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RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MODA CULTURA COPIA GRATUITA - Anno 5 - N. 10 - Novembre - Dicembre 2009 - Tiratura copie 20.000

MENICHELLI MENICHELLI

RICHARD GERE

Il fascino?

È una questione di stile

RICHARD GERE

Il fascino?

È una questione di stile

I transessuali, ovvero l’attenzione negata dal partner

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Direttore Responsabile

Mara Parmegiani

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Marco Alfonsi, Costanza Cerìoli,

Isabella De Martini,

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Gossip, gossip e ancora gossip. Sembra

che non se ne possa più fare a meno,

che sia internazionale o appartenga a

qualche tormentone nostrano. Incre-

mentala tiratura di numerose riviste

destinate ad un lettore particolarmen-

te interessato a conoscere le nuove vi-

cende dei personaggi dello spettacolo,

delle top model e di tutti coloro che a

causa dei propri ruoli sociali sono sulla

cresta dell’onda. Come dire, I neuroni hanno preso un’altra stra-

da. Ciò che più mi sconcerta è il ruolo ricoperto dalle “donne” in

queste vicende. Un esercito di aspiranti meteorine, letterine, “ra-

gazze

immagine”, “escort”, mostrano lo specchio della nostra società.

Ed ecco allora proliferare, senza esclusione di colpi e divergenze

politiche, le scappatelle di Letterman e Preziosi, le tendenze ses-

suali dei poltici, ai limiti dell’hard. Ma chi fa i palinsesti televisivi?

Un palinsesto ha diverse problematiche. Le fasce orarie, il target

degli spettatori, la programmazione dei canali concorrenti. Ma per

il gossip sono tutti d’accordo, e contemporaneamente è spiffera-

to a Pomeriggio 5, Verissimo, Sipario, La vita in diretta, Striscia la

notizia e, per i vojeur, l’apoteosi con il Grande Fratello. Ma chi se

ne frega, e per questo merita l’applauso la Pausini che infiamma il

pubblico di Hollywood con un concerto dove mette in luce una sil-

houette decisamente allargata. Ma a colpire, oltre alla sua voce, è

proprio il fatto che non sia ossessionata dall’aspetto fisico come

tante colleghe desiderose di mettere in piazza anche la loro vita

privata!

Mara Parmegiani

“Dolcevita”Canale SKY 906

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IN QUESTOnumero

MODA

IMMAGINI DI UN’EPOCA

RICHARD GERE

Intervista a Richard Gere

La donna “normale” comenuova icona di bellezza

Moda

Roma by Night

Vespasiano

Le mummie di Tarim

Calpurnia moglie di Cesare

Immagini di un’epoca

La posta di Graig

Società malata?

I transessuali

La pillola anticoncezionale

Radioterapia

Tagliare con arte

L’albero delle castagne

Libri - Eventi - Mostre

Ricettae Oroscopo del mese

LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE

CALPURNIA MOGLIE DI CESARE

LE MUMMIE DI TARIM

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Richard Gere, idolo femminile da più

di trent’anni, è stato ospite d’onore al

Roma Film Festival oltre che a presen-

tare il suo ultimo film Hachiko (in

uscita a dicembre).

Hachiko è sicuramente un film parti-

colare. Sebbene il protagonista della

storia sia un cane, Hachiko è molto

più di un classico dog movie colmo di

acrobazie canine, e buffe peripezie

perchè rappresenta forse il primo bio-

pic canino, sebbene la vicenda sia

stata trasportata dall’originario Giap-

pone ad una più “usuale” ambienta-

zione nordamericana. Il film è inoltre

una delle rare occasioni in cui poter

ammirare Richard Gere non nelle vesti

di sex symbol, ma di attore per fami-

glie, impegnato sullo schermo - quan-

to nella vita - a promuovere messaggi

di amore e fratellanza.

Il film, presentato fuori concorso ma

in anteprima alla kermesse romana,

vanta la regia del due volte candidato

agli Oscar Lasse Hallström (Le regole

della Casa del sidro, Chocolat, Casa-

nova), ancora una volta alle prese con

una storia dai risvolti tanto commo-

venti quanto drammatici.

Parker Wilson (Richard Gere) è un pro-

fessore di musica dal buon cuore e

dall’innata gentilezza, che trascorre la

sua vita in una routine che lo porta a

prendere, giornalmente, il treno per

recarsi a lavoro. Un giorno gli viene

affidato dal capostazione Carl (Jason

Alexander) un cucciolo di cane di raz-

za Akita, l’unica autoctona giappone-

se, misteriosamente disperso in

stazione. Tra l’iniziale scetticismo del-

la moglie Cate (Joan Allen) e i consigli

dell’amico Ken (Cary-Hiroyuki Taga-

wa) Parker inizia ad affezionarsi al

cucciolo che, sebbene refrattario agli

addestramenti, - come da abitudine

della sua razza - inizia a sviluppare un

attaccamento particolare, un rappor-

to privilegiato e profondo col suo

nuovo padrone. Tanto da arrivare ad

accompagnarlo ogni giorno a prende-

re il treno, e venire ad accoglierlo in

A Roma Festival il fascino diRICHARD GERE

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stazione, puntuale, ogni giorno per

più di un anno. Ma arriverà il giorno

fatale in cui il professore non prende-

rà più il treno di ritorno: sarà il giorno

in cui Hachi dimostrerà quanto bene i

nostri amici a quattro zampe possono

volere a chi sa stringere con loro lega-

mi profondi.

Il film è un semplice rincorrersi di im-

magini di vita quotidiana: Parker e il

suo cane non vivranno nessuna av-

ventura al di fuori dell’ordinario, se

non quella di una straordinaria amici-

zia, che valica ogni confine tra vita e

morte, tra esseri “umani” e “animali”.

Un film strappalacrime, una storia

d’amore, il racconto è commovente

dichiara l’attore “al cinema è meglio

andare con i fazzoletti in tasca, ho

letto la storia e ho pianto, ma tutti

hanno pianto”.

Richard Gere al Festival del Cinema di

Roma ha incontrato il pubblico, foto-

grafi e giornalisti scherzando e riden-

do ha parlato di lui e del suo impegno

politico per il Tibet e non si sottrae al-

l’analisi sul problema cinese, ponen-

do l’attenzione sul paese occupante,

dichiarando che la Cina sta sottovalu-

tando il problema di un popolo che

quando si lascerà completamente alle

spalle l’ideale comunista, si ritroverà

allo sbaraglio e invece nella figura del

Dalai Lama potrebbe ritrovare la luce

che è per il mondo per la sua saggez-

za e la sua gioia.“Forse sono riuscito

ad attirare l’attenzione su quel dram-

ma ma non so se sono riuscito ad aiu-

tare il popolo tibetano. Forse quello

che può fare un attore è aprire una

porta. È una responsabilità che abbia-

mo tutti. Qualunque sia la nostra ca-

pacità dobbiamo fare qualcosa per

cambiare il mondo che ci circonda.

Possiamo raggiungere tanti universi,

dove portare molta energia a favore

di una causa”.

Il sindaco di Roma - che nel febbraio

scorso ha consegnato al Dalai Lama la

cittadinanza onoraria - ha voluto rice-

vere l’attore buddista, per sottolinea-

re il loro impegno comune a favore

del Tibet.

Alla domada che cos’è per lui il fasci-

no, risponde:

“Il fascino è una questione di stile.

Non c’entra la giovinezza e la bellez-

za puramente estetica è come una

grossa bugia, dura poco e lascia in-

soddisfatti. No, decisamente il fasci-

no non è effimero, è fatto per durare,

anzi, per accrescersi col tempo”.

Se gli si chiede di indicare le pellicole

più significative per la sua carriera

Gere ci pensa un po’:

“Ricordo che avevo appena compiuto

26 anni quando iniziai a recitare ne “I

giorni del cielo”, ma ne avevo già 29

quando il film uscì in sala! Terry è fat-

to così, un perfezionista dal grande

talento, a cui interessava sempre

l’evoluzione delle cose, ma ci rendeva

la vita difficile, per questo, e per il

fatto che non aveva un modo sempli-

ce di spiegare agli attori cosa deside-

rava facessimo.

Una volta, esasperato, gli chiesi in

modo molto diretto - Ma cosa vuoi

che faccia? - e lui mi rispose - Muovi-

ti come quella tenda: la vita accade e

basta!- Il suo è un vero e proprio cine-

ma di elementi, è vero che siamo co-

me l’acqua, o il fuoco, o il vento.

E per questa lezione, e il fatto di

avermi scelto, non lo ringrazierò mai

abbastanza: è stato un inizio difficile,

ma fondamentale.”

Di Pretty Woman invece conserva un

ricordo che non lo abbandona mai,

perché è il film che lo ha reso uni-

versalmente noto: “Probabilmente

anche un aborigeno con un osso al

naso come piercing mi riconoscereb-

be, additandomi come “Quello che

ha fatto Pretty Woman con Julia

Roberts!”

Costanza Cerioli

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Finalmente si sono viste delle donne “normali” sfilare in passerella.Lo stilista Mark Fast, durante l’ultima fashion week londinese, hapreferito modelle più burrose rispetto alle classiche ragazze filifor-mi alla Twiggy, che siamo abituati a vedere.Ennio Capasa, a Parigi, si è rifiutato di fare indossare alla bellissimaDree Hemingway, diciannovenne pronipote dello scrittore Ernest,gli abiti della sua nuova collezione per Costume National perchétroppo magra. “Quando si è tolta la giacca non ci potevo credere -ha detto Capasa - era uno scheletro”. Anche alcune riviste patinatedi moda sembrano essersi ribellate alla dittatura della magrezza.Sulle pagine di Glamour America del mese di agosto, il fotografoWalter Chin ha immortalato le rotondità e la “pancetta” della splen-dida Lizzie Miller. Un metro e ottanta di altezza per 80 Kg di pesomostrati senza veli. E Lizzie è diventata immediatamente una nuo-va icona glamour in tutto il mondo. È rivoluzionaria la proposta delquindicinale di moda tedesco “Brigitte” che ha deciso di utilizzare,dall’anno prossimo, solo ragazze e signore normali, scelte tra le let-trici e nelle redazioni, per i suoi servizi. “Il fascino ha molti volti”- hadichiarato la co-editrice Lebert Huber - “facciamo un giornale per ledonne così come sono, non come altri vorrebbero che fossero”. Se-gnali positivi che indicano che forse è possibile rivedere i canoni diriferimento della bellezza dettati dall’universo moda. Perché per es-sere affascinanti e piacere non bisogna per forza indossare una ta-glia 38. Ma c’è chi sostiene che la scelta di far sfilare modelle moltomagre sia dettata esclusivamente da un’esigenza tecnica. È quantoha dichiarato la Signora dell’haute couture italiano Raffaella Curielnel suo recente coming out. “Realizzare un capo taglia 38 è più fa-cile, semplice e veloce - ha detto la Curiel - perché richiede meno la-voro sartoriale”.

Alessia Ardesi

LA DONNA “NORMALE” COMENUOVA ICONA DI BELLEZZA?

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I lunghi cardigan simbolo di eleganza ricadono delicatamente sul corpo, abbi-nati ad una t-shirt basic con piccoli tocchi appena percettibili, che siano dati dauna cravatta o dai pois di una sciarpa o da un bagliore di strass. Un fil rougecon la tradizione reinventata in maniera esplosiva.

ANTICIPAZIONI D’AUTUNNO

ALESSANDRO DELL’ACQUAALESSANDRO DELL’ACQUA

GIORGIO ARMANIGIORGIO ARMANI

D&GD&G

LACOSTE MANLACOSTE MAN MISSONI MISSONI

GIANFRANCO FERRÈGIANFRANCO FERRÈ

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Un total look per un

BROOKSFIELD Swinging London, anni Sessanta, fa da sfondo alla sfilata e legiacche, dal deciso gusto college, valorizzate da gessature a contrasto assu-mono un tocco decisamente preppy metropolitano.Adatto alle bambine tra i sei e i dodi-

ci anni, così come gli stivali di ALBER-TO GUARDIANI KIDS in vernice colormelanzana con pratica suola in gom-ma e logo a vista.

