Download - 20262 Chapeau GIUGNO 09 (1)

Transcript
Page 1: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

L’Alta Modatra i monumentiL’Alta Modatra i monumenti

MENICHELLI MENICHELLI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MODA CULTURA COPIA GRATUITA - Anno 5 - N. 6 - Giugno 2009 - Tiratura copie 20.000

Uomini in privato Stalking: tra reato e seduzione Birra, che passione!

Page 2: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Direttore Responsabile

Mara Parmegiani

Comitato scientifico

Gino Falleri, Nino Marazzita,

Simonetta Matone, Carlo Giovannelli,

Rosario Sorrentino, Emilio Albertario,

Anna Mura Sommella

Segreteria di Redazione

Marco Alfonsi

Nicoletta Di Benedetto

Marina Bertucci

Servizi fotografici di redazione

Laura Camia, Giancarlo Sirolesi

Hanno collaborato

Marco Alfonsi, Costanza Cerìoli,

Isabella De Martini,

Nicoletta Di Benedetto, Roberta Bonaiuto,

Cristina Guerra, Tiziano Melara,

Rita Lena, Cristian Coppotelli,

Fabio Sciarra, Siderio

Fotografo: Maurizio Righi

Via Piero Aloisi, 29 - 00158 Roma

Tel. 06.4500746 - Fax 06.4503358

www.chapeau.biz

Aut. Trib. di Roma n. 529/2005 del 29/12/2005

Edizioni e Stampa

Rotoform s.r.l.

Via Ardeatina Km. 20,400 - S. Palomba (RM)

Ideazione grafica ed impaginazione

Monica Proietti

Settore Pubblicità

Direzione: 00158 Roma - via Piero Aloisi, 29

Tel. 06.4500746 - Fax 06.4503358

e-mail: [email protected]

foto di copertina Fontana di Trevi 1984

Fernanda Gattinoni

La responsabilità legale del contenuto degli articoli e dei contributi di tipo pubblicitario èa carico dei singoli autori. La collaborazione al mensile Chapeau è da ritenersi del tuttogratuita e pertanto non retribuita, salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright.È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, grafici, immagini e contributi pubblici-tari realizzati da Chapeau.

Come per la crescita economica, un note-

vole grado di incertezza caratterizza anche

le proiezioni sull’inflazione. Queste sono

soggette a rischi sostanzialmente bilancia-

ti, connessi in particolare alle prospettive

per l’attività economica nonché all’evolu-

zione dei prezzi delle materie prime. La

graduale ripresa, prospettata per il 2010,

rispecchia gli effetti delle ingenti misure di

stimolo macroeconomico in atto nonché

dei vasti interventi sul piano delle politiche per ripristinare il funzionamen-

to del sistema finanziario, intrapresi sia all’interno che all’esterno dell’area

dell’euro. Il calo dei prezzi delle materie prime dovrebbe inoltre sostenere

il reddito disponibile reale e i consumi nel prossimo periodo. Le prospetti-

ve per l’economia, ancora circondate da incertezza; da un lato, si potreb-

bero registrare effetti positivi più marcati di quanto anticipato, anche sul

clima di fiducia a seguito delle vaste misure di stimolo macroeconomico in

atto, dall’altro i timori riguardano principalmente la possibilità di un mag-

giore effetto delle turbolenze nei mercati finanziari, che hanno interessa-

to in misura crescente anche le economie emergenti. Ancora negativa la

performance del mercato delle auto, che registra in marzo circa 17.500

nuove unità per un calo complessivo del 25,6% rispetto a marzo 2008. Gra-

zie agli eco-incentivi, si sommano le campagne promozionali lanciate dalle

Case automobilistiche. “Consumare”. “Siamo nelle mani dei consumatori”.

Sono queste le parole d’ordine che il presidente del consiglio Silvio Berlu-

sconi ha scelto per uscire dalla crisi economica e far ripartire i consumi. Si,

ma con una pensione di poche euro al mese è POSSIBILE CONSUMARE o

ci si CONSUMA?

Mara Parmegiani

Page 3: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

447788

10101212141417171919202023232424252526262828292930303131

IN QUESTOnumeroL’ALTA MODA

MODAMODA

STALKINGSTALKING

L’ALTA MODA

L’alta moda e i monumentistorici di Roma

Il coraggio di andarevertiginosamente avanti

Moda

Roma by Night

Stalking

Speciale Moda

Uomini in Privato

Milionari?

Birra che passione

La cucina della tradizione

I Mille volti del Fayum

Pedra e Shawbak

Linguaggio dei Delegati

Canyon e Vulcani

Mettiamoci le mani: Abruzzo

Libri - Eventi - Mostre

Ricetta e oroscopo del mese

BIRRA CHE PASSIONEBIRRA CHE PASSIONE

CANYON E VULCANICANYON E VULCANI

I MILLE VOLTI DEL FAYUMI MILLE VOLTI DEL FAYUM

Page 4: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

L'incontro tra moda e archeologia, nel senso più classi-co del termine ha regalato, negli anni scorsi, nuove sug-gestioni agli appassionati di moda che hanno potutotrovare inediti confronti, senza turbare l’armonia del-l’insieme, tra le pieghe delle antiche sculture, i dettagli

di pizzo Chantilly, le sete, e i velluti, degli abiti propostidai grandi stilisti. Perché la moda come l’architettura èla parte visiva di un’epoca storica. Come non ricordarela splendida Fontana di Trevi, in “Concerto di Moda” del1985, esaltata da una passerella di plexiglass sull'acqua,

L'Alta Moda e i monumenti storici di Roma

4

Trinità de' Monti sfilata collettiva del 1984

Page 5: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

realizzata in Germania. E come non di-menticare la meravigliosa scalinata di Tri-nità de' Monti che ha permesso, con“Donna sotto le Stelle”, di entrare in mon-dovisione in più Paesi? Se il fine dell'artebarocca è quello di educare, convincere ecommuovere attraverso le grandi opere,come non pensare ad "UNA NOTTE A RO-MA ", a Piazza Navona, che per due anni,ha permesso di accogliere i più grandicreatori di moda - Valentino, Armani, Fer-rè, Krizia, Versace e Dolce & Gabbana in-seriti nella monumentalità tardo barocca.E Il Campidoglio? Esaltato nel 2004 e nel2007 dalle sfilate di Gattinoni, Gai Mat-tiolo, Sarli e Barocco. Suggestioni maiconcesse prima, da piazza del Popolo aPonte Sant'Angelo, dai Fori a Piazza Farne-se. E allora perché non recuperare quelnesso che lega lo splendido passato delnostro paese al trionfo del lusso, dell’ele-

Krizia - Piazza Navona 1993

Lancetti - villa Medici 1986

Camillo Bona - Valle Giulia 2004

Fontana di Trevi 1985 - SarliP. Popolo - Collettiva Alta Moda

5

Page 6: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

6

Foto concesse in esclusiva dal fotografo

Maurizio Righi

ganza e della vanità, esaltato in tutto ilmondo. Un connubio sottile degno dirappresentare, ancora una volta in mo-do vincente, il Made in Italy. Parliamone.

Mara Parmegiani

Giardini del lago 91 - Villa Borghese

Piazza Navona 2005 - Valentino

Piazza del Popolo - Barocco

Page 7: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

IL CORAGGIO DI ANDARE VERTIGINOSAMENTE AVANTI

Louis Vuitton propone un sandalo con pla-teau in camoscio dalle diverse sfumature,chiuso da lacci e decorato da boule colora-te. (1.450 euro).

Per il modello peep toe con zep-pa di Chloé, camoscio verde bo-sco e una cascata di piccolecinghie (595 euro).

Sergio Rossi - Linea minimal per ilsandalo con listino e stiletto affu-solato, esaltato da cavigliera infrange di cuoio. (535 euro).

In cavallino zebrato ispirazione cowboy,con apertura a sandalo e inserti in metallodorato per Givenchy. (Prezzo su richiesta).

In camoscio con chiusura annodatae zeppa degradé effetto naturale diCasadei (570 euro).

Modello baby spuntato chiuso dafibbia con tacco curvo effetto vuo-to per Alberta Ferretti (550 euro).

In pelle rosa shocking con tacco a contra-sto e doppia zeppa bicolore di Roberto Ca-valli. (Prezzo su richiesta).

Sandali gladiators con platform diGucci. In pelle lucida a contrastobluette e celeste metallico.

Prada propone un sandalo in satinsfavillante dalle mille arricciature,con decoro di fiocchi e tacco verti-ginoso. (Prezzo su richiesta). C.C.

Dedicato alle fashion satisfaction. Le nuove proposte puntano sull'originalità fatta di alte geo-metrie e forme inedite. I materiali sono i più svariati. Si parte dalle forme in plexiglass con leproposte più originali, ai tacchi in acciaio, alle frange e nappine, ai vertiginosi platform, fino alla pelle metalizzata con le tonalità dell'oro.

7

Page 8: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Agatha Ruiz de la Prada veste una donna enigmatica e intellettuale, una donna pensata pro-prio per il surrealismo, nata dall'insieme di tutti gli elementi che definiscono questa corren-te. Attraverso la maestrìa di questi artisti, i simboli più essenziali, si trasformano, nei suoiabiti, in immagini ricche di storia e di valore: l'uovo, la sirena, l'occhio, la gabbia, il bacio, ilcuore, sono solo alcuni di questi.

Roberta Bonaiuto

PER NON PASSAREINOSSERVATIPER NON PASSAREINOSSERVATI

Page 9: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Estate al mare 2009

Contrasti cromatici, silhouettemoderne. È dichiaratamente so-fisticato il mood estivo perun’estetica ultrafemminile. Vialibera ai colori accesi, ma ancheai micro bikini che non lasciano

nulla all’immaginazione. Grande ritor-no invece per i costumi interi dal taglio-molto castigato e agli onnipresentitrikini. C.C.

9

Page 10: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

ROMA by NIGHTa cura di Giancarlo Sirolesi

Le nostre piccole mascotte, Luca, Gabriele eCarlo, crescono in bellezza.

Billo, l'attore lanciato da Teo Mammuccari

Tosca D'Aquino e Enrico Montesano.

