xxxxxx xxx xx aaaa bbbbbb - spizuoco.it e ctu/Corbisiero-Fiorin... · Fermo restante che quanto...
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PREMESSA Le principali att ività svolte dal sottoscrit to perito
nell ’ interesse della parte attr ice geom. Naaaaa Corbbbbbbb
(acquirente dell’appartamento di proprietà “Fi i i i i ” sito nel
fabbricato condominiale di via Gxxxxxx Nxxx n°xx in
Bologna) che lamenta la vendita di un appartamento da
parte del “Fi i i i i ” con vizi occulti sono sintet icamente
riportate di seguito in ordine cronologico.
Fermo restante che quanto riportato nella relazione
dell ’apri le 2011 “Brevi note tecniche” a f irma dello
scrivente è da ri tenersi, a tutt i gl i effett i , parte integrante
della presente, si segnala che tutte le att ività d’indagine in
sito o quanto riportato nelle relazioni per conto del
“Corbbbbbbb”, sono state disposte, organizzate e seguite
in modo pedissequo dal sottoscrit to o da propri
col laboratori e le stesse sono documentabil i tramite r i l ievi
fotografici, documentazione raccolta in proprio, ecc..
Per ulteriore chiarezza, si r iporta in forma sintet ica che, le
contestazioni del sig. Corbbbbbbb, in corso di causa, si
r i feriscono a danni evidenti ed immediatamente contestati
al “Fi i i i i ” , ad aggravamento delle condizioni esistenti al
momento della consegna e a vizi occult i e/o occultat i.
I vizi lamentati dal Corbbbbbbb, non erano manifesti e/o
palesi f ino al la st ipulazione del rogito, perché da quanto
ri ferisce i l Corbbbbbbb, i l venditore Fi i i i i aveva badato a
t integgiare l ’appartamento per presentarlo in buone
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condizioni, così come del resto risulta f in dall ’annuncio
pubblicato per la vendita dell ’appartamento e dagli att i
inserit i nella produzione di parte attr ice.
Fig.1 – annuncio di vendita
Per occultare una possibi le manifestazione di degrado,
visto i l repentino deperimento cui era stato soggetto
l ’appartamento, la semplice t integgiatura non poteva
essere certamente suff iciente a contenere l ’ innesco del
fenomeno di decadimento, per cui dopo un po’ l ’ambiente
interno dell ’unità immobil iare incominciò a presentare un
inizio di degrado come risulta dai seguenti fotogrammi.
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Fig.2 – situazione inizio sala a 3 mesi dalla consegna
Fig. 3 - Situazione sala a 3 mesi dalla consegna
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Dopo ancora un po’ l ’unità immobil iare presentava abnormi
anomalie talmente appariscenti da rendere inabitabile
l ’appartamento acquistato, così come inequivocabilmente
risulta dalle foto seguenti.
Fig. 4 - Soff it to camera da letto
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Fig. 5 – soff itto corridoio
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Fig. 6 – soff itto bagno
Fig. 7 - Inf i ltrazioni da pluviale
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Fig. 8 – part icolare del degrado per perdita tubazione
Fