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2 3Carpe Diem Carpe DiemAPRILE 2016 * ANNO 17 * N. 3

Carissimi soci,anche quest’anno, come tutti gli altri anni, il Circolo Culturale Greppi non si è smentito... siamo a metà anno 2016 e le iniziative quasi non si contano! Tutti i consiglieri e i soci hanno lavorato per promuovere e valorizzare il “piacere della cultura” attraverso vari momenti di impegno collettivo. Sono stati orga-nizzati viaggi, visite, manifestazioni e mostre. Albert Camus aveva detto che “senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società sarebbe una giun-gla”.. Ebbene il Circolo Greppi ha dato vita sempre a questa cultura, perché gli uomini che amano l'arte e la cultura sono anche quelli che sanno apprez-zare la bellezza delle cose. Proprio per questo il nostro ha sempre voluto essere un circolo culturale anche se parecchie volte è stato tanto piacevo-le riunirsi in pranzi conviviali, feste, come quella di Natale e di Carnevale. E' stato bello condividere insieme quei gioiosi momenti e dimenticare per un

momento tutti i problemi di un mondo

Quest'anno il programma è stato vi-vace ed intenso infatti da Ottobre ad oggi abbiamo visitato quattro mostre, una più interessante dell'altra: Giotto e Gauguin a Milano, Fattori a Padova con l'aggiunta del castello di Monse-lice, e ultima quella a Genova “Dagli impressionisti a Picasso”, una mostra eccezionale con dipinti selezionati, provenienti dal Detroit Institute of Art. La giornata si è conclusa anche con la visita della più bella basilica di Genova quella della SS Annunziata del Vastato. Tutte queste mostre sono state approfondite da valide guide professionali che ci hanno guidato attraverso i singoli percorsi artistici, arricchendoci di notizie, di aneddoti,

di più giorni come quello nelle Pievi Romaniche della Valdarno e quello nelle Valli Valdesi ci hanno portato in luoghi di una bellezza incredibile, ci

hanno stimolato all'approfondimento, -

della nostra Italia, perchè l'arte e la cultura, non mi stanco di ripeterlo, ci rimandano sempre al concetto di bellezza che rivitalizza corpo e mente.Ma il Circolo Greppi mira anche lon-tano... e allora il Giappone, il paese

della tecnologia più avanzata, aspetta il nutrito gruppo di soci entusiasti e partecipi sempre ad ogni iniziativa proposta.Jeremy Irons ha detto una volta che tutti noi abbiamo incorporate le nostre macchine del tempo.. alcune ci ripor-tano indietro e si chiamano ricordi, altre ci portano avanti e si chiamano sogni da realizzare. Noi del Circolo Culturale Greppi op-tiamo sempre per le seconde, perchè tanti sono ancora i sogni, i progetti di arte e di cultura da realizzare insieme ai nostri soci. *

Il piacere della cultura

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Cultura per passione

Fondato nel 1914

Benemerenza“Città di Bergamo”

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Non siamo

soli

LA QUADRERIA DEL CIRCOLO

Mino Marra, Francesca Sisti, Gian-carlo Cremaschi e Carmelo Valoti, pittori e amici del Greppi, hanno donato un loro dipinto al nostro Circolo. Numerosi Soci, presa

visione delle opere che arricchiscono ulteriormente di Arte la Sede sociale, si sono così espressi:

“Non siamo soli”. Il Consiglio Direttivo, nel ringra-

ziare sentitamente gli Autori delle opere per il generoso e signorile

gesto, li presenta ai Soci

personali apprezzamenti scritti, per loro, dalla Critica specializzata.

MINO MARRALa sua pittura porta con sé un rac-

conto a volte chiaro ed intenzionale, altre nascosto dentro un segno, una

pennellata, un colore, un ri esso è il racconto di una percezione, di

una senzazione, di una memoria che l’artista esprime nel suo fare.

Ha educato l’occhio all’uso delle for-me, scrutato le opere del passato, la

natura che gli si è fatta presente; con l’occhio di chi cerca ciò che va oltre le apparenze per creare “forme” che hanno la dignità di forme in sé e per

sé, disegnate, misurate, calibrate. O. Pinessi

FRANCESCA SISTIUn’artista che possiede una

specie di sensibilità scienti ca e una profonda analisi della luce, con immagini sotto il

controllo della misura prospet-tica sintesi armonica tra deli-catezza, abbandono contem-

plativo e vigore strutturale. L’acquerello è come un sentie-

ro luminoso che si vivacizza nel usso dei colori gioiosi e

immateriali. F. Spazzi

CARMELO VALOTIHa voluto superare il realismo pittorico

(del quale peraltro aveva dato dimostra-zione di notevole interpretazione) inse-

rendosi con intelligenza e con ammirabile spirito osservativo nel lone artistico dell’a-

strattismo materico ed informale creando però, attimo per attimo, zone di luce e di mistero con grande abilità tecnica e con

l’abbandono del suo sentire poetico. P. Mosca

GIANCARLO CREMASCHIVaresino di nascita lavora ad

lbano s. lessandro già corsista del prof. Mauro

Pellicioli, lezioni di pittura con il maestro Franz Porta e tecni-che di disegno all’Accademia di Belle Arti Lorenzo Lotto di

Bergamo. Ha conseguito vari diplomi e

segnalazioni di merito par-tecipando a diverse Mostre

collettive. C. Morali

6 7Carpe Diem Carpe DiemUNA GIORNATA DI ARTE E CULTURA

Il Circolo Greppi aveva organizzato da tempo una gita giornaliera a Padova e Monselice e quando, il mattino presto, ci siamo ritrovati al pullman tutti un po’ infreddoliti, abbiamo sperato nell’arri-

vo di qualche benevolo raggio di sole... ebbene, la giornata è stata bellissima e rischiarata sempre da una brillante luce dorata che ha cancellato ogni timore di brutto tempo. Padova ci ha accolto

con la sua pacata bellezza e subito ci siamo diretti alla Basilica del Santo per un doveroso saluto di rispetto e devozione. Poi la mostra di Giovanni Fattori, al seguito di una bravissima