HOGAN JUNIOR Nuova versione disneakers in tessuto tecnico e lamina-to con inserti di vernice.

ICE-ICE Per lei, maglia in ciniglia con coulisse di raso e profili in felpa; per lui,felpa zippata in cotone millerighe con cappuccio e spilla-logo.

IL GUFO Maglione in lana tortora condettagli di tessuto a coste e fiocco invelluto, abbinato ai pinocchietto invelluto con risvolto.

FAY JUNIOR Giacca in velluto blu conrevers in maglia, profili a contrasto,logo ricamato color oro e chiusura inmetallo; lupetto a coste in pura lanacon rifiniture crema e oro abbinato adenim dalla linea dritta.

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n caldo autunno-inverno

Rosa, grigio, nero e rosso per LIU-JOche realizza la mise per i più piccolicon estrema attenzione alla praticità.

GUESS KIDS Camicia stampata conruches indossata con gilet in jersey elonguette in denim lurex arricchita dabretelle. MISS BLU Abitino a maxirighe bicolore

in maglia elasticizzata

TRU TRUSSARDI JUNIOR polo milleri-ghe in cotone con felpa zippata e dettagli di lana tricot, abbinata a unintramontabile cinquetasche e scarponcini in pelle; bomber, pantaloni in fusta-gno e scarponcini in pelle con inserti di tessuto elasticizzato. Per lei, t-shirt constampa e strass applicati, cardigan in felpa e cotone a coste, abbinato a gon-na di velluto e ballerine argentate con laccetto. Infine, camicia millerighe confelpa rifinita in cotone a coste, da portare con classici cinquetasche e scarpon-cini stringati di vernice.

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ROMA by NIGHTa cura di Giancarlo Sirolesi

Rita Dalla Chiesa, sua figlia e la Cucinotta con il marito alla festa del Salaria Sport Village

Il tenero bacio di Max Buzzanca alla moglie Serena dopo la prima “sottoer celo de Roma”

La bellissima e atletica Valentina Giardi, atletaNike per il fitness a livello mondiale

Umberto Masci e Stefania Buzzi a Palazzo Brancaccio

Janes De Nardis al teatro con “Gli affari sono affari”

Ostriche e champagne al Sa Tanca preparate dalgiovane e talentuoso chef Riccardo De Stefano

Irene Pivetti commossa al suo primo matrimonio come sindaco

Claudia Schiffer circondatadai suoi fans

Roberta Beta, Chiara Gallonardo e Raffaello Balzo festeggianoal Gilda “single nel Mondo” il reality in onda su Rai 2

Alex La Rosa al Brancaccio in “Eccociqua...con il gran varietà”

Il libro “Comunicare l’ Europa” presentato alla Cameradei deputati dall’autore e Presidente dell’Osservatorio

Parlamentare Europeo, Giuseppe Catapano

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Angela Melillo al GildaEva Herzikova a pas-seggio per Roma

Il sempre “blu” di Renato Balestra

La nuova regista Stefania Sandrelli all’uditorium

Il sorridente Ministro Brunetta, in pausa, con la sua Titti

Emanuela Tittocchia su canale 5 con “lettere d’Amore”

Little Tony firma autografi al Premio Margutta, insieme al regista Ettore Magni

Fiordaliso al Teatro dei Servi

Miss Italia nel mondo Diana Curmei

Sandra Milo e i clawn

Cesare Lanza premiato per la sua prima opera “La professionista”

La nuova “conquista” di Paolo Pazzaglia

o o

La compagnia di Single nel mondo tagliano la torta al Gilda

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“Vae, inquit, puto deus fio”: “Ahimè, disse,credo di essere sul punto di diventare un dio”.Così si espresse, riferendosi in modo scherzosoalla consuetudine di divinizzare gli imperatori,Vespasiano poco prima di morire il 24 giugno79 d.C.. Aveva 69 anni e aveva regnato perquasi un decennio, fondando la dinastia Fla-via. Proprio nel bimillenario della sua nascita, chericorre in questi giorni, vogliamo ricordarequesta figura che incarnò un momento di pas-saggio cruciale per l’evoluzione del principato.Da un lato segnò infatti un taglio netto con latradizione precedente della dinastia giulio-claudia, dall’altro rappresentò un elemento dicontinuità per l’impero romano, scosso da ri-volte e guerre civili. Vespasiano nacque il 17 novembre del 9 d.C aFalacrinae, in Sabina, in un modesto villaggiooltre Rieti, nel comune di Cittareale. Entrambii genitori appartenevano al rango equestre, il ceto dei ricchi pro-prietari terrieri che potevano permettersi un equipaggiamentoper combattere a cavallo. Ma la gens Flavia “era oscura e priva diimportanti figure di antenati - dice Svetonio - tale tuttavia che loStato non ebbe a rammaricarsene”. Il nonno era stato centurio-ne nell’esercito di Pompeo, ma dopo la battaglia di Farsalo diser-tò e si rifugiò in patria. Perdonato e congedato, divenne“argentarius”, ovvero colui che svolgeva mansioni di esattore edi banchiere. Vespasiano fu educato dalla nonna paterna, Tertul-la, che aveva diversi terreni nel reatino. Per lei Vespasiano nutrìun profondo affetto, tanto che anche da imperatore tornò spes-so sul luogo di nascita e lasciò che la casa rimanesse intatta sen-za che vi si apportasse mai nessuna modifica. Le figure femminili,della madre e della nonna, influenzarono parecchio il caratteredel futuro imperatore rendendolo semplice e tollerante. Cominciò a fare le prime esperienze militari sotto il principato diTiberio. A soli 17 anni venne infatti inviato in Tracia, dove rima-se per tre/quattro anni e dove partecipò alla campagna per seda-re la rivolta dei Traci che non volevano rispettare la leva militareimposta dai romani. Al ritorno a Roma, fu nominato ausiliario deimagistrati incaricati di amministrare la giustizia e in modo parti-colare di applicare la pena capitale. Poi divenne questore e otten-ne in sorte la provincia di Creta e Cirene e dopo magistrato conl’incarico di ammnistrare le finanze delle province senatorie. Ve-spasiano era un finanziere eccellente, grazie anche alla tradizio-ne familiare, dotato di un sano realismo e di buonsenso. A poco più di 20 anni cominciò la scalata del cursus honorum,cioè il percorso politico per accedere al Senato Romano. Più fati-coso fu ottenere l’edilità, rifiutata una prima volta e raggiunta al

secondo tentativo, ma solo al sesto posto. Gli edili a Roma ave-vano responsabilità amministrative, si occupavano della manu-tenzione dei templi, degli edifici, delle strade, degli acquedotti edelle fognature. L’edilità era una tappa fondamentale per acce-dere a quella successiva. Candidato alla pretura, la ottenne inve-ce subito e al primo posto. I pretori avevano responsabilitàgiudiziarie a Roma e potevano comandare anche una legione. Al-lora Vespasiano aveva trent’anni e proprio in quel periodo si spo-sò con Flavia Domitilla, probabilmente per soldi, perché di fattoaveva da tempo una relazione con Cenide, la segretaria partico-lare di Augusta Minore, nonna di Caligola. Cenide sarà poi accol-ta in casa e trattata quasi come una legittima moglie alla mortedi Domitilla, e manterrà questa posizione anche quando Vespa-siano diventerà imperatore. La carriera di Vespasiano avanzò rapidamente grazie sia alle sue doti personali sia alle raccoman-dazioni della sua amante Cenide. Ma la sua carriera fece un bal-zo in avanti soprattutto sotto l’imperatore Claudio, con il qualesi distinse nella conquista della Britannia, isola che era diventataappetitosa per i romani, dal momento che vi erano state scoper-te nuove miniere di stagno, rame e argento, per altro estraibilicon relativa facilità, che potevano compensare l’esaurimento del-le miniere d’argento in Spagna. Vespasiano tornò dalla Britanniaacclamato come un eroe e per un pò di tempo visse di rendita fi-no a quando ottenne a 52 anni, come proconsole, la provinciad’Africa. Era il 63 d.C., Claudio era morto da nove anni e il prin-cipato era in mano a Nerone. Con questa nomina Vespasiano erasalito al rango più alto della scala senatoriale, considerando inol-tre che l’Africa era, insieme all’Asia, il proconsolato di maggiorprestigio. Svetonio racconta che il futuro imperatore “ammini-

Il tempio Capitolino costruito sulle rovine di un più antico santuario per ordine dell’imperatore Vespasiano

Il più famoso e il più bell’anfiteatro del mondo romano è l’Anfiteatro Flavio, piùnoto dal medioevo come Colosseo. Esso sorse nei primi anni del regno dell’im-

peratore Vespasiano (fu iniziato nel 72) e fu terminato dal figlio Tito

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strò la provincia con grande onestà e non senza grandi ricono-scimenti, anche se da questo incarico non si arricchì affatto”. An-zi, al ritorno a Roma, per sostenere tutte le spese necessarie permantenere il rango raggiunto, dovette ipotecare tutte le proprie-tà al fratello e tornare a fare a Rieti (zona ricca di allevamenti dimuli) il mercante di bestiame, tanto che veniva comunementenominato “mulattiere”. Nel 67 d.C. si presentò l’altra sua grande occasione. Nerone lochiamò per domare la rivolta che era scoppiata in Giudea, consi-derando la sua fama di uomo di grande valore e di riconosciutecapacità organizzative e il suo grande intuito militare. La campa-gna in Giudea fu lunga e difficile: cominciata a metà aprile, siconcluse agli inizi di giugno. A capo di tutte le forze giudaiche viera Giuseppe, che organizzò la difesa militare fortificando tuttele città che occupavano un raggio di 40 km dal mare al lago diTiberiade. Ma Vespasiano, anche di fronte agli insuccessi, non siscoraggiò mai cercando sempre nuove soluzioni per conquistarele città fortificate. Una di quelle più efficaci fu la costruzione diterrapieni attorno alle mura per porvi sopra le macchine bellichea disposizione. Tra queste anche le cosiddette elepoli, torri mo-bili a più piani in grado di superare le mura di cinta; da questetorri si scagliavano i proiettili per tenere i nemici lontano e per-mettere agli assedianti di organizzarsi per entrare in città. Vespa-siano alla fine riuscì a espugnare le città più difficili e a catturareGiuseppe, che in quell’occasione gli profetizzò che sarebbe di-ventato imperatore e come lui il figlio Tito, che aveva partecipa-to trionfalmente insieme al padre alla campagna militare inGiudea. E visto che le profezie di Giuseppe in passato si erano ri-velate esatte, Vespasiano ordinò che fosse trattato in modo be-nevolo. La rivolta in Giudea proseguì ancora Vespasiano e Titoriuscirono a conquistare altre città ribelli, anche perché si eracreata una spaccatura tra i giudei: i più facinorosi volevano pro-seguire la lotta, ma molti avrebbero invece voluto la pace confi-dando nella benevolenza di Vespasiano e dei romani verso chi siarrendeva. E proprio quando Vespasiano si stava preparando adattaccare Gerusalemme, la città più difficile da espugnare, seppeche Nerone si era suicidato e sospese ogni azione. Ma la conqui-sta della città santa fu solo rimandata. Seguì un anno di grande turbolenza. Era il 68 d.C. Prima vennenominato dal senato nuovo principe l’anziano Galba, governato-re della Spagna, avaro, arcigno, autoritario. Il suo esercito, appe-na entrato a Roma, massacrò i soldati di Nerone e si macchiò diogni tipo di nefandezze, stupri, violenze e furti. Le truppe distanza a Colonia, sul Reno, allora abbatterono le insegne di Gal-ba e nominarono Vitellio. Poco dopo i pretoriani uccisero Galbadavanti alla Curia. A Roma regnava il disordine. Le stesse coortipretorie riconobbero come imperatore Otone, 37 anni, e il sena-to ratificò la nomina. Ma nello scontro decisivo tra l’esercito diVitellio e quello di Otone, a Bedriaco (tra Cremona e Mantova), ivitelliani ebbero la meglio. Otone, accolta la notizia della sconfit-ta con gran dignità, il giorno dopo si suicidò. Vitellio sembravaavere la strada spianata. Il senato, che pure aveva sostenuto Oto-ne, lo proclamò imperatore. Ma anche Vitellio divenne superboe crudele. Nella sua marcia verso Roma taglieggiò chiunque siimbattesse sul suo cammino e devastò i campi. A quel punto Ve-spasiano, convinto dal governatore d’Asia Muciano, decise di

