të tjerat.Gjuhë dhe besime fetare autoktonebashkëjetojnë me gjuhë dhe besi-me të jashtme, duke nxjerrë nëdukje dukurinë e dygjuhësisë e tëdykulturorësisë, që ndryshojnësipas situatave.Përballë hallkave tradicionale (tëgjakut e të kulturës) që “objekti-visht’shenjonin në një grup etnik rolee territore të caktuara, sot zotërojnëfaktorët “subjektivë” që përgjithë-sojnë vetëidentifikimin, të kup-tuar si vetënjohje ndërmejtanëtarëve të grupeve.Historia e ngulimeve arbëreshe-shkruan Mario Bolonjari-është histo-ria e ndeshjeve, kontakteve, shkëm-bimeve, bashkëjetesës dhe etëhuajësimit që çdo pakicë etniko-gjuhësore evropiane ka përjetuar nëkohën moderne, pastaj përfundon:“Për komunitetin arbëresh kjo ështëhistoria e njëqind e njëzet viteve të

fundit: një luftë e pabarabartë, e për-bërë nga qëndresa krenare, por edhenga dështime patetike.Gjuha,dikur e pasur dhepoetike,është deklasuar në rolin eidiomës së ndjenjave dhe marrëdhë-nieve private; zakonet dhe kostumet,dikur përfaqësimtare të vlerave, kanëpërfunduar në mbeturi (relike) tëpërmbajtjes letrare të një shprehjejeartistike të dëshpëruar dhe të egër”.Dhe vijmë këtu, në një tjetër faktortë rendit sociokulturor që mund tëna ndihmojë të shpjegojmë ruajtjene identitetit të arbëreshëve:bashkëjetesa sipas një pakti të pa-deklaruar, por gjerësisht të zbatuar:injorimi i ndërsjellë.

Mospërfillje reciproke

Nuk mund të sjellim këtu gjithë saështë përjetuart e shkëmbyer ngaarbëreshët dhe fqinjët e tyre ven-das.Mjafton të kujtojmë, nga njëra anë,thënien e italianëve për arbëreshët:Se vedi lu gegiu e lu lupu, lasciastare lu lupu e spara llu gegiu.(Nëse sheh ujkun dhe arbëreshin,lëre ujkun e qëllo arbëresheshin). Ngaana tjetër, gjithashtu, arbëreshët tho-shin për italianët fqinjë: “Derk e lëti,mos e këllit ndë shpi se të çan pocee kusi”.(Derrin dhe latinin”italianin” mos eshtjer në shtëpi, se të çan poçe ekusi”).

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Por rënia e numrit të arbëreshëvenë ngulimet e tyre vijon me ritmepërherë e më të shpejta dhe që,nëkata dhjetëvjeçarët e fundit, kjo rë-nie është përftuar nga shumë shkaqe.Ndër to, disa studiues përmendinedhe faktin që jo pake kanë parëgjuhën arbëreshe të të parëve tëvet, si pengesë për përvetësimin emirë të gjuhës italiane.Madje, sipas një hetimi të kryer ngaMario Bolonjari në fillim të viteveshtatëdhjetë të shekullit që u mbyll,del se vlera e gjuhës dhe e gjithçkajeqë ishte shqiptare ishte mjaft e ulët.Sot situata duket se është përmby-sur dhe vetë studiuesit pohojnë sehetimet më të reja japin një tjetërrezultat “po ndryshon tipi i qëndre-sës ndaj invadimit të kulturëszotëruese.ka një qeëndresë që mund ta quajmëautomatika, në kuptimin se mbronkulturën e nënshtruar për hir të asajngarkese kontestuese që ka në vetve-te, pëer vetë faktin se është trashë-gimi e një bashkësie …”Arbëreshët e Italisë, prej kohësh,tashmë, nuk janë vetëm në qendratose ngulimet tradicionale; është vënëre qartë se numri i rezidentëve nëqytete e mëdha, jo vetëm ku gravi-tonin si kryeqendra, si Kozenca, Pa-lermoja, por edhe jashtë, qoftë nëEvropë: Belgjikë, Gjermani, Francë,qoftë në Amerikë, në Australi, nëBrazil etj. Fakti është se, sot, numri iarbëreshëve jashtë ngulimeve tradi-