Mostra del Fattori a Padova ed escursione a Monselice

guida, ci ha assorbito interamente con la sua inaspettata bellezza.Era chiamato il “poeta della fatica uma-na”, perchè Fattori era dotato oltre che di bravura artistica di profonda capaci-tà a guardare le cose, a studiarle prima di stenderle sulla tela. Era vissuto nel periodo del Risorgimento e lo amava,

e nobile... ecco perchè siamo stati at-tratti subito da quel bellissimo dipinto del “Campo italiano alla battaglia di Magenta” che non ritraeva la battaglia vera e propria, ma il ritorno dei feriti su

un carro... tutto era visto in un modo asciutto ed equilibrato di apparente tranquillità, eppure pervaso di luci o ombre che lo rendevano unico e vivo. A Fattori non interessavano gli episodi di eroismo eclatante, era un uomo del-le “retrovie”.. egli voleva far vedere la fatica, l’ansia, il sudore, la paura. Era un artista unico e poliedrico, ce ne siamo

resi conto ammirando le sue opere che passavano dalle scene militari, ai paesaggi della sua amata Maremma

Bellissime soprattutto le scene di vita

popolare dove aveva saputo rappre-sentare, dal vero, contadini e animali, condividendo gli stati d’animo degli umili lavoratori e i loro problemi legati ad una vita di sofferenza e lavoro. Devo dire che a me personalmente è piaciuto molto un drammatico capola-voro della maturità, “il Muro Bianco” perchè in quel dipinto l’artista è stato

interprete della delusione di una na-zione, uscita dal Risorgimento, che non ha saputo realizzare tutti quegli ideali di giustizia sociale in cui lui e i suoi simili avevano creduto. Fattori era un “Macchiaiolo”, quindi affermava l’importanza del chiaro scuro, delle macchie di colore, affermava la sua vo-lontà di ripristinare il senso del verismo pittorico di oggetti e paesaggi. Si era, insieme ad un gruppo di artisti, liberato dal vincolo delle Accademie, e aveva aderito, con entusiasmo, a quel gruppo di pittori “nuovi”, anticonformisti, pre-cursori dell’impressionismo. E dopo le immagini militari che tanto lo avevano preso ed affascinato, nella sua bruna maremma ed a Castiglioncello, si era dedicato a indagare il lavoro di uomini angolosi e legnosi e donne semplici, ma con gesti aggraziati, spesso viste di spalle... il suo sguardo andava alla loro fatica, e poi alla natura, agli animali,

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soprattutto buoi e cavalli dei quali la Toscana era ricca.Potrei continuare a parlare di Fattori e dei suoi quadri perchè è stata la bellissima scoperta di un artista che avevo erroneamente considerato povero di fantasia e limitato nelle im-magini espressive... come è stato bello ricredermi ed appassionarmi ai suoi paesaggi, alla forza della sua riprodu-zione plastica, alla bellezza delle sue pinete, delle marine... Fattori mi ha fatto sentire la forza e la vastità dello spazio anche in piccole dimensioni e credo che sia rimasto a tutti nel cuore.Ma la giornata era solo a metà per-corso, una passeggiata sotto un caldo sole, un pranzetto frugale, una sosta obbligata al celebre “Caffè Pedrocchi”

e poi via, alla bella Monselice, una cittadina dalla complessa e articolata storia. Avevamo appuntamento al Ca-stello con una simpatica, validissima e spiritosa guida che ci ha fatto rivivere la storia del castello. Abbiamo per-corso un interessante itinerario, dalla fortezza dell’XI secolo con la torre del terribile Ezzelino da Romano, dove abbiamo ammirato armature, elmi, spade, mazze ferrate di ogni foggia provenienti dalle più disparate famiglie nobili, siamo arrivati alla casa dei Mar-cello, con i suoi monumentali camini

nobile famiglia veneziana aveva preso possesso del luogo trasformandolo in una residenza civile di villeggiatura. Abbiamo fatto non solo un salto nel

Lo Stabilimento Pedrocchi nacque nel 1831 dall’incontro di due grandi talen-ti: quello imprenditoriale di Antonio Pedrocchi e quello architettonico di Giuseppe Jappelli. Il primo riuscì in pochi anni a trasformare la piccola bottega del caffè lasciatatagli in eredi-

ora famoso in tutto il mondo. Il secon-do concentrò tutta la sua esperienza e creatività nell’ideazione e nella realizzazione di un concentrato di

di eccezionale originalità. Pedrocchi volle suddividere il suo stabilimento in due zone ben distinte: il Caffè, aperto ventiquattrore al giorno, pronto ad ospitare chiunque, dal viandante af-faticato all’uomo d’affari di passaggio; e il Ridotto, riservato alla crème della società padovana, luogo di feste, balli, ma anche di riunioni massoniche, di incontri di business, uno spazio per trattative commerciali esclusivo, regale, nel cuore del centro cittadino.

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passato, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, siamo passati dallo stile romanico a quello gotico, da quello rinascimentale a quello ottocentesco legato alla famiglia Cini, subentrata ai Marcello. Abbiamo ammirato la bellezza dei saloni, l’eleganza degli arredi, le prestigiose decorazioni che facevano capolino da ogni dove, i giardini dove certamente il musicista Benedetto Marcello teneva i suoi con-certi.. e siamo usciti entusiasti e pronti per altre scoperte.Ci aspettava infatti un percorso di pellegrinaggio... ma prima di arrivare al Santuario delle Sette Chiese, sempre sulle pendici del Colle della Rocca, ci siamo fermati all’antica Pieve in stile romanico-lombardo, conosciuta an-che come Duomo Vecchio, dedicata a Santa Giustina, martire cristiana di origini padovane. Quando siamo en-trati abbiamo subito avvertito un senso incredibile di luminosità, di apertura, di spiritualità, pur nell’artistica semplicità degli arredi. Quelle antiche mura ci trasmettevano un’atmosfera di pace e benessere. Così dopo uno sguardo al paesaggio sottostante, alla pianura

sole che andava lentamente calando.. ci siamo preparati anche al percorso

di pellegrinaggio. Abbiamo varcato la Porta Romana e siamo entrati al Santuario Giubilare composto da sei cappelle erette tra il 1605 e il 1615, importanti perchè Papa Paolo V ave-va concesso l’indulgenza plenaria in egual misura a quella concessa ai fe-

deli delle maggiori Basiliche di Roma. Queste ultime erano appunto imitate dalle cappelle del Santuario delle sette chiese che abbiamo percorso nono-stante un gelido venticello che aveva fatto capolino.. ogni cappella poi era arricchita da dipinti dell’artista Jacopo Palma il Giovane.