scendere in campoforte del sostegno an-che del re dei Parti,Vologese, del suoesercito, delle nove le-gioni stanziate in Giu-dea, Siria e Egitto,delle flotte, ma so-prattutto della suaesperienza e della suafama di uomo giusto,soldato tra i soldati,della sua abilità e riso-lutezza, della sua for-za fisica. Vespasiano era un sol-dato infaticabile. Erasempre in prima lineacon le sue truppe, ri-schiava come loro inprima persona, si con-tentava di un ciboqualsiasi, sapeva tenere alto il morale dell’esercito con il suo in-coraggiamento e anche con il suo spirito sagace, sia pure a vol-te un pò scurrile e triviale. Era fisicamente robusto e forte, anchein età avanzata. Era dotato di solidi principi, che non rinnegòmai, sempre pronto a difendere le proprie radici e fedele all’im-pero. Sembra che anche Otone, in una lettera, supplicasse Vespasianodi vendicarlo. Lettera che, resa pubblica, spostò le simpatie di co-mandanti e legionari otoniani in favore dei flaviani. Vespasianocosì raccolse il consenso dei militari che lo acclamarono loro im-peratore. Consenso che si estese pian piano a tutte le legionistanziate in Oriente. Il nuovo imperatore “in pectore” si stabilì adAlessandria, in Egitto, mentre le sue truppe guidate da AntonioPrimo si avviarono verso Roma, ancora in mano a Vitellio. Loscontro tra i due schieramenti avvenne nell’ottobre del 69 pres-so Cremona. Dopo un primo vantaggio dei vitelliani, le forze fla-viane ebbero la meglio. Vitellio fu colto di sopresa dalla notiziadella sconfitta. Ma non cedette subito. Il comandante romano,poco prima di entrare a Roma, offrì a Vitellio una resa onorevo-le e salva la vita. Vitellio accettò, ma poi con il sostegno di partedella popolazione non rispettò i patti, uccise senza pietà il fratel-lo di Vespasiano, Sabino, e bruciò il tempio sul Campidoglio. Sa-puto questo, Antonio Primo, una volta sconfitte definitivamentele truppe vitelliane a Ponte Milvio, riservò a Vitellio lo stesso trat-tamento subito da Sabino: fu torturato e decapitato; poi il suocorpo venne gettato nel Tevere. A quel punto Vespasiano fu rico-nosciuto imperatore anche dal senato. Roma era in preda al pa-nico. I legionari flaviani, con la scusa di scovare l’esercito nemico,si diedero a saccheggi, stupri e uccisioni, compiendo atrocità diogni tipo. Vespasiano era stato riconosciuto nuovo impertore,mentre lui era lontano da Roma e questo certo era una novità ri-spetto alla dinastia precedente. Subito venne votata e approvatala “lex de imperio Vespasiani”, con cui si sancivano tutte le pre-rogative dell’imperatore per garantire continuità di governo. Po-

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co dopo la scon-fitta dei vitelliani el’ingresso a Romadell’esercito fla-viano, arrivò nellacapitale Mucianocon le sue legi-oni per ripristinarel’ordine in città.Muciano avocò asé qualsiasi pote-re, restaurò l’ordi-ne e la disciplina,effettuò un’epu-razione dei simpa-tizzanti di Vitellio.Appena designatoimperatore Vespa-siano dovette farfronte a due rivol-

te: una ai confini settentrionali dell’impero, dove le tribù delnord si ribellarono al dominio romano, aizzate da una profetes-sa e sotto al guida del capo dei Batavi, Giulio Civile. Questi però,dopo alterne vicende, fu indotto alla resa e dovette accettare dirifornire Roma di un certo numero di legionari. In Oriente invecedovette affrontare la rivolta di Gerusalemme dove tre partiti sicontendevano il dominio della città dilaniandosi tra di loro. Inviòil figlio Tito che riuscì ad entrare nella città santa ad aprile del 70d.C., anche se ci vollero ancora quattro mesi per espugnarla deltutto. Durante una di queste battaglie il Tempio venne distruttoda un incendio appiccato da un soldato romano che vi scagliòdentro un tizzone ardente, nonostante Tito avesse intimato i suoiuomini di non distruggere l’edificio. I Giudei cercarono di salva-re il salvabile. Tito, avvertito subito, corse verso il tempio per cer-care di domare l’incendio. Ma non ci fu nulla da fare. Ovunqueera strage e fuga. Intorno all’altare si accumulò un mucchio dicadaveri, mentre lungo la scalinata del tempio correva un fiumedi sangue. Anche Vespasiano entrò dentro il tempio (fino a quelmomento le fiamme stavano devastando solo le stanze adiacen-ti tutte intorno) e vide gli oggetti preziosi che vi erano custoditiche superavano di gran lunga la loro fama e non erano inferiorial vanto che se ne facevano i Giudei. Mentre Tito era impegnatoa conquistare Gerusalemme, il neo eletto imperatore si mise inviaggio verso la città eterna dove giunse, salutato e acclamatodalla folla lungo la via Appia, nell’ottobre del 70. Poco tempodopo fu raggiunto dal figlio Tito che entrò a Roma accolto calo-rosamente con un bottino di 700 giudei in catene, tra cui i capidei rivoltosi Simone e Giovanni. I tre imperatori - Vespasiano coni due figli, Tito e Domiziano, che aveva associato al potere - ce-lebrarono insieme il trionfo percorrendo le vie della capitale conun corteo mai visto prima: oro, argento e avorio, gemme traspa-renti, stoffe di porpora, statue della divinità particolarmentegrandi, animali di varie specie e infine i prigionieri vestiti con i lo-ro costumi, la cui varietà e bellezza nascondeva i segni dei mal-trattamenti subiti. Vespasiano cominciò subito il suo programmadi ricostruzione dell’impero. Svetonio descrive Vespasiano comeun uomo che ripropose nella vita pubblica la stessa disciplina erigidità della vita militare: “spietato in guerra contro i nemici, fuinvece generoso con gli avversari politici”, ma fu inflessibile con-tro chi metteva a rischio la pace dell’impero. Combattè contro lacorruzione sostituendo gradualmente personaggi senza scrupolicon personale fidato e capace. Ma dovette anche risanare le fi-nanze dello stato ridotte all’osso. Impose nuove tasse e aumen-tò l’incidenza di quelle vecchie; raddoppiò i tributi alle province.Essendo sobrio e spartano, mise fine ai lussi imperiali e agli spre-chi dei cerimoniali di corte. Riparò il sistema degli acquedotti emodificò la leva militare obbligatoria aumentandola in percen-tuale in ogni provincia; concesse la cittadinanza a un numeroconsiderevole di persone; ricostituì il corpo dei pretoriani, laguardia scelta dell’imperatore. E ampliò il numero delle legioni,creandone tre nuove. Avviò poi la ricostruzione del Campidoglioe l’edificazione del Tempio della Pace. Ma l’opera più grandiosaa cui mise mano fu il Colosseo, il cui nome deriva da un’impo-nente statua in bronzo (alta 35 metri) eretta anni prima che rap-presentava l’imperatore Nerone. L’anfiteatro flavio sarebbe statala più grande struttura mai realizzata (poteva ospitare da 50 mi-la a 87 mila spettatori) dedicata a spettacoli pubblici, dono delnuovo imperatore al suo popolo. Quest’opera fu inaugurata da

suo figlio Tito nell’80 d.C. con uno spettacolo che durò quasicento giorni. In politica estera annullò l’autonomia concessa daNerone alla Grecia e concesse i diritti latini alla penisola iberica,annessa la regione della Commagene alla provincia romana del-la Siria e dovette dare il colpo di grazia agli ultimi ribelli giudei,rifugiatisi a Masada, una fortezza ritenuta inespugnabile sia perla sua posizione (a 400 metri di altezza e protetta da dirupi sudue lati e da un pendio molto ripido sugli altri due) sia perchécircondata da mura alte cinque metri e difese da una quaratinadi torri. Vi si accedeva solo attraverso un sentiero. Masada erastata costruita da Erode il Grande nel I sec. a.C. e vi aveva erettoun meraviglioso palazzo reale. I romani assediarono la rocca perdiversi mesi, ma nel frattempo costruirono una rampa (secondola tecnica acquisita da Vespasiano e Tito) che doveva arrivare al-la base delle mura e su cui poi elevarono una torre da cui sferra-re l’ultimo defintivo attacco. Ma quando i legionari entrarononella fortezza non incontrarono alcuna resistenza: tutti gli asse-diati (960 uomini) si erano dati la morte l’un l’altro pur di noncadere in mano ai romani. A quel punto la Giudea divenne unaprovincia e per controllare la situazione l’imperatore vi lasciò duecolonie di veterani a Emmaus e Cesarea. Vespasiano prese tantealtre inizative indirizzate a sostenere soprattutto il lavoro di me-dici e insegnanti. Alla cultura e alla scienza dava infatti grandeimportanza. Istituì la prima cattedra pubblica di retorica che do-veva modellare la futura classe manageriale legata ai valori tra-dizionali romani (detestava i modi effemminati e poco virili dialcuni giovani). Anche se comunemente Vespasiano venne consi-derato un uomo avaro e avido, di fatto stanziò continuamentegrosse somme di denaro per avviare numerose opere pubbliche,tra cui anche cospicui finanziamenti per trasformare gli accam-pamenti lungo il confine, costantemente minacciato dalle popo-lazioni locali, in stanziamenti stabili in muratura. Da questihanno poi avuto origine le città europee. Vespasiano seppe rida-re lustro e stabilità alla costruzione di Augusto, perpetuandonelo schema, ma tenendo anche conto dei mutati rapporti con leprovince. Egli - racconta Svetonio - “fu semplice e clemente. Nonnascose mai la modestia della propria origine, anzi frequente-mente se ne gloriò…..Tollerò con grandissima indulgenza la fran-chezza degli amici, le allusioni degli avvocati e l’arroganza deifilosofi”. Fu a tal punto generoso che”senza serbare rancore némeditare vendette per offese e ostilità, fece maritare splendida-mente la figlia del suo avversario Vitellio, fornendole anche ladote e l’arredamento di casa”. Vespasiano fu un governante illu-minato, amministratore capace, stratega lungimirante e coman-dante autorevole. Incarnava insomma tutte le caratteristiche delromano vecchio stile. Vespasiano morì ad Aquae Cutiliae (nonlontano dal luogo dove era nato), nei pressi di Rieti, il 24 giugnodel 79 d.C.. Colpito da forti dolori intestinali e attacchi febbrili,volle comunque alzarsi perché - disse - “un imperatore dovevamorire in piedi”. Spirò tra le braccia di coloro che lo sorreggeva-no.

FONTI: “L’imperatore dalla umili origini” di Pietro Nelli“Vita dei Cesari” di Svetonio

Cristina Guerra Giornalista RAI TG1

L’imperatore Vespasiano guarito dal velodi S. Veronica. Arazzo, Bruxelles, sec. XVI. Metropolitan

Museum, New York.

