Corso di “Tecnologie Speciali I” prof. Luigi Carrino
PULTRUSIONE
Tecnologie a Stampo Chiuso
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SCHEMATIZZAZIONE
2 metodi di lavorazione: wet method & dry method (preimpregnati)
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VANTAGGI
• elevata resistenza a
trazione
• alta percentuale di
rinforzo
• buon isolamento elettrico
• bassi costi dovuti alla
produzione in continuo
• geometria del manufatto
può essere anche
complessa, ma solo a
sezione costante
SVANTAGGI
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APPLICAZIONI
ELETTRICO
32%
ALTRO
17%
EDILE
17% TRASPORTI
10%
PETROLCHIMICO
17%
TEMPO LIBERO
7%
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FASI del PROCESSO
ALIMENTAZIONE DEL RINFORZO
IMPREGNAZIONE NELLA RESINA
PREFORMATURA
FORMATURA
POLIMERIZZAZIONE
TRAZIONE
TAGLIO
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FASI del PROCESSO
ALIMENTAZIONE DEL RINFORZO
I pezzi pultrusi presentano elevata resistenza, ottenibile però solo
con un corretto posizionamento del rinforzo all’interno del
laminato composito.
Le fibre utilizzate in pultrusione possono presentarsi sotto diversi
formati commerciali:
• Roving
• Mat
• Roving + Mat
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FASI del PROCESSO
ALIMENTAZIONE DEL RINFORZO
Il mat viene usato sotto forma di nastri di varia larghezza avvolti in rotoli di circa
100 metri di lunghezza.
L’estremità di un rotolo di mat può essere cucita a mano al lembo iniziale del
successivo.
MAT
Il rinforzo è raccolto in bobine.
Vicino a ciascuna bobina di alimentazione viene posizionata la successiva e i capi
del roving dei due rotoli sono intrecciati per garantire la continuità.
Per tener separati i filamenti vengono fatti passare attraverso guide ad anello.
ROVING
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FASI del PROCESSO
ALIMENTAZIONE DEL RINFORZO
In alcuni casi i due tipi di rinforzi esaminati vengono posizionati in sandwich: si
racchiude il roving diretto secondo l’asse di pultrusione tra due strati di mat.
Si hanno discrete proprietà anche in direzione trasversale.
ROVING + MAT
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FASI del PROCESSO
IMPREGNAZIONE NELLA RESINA
Le fibre asciutte vengono trascinate all’interno di un bagno di
resina.
Le vaschette d’impregnazione hanno
• lunghezza compresa tra 1 e 2 metri
• larghezza variabile.
Al loro interno, sono posizionati dei rulli che guidano il
rinforzo secondo un percorso a zig-zag, in direzione della
profondità. In alcuni casi, si fa passare il filo attraverso due rulli
che lo schiacciano leggermente, facilitando la penetrazione
della matrice tra le fibre.
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FASI del PROCESSO
IMPREGNAZIONE NELLA RESINA
La viscosità della resina deve essere opportunamente controllata.
Valori troppo elevati porterebbero ad una scarsa impregnazione delle
fibre, ad una velocità minore nella linea.
Valori troppo bassi della viscosità comporterebbero un’eccessiva
impregnazione.
La viscosità della resina può essere abbassata aumentando la
temperatura del bagno. Tale riscaldamento può provocare però
problemi nel caso di presenza, all’interno della resina, di agenti
catalizzatori a bassa temperatura.
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FASI del PROCESSO
PREFORMATURA
Il materiale non assume la forma di progetto in un’unica
operazione, ma passando per forme intermedie.
La formatura graduale permette:
1. migliore allineamento delle fibre;
2. recupero della resina in eccesso;
3. cambiamento graduale della geometria, dato che a valle
dell’impregnazione le fibre sono sotto forma di nastro.
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FASI del PROCESSO
FORMATURA
Si tratta dell’operazione principale del processo di pultrusione in quanto il materiale
viene costretto a passare attraverso una trafila e ad assumerne la forma.
Lo stampo risulta l’elemento più costoso
del sistema, quindi richiede un’accurata
fase di progetto.
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FASI del PROCESSO
FORMATURA
La trafila è lunga da 300 fino a 1500 mm (costo proporzionale alla lunghezza).
La lunghezza dipende:
1.sezione del pezzo (aumenta all’aumentare della sezione);
2.velocità del processo (aumenta all’aumentare della cadenza di produzione);
3.tipo di resina.
TRAFILA
La trafila deve essere disposta perfettamente parallela al proprio asse ed allineata con
i sistemi pre e post formatura.
L’ingresso e l’uscita sono intercambiabili (zona d’ingresso più soggetta ad usura).
L’ingresso deve inoltre prevedere una rastrematura di circa 7-10° (eliminazione della
resina in eccesso).
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FASI del PROCESSO
FORMATURA
Nella progettazione della trafila è importante tener conto
dell’espansione del materiale in fase di polimerizzazione, e del
successivo ritiro; solo in questo modo si potranno evitare
pericolose sollecitazioni di taglio.
Ad esempio, per resina epossidica rinforzata in carbonio, le
dimensioni dello stampo vengono maggiorate di circa il 2%.
TRAFILA
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FASI del PROCESSO
POLIMERIZZAZIONE
Da essa dipendono:
• la qualità del prodotto
• la cadenza di produzione.
Ha luogo all’interno della filiera grazie al riscaldamento per conduzione da parte
dello stampo stesso.
Lo stampo può essere riscaldato in vari modi:
• piastre esterne,
• resistenze elettriche interne (più costoso),
• sistemi radianti o a circolazione di olio caldo.
In tutti i casi è importante che la temperatura, solitamente compresa tra i 150 e i
170°C, sia controllata in tutti i punti del manufatto e per ogni turno di lavoro, in
modo che la tolleranza massima sia di 1°C.
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FASI del PROCESSO
POLIMERIZZAZIONE
Per accelerare la fase di polimerizzazione spesso viene effettuato un
preriscaldamento a valle dell’impregnazione mediante un sistema a
microonde che riscalda il materiale dall’interno verso l’esterno;
successivamente il riscaldamento, di tipo elettrico, che agisce
dall’esterno, completa l’indurimento.
o
Pultrusione a piu’ zone di riscaldamento (normalmente 3)
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FASI del PROCESSO
TRAZIONE
Originariamente veniva svolta da catene o cavi, oggi , invece, si utilizzano:
1. caterpillar (metodo costoso e poso versatile, in quanto la superficie di contatto
deve avere la stessa forma del manufatto);
2. morsetti montati su sistemi con moto alternativo (più versatile, in quanto i
morsetti, che afferrano lateralmente il pezzo, possono avere lo stesso profilo
anche per geometrie molto diverse).
La velocità di trascinamento: 1.5 e 100 m/h
La forza di trazione: 10 e 1000 MN
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FASI del PROCESSO
TRAZIONE
La forza di trazione deve essere tale da bilanciare l’effetto combinato di tre fattori:
• la forza d’attrito delle fibre che strisciano sulle pareti dello stampo;
• la forza di taglio viscoso tra un sottilissimo strato di resina e le pareti dello stampo;
• la resistenza all’ingresso dello stampo dovuto al flusso inverso della resina.
La forza di trazione cresce con:
• l’aumento della percentuale volumetrica di fibra
• con la viscosità della resina
• con la velocità di avanzamento.
Il controllo della forza di trazione e la progettazione del sistema di tiraggio risulta
fondamentale per garantire il corretto allineamento delle fibre e per evitare i tipici
difetti dei materiali pultrusi.
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FASI del PROCESSO
TAGLIO
Viene svolto da una sega con lame in carburo di silicio o
diamante.
Il moto è automatico con direzione ortogonale alla direzione di
movimentazione del pezzo (velocità relativa nulla).
Finita la corsa la sega viene riportata nella posizione iniziale.
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MATERIALI
MATRICE
RINFORZO
STAMPO
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MATERIALI
MATRICE
Le resine devono essere a bassa viscosità, di solito termoindurenti:
• poliesteri insaturi (le piu’ utilizzate poiche’ meno costose);
• epossidiche
• siliconiche.
Spesso alla resina vengono aggiunti dei pigmenti in modo da
ottenere un pezzo già colorato e/o per una maggiore resistenza ai
raggi ultravioletti.
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MATERIALI
MATRICE
Le epossidiche, invece, vengono preferite alle poliesteri quando è richiesto il
rinforzo in carbonio, per due motivi:
1. con le poliesteri otterrei proprietà meccaniche scadenti (bassa resistenza a fatica
e al taglio);
2. la volatilità dello stirene è troppo elevata
3. problema del ritiro
2 metodi di lavorazione: wet method & dry method (preimpregnati)
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MATERIALI
RINFORZO
• Roving
• Mat
• Tessuti.
Il roving è sicuramente quello più economico, seguito dal mat; i
tessuti, invece, sono i più costosi.
Il rinforzo piu’ utilizzato è il vetro, ma in alcuni casi c’è stato anche
l’uso di fibre di carbonio ed aramidiche (i costi sono alquanto elevati).
In genere, un componente pultruso contiene al massimo il 70% in peso
di fibra.
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MATERIALI
STAMPI Caratteristiche fondamentali:
1. ottime caratteristiche meccaniche ad alte temperature;
2. elevata resistenza agli agenti chimici (della resina e dei detergenti);
3. buona lavorabilità
• per ottenere rugosità superficiale spinta (0.2m Ra),
• per ricavare spigoli vivi in corrispondenza delle linee di
giunzione;
4. elevata durezza superficiale
Il materiale più utilizzato è l’acciaio cromato.
Cromatura (ogni 20.000/30.000 m di pultruso).
In molti casi, si preferisce un acciaio alto legato in quanto il cromo viene
attaccato dalle resine epossidiche.
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