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PAGINA 14 — Mercoledì 5 Aprile 2006 - N. 13 IL SOLE-24 ORE CENTRONORDPROFESSIONI E LAVORO

Alla fine dello scorso anno, con lapubblicazione del rapporto tecnicoUni/Tr 11175, documento a carattere

informativo, l’Uni ha dato un’ulteriore rispo-sta all’esigenza conoscitiva sul tema delleprestazioni acustiche degli edifici, fornendoal mercato una guida nazionale alla normaeuropea Uni En 12354 che si occupa propriodella valutazione di tali prestazioni.

Città rumorose. L’Organizzazione mon-diale della sanità ha individuato, come so-glie di sicurezza acustica, 65 decibel di gior-no e 55 di notte. Livelli superiori di esposi-zione possono provocare stress e danni ex-trauditivi, mentre al di sopra degli 80 deci-bel si possono determinare danni permanen-ti al sistema uditivo. Dai rilievi effettuati daLegambiente, du-rante la campagna"treno verde" del2005, Roma, Pisa ePalermo sono risul-tate le tre città piùrumorose d’Italia;livelli di decibel su-periori ai limiti so-no stati registrati inogni città in cui iltreno ha fatto tap-pa. A Pisa il valorepiù alto rilevato du-rante il giorno è sta-to di 68,4 decibel,mentre il valoremassimo notturnoè stato di 72,7 deci-bel, paradossalmen-te più elevato deivalori diurni. Nonva tanto meglio aFirenze, con viaSpartaco Lavagninitra le strade più ru-morose d’Italia con74 decibel. La prin-cipale fonte di in-quinamento acusti-co nelle aree urbane è rappresentata, comeintuibile, dal traffico stradale.

Qualità di vita. Dai dati Istat del censi-mento 2001, in Toscana si contano più di750mila edifici, che rappresentano quasi il6% del totale nazionale, per una media di 33edifici per chilometro quadrato. La qualitàdi vita all’interno di un edificio dipendeanche dalle condizioni acustiche che in essosi vengono a creare. Poiché non è possibileintervenire sulle sorgenti esterne per ridurnel’emissione sonora, l’ottenimento di condi-zioni acustiche tali da rendere l’ambienteinterno acusticamente confortevole può rea-lizzarsi solo agendo sulle componenti edili-zie dello stesso. Data la complessità degliaspetti fisici e tecnici dell’acustica in edili-

zia, la previsione del risultato acustico finaledi una certa soluzione costruttiva deve neces-sariamente passare attraverso la progettazio-ne acustica dell’edificio, sviluppata sia me-diante modelli di calcolo sia mediante solu-zioni tecniche basate su dati sperimentali.

Legislazione e norme tecniche.Il Decreto del Presidente del Consiglio

dei ministri del 5 dicembre 1997 "Determi-nazione dei requisiti acustici passivi degliedifici" stabilisce che devono essere rispetta-te alcune prestazioni acustiche: isolamentoacustico delle pareti di facciata e fra diffe-renti unità immobiliari; isolamento al calpe-stio degli ambienti sovrapposti; isolamentoacustico delle facciate, intese come insie-me di elementi di tamponamento e di ele-

menti finestraticomplessi; livellodi emissione degliimpianti domestici(sanitari, idraulici,altri).

Inoltre, la diretti-va 89/106/Cee del21 dicembre 1988,concernente i pro-dotti da costruzio-ne, richiede che iprodotti garantisca-no il rispetto di de-terminati requisitiessenziali di sicu-rezza, fra i qualianche la protezio-ne dal rumore.Conseguentementei progettisti devo-no poter disporredi criteri che con-sentano loro di ri-spettare, sulla basedelle caratteristi-che dei prodotti uti-lizzati e delle tec-nologie costruttivescelte, i requisiti

acustici che le norme cogenti hanno fissato.L’Uni/Tr 11175 costituisce un valido aiu-

to in tal senso, descrivendo i calcoli e lesoluzioni tecniche da seguire per otteneredeterminati risultati. L’approccio di base èquello più generale possibile per scopi pro-gettuali ed è basato su grandezze acusticheche specificano le prestazioni dei componen-ti edilizi e le prestazioni dell’edificio. I re-quisiti di un ambiente sono pertanto formula-ti sia stabilendo un valore minimo delleprestazioni acustiche, tanto dell’edificio chedei suoi componenti, sia individuando unlivello massimo di rumore ammissibilenell’ambiente stesso.