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LE MUMMIE DI TARIM

Le mummie di Tarim sono una serie di mummie scoperte negli

anni ‘80, in Cina, nel bacino del Tarim, oggi Xinjiang, datate dal

4000 a.C al 200 d.C, con la particolarità che molte di queste han-

no caratteri nord-europei. L’età stimata delle mummie è di circa

4 mila anni, ma ciò che rende sconcertante il ritrovamento di

questi corpi, sono i tratti somatici. Infatti tutte le mummie pre-

sentano lineamenti occidentali: pelle bianca e capelli biondi o

rossi ondulati. La loro altezza varia dal 1,70 ai 2 metri e alcuni

hanno la barba. La provenienza di questa misteriosa razza, che

secondo gli scritti veniva dal pianeta Venere, ci ricorda la divini-

tà maya, che portò sapere e conoscenza, rappresentata nel Te-

schio di Cristallo ritrovato nel

Belize nel 1927 da Anne Mit-

chell-Hedges; oppure legate al

leggendario re Inca Viracocha,

anch’egli ricordato dagli Incas

come il Dio dalla pelle bianca,

con la barba rossa raffigurato

sulla megalitica Porta del Sole

sulle sponde del lago Titicaca in

Bolivia. La cosa ancora più stu-

pefacente è che, a detta di que-

sti saggi, questo antico popolo

venne dal cielo, discesi dalla

grande “Stella Bianca”, nome

che gli antichi Indiani e Tibetani

davano al pianeta Venere, ed avrebbero apportato agli abitanti

del luogo notevoli conoscenze. Sull’isola di Mu, situata nel Mar

di Gobi, l’antico popolo delle stelle si stanziò ed eresse una for-

tezza ed una città collegata alla terraferma con gallerie

sottomarine. La cosa potrebbe suonare come qualcosa di fanta-

scientifico, se non fosse per alcune antiche carte celesti ritrovate

nelle grotte del Bohistan che rappresentavano il cielo di circa 13

mila anni fa, con delle misteriose linee che collegavano la Terra

con il pianeta Venere.

Una di queste mummie, nota come l’uomo di Yingpan, proviene

appunto da una remota Xinjang, gli archeologi dell’Istituto ar-

cheologico della Xinjiang, rin-

vennero il corpo mummificato

aprendo una bara in un cimitero

datato a 1900 anni orsono. Se-

condo i resoconti di scavo il cor-

po si presenta in buone

condizioni e sono distinguibili i

capelli. Il seppellimento com-

prendeva anche stole di pelliccia

e guanti di pelle, arricchito da

tessuti e drappi... L’Uomo di Yin-

gpan non ha solo una maschera

funeraria composta da una lami-

na d’oro - una tradizione greca -

che copre un volto biondo e bar-

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Mummia di un bimbo in tenera età, risalente al 1800-2000 a.C. Notare la bara a forma di imbarcazione

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buto, ma indossa anche un tessuto dorato, ricamato in rosso e

marrone che ricorda i disegni occidentali ed europei. Il suo cor-

po lungo circa 2,00 metri, è il più alto di tutte le mummie trova-

te fino ad ora, e gli indumenti ed i reperti scoperti nelle tombe

circostanti suggeriscono il più alto livello di civiltà caucasica nel-

la regione dell’antico Bacino di Tarim.

Il ritrovamento di un’altra mummia, proveniente dalla stessa re-

gione è chiamata la “Bella di Loulan” , una donna sui 35-40 an-

ni, datata circa 1800 a.C. e del più giovane ragazzo, di 3000 anni

orsono, chiamato “Uomo di Charchan” sono leggendarie nel

mondo dei circoli archeologici per il raffinato stato della loro pre-

servazione e per la ricchezza di conoscenza che hanno portato

alla ricerca moderna. Erano mummie naturali, non imbalsamate,

e preservate di gran lunga meglio di qualsiasi altra trovata in

Egitto, che hanno potuto evitare la decomposizione naturale per

l’atmosfera asciutta e per il suolo alcalino del Bacino di Tarim.

Corpi che hanno dato agli scienziati uno sguardo sulla loro bio-

logia fisica e i loro vestiti e strumenti e rituali funebri hanno of-

ferto agli storici uno sguardo sulla vita nell’Età del Bronzo. Era un

popolo di agricoltori, come dimostra la presenza di sementi nel-

le borse e avevano rapporti con popolazioni che vivevano sul ma-

re, dato che sono state trovate numerose conchiglie di molluschi

marini.

Interessante un copricapo a punta, con larghe falde, definito

scherzosamente “cappello della strega”, indossato da una mum-

mia di sesso femminile, risalente a circa 4000 anni fa: è molto si-

mile a certi copricapi usati dagli Sciti. Il materiale usato per i

vestiti è la lana, che fu introdotta in Oriente dall’Occidente. Il

“popolo delle mummie” conosceva bene l’arte della tessitura,

non solo perché sono state trovate molte ruote da telaio, ma an-

che perché le stoffe rinvenute hanno una eccellente fattura.

Questa popolazione oltre ad essere in grado di fabbricare il fel-

tro, produceva la tessitura di tessuti sofisticati spinati, disegni

policromi, e arazzi. L’esperta di tessuti, Irene Good, ha identifica-

to tra essi il più antico cachemire mai trovato. Il motivo della “lo-

sanga” era inserito nella stoffa in varie forme ed occorreva

un’accuratissima progettazione della tessitura per ottenere la

precisione ottimale. Precedentemente queste tecniche si credeva

fossero nate in Egitto, verso il 1500 a.C. Gli uomini e le donne di

Cherchen tessevano anche una striscia con un motivo decorativo

che in Giappone è conosciuta con il nome di Kumihimo, e gli

esperti ipotizzano che questa gente fosse giunta o avesse avuto

contatti anche con il Giappone. Fa riflettere il fatto che Madame

Helena Petrova Blavatsky (madre della Teosofia) nel suo libro “La

dottrina segreta” parla diffusamente di come nel bacino del Ta-

rim in luoghi desertici, ove nessun europeo moderno ha mai

messo piede, esistono gallerie segrete nelle quali sono contenu-

te, al sicuro, immense biblioteche nelle quali sono conservati mi-

gliaia di preziosi volumi riguardanti l’antica Dottrina Segreta:

una forma di religione universalmente diffusa nel mondo. Tale

scienza occulta è stata celata e momentaneamente “perduta”

per il profano in quanto, se svelata ad una moltitudine imprepa-

rata, sarebbe estremamente pericolosa. Quando si sentì parlare

la prima volta della Terra cava e delle Gallerie sotterranee, si pen-

sava che tutto ciò fossero solo delle leggende; poi si venne a sa-

pere delle scoperte fatte dai primi esploratori che, dopo aver

avuto un incontro con un Lama in Tibet, affermarono di aver vi-

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La celebre “La bella di Loulan”: una donna sui 35-40 anni, in ottimo stato e la ricostruzione artistica di come appariva in vita

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sto una delle entrate di colossali gallerie. Solo negli Anni Settan-

ta con il grande ricercatore scientifico italiano Peter Kolosimo si

inizia a divulgare la scoperta della Terra Cava e dei mondi sotter-

ranei e, dopo molti ritrovamenti, si ebbe la conferma che ormai

non si trattava solo di miti. Dopo il rinvenimento poi delle mum-

mie bianche del Takla Makan, anche le storie raccontate dalle po-

polazioni dell’Asia centrale trovarono conferma, poiché come

raccontavano le antiche scritture, fu proprio questa gente a sca-

vare queste enormi gallerie. Fu un gruppo di esploratori, per

l’esattezza russi, ad individuare il cosiddetto “pozzo senza fon-

do”, che faceva parte di un estesa rete di grotte situate in Azer-

baigian. Da tempo salivano da quella cavità urla, tonfi e rumori

strani. Una volta scesi nel suo interno i ricercatori notarono una

strana luminescenza verde e che queste cavità si dirigevano in di-

rezione del Caucaso. Dalle pitture e dalle ossa trovate pensarono

che si trattasse di grotte preistoriche ma, dopo averle analizzate,

la sorpresa fu grande: si trattava di ossa ancora più antiche. I rac-

conti dei vecchi esploratori avventurieri affermavano che alcuni

uomini entrati nelle gallerie del Regno di Agharti videro questa

luce verde e non fecero più ritorno. In alcune di queste gallerie

sono stati scoperti oggetti di ceramica e vetro contenenti ciascu-

no una goccia di mercurio. Secondo gli antichi scritti indiani que-

sto metallo liquido serviva da combustibile per i mitici Vimana, le

antiche macchine volanti che si ritiene siano ancora oggi celati

nelle caverne del regno sotterraneo di Agharti. Lo stesso testo in-

diano narra “…con il tuono possente della sua rapida discesa da

insondabili altezze... apparve il carro dei Figli del Fuoco… dei Si-

gnori venuti dalla Stella Splendente. Esso si fermò sopra l’Isola

bianca del Mar di Gobi…”. Tempo dopo si scoprì che questa re-

te di tunnel arrivava a piccole piazze da cui partivano condotti

che si congiungevano con le gallerie sotterranee del deserto del

Gobi. E forse qui si collegherebbero alle isole del Pacifico. E pur-

troppo fino ad oggi nessuno ancora è riuscito a vederle. Esisto-

no reti di gallerie anche in Perù che collegherebbero Lima a

Cuzco fino ad arrivare in Bolivia e probabilmente fino al Titicaca.

Qui sarebbero ancora nascosti i tesori degli Incas massacrati dai

Conquistadores spagnoli. Di gallerie ce ne sono altre, nelle Ha-

waii e in tutta l’Oceania e qui continuano sotto il fondo del-

l’oceano; una specie di metropolitana mondiale che forse

rappresenta l’essenza stessa del regno di Agharti e di quello, in

superficie, della mitica Mu.

M.P.

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L’ingresso di una piccola galleria in Perù, a Sacsahuaman

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Una delle epoche più straordinarie e meravigliose della storia ècertamente quella dell’Impero Romano. Roma padrona del mon-do era diventata l’espressione delle ricchezze più abbaglianti,delle forme più fastose. La ricchezza dei nobili sorpassava ogniidea. Piatti d’oro e d’argento, con gemme incastonate, ornava-no le mense. I cuscini erano imbottiti con piume di cigno, in ter-ra si calpestavano mosaici dei quali uno solo basterebbe oggi adare pregio ad un museo. La moltitudine degli schiavi, al serviziodel padrone, era immensa: dai servi ai mimi, ai gladiatori ai libraiche ricopiavano dai gram-matici che correggevano i li-bri, dagli schiavi portatori dilettighe, alle addette alla co-smesi della signora. Tuttoquesto mentre i ricchi si bea-vano in ozi nei teatri e nelleterme, portando in manouna palla di cristallo per nonsudare e mutando gli anellipreziosi secondo la stagione.Notevole era lo sfoggio dellegemme ed in particolare del-le perle per le quali si spen-devano interi patrimoni. Lecronache dell’epoca raccon-tano che l’imperatrice LolliaPaolina spese, per compariread un banchetto, otto milio-ni di sesterzi in perle orienta-li. Anche gli uomini nonerano da meno: Nerone lefaceva utilizzare per decora-re il suo letto e Caligola leprore delle navi, arrivando apagare per una sola perla seimilioni di sesterzi. Lo sfoggiodi splendidi fabbricati egiardini andava crescendoalla pari del lusso profuso per ogni cosa ricercata e costosa. Lamania dei profumi era arrivata al furore: venivano bruciati nei fu-nerali, si facevano scorrere quelli balsamici nei giardini e sullescene, si mescevano al vino e all’olio delle lampade, se ne profu-mavano i vessilli nei giorni solenni e si aggiungevano nell’acquadelle piscine e nelle caldaie. Le arti della Grecia, trapiantate nelLazio, erano diventate latine. In mezzo a tanta ricchezza e poten-za traboccavano smisurate ambizioni, libertinaggio sfrenato,

profusione per ogni cosa rara e preziosa compresi i vasi più pre-giati che provenivano da Corinto e da Nola. Le matrone anda-vano con le loro figlie alle veglie di Venere nel mese di aprile eper tre notti consecutive le giovani si esibivano in cori.A Roma la cerimonia delle nozze avveniva sempre in grandepompa: quella di Calpurnia si celebrò di notte, rischiarata dalchiarore delle torce che illuminavano la giovane sposa portata acasa del marito. Era vestita con una tunica bianca di lana e unaghirlanda di fiori freschi sul capo con il volto coperto da un ve-

lo giallo. In mano una coro-na di fiori, erbe e verbene,insieme ad una rocca ed unfuso, simbolo del ruolo dimadre di famiglia che anda-va ad assumere. Il matrimo-nio tra Cesare e Calpurnia fustabilito dal padre di lei Cal-purnio Pisone, uomo conso-lare che rivestiva caricheimportanti nella pubblicaamministrazione, che l’avevacresciuta, fra le pareti dome-stiche, con la fama di saggiae gentile fanciulla. Lo sposo,il quarantenne Giulio Cesare,era l’uomo più popolare di Roma; lei, quattordicenne,varcò la porta attenta a nonsfiorarne la soglia per nonoffendere i Lari, numi protet-tori della casa. Lo sposo le sifece incontro presentandoleun’urna di acqua ed un tiz-zone acceso: rito con il qualesi intendeva la nuova moglieammessa al comune uso del-l’acqua e del fuoco, e cioè al-la comunione della vita.