La bellissima Eleonora Giorgi

Il regista Giulio Base in Vaticano

La supermaggiorata, Milly D'Abbraccio al Foro Italico

Bono degli U 2 al ristorante a Roma

Carpet Rouge per tutti gli interpreti di “Angeli e Demoni”

La principessa Marina Pignatelli e Umberto Masci al Salario sport Village

Mons. Fisichella, il Ministro Biondi e il Sen. Letta

Daniela Martani e Gianfilippo Failla in "confidenze"

Un grande cappello in paglia primo '900, chiamato "tavolino daTe" - collezione Mara Parmegiani

10

Page 11: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Maria Monsè in posa per lo stilistaAntonio Martinio

Marco Baldini , vincitore della Fattoria con lamoglie Stefania Lillo

L'eterna simpatia di Gisella Sofio

Katia Ricciarelli alla presentazione della sua nuova casa di produzio-ne MKM

Amina Akhralova, top model internazionale di origine russa

Primo '900 foderato di raso nero e guarnito con fiori e nastri di velluto e seta - collezione Mara Parmegiani

Mita Medici brinda all'inaugurazione della linea digioielli Amore e Baci

Jerry Calà alla presentazione del nuovo canale Sky"Music life"

Gabriele Macciotta vincitore delprimo premio video Facebook“Week end in Europa”

La simpaticissimna e brava Emanuela Aureli dopo teatro

Laura Chiatti al Teatro La Cometa

Valeria Marini alla prima di Lady Oscar, al Sistina

11

Nicola Pietrangeli e Lilian Ramos agli internazionali di tennis

Page 12: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

12

STAL

In soli tre mesi dalla sua entrata in vigoregià si contano trenta persone arrestate ecentocinquanta denunciate. Il reato di stal-king sembra avere numerosi accoliti se lecifre sono in poco tempo già così alte. Manon tutto è così chiaro, soprattutto non èspesso chiaro qual’ è il confine tra la mole-stia – alla base del concetto di stalking – eil semplice corteggiamento. Il reato è stato in Italia - dicevamo - intro-dotto da poco, da febbraio scorso appun-to. E da tutti è considerata una conquistadi civiltà del nostro paese ed una rispostaadeguata ad un fenomeno sociale allar-mante. Ma molti sono i punti da definireper non creare psicosi ingiustificate e de-nunce inutili e dannose perché senza realefondamento. Innanzitutto chiariamo cos’è lo stalking. E’una molestia assillante che produca alme-no 10 episodi diversi nell’arco di trentragiorni. E’ un atteggiamento persecutorioprolungato nel tempo che costringe la vit-tima a cambiare la propria condotta di vi-ta. È dunque estremanente diverso da unsemplice corteggiamento dove il seduttorecerca, chiama, invita ma non costringe nes-suno ad adottare un atteggiamento difen-sivo né tantomeno suscita stati di ansia epaura, anche quando non è gradito, circo-stanza in cui può tuttalpiù suscitare imba-

razzo. E’ stato delineato anche un identikit dellostalker, che si distingue in cinque identitàdifferenti: il rifiutato, colui che cerca dispe-rato l’ultimo contatto; l’intimistico, ovverocolui che cerca in tutti i modi di creareun’intimità con la vittima, spesso scono-sciuta o a malapena conoscente; l’inade-guato, colui che, avendo scarse capacitàsociali e intellettive, è alla continua ricercadel partner; il rancoroso, ovvero colui che èconvinto di aver subito un torto, e spesso èaffetto da disturbo paranoide di personali-tà; il predatore, cioè colui che raggiunge lasua gratificazione soltanto con il soddisfa-cimento sadico dei propri desideri. Di tuttisolo l’ultimo è veramente pericoloso, per-ché è disposto a tutto, anche a ricorrere al-la violenza, per raggiungere il suo scopo.Anzi la violenza è insita nel suo stesso sadi-smo. Ma in che maniera si manifesta la mole-stia? Sono tanti i modi con cui lo stalkerperseguita la sua vittima: telefonate insi-stenti e ripetute, in alcuni casi si è arrivatifino a 100 telefonate al giorno! Ma ancheminacce inviate via sms o via posta o viamail; controllo diretto in luoghi pubblici oprivati; controllo indiretto tramite gli appo-stamenti sotto il portone di casa o tramitegli inseguimenti o ancora spiando nel suo

computer attraverso i programmi di gestio-ne remota; intimidazioni attraverso minac-ce concrete e forme di vandalizzazionecome bucare le ruote della macchina, fartrovare animali morti; violenza fisica; viola-zioni di domicilio; sovrapposizione di im-magini della vittima su immaginipornografiche o la messa in rete di imma-gini sessuali della vittima. Si può arrivareperfino al furto di identità della vittima pergestirne la vita in modo diretto. Insommain questi casi la persecuzione è indubbia. Ei numeri non sono confortanti. Secondo un recente studio, che conteggiaanche casi di stalking prima dell’entrata invigore della legge che lo definisce un reatovero e proprio, è emerso che su circa 270casi denunciati alle forze di polizia dal2007 ad oggi, oltre la metà delle vittime èdi sesso femminile; la maggioranza dellepersone denunciate sono maschi italiani diun’età compresa tra i 30 e i 50 anni chehanno avuto con la vittima o una semplceconoscenza (il 19,17% dei casi) o una rela-zione sentimentale (per il 16,54% era unex-fidanzata/o e per il 12,7% era un ex co-niuge). Inoltre quasi il 60% dei molestatoriè single e solo il 24,5% è separato o divor-ziato. Dato interessante: limitatissima è lapercentuale di stalkers vedovi. Evidente-mente la molestia persecutoria nasce daun’insoddisfazione profonda personale enon dalla solitudine affettiva, anche a se-guito di un evento traumatico come il lut-to per il coniuge. Esistono poi anche casi di cosiddetti con-trostalking, ovvero di reazioni estrema-mente sproporzionate di difesa da partedella presunta vittima a fronte di tentatividi approccio non riconducibili però alla fat-tispecie dello stalking (così come è statacodificata). Resta però, soprattutto in Italia, patria dellatin lover, il problema di definire il confinetra lo stalking - nonostante la struttura delfenomeno sia ormai chiara e sia stato deli-neato il profilo dello stalker - e il corteggia-mento lecito, anche se non ricambiato. Equesto confine non è chiaro non solo al-l’opinione pubblica, ma neppure ai legaliche a volte intentano cause del tutto infon-date e temerarie che hanno l’unico scopodi arrecare consapevolmente danno e crea-re disagio all’ex del proprio assistito. Inquesti casi si può ravvisare il cosiddettostalking giudiziario, dove il legale diventa

IL CONFINE TRA RE

Page 13: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

13

KING:

correo del cliente nell’attuazione del reato(denuncia dell’ANM, Associazione Matri-monialisti Italiani, ndr). Il processo, fasulloe forzato in queste situazioni, serve solo adesasperare l’ex marito o ex moglie e noncerto a difendere i diritti del cliente, con ilrisultato aggiuntivo di ingolfare inutilmen-te la macchina della giustizia. Ma c’è un altro aspetto curioso riguardo al-l’applicazione della legge sul reato di stal-king: quelle che sono state definite “ledistanze variabili dei molestatori”. La leggeprevede una pena che va da un minimo disei mesi ad un massimo di 4 anni di reclu-sione. Ma spesso la vittima ha paura di de-nunciare o non vorrebbe arrivare subito alleestreme conseguenze. Così la nuova nor-mativa prevede in prima istanza un ammo-nimento fatto dal questore all’autore delreato affinchè abbia un comportamentomeno molesto. In questo ammonimentoc’è anche l’ordine di tenersi ad una certa di-stanza dalla sua presunta vittima. Ma qui èla curiosità. Non c’è una distanza ugualeper tutti i molestatori, ma varia caso per ca-so, da persona a persona, a discrezione delgiudice. Così si hanno ordinanze in cui la di-stanza da osservare è di 45 metri a quelledove è invece nettamente superiore, finoad arrivare anche a 500 metri, come è acca-duto a Treviso dove un giudice ha ordinatoa un ragazzo di 29 anni di tenersi a tale di-stanza dalla collega che lo accusava di aver-la tormentata per mesi dopo un’avancerespinta. “Ognuno ha la propria vita, leproprie distanze - spiega l’avvocato e depu-tato Giulia Bongiorno, grande sostenitricedella legge - Ogni caso è diverso dall’altro.E’ giusto che la legge possa plasmarsi sulleesigenze diverse - ha aggiunto - e poi di-pende dal tipo di aggressore”. Il problema è quello di chi misura con tan-ta precisione le distanze. Il buon senso do-vrebbe prima di tutto suggerire almolestatore di non forzare la situazione,anche perché il mancato rispetto delle di-stanze diventa un’aggravante e aumenta ilrischio dell’arresto. Infatti, secondo la leg-ge, dopo l’ammonimento il reato di stal-king non è più perseguibile su denunciadella parte offesa, ma diventa perseguibiled’ufficio. Mai come in questo caso è vero ildetto: uomo avvisato, mezzo salvato.