A Villa Duodo e alla settima cappella che era poi la chiesa di San Giorgio, si è conclusa la nostra giornata. Sia-mo ritornati al pullman forse un po’ stanchi, infreddoliti, ma tutti entusiasti per le cose belle che avevamo ancora vive davanti agli occhi. Con il Circolo

Greppi ci aspettavano altri itinerari, di uno o più giorni, altrettanto belle ed interessanti, e noi tutti eravamo pronti a parteciparvi perchè ciascuna nuova scoperta aveva sempre il potere di arricchire il nostro piccolo scrigno personale di cultura e di valori umani.. R.D.G

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Nei primi anni ‘50 i tanti allora giovani concittadini che oggi hanno abbondan-temente superato gli... anta godettero certamente dei grandi cambiamen-ti sociali che il periodo postbellico favoriva. Tra le t ante novi tà del momento, al di là della liber-tà, della democrazia e dei pur piccoli miglioramenti economi-ci che il lavoro di ricostruzione fa-

voriva, assistettero pure, gli “allor giovani”, agli inizi del nuovo modo di reclamizzare i moltissimi nuovi prodotti che il rilanciato mercato commerciale, industriale ed artigiano offriva per l’alimentazione, l’igiene per-sonale, la casa, l’abbigliamento, la motorizzazione e tanto altro. I mezzi più utilizzati dalle Agen-zie pubblicitarie del momento erano la RAI - Radio Italiana, i

Rotocalchi, le riviste settimanali tipo “Grand Hotel”, i Manifesti

murali e dal ‘54, novità nelle novità, la Televisione. Per usare un termine a quel tempo ancora in uso si può dire che si trattò di un vero bombardamento pubblicitario a largo raggio. -rono i cartelloni stradali, manifesti di varie misure tappezzarono le pareti più esposte delle case, le vetrine dei negozi divennero iIIuminatissime mo-stre di ogni bene! E mentre la carta stampata frazionava sulle sue pagine

immagini e “slogan” pubblicitari di innumerevoli ditte, nel ‘57 la RAI - TV pensò di concentrare la “promozione” commerciale a lei

da mettere in onda in un orario di buona visibilità. Nacque Carosello!Si trattava di un programma com-posto esclusivamente da cortome-traggi composti da brevi scenette interpretate da apprezzati attori brillanti del momento quali Via-risio, Volpi, Bramieri, Dapporto, Peppino de Filippo (ullallà è una cuccagna - dura minga - moplen -

TEMPI MODERNI

La Réclame La Pubblicità è l’anima del commercio... parola di Henry Ford!

durbans - pappagone), cartoni animati realizzati da Bruno Bozzetto e altri

“cartoonist” (il sig. rossi - unca dunca - gregorio - calimero - miguel) ed episodi

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pseudo-seri presentati da consumati maestri del teatro nostrano quali Gino Cervi, Ernesto Calindri, Ugo Pagliai, Paolo Ferrari, Arnoldo Foà (vecchia ro-magna - cynar - aperol - dixan - stock), i quartetto Cetra, Virna Lisi. Scorrendo i nomi dei vari interpreti che negli anni si sono alternati negli sketches presen-tati sul piccolo schermo si può dire che praticamente quasi tutto il mondo del teatro di quel tempo diede il suo

contributo all’apprezzatissimo, special-mente dai bambini, Carosello. Anche i pezzi da novanta del grande spetta-colo di cinema e varietà come Nino Manfredi, Giovanna Ralli, Tognazzi, Vianello-Mondaini, Chiari, Delia Scala, Virna Lisi, Rascel, il grande Totò “del doppio brodo” e altri ancora si resero disponibili (certamente perché ben re-tribuiti) a reclamizzare, con ottime gag, i più svariati prodotti. Carosello era un

appuntamento quotidiano ed ancora oggi è nella memoria e nel cuore di tantissimi italiani. Aveva il pregio di presentare una pubblicità divertente e non aggressiva poco prima del tra-dizionale orario del riposo notturno, piccole storie che piacevano a tutti. Mossa strategica! Oggi molti nonni in temporaneo servizio di “baby sitter”, pensando alla indimenticabile battuta ... e dopo Carosello tutti a nanna ..., ne sentono la mancanza! In questi ultimi anni c’è stato un rilancio, ma il restyling non ha portato alle antiche attenzioni e così è entrato e anonimamente anche uscito dalla routine televisiva senza in-famia e senza lode. La pubblicità, dice il Dizionario Enciclopedico Treccani, è ‘’ ... l’insieme di tutte le forme di propa-ganda aventi lo scopo di far acquistare prodotti e utilizzare servizi ... con un opportuno e razionale impiego di ido-nei mezzi divulgativi ... “. Ha origini antiche, la Pubblicità! A Pompei ed Ercolano, note località vesuviane, sono

frequentare un lupanare o a votare un poco conosciuto uomo politico, pubblicizzavano “ ... un fornaio e un venditore di vini importati dall’isola di Chio. Una lunga storia accompagna la pubblicità! Araldi, banditori e me-nestrelli giramondo sono stati i primi,

forse involontari, “pubblicitari”. Il doni-zettiano Dulcamara dell’Elisir d’Amore è il classico esempio. Poi sulla scia della modernità, furono ambiziose luminosissime insegne, opuscoli pluricolorati e intere pagine di giornale a consigliare vantaggio-si acquisti. Anche il grande pittore Toulous-Lautrec, l’uomo del Moulin Rouge, lavorò per “consigliare” la frequentazione di Circhi e Tabarins. Lo stesso Gabriele D’Annunzio, il Vate nazionale, nel ‘917 si diede da

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fare nella pubblicità per inventare “ex-novo” un nome adatto a colpire l’attenzione della potenziale clientela di una Società commerciale che stava adottando un sistema di vendita di

nuova concezione; come un odierno “creativo” propose di chiamarla La Ri-nascente ed ebbe successo. Ne ha fatto di strada la Pubblicità: in tutti i campi! Tempo fa la stampa ha pubblicato

una notizia che ha particolarmente colpito l’opinione pubblica per la diversi tà dei prodot t i pubbli-cizzati; il pezzo era titolato “L’ac-qua S. Pellegrino indosserà un abito Missoni”! Forse l’ideato-re dell’etichetta con l’accoppia-ta acqua-indumenti ci ha preso gusto visto che recentemente si è

ripetuto, sempre per la stessa acqua, con la nuova etichetta marcata Mai-son Bulgari, famosa per incomparabili e costosi Gioielli e quella altrettanto importante della rivista di Moda inter-

nazionale Vogue collegata all’EXPO . Anche l’Acqua Bracca si è data da fare per incollare sulle sue bottiglie etichette con immagini di “Pitture” realizzate nientemeno che da Palma