ROBERTO BOTTIO

www.uni.com

La certificazione dei con-tratti di lavoro e di appal-to diventa ora una nuo-

va opportunità per il territorio.Questa la novità introdotta

dalla legge finanziaria per il2006, in modifica della Rifor-ma Biagi, che attribuisce aiconsulenti del lavoro la facol-tà di costituire commissionidi certificazione.

La certificazione è una pro-cedura diretta a diminuire ilricorso al giudice del lavoro ead aumentare il tasso di effet-tività del nostro diritto del la-voro e, per questa vocazione,una maggiore diffusionedell’istituto non potrà che pro-durre effetti benefici perl’economia del territorio.

Gli Ordini provinciali deiconsulenti del lavoro, nell’am-bito territoriale diriferimento, posso-no certificare con-tratti di lavoro e fa-re consulenza e as-sistenza alle particontrattuali. Posso-no anche conclude-re convenzioni percostituire una com-missione unitariadi certificazione as-sieme agli altri or-gani di certificazio-ne: enti bilaterali,Direzioni provin-ciali del lavoro, province,università pubbliche e priva-te, Fondazioni universitarie,ministero del Lavoro e dellepolitiche sociali.

I datori di lavoro e i lavora-tori che desiderano certificareche il contratto che stipulanocoincide con la loro volontà,e quindi le loro esigenze, po-tranno quindi rivolgersi an-che alle commissioni pressogli Ordini dei consulenti dellavoro competenti.

Questo nuovo compito con-sentirà agli operatori economi-ci del territorio di poter certifi-care i contratti in modo daagire con la tranquillità dioperare nel pieno rispetto del-le regole, impedendo quindi

azioni immediatamente san-zionatorie da parte degli orga-ni ispettivi. Non solo. Questaopportunità era offerta già dal-la presenza di altre commis-sioni di certificazione, qualile Direzioni provinciali del la-voro e le Università. Ora, conle commissioni presso gli Or-dini dei consulenti del lavo-ro, sarà possibile avere unacontinuità tra l’attività di con-sulenza e la certificazione,consentendo una maggiorediffusione di un istituto chenon è ancora entrato a pienoregime (si veda l’inchiestapubblicata sul n. 48/2005 delBollettino Adapt, in www.csmb.unimo.it).

In questa direzione e perconsentire alla certificazionedi decollare e, allo stesso tem-

po, di coordinareed uniformare l’atti-vità delle Commis-sioni anche attraver-so l’adozione di pro-tocolli condivisi, ilministero delle Poli-tiche sociali e l’Or-dine nazionale deiconsulenti hannostipulato, il 31 mar-zo, un protocollod’intesa diretto a de-terminare il quadrodi regole e le proce-dure cui dovranno

attenersi i singoli Ordini pro-vinciali per la costituzione del-le commissioni.

Attesa quindi la volontàdei soggetti coinvolti al radi-camento dell’istituto, si trattaora di vedere quale rispostaverrà dai territori. Rispostache dovrebbe tener conto del-le annunciate verifiche, daparte dei servizi ispettivi e divigilanza, nei confronti, in-nanzitutto, dei contratti chenon siano stati oggetto di cer-tificazione. Annunci degli or-gani politici del ministero, au-spicati anche tra gli addetti ailavori, ma che, fino ad ora,non si sono trasformati in unachiara direttiva ministeriale.

LUIGI [email protected]

Dai professionistil’ok sui contratti

Il mondo della formazione edell’istruzione, nel Centro-Nord, ha rivolto allo strumen-

to della certificazione un’attenzio-ne apprezzabile.

Secondo gli ultimi dati Sincert(aggiornati al 31 gennaio 2006),delle 5.620 certificazioni rilascia-te in Italia per il settore EA 37"Istruzione", 1.082 (pari al19,2%) riguardano istituzioni edenti di formazione del Centro-Nord: 643 sono in Toscana, terzaa livello nazionale per numero diattestazioni rilasciate (+137,3%in dodici mesi); 283 in Emilia-Ro-magna (sesta in Italia); 87 in Um-bria e 69 nelle Marche.