Cristina Guerra Giornalista RAI TG1

ATO E SEDUZIONE

Page 14: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

14

La moda, fenomeno sociale ed economico, èuno dei più sensibili indicatori di quel “gusto”che caratterizza un periodo storico e si dimo-stra, con sempre maggiore frequenza, stru-mento di analisi accurata. Con la Moda, unmodo diverso di narrare la storia e la cronacasociale di un Paese. Una chiave di lettura edun approccio interpretativo che può dare ri-sposte inaspettate. Moda dal latino Modus,cioè modo, maniera, ma anche regola. Puòavere diversi significati sociali: potere, autori-tà, lusso o austerità. Ha sempre dettato le re-gole e le norme del vestire, evidenziandodifferenze sociali ed economiche. Lo studiostoricizzato dei modi di vestire non si limitaquindi ad offrirci una visione del gusto diun’epoca, ma diviene una chiave di lettura perla conoscenza complessiva dei rapporti traeconomia e società, tra società ed individuo.Resta fuor di dubbio che le invenzioni più im-portanti nella storia dell’uomo sono state laruota e l’ago: la tecnologia e il tessile. Moltistorici hanno attribuito l’origine dell’abbiglia-mento a tre cause: necessità di proteggersi da-

gli elementi naturali, pudore ed esibizionismo,rendersi sessualmente desiderabili. Il primoabbellimento dell’uomo sono stati i simbolidella sua potenza. Denti canini dei forti ani-mali uccisi, ritenuti amuleti e talismani poten-tissimi, forati, sotto forma di collana sono statirinvenuti, come unico vestimento, in unoscheletro del Paleolitico superiore, scoperto inInghilterra - periodo da 35.000 a 10.000 annifa-. L'uomo comincia a vestirsi intorno agli8500 anni fa e, più specificamente, nel perio-do in cui in Europa si fanno sentire gli effetticlimatici delle grandi glaciazioni. Capisce chela pelliccia degli animali uccisi può utilmenteservire allo scopo e inizia a cacciarli anche perprocurarsela, oltre che per nutrirsi delle lorocarni. Il passaggio dalle pelli conciate, masti-candole come ancora è in uso presso alcunecomunità eschimesi, ai tessuti è uno dei piùimportanti passi in avanti nella storia dell’ab-bigliamento. Il primo tessuto fu la felpata ot-tenuta con fiocchi di lana di pecore o capre,lasciati dagli animali sugli arbusti, battuti einumiditi, disposti a strati su una stuoia e ar-

rotolati strettamente fino a farli asciugare. Ilrisultato era un tessuto caldo, resistente eidrorepellente. Poi i fiocchi diventarono fili ele comunità stanziali presero a lavorarli con latessitura che consiste fondamentalmente nel-l’intreccio di una serie di fili paralleli (ordito)con un filo continuo (trama), eseguito su untelaio. Dai rudimentali e piccoli telai in legno,usati agli albori della storia, si è passati ai mo-

Una vita di secoli, narrata sul filo di stoffe e broccati per "ricucire", conla macchina del tempo, l'affascinante racconto della storia dell’uomo.

SPECIALEMODA

Page 15: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

15

derni telai industriali. La tecnica basilare di la-vorazione dei tessuti più comuni, tuttavia, nonè cambiata granchè e i tessuti confezionati da-gli antichi Assiri, dagli Egizi e dai Greci, secoliprima di Cristo, rivaleggiano per finezza e re-golarità con i prodotti contemporanei. L’in-venzione dell'ago con la cruna, risale a circaquarantamila anni fa. I primi aghi di cui si hanotizia sono stati ricavati dalle zanne deimammut e dei trichechi, o dalle ossa delle ren-ne. Grazie all'ago, infatti, è stato possibile cu-cire fra loro brandelli di pelle o pellicciaadattandoli alle forme del corpo umano e creando i primi vestiti “su misura”. Il fili ado-perati erano i tendini degli stessi animali. Sichiama Lucy la prima indossatrice vissuta cir-ca tre milioni di anni fa. Il suo scheletro è sta-to ritrovato intatto a Haddar, in Etiopia.Indossava una pelliccia “maculata”, stretta invita per le zampe. Con lo sviluppo delle primecomunità stanziali, con il passaggio dalle civil-tà di caccia e raccolta a quelle basate sull’agri-coltura e sull’allevamento, si sviluppa lalavorazione delle fibre vegetali come il lino, lacanapa e il cotone. Si può dire, quindi, che hainizio la manifattura degli abiti, e la vera epropria storia del costume. Se il primo coloredell’uomo è stato il sangue degli animali ucci-si con il quale ha lasciato traccia delle sue ma-ni sulle pareti delle caverne, con il passare deltempo, aumenta il ricorso al colore e alle deco-razioni vivaci: gli indumenti sono dipinti o ri-camati con cerchi, linee e rombi, in rosso e inblu. La prima sartoria nacque nel VII sec.a.C.con i Persiani i quali furono i primi a confezio-nare giacche con maniche cucite e ad indossa-re i primi pantaloni da inserire negli stivalettialti sulla caviglia. Conosciamo la moda delledonne egiziane, i cui abiti erano realizzati conun lino sottilissimo, quasi difficile da ripetereoggi. Sono state loro ad inventare il plissè in-delebile: piegavano il tessuto bagnato in fittis-sime pieghe, anche a soleil, che poi lasciavanoasciugare sotto pietre roventi. Le donne sottole tuniche erano nude e il primo capo intimoche indossarono fu l’apodesmo, ovvero una fa-scetta di stoffa quando il seno cominciava aballonzolare. Alcune donne romane scelserodi portare le feminalia a imitazione delle van-dale che indossavano brache simili ai nostribermuda. Poiché si trattava di mutande discarso potere erotizzante, la maggior parte diloro preferì sotto le vesti… il nulla. Resta natu-ralmente il dubbio che, a prevalere, fosse lacomodità del self service. Portavano, alcune diloro, le giarrettiere. Non per reggere le calze dicui ancora non ne conoscevano l’uso ma perfar viaggiare i loro gioielli. Le anaxaridi, così sichiamavano, furono imposte anche ai popoliconquistati. Basti pensare che statuine di ter-racotta, riproducenti la moda a Roma, eranoinviate a tutte le province, affinché questa fos-se codificata e diffusa. La seduzione delle don-ne etrusche si manifestava con un gioco sottiledi trasparenze e spacchi. Le tuniche aperte suifianchi, i cui orli erano rinforzati da pezzettini

di piombo, l’à plomb dei nostri giorni, mostra-vano il quanto bastava per farsi definire dallepettegole romane “quelle che mostrano i fian-chi”. Nel Medio Evo la biancheria carezzava ilcorpo femminile e, secondo i dettami dellamoda, era per lo più trasparente, sui toni caldidorati. Si deve alle cortigiane l’introduzionedei calzoni mutande, portati in casa per como-dità senza la sopragonna. Queste brachesse af-fascinavano gli uomini dell’epoca abituati apraticare sesso erotico naturale e innaturale,alternando amanti maschi con cortigiane.Queste impudiche mutande indossate all’ini-zio solo dalle cortigiane divennero d’uso ancheper le “perbene” da quando Caterina de Medi-ci cominciò ad usarle per cavalcare. Si chiama-vano brachesse o calzoni alla galeotta. Certemutande furono comunque benemerite. Pare-ri discordi sull’uso parlavano di esibizione perattirare i dissoluti piuttosto che per difenderela pudicizia. Trovarono concordi perfino i so-stenitori della Riforma e della Controriformache consideravano i calzoni trucchi infernali,da evitare. Diffido sempre delle donne cheportano i mutandoni sosteneva un moralista:è il pudore con la bandiera. Bandiera chesventolava, però, all’insegna dell’erotismotanto che Brantome racconta di molte donne

riuscite ad intrattenere amanti senza mai sfi-larle. Biancheria bugiarda cui era conferitol’incarico di trarre in inganno l’uomo sull’esat-ta realtà del corpo femminile che, grazie a cu-scinetti, raccordando il seno alla vitaampliando i fianchi, appariva perfetto. Questiingannevoli artifici si sono ripetuti anche neisecoli a venire. Pensiamo alle immense crino-line che rendevano la donna simile ad unaclessidra, al cul de Paris, un cuscino posto al-l’altezza del fondo schiena per aumentarne ilvolume o, nell’epoca in cui si doveva avere unvitino da vespa e per questo una magrezza ec-cessiva, i finti polpacci davano una sensazionedi opulenza. Le mutande “innominabili” o “tubi della Modestia” furono introdotte nel-l’abbigliamento femminile solo nel 1802quando, il Giornale delle Dame ne illustrò unpaio rigorosamente piegato, consigliandoloper i balli in quanto, le evoluzioni frenetichedei valzer, scostando gli abiti dal corpo, pote-vano concedere troppo agli sguardi indiscreti.Ed ecco, allora, aumentare la produzione del-la tela di cotone, dei pizzi e dei preziosi merlet-ti. Tutto rigorosamente bianco, spartiacquetra moralità e indecenza. Allacciate in vita,aperte sotto le gambe, questi “tubi della mode-stia” consentivano di non sollevare le tante

Page 16: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

16

sottogonne e crinoline, per espletare pratichefisiologiche. Firenze diventa così il principalecentro di lavorazione dei tessuti di qualità: lecorporazioni dei lanaioli, dei setaioli, dei tin-tori diventano sempre più ricche e potenti. Nelciclo di lavorazione sono presenti anche altrefigure professionali, con differenti gradi e con-dizioni sociali: i follatori, che con tecniche par-ticolari rendono le stoffe più spesse e robuste;i tintori, che hanno botteghe proprie, i filatori,infine i cardatori e i pettinatori, collocati sulgradino più basso della scala dei lavori tessili.Correva l'anno 1814 quando due giornalisti, iConiugi Lattanzi, invitarono le lettrici, dallepagine del loro giornale “Il corriere delle Da-me”, a proporre modelli di loro creazione as-sicurando la pubblicazione dei più belli.Contemporaneamente alcune sartorie propo-nevano abiti pronti anticipando il futuro pret-à-porter. Nasce così, contro l’acquiescenzadella moda francese, una campagna di modaitaliana che troverà anche nella regina Mar-gherita la massima adesione. Nel 1851 IsaccoMerrit Singer inventò la macchina per cucire eun sarto americano Charles Butterick, nel1862, studiò il cartamodello per riprodurreabiti e biancheria di qualsiasi foggia e preci-sione nel dettaglio. Un altro impulso a nuoveproduzioni fu dato, nel 1824, dalla vulcanizza-zione della gomma del caucciù che rivoluzio-nerà il mercato dei busti e delle giarrettiere.Non più quindi filo di rame, disposto a spiralee cucito sotto la stoffa per ottenere una par-venza di elasticizzazione ma veri e propri tes-suti estensibili. Biancheria intima, intrigo,seduzione, ne sapeva qualcosa la contessa diCastiglione che, fallito il tentativo di Cavourcon Napoleone per l’annessione dell’Italia allaFrancia si vide affidare il compito di portare atermine il progetto. L’orgoglio stuzzicato e ilgusto del potere lanciarono la bella Virginiaall’assalto di cotanta Maestà e, sfruttandoabilmente la seduzione di trine e merletti, trafascinose lenzuola di seta nera riportò a casal’alleanza della Francia, nel 1858, con i Patti diPlombiers. L’interesse della stampa che esaltai caratteri ideali del corpo e dell’abbigliamen-to, incrementerà la produzione di biancheriain serie, reperibile nei Grandi Magazzini. Tut-to questo aumentò la produzione del tessile. Èil trionfo della vita borghese, veicolata dall'ari-

