Yoga a scuola - Centro Sati · sesso, salute, costituzione, professione, cultura, residenza,...

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Yoga a scuola John Angelori

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Yoga a scuola

John Angelori

YOGA AT SCHOOL: la lezione

a. la sequenza attraverso il racconto

b. le pratiche di rilassamento, armonia, energie

c. mahābhūta

Quando insegniamo in una scuola, è utile tener conto delle abitudini che i

bambini e gli insegnanti hanno rispetto allo spazio usato per la lezione. (Cap.

3) Svolgeremo la pratica in palestra, dove i bambini generalmente corrono e

scaricano energia? Oppure nella loro classe o in una sala riunioni dove ci sono

le sedie? Di seguito vengono illustrati tutti gli elementi necessari per guidare

la pratica dall’inizio alla fine.

Dopo aver organizzato lo spazio nel modo più appropriato, i bambini si

tolgono le scarpe e si mettono in fila lungo una parete. Ora siamo pronti per

iniziare.

Oltre a tappetini o asciugamani sui quali i bambini possono fare la pratica

(āsana, consapevolezza del respiro e del silenzio, ecc.) una campana può

essere utile per segnalare il passaggio alle diverse attività. Questo strumento

aiuta i bambini a sviluppare il loro senso di ascolto e il suono vibrante della

campana guida, calma ed accompagna i bambini attraverso i vari momenti

delle lezione.

E’ anche utile un atteggiamento di calma e felicità. I bambini notano che il

maestro non urla mai.

Quando i bambini sono seduti, la lezione inizia con il canto delle vocali. La

pratica è introdotta per aiutare i bambini ad armonizzare la loro energia sui

mahābhūta che sono introdotti come gli elementi della natura alla fine delle

lezione.

I bambini dicono di questa pratica: "ci aiuta a concentrarci."

Il gioco dello specchio è un buon sistema per comunicare agli studenti che la

pratica è divertente! E’ utile anche per insegnare "destra", "sinistra", "su", e

"giù" e per precisare l’āsana.

I bambini dicono di questo gioco:

"ci aiuta a capire i movimenti".

Il flusso vinyasa della pratica è amalgamato ed integrato con il racconto di una

storia. Il racconto aiuta i bambini a ricordare l’ordine della sequenza e

contribuisce al senso di gioco ed agio della pratica.

Ecco un esempio.

"C’era una volta... "

…una foresta. Ma prima di essere una foresta, c’erano i semi sotto

terra che crescevano e diventavano alberi grandi.

Ogni albero cresceva a modo suo, nel tempo suo. Alcuni di questi alberi

crescevano veloci, altri più lenti.

Vajrāsana

(Nello spirito di una lezione di Viniyoga, i bambini fin dall’inizio sono

incoraggiati a scoprire il proprio ritmo attraverso l’āsana in dinamica, con

variazioni con le braccia alzate)

E in questa foresta c’era un elefante che voleva cercare nuovi amici…

Garudāsana (variazione)

(Questa "variazione" di garudāsana fatta con i piedi per terra, in cui le braccia

rappresentano la proboscide dell’elefante; si fa prima con il braccio sinistro

sopra il destro e poi il passaggio a destra sopra la sinistra per bilanciare i due

lati del corpo; inoltre i bambini si piegano in avanti alla vita per preparare gli

āsana successivi e per una maggiore flessibilità, mentre imitano il suono

dell’elefante e il movimento della proboscide)

…cammina, cammina, arrivò al bosco.

Incontrò un leone. “Vuoi essere mio amico?” Ma non era amichevole!

Simhāsana

(fatto in vajrāsana con le mani per terra d’avanti; i bambini tirano fuori la

lingua ed emettono il ruggito di un leone; tutto è guidato in modo giocoso

chiedendo ai bambini di estendere la lingua fuori della bocca e di fare il

ruggito più forte possibile)

Poi incontrò un pavone, ma nemmeno il pavone volle essere suo amico.