«Molte organiz-zazioni che eroga-no formazionehanno visto nelmodello Iso 9001un valido strumen-to per iniziare unprocesso di valuta-zione della pro-pria organizzazio-ne, in particolarein termini di effi-cienza nella ge-

stione dei processi interni e diefficacia del servizio erogato»,spiega Daniele Cabutto, marke-ting manager dell’organismo dicertificazione Cermet.

Non è dunque un caso se, adifferenza di altri settori, le certifi-cazioni rilasciate nel segmentodell’istruzione, nel Centro-Nordcome nel resto del Paese, sonotutte relative ai sistemi di gestio-ne della qualità. Il punto di riferi-mento sono gli standard interna-zionali contenuti nella norma Iso9001, alla quale, nei tempi piùrecenti, hanno rinviato numeroseriforme nazionali e regionalisull’istruzione pubblica e priva-ta. Non è quindi un caso se losviluppo più significativo dellacertificazione, in questo ambito,è avvenuto soprattutto negli ulti-mi tre anni.

In questa prospettiva occorreoperare una distinzione tra gliistituti scolastici tradizionali di

ogni livello e grado, sia pubbliciche privati, e gli enti di formazio-ne professionale che hanno usu-fruito di un sostegno finanziarioimportante grazie all’accesso, at-traverso le Regioni, al Fondo so-ciale europeo.

In particolare per i secondi, co-me sottolinea Gabriele De Simo-

ne, responsabile dell’ufficio tecni-co dell’organismo di certificazio-ne Cisq-Cert, il percorso per l’ac-cesso ai finanziamenti è passatoattraverso un meccanismo di ac-creditamento, per il quale molteRegioni, in particolare nel Centro-Nord, hanno evidenziato dei requi-siti che facevano riferimento, ap-

punto, alla norma Iso 9001. «Lescelte operate dalle amministrazio-ni di Emilia-Romagna, Toscana,Umbria e Marche sono state diffe-renti tra loro — spiega De Simo-ne — e, sebbene non abbiano re-so la certificazione Iso 9001 unrequisito cogente per l’accredita-mento, a differenza di quanto è

successo ad esempio in Lombar-dia, hanno, di fatto, agevolato leaziende che ne fossero in posses-so, riconoscendone il valore».

A questo si aggiungono, secon-do De Simone, due aspetti chehanno inciso sulla diffusione del-la pratica della certificazione: inprimo luogo, la presenza di requi-siti di accreditamento facenti rife-rimento diretto alla norma Iso9001 ha sollecitato gli enti, cheancora non lo avevano fatto, aconsiderare con maggiore atten-zione la strada dell’implementa-zione di un sistema di gestionedella qualità e della sua relativacertificazione: in secondo luogo,le Regioni, in particolare Emilia-Romagna e Toscana, hanno sapu-to dare un sostegno importanteallo sviluppo della certificazioneattraverso iniziative di ampiospettro, sia di formazione deglioperatori, sia di sostegno finan-ziario, sia, infine, di sviluppo dispecifici strumenti software e dinetwork di conoscenze che age-volassero gli enti che intendeva-no adottare, appunto, gli strumen-ti manageriali propri di un siste-ma di gestione della qualità.

Il percorso per la certificazio-ne degli enti e istituti di forma-zione e istruzione comporta infat-ti alcune complessità specifiche.Nell’opinione di Mauro Moro,responsabile formazione di Cer-met, la maggiore criticità risiedenell’avere evidenze oggettive si-gnificative sulle capacità delleorganizzazioni di tenere sottocontrollo il processo di progetta-zione didattica.

«A queste si aggiungono — af-ferma Moro — le difficoltà, daparte dei docenti, a definire criteridi valutazione degli utenti, in mo-do omogeneo e coerente, nonchéla necessità di monitorare l’effica-cia e la qualità della docenza ri-spetto agli obiettivi formativi defi-niti in fase di progettazione», conun impatto inevitabile sui proces-si di gestione del miglioramentodell’efficienza organizzativa.