stocrazia e dall'alta borghesia e i broccati i da-maschi e i velluti hanno nomi fantasiosi come:color peccato, color desiderio, voglia d’amore.Nel XIX secolo il fruscio delle sete affidò al co-lore la capacità di stimolare erotismi facili. Ilrosso ed il nero erano i preferiti dagli uomini.E non solo allora. All’inizio del XX secolo,quando ancora la moda postulava di falpalàsul mercato fu immesso un capo di abbiglia-mento rivoluzionario: il reggiseno che,proposto dal sarto Paul Poiret, scalzò definiti-vamente la morale vittoriana. Nuova linfa peril mercato e incremento della produzione. DaParigi arrivano le prime corse automobilisti-che e la moda di conseguenza si adegua con lejupe-coulotte, ovvero le donne che le braghe.Di breve durata perché è in arrivo la raccorcia-ta: una gonna sollevata da terra di 5 centime-tri che fa dire agli uomini “dopo il petto anchele gambe delle donne stanno rompendo le ca-tene”. Con la Prima Guerra mondiale inizia ilgrande sviluppo della confezione in serie e ladistribuzione attraverso i grandi magazzini.Le donne che nel periodo della guerra - 1915-18 - avevano imparato a lavorare e ad essereindipendenti, cambiano modo di vivere. Si ac-corciano le gonne e si adottano i reggicalze, lalampo sostituisce i bottoni e la veletta si allar-ga sul cappello. Le donne scoprono che a qua-rant’anni si può essere giovani e con le dietecercano di mantenersi elastiche e difendersidalle malattie. Nel 1939 negli stabilimentiamericani della Du Pont fu prodotto il nylon,utilizzato prima per i paracadute e poi per labiancheria intima e per le calze, abbattendo laspesa per quelle di seta. Dopo l’attacco alGiappone, con la distruzione di Hiroshima eNagasaki, le aziende americane riconvertironole fibre tessili ricavate dagli idrocarburi, perscopi bellici, riutilizzandole in tessuti per l’ab-bigliamento. La penalizzazione della SecondaGuerra Mondiale portò nuove pesanti riper-cussioni in tutti i settori commerciali e l’autar-chia inventò nuove fibre come la seta diginestra. Nel 1963 con il film “Ieri, Oggi e Do-mani” la Loren, con consumata abilità, restò,in guepiere, davanti ad un Mastroianni rapito.Gli uomini stregati dall’erotismo e da morbo-se fantasie non si accorsero neanche dei nuovireggiseni imbottiti creati dallo stilista JeanPaul Gaultier. Alla fine degli anni ’60 emergo-

no nuovi ideali ed i giovani si battono per la ri-valutazione dei valori individuali e sociali. Al-cuni di loro fanno ameno dello slip, quandoiniziano ad indossare attillatissimi jeans, altri,i figli dei fiori, praticano il nudismo. Ci fu unrifiuto delle donne nei confronti dei pizzi emerletti, soppiantati da un intimo essenzialedalla provocatoria volontà di essere libere daicondizionamenti maschili. Anche se la libertàdoveva passare attraverso un’ulteriore strisciadi coscia. Ma l’autocensura durò poco perchélei, più sicura e indipendente, ritornò ben pre-sto ad essere femminile e l’uomo nel delicatogioco della conquista tornò ad essere attrattoda pizzi e merletti. Con la minigonna e la pos-sibilità di occhieggiare in zone erotiche fecerola loro comparsa i collant: una nuova produ-zione di calze con cambi di telai e nel 1974 unostilista genovese, Carlo Fiaccardi, lanciò inBrasile il tanga, adottato negli anni a seguirecome intimo. Arrivano gli anni ’80 con il gran-de trionfo del Made in Italy. Milano diventapolo dello stilismo, Firenze importante puntoModa, e Roma Capitale dell’Alta Moda. I gran-di di questi anni sono: Armani, Versace, Ferrè,Krizia, Missoni, Gattinoni, Soprani ed altri.Sono i creatori dell’alta Moda e del pret-à-por-ter perché quasi tutti presentano due linee;con la prima danno libero sfogo alla creativitàche serve da indicatore di tendenze, con la se-conda capi dalle caratteristiche diverse, adat-tate alla maggior parte della gente che non hacaratteristiche fisiche delle top-model. L’Italiaafferma ancora oggi la sua competitività sulmercato mondiale: Armani, Krizia, Valentino,Ferré, Versace e Dolce &Gabbana sono pre-senti in molti mercati del mondo ed alcuni diloro hanno già conquistato, da anni, posizionidi leadership. Maliziosa, stravagante, seduttri-ce? Non sono altro che ruoli di donna, moda emodi di essere. Nuove stagioni all’insegna delrinnovamento, inequivocabilmente legate acome ci vestiremo nella prossima stagione.

Mara ParmegianiStorica della moda

Page 17: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

UOMINI IN “PRIVATO”

17

Page 18: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

18

Page 19: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

19

Una fiera, quella di Vicenza, che vuole fare del con-cetto di superlativo del lusso un imperativo categori-co. Irresistibile per chi vuole immergersi in unmondo di oggetti destinati a pochissimi. Un’esposi-zione di articoli con prezzi da capogiro, con i padi-glioni che hanno addirittura esposto un aereo(acquistabile per la modica cifra di 450mila euro), eli-cotteri, yacht, automobili (la più cara costa 740milaeuro). Oggetti che vanno dalla borsa in oro e brillan-ti, alle pietre preziose realizzate utilizzando le ceneridei defunti, ai pavimenti in foglia d’oro; dalle bambo-le erotiche che sembrano vere e costano migliaia dieuro - un’anziana facoltosa americana ne ha acquista-te diverse per usarle come dame da compagnia- daitelevisori al plasma da 103 pollici ai jeans lavorati conlo champagne (costo, dai 5 ai 100mila euro), dai pro-fumi ai libri rari, dalle sofisticate attrezzature per ilfitness, alle armi. Un campionario di oggetti che vuo-le essere il “best in Italy”. Un evento in costante cre-scita, malgrado la crisi, in aumento di anno in anno.

MILIONARI� ECCO COME SPENDERE

TUTTI QUEI SOLDIDalle borse d'oro e brillanti agli yacht - dagli elicotteri ai jeans lavorati con lo champagne.

Gli auricolari bluetooth diventano orecchini

Il mercato della tecnologia di fasciaalta offre accessori hi-tech molto in-novativi e preziosi. Ecco quindiun’idea che si presta fedelmente allenecessità di una donna, gli auricolarigioiello.

Dunhill, una stilografica di

extralussoPer chi può anche permettersi unapenna da 76.000 euro. Si tratta dellastilografica Namiki Kingfisher diDunhill, un esemplare quasi unico,

Per molti le vacanze in una Spa sonoormai una consuetudine che si ripetealmeno un paio di volte all’anno, ma losapevate che esistono centri benessereanche per i nostri amici a quattro zam-pe? Si chiama Terme di Fido quelloche sorge in Italia a pochi chilometrida Milano.

Cosa se ne farà poi un cane di una co-rona? Non ne abbiamo idea special-mente se si tratta di una corona moltopreziosa dal costo di 4,2 milioni di dollari.

Costanza Cerioli

Page 20: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

20

BIRRA....

I Sumeri

La prima traccia inconfutabile dell’esi-stenza della birra ci viene da una tavo-letta di argilla dell’epoca predinasticasumera (circa 3.700 a.C.), il celebre“monumento blu” che descrive i donipropiziatori offerti alla dea Nin-Harra:capretti, miele e birra. Dai caratteri cu-neiformi dei sumeri sappiamo inoltreche le “case della birra” sono tenute dadonne, che la birra d’orzo è chiamata si-karu (pane liquido) mentre quella di far-ro è detta kurunnu e che altri tipi sonoottenuti mescolando in proporzioni di-verse le prime due. Da ricordare almenola niud addolcita con zucchero di datte-ri e la bi-du, la più “ordinaria”, che ser-viva a calcolare il salario-base deglioperai (3 litri al giorno!).

Codice di Hammourabi

Museo del Louvre (1728-1686 a.C.) checondannava a morte chi non rispettava icriteri di fabbricazione indicati e chi apri-va un locale di vendita senza autorizza-zione.

Commercio di birra via mare

È attribuito agli Etruschi il merito di averportato in Italia l’orzo, l’ingrediente fon-damentale per la preparazione della bir-ra. Ben presto, nell’Antica Roma e intutto l’impero romano si cominciò a con-sumare abitualmente birra, anche seconsiderata una bevanda “pagana e ple-bea” al confronto del “divino e nobile”vino. Nell’anno 87 d.C., Tacito, infatti,parla della birra dei Germani paragonan-dola al “vinus corruptus” cioè andato amale! Non la pensava così suo suocero,Agricola, che portò tre mastri birrai daGlevum, l’odierna Gloucester ed aprì aRoma nella sua villa, una birreria privata.Nel 1376 ad Amburgo operano ben 457

birrai e si distinguono due differenti tipidi birrerie: quelle gestite dai birrai “dimare” che esportano i loro prodotti equelli “di terra” che rispondono al mer-cato locale.

Il “papiro Ebers”

Ci offre 600 prescrizioni mediche per al-leviare le sofferenze dell’umanità il cui in-grediente principale é la birra. Le scuolesuperiori insegnano la fabbricazione del-la birra prima della scrittura e della lettu-ra. Si stabilisce che la vendita della birrain cambio di oro e argento é proibita inquanto il venditore può esigere solo orzoin quantità uguale alla birra venduta, pe-na l’essere gettato nel fiume.

Suor Hildegard

L’utilizzo del luppolo per preparare la bir-ra è antichissimo ma la pratica rigorosadi luppolare il mosto nasce nel XIII seco-lo grazie alle ricerche della celebre bota-nica Suor Hildegard von Bingen(1098-1179) dell’Abbazia di St. Rupert inGermania che mette in evidenza le quali-tà del luppolo per arrestare la putrefazio-ne ed allungare la vita alla birra.