Simhāsana (variazione)

(questa "variazione" è un esempio di una contro posa; i bambini mimano il

verso di un pavone posizionando le mani e le braccia come la coda di piume

con la schiena concava)

Vide un animale che sembrava un bastone, ma era un cobra, molto

aggressivo.

Bhujangāsana

(contro posa di transizione per l’āsana successivo: vajrāsana, fronte per terra,

le braccia estese d’avanti sul pavimento)

L’ elefante continuò a camminare e arrivò ad un fiume. Lì incontrò un

coccodrillo…

Makarāsana (variazione)

E anche una tartaruga…

Kurmāsana (variazione)

… e una farfalla.

Baddhakonāsana

Infine l’elefante vide un ponte e attraversò il fiume.

Catushpādapītham

Dall’altra parte del fiume c’erano un gatto…

Cakravākāsana-vajrāsana (per ripristinare la schiena)

Cakravākāsana-vajrāsana

… una mucca. Questi animali sì che erano amichevoli !!

un cane e…

Adhomukha-shvānāsana

Infine, sotto un albero, l’elefante vide un uomo, seduto, con gli occhi

chiusi, la schiena dritta, silenzioso.

Un uomo

Dimmi, gli chiese l’elefante.

Troverò altri amici? Dove? -

L’uomo prese una sfera di vetro, vi guardò dentro a lungo, in silenzio,

poi disse, “Continua a cercare, troverai ancora molti amici. Nella mia

sfera vedo quattro cose…”

Ancora una volta, i bambini fanno una pratica che mima l’uomo con la sfera

(vedi la foto). Li aiuta ad equilibrare il proprio respiro e l’energia dopo una

sequenza di āsana giocoso. Questa pratica aiuta anche ad introdurre quattro

dei cinque mahābhūta o gli elementi della Natura mentre i bambini continuano

sia ad impersonare il personaggio dell’ "uomo", sia ad esplorare gli elementi di

calore, luce, solidità, acqua e aria.

Tejas

il Sole….

(i bambini si sfregano le mani rapidamente insieme creando calore e quindi

coprono gli occhi con le mani a coppa)

il vento…

Vāyu

(i bambini agitano le mani in fretta accanto alla testa e al collo creando una

brezza leggera )

Prithvī e Jala

….la terra e l’acqua

La penultima pratica si chiama il treno della meditazione. Preso in prestito

dalla tradizione Zen, i bambini ricevono istruzioni per camminare lentamente

ed in silenzio: spostano lo stesso piede della persona che li precede. Durante la pratica, il treno si ferma, accelera e rallenta e i bambini cercano di essere il

più composti possibile.

Il treno della meditazione è lento e silenzioso e non arriva mai.

Più lentamente andiamo, più felici siamo.

La pratica finisce con l’ultimo periodo di ascolto in cui i bambini continuano a

portare attenzione al proprio corpo e al proprio respiro in qualsiasi postura da

seduti: sukhāsana, siddhāsana, o vajrāsana risultano facili e stabili per

loro.

I bambini dicono dell’incontro settimanale: "è il giorno della settimana più

rilassante!!!"

Perché pratichiamo lo yoga?

I bambini raccontano la loro esperienza. Dalle loro sensazioni e le loro

idee emerge che lo yoga aiuta a:

- usare meglio tutti i sensi

- imparare a muoverci bene

- essere più concentrati

- ascoltare il nostro cuore

- fare più attenzione

- rilassarci

- stare qualche volta in silenzio

- avere una schiena dritta

- essere più sciolti

- ascoltare il respiro

- imparare a chiudere gli occhi senza paura

YOGA AT SCHOOL: Conclusion

Un giorno, in seguito ad una conversazione con mia moglie (insegnante di inglese nella scuola pubblica) sul perché siamo tanto fortunati nell'essere

insegnanti, ho scoperto sul Telegraph “Teaching? It’s the best job in the

world” 1 in cui si parla di un uomo di nome Gervase Phinn. Alla fine degli anni

'90 un editore ascoltò Phinn in uno show su BBC 1 nel quale raccontava le sue

esperienze come insegnante di una scuola di campagna e come responsabile di

alcune scuole. Il suo talento nello snocciolare divertenti battute e raccontare

storie umoristiche su quei 30 anni, ha prodotto una serie di odi autobiografiche

dedicate agli innumerevoli bambini che aveva incontrato. La sua opera è rivolta

anche alla dedizione e all'umanità degli insegnanti2. E' stata per me

un'occasione per riflettere ancor di più su ciò che avevo scritto qui su yoga a

scuola.