Quarta moglie: prima di lei Cesare aveva impalmato la ricca ere-ditiera Cossuzia, poi Cornelia di Cinna e Pompea, figlia di QuintoPompeo Rufo, che lo conquistò per la sua rara avvenenza. Maper poco. Per il cuore di suo marito, dominato dall’ambizione,non c’era posto per un durevole amore. Cesare, da generaleesperto, intrepido soldato, bramoso di grandezza e desideroso diaccrescere il suo prestigio, si fece assegnare il governo delle Gal-lie, dove vi trascorse nove anni.

CALPURNIA MOG

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Prese d’assalto 800 città, assoggettò 300 popoli diversi, combat-té e vinse tre milioni di uomini. La sua gloria non aveva pari. Rientrato a Roma, Cesare rivede Calpurnia dopo anni di lonta-nanza. Ma il loro incontro sarà di breve durata. Il condottiero decise di inseguire il triumviro Pompeo in Egitto, ma qui è con-quistato dai vezzi della bellissima regina Cleopatra, nel fiore de-gli anni e maestra in tutte le arti della seduzione. Folgorato daun amore che fu il più forte della sua vita, rimase nove mesi adAlessandria, immerso nella voluttà e nella passione, dimentican-do la moglie, Roma, l’ambizione per l’impero e i nemici. La loro

storia sarà fonte di ama-rezze per Calpurnia an-che quando saprà che laregina d’Egitto è ospita-ta da Cesare, a Roma,nei suoi giardini presso ilTevere. Pazzo d’amore,Cesare non tentò più dinascondere la sua storiacon Cleopatra e quasi di-vinizzando il suo adulte-rio, fece collocare lastatua dell’amante in untempio di Venere. Cal-purnia pur continuandoad amare, soffrendo perquesto condottiero chenon poteva trovare lasua soddisfazione nelledolcezze domestiche,dette prova di incompa-rabile saggezza di fronte

a tanta mortificazione e fu ammirata per la forza che dimostrònella sventura. Il popolo tributò a lei titoli ed onori riconoscen-dola come imperatrice, moglie di Cesare Augusto. Si diffuse lavoce che Cesare volesse sposare l’Egiziana, stabilire in oriente lasede dell’Impero e far regnare Cleopatra sopra i Romani. I patri-zi non potendo tollerare che si concentrasse su di lui tutto il po-tere, del quale ognuno di essi pretendeva una parte, nedecretarono la morte. La sua fine fu annunciata da un sogno aCalpurnia che impaurita e suffragata dai cattivi auspici degli àu-guri lo implorò quella mattina di restare a casa. Sordo alle sue ri-chieste e alle predizioni di un indovino che gli raccomandava diguardarsi dagli idi di marzo, uscì e fu assassinato, con 23 pugna-late da Cassio e Marco Bruto.La morte di Cesare ferì il cuo-re di Calpurnia con un doloreche non ammetteva conforti.Da quel momento allontanòda se tutti i piaceri della vitapassando il resto dei suoigiorni nella casa di Marco An-tonio, amico fidato di suo ma-rito. A lui stesso diede facoltàdi disporre di tutte le ricchez-ze che possedeva, perché ser-vissero a vendicare la mortedello sposo.

Costanza Cerioli

GLIE DI CESARE

Cesare AugustoCesare Augusto

Morte di cesare Morte di cesare

CleopatraCleopatra

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Roma è Capitale il 23 gennaio del 1871 e la Regina Margheritaanima il Quirinale con ricevimenti, fa salotto con intenti intellet-tuali, da un ballo l’ultimo mercoledì di ogni mese, donando alleillustri ospiti un carnet con una M in oro.Sua Maestà avvolta nei 15 giri di perle, dono di Umberto, - uno,si dice, per ogni trasgressione del Re - diventa ben presto puntodi riferimento sia per la creazione di una nuova vita di corte, siacome prima donna della vita elegante italiana. Nell’”IllustrazioneItaliana” del 13 maggio 1883 si legge che “la regina saluta comenessun’altra sa salutare, ringrazia con quei lenti e nobili inchiniche sono una delle sue grazie regali”. Ma si leggono anche cu-riosità che raccontano come la carrozza reale si fermasse spessoin via San Massimo 12, davanti alla bottega IRAC di Nicolao Pe-rone, “fabbricante di pomate, saponette, acque d’odore”, per-ché la regina Margherita facesse i suoi acquisti. Il laboratorio dicosmesi, fondato a Torino nel 1804, fu autorizzato già nel 1819a fregiarsi dei simboli di fornitore della casa reale, e di quei tem-pi conserva tuttora la meravigliosa insegna in ferro dipinto adolio, oggi all'interno del negozio, che riporta gli stemmi della ca-sa reale e delle Province, la Catena dell’Annunziata e il motto di

casa Savoia. L’esposizione Universale del 1888 vede sorgere la Torre Eiffel eMonet, Renoir e Degas fissano sulle tele l’immagine di quella so-cietà che animò il favoloso palcoscenico della mondanità.Da Parigi arrivano le prime corse automobilistiche, il mondo è ar-ricchito dall’ebbrezza della velocità e la moda, di conseguenza, siadegua alle dinamiche attività sportive senza rinunciare alle pre-rogative di una sfolgorante femminilità. La borghesia frequentale Capannelle e le nobili signore con la “Visite”, guarnita di chif-fon di seta e il vasto collare rialzato alla “Stuarda”, inalberanodeliziose creazioni di modiste parigine.La tendenza al particolare ricercato accomuna Parigi e Roma epiù che mai le due Città si identificano nelle cronache mondanedella società elegante, con le ultime novità sfoggiate nei fastosiricevimenti.Verso la fine dell’800 la linea degli abiti sembrò accentuarsi in ec-centriche esuberanze, dalla svolazzante farfalla delle manichesempre più gonfie degli enormi en gigot, alle gonne sempre piùarricchite da sofisticate ondulazioni, guarnizioni di pizzo e son-tuosi ricami in canutiglie.Le proposte per gli abiti da passeggio, le cerimonie ufficiali, i ta-bleau vivent, erano inscindibili dai cappelli a larga falda ornati dinastri, piume, uccelli e fiori di ogni genere giunti, come ultimanovità, da Parigi. Per le visite era consigliato l’abito-tailleur, di li-nea aderente in pesante raso, con un grosso pouf posteriore eciuffi di pieghe che si aprono a ventaglio sulle maniche e nel pro-filo della gonna. Impregnato di aristocratica ricercatezza lo stra-scico a coda di pavone, secondo la vistosa foggia di fineOttocento, conferisce maestosità alla figura. Se il diadema eraimprescindibile nelle feste di corte; alle udienze del Papa un ceri-moniale rigoroso prevedeva per le grandi Dame cattoliche abitirigorosamente neri e preziosi pizzi bianchi di Bruge, Alençon oChantilly sui capelli. La necessità di ricorrere alle creazioni parigi-ne era motivata spesso dall’assenza di una creatività nazionale edalla carente industrializzazione del prodotto moda. Per coprirequesta lacuna nel 1814 due giornalisti milanesi, i coniugi Lattan-zi, attraverso “Il corriere della Dame” si mossero contro l’acquie-

IMMAGINI DI UN

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scenza della moda francese cominciando a pubblicare figuriniitaliani, pregando le lettrici di inviare modelli di loro creazione:“che facciano conoscere a tutto il resto dell’Italia il buon gustodelle loro mode”. Milano diventerà capitale dell’editoria dellamoda con la pubblicazione delle riviste più importanti tra cui“Margherita” intitolata alla Regina d’Italia. La rivista, che costa-va 50 centesimi nella edizione economica, troverà nella stessaRegina la massima adesione all’italianità della moda. E in osse-quio alla sovrana le dame rinunceranno agli acquisti parigini, pri-vilegiando le case di moda milanesi. Per la battaglia della “modaitaliana” si impegnò anche la giornalista Rosa Genoni che portòi suoi modelli, ispirati alla pittura Cinquecentesca, alla GrandeEsposizione Internazionale del Sempione aperta a Milano nel1906. Nel 1909, sotto l’Alto Patronato della Regina Margherita,si tenne nella Villa Reale di Milano un’esposizione dedicata al-l’”Arte dell’Eleganza moderna” che promuoveva con abiti, pizzi,ricami, disegni, cappelli e biancheria, la creatività italiana. Fubandito anche un concorso - una vera innovazione - con un pre-

mio di 1.000 lire per la migliore mannequin e 500 lire per il mi-glior figurino italiano. Su “La Tribuna”, D’Annunzio dedica ampiospazio alla descrizione delle migliori toilettes delle nobildonneromane che lo affascinano sia per la scelta dei colori che per gliaccessori e i gioielli: “Nella società vi sono molte classi: le ricchis-sime che possono e debbono spendere generosamente; le agia-te a cui è concessa qualche soddisfazione di lusso; le impiegateche con raffinata civetteria danno risalto alle più semplici stoffe;le operaie che si accontentano di una camicetta di cotone insal-data o di lanetta dai vivaci colori “.Immagini di un’epoca nei cuidagherrotipi, tra vestiti, pizzi e merletti si scopre, con stupore,una vita narrata col filo su stoffe e broccati. Segnano il tempo diuno stile del tutto tramontato....

Mara Parmegianistorica della moda

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N’EPOCA

La Regina Margherita di SavoiaLa Regina Margherita di Savoia

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Caro Craig.Vorrei conoscere la differenza tra un sensi-tivo ed un mago.

Maria V (AG)

Cara Maria (AG)Per prima cosa sensitivi e maghi non sonodei medici e quindi se hai problemi di salu-te devi rivolgerti ad un dottore. Un magolavora soprattutto convincendoti a compra-re da lui degli oggetti e chiedendoti quindidel denaro. Nessuno di questi oggetti fun-ziona! Un sensitivo può leggere il tuo pas-sato, presente e futuro. Deve essere capacedi dirti cose che solo tu conosci della tua vi-ta senza farti domande. Un sensitivo puòsolo darti consigli su quello che riesce a ve-dere per te, una specie di guida spirituale.Ricorda che dopo la lettura di un sensitivodevi vivere la tua vita seguendo quello chesenti e seguire i consigli del sensitivo solocome guida.