il Vecchio! Il co-branding (l’unione dei Marchi di note Aziende) funziona. Da tempo sono pubblicizzate anche le Biciclette Bianchi fabbricate nella vicina Treviglio; sono... vestite con la griffe “Bianchi by Baci Perugina! Preso atto del prestigio delle Aziende interes-sate e della loro grande diffusione nel mondo, si può benissimo asserire che

per i suoi creativi l’idea del “duetto” è stata un autentico colpo di genio. In fatto di pubblicità intensiva e a grande raggio d’azione, un abile precursore nell’utilizzo commerciale del settore fu senz’altro lo statunitense Henry Ford. Già ai suoi tempi, infatti, sosteneva che “La pubblicità è l’anima del com-mercio” e non sbagliò; eccezionale imprenditore, pioniere dell’industria automobilistica, nei primi anni del ‘900 costruì e vendette, in quell’immenso paese, milioni di automobili a prezzo contenuto grazie alla novità della ca-tena di montaggio e, soprattutto, alla costante presenza del suo prodotto nei primi Film del momento, pellicole nelle quali l’automobile aveva sem-pre una parte importante (pubblicità occulta) in tutte le riprese girate nella

famosissima Hollywood. Oggi un ipo-

settore pubblicitario presenterebbe una curva produttiva in grande spolvero perchè è assodato che la cultura della pubblicità negli ultimi anni non solo è aumentata ma è anche accettata e, in certi casi, per prodotti di ampia popolarità reclamizzati da personaggi del calibro di Fiorello, Totti, Bonolis e Laurenti, Banderas, Panariello, George Clooney, Gigi Proietti e Bruce Willis è pure attesa. I “creativi” dei Consigli per gli Acquisti quando si muovono sono un autentico tsunami. Ne sono prova tangibile le trasmissioni televisi-ve interrotte ad arte e gli “stacchetti” proposti dalla Radio tra una notizia ed una melodia, le già ricordate pa-gine di pubblicità su Quotidiani e

i “depliant” lasciati sotto i tergicristalli delle automobili in parcheggio, gli

immancabili stampati dei Supermercati e le coloratissime brochure dell’IKEA

-te della posta (e non negli appositi contenitori che i condomìni sono stati costretti ad adottare). Praticamente

Carosello non c’è più, però ci sono telepromozioni e consigli delle TV

pubbliche e private strettamente legati all’interesse che sollevano i rispettivi programmi di intrattenimento con pronta susseguente visione dei relativi Spot. Padelle, Materassi, Mobili, Pillole per dimagrire, Salse, Paste e Ragù, pre-visioni del Lotto, Biscotti, Cioccolatini,

Elettrodomestici, Rotoli di Carta ... non propriamente per calcolatrici e tanto altro sono all’ordine del giorno. Con l’aggiunta temporalmente discutibile della trasmissione proprio all’ora di cena di Spot, accidenti a chi li ha pensati, propositivi di efficacissimi Detersivi per ...WC e (udite - udite) di medicinali anti ...Escherichia Coli... consigliati, tempo fa, da una bianca signora rispondente al nome di Eva Q !!! Una piccola consolazione: per molti bimbi e per molti non più giovanissimi telespettatori il nuovo pseudocarosello serale prima del “ ...tutti a nanna”, addolcito dalla saltuaria presenza del pupazzo Gabibbo, sono Striscia la Notizia e Paperissima Sprint! Le disavventure degli involontari pro-tagonisti di Paperissima e le inchieste di Capitan Ventosa, Moreno Morello, Petix, del “tapiro” Staffelli, del “bel” Ghione, Luca Abete, del Militello

degli “striscioni negli stadi” che rie-sce sempre a trovare sportivi distratti che proprio non riescono a salutare i signori di “Striscia” Greggio, Jachetti e Hunzyker, fanno ancora sorridere grandi e piccini. Meritano comunque di essere ricordati, perché insuperabili e indimenticabili, gli spazi pubblicitari televisivi proposti nel tempo dalla Barilla per la tenerezza dei soggetti; dalla Dior per il profumo J’adore con la statuaria modella vestita d’oro; dalla Nutella per la datata ma sempre bella “romanza del buon giorno” cantata dal grandissimo Pavarotti; dalla Telecom con l’eterno e dolce messaggio di pace trasmesso dal Mahatma Gandhi alle folle oceaniche di tutto il mondo via PC e telefonino di ultima generazione, evento che nel 2012 vinse la 44esima edizione del Key Award “Best Ever Fo-rever”, un premio promosso dal Grup-po Media Key Award e istituito proprio per lo specifico settore degli Spot pubblicitari. Ai creativi dei “Consigli per gli acquisti” bisogna riconoscere un merito; spesso con le loro idee pub-blicitarie, tanto per rimanere in ambito TV, colmano con buoni argomenti i momenti vuoti che quest’ultima, alcu-ne volte, propina ai suoi abbonati! La Réclame comunque fatta, nel merito di

Centenario1914--2014

far conoscere qualcosa o qualcuno, è micidiale. Il nostro stesso Circolo ne sa qualcosa. In occasione del Centenario di fondazione la Stampa locale ne parlò a iosa; ebbene, in poco tempo al Greppi aumentarono sia le richieste di documentazione sull’attività svolta che le domande di iscrizione. “Veritas temporis lia esttempo - Aulo Gelio, II sec. dc). N.L.

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Chi sta bene e chi sta maleCarnevale fa rallegrar.Chi ha denari se li spende;chi non ne ha ne vuol trovar;e s’impegna, e poi si vende,per andarsi a sollazzar.Qua la moglie e là il marito,ognuno va dove gli par;ognun corre a qualche invito,chi a giocare e chi a ballar.