L'insegnamento può essere una delle migliori professioni del mondo. In particolare insegnare yoga nelle scuole oggi è qualcosa di unicamente speciale.

Tuttavia molti di noi non sono maestri di yoga, come invece lo sono alcuni dei

nostri insegnanti, i quali hanno dedicato una vita alla pratica sin dalla più

tenera età, in culture nelle quali la pratica costituiva parte integrante del

mondo in cui vivevano.

Come Claude Maréchal, discepolo di Krishnamacharya e di suo figlio Desikachar

mi disse una volta, “Questa generazione di insegnanti di yoga non è più

composta da guru appartenenti ad un lignaggio di guru stimati; sono spesso

'professori della disciplina'.” Molti di noi insegnanti oggi abbiamo studiato e

praticato yoga adattandolo a noi stessi, ai nostri stili di vita e alla persone alle

quali insegniamo. Ora con yoga a scuola tanti stanno contribuendo ad introdurre ed integrare questi adattamenti nei programmi scolastici per la

prima volta nel mondo occidentale.

Scrivere yoga a scuola è stata un'opportunità di condividere in parte la mia

prospettiva in evoluzione su questi aspetti, mettendo in luce due o tre punti in

ciascun capitolo che ritengo utili e, allo stesso tempo, di descrivere alcuni dei

fondamenti standard e tradizionali che ho ricevuto dalla formazione nel

viniyoga e nella meditazione. Ho inoltre cercato di porre attenzione al concetto

di dāna, ovvero di offerta, che costituisce un importante tassello della mia

pratica di insegnamento. La mia speranza è stata che il racconto della mia

storia sarebbe stato utile ed interessante, e che sarebbe emersa una sorta di

progetto.

Il progetto che avevo in mente riflette da un lato lo spirito dei commenti di

Claude Maréchal e, dall'altro, l'entusiasmo che Gervase Phinn esprime nei suoi

libri. Si tratta in parte di un programma didattico ma è anche un invito ai

lettori di chiedersi "Perché faccio ciò che faccio?" Questa è la domanda che mi

1 http://www.telegraph.co.uk/education/educationnews/4791513/Teaching-Its-the-best-job-in-the-world.html#

2 Gervase Phinn, The Other Side of the Dale (1999)

accompagna in quanto insegnante e praticante, e spero che sempre più

persone si pongano la stessa domanda, tenendo conto delle proprie ambizioni

personali e professionali. Spero inoltre di riuscire a stimolare un'ampia

discussione ed un dibattito su ciò che, quando si insegna, viene ritenuto

efficace e perché.

Su un piano pratico, yoga a scuola consiste nel rispettare la persona: età,

sesso, salute, costituzione, professione, cultura, residenza, abitudini di vita,

aspirazioni, attitudini e credenze. E' inoltre un'opportunità per rappresentare le

grandi tradizioni e gli stimati maestri che ci hanno dato così tanto. E soprattutto è un'occasione per esprimere gratitudine.

Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno contribuito alla mia

formazione e i genitori e gli insegnanti che mi hanno affidato i propri bambini.

Ringrazio infine tutti coloro che hanno offerto disegni, foto, idee, suggerimenti

e considerazioni inseriti in queste pagine.

ŚANṬI PATH OF THE YAJUR VEDA

saha nāvavatu

saha nau bhunaktu

saha vīryam karavāvahai

tejasvi nāvadhītamastu mā vidviṣāvahai

oṁ śāntiḥ śāntiḥ śāntiḥ

Che noi possiamo entrambi essere protetti.

Che noi possiamo entrambi essere nutriti.

Che noi possiamo lavorare insieme con grande energia.

Che il nostro studio insieme possa essere brillante ed efficace.

