Zingonia da colorare

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Introduzione

Questo progetto fa parte di una serie di attività messe in atto nell’ambito di un processo di re-invenzione, recupero e ri-semantizzazione di Zingonia. Si inserisce nell’ambito di impegni presi negli anni dalle amministrazioni locali per migliorare la vita e le prospettive dei residenti di questa difficile realtà territoriale. Nel 2008, il progetto “Contratto di Quartiere” concepisce una serie di interventi relativi alla riqualificazione residenziale, alla coesione sociale e al rilancio economico Nel 2011, viene organizzato un workshop in collaborazione tra l’amministrazione di Verdellino e il prof. Deni Ruggeri, docente dell’università dell’Oregon. Il risultato del workshop è una nuova visione per il futuro di Zingonia che riparta dai suoi aspetti più salutari e vivibili per riuscire a scrivere un nuovo capitolo nella sua storia. Nel 2012 la Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e i 5 comuni di Zingonia firmano l’Accordo di Programma per la realizzazione del Masterplan di Zingonia che promuove un complesso sistema di azioni finalizzato al rilancio dell’area. Nel 2013 prende avvio il progetto Zingonia 3.0 centrato sugli aspetti sociali del contesto che mira a rispondere ai problemi esistenti attivando le numerose risorse di cui dispone la comunità dei cittadini di Zingonia. All’interno del progetto nell’estate del 2014, un nuovo workshop di studenti focalizza la sua attenzione sugli spazi pubblici di Zingonia e in particolare Piazza Affari, centro nevralgico della Zingonia concepita negli anni 60 e ancora oggi luogo simbolico dalla forte valenza identitaria.

Durante gli anni, coloro che hanno lavorato a Zingonia hanno collezionato storie e aneddoti relativi alla Zingonia del passato, bei ricordi associati ad alcuni spazi pubblici, persone ed eventi. Molto spesso queste memorie sono state chiuse in un cassetto, nel cuore dei residenti. Oggi, con questo libro, vogliamo raccogliere queste storie affinché diventino parte dell’immaginario comune di tutti i suoi cittadini. Abbiamo pensato di partire dai bambini perché pensiamo sia necessario che queste belle storie diventino parte della loro vita. Vogliamo inoltre che i bambini diventino i promotori di una nuova storia di Zingonia che sia più sostenibile, vivibile e colorata! Le prossime pagine raccontano in breve la storia di Zingonia, una introduzione necessaria alle tavole che seguono, fermo immagini dell’identità di questa città fatta di edifici, memorie, idee, visioni, miti e realtà. Queste immagini vogliono essere piccoli semi di una nuova storia che deve essere raccontata d’ora in avanti con più entusiasmo, più positività, e più speranza! Perché solo storie interessanti, vivide e positive hanno la capacità di cambiare le nostre attitudini personali.

Zingonia 1.0 - la promessaZingonia nasceva 50 anni fa come la risposta italiana al fenomeno delle New Towns, che nel dopoguerra diede luogo alla creazione di centinaia di nuove città. Queste nuove realtà urbane si proponevano in alternativa alla città tradizionale ed alla vita di paese, fornendo ai nuovi abitanti nuovi servizi e nuove opportunità —soprattutto le famiglie di lavoratori che dai centri rurali si trasferirono nelle città per trovare lavoro nelle fabbriche e cantieri della ricostruzione del dopoguerra e dello sviluppo industriale dell’occidente. La città moderna doveva essere più efficiente, comprensiva di tutti i servizi, ma anche a contatto con la natura. E soprattutto la nuova città doveva fornire lavoro e opportunità di sviluppo e di successo. Non a caso, Renzo Zingone, fondatore di Zingonia e suo costruttore, utilizzò il motto “vivere da signori” per attrarre piccoli e grandi imprenditori che dovevano diventare parte integrante del mito della città nuova.

Zingonia 2.0 - una realtà difficileBen presto il mito dovette confrontarsi con la realtà, e le città nuove come Zingonia dovettero fare i conti con una serie di ostacoli. Le nuove famiglie trasferitesi nelle New Towns avevano bisogno di servizi, scuole, negozi, attrezzature che stentavano a realizzarsi. Le case cominciarono a richiedere manutenzione, e le amministrazioni locali erano spesso incapaci di rispondere alla domanda in modo efficace. Un ulteriore problema era relativo alla mancanza di una identità comune. Gli abitanti si resero conto che in aggiunta alle strutture, occorrevano opportunità per la socializzazione, momenti di incontro e di interazione al di là di quelli connessi al lavoro, alla scuola e alla chiesa. E ci si rese conto che gli spazi pubblici che erano stati pianificati su carta e realizzati in fretta non erano in grado di competere con quelli delle vecchie città. Più che Nuove Città, queste nuove realtà si erano trasformate in città dormitorio.

Il mito della “Zingonia dove vivere da signori” si trasformò in una identità di città ai margini, non più fisicamente nuova, ma nuova nel suo tessuto sociale ed economico. Alle grandi aziende del passato, che se ne andranno in parte per la fine dei benefici economici di legge che li avevano attratte, si sostituì un tessuto di piccolo e medie imprese che beneficiavano della manodopera disponibile. Zingonia continuava ad essere funzionale all’industria grazie alla sua posizione accessibile, ed alla presenza di aziende competitive a livello internazionale. Era il tessuto sociale a sfaldarsi, soprattutto in corrispondenza degli edifici residenziali, le varie “torri” che avevano per anni distinto lo skyline di Zingonia. I nuovi residenti e le loro abitudini e culture entravano in

conflitto con quelle dei residenti storici, che man mano lasciarono le loro case vendendole o affittandole a lavoratori delle industrie locali. Alle famiglie con bambini si sostituirono unità domestiche di soli uomini, o di più famiglie in abitazioni che raggiungevano densità più alte. Anche gli spazi pubblici cambiarono. Meno famiglie voleva dire meno commercio, ed ai bar ed ai negozi si sostituirono call centers, fast foods o negozi etnici.

Zingonia 3.0 - un’immagine positiva e realistica nel segno della vivibilitàUn’inversione di tendenza per un contesto urbano può nascere solo armonizzando tutti gli sforzi, i gesti, le energie che più persone fanno. Una città è il crocevia di scelte di individui, di famiglie, di amministratori, di operatori economici, di lavoratori. Ne è lo sfondo e ne è il risultato. Contribuire a dare un’immagine a questo sfondo è l’obiettivo a cui tende questo piccolo gesto di creatività. Uno sfondo che non è solo una scenografia, ma un vero e proprio attore delle relazioni sociali, in quanto tutti siamo in relazione col paesaggio, e nel paesaggio ci immedesimiamo con quello che gli esperti chiamano “identità di luogo.” Questa identità, così come l’identità degli individui, è in costante evoluzione, adattamento, e ricostruzione. Fin da bambini noi esseri umani traiamo esempio e ispirazione dal paesaggio, sia fisico che sociale e questo paesaggio è allo stesso tempo strutturante e strutturato. Ci condiziona, ma è anche condizionato da noi, come ci dicono i filosofi. L’identità del paesaggio fornisce le fondamenta ad un concetto anche più importante, quello dell’attaccamento. Il rapporto di interazione continua con il paesaggio dà luogo ad una condivisione, un senso di appartenenza, che a sua volta ci spinge ad agire per proteggere i luoghi che amiamo, quelli che in America qualcuno ha chiamato una pseudo sacralità. Quando con i luoghi interagiamo, dialoghiamo, ci identifichiamo, automaticamente ne prendiamo cura, ne diventiamo ambasciatori e promotori.

Gli obiettivi ed il metodo.L’obiettivo di questa pubblicazione è di catalizzare queste relazioni positive tra i cittadini ed il paesaggio di Zingonia perché possano diventare semi per una più forte e sentita identità del luogo, un più forte attaccamento e una cura per un paesaggio che per troppo a lungo è stato dimenticato. Lo abbiamo fatto partendo dalle parole di coloro che hanno creato, vissuto e pen-sato Zingonia. Ci siamo serviti dei documenti della storia di Zingonia, gli scritti e le interviste di

Renzo Zingone, le memorie storiche collezionate dal gruppo Facebook “Quelli della Zingonia,” le conversazioni formali ed informali con nuovi e vecchi residenti, le risposte di 40 persone ad un questionario sull’identità di luogo. Queste informazioni sono state sintetizzate riproposte attra-verso l’uso di tre “voci” rappresentative delle diverse dimensioni dell’identità di Zingonia. La prima “voce” è espressione della matrice storica, fatta delle promesse del suo ideatore, della macchina pubblicitaria della ZIF (Zingone Iniziative Fondiarie). La seconda è la voce dell’esperienza dei resi-denti, quelli che delle visioni di Zingone diventarono gli attori. Infine, la terza voce è quella delle teorie della città sostenibile, che stanno contribuendo ad una nuova e positiva visione per il futuro di questa comunità.