Caro Craig,Spero di non essere di fastidio ma invoco iltuo aiuto, mi sento molto scoraggiata pervia degli esami, ho paura di non farcela dinon arrivare mai. È vero ho sbagliato parec-chie volte, l'errore più grande è stato quel-lo di non studiare per parecchi anni, nonavevo la serenità mentale per farlo causa al-tri problemi; adesso sono di nuovo tran-quilla, ho ritrovato un certo equilibrio e stoinseguendo quello che è il mio sogno: lau-rearmi e diventare avvocato. Ma mi sembramolto lontano e questo mi scoraggia moltoe diventata quasi un’ossessione ed ho pau-ra di commettere qualche altro errore, puoidirmi se ce la farò e come affrontare even-tuali ostacoli che mi si presenteranno? Ilmio obbiettivo è quello di laurearmi entroaprile 2010, tu pensi che ci riuscirò? Se vor-rai rispondermi mi farai felice almeno so co-me orientarmi perché in questo momentoda sola non ci sto riuscendo, ho bisogno diuna persona che mi guidi, mi orienti, perevitare di cadere in ulteriori errori. Di te mifido molto, ti ritengo una persona davverospeciale, con un dono grande.In questo periodo sto pregando molto, sen-to che mi fa stare bene e mi da conforto.Spero di non essere stata invadente, rispon-di solo se ne avrai voglia,ti ringrazio co-munque.

Un abbraccio e saluti Assunta

Cara Assunta,ho sempre tempo per chi ha bisogno diconsigli. Tutti commettiamo degli errori nel-la vita, nessuno è perfetto. Tu sai che lastrada che hai scelto non è semplice e chedevi studiare molto, sono sicuro che termi-nerai i tuoi studi, ma ti vedo più a tuo agionell’insegnamento e nel lavoro con bambi-ni piccoli. Stai cercando una storia d’amoreche non hai ancora trovato. Sento che ticomporti così perché senti la mancanza dituo padre. Per questo cerchi il suo amorenegli uomini che incontri. Hai paura di re-stare da sola ed è la solitudine che ti fa sen-tire irritata con te stessa ogni tanto. Il 2010sarà un buon anno per te, vedo anche unlavoro part time in cui incontrerai nuovi

amici. Sei una persona che ha bisogno dimolte attenzioni. È necessario che tu co-minci a curare la tua alimentazione perchésento un calo di energie. Guardati allo spec-chio ed incomincia ad apprezzare la tua im-magine: sarai felice solo quando avraitrovato te stessa e saprai che cosa vuoi ve-ramente. Nel Luglio 2010 incontrerai ancheun nuovo amore e guardando indietro pen-serai che tutta questa sofferenza ti sarà ser-vita per crescere.

Caro Craig.Possiedo una mia attività e vorrei sapere seè questo un buon momento per vendere ediniziare un nuovo progetto e se il mio mi-gliore amico Nicole è veramente onesto conme?

Pietro

Caro Pietro Tu sai che il tuo amico Nicole non è onestocon te e che è giunto il momento di cono-scere nuovi amici. Questo non è il momen-to giusto per vendere la tua attività percominciarne un’altra: aspetta fino al 2011 epoi vendi. Il progetto che hai in mente an-drà bene, ma devi ancora incontrare le per-sone giuste per farlo decollare. Sei moltoconfuso al momento, quindi è molto im-portante vedere che cosa sta succedendonella tua vita privata. Devi ritrovare te stes-so e tornare ad essere felice come un annofa. È il momento giusto per chiudere unarelazione che non sta andando da nessunaparte. Stai perdendo tempo e denaro conuna persona che non ti ama. Hai paura di ri-manere solo, ma devi restare solo perchéarriverà per novembre una nuova relazione.Sei molto insicuro, ma cerca di trovare laforza di mettere te stesso al primo posto.

Caro Craig,Ho 27 anni e tre anni fa avevo una relazio-ne con una ragazza che si chiama Antonel-la. Adesso è ritornata da me e vorrebberiprendere dal punto in cui avevamo inter-rotto. Che cosa puoi dirmi di questa storia?Vorrei anche sapere se dovrei pensare a vi-vere e lavorare in un’altra nazione.

Vincenzo (Roma)

Caro Vincenzo. Sento che è meglio non tornare indietro ericominciare questa vecchia relazione per-ché durerebbe solo alcuni mesi e poi rico-mincerebbero tutti I problemi che aveteavuto in passato. Antonella ti ha fatto sof-frire ed hai impiegato del tempo per rimet-terti in piedi. Inoltre la tua famiglia ti haaiutato a superare quel brutto periodo enon sarebbe contenta di saperti di nuovocon lei. Stai pensando di andare all’estero solo per-ché hai paura di soffrire ancora. Nel 2010incontrerai un vero amore ad una festa diamici. Lei indosserà un vestito blu con scar-pe argentate. Sento anche che quella seralei cercherà le sue chiavi nella borsa e tu tioffrirai di aiutarla. Gli ultimi 4 mesi non so-no stati facili per te ed è ora tempo di cam-biare. Buona fortuna.

Caro Craig,Mi sono ad-d e s t r a t acome sensi-tiva per dueanni, mapotresti dir-mi comepotrei diventare un detective sensitivo?

Trisha (London)

Cara TrishaNon è facile e ci vogliono anni di esperien-za. Se ti sei addestrata come sensitiva edhai fatto pratica su familiari ed amici, percontinuare prendi un quotidiano e scegliuna storia su cui poterti mettere alla prova.Scrivi quello che senti e vedi, prendi nota ditempi e date. Poi, quando la storia si sarà ri-solta controlla se eri stata corretta. Ricordache essere un detective sensitivo comportauna grande responsabilità e sarai messa al-la prova dalla polizia o da coloro per i qua-li lavorerai. Il mio consiglio è quello di diresempre la verità e di non trovare per forzauna soluzione solo perché vuoi diventarefamosa come sensitiva.

Caro Craig.È possibile che la mia automobile usata è“infestata” dalla presenza del suo prece-dente proprietario? A volte mentre guidosento che c’è qualcuno seduto vicino a me.Mio marito ha visto il viso di una donna nel-lo specchietto e non vuole più entrare nel-l’automobile. Vuole che io la venda e necompri un’altra.

Simonetta.

Cara SimonettaSì, è possibile che fantasmi infestino quelloche hanno posseduto. Ti suggerisco di far benedire la tua automo-bile e tutto andrà a posto. Questo fantasmanon vuole nuocere né a te né a tuo marito.Guarda la faccenda da questo punto di vi-sta, ma puoi anche chiedere a tuo maritouna nuova automobile.In 1959, Mabel Chinnery era a bordo dellasua auto e quando si è fatto fotografare èrimasto stupito nel vedere sua madre mor-ta seduta nel sedile posteriore dell'automo-bile.

Caro Craig.Ho l’opportunità di lavorare ad uno di dueprogetti. Puoi consigliarmi quale? Il nume-ro 1 o il numero 2?

Peter (New York)

Caro Peter ,Sento più adatto il numero 2, sembra piùpositivo. Dovrai lavorare duramente e tro-vare buoni investimenti. Ci vorranno circadue anni per raccogliere i frutti di questo la-voro. Vedo che devi spostarti molto conl’automobile quindi ti consiglio di affittareuna casa più vicina al tuo posto di lavorodopo i primi 6 mesi. Il progetto numerouno è più facile, ma ti farebbe guadagnaredi meno e ti stresserebbe di più.

LA POSTA DI CRAIG

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L’appello lanciato dal Cardinale Tettamanzi a psichiatri e psicolo-gi, perché mettano gratuitamente parte del loro tempo a dispo-sizione di chi soffre, rappresenta un vera novità nei rapporti frala Chiesa, che da due millenni si occupa delle nostre anime, ed iprofessionisti della psiche, che di quest’ultima si prendono curada poco meno di due secoli.Quanto affermato, da un lato gratifica il lavoro di tutti noi e dal-l’altro pone un problema di urgenza della revisione della Legge

180, in cantiere da molti anni. La necessità riconosciuta dal Car-dinale, di un supporto più capillare per chi deve riuscire a supe-rare momenti di crisi economica e sociale particolarmente duri,non può, infatti, che essere condivisa da tutti gli operatori delsettore, ma francamente, la sola carità cristiana di medici e psi-cologi, ai quali viene richiesto di: “mettere qualche ora a dispo-sizione gratuitamente o a prezzi calmierati “non penso possaessere risolutiva. Quanto richiesto dal Cardinale, avviene già, esono molti i professionisti che partecipano ad associazioni di vo-lontariato, dedicando gratuitamente il loro tempo.Il problema è un altro: siccome è vero che più del 27 % degli Ita-liani ha sperimentato la depressione, come mai al comparto sa-lute Mentale non vengono attribuiti fondi più consistenti?Paradossalmente vi sono malattie definite “rare” che drenano

( g i u s t a m e n t e )contributi regio-nali ingenti edhanno ottenutoesenzioni dal pa-gamento di visitee farmaci.I medicinali antiansia invece no:sono a pagamen-to, così come leps icoterapie…aparte quelle effet-tuate nelle, lar-gamente insuffi-

cienti, strutture territoriali. La Legge 180 ( quella che chiuse i ma-

nicomi ), doveva riformare tutto il percorso dell’assistenza psi-chiatrica in Italia, invece non se è fatto più nulla, e l’unico risul-tato è stato quello di abolire la patologia psichiatrica epsicologica per Legge! I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti e non passagiorno che sui giornali non si leggano notizie di stragi famigliari

originate dalla depressione, e dalla disperazione che ne conse-gue. E purtroppo il più delle volte le vittime sono bambini. Si puòallora parlare di una emergenza psicologica, di una società inte-ra a rischio depressione?Purtroppo sì.È necessario, infatti, valorizzare il concetto di “natura umana” ri-spetto al significato convenzionale del termine: effettivamente,così come l’uomo ha modificato il mondo che lo circonda, cosìha pensato di poter modificare anche se stesso, ma in particola-ri situazioni di crisi sta comprendendo che deve saper rispettarela propria natura intima non modificabile! La salute mentale è unbene prezioso, e se una persona è oppressa dal senso della pro-pria debolezza e incapacità a superare condizioni esterne va aiu-tata, non certo meno di come lo Stato ha aiutato, e continua adaiutare, banche e imprese in difficoltà.Infatti, il rischio attuale è che si aiutino solo i “gruppi”, e chi nonè integrato in un gruppo rischia di non essere protetto ne dal“suo” gruppo, né dai gruppi più potenti, che abbiano introdot-to misure di protezione per i gruppi piùdeboli: insomma, chi tutela il singoloindividuo? Solo noi psichiatri e psicolo-gi? Pur ringraziando il Cardinale Tetta-manzi per la graditissima stima, misembra come voler svuotare il marecon un secchiello.

Isabella De MartiniDocente di Psicologia Clinica

Università di Genova

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UNA SOCIETÀ PUÒ ESSEREMALATA ?