A CURA DIPIETRO CATANIA

FERRARA 1 Un geologo che ha biso-gno di dati per uno studio, un imprendi-tore che ha intenzione di acquistareterreno per la propria attività, un agri-coltore che desidera far scavare un poz-zo. Se sono interessati al territorio fer-rarese, non hanno problemi: possonoconnettersi al sito dell’Associazione ge-ologi della provincia di Ferrara e otte-nere queste e tante altre informazioni.Con una tecnologia che è alla portatadi tutti, anche dei semplici cittadini, èinfatti possibile scoprire le caratteristi-che geologico-ambientali di un qualsia-si punto dell’area provinciale.

All’indirizzo www.assogeologi.it so-no disponibili carte e mappe che forni-scono un’enorme quantità di dati: quotealtimetriche, suoli, geologia, geomorfo-logia, litologie di superficie (costituzio-

ne delle rocce), stratigrafie (variazionidella natura dei terreni secondo la pro-fondità). E ancora: caratteristiche chimi-che e fisiche delle acque di falda. Lecartine messe in rete sono realizzatesulla base della cartografia tecnica dellaregione, quindi in linea con le esigenzeprofessionali di chi lavora nel settore.Inoltre le mappe sono in formato digita-le e così i geologi ferraresi dell’associa-zione possono apportare qualsiasi modi-fica in tempo reale garantendo un ag-giornamento costante della situazione.

Ciò è possibile grazie a Gis (Geo-graphic information systems), Sistemi

informativi territoriali che permettonodi elaborare immagini e dati ad essecollegati. Evidenziando un punto dellamappa è possibile conoscere tutte le

informazioni relative sulla base dellecoordinate geografiche. Così, ad esem-pio, si riescono a registrare le concentra-zioni degli inquinanti presenti nelle ac-

que di falda. E non solo: si ha anche lapossibilità di fare una comparazionecon i valori misurati nello stesso perio-do in altri pozzi della zona. Alla fine sulmonitor del computer sono disponibili ilivelli di inquinamento della falda freati-ca nell’arco dell’anno.

Per collegarsi basta un normale pc ela connessione a Internet, si possonoconsultare le mappe a qualsiasi ingrandi-mento, eseguire interrogazioni sui dati.«In Italia settentrionale — afferma Raf-faele Brunaldi, presidente dell’associa-zione — siamo stati i primi, alcuni annifa, a pensare a un’applicazione del gene-

re. L’idea è venuta a due nostri associa-ti che hanno utilizzato un bando dellaRegione con il quale hanno coperto il40% delle spese, che ammontavano acirca 35mila euro». Per arrivare allarealizzazione del progetto i geologihanno coinvolto un pool di partner:oltre alla Regione Emilia-Romagna, an-che la sezione provinciale dell’Arpa, laProvincia e il Comune di Ferrara, laCassa di Risparmio di Ferrara e larelativa Fondazione. L’Associazionegeologi raggruppa una quarantina traprofessionisti, neolaureati e studentiuniversitari; in Emilia-Romagna gliiscritti all’Ordine dei geologi nel 2004erano 871, 65 di questi risiedevano nelterritorio ferrarese e quest’anno hannoraggiunto la settantina.

DOMENICO ALLOCCA

F I N A N Z I A M E N T I

PERUGIA 1 Si aprono nuove op-portunità di lavoro per tutti i tecni-ci competenti in materia di acusti-ca ora che la seconda commissio-ne del Consiglio regionaledell’Umbria, accogliendo le istan-ze congiunte degli Ordini degliarchitetti e degli ingegneri umbri,cui ha fatto seguito il disegno dilegge proposto dalla Giunta loscorso 22 febbraio, haapprovato la modificadell’articolo 15 dellala legge regionale8/2002 in materia di in-quinamento acustico.

In base al provvedi-mento, che sarà appro-vato dall’aula nella se-duta del 19 aprile, ilprogetto acustico, rela-tivo a nuove costruzioni o a quel-le riguardanti gli interventi di ri-strutturazione urbanistica dovràessere redatto, come recita il te-sto di modifica, «da un tecnicocompetente in acustica ambienta-le o da un tecnico abilitato allaprogettazione edilizia del fabbri-cato oggetto dell’intervento»

In altri termini, spiega MarcoTrinei, responsabile dell’area in-quinamento acustico presso la Di-rezione regionale ambiente e ter-ritorio, «il testo di modifica pre-vede che le competenze per lapredisposizione del progetto acu-stico vengano riconosciute nonpiù solo ai tecnici competenti inacustica, (Tca), circa un centina-

io, come era fino adoggi, ma anche ai pro-gettisti delle parti strut-turali, vale a dire adingegneri, architetti,geometri ecc.»