Oggi lo sforzo che è richiesto è di immaginazione. Non un’immaginazione che fugge dalla realtà, ma un’immaginazione positiva e realistica, che sappia leggere e disegnare un’idea di futuro costruita sulla realtà attuale, anche la più difficile, per trarne una prospettiva a cui tendere collettivamente.Con la sua giovane età Zingonia è una città ancora bambina che ha il futuro davanti a sé. Ha avuto un’infanzia difficile, ma la prova della maturità la attende e in un contesto complesso come quello attuale può darsi che le sue fatiche comprendano anche molte potenzialità: aver conosciuto prima di altri luoghi la fatica di una radicale trasformazione verso la modernità, la fulminea industrializzazione, le dinamiche complesse di un tessuto produttivo competitivo negli anni del boom economico come nelle fasi più critiche che l’Italia ha attraversato e sta attraversando, la globalizzazione, la coabitazione multiculturale, la convivenza nella residenzialità intensiva di condomini a 8 piani e anche di più, la domanda e l’offerta di servizi adeguati a esigenze sempre e rapidamente cangianti. Tutto questo è un patrimonio che gravita su Zingonia e che appartiene ai cittadini che vi hanno abitato e vi abitano, agli amministratori e operatori che ne hanno sperimentato la domanda spesso inedita di intervento e attenzione.

La vivibilità di Zingonia è legata a uno sforzo di immaginazione che implica la capacità di rendere visibile ciò che ancora è nascosto. Nelle pieghe del presente, si possono scorgere i segni del passato glorioso, così come quelli di un progressivo declino, ma si scorgono anche i tratti che vanno ricongiunti, ridisegnati, re-inventati per ottenere un luogo nuovamente visibile e vivibile.

Una relazione fondamentale tra (in)visibilità e (in)vivibilità già al centro del meraviglioso libro di Italo Calvino “Le città invisibili”. E’ curioso che Zingonia abbia un nome femminile, che tanto asso-

miglia ai nomi che Calvino sceglie per le sue città: Zobeide, Zoe. Se non sapessimo che Zingonia esiste davvero potremmo pensare che sia frutto della fantasia di uno scrittore. Zingonia potrebbe essere benissimo una città (in)visibile, che come le città di Calvino trascende il luogo fisico e forse porta con sé qualcosa che sta altrove e forse in ogni luogo: la sintesi tra complessità, razionalità e caos, tra desiderio e paura, la domanda di un futuro ancora e sempre da scrivere…

E dalla visibilità alla vivibilità il passo e breve: solo tre passi di alfabeto (s->t->u->v) per la penna che scrive, ma un enorme passo per la comunità di Zingonia e per tutte le comunità urbane con-temporanee, nella difficile ricerca di un rapporto equilibrato e armonico tra la l’ambiente, il pae-saggio, l’uomo, il lavoro, la società. E la vita.

Il futuro Zingonia in 12 tavole da colorare

Nel ripercorrere questa storia, abbiamo identificato alcune momenti fondativi e su di essi abbiamo fatto dialogare 3 messaggi: • la promessa del 1964 • la vita reale degli abitanti di Zingonia• i buoni consigli della sostenibilità.

Un racconto a cui mancano i colori, le tinte e le emozioni che questi accompagnano. E qui affidiamo la sfida a voi che potete dare un colore a queste tavole, a voi bambini che sarete donne e uomini in una Zingonia adulta che avrete contribuito a immaginare.

Zingonia 3.0 non è una nuova promessa, ma sostiene il diritto che ogni comunità ha di immaginare il proprio futuro. Eccone alcuni scorci possibili:

Una Piazza Affari più vitale, con nuovi negozi che possano soddisfare i bisogni dei cittadini in uno spazio pubblico sicuro e pieno di energia. Perché non pensare a un mercato degli agricoltori e degli orti sociali dove si possano comprare frutta e verdure fresche di fronte all’eco-Fontana attivata dalle pedalate della gente di Zingonia?

Una Zingonia più sostenibile attrarrà nuove famiglie che andranno ad occupare gli appartamenti delle torri, riqualificate e ammodernate anche tecnologicamente. Nuove residenze mono e plurifamiliari andranno a costituire nuove zone residenziali a contatto con la natura. Nuovi e vecchi residenti potranno godersi una passeggiata lungo i percorsi cilcopedonali per ristorare il fisico e la mente.

Anche piazza Aldo Moro risorgerà! La Fontana del Missile continuerà a segnare l’ingresso di Zingonia, ma andrà a svilupparsi in un modo nuovo introducendo l’area del lavoro e dei servizi con nuovi spazi sicuri e decorosi per le attività professionali, per la socializzazione durante il pranzo e la sera dopo il lavoro. Corso Europa sarà un vero percorso nel paesaggio urbano di Zingonia e, forte della sua storia, riuscirà a veicolare un’idea di creatività, innovazione e internazionalità.

Partners

Illustrazioni, grafica e impaginazione: Alessandro AbbadiniTesti e Introduzione: Deni Ruggeri, Marco VanoliCon la collaborazione di Francesca SoliDr. Luigi Bartolomei Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Norvegian University of Life Sciences