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Il vertiginoso aumento del numero dei cosiddetti “tran-sessuali”, e dei loro clienti, famosi, e non, pone a tuttiuna semplicissima domanda: perché?Che cosa può spingere un uomo, sposato o fidanzato, acercare affetto e soddisfazione in un altro uomo, trave-stito da donna?Tutti noi, per ottenere il “soddisfacimento”, mettiamo inessere un’attività primaria, ed un processo secondario.La ricerca primaria passa attraverso il ricordo di episodiche risalgono all’infanzia e all’adolescenza: se tali ricordisono positivi, l’individuo vi si identificherà. Al contrario,il processo “secondario” nasce quando la ricerca di sod-disfacimento conduce all’esperienza di dispiacere. La de-lusione che ne consegue porterà a cercare appagamentoin situazioni diverse,o opposte diametralmente a quelleche hanno generato sofferenza, e frustrazione. Quindi,se i ricordi del rapporto con la propria madre, e i rappor-ti con l’attuale compagna, non sono proprio idilliaci,l’uomo tenderà a cercare soluzioni sessuali alternative,anche al di fuori del periodo adolescenziale. Ciò avvienesoprattutto quando egli si sente minacciato da un reper-

torio di competizione e narcisismo, oggi più presenteche in passato. Chi si rivolge ai transessuali non è però“gay”: un omosessuale ricerca un vero uomo, non quel“surrogato” di donna che è, invece, il transessuale; comesappiamo bene, i clienti dei trans sono insospettabili: fi-danzati o mariti esemplari! Un numero sempre più gran-de di mariti-fidanzati-amanti, magari già figli frustrati,appare arcistufo di cimentarsi con l’angosciante ansia diperfezione cui tendono le loro partner, anche nel lavoro,che peraltro non lascia spazio ai tempi dell’amore. Que-sti uomini sono sopraffatti da: diete improbabili, lifting,ginnastiche orientali, che dovrebbero rendere le lorocompagne sempre più irresistibili ed affascinanti, manon certo per lui…forse per gli altri. E così molti maritisi ritrovano “sull’orlo di una crisi di nervi “, quasi snob-bati, da donne un pò troppo narcise; e quando deside-rano essere capiti, e soddisfatti sessualmente, ritengonotroppo ardua la ricerca, sul mercato, di una delle semprepiù rare “vere“ donne, e si rivolgono ad un loro surroga-to: il transessuale. In un loro simile, travestito da donna,sperano di ricevere, anche se a pagamento, un pò diquella attenzione negata dalla compagna-moglie-fidan-zata. Il marito-fidanzato-amante ha bisogno della presenza e dell’aiuto costante di una “figura di attacca-mento”: cioè di una partner disponibile. Nella mia pro-fessione di neuropsichiatra ascolto numerosi racconti diuomini, trascurati dalle loro donne, che, in cerca diun’oasi di piacere e relax, riferiscono di ottenere moltapiù “tenerezza” dai trans, che non dalle prostitute, don-ne a tutti gli effetti. I transessuali, infatti, sono personeche devono “lottare“ per essere riconosciuti per ciò chenon sono, ma che vorrebbero essere, e, quindi, sono ge-nerosi di attenzioni, e non solo di sesso, nei confronti deiloro clienti, per dimostrare la loro natura femminile, ac-cudente. Quanto sta accadendo dovrebbe suonare dacampanello di allarme per tutte le donne che utilizzanofascino e tenerezza solo nel momento della “conquista”del partner, e si dimenticano che, per non fare naufraga-re un rapporto, è necessario coltivarlo ogni giorno, ma-gari sottraendo un pò di tempo a parrucchiere,ginnastica e dieta, altrimenti, il rischio è questo: fra i gayin aumento, la proporzione donna-uomo a sfavore delleprime, mariti che frequentano uomini che scimmiottanole donne…lo spazio per la vita affettiva, e sessuale, ditutte sarà ridotto…e saranno sempre più affollate le sa-le di attesa di chirurghi plastici e dietologi.

Isabella De Martini Neuropsichiatra - Docente di Psicologia clinica

Università di Genova

L’uomo chiede al travestito

l’attenzione che gli è negata dal partner

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SELEZIONE INNATURALE:

pillola anticoncezionalealtera la scelta del partner

La pillola anticoncezionale non solo permette alle donne dicontrollare la loro fertilità, ma va oltre i suoi compiti influen-zandole nella scelta del partner. E le influenza così tanto dacambiare i loro gusti in fatto di uomini. Lo rivela un recentestudio pubblicato su “Trends in Ecology and Evolution” con-dotto, insieme a Virpi Lummaa, da Alexandra Alvergne ricer-catrice al Department of Animal and Plant Sciencesall’Università di Sheffield, che afferma: ''l’alterazione del ci-clo ormonale può alterare nelle donne anche quei parametriche, fino ad allora, avevano reso ai loro occhi gli uomini piùo meno attraenti”. Ma l’impatto non è solo al femminile an-che negli uomini c’è il contraccolpo: la pillola anticoncezio-nale può influenzare il grado seduttivo femminile e cambiarel’”appeal” che le donne hanno sugli uomini. Secondo la ricerca, l’equilibrio ormonale indotto dalla pillolaè stabile, assomiglia a quello che si ha in gravidanza, e man-ca delle naturali fluttuazioni che si hanno prima e dopo

l’ovulazione. In quei pochi giorni la donna fertile è attrattadagli uomini con tendenza alla dominanza e alla competizio-ne con gli altri maschi e geneticamente più dissimili da lorostesse, e grazie a cambiamenti fisici, psicologici, comporta-mentali e percettivi legati all’ovulazione, viene percepita co-me più attraente dall’altro sesso. Molti studi, infatti, hannomostrato che gli uomini “fiutano” il momento dell’ovulazio-ne preferendo le donne in questo stato. Da parte loro, in quei giorni, le donne cercano uomini gene-ticamente diverso da loro stesse con cui potersi accoppiarein modo vantaggiosoper la procreazione.Sotto l’effetto dellapillola, però, le cosecambiano le donnenon mostrano parti-colare attrazione perpartner geneticamen-te diversi, perdono lagrinta e quel partico-lare fascino dato dal-l’ovulazione ecombattono di meno,delle donne con ciclomestruale normale,per trattenere il par-tner e per accoppiarsi con successo ai fini del concepimento. Secondo Virpi Lummaa il problema di fondo è se l’uso deicontraccettivi orali possa avere conseguenze a lungo termi-ne sulla capacità di riprodursi. “Se così fosse - dice - ci sareb-bero implicazioni sia per l’attuale che per le successivegenerazioni, e questo richiederebbe ulteriori e più approfon-diti studi”.

Rita Lena

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Nel mese di giugno 2008, all’interno delReparto di Radioterapia dell’AziendaOspedaliera San Filippo Neri, ha iniziato lasua attività “l’Ambulatorio di RadioterapiaSintomatica Rapida” fortemente voluto esostenuto dalla Direzione Generale per ga-rantire una rapida risposta in termini di vi-sita e di trattamento radiante ai pazientioncologici che necessitino di una radiote-rapia con l’obiettivo di contrastare i sinto-mi della malattia in particolare il dolore,più che la patologia in sé.L’attivazione dell’ambulatorio si inseriscenella strategia che l’Azienda OspedalieraSan Filippo Neri sta portando avanti nelcampo del controllo del dolore, espressoin tutti, i campi dalla pediatria, alle chirur-gie, dalle medicine all’oncologia, anche at-traverso l’istituzione nel novembre 2007del ”Comitato Ospedale Senza Dolore” ela realizzazione di corsi di formazione spe-cifica per il personale medico e infermieri-stico.La Radioterapia, con poche sedute, è ingrado di controllare i sintomi legati al tu-more primitivo o alle sue metastasi.Il trattamento radiante appare particolar-mente utile ed efficace nei pazienti con le-sioni ossee dolenti, lesioni encefaliche,sintomi da compressione (difficoltà arespirare o deglutire), sanguinamenti cau-sati da neoplasie bronchiali, vescico-pro-statiche e ginecologiche.Nei pazienti affetti da metastasi ossee èpossibile ottenere una significativa e rapi-da riduzione del dolore e prevenire le com-plicanze più pesanti sulla qualità di vitadel paziente e sulla prognosi, quali le frat-

ture patologiche e le compressioni midol-lari. La riduzione del dolore, permette,inoltre, di ridurre il consumo di farmacianalgesici risparmiando al paziente fasti-diosi effetti collaterali (stanchezza, stipsi,sonnolenza e alterazione dello stato di co-scienza).Per raggiungere l’effetto sul sintomo sonosufficienti cicli di radioterapia di breve du-rata con poche sedute (1-5) ad alta dose econ tecnica conformata, per ridurre al mi-nimo gli effetti collaterali e avere la mino-re interferenza con eventuali ulteriorimodalità terapeutiche.I trattamenti di radioterapia sintomatica,sebbene efficaci, rapidi ed economici, so-no purtroppo spesso poco utilizzati a causa delle liste d’attesa e della non omo-genea distribuzione geografica dei centridi radioterapia nel territorio italiano e inparticolare nel Lazio.“L’obiettivo primario di questo Ambulato-

rio “ad hoc” - spiega la Dott.ssa M. Ales-sandra Mirri direttore della Radioterapia -è stato quello di creare una corsia prefe-renziale per consentire a pazienti oncolo-gici, in fase avanzata di malattia connecessità di radioterapia sintomatica, diessere visitati e iniziare il trattamento, oveindicato, entro 7-10 giorni». In dodici mesi di attività nell’Ambulatoriodi Radioterapia Sintomatica Rapida sonostati visitati e trattati oltre 200 pazientioncologici con malattia avanzata per dolo-ri o sintomi con ripercussione negativasulla qualità della vita ottenendo un mi-glioramento nell’80% dei casi con possibi-lità di ridurre o sospendere i farmacianalgesici.L’efficacia antalgica è stata, in accordo coni dati della letteratura, equivalente aquella di trattamenti più prolungati con ilvantaggio di poter trattare più siti dolenticontemporaneamente, di poter ripetere iltrattamento se necessario e soprattutto di una minore occupazione delle macchinecon riduzione delle liste d’attesa e dei co-sti.

Costanza Cerioli

Per Informazioni sull’Ambulatoriodi Radioterapia Sintomatica RapidaDott.ssa M. Alessandra MirriUOC di RadioterapiaAzienda Ospedaliera San Filippo NeriVia G. Martinotti 20 - RomaTel. 0633062603 /3969Fax 0633062611

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La Radioterapia contro” il dolore inutile”

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Non si sa né dove né quando l’uomo forgiò per la prima voltaquesto strumento. Gli archeologi hanno trovato in Francia cesoie risalenti al II secolo a.C. e dello stesso periodo sono quel-le raffigurate su un bassorilievo di terracotta, rinvenuto ad Ostia,che rappresentano la bottega di un fabbro. Fra le rovine di Pom-pei sono state ritrovate cesoie le cui lame venivano successiva-mente saldate ai lati della molla.

Il principio di funzionamentoè basato su di una leva di ter-zo genere.È di epoca romana la corpora-zione degli artigiani, protettadalle Corti, preposta proprioalla fornitura di questo og-getto. Corporazione rappre-sentata iconograficamentesulla prima colonna nella cat-tedrale di Piacenza. Anche leforbici, come l’architettura ela moda subirono i mutamen-ti del costume e assunsero,con il prevalere dello stile Go-tico, una valenza romantica. Diventarono oggetto di rega-lo e devozione all’innamora-

to: Tristano ne portava con se un paio donatele da Isotta. IlRinascimento, con l’amore per lo sfarzo e la ricercatezza, si ritro-va anche nelle forbici che si ornano di complicati disegni, cesel-lature ed intarsi. Le piùbelle forbici provengono daVenezia, Padova, Milano eNapoli.È nel XIX secolo che in Italiasi impongono per accura-tezza e bellezza stilistica leforbici prodotte a Campo-basso. Realizzate in grandequantità, fatte interamentea mano e quasi sempre daoperaie.La fantasia dei creatori si èsbizzarrita sulle forbici edallora troviamo in mostramolti straordinari spegnimoccolo, certamente i piùcaratteristici fra i numerosi

tipi di forbici usate per ne-cessità domestiche, forbiciper la tosatura delle peco-re, da ricamo, da toilet,con manici ripiegabili, dacarta.Interessanti: lo spegnimoccolo con piedini di ap-poggio muniti di rotelle inottone traforato e dorato;le forbici a forma di cico-gna con manici mobili.Forbici da cucito e da car-ta, con manici riccamentedecorati; da sarto in ferroforgiato con punzone dibottega; forbici da rica-mo, con custodia e maniciad incastro - Persia secoloXVIII - e ancora da cartacon manici ripiegabili ocon iscrizioni su lameesterne. Nei “Libri di bot-tega di Giordano di GuidoGiordano”, pubblicati ecommentati da GiancarloBaronti, la merce prodot-ta dal 1552 al 1562, risul-ta che la quantità diforbici superava di granlunga ogni altro strumen-to tagliente, anche i col-telli. Forbici e cesoieraggiungevano quasi lametà dell'intera produzione, mentre l’altra metà era compostada coltelli (meno di un quarto del totale), temperatoi, forchette,astucci, coltelliere. Le forbici sono annotate con termini che ri-guardano essenzialmente le misure: “ forbicine, forbici mezzani-ne, mezzane, bastardine, bastarde”.