La Regione, ai sen-si della legge quadro477/95, che individuaper prima la figura deltecnico competente in

acustica (Tca), aveva infatti stabi-lito, per regolare l’iscrizione deiTca all’elenco regionale, precisicriteri di valutazione che impon-gono, così come previsto propriodalla 477, «un’ esperienza nonoccasionale nel campo dell’acu-stica ambientale (esercitata soloin collaborazione con tecnici giàdichiarati competenti) da almeno4 anni se diplomati e da almeno2 anni se laureati o titolari didiploma universitario».

Secondo Trinei, questo mecca-nismo è risultato complesso e «ha

prodotto una strozzatura, poiché itecnici abilitati, cui rimangono tut-tavia le competenze previste dalregolamento del 2004, sono anco-ra pochi rispetto alle esigenze delmercato, pertanto, abbiamo ritenu-to opportuno eliminare quest’areaesclusiva di competenza».

Esultano architetti e ingegneri«Così come formulata — puntua-

lizza Maria Carmela Frate, pre-sidente Ordine degli architetti del-la provincia di Perugia — la leg-ge penalizzava troppo le preroga-tive degli architetti (e degli inge-gneri) che per loro formazionepossiedono le competenze per af-frontare gli aspetti tecnici connes-si alla progettazione di un edifi-cio. A luglio del 2005 l’elenco

regionale degli esperti in posses-so dei requisiti previsti dalla leg-ge regionale comprendeva solo78 nominativi, tra cui 2 architettie 43 ingegneri. Anche la compro-vata esperienza continuativa inmateria di acustica ambientale(due anni per i laureati) apparivadi difficile dimostrazione. Talemodifica - in linea anche con ilparere di Paolo An-derlini, presidente del-la commissione acusti-ca presso l’Ordine de-gli ingegneri della pro-vincia di Perugia - ap-pare perciò un’oppor-tuna e necessaria preci-sazione per svolgere apieno titolo anche que-sta prestazione».

Immediata la replica dei tecni-ci competenti in acustica. «Ilprovvedimento — protestano gliinteressati — costituisce una re-gressione rispetto a quanto previ-sto dalla legge 8/02 e dal regola-mento 1/04, in quanto rispettiva-mente gli articoli 15 e 16 stabili-scono l’esclusiva competenza deiTca nel progetto acustico, ma,soprattutto, si pone in contrastocon il Dpcm del ’97 il quale con-templa per le verifiche della pro-gettazione comprovata esperien-za ed il ricorso a specifica stru-

mentazione (fonometro) appan-naggio esclusivo dei Tca».

A questo punto - è il quesitoposto dai tecnici abilitati - secon-do quale criterio professionistiprivi dei requisiti suddetti potreb-bero redigere il progetto acusti-co? Secondo i tecnici, non è suffi-ciente, come sottolinea la norma-tiva nazionale, essere in possesso

di un diploma superio-re ad indirizzo tecnicoo di una laurea in ma-terie scientifiche, maoccorre dimostrareun’esperienza di 4 an-ni per i diplomati e 2anni per i laureati. Glistessi si chiedono co-me le istituzioni possa-no avallare una simile

richiesta che conduce inevitabil-mente ad una svalutazione dellafigura professionale delle catego-rie abilitate alla progettazione edi-lizia, togliendo quel valore ag-giunto rappresentato fino ad oggidalla figura del Tca.

ALESSANDRA RADICIONI

CERTIFICAZIONE 1 I riconoscimenti nel Centro-Nord rappresentano il 19,2% del totale italiano

Oltre mille le scuole con il «bollino»Negli ultimi tre anni forte aumento di richieste dagli enti formativi per la gestione della qualità

Le personeabilitate

oggi sonoun centinaio

Il 19 aprileè previsto

il voto finalein aula

Disponibili anche i datisulla falda e sulla stratigrafia

CENTRO STUDI MARCO BIAGI a cura di ADAPT

Y Le norme di riferimento. In aggiunta alrapporto tecnico Uni/Tr 11175, le norme diriferimento sono le tre parti della Uni En 12354che riguardano la valutazione delle prestazioniacustiche degli edifici a partire dalle prestazionidei prodotti, che approfondiscono l’isolamentodal rumore per via aerea tra ambienti, quello alcalpestio e l’isolamento acustico contro ilrumore aereo dall’esterno. Queste norme fannopoi riferimento alle norme della serie Uni EnISO 140, che riguardano la misura delleprestazioni acustiche degli edifici. Infine, le dueparti della Uni En ISO 717 sulla determinazionedella valutazione dell’isolamento acustico inedifici ed elementi di edificio.

