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AGENDA GIUSTIZIA

L’Italia della legalità e della giustizia, condizione del vivere civile e della crescita economica, è un capitolo prioritario dell’agenda Monti. Le imprese straniere hanno indicato il funzionamento del sistema giudiziario come uno dei fattori determinanti nella scelta della localizzazione degli investimenti, così come lo è nella scelta delle imprese italiane di non delocalizzare. Di seguito sono indicate le misure che dovranno essere attuate nel corso della prossima legislatura. 1. LA GIUSTIZIA CIVILE

• Per rendere la giustizia civile più rapida e vicina alle esigenze del cittadino occorre completare il processo di riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.

• Bisogna proseguire e intensificare il processo di informatizzazione degli uffici giudiziari, sia completando la rete che allargandone il campo di operatività e assicurando una adeguata formazione a tutto il personale.

• Occorre monitorare il funzionamento dei Tribunali delle imprese, per verificarne le ricadute organizzative e l’utilità di un possibile ampliamento delle materie di specializzazione;

• È necessario realizzare una riforma organica della magistratura onoraria, punto di riferimento importante per la giustizia civile.

• Per accelerare i processi, occorre affrontare il peso dell’arretrato e quindi incidere più direttamente sulla durata dei procedimenti, attraverso la costituzione di una task force che coinvolga le Corti d’Appello e la Cassazione.

• Realizzare una revisione della normativa sulla mediazione obbligatoria: la mediazione rappresenta uno strumento importante per alleggerire la giustizia tradizionale, come mostrano esperienze europee – in sistemi giudiziari simili al nostro - da cui sono state mutuate le linee di fondo della nostra disciplina.

 

• Proponiamo di verificare la possibilità di ulteriori semplificazioni dei procedimenti e delle impugnazioni; questo a seguito di un attento monitoraggio del funzionamento del filtro in appello e di quello in Cassazione, tenendo conto che questi rappresentano oggi i veri “colli di bottiglia” dell’intero sistema;

• È necessario rivedere le procedure esecutive per assicurarne uno snellimento e una maggiore efficacia: va anzitutto verificato il funzionamento della fase dell’esecuzione nelle diverse aree del Paese, per evidenziare criticità specifiche, valorizzando l’uso degli strumenti informatici e ripensando la figura dell’ufficiale giudiziario per valorizzarne poteri e responsabilità.

• Riteniamo che vada rafforzata l’ interazione con tutti gli organismi internazionali che svolgono attività di monitoraggio sui sistemi giustizia dei vari paesi e ne valutano le performance.

2. LA GIUSTIZIA CIVILE E’ indispensabile ridurre la durata del processo: l’Italia è stata condannata più volte a questo riguardo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Varie strade devono essere percorse contemporaneamente per migliorare la situazione.

• Snellire i processi conciliando l’obbligatorietà dell’azione penale con una ragionevole durata del processo, tenendo conto che l’elevato numero di fattispecie penali ha generato un eccessivo carico processuale.

• Introdurre una riforma della prescrizione con l’obiettivo di superare gli elementi di irrazionalità contenuti nell’attuale disciplina, contemperando le esigenze di accertamento dei reati con il rispetto rigoroso dei diritti fondamentali del cittadino sottoposto a processo.

• È necessaria una robusta attività di depenalizzazione, revisionando il catalogo dei reati, nella logica di giungere, a certe condizioni, ad un sistema “a doppio livello”, articolato su di un binario amministrativo a un primo stadio, e un binario penale solo per violazioni di gravità elevata.

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• Occorre accompagnare la legge anti-corruzione, con una disciplina più

incisiva dei “reati satellite”, che si collocano a monte e a valle del fenomeno corruttivo. In questa prospettiva si inseriscono:

o l’introduzione dell’auto-riciclaggio : l’obiettivo è incriminare il reimpiego di capitali illeciti nel circuito economico da parte degli stessi autori del reato presupposto (ovverosia della fattispecie da cui deriva l’utilità illecita); si tratta di un intervento importante perché rafforza la lotta alle forme di criminalità organizzata e economica

o una revisione dell’attuale disciplina del falso in bilancio e ulteriori possibili interventi per meglio coniugare lo statuto penale delle società con gli orientamenti in materia di governo societario provenienti dalla Commissione Europea e dalle migliori best practices europee.

• E’ necessaria una più robusta disciplina sulla prevenzione del conflitto

di interesse . Crediamo inoltre importante l’introduzione di una disciplina sulla attività di lobby , come già accade in molti paesi europei, che concorrerebbe a delineare con maggiore precisione i confini tra attività legittima di rappresentazione di interessi e comportamenti di illecita influenza sui pubblici poteri.