Che noi possiamo non odiarci o litigare.

Oṁ, Pace, Pace, Pace.

Appendice 1

Progetto: Yoga a scuola

I bambini come gli adulti, sono sempre più bersagliati oggigiorno da stimoli

esterni che li inducono a guardare continuamente e solo fuori da sé stessi.

Mentre subiscono le forti sensazioni che questi stimoli producono in loro, si

rende sempre più difficile la creazione delle condizioni perché possano

soffermarsi su di sé in momenti di riflessione, di pausa, di ascolto, per dare

parole alle proprie emozioni e agli altri, che sono le condizioni essenziali per

sostenere l’ambiente di apprendimento nella propri classe ed nella scuola.

Lo yoga, disciplina fisica e mentale, consente di prendersi cura del proprio

corpo e, allo stesso tempo, di sviluppare consapevolezza, calma ed energia.

Attraverso questo atteggiamento di osservazione e ascolto di ciò che succede

momento dopo momento, il “sentire e l’ascoltare” diventano il cardine di una

vita di attenzione.

Il progetto Yoga a scuola offre l’opportunità di un “laboratorio del sentire e

dell’ascoltare” Le posizioni dello yoga (asana) saranno esplorate attraverso il

mondo degli animali e degli elementi naturali. Verranno presentati esercizi

semplici e dinamici, tecniche di respirazione e di rilassamento appropriati per lo

sviluppo psicomotorio del bambino.

I bambini impareranno anche ad ascoltare e apprezzare il silenzio e saranno

guidati a considerare il proprio sentire partendo dalle sensazioni suscitate dalle

seguenti attività:

movimenti del corpo semplici e contenuti per lo sviluppo psicomotorio

posizioni yoga presentate in modo giocoso attraverso brevi racconti e

favole

osservazione del respiro in modo semplice e piacevole

osservazione ed apprezzamento del silenzio

discussione, documentazione delle sensazioni e dei sentimenti

sperimentati sia con gli studenti che con gli insegnanti

Il percorso è strutturato in modo da equilibrare la parte dedicata al

movimento, all’ascolto di sé e all’espressione delle proprie emozioni con

l’aspetto ludico e di rielaborazione creativa dell’esperienza (tramite attività

individuali e di gruppo introdotte dagli insegnanti fuori classe). Inoltre gli

insegnanti saranno guidati in incontri mirati aggiuntivi ad apprendere le

tecniche di base per poter continuare autonomamente il percorso con le classi.

Appendice 1 (cont.)

Programma degli incontri

L’iniziativa è rivolta ai bambini dai 6 ai 10 anni ed è organizzata come segue:

4 incontri con gli insegnanti per orientamento (conoscenza reciproca e

introduzione alla pratica) e per l’organizzazione dell’attività – durata 90

minuti ciascuno

10 – 15 incontri di gruppo con i bambini a cadenza settimanale - durata

50 minuti ciascuno

Il progetto offre l’opportunità di ascoltare e farsi ascoltare, di concentrarsi ed

essere guidato a vivere le emozioni nella loro pienezza e di sviluppare la

conoscenza e il rispetto di tutto "ciò che è", per quello che è.

Esperto: nome dell’insegnante (vedi curriculum)

Descrizione: esercizi e sequenze yoga; agli insegnanti di classe vengono

consegnati gli schemi dei movimenti per poterli replicare in

altri momenti della settimana.

Obiettivi:

migliorare la postura, la flessibilità, la forza e la resistenza

allenare la concentrazione e la memoria sviluppare consapevolezza del respiro e calma

contribuire allo sviluppo dell’ascolto durante la lezione e fuori

coltivare un senso di rispetto per sé e per gli altri

Tempi:

1 incontro a settimana della durata di 50 minuti

max 30 bambini

10-15 incontri a partire dal mese di….

Luoghi/attrezzature

palestra o stanza spaziosa lo yoga non prevede corsa, salti o movimenti molto veloci

tappetini di gomma per ogni bambino

Costi…….

Appendice 2 – ESEMPIO QUESTIONARIO PER INSEGNANTI

Yoga e scuola questionario N.1 Data:

Quali erano le tue aspettative rispetto all’intervento dell’insegante di

yoga?

Come ti sentivi prima dell’incontro (fisicamente e mentalmente)?

Quali erano le tue aspettative sulla risposta dei bambini?

Cosa si aspettavano i bambini?

Ci sono stati episodi particolari durante la mattina prima dell’incontro

che hanno potuto avere un effetto (positivo o negativo) sull’incontro?

Quali?

Quali sono state le tue impressioni generali sull’incontro? Fornisci

esempi.

Quali cambiamenti hai notato tra prima e dopo l’incontro nel clima della

classe? Ci sono stati cambiamenti in singoli comportamenti? Fornisci

esempi.

Come ti sentivi dopo l’incontro (fisicamente e mentalmente)?

Qual è il feedback dei bambini? (da completare dopo aver indagato)

Appendice 3 – PER INSEGNANTI

Nome___________________________________________________

data________________

Yoga a scuola

1. Prepari i bambini per gli incontri di Yoga a scuola? Se sì quando, dove,

come?

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2. Hai osservato qualche cambiamento nella tua classe da quando hanno

iniziato gli incontri di Yoga a scuola? Se sì per favore descrivi in dettaglio.

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3. Per favore descrivi in maniera quanto più dettagliata possibile l’ultimo

incontro di Yoga a scuola che c’è stato nella tua classe.

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4. C’è qualche bambino che esprime interesse/piacere in Yoga a scuola? Se

sì quando?

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5. Devi mai intervenire durante la lezione di Yoga a scuola? Per favore descrivi cosa fai e in quali circostanze.

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6. Cosa provi in quei casi? Per favore descrivi quanto meglio è possibile.

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Appendice 3 (cont.)

7. Trascorri del tempo dopo la lezione a riflettere con i bambini? Se sì per

favore descrivi come.

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8. Diresti che Yoga a scuola consiste in uno sforzo collaborativo? Se sì chi

sta collaborando e come? __________________________________________________________

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9. Trovi che Yoga e inglese rifletta le dinamiche che di solito trovi nella tua

classe? Se sì per favore descrivi in maniera quanto più dettagliata

possibile.

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10. Commenti:

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Appendice 4 – RACCOLTA RIFLESSIONI BAMBINI

Incontro n°6 Laboratorio Yoga a scuola

Riflessioni dopo l’attività

Oggi io non volevo fare Yoga perché dovevo stare fermo e fare poco

movimento, non potevo correre e allora mi sentivo un po’ triste. Poi però

l’ho fatto e mi sono divertito e, anche se è stato difficile fare l’elefante e

mettere bene le braccia, mi è passata la tristezza.

Oggi ho chiesto tante cose al maestro. (c’è stata con lui un dialogo anche

prima dell’incontro)

A me divertiva il ponte perché dovevo stare con la testa indietro.

Invece per me il movimento del ponte era un po’ difficile, avevo paura di

cadere.

Pensa, io avevo paura no del ponte , ma di lanciare il pallone in alto

perché perdevo l’equilibrio

Per me lanciare la palla era rilassante perché sentivo l’aria che si

spostava tra i capelli

Anche a me mi rilassava lanciare la palla perché prima le braccia

spingevano forte e poi cadevano giù

D: IO NON HO CAPITO BENE UNA COSA, MA COSA VUOL DIRE PER VOI

RILASSARSI? COSA SIGNIFICA QUESTA PAROLA?

Rilassare, rilassarsi, significa sciogliersi e non pensare a niente,

forse solo a noi stessi ( risposta di molti)

Significa anche stare bene, sentirsi bene quando facciamo una cosa

Per me vuole dire fare le cose senza sforzo e sorridere mentre le

fai, sorridere dentro

Mi sono rilassata solo quando mi sono stesa e stavamo in silenzio

Mi rilassava fare i suoni perché non pensavo a niente

Quando facevo i suoni mi sembrava che qualcosa mi cadeva in

bocca

Mi sono trovato bene a fare i suoni

Io mi sono sentita molto bene quando le braccia giravano da una

parte e il corpo dall’altra, invece non mi sono sentita bene quando dovevo respirare con le mani sulla pancia, non sapevo quando

inspirare ed espirare

Quando John diceva “inspirate ed espirate” io sentivo che il corpo

si muoveva da solo

Mi è piaciuta la tartaruga perché era proprio quello il movimento

che faceva

Per me è stato un po’ difficoltoso fare la tartaruga perché il corpo

aveva difficoltà a muoversi lentamente solo alzando la testa, ma

non il corpo

Appendice 4 (cont.)

Io penso che era più difficile dondolare da seduti in avanti e

indietro perché avevo paura di cadere

Io invece oggi sono riuscito a dondolare un po’ con le gambe

chiuse

Mi piaceva muovere le mani da una parte e la testa da un’altra

perché mi scioglievo tutta

Quindi ti rilassavi!

Quando facevo la sfinge il mio corpo era giù e la testa era in su e mi sembrava che stavo su un’isola

Era bello toccare il piede e alzare l’altro braccio, mi piaceva anche

il buio

Io ho sentito gli elefanti veri e ho visto un cerchio bianco e mi

sembrava che c’era un mare splendente

Io sono stata molto bene

Bibliografia

1. Democracy and Education (1916), John Dewey

2. Experience and Education (1938), John Dewey

3. Effective Teaching in the Primary Classroom, Angelori, Burchietti,

Calabrese, Rampone, Valentini (Loescher, 2005)

4. Efficacy of the get ready to learn yoga program among children with autism

spectrum disorders: a pretest-posttest control group design, Koenig

KP, Buckley-Reen A, Garg S.

5. Frog’s Breathtaking Speech, How Children (and Frogs) Can Use the Breath

to Deal with Anxiety, Anger and Tension, Michael Chissick, Sarah Peacock,

(2012 – Singing Dragon)

6. Giocayoga – un’antica disciplina per crescere sani e felici divertendosi,

Loredana Pajalunga (Edizioni Il Punto d’Incontro)

7. Krishnamacharya: His Life and Teachings, Mohan

8. Om Schooled, Sarah Herrington (Addriya, 2012)

9. Principles of Biology (1864) vol. 1, Herbert Spencer

10. Rainbow Kids Yoga – Yoga for Kids and Families (Teacher Training Course),

Katya Fialkovam Gopala Amir Yaffe (Rainbow Kids Yoga)

11. The Child and the Curiculum (1902), John Dewey

12. The Element: How Finding Your Passion Changes Everything, Ken Robinson

13. The Other Side of the Dale (1999), Gervase Phinn

14. The Total Physical Response Approach to Second Language Learning, The

Modern Language Journal, Vol. 53, Issue 1, James Archer

15. The Republic, Plato

16. Thinking Body, Dancing Mind – Tao Sports for Extraordinary Performance in

Athletics, Business and Life, Chungliang Al Huang and Jerry Lynch (A

Bantam New Age Book)

17. Yoga Education for Children (Volume I and II), Swami Satyananda Sarawati

(Yoga Publications Trust)

18. Yoga Games for Children, Fun and Fitness with Postures, Movements and

Breath, Danielle Bersma, Marjoke Visscher

19. Yoga – Make it Easy il modo più semplice e divertente per sentirsi bene,

Margherita Buniva, (DeAgostini)

20. Yoga: Practice and Philosophy (2007), Maehle, Gregor, Ashtanga

21. Yoga Sutras of Patañjali, Edwin F. Bryant (North Point Press, 2009)

John Angelori è nato a New York nel 1954 ed è laureato in filosofia. Dopo aver

lavorato in cliniche psichiatriche negli USA, si è trasferito in Italia nel 1990 per

aiutare a fondare Santacittarama monastero Buddhista appartenente al

Sangha Inglese di Ajahn Chah e Ajahn Sumedho. Egli attualmente vive a

Latina dove svolge attività di formazione professionale per le risorse umane in

aziende innovative e insegna meditazione e yoga al Centro Sati.

www.johnangelori.com

www.centrosati.org