I Love RememberCarnevale 2016

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20 21Carpe Diem Carpe Diem20 Carpe Diem

Missione compiuta: il Carnevale Greppino organizzato lo scorso febbraio nell’accogliente ristoran-te “Don Luis” di Torre Boldone ha avuto grande successo. I Soci, gli Amici e i Simpatizzanti presenti sono stati proprio contenti e molti hanno successivamente manife-stato al presidente Monti la loro soddisfazione per il felice evento. Cucina, musica e ambientazione sono stati perfetti. Molte le Ma-scherine (LallyCostumi. Nembro) che hanno contribuito a “fare” la serata: un record! E grande varie-tà di personaggi. La Commedia dell’Arte, rappresentata da una gio-vanile Colombina scortata da ben due vivaci Arlecchini, ha fatto la parte del leone; belle, accattivanti e ben attrezzate le medievali Ma-donne; tradizionali maschere ce-lavano il volto di numerosi maturi accompagnatori; belle signore con biondissime parrucche colpivano la fantasia di aspiranti giovanotti. Un isolato baffuto marinaio della “Royal Navy” e un crestatissimo “Ultimo dei Moicani” completava-no l’allegra brigata. Particolarmen-te partecipate le congratulazioni e gli auguri fatti al componente del Direttivo del Circolo Greppi signor Masneri, con i tradizionali

la ricorrenza del loro 45° di ma-trimonio. La serata è stata gradita

svolgimento della bella festa com-mentano felicemente il tutto. N.L.

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DIARIO DI VIAGGIO MagicaToscanaMeravigliedella Valdarnoe del Casentino

Quante aspettative in un viaggio anche se di pochi giorni! C’è la preparazione nozionistica, le speranze

nell’attesa di nuove scoperte,il desiderio di assaporare momenti di bellezza, arte e cultura, il piacere della condivisione con gli amici… tutto infonde sempre

nell’animo un piacevole stato di all’erta. Con il Circolo Greppi avevamo organizzato questo

breve viaggio culturale di tre gior-ni, nella Valdarno e nel Casentino, in Toscana, una regione da sempre

culla di civiltà, protagonista indiscus-sa del panorama artistico, non solo

italiano... Volevamo scoprire non solo la serena

e mistica bellezza delle Pievi romaniche di Valdarno,

fari indiscussi dei pellegrini che volevano dirigersi a Roma, ma anche la dolcezza della natura che in quella

regione aveva il potere di fondersi armoniosamente con

le testimonianze storiche, religiose e... ovviamente con i capolavori

della nostra arte.

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Le speranze non sono andate delu-se.. la bellezza di quelle “chiese del popolo” ci ha conquistato.. Abbiamo ammirato e sentito viva quella loro semplice architettura romanica, “non troppo orizzontale, non troppo ver-ticale”, un giusto equilibrio tra corpo

fredde pietre grigie, sobri, sem-plici, eppure quando entravamo

bifore e illuminare le colonne e l’abside, quella semplice nudità spoglia incoraggiava l’incontro con se stessi. Ecco allora le pievi sulla Cassia Ve-tus, la strada dei Setteponti, una più bella dell’altra.. la Pieve di San Pietro a Gropina, quella di Santa Maria a Pian

di Scò, e quella di San Pietro a Cascia di Reggello.. ma i nomi non contano conta invece la loro bellezza che ci veniva comunicata in modo immediato nonostante l’austerità dell’insieme.

Dopo le prime Pievi che ci ave-vano trasportato tutti in un’aura di spiritualità, in bus siamo ar-

rivati ad Arezzo che la nostra favolosa guida ci ha fatto gustare accompa-

gnandoci attraverso strade in salita ed in discesa. Nessuno ha protestato perché i monumenti, i palazzi antichi, i portici… tutto ci intricava… quando poi siamo ar-

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rivati a piazza Grande con la sua vasta forma irregolare, un po’ trapezoidale eravamo veramente soddisfatti. Ce ne stavamo fermi sotto un piacevole sole ed un cielo cristallino ad ascol-tare la storia del passato medioevale

della città ed abbiamo immaginato, in quella piazza, lo svolgersi della famosa “Giostra del Saracino” con la corsa di cavalli sul selciato ricoperto di terra, abbiamo visto con la fantasia i vari cavalieri che, armati di lancia, dovevano centrare una serie di anelli… sentivamo quasi i suoni, la musica e vedevamo i colori dei costumi di

quella stupenda rievocazione storica.Vorrei perdermi a descrivere tutte le emozioni un po’ sacre e un po’ profa-ne. Tra le sacre certamente va ricordata la Chiesa di San Francesco con il ciclo fantastico di affreschi di Piero della

Francesca: “la leggenda della Vera Cro-ce”.. che meraviglia! Immobili, stavamo con il viso rivolto in alto, rischiando fastidi forti alla cervicale... ma non ci importava perché la bellezza di quei dipinti faceva dimenticare il dolore al collo. La guida ci parlava con entusia-smo di “sintesi perfetta tra la forma e il colore per via prospettica”, ma al di

là delle parole erano le immagini ad affascianarci. Bellissima quella lumino-sità di colori negli abiti delle donne.. fantastico l’ordine compositivo nelle scene di battaglia... originali le forme trattate come corpi geometrici e la

luce cristallina che ne accentuava la purezza dei lineamenti...Dopo tanta arte perchè allora non parlare anche dei momenti meno spirituali, di degustazione culinaria nei vari ristoranti tipici del percorso? L’allegria ed i brindisi erano sempre di casa in ogni momento per evidenziare il piacere e la condivisione di tanti bei

momenti... si chiedeva a gran voce il vin santo... le chiacchere e lo spirito erano sempre tanto contagiose... il

-tissimo anche al piacere della tavola!Ad Anghiari, un vero gioiello medio-

evale incastonato su una collinetta, il pomeriggio del secondo giorno, abbiamo camminato parecchio in quelle viuzze antiche che sapevano di storia... era un saliscendi continuo. Il borgo infatti, era protetto dalle im-

ponenti mura duecentesche, e aveva conservato un fascino particolare... pur

respirato un’aria d’altri tempi lontano dai ritmi frenetici della vita in città. Le case in pietra che si affacciavano sui

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vicoli stretti e silenziosi, avevano strette

sembravano salutarci e invitarci a proseguire, a scoprire gli angoli più caratteristici.Il tempo vola quando si sta bene in-sieme e si vedono tante cose... infatti il terzo giorno, che era poi l’ultimo, ci guardavamo con un certo rammarico esprimendo, con lo sguardo, il deside-rio di prolungare il soggiorno in quella terra di arte e di silenzio.

Ci aspettava la visita di Poppi altra bellissima città murata dominata dal suggestivo castello dei conti Guidi... senza più la nostra efficentissima guida siamo andati liberi alla scoperta di quello che si poteva vedere, affron-tando salite incredibili che ci hanno portato proprio nel cuore del paese. Alcuni di noi sono anche saliti sulla alta torre del castello perché da lì si poteva dominare la vallata dove un tempo si era svolta la famosa battaglia di Campaldino. In passato c’era una grande estensione pianeggiante senza case, ora invece la piana era abitata e parecchi agglomerati urbani spunta-vano qua e là... ma noi avevamo tanta immaginazione e memori del plastico che avevamo ammirato nel castello,

e ghibellini schierati a combattere.