Costanza Cerioli

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LE FORBICITAGLIARE CON ARTE

Forbici del XVI secoloForbici del XVI secolo

Forbici turche, in bronzo e rame del Forbici turche, in bronzo e rame del periodo intorno al 200 d.C.periodo intorno al 200 d.C.

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L’ALBERO DELLE CASTAGNE

Costanza Cerioli

“Davanti all’arco d’ingresso sul margine della strada c’era un castagno, un solitario figlio del Sud che un pel-legrino aveva riportato da Roma in tempi lontani. Un nobile castagno dal tronco vigoroso; la cerchiadei suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada, respirava libera e ampia nel vento; in prima-vera quando intorno tutto era già verde ed anche i noci mettevano già le loro foglioline rossic-ce, esso si faceva attendere ancora a lungo e la luce irradiava, tra il fogliame, la sua fiorituraesotica, di un verde bianchiccio e languido, dal profumo aspro ed intenso, pieno di richiami,quasi opprimente. In ottobre, quando l’altra frutta era già raccolta ed il vino nei tini, lasciavacadere al vento d’autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita…” Con questa poetica de-scrizione dedicata al castagno, antica pianta mediterranea, inizia il romanzo “Narciso e Boc-cardo” di Hermann Hesse.Non sappiamo quale sia il luogo di origine della pianta; è certo, che essa è nota all’uomo datempi lontanissimi e che i Fenici abbiano contribuito alla sua diffusione.Attualmente la coltura del castagno è diffusa in Italia, in Francia, Spagna, nelle Repubblichedella ex Jugoslavia, Portogallo e, spostandosi di qualche meridiano, anche in Cile, Giap-pone e Stati Uniti d’America.L’albero del castagno può raggiungere un’altezza fino a 35 metri, ma la media si at-testa fra i 15 e i 20. L’accrescimento della pianta è rapido fino al 60mo anno di età,dopo, la crescita non è tanto in altezza quanto nel diametro del tronco.Il castagno cresce in collina, predilige i terreni soffici, freschi, permeabili, neutri e po-co acidi, non sopportando l’alcalinità. La temperatura ottimale è compresa fra gli 8e i 15 gradi. Il legno di castagno è elastico, resistente, di durezza media, di buona la-vorabilità, ma di poca compattezza. Resiste bene all’asciutto o quando è tenuto co-stantemente sott’acqua. Ma per quanto importante possa essere il legno è il frutto chesicuramente valorizza di più la pianta. Le castagne sono un alimento ricco di amido e dizuccheri semplici, hanno un gradevole gusto e sono facili da digerire: sono un po’ comele ciliegie, una tira l’altra. Di questa pianta si utilizza quasi tutto, infatti oltre la legno e al frutto, le foglie vengonousate nella medicina alternativa per ottenere un estratto fluido contro la pertosse. La pian-ta comincia a dare la massima produzione fra gli 80 e i 200 anni. Le varietà di castagne notesono moltissime; basti pensare che solo in Italia se ne contano più di trecento. Tuttavia, la di-stinzione fondamentale è fra due gruppi: i marroni e le comuni castagne. I primi si presentanopiù grandi, con forma ovale o a cuore e con una buccia molto chiara, si distinguono anche per ilgusto che è più dolce e profumato rispetto alla comune castagna, che ha una pezzatura più pic-cola e la buccia più scura. Inoltre i marroni sono protetti da una sottile pellicina che può essereasportata con facilità, operazione quasi impossibile con la castagna. Ma sicuramente è l’utilizzo ali-mentare che si ottiene da questo prodotto che lo rende importante.Le comuni castagne e i marroni sono state la fonte del principale sostentamento delle popolazioni mon-tane, per questo il castagno veniva chiamato anche “albero del pane”. La farina ricavata dalla castagnasi usava per fare il pane e la polenta. Oggi la farina è utilizzata soprattutto per la preparazione dei dolci.La castagna si presta anche per la preparazione di ottime marmellate e per i decotti fatti con un bollito dimosciarelle – castagne essiccate - per alleviare la tosse invernale.Ma indubbiamente al nome della castagna tutti associamo un bel cartoccio di caldarroste che in autunno vengonovendute agli angoli delle strade delle città.

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Dalla Fundación Gerardo Rueda di Ma-drid e dall’Institut Valencia d’Art Moderndi Valencia (Spagna) a Roma, ai Mercatidi Traiano, sono esposte le opere di Ge-rardo Rueda, uno dei più grandi artistispagnoli contemporanei, cresciuto arti-sticamente negli inquieti e vitali decennipost bellici e scomparso nel 1996.L’esposizione organizzata dalla Funda-ción Gerardo Rueda e promossa dall’As-sessorato alle Politiche Culturali e dellaComunicazione - Sovraintendenza ai BeniCulturali, rimarrà aperta fino al 22 no-vembre.Mercati di Traiano, Via IV Novembre, 94

C.C.

GLI SPIRITI MIMI APPRODANO AL MAURIZIO COSTANZO SHOWIl genio di un artista aborigeno e tutta la magia della tradizione sono state illustrate dal critino Luca Fac-cenda della National Gallery di Firenze. L’aborigeno australiano Paddy Fordham Wainburranga, ritrae en-tità molto simili agli uomini - filiformi, abitanti delle rocce, custodi di una antica sapienza - che, anchese provocati, sono generalmente innocui ma possono divertirsi a giocare brutti scherzi, soprattutto peril fatto che sono invisibili.L’arte di Fordham racconta in modo esclusivo la storia di queste speciali entità attraverso la tela grezzadi cotone o la carta fatta a mano ottenuta dal fiocco del cotone, come supporto.

C.C.

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Grande successo di pubblico e stampa al teatro Brancaccio di Roma per “Eccoci qua… conil gran varietà”, uno spettacolo scritto, diretto e coreografato da Alex La Rosa. Un viaggioche ripercorre la storia del Varietà e del Cabaret dagli anni ’20 al 2000, contornato da luci,musica e ballo. I due mattatori della serata, Alex La Rosa e Valentina Persia sono il filo con-duttore dello spettacolo che vede impegnati altri nomi di rilievo artistico come Mattia In-verni (poeta Gringoire del Notre Dame de Paris), Gianluca Lanzillotta e Adriano Bettinelli(Amici 2009). Grande brindisi con l’Asti spumante docg insieme e Christian De Sica, CarloVerdone, Paolo Conticini, Franco Oppini ed altri amici vip. C.C.

LA MEMORIA DELLA PITTURA ANTICA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE

La stagione autunnale si è aperta alle Scuderie del Quirinale con una grande mostra dal ti-tolo “Roma. La Pittura e l’Impero”. Si è scelto un tema importante per festeggiare i diecianni di attività espositiva di un luogo che rimane nel cuore di Roma e della storia d’Italia.Da scuderie per la Fanteria papale, costruite assieme al resto del complesso del Quirinale neiprimi decenni del 1700, continuano ad esercitare il loro fascino con le rassegne espositiveche propongono. La mostra, inaugurata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repub-blica, visitabile fino al 17 gennaio 2010, propone oltre 100 esemplari tra affreschi, ritratti,

decorazioni, fregi e vedute, realizzati in un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il IV d.C.. La selezione delle opere, giunte dai princi-pali musei del mondo, testimonia non solo il “grande” tesoro consegnato alla storia dagli scavi di Ercolano e Pompei, ma come affermail curatore, professor Eugenio La Rocca: “Lo scopo principale che si prefigge la mostra è esaminare analiticamente singoli frammenti diaffreschi, pitture su legno o su vetro, cercando di misurarne, in base alle tecniche artistiche, alle composizioni, ai soggetti, il livello for-male cui era giunta la pittura nel mondo romano”. La pittura romana fu particolarmente viva sotto il dominio di imperatori come Domi-ziano, Traiano, Adriano e Marco Aurelio. In mostra, artisti che non hanno nomi ridondanti, pittori che avevano raggiunto un livelloaltissimo di espressione. Il percorso espositivo si basa su criteri tematici e cronologici. Si possono ammirare le decorazioni delle grandiville imperiali come La Farnesina di Roma e Boscotrecase, vicino Pompei; i paesaggi, scene mitologiche di vita quotidiana, nature morte.Decorazioni che hanno abbellito pareti con finte colonne, pilastri, cariatidi, aprendo spazi illusori. Paesaggi fantastici descritti da Plinioil Vecchio. La rassegna si chiude con una serie di ritratti che rivelano la grande padronanza raggiunta dagli artisti in pittura, in alcuni ca-si superando anche la scultura. Ritratti su legno, su lino, e bellissimi esemplari realizzati su vetro.

Per Informazioni:Scuderie del Qurinale Via XXIV Maggio – RomaTel. 06 39967500 – www.scuderiequirinale.it

Nicoletta Di Benedetto

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SCORPIONE

Il segno zodiacale dello Scorpione (23 ottobre – 22 novembre) è governato dal pianeta Marte; è un segno di Acqua, per questo tut-to gli si può attribuire tranne la superficialità. Lo Scorpione è considerato il più sensuale dei segni dello zodiaco: l’aura di mistero e ilfascino irresistibile che infonde negli altri sono i punti di forza che permettono ai rappresentanti di mietere vittime sulla loro strada.I nati del segno sono persone dal carattere interessante, intelligenti e affascinanti, vivono in un mondo tutto loro, difficile da com-prendere ma intrigante se si riesce ad entrare in sintonia. Per questo, si trovano bene con persone calme, che sanno apprezzare e adu-lare il loro modo di pensare e vivere. Hanno una forte egostima e possono reagire eccessivamente se ritingono di essere stati offesi,ma sono anche dotati di un forte senso dell'umorismo che si basa soprattutto sulla dissacrazione dei luoghi comuni. I nati sotto il se-gno amano il rischio, infatti preferiscono sport basati sulla velocità come le corse di rally e tutti gli sport estremi. In amore sono pas-sionali e molto gelosi, capaci di forti scenate, ma sono anche di perdonare senza portare rancore.Rappresentanti importanti dei nati nel segno sono: François Voltaire, Pablo Picasso, Indira Gandhi, Bill Gates, Jack Nicholson, Rober-to Benigni e Alain Delon. Gli Scorpioni preferiscono: il colore viola; i preziosi come il Rubino e l’Agata; tra i metalli il Ferro; e i fiori co-me l’orchidea; il giorno favorevole è il Martedì..

Siderio

La RICETTA DEL MESE a cura di ROSANNA VAUDETTI CONDUTTRICE SU SKY DELLA “DOMENICA DI ALICE”

TORTA DI CASTAGNACCIO

Setacciare 400 grammi di farina dolce di castagne e metterla in una terrina. Stemperare la farina con acqua, quanto basta per ottene-re un impasto piuttosto liquido. Mescolare bene e aggiungere 1 pizzico di sale, 3 cucchiai di uvetta, 30 grammi di gherigli di noci e lascorza grattugiata di 1 arancia. Amalgamare il tutto e versare l’impasto in una tortiera rotonda con uno spessore massimo di 1,5-2 cm.Irrorare la superficie con un filo d’olio e cospargerla con 30 grammi di pinoli e 1 cucchiaio di aghi di rosmarino. Mettere la tortiera nelforno ben caldo a 220° e lasciare cuocere per 35-40 minuti. Il castagnaccio sarà pronto quando sulla superficie si sarà formata una cro-sta croccante di color marrone scuro.

Ingredienti: (dose per 4 persone)

• 400 g di Farina di castagne • 1 pizzico di sale

• 3 cucchiai di uvetta • 30 gr di gherigli di noci

• scorza di arancia• 30 gr di pinoli

• 1 cucchiaio di aghi di rosmarino• pepe

• 300 gr di ceci già cotti

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