• Riteniamo debba rivedersi la disciplina penale in tema di scambio elettorale politico-mafioso di modo da incriminare lo scambio che abbia ad oggetto non solo l’erogazione di denaro contro la promessa di voti ma anche la corresponsione di altre utilità. Si rafforzerà così il contrasto ai fenomeni di contiguità tra mafia e politica, plasmando l’incriminazione sulla realtà criminologica di tali fenomeni. Siamo favorevoli ad una revisione del diritto penale fallimentare con l’obiettivo di armonizzare la disciplina penale alla riforma del diritto sostanziale, anche alla luce delle ulteriori recenti modifiche apportate nel corso di quest’anno.

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• È necessario ridefinire l’assetto complessivo di disciplina in materia

tributaria, nel segno della effettività e della certezza. Si tratta di un intervento chiave nella prospettiva della crescita e tale da porre il nostro ordinamento in linea con quello degli altri paesi europei, offrendo un chiaro quadro normativo di riferimento a imprese e contribuenti che intendano operare in Italia.

• Si dovrà intervenire anzitutto sul versante del diritto sostanziale, per semplificare e rendere meno burocratico il rapporto tra fisco, cittadini e imprese e, dall’altro, rivedere la disciplina “penale tributaria” con l’obiettivo di favorire la lotta all’evasione fiscale.

Per un serio contrasto ai fenomeni di evasione e frode fiscale è necessario perseguire una azione integrata che consenta la tracciabilità dei flussi finanziari illeciti e, nel definire con maggiore chiarezza i limiti dell’ambito penale, assicuri effettività al sistema sanzionatorio.

• La normativa italiana in materia di responsabilità

amministrativa/penale degli enti (decreto legislativo n. 231/2001) rappresenta un modello tra i più avanzati nel panorama internazionale in materia. Occorre tuttavia razionalizzare la tipologia dei reati per i quali è prevista la responsabilità delle società e avviare un percorso di standardizzazione dei modelli di organizzazione che consenta alle imprese virtuose di poter fare affidamento su chiare condizioni di esonero da responsabilità.

• Proponiamo una revisione della disciplina in materia di

diffamazione con un giusto bilanciamento tra il diritto-dovere di informare e il diritto di ciascun cittadino al rispetto della propria reputazione e dignità. Un ruolo centrale va dato da un lato alla rettifica, dall’altro al ruolo degli organismi interni dell’Ordine, rafforzandone il potere di vigilanza e consolidando il sistema delle sanzioni disciplinari.

3. PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE DELLE CARCERI Va proseguita e intensificata l’attività volta a migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri, che hanno ormai raggiunto un livello di affollamento inaccettabile, attraverso interventi infrastrutturali e normativi, quali:

 

• Misure alternative e depenalizzazione: la soluzione della ‘questione

carceraria’ passa necessariamente attraverso una azione sinergica che tocchi le leve della depenalizzazione e della sanzioni alternative al carcere.

• La depenalizzazione dovrà seguire sia la linea della abrogazione di reati minori o della loro trasformazione in illeciti amministrativi che la previsione di meccanismi di deflazione del sistema penale fondati sul ricorso a vie alternative alla celebrazione del processo penale rispetto a fatti di scarso contenuto offensivo.

• L’intervento sul sistema sanzionatorio dovrà riguardare: l’ampliamento del catalogo delle pene principali (con l’introduzione di pene detentive non carcerarie); la previsione di ipotesi di sospensione del processo condizionate allo svolgimento di lavoro di pubblica utilità e alla sottoposizione ad un programma di reinserimento dell’imputato; il potenziamento delle misure alternative alla detenzione già oggi previste in sede esecutiva;

• La compiuta realizzazione del piano per l’edilizia carceraria; • La prosecuzione dei progetti di natura organizzativa finalizzati a ridisegnare

le modalità custodiali, valorizzare l’attività trattamentale, ottimizzare l’impiego delle risorse umane.

4. ALTRE MISURE PER LA CRESCITA In questo ambito va innanzi tutto monitorata l’implementazione delle riforme già realizzate, proseguendo in un percorso di liberalizzazione adeguata dei mercati dei servizi professionali, di riqualificazione degli operatori e di semplificazione dei processi. Occorre pertanto:

• monitorare le riforme sulle professioni per verificare eventuali necessità di aggiustamento, anche nella prospettiva di accogliere i suggerimenti provenienti dalle istituzioni europee, orientati ad una sempre maggiore apertura dei servizi professionali alle istanze concorrenziali e di trasparenza;

• valutare la necessità di rivedere le modalità di accesso alle professioni (in particolare forense e giornalistica su cui vi è già stata ampia riflessione), al fine di valorizzare competenze e qualità;

• monitorare ed eventualmente adattare la disciplina della Srl semplificata (unificandola eventualmente con quella della Srl a capitale ridotto)

• introdurre una disciplina delle garanzie mobiliari senza spossessamento – mutuando le esperienze di paesi europei con sistemi giuridici comparabili al nostro - con l’obiettivo di agevolare l’accesso al credito.

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