Tecnici acustici. In Umbria nessuna esclusiva a loro vantaggio

Il rapporto tecnico Uni/Tr 11175contiene le indicazioni sull’argomento

La validazionedegli accordi

di lavoropunta a ridurre

il ricorsoal giudice

Toscana terzanella classificanazionaledegli attestati

N O R M A T I V A T E C N I C A a cura dell’ Uni - Ente nazionale italiano di unificazione

Non è un segreto per gli operatori della forma-zione che con l’allargamento dell’Europa ifinanziamenti del Fondo sociale europeo nel

nostro Paese sono destinati a subire una drasticariduzione. E il rischio di conseguenze negative sulricorso alla certificazione nel settore dell’istruzione èavvertito in maniera abbastanza diffusa.

Questi allarmismi non sono però condivisi dalSincert (il Sistema nazionale per l’accreditamentodegli organismi di certificazione e ispezione). «Sia-mo consapevoli — spiega Emanuele Riva, responsa-bile per il Sincert dell’accreditamento degli organi-smi che intendono operare nel settore — che, nelbreve periodo, ci sarà presumibilmente una flessionedel dato relativo alle certificazioni attive, ma il feno-meno avrà, a nostro giudizio, caratteristiche congiun-turali, non strutturali».

Si tratta di un giudizio autorevole, essendo ilSincert l’organismo che, attraverso il meccanismodell’accreditamento, è posto a garanzia a livello na-zionale della qualità dell’operato degli organismi dicertificazione che aderiscono al sistema, offrendocriteri costanti di applicazione delle norme e traspa-renza nell’operato di tutti gli attori del sistema italia-no della certificazione.

Per comprendere correttamente le prospettive disviluppo della certificazione nel settore dell’istruzio-ne e della formazione occorre, secondo Riva, tenerepresenti alcuni fatti. Innanzitutto, bisogna considera-re che il conseguimento della certificazione richiedeun percorso impegnativo, che stimola chi è riuscitoad ottenerla a valutare seriamente l’opportunità delsuo mantenimento anche in futuro.

Se un impatto ci sarà a seguito della riduzionedella disponibilità di finanziamenti Fse, questoinvestirà, prevalentemente, tutti quegli organismiche spesso sono nati proprio attorno al Fondosociale e che non hanno poi saputo sviluppareadeguatamente un’attività privata. Ma, sebbenenon esista un dato specifico, secondo l’opinione diRiva, tali organismi rappresentano una quota mar-ginale rispetto a tutti quelli che in questi anni sonoapprodati alla certificazione.

«Bisogna anche tenere presente — precisa Riva —che soprattutto le strutture più piccole, che si sonocertificate magari inizialmente per accedere a unbando regionale, avranno un forte incentivo a mante-nere la certificazione come elemento di visibilità,riconoscibilità e differenziazione rispetto ad altri ope-ratori che insistono sul medesimo territorio».

Linee guida su misuraper edifici più silenziosi

Il Sincert non teme il calo di aiuti Fse

(Cor

bis)

UMBRIA 1 Al rush finale l’approvazione della riforma che affida ai progettisti i poteri di verifica sugli edifici

Tecnici acustici privi di esclusivaIngegneri e architetti soddisfatti ma gli operatori ritengono illegittimo l’atto della Regione e annuciano proteste

(Réa

)

EMILIA-ROMAGNA 1 I geologi mettono in Internet le cartografie

Ferrara, territorio senza segreti

Regione 31 genn.2005

31 genn.2006

Emilia-Romagna 284 283Toscana 271 643Marche 64 69Umbria 81 87CENTRO-NORD 700 1.082TOTALE ITALIA 4.578 5.260

Le patentiCertificazioni nel settore Istruzione nelCentro-Nord

Fonte: Sincert

Il quadroLe regole per le prestazioni acustiche degli edifici