Guglielmo IV di Baviera

Nasce nel 1516 il celeberrimo “Reinheit-sgebot” (l’editto della purezza), tuttorain vigore, che obbliga il birraio ad utiliz-zare solo acqua, malto d’orzo e luppolo(e lievito, naturalmente).

Page 21: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

21

che passione!

I monaci

La produzione di birra monastica debutta all’epoca carolingia. Giànel 770 nell’Abbazia di Gorze in Mosella, il mastro birraio opera peri suoi silenziosi fratelli. Nell’Abbazia di S.Gallo in Svizzera, nasconole geniali tecniche che permettono di dividere la stessa produzionein più mosti. Il primo che si estrae, ricco di zuccheri e destrine, dàuna birra forte e prelibata, chiamata “prima melior”. Il malto utiliz-zato trattiene tuttavia una forte proporzione di zuccheri “imprigio-nati” che, con l’aggiunta di acqua, seguita da una filtrazione,permette di ottenere una birra meno ricca di zuccheri e destrine,più leggera e di minor valore chiamata “secunda” per il consumodei monaci che potevano (a seconda delle regole del singolo mona-stero) berne dai 5 agli 8 litri al giorno! Con un’ulteriore aggiunta diacqua, la “tertia”, era offerta ai mendicanti.

La prima macchina a vapore in campobirrario è attribuita a James Watt che nel1785 utilizza la nuova tecnologia perprodurre una “porter” a Londra. DanielWheeler fa brevettare una macchina pertostare il malto nel 1817 e apre la stradaai malti chiari e scuri, prima sconosciuti.Jean-Louis Baudelot inventa nel 1856 il“raffreddatore del mosto” che permettedi recuperare il mosto raffreddato e pas-sare subito alla fermentazione. La mac-china per il ghiaccio artificiale, inventatada Carrè tre anni più tardi, esercita unimpatto significativo per la birrificazionenon solo a livello del raffreddamento delmosto ma soprattutto per molte altreoperazioni come la bassa fermentazionee la possibilità di produrre lungo l’interaannata.

I monaci si godono la “secunda”

Dopo le note vicissitudini, i saccheggi edespropri patiti con la Rivoluzione France-se e con Napoleone, i monasteri ritorna-no a produrre birra ma la maggior partedi loro cessa l’attività all’inizio del XXsecolo (fanno eccezione i famosi “padritrappisti” tuttora attivi ed anzi semprepiù agguerriti, anche a livello di “marke-ting”che si evidenziano con il logo esa-gonale “Authentic Trappist Product”?

La Rivoluzione Industriale

Già prima delle grandi invenzioni, contri-buirono a migliorare i procedimenti me-dievali il termometro inventato nel 1714da Fahreinheit e l’idrometro di M. Marin,datato 1768, che permettono di avere in-formazioni precise sulle diverse fasi, il cuimomento giusto veniva deciso immer-gendo la mano oppure quando si riusci-va a vedere la propria immagine riflessa.

cooler di Baudelotidrometro

Page 22: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

La scoperta del lievito

Leuwenhoeck nel 1680 identifica il lievitodi birra ma non è in grado di spiegarnenè la natura nè come agisce, cosa cheriesce nel 1939 a Cagniard-Latour che at-tribuisce la fermentazione ad una celluladi lievito. La sua teoria, basata su unacellula invisibile, viene duramente conte-stata dagli scienziati dell’epoca ma giàl’anno dopo Anton Dreher e Gabriel Sedlmayr identificano il lievito come l’in-grediente segreto che fa la gloria dellebirre bavaresi. Questo lievito, esportatoin Boemia, fornisce l’occasione a Plzennel 1842 di lanciare uno stile che scon-volgerà il mondo della birra.

Il XX secolo

La birreria diventa un’impresa industrialeche deve affrontare una concorrenza sem-pre più feroce e deve migliorare la sua pro-duttività mantenendo prezzi bassi.L’evoluzione dei mezzi di comunicazione edei trasporti favoriscono gli spostamentidelle birre e di conseguenza il loro confron-to. Si sviluppano pertanto dei “giganti” dell’in-dustria birraria prima negli Stati Uniti poivia via in tutto il mondo provocando la di-minuzione in caduta verticale delle piccolebirrerie. Alla fine del XIX secolo se ne con-tavano più di 3.000 in Belgio e più di 2.000negli Stati Uniti mentre, meno di cent’annidopo, il loro numero era vertiginosamentesceso a poco più di un centinaio in Belgio ea qualche dozzina negli Stati Uniti. I mezzidi comunicazione permettono alla birra diviaggiare sempre più lontano e favorisconolo sviluppo di un marketing di massa. Le in-dagini di mercato dimostrano che “menola birra è amara più si vende”. Questi studirispondono ai loro bisogni capitalistici: seper esempio risulta che il 75% prova repul-sione per le birre amare, la birreria diminui-sce l’amaro in tutta la sua gamma di birresenza tener conto del restante 25% deisuoi clienti. Se poi, in fase successiva, affer-ma nelle sue campagne pubblicitarie che èmigliore perchè meno amara, ha contribui-to a offrire un’informazione parziale allapopolazione che rischia di identificarel’amaro con un difetto. Assistiamo così adun appiattimento delle birre e all’impoveri-mento delle attitudini sensoriali della po-polazione. Il fenomeno trova il suo apogeonel Nord America all’inizio degli anni 60con la scomparsa della maggioranza dellebirre “speciali”. Ma per fortuna questa re-gressione nel gusto ha i suoi limiti.Infatti all’inizio degli anni 80 assistiamo aun vero e proprio “rinascimento” della bir-ra “di gusto”. Questo fenomeno assoluta-mente originale non ha attinenza colpassato in quanto, prima dell’industrializ-zazione non si parlava dell’esistenza di unacultura birraria. La pubblicazione di operesulla degustazione è nuova, la gastronomiaalla birra è nuova, i locali specializzati sononuovi e i primi musei della birra non hannoancora vent’anni.

Marco Alfonsi

Antiche bottiglie di vetro (da sin. un’italiana e tre americane)

È solo nel XVIII secolo che si assiste a unavera e propria industria del vetro. Lo svi-luppo della bottiglia di vetro si ha versoil 1880-1885 con l’invenzione della vetre-ria meccanica che coincide con l’avventodelle birre a bassa fermentazione. Il con-sumatore può ora ammirare il suo netta-re e questo lo spinge a preferire birresempre più chiare e dorate, il cui bellissi-mo aspetto viene esaltato dalla traspa-renza del vetro.

Portale della birreria

La Pilsner Urquell (cioè “fonte originale”)diventa il punto di riferimento di moltis-sime birrerie che si ispirano alla sua cele-bre bionda per proporre nuovi prodottiad un mercato sempre più crescente.

I lavori di Pasteur sulla fermentazione del1876 spianano la strada alla comprensio-ne dell’azione del lievito e a quella deibatteri responsabili dei problemi che por-tano al cattivo gusto. I risultati delle suericerche spingono le birrerie ad equipag-giarsi di un laboratorio e nel 1883 EmilHansen della danese Carlsberg sviluppala tecnica per isolare un’unica cellula dilievito che permetterà, finalmente, ai bir-rai di esercitare un controllo totale sullebirre che producono.

Anton Dreher Gabriel Sedlmayr

Louis Pasteur Emil Hansen

22

Page 23: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

23

L’uomo delle caverne forse sbadatamentelasciò davanti al fuoco un pezzo di carnefrutto della sua caccia. La cottura diede alpalato un nuovo sapore e da quel mo-mento il fuoco entrò come parte predo-minante nella cucina. Fu l’Egitto aconoscere la pasta lievitata e a Roma ingrandi piscine di acqua dolce si allevaro-no trote e salmoni. Le donne dell’annoMille cucinavano i prodotti della campa-gna ricca di orti, vigneti e uliveti. Ed èproprio in questo periodo che la cucina sidivide in due grandi correnti; la cucina dicorte e quella popolare. I grandi cuochi dicorte si copiavano i menù e studiavano lesoluzioni più fantasmagoriche per le por-tate, per magnificare l’opulenza dell’anfi-trione. Trionfi da parata, preceduti dasquilli di trombe, stupivano l’ospite e fa-stose argenterie raccontavano a tavola lapotenza del signore. Storica è la frase diMaria Antonietta che si chiedeva perché icontadini reclamavano il pane e osserva-va “ma perché non mangiano le brio-che?”. Secondo Brillat Savarin un pranzotipo, nel 1740, si componeva come primaportata di carne bollita con il suo brodo,a seguire una portata di vitello con un an-tipasto, un arrosto di tacchino con insala-ta, legumi ed una crema, un piatto diformaggi e per finire frutta e marmellata.Ma si preparavano anche grandiosi tim-balli, pasticci di quaglie, fegati d’oca eimpasti colorati coprivano aragoste e pol-li. Montagne di “geli”, tremolanti fra ca-scate di frutta, intagli di meringa e ripienidi gelato, costituivano una meraviglia pergli occhi e per il palato. La cantina del no-bile prevedeva almeno 22 qualità di vini

rossi e 27 di bianchi. Al contrario, alla ta-vola di Napoleone III si serviva moltafrutta fresca, l’etichetta era ridotta all’es-senziale anche se l’imperatrice Eugeniapreferiva i sapori forti e sani della suaSpagna. Contemporaneamente nel sudd’Italia prende piede l’uso della pasta di-ventando subito un piatto indispensabilenell’alimentazione quotidiana, connotan-do i napoletani con il soprannome di“mangiamaccheroni”. Cucinati agli ango-li delle strade e abilmente mangiati con lemani, racconta Goethe “… si trovanodappertutto e a pochi soldi e vi si grattu-gia sopra il formaggio che serve da gras-so e da condimento”. Le salse conl’affermazione definitiva del pomodoro,si colorano sempre di rosso. Prendevapiede l’uso della melanzana considerata,erroneamente, apportatrice di mali. E, frazuppe di “panduro” e “patate in giac-chetta”, tra “flan di cavolfiori” e “mar-mellate di arance” la verdura costituival’alimento quotidiano della gente delSud. Il cavolo era l’ingrediente base diuna succulenta zuppa che si consumavanei giorni di festa a cui si aggiungeva unavarietà di carni. La frutta, matura e copio-sa, oltre ad essere consumata fresca eraconservata mediante essiccazione e spes-so fatta oggetto di doni preziosi. La diffu-sione del mais nella Pianura padana portala polenta sulle tavole povere e divental’unica fonte alimentare nelle zone delVeneto e della Lombardia producendo diconseguenza “il male della miseria” lapellagra, dovuta all’assenza totale dellavitamina PP, indispensabile all’organismoumano. Dalla miseria nasce l’arte di utiliz-