L’ultima sosta prima di ripartire alla volta di Bergamo è stata ancora in una Pieve, quella di Romena, ma abbiamo veramente respirato un’aria di sempli-cità e originalità. A parte la bellezza della Pieve indiscutibile ed unica, c’era ad accoglierci un volontario francese che sembrava Gesù Cristo... era ac-compagnato da un bellissimo cane e tutti e due ci hanno fatto assaporare l’atmosfera quasi magica di quel luogo di silenzio e pace. Seduti tra i banchi della chiesetta lo abbiamo ascoltato rapiti e curiosi mentre il suo cane com-posto, steso ai suoi piedi, lo ascoltava, pure lui interessato, anche se quella lezione l’aveva già sentita parecchie volte! E’ stato un momento particolare,

ma che ha chiuso in bellezza questo viaggio culturale che il Circolo Greppi aveva organizzato.

mattino stava appannandosi di nuvole e il sole prima caldo, tendeva a nascon-dersi e così anche noi cominciavamo ad infreddolirci, probabilmente aveva esaurito il suo compito... ci aveva do-nato tre giorni splendidi ed ora andava a riposarsi! A tavola infatti per riscal-darci abbiamo cercato di essere allegri sorseggiando qualche goccetto in più di vino... peccato mancasse il vin san-to! Comunque tutto era andato bene e penso di poter esprimere il pensiero di

che il viaggio anche se breve è un bene

che non deperisce mai. Prima di farlo ci fa godere il suo pensiero. Mentre lo si fa, lo si fa e basta… dopo averlo fatto lo si può rivivere mille volte nel ricordo… per tutta la vita! R.D.G.

Un brindisi agli amici del Greppi

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Conoscevamo i Valdesi, studiati, a grandi linee, sui banchi di scuola, ma non ne avevamo certo una co-noscenza approfondita, sapevamo che erano stati una setta eretica e che ora vivevano un po’ sparsi in tutto il mondo seguendo la religione protestante... tutto qui!Ora attraverso le varie spiegazioni delle guide locali, ascoltate con interesse, nonostante il freddo delle stanze di ritrovo, la visita ai loro tem-pli, suggestivi nella loro semplicità, sappiamo tutto.... in Piemonte per esempio, nella provincia di Torino ben 18 chiese-templi erano dislocate in quelle valli bellissime con centro a Torre Pellice.I valdesi perseguitati nel corso dei

secoli perchè si opponevano all’e-gemonia dei papi e della chiesa cat-tolica predicando povertà e libertà di pensiero, erano stati dichiarati eretici. In sostanza il loro messaggio religioso è un po’ come quello di Gesù Cristo, o di San Francesco... è un messaggio che chiama tutti e ciascuno ad accoglierli nella fede in Dio, nella povertà e nella gioiosa sottomissione alla sua volontà, e che

si manifesta in un cambiamento radicale di mentalità e di vita, e nell’impegno di vivere ed operare come testimoni di quest’opera di rapporto costante proprio con

-cia, un rapporto insomma senza intermediari. Ma oltre alla storia dei Valdesi, in questi due brevi giorni, abbiamo goduto di tutto... in primis la mostra “Caravaggio ed il suo tempo” a San Secondo di Pinerolo, nel maniero gotico del castello di Miradolo, mostra con bellissimi dipinti che ci hanno trasportato nel mondo di quell’artista che con la sua arte

pittura. In che modo? Con l’espres-

sione di un evidente naturalismo sia nei soggetti dei suoi dipinti sia nelle atmosfere in cui la capacità di dare a un’immagine una forma tridimensionale veniva evidenziata dalla particolare illuminazione che, in modo quasi teatrale, sottolineava i volumi dei corpi che uscivano, in questo modo, improvvisamente dal buio della scena.. Ci siamo fermati

E’ prerogativa del Circolo Greppi quello di scegliere sempre, vicine o lontane, mete singolari, poco conosciute, che possano portare a nuove scoperte a nuove conoscen-ze. E’ stata questa l’dea delle Valli Valdesi, Chisone, Germanasca, Pellice, Angrogna... tutti nomi che buona parte di noi non aveva quasi mai sentito nominare, ma che si sono rivelati ricchi di una storia travagliata ed avventurosa.

DIARIO DI VIAGGIO

Rivivendo la storia Le ValliValdesi

Maddalena Penitente, cuore nevralgi-co della mostra, con il capo reclinato in una specie di sonno rilassato... ma abbiamo ammirato tutta la collezio-ne entusiasti, accompagnati da una installazione sonora incredibilmente dolce e adatta alle opere che stavamo vedendo.Ma ciò che ci ha colpito piacevolmente

eppure iscrizioni poetiche erano scrit-te nel gelido antico museo Valdese della valle Germanasca che abbiamo visitato: “Prali che al sole biancheggia di talco onde ferve la val solitaria d’industrial lavoro!” ed in effetti quella pietra liscia e morbida che abbiamo toccato con mano era usata per pen-tole, utensili vari ancora ben conservati in esposizione.Interessante anche la passeggiata a piedi, fatta il giorno dopo, nel centro valdese di Torre Pellice e quella in

aveva deciso di premiare la nostra buona volontà e un piacevole calore ha accompagnato le nostre scoperte in un ambiente di grande suggestione. Abbiamo arrancato su stradine che ci hanno portato al Museo delle donne valdesi, poi alla semplice scuola mu-seo degli Odin-Bertot, una delle tante scuolette fatte costruire dal colonnello Beckwith... il benefattore dei valdesi,

che si incontravano lungo il percorso, oggi in stato di abbandono, erano testimonianza della passata presenza umana su quei monti e ci facevano intuire la dura lotta che il popolo valdese aveva dovuto affrontare per

a 1500 metri con un freddo che ci ha fatto scappare nel piccolo bar locale a

in questi brevi due giorni è stata anche la bellezza di un paesaggio aspro e

poveri, quasi senza abitanti, selvaggi e suggestivi... le case e i terrazzamenti

bere qualcosa di caldo e rivitalizzante, magari anche un po’ alcolico... Prali era fredda... chiazze di neve si potevano calpestare e non solo ammirare sulle alte montagne che ci circondavano..

nominato ovunque... all’interno erano conservati arredi, e persino materiale didattico ottocentesco! Proseguendo sempre in salita siamo arrivati ad un luogo altrettanto suggestivo, alla stele