cionale është shumë më i madh seai i atyre të mbetur.Territoriaiteti, pra, ka rënë nga fuqiasi tregues i idenetitetit.E bukura është se, gjithandej, qoftënë ngulimet arbëreshe të zanafillës,qoftë në “diasporën e diaporës” shu-më arbëreshë të diplomuar e tëshkolluar në universitete, flasin mekënaqësi gjuhën e tyre arbëreshe,të tjerë vetëm e kuptojnë, por ruajnëme fanatizëm fjalorin e gjuhës ar-bëreshe dhe sa herë është rasti janëkrenarë ta përdorin.Po citojmë vetëm disa përfundimerreth binomit: “gjuha e zemrës”dhe “gjuha e bukës”, duke umbështetur në të dhëna të diasprësarbëreshe në Amerikë dhe në qen-dra të tjera të Perëndimit.Për sa u përket aspkteve gjuhësoretë emigracionit, duhet të marrim nëkonsideratë përfundimin e drejtë tëformuluar nga F. Altimari, sipas tëcilit janë thelbësore dy momente:integrimi në arelain e mbërritjes dhereaksioni i kthimit.Emblematike, për këtë situatë tëndryshuar gjuhësore-kulturore qyshnga periudha pas Luftës së DytëBotërore, është historia e një nguli-mi emigrantësh kalabro-arbëreshë,me zanafillë nga Karfici i Katanxa-ros, të shpërngulur në Gjermani, nëLudvigshafen, qysh nga fillimi i vite-ve ’50.Fushat në të cilat dukte ndikimi igjuhës gjermane janë ajo e buro-

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kracisë administrative, e botës sëpunës, e gastronomisë, e jetës fë-minore etj.P.sh. kom bon dumondin e finanzo-mes (kam bërë kërkesën e të ardhu-rave); kom qon te saparkasi (kamqenë në bankë).Nuk mungojnë edhe kalket verevër-tet sintaksore nga gjermanishtja, sip.sh.: jom ammeldartur (kam bërëmatrikullimin sipas gjerm. ich habemichangemeldet).Kjo lloj përzierjeje gjuhësore shqi-po-gjermane që përdoret tani në ni-velin bisedor vetëm në ngulimin kar-ficiot të Ludvigshafenit, me kohë,sikundër thekson Altimari, është eparacaktuar të ndikojë edhe në in-din gjuhsor të bashkësisë origjinare,duke marrë parasysh se 30% e po-pullsisë tërësore të Karficit përbëhetnga emigrantët në Gjermani, të cilëtvazhdojnë të mbajnë lidhje të ngu-shta me vendin o origjinës, ku edhekthehen periodikisht gjatë vitit, merastin e Krishtlindjeve dhe të festaveverore.Kështu, sikundër shkruajnëedhe Abate-Bergman, në Gjermani“gjermanezët heqin dorë nga pjesa(mbizotëruese) “karficiote”, d.m.th.nga modelet e tyre tradicionale tëvlerave, kurse në Karfici, heqin dorënga”pjesa gjermane”, d.m.th. ngamodeli i vlerave të shndërruara”.Për motive të tilla, sikundër e kishteparashikuar prof. Nino Guzzetta,”është real rreziku se zhvillim imëtejshëm i kësaj situate të kontak-

tit, shqipja mund të influencohet ngaitalishtja (po edhe nga gjermanishtja,anglishtja, frëngjishtja etj.) edhe nëstrukturën e saj fonetike e morfolo-gjike, duke u shndërruar në gjuhëtë përzier”.Dhe, në fakt, sipas studimeve të rejatë bëra sipas kërkimeve në vend,qoftë në Gjermani, qoftë në Ame-rikë dhe gjetkë, “gjatë bisedave nëarbërisht, në përputhje me trajtimine argumenteve të caktuara, folësitnë fjalë kalojnë nga njëri varietet irepertorit në tjetrin, që zbulojnë njëpërdorim më të gjerë ose që anojnënga një tip i lidhjeve dhe një tërësiinteresash krejt të ndryshme nga atotë lidhura me arbërishten: regji-strohen, pra, fenomene të code-swiching e code-mixting”.Ditë për ditë gjuha na e dëshmonkëtë valëzim të pozicioneve: “code-swiching” e “code-mixting”, duke ski-cuar kryqëzimin a gërshetimin in-stancave gjuhësore dhe psikologjiketë këtij realiteti të rikrijuar.Si përfundim, dëshiroj të shtoj se,nëse trashëgimia historike, gjuhësoredhe letrare e arbëreshëve është sote njohur dhe e vlerësuar gjithmonëe më shumë në kontekstin jo vetëmitalo-shqiptar, por edhe evropian ebotëror, mund të themi se një rolnxitës e ndërmejtësues mjaft të rën-dësishëm në këta dhjetëvjeçarët efundit kanë luajtur kongreset e In-stitutit albanologjik të Universitetit tëPalermos, që janë organiuar çdo vit

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për meritat e prof. Antonino Guxetësdhe nxënësit të tij prof. Mateo Man-dalà, si dhe seminaret shkencore tëUniversitetit të Kalabrisë, që organi-zohen çdo dy vjet nga prof. F. Alti-mari.Jemi të sigurtë se, në të ardhshmen,duhen ndërmarrë studime e kërki-

me të mëtejshme për të fiksuar njëtrashëgimi shumë të rëndësishmekulturore e gjuhësore siç ështëpikërisht diaspora arbëreshe në Italidhe në Botë.Ngulimet arbëreshe në Itali paraqe-sin interes të madh në fushën e al-banologjisë.

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