zare gli avanzi della mensa, e chiare d’uo-vo, farina, strutto, daranno vita al vitellotonnato e al Mont Blanc per il quale sem-plici castagne e panna montata con l’ag-giunta di mousse al cioccolato ne fannoun dolce degno di figurare nei pranzi im-portanti. Ci fu anche chi riuscì a “prende-re per la gola” un re. E’ il caso di VittorioEmanuele II e della “bella” Rosina. Donnarobusta e prosperosa, dal carattere fortee possessivo, era anche una cuoca eccel-lente. Amava far politica e alla sua tavola sedevano spesso De Petris, Cairoli, Zanar-delli e Crispi, ma quando arrivava in tavo-la il suo superbo stufato di fagioli,innaffiato da un buon bicchiere di barolo,anche sua maestà il re, riusciva a far l’oc-chio lustro. Un discorso a parte merita lacucina povera romana che tra le infiniteversioni della bruschetta, le minestre difagioli, lenticchie e patate con la pasta“rotta”, carciofi cotti sulla brace di vite,broccoli e broccoletti più o meno strasci-nati, alleviava la carestia che veniva spes-so ad aggravare le cose. Ma se i poveri,costretti a cibarsi dei prodotti più umiliriuscivano ad elaborare “fantasie conso-latrici”, i ricchi, feroci divoratori di carni edi cacciagione, soffrivano di gotta che fi-niva ben presto per avere ragione sui po-tenti mangioni.

Costanza Cerioli

LA CUCINA DELLA TRADIZIONE

Page 24: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Al tempo della conquista ro-mana, la popolazione delFayum era mista. Agli occhidei Romani i discendenti deicoloni erano Egiziani, ma es-si stessi si consideravanoGreci e così si presentavanoalle autorità romane che liincaricavano dell'ammini-strazione delle città e dei vil-laggi del Fayum, offrendo incambio uno status privile-giato e una riduzione delletasse cittadine. Il Fayum èuna depressione nell'Egittosettentrionale nella quale si

trova un lago di ampiezza e profondità variabili, sulle cuirive prosciugate dal sole si trova un sale, il natrum, chepuò essere utile nella preparazione dell'encausto un tipodi pittura che risale all’epoca alessandrina, che utilizza co-lori disciolti nella cera calda che creano una superficie in-crespata e lucente. Molti ritratti dipinti di mummie furonotrovati in questa regione, che ha finito con il dare il nomea questa classe di ritratti, benché esempi in tutto simili sia-no stati trovati anche a Tebe, a Saqqara e sulla costa me-diterranea verso Alessandria, ad Antinopoli, la cittàfondata da Adriano in memoria dell'amato Antinoo. Si de-ve alla scoperta di un viaggiatore italiano, Pietro della Val-le, se nel 1615 durante un viaggio in Egitto, visitandoSaqqara, scopri ed acquistò due mummie con ritratti ben

eseguiti. Una tecnica abba-stanza insolita e poco considerata dai grandi co-noscitori d’arte che fece di-menticare per due secoliquesto ritrovamento. Più tardi, con la ripresa degliscavi presso il lago Fayum,vennero alla luce, nel 1887,cimiteri di notevoli dimen-sioni che contenevanomummie con ritratti lignei.Datati dal III secolo a.C. inpoi rappresentano un signi-ficativo grado di sofisti-catezza della scuola alessan-drina. Anche se sono capo-lavori non firmati i ritratti

eseguiti a tempera, dipinti su gesso bianco che risplendedando luminosità, segnano la forma del volto con precisecaratteristiche somatiche. I ritratti venivano anche dipintisu teste di gesso, che erano attaccate ai vari materiali usa-ti per racchiudere e proteggere il corpo: sudari, coperchilignei di sarcofago, contenitori di lino o anche cartonna-ge o contenitori di fango. Qualsiasi fosse il materiale, loscopo del ritratto rimaneva invariato: essere testimonian-za dell’apparenza del defunto durante la vita. Si ipotizza

che durante i funerali delle classi abbienti dell’Egitto ro-mano i ritratti dipinti su entrambi i lati, venis-sero, probabilmente, portati in processione, come l'esi-stenza di tre ritratti dello stesso giovane uomo ritrovatiassieme ad una delle mummie scavate ad Hawara e l'evi-denza del taglio dei pannelli. Appartengono a uomini edonne che abitando in Egitto durante l’epoca romana cre-devano fermamente in una vita nell’aldilà. L’etnia com-plessa è simboleggiata dalla combinazione di abiti,acconciature e gioielli greco-romani uniti alla pratica fu-neraria egiziana che è la mummificazione. Corpi mummi-ficati, maschere femminili a seno scoperto e lastraordinaria mummia di un bambino di otto anni avvol-to in bende dipinte con un volto dai grandi occhi stupiti.Il corpo di Cleopatra, figlia di Kandake del II secolo d.C.,

morta a 17 anni, racchiusoin un sudario dipinto in po-sizione frontale, con il suopettine a doppia fila di den-ti e la sua collana di perlinenere. I corpi da mummifica-re venivano svuotati e trat-tati, per 70 giorni, conessenze profumate e olio dilino. Solo il cuore era lascia-to al suo posto perchè considerato la sede dell’in-telligenza e della mentementre il resto delle viscereveniva posto nei vasi “Cano-pi” con il coperchio a formadi testa umana. A volte il ritratto funebre era commissio-nato prima e quindi quello posto sulla mummia, pur es-sendo della stessa persona, spesso è più “giovane” deldefunto. Nell’aldilà il defunto ricco era accompagnato an-che dai servitori che restavano tali anche dopo la morte.Erano mummificati con vanghe nelle mani per esserepronti a lavorare nei campi dell’oltretomba. Volti tra iquali è ancora possibile ritrovare, per somiglianza, quelli anoi vicini. Visi di giovani, di donne e bambini ma anchedi vecchi e di efebi: una gamma eterogenea di tecniche estili particolarmente realistici confrontati con le immaginiprodotte grazie all’uso della TAC sulle mummie. Risultatisorprendenti hanno messo in luce che in molti casi la vi-ta media era di 35 anni. Stupendi i gioielli dalla perfettalavorazione e un paio di calze con l’alluce separato, lavo-rate ai ferri, è ancora oggi quanto di più moderno si puòvedere. La tradizione delledecorazioni funebri è atte-stata dalle ghirlande del Fa-yum, poste sul petto deldefunto che suscitano, a di-stanza di 2000 anni, le stes-se sensazioni provate daHoward Carter all’aperturadel sarcofago di Tutanka-mon toccato dal piccolo,commovente mazzo di fiori,saluto della giovane vedovaall’amato sposo.

Mara Parmegiani

I MILLE VOLTI DEL FAYUM

Mummia di Artemidoro con ritratto a encausto

su legno di cedro con foglia d’oro

Mummia di bambino con ritratto a tempera su lino40-55 d.C.

Sarcofago di una ragazza

24

Page 25: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Grazie a 20 anni di ricerche della Missionearcheologica dell’Università di Firenze,Shawbak è riemersa dalle sabbie del de-serto meridionale della Giordania. Gli sca-vi italo-giordani hanno restituito unadelle più affascinati aree archeologico-monumentali di tutto il Mediterraneoorientale ed uno dei più vivaci punti di in-contro tra culture diverse: in epoca “me-dievale”, Shawbak rappresentò la sintesitra le influenze dell’Europa cristiana el’Oriente islamico; e da Petra, oltre che daShawbak, giungeranno reperti sino ad og-gi mai esposti al pubblico, frutto di sco-perte degli ultimi anni. L’occasione dipresentare per la prima volta, non solo inItalia, una mostra su una delle aree ar-cheologiche più importanti del mondo èofferta dalla presentazione dei risultatidella missione archeologica dell’Universi-tà di Firenze. Petra, la porta del deserto èla porta del Mediterraneo, capitale dal IVsec. a.C. del regno dei Nabatei, primo im-pero arabo della storia a controllo dellavia dell’incenso; fu conquistata dai Roma-ni nel 106, abbandonata dopo le invasio-ni persiane del 628 e il crollò dell’anticolimes arabicus sulla frontiera romano-bi-zantina. La valle fu nuovamente insediatasolo durante l’epoca crociata, quando il re

Baldovino I di Gerusalemme (1100-1118)vi fece edificare i due castelli di Al-Wu’Ay-ra e Al-Habis. La “vallea nabatea”, con ledivinità delle origini, le splendide architet-ture scavate nella roccia e gli straordinariedifici pubblici rinvenuti in scavo, e i ‘nuo-vi’ grandi monumenti ecclesiastici bizanti-

ni, sono meta incessante di visitatori datutto il mondo. Il castello di Shawbak,fondato da Baldovino I re di Gerusalem-me, è uno degli insediamenti medievalipiù spettacolari del Mediterraneo orienta-le. Localizzato 25 km a nord di Petra sosti-tuì nel XII secolo l’antica città nabateacome ‘capitale’ della Transgiordania me-dievale. Collocato entro uno scenario na-turale predesertico, le ricerche dellamissione archeologica italiana hanno re-stituito straordinari, imponenti edificipubblici, come la cattedrale di Santa Maria, il maestoso palazzo del nipote diSaladino, i bastioni monumentali della fi-ne del Duecento, i laboratori tessili adenergia idraulica, i due quartieri, “residen-ziale e commerciale”. Ne risulta un “viag-gio” con la ricostruzione scenografica, agrandezza reale, di uno straordinario mo-numento come l’aula del trono del palaz-zo degli Ayyubidi, la nuova dinastia delSaladino, insieme a reperti di straordina-ria bellezza, contestualizzati in modalitàcosì aperta da promuovere un’immagina-zione informata di una storia che giunge-rà, ricca di fascino, fino a noi.

Mara Parmegiani

DA PETRA A SHAWBAK:UN AFFASCINANTE VIAGGIO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO

25

Page 26: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Gli Apostoli, si sa, seguono sempre il loro modello, sia-no essi i discepoli di una religione, o di un credo, filoso-fico o morale. I preti indossano l’abito talare, i medici ilcamice bianco, i militari una divisa ….e i delegati al-l’evento clou del decennio? Come si veste un “Delega-to”, ossia un apostolo di un nuovo credo, di un nuovo,grande partito? La risposta l’abbiamo avuta un mese fa,con la nascita, a Roma del più grande movimento italia-no: il Popolo della Libertà. Il suo Vate, Silvio Berlusconi,a questo proposito sembra seguire regole ben precise:doppiopetto grigio o blù, scolpito alla perfezione (forseal laser, dato il suo entusiasmo per le nuove tecnologie,e per tutto ciò che è giovane) cravatta a piccoli pois perle occasioni ufficiali, e abbigliamento casual (con ma-glioncino di cachemire di ordinanza sulle spalle) per i fine settimana nei Porti… Rotondi o… Fini(sic) ai quali è tanto affezionato da averne fatto del pri-mo un Ministro, seppure di serie B, e dell’altro il Presi-dente della Camera (con vista sulla sua successione).Che dire? Hanno seguito il loro Maestro i 6000 discepo-li/apostoli, delegati/relegati per ben tre giorni alla Fieradi Roma (a circa 15 Km fuori dalla città)? La risposta, per fortuna, non è univoca. Non si è, infat-ti, assistito alla “militarizzazione“ del Delegato attraver-so la clonazione di doppiopetti e petit pois, bensì sisono viste molte “variabili indipendenti“. Stupefacentile donne, tanto da evocare alla mia memoria un anticodetto inglese: “dall’età della nascita, fino a 18 anni, unaragazza ha bisogno di avere buoni genitori, dai 18 ai 35anni necessita di un bell’aspetto; dai 35 ai 60 deve ave-re una bella personalità, dopo i 60, deve avere molto de-naro…”. Ho visto delegate che rispecchiavano tutte lecategorie: dalla “fatina bianco vestita“ che ha aperto ilCongresso, (la più giovane deputata forzista che ha avu-to il merito di avere genitori molto influenti), alle “sven-tole“ di ogni genere e natura: dalla raffinata incompleto pantalone e camicia di seta (appena un po’scollata nel punto giusto), alla procace in minigonna (epazienza se la calza scura, ricamata con farfalle risalen-ti sulla coscia era smagliata), alla finta semplice in jeanscon i brillantini incastonati sul di dietro che facevano abotte con il tacco 12. E che dire della rosa rossa tatuatasul collo della delegata “tutta pelle e borchie” che, for-se, aveva sbagliato Congresso, ma nessuno aveva osatodirglielo? Le più sobrie, con maglioncino e filo di perleregolamentari soffrivano in silenzio…. Strepitosa la“over” che, per fedeltà al detto inglese (si sa, i proverbi

hanno sempre ragione), è arrivata interamente vestitad’oro, dalle scarpe, allo spolverino, alla borsa, rigorosa-mente Vuitton (giuro, non è uno scherzo).E gli uomini? Per definire l’atteggiamento, prima chel’abbigliamento, del Delegato al 1° Congresso NazionalePDL, scomodo Ovidio, ed i suoi consigli, tratti dall’Artedi Amare (Alberoni voglia scusarmi se lo scavalco a de-stra): “Guarda chi ti guarda; abbia chi ti guarda il tuosorriso; se ti fa cenno, rendigli il tuo cenno” ….Insommasemplicemente degni apostoli di quel sorriso, di quellostile, e di quell’affabilità seduttiva del Premier “Model-lo”. Sì, è proprio la comunicazione non verbale, più chel’abbigliamento, che mi ha colpito nei delegati (maschie affini), più della loro, spesso troppo ricercata elegan-za: loro “indossavano” postura, mimica e gesti… apo-stolici! Sembravano, quasi tutti, autentici. Durerà,questo amore, più profano che sacro, per il loro Dio, ese il più autorevole documento dove l’eros si è espressoin purissima poesia, e nello stesso tempo si è cantata lagloria del Creatore è, fino ad ora il “Cantico dei Canti-ci”…. quale posto sarà riservato, nella storia “alla Car-ta dei Valori “ del Popolo della Libertà, distribuita a tuttii Delegati in una apposita valigetta metallizzata?

IL “LINGUAGGIO DEI DELEGATI “CRONACA APOCRIFA DEL CONGRESSO PDL

Isabella De Martinidocente di psicologia medica

università di Genova

26

Page 27: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)
Page 28: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

28

Monitorare le coste italiane a rischio geolo-gico: frane sottomarine, sismicità e tsuna-mi, acquisendo dati geofisici su specifichezone del fondale marino per stimare qualisono le aree critiche, con lo scopo di realiz-zare 72 mappe batimetriche in scala1:50.000 che, insieme ad altre carte tema-tiche formeranno la Carta degli Elementi diPericolosità dei Fondali Marini. Uno stru-mento conoscitivo di cui il Dipartimentodella Protezione Civile si servirà per gestireil rischio territoriale legato alla presenza, inItalia, di aree marine geologicamente com-plesse e ancora in parte sconosciute. E’ sta-to questo l’obiettivo della campagnaoceanografica MaGIC OGS 0409, che si èconclusa il 20 aprile scorso, dopo tre setti-mane di navigazione a bordo della naveOGS Esplora, nel Mar Ionio settentrionalefino al Golfo di Taranto. La missione appe-na terminata ha acquisito nuovi dati geofi-sici su specifiche zone di fondomare,principalmente nel margine pugliese, perstimare quali sono “le aree di criticità” del-le coste di Puglia e Calabria, e individuare isiti in cui vi è una concreta possibilità cheprocessi geologici in grado di deformaree/o erodere il fondale del margine dellapiattaforma continentale, risalite o espul-sione di fluidi, frane sottomarine e fagliepossano essere all’origine di tsunami e/oterremoti potenzialmente devastanti perun profilo costiero così densamente abita-to come quello italiano. Una serie di sco-

perte riguarda una grossa frana nel versan-te apulo, depositi sedimentari tipici di cor-renti di fondo, piccole frane e zone dicollassamenti minori. “Il risultato di mag-gior rilievo - spiega Silvia Ceramicola, ricer-catore OGS e responsabile scientifico dellaspedizione - di questa prima parte deglistudi è stata l’acquisizione di dati ad altis-sima risoluzione sui giganteschi canyonsottomarini che si sviluppano per decine dichilometri arrivando, in alcuni casi, a pochedecine di metri dalla costa, come per esem-pio le strutture che occupano il Golfo diSquillace. Questi canyon sono in retrogres-sione, cioè stanno arretrando lentamente esi fratturano, un comportamento che vatenuto sotto controllo quanto più si verifi-ca vicino alla costa”. Si è inoltre avuta laprova che alcuni rilievi identificati, in prece-denza, sono in realtà vulcani di fango, unodei quali, di fronte a Crotone, è risultatoattivo e si è “esibito” in uno sbuffo di gasproprio durante i rilevamenti. “Abbiamo in-fine identificato frane a vari stadi di attività, strati piegati con inclinazioni im-probabili, troncati, erosi, faglie da cui escegas” ,dice ancora Ceramicola. “Ma siamosolo all’inizio: lo studio – continua - è desti-nato a durare quattro anni ancora. Fortu-natamente, grazie anche alle condizionimeteorologiche ottimali, la qualità dei datiecometrici raccolti è stata ottima e le infor-mazioni geofisiche registrate sono stateelaborate a bordo da speciali software chepermettono di osservare in tempo reale labatimetria e le sezioni acustiche del fonda-le marino su cui si naviga”. L’area studiata

va da Torre Pali fino a Taranto sul versantepugliese, e da Scanzano Jonico fino al Gol-fo di Squillace sul versante calabro-lucano,coprendo una superficie di circa 7500 km2.I rilevamenti sono stati possibili utilizzandometodi di indagine ad alta sensibilità, co-me l’ecoscandaglio multifascio. Si tratta,come spiega Ceramicola, di una tecnicache si basa sull’invio di un treno di impulsiacustici sul fondo del mare seguito dal suc-cessivo recupero delle eco di ritorno, chenel complesso formano quella che in termi-ne tecnico si chiama una “spazzata” di se-gnali trasversale alla nave. “In tal modo sidisegna la batimetria, cioè il profilo delfondale marino” ha precisato Andrea Cova,capo missione della spedizione e tecnologoin OGS. C’è stata, inoltre, un’importantescoperta biologica al largo della costa pu-gliese: sul fondale sono stati identificatibanchi carbonatici molto probabilmentecostituiti da coralli bianchi già individuati aSanta Maria di Leuca, che si pensava nonesistessero più. Come hanno spiegato i ri-cercatori OGS, si tratta di ecosistemi delica-ti che si sviluppano solo con temperaturee nutrienti particolari. Non sono diretta-mente correlati a condizioni di criticità delfondale, ma piuttosto rappresentano zoneda evitare se si ipotizza, per esempio, diposare sul fondale marino pipeline od ope-re varie. Vanno evitati sia perché si tratta distrutture intrinsecamente fragili, sia perchépreziose in termini di biodiversità.

Rita Lena

Canyon e vulcani di fango sottomarini nelGolfo di Squillace scoperti da rilevamentiOGS per realizzare mappe batimetriche

Page 29: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

29

Il 16 aprile scorso, in diverse piazze italiane, ha avuto luo-go una vera e propria maratona di solidarietà per le popo-lazioni colpite dal grave sisma del 5 aprile. “Mettiamoci leMani”, è questo il nome dell’iniziativa organizzata dal-l’Osservatorio Parlamentare Europeo, in collaborazionecon la Tim, la Società di Gestione Servizi del Centro Dire-zionale di Napoli e l’emittente Radiofonica “Radio Marte”.E, le mani, gli italiani, ce le hanno messe davvero; in quan-to la raccolta di generi di prima necessità, che sono statidirettamente portati e consegnati dai Giovani dell’Ope al-le popolazioni abruzzesi, è stata imponente: coperte, tra-punte, alimenti per bambini a lunga scadenza e non dafrigo (omogeneizzati, latte in polvere , biscotti, ecc.), pan-nolini e prodotti per l’igiene personale. A testimonianzadella valenza dell’iniziativa organizzata, per altro nel girodi poche ore, dall’infaticabile Giuseppe Catapano, Presi-dente dell’Osservatorio Parlamentare Europeo, che, du-rante i giorni del disastro è stato costantemente presentesui luoghi della sciagura. Ma, “Mettiamoci le Mani”, nonè stato l’unico atto di vicinanza dell’Ope alle comunitàabruzzesi. Infatti, poche ore dopo il sisma, il PresidenteCatapano ha subito attivato il Numero Verde 800 984617, mediante il quale tanti cittadini, abruzzesi e non,hanno potuto ottenere informazioni altrimenti difficili dareperire. La solidarietà dell’Ope è andata oltre, perché, aL’Aquila è stato, sin da subito, montato un gazebo, gesti-

to sempre dai Giovani dell’Ope, con una connessione te-lefonica, internet e fax, che ha permesso a tanti cittadinidi poter comunicare anche nei giorni immediatamentesuccessivi al disastro.