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di Chaforan, eretta nel 1932 per ricor-dare il sinodo e l’adesione dei valdesi alla Riforma Protestante. Eravamo immersi nel silenzio della natura, tra il verde dei prati ed alcuni bellissimi al-

ma nello stesso tempo straordinario e l’importante era che tutti noi riusciva-mo a percepirlo.Come raccontare le altre avventure? La visita al forte di Fenestrelle, magi-co, incredibile, affascinante nel suo abbandono, ma nello stesso tempo nel suo antico splendore. Dopo un lauto e gustoso pranzo nel Ristorante del forte

stato abbondante e forse un riposino non guastava... ma quando abbiamo incontrato la vivace guida che ci ha

incantato dal primo istante, il riposino è stato rimandato...in pullman! Quella guida ci ha pre-sentato la storia di quel gigante di pietra che si estendeva per circa cinque chilometri nella valle del Chisone e copriva un dislivello di quasi 700 metri. Ci ha poi portato, di sala in sala, in quelle che i francesi avevano adibito a carceri, ci ha fatto scendere nei sotterranei, dove c’erano le antiche cucine e ci ha fatto salire attraverso le scale di quella fortezza che era stata paragonata, per l’estensione, alla Muraglia cinese... E proprio con le immagini monumentali di quella grande muraglia piemontese abbiamo concluso il nostro viaggio storico culturale.. che ha avuto la capacità ancora una volta, come ogni viaggio organizzato dal Circolo Culturale Greppi, di interessarci, di sorprenderci, di con-quistarci e di spronarci sempre ad organizzare altri viaggi. R.D.G.

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La Scuola si è aggiornata. E’ recente lo studio del progetto chiamato “Al-ternanza scuola - lavoro”, una inizia-

-co Regionale in collaborazione con l’Unione Industriali di Bergamo per perfezionare la formazione degli stu-denti delle ultime classi degli Istituti Superiori mediante “Stage” program-mati da svolgersi nelle varie Attività produttive e Sociali del Territorio. La scelta di inserire gli studenti nel mondo del lavoro, di far loro speri-mentare “in diretta”, al di là dei fu-

come si dovranno comportare con gli imprenditori, i dirigenti, i capi re-parto e tutte le persone con le quali dovranno condividere il quotidiano lavoro, è una decisione senza ombra di dubbio molto positiva. Il primo e più importante problema da affronta-re e risolvere per i giovani “Stagisti” è sempre stato quello di trovare il “posto”. Le strutture candidate sono ben note: Comuni, Industrie, Aziende Artigiane, Ospedali, Enti Statali, Istitu-ti riconosciuti. Nei giorni precedenti lo “stop” scolastico, opportunamen-te previsto per gli Stage, c’è la corsa alla ricerca dei posti; chi si muove per primo è favorito. Ci sono Scuole che agiscono in prima persona, altre che lasciano fare agli studenti: il campo è vasto. Nel merito è opportuno se-gnalare che, nonostante gli accordi a livello direttivo avviati da tempo tra la Scuola e il mondo imprendito-

desiderate sistemazioni ci sono sem-pre. Esperienza diretta permette di tracciare il percorso lavorativo di un ragazzo dell’ITIS Majorana di Seriate che ha fatto il suo personalissimo Sta-ge ai piedi della Maresana. Si è svolto

Monti. Il primo giorno di presenza in azienda del fortunato protagonista è

stato caratterizzato dalla particolare attenzione dedicata alla conoscenza delle Norme di Legge da osservare nel merito della “Sicurezza sul lavoro”. Gli argomenti trattati hanno riguar-dato la protezione della persona, la sua movimentazione nel locale degli impianti produttivi e dello stoccaggio del materiale da lavorare o già pron-to per la spedizione, la conoscenza dell’impiantistica relativa ai comandi elettromeccanici del macchinario, delle “utilities” di complemento, delle attrezzature antincendio e dei mezzi di trasporto interno. Detto e fatto; a colloquio concluso per il baldo giova-ne le porte al ruolo di Stagista si sono aperte. Il nome della ditta è altamente

e Stampa Digitale di qualità realizzati con macchine di ultima generazione.

Tutto il macchinario installato nella

carta già pronta per qualità e dimen-sioni e produce con tecnologia “Of-fset”. E’ un procedimento, l’Offset, che ha sostituito la vecchia tecnica di preparazione … a mano della lastra stampante. Ieri il piombo fuso, oggi “pellicola e laser”, ieri castelli di rulli coloranti in bella vista, oggi armadi chiusi, pulsanti e un magico Compu-ter installato sul pulpito di comando, lo strumento che tutto comanda e tutto regola. Già, perché tutto parte proprio da apparecchi informatici …ad hoc pieni di numerosi e variegati caratteri da stampa e di programmi atti a realizzare libri, giornali, etichet-

“Lo Stage è la fase di un addestramento consistente nel trascorrere un certo periodo di tempo

UNA GIORNATA DI ARTE E CULTURA

Lo Stage

cartellette, biglietti da visita, block notes, calendari, cataloghi e tutte le immagini e tutti i depliant che le in-dustrie produttive e il mercato della Editoria continuamente richiedono.

-go di lavoro dello Stagista di turno,

-zione, quello della amministrazione e della programmazione del lavoro, l’open space per la preparazione dei “Lavori” da eseguire e poi, nel corpo di fabbrica, con l’impiantistica vera e propria composta da quattro Macchi-ne che stampano anche a quattro co-lori, una creatrice di lastre e pellicole per Offset, una stampante a Laser per grandi tirature b/n e multicolori, un ta-glietto Krause munito di lama a cesoia per elevate prestazioni; si completa

-trice, cucitrice e imballatrice con pel-licola di polietilene. Per le “Utities” c’è un carrello elevatore elettrico a forche di grande portata con batteria al Pb., vari transpallets oleodinamici, un impianto antincendio munito di colonnine di pronto impiego, gli im-mancabili estintori a CO2 e Polvere e alcuni automezzi di servizio. Inte-ressante la struttura di pannelli foto-voltaici posta sul tetto del capannone,

l’energia solare in energia elettrica. Le

turno sono molto soft: assistenza al personale di macchina e prove di pro-getti di stampa al computer per clienti di routine intervallati da salutari eser-citazioni pratiche di … ramazza. Ciò che ha particolarmente colpito l’at-tenzione dell’intervistato protagonista dello Stage è la tecnica della Litogra-

industriale nel quale la matrice, ori-

in metallo, viene inchiostrata solo nei punti voluti mediante trattamento chi-mico senza essere incisa…”. Si tratta

di una tecnica che permette di stam-pare numerose copie di dipinti realiz-zati da Artisti di riconosciuto valore, di copie che per qualità e bellezza, in pratica, sono tali e quali al dipinto

-ca quest’ultimo viene totalmente di-strutto e pertanto, non esistendo più l’opera “prima”, ogni copia ottenuta,

diventa essa stessa un originale. Per gli amatori dell’arte pittorica una pac-chia: possedere un quadro d’autore affermato, per di più ad un costo logi-camente contenuto, non è più impos-sibile! Per il “bocia” di turno assistere alla stampa di un tal quadro, vedere la meticolosa osservanza dei colori e delle sfumature originali da parte del-lo stampatore e il suo impegno posto

a suo dire, un evento coinvolgente e appassionante. Per uno studente cer-tamente una gran bella novità! E’ qua-si sicuro che al suo rientro in famiglia

non mancherà un suo dotto commen-

nel salotto di casa, magari di Mino Marra, eccellente pittore bergamasco! Non male! Da notizie di prima mano, raccolte nel breve colloquio con l’inte-ressato “Stagista” a giochi fatti, risulta

che per essere stato il primo contatto con il mondo del lavoro, preso atto dei rapporti con il principale dell’azienda, con gli impiegati, con il personale ad-detto agli impianti ed ai servizi e delle positive esperienze relative all’utilizzo del trasporto pubblico per l’andata e il ritorno dal luogo di lavoro, l’evento scuola-lavoro è stato totalmente sod-disfacente. E’ possibile asserire che tali …dirette esperienze favoriranno tantissimo l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani protagonisti del progetto “Alternanza scuola-lavoro”. I nostri giovani studenti sono sulla stra-da della concretezza. Congratulazioni agli organi direttivi della Scuola Italiana

Artigra che Mariani & Montie lungimirante che da più di un seco-

lo è legata all’immagine di un lavoro antico ma sempre in evoluzione ed è costantemente aggiornata ai ritmi ed alla tecnologia del momento. E poi an-cora, tanto per rimanere in famiglia,

nel merito della formazione a mezzo ”Stage” Carpe Diem fa presente che anche presso il Greppi c’è la possibi-lità di frequentare la segreteria; per operare e per prepararsi a diventare i futuri responsabili del Circolo stesso. “Verba volant, scripta manent”! N.L.

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IMITAZIONELungi dal proprio ramopovera foglia frale,dove vai tu? “Dal faggiolà dov’io nacqui, mi divise il vento Esso, tornando, a volodal bosco alla campagna,dalla valle mi porta alla montagna.

Seco perpetuamentevo pellegrina e tutto l’altro ignoro.Vo dove ogni altra cosa,dove naturalmenteva la foglia di rosa,e la foglia d’alloro”.

Giacomo Leopardi

L’ANGOLO DELLA LETTERATURA

Periodico di Cultura, Arte, Costume, Tradizioni Editore Cav. Nuccio Lampugnani - Dir. resp. Aldo Monti

n redazione Renata Del Gizzo, Franco Nisoli, Antonio Piras, Francesca Romero Bravo, Pierantonio Leidi, Ulisse Sandrinelli.Autorizz.: Decr. Pres. Tribunale di Bg n. 53 del 1-12-2000 * Orari di apertura Segreteria: Martedi - Venerdi (non festivi) - dalle ore 16,30 alle 18,30

* * *

Carpe Diem

Il Circolo organizza e propone a Soci, amici e simpatizzanti

una serata convivial-danzante

“Tutti insieme, anticipando l’estate”

Sabato 11 giugno 2016 ore 20

Agriturismo Ristorante

“La Campanina”Via Crema 18/A Zanica (BG)

Allieterà la serata il duo “Amleto e Cinzia”

Là dove si puote...

festeggerem di giugno

Max 70 partecipanti

tavoli rotondi da 10 pax

I sigg. con Celiachia sono pregati

di comunicare personali esigenze alla prenotazione

Informazioni e iscrizioni

in segreteria

Albino Città del Moroni

fra arte storia e cultura 31 maggio 2016

Con noi saranno la dott.ssa Madornali e Giampiero Tiraboschi, Storico e Biografo di Moroni, che illustreranno

arte, cultura e storia di Albino

ProgrammaArrivo ad Albino: Trenino delle Valli o auto propria

Visita della Chiesa Quattrocentesca di San Bartolomeo e alla Chiesa Prepositurale di San Giuliano

Sosta per il pranzo alla Trattoria Moro

Incontro con lo scultore Remo Ponti “l’uomo che fa rivivere le pietre”

che ci spiegherà le sue opere scolpite sulle pietre di un muro a secco

lungo la strada in località PiazzoSe il tempo lo permetterà visiteremo

anche il santuario della Madonna del Pianto con Opere del Moroni e altri artisti.

Conferenza preparatoria in sede sul Moroni

BretagnaIl viaggio in retagna è ancora in via di de nitiva strut-turazione comunque qualcosa di certo c’è.Si partirà da Bergamo-Orio al Serio in aereo Mercoledì 28 Settembre e si approderà a Parigi-Beauvais.Qui ci aspetterà un pullman con guida francese parlante italiano che ci condurrà attraverso un percorso favoloso… a grandi linee sarà questo:

Mont StMichel .. St Malo.. costeggeremo il nord Bretagna Pointe de st Matieu e ci addentreremo a visitare i calvari bretoni. Percorreremo la strada costiera, la panoramica di Tene-rez con alcuni fari suggestivi no a Morlai . Arriveremo poi a Quinper e questa zona è un susseguirsi di meravi-glie con fari, villaggi e insenature che saranno visitate.. ricordiamo Pointe de Penhir, Pointe du Van, Pointe du Raz, e poi ci spingeremo nell’interno per vedere i siti archeologici dei menhir.. e poi ancora lungo la costa

no a Concarneau.. chiuderemo il cerchio a Vannes e in ne Nantes.

La partenza, sempre in aereo, sarà Mercoledì 5 Ottobre. Si pensa di partire da Nantes, ma non è stato ancora ben stabilito e potrebbe anche essere un’altra città.Ulteriori dettagli più precisi dell’itinerario degli alberghi e dei prezzi sono in via di rielaborazione e saranno tra-smessi con una locandina al più presto possibile..

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