“A distanza di alcune settimanedal tragico sisma che ha colpito lepopolazioni abruzzesi - dichiarail Presidente dell’OsservatorioParlamentare Europeo Giusep-pe Catapano - riaffiorano consgomento i fotogrammi di unatragedia che ha provocato vitti-me, distrutto case, cambiato i lineamenti del paesaggio, gene-rando un profondo disagio socia-le e compromettendo la serenitàindividuale e collettiva. Ma con ilutti, con le privazioni, con la sof-ferenza si è intrecciata anche la risposta pronta ed insosti-tuibile della solidarietà vera, che è fatta di vicinanza, disostegno alla riaffermazione di un’idea positiva di comu-nità. Le iniziative dell’Ope hanno rappresentato un segna-le di vicinanza forte e concreto a sostegno dellepopolazioni colpite dalla immane catastrofe”.

“Mettiamoci le Mani”: la maratona di solidarietà

dell’Ope a sostegno dell’Abruzzo

Page 30: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

Un vademecuum per le neomamme che si accingono ad intra-prendere un lungo cammino accanto al pargolo e per quelle cheuno già ce l'hanno e decidono di averne un secondo. Un modo perridere sopra ai mille piccoli drammi quotidiani che questa nuovafantastica esperienza ci fa vivere.

Sono almeno cento milioni i cittadini europei checurano con l’omeopatia i problemi di salute quo-tidiani. La seconda Giornata europea dell'omeo-

patia è statal’occasione per cele-brare, all'europarla-mento a Bruxellesper un seminario, ilruolo sempre piu’ im-

portante che la medicina omeopatica e l’antropo-sofia svolgono nei sistemi sanitari europei.

Omeopatia: scelta da 100 mln europei

“LA VACANZA DELLE MERAVIGLIE”Un itinerario intriso di gusto e di divertimento per i ragazzi dai 7 ai 15 anni che amano la natura e che vogliono apprendere, diver-tendosi, la lingua inglese. E’ l’esperienza che da giugno ad agostosi può vivere nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini gra-zie ai summer camp ideati dalla scuola KID’S WORLD dove opera-no solo docenti madrelingua. I Summer camp prevedono una fullimmersion nella lingua inglese e nella cultura britannica senza di-menticare i sapori della regione che li ospita. Le giornate trascor-rono nella natura tra giochi con materiali naturali (carta riciclata,colori ricavati dai fiori).

Per saperne di più sui Summer Camp organizzati da KID’S WORLD:Tel. 06 86212471 - Fax: 06 86212471 - [email protected] www.kidsworld.it

30

Il barbiere Tonino, uno degli eroi del terremoto abruzzese, tra i riconoscimenti più significa-tivi dell’edizione 2009. Nella Cornice della Sala della Protomoteca del Campidoglio il presti-

gioso “Premio Simpatia” ha doppiato la trentanovesima boaomaggiando ancora una volta le eccellenze cittadine ma soprattut-to i talenti sommersi e le storie umane che a volte non hanno glionori delle cronache ma rappresentano spesso l’ossatura della co-munità urbana. Ricca e articolata la rosa dei trentaquattro premia-ti che anche per quest’anno hanno affollato le diverse categorieselezionate dalla prestigiosa Giuria, composta tra gli altri da CarloBixio, Renzo Arbore, Igor Man, Carlo Gianni, Gigi Magni, MarioVerdone, Gigi Proietti, Alessandro Nicosia, Christian De Sica e Mi-col Fontana. Sono stati premiati, tra gli altri: per le Forze dell’Or-dine i Carabinieri con il maresciallo Michele Di Stola, la Polizia diStato con il vice questore aggiunto Francesca Monaldi, il Comando

provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma per il loro intervento nel corso dell’esondazione delTevere e per il terremoto in Abruzzo, la Guardia di Finanza con l’appuntato Piero Carpentie-ri e il finanziere Aniello Carbonara e la Polizia municipale con il funzionario Maurizio Zurli. Epoi per la letteratura e il giornalismo Lilli Gruber e Maria Corbi della Stampa e per le storieparticolari l’inventore dell’sms Claudio Carnevale. Per la solidarietà riconoscimenti ad AnnaRossi, pioniera dei centri anziani di Roma e presidente del Centro “Cecchina Aguzzano”, eall’associazione di volontariato “Milena - un cuore per l’Etiopia”. E ancora per la medicina illuminare Massimo Martelli, primario del Forlanini, per le storie romane Filomena Di Genna-ro, vittima dello stalking, per l’arte il grande archeologo Andrea Carandini, che ha fatto coin-cidere la leggenda delle origini di Roma con la storia vera, ed altri. La preziosa rosa in bronzo,opera dello scultore Assen Peikov e simbolo del premio, è stata assegnata, per lo spettacolo,a Ksenia Rappoport, Margherita Buy, Laura Chiatti, Emilio Solfrizzi, Vinicio Marchioni e Clau-dio Amendola. Per la musica a Peppino Di Capri e Leo Sanfelice.

C.C.

Il Premio Simpatia ha festeggiato con tanti nomi noti e perso-naggi popolari il suo trentanovesimo compleanno

I° Congresso Internazionale

Italo - Argentino di Odontoiatria e Chirurgia

Bucco, Maxillo-Facciale

Aula Magna - Ospedale San Filippo NeriRoma, 24 Giugno 2009

ore 8,30

Page 31: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

3131

GEMELLIIL 2009 È L’ANNO DEI SEGNI D’ARIA: ACQUARIO, BILANCIA, GEMELLI

Amore, Lavoro, grandi progetti di vita, attività lavorative, ma anche intellettuali e culturali. I nati sotto il segno del Gemelli sono dotati di un’in-telligenza brillante e di uno spirito lieve e sono in continuo movimento. Sono considerati i più curiosi, eclettici, ironici e distratti dello zodiaco.Eterni bambini dall’insaziabile voracità di conoscenza, possono far fatica ad instaurare rapporti affettivi profondi e duraturi poichè sempre al-la ricerca di nuove esperienze. Sono in grado di fare più cose rispetto a quelle che stanno pensando nel medesimo istante ed amano i giochienigmistici e di intelligenza. Nella sfera sentimentale sono poco emotivi e preferiscono i flirt al legame duraturo. Un grande difetto del segnoè la presunzione, spesso conseguenza di un intelletto fuori dal comune. Evitare discussioni con un Gemelli: facilmente avrà la meglio per le sue

doti oratorie, aiutate da un intelletto brillante. Un Gemelli irritato, poi, non finirà più di polemizzare su ogni piccola cosa, mettendo facilmente al tappeto il malca-pitato interlocutore.

Il metallo del segno è il mercurio. Le pietre: il topazio, l’agata e il quarzo citrino. Le specie vegetali associate ai Gemelli sono il garofano , la lavanda ed il rosmari-no. Le parti del corpo legate al segno dei Gemelli sono le vie aeree superiori ed i nervi.

Sono nati sotto questo segno:Dante Alighieri, Thomas Mann, Jean-Paul Sartre, John Fitzgerald Kennedy, Bob Dylan, Marilyn Monroe, Angelina Jolie.

Siderio

VENDESI MULTIPROPRIETÀ VULCANO - Isole Eolie -2 settimane, dalla seconda alla terza nel mese di settembre - Tel. 06.4500746

GNOCCHETTI SARDI CON PROSCIUTTO E PISELLI

Preparazione:

Ridurre la pancetta a cubetti. Mettere in una padella l’olio e l’aglio spellato e farlo leggermente rosolare, unire la pancetta e farla abbrustolire per un paio di minuti, aggiungere i piselli e cuocere per 3-4 minuti mescolando spesso. Aggiungere il pomodoro, mescolare bene e cuocere per15 minuti a fiamma media, coperto, girando di tanto in tanto. Se il sugo tendesse ad asciugarsi troppo aggiungere qualche cuc-chiaio di acqua di cottura della pasta. Regolare di sale solo a fine cottura. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla eversarla nella padella del condimento a fiamma vivace. Servire immediatamente con un'abbondante grattugiata di pepe.

Ingredienti: (dose per 4 persone)

• 50 g di pancetta affumicata • 1 cucchiaio d’olio extravergine di oliva

• 2 spicchi d’aglio • 100 g di piselli freschi

• 150 g di polpa di pomodoro • sale

• 160 g di gnocchetti sardi • pepe

MQ 60

Page 32: 20262 Chapeau  GIUGNO 09 (1)

CARBONDIVER

Movimento automaticocon datario ore 3Cassa in policarbonato neraLunetta in acciaio girevoletrattata in PVD neroVetro mineraleQuadrante in carbonioLancette in SuperluminovaCinturino cordura pelleFibbia personalizzataCorona a vite impermeabile 50 metri

COLLEZIONE DIAMONDIVER

Movimento Automatico con datario ore 3Cassa in policarbonato trasparente

Lunetta in acciaio con140 diamanti carati 1,40 circa

Vetro mineraleQuadrante in madreperla con 8 diamanti

Lancette SuperluminovaCinturino in cordura idrorepellente

Fibbia personalizzataCorona a vite impermeabile 50 metri

+39 0761. [email protected]

MENICHELLIgioiellieri dal 1912

VITERBOCorso Italia, 102/104 - Tel. 0761.345113

www.menichelli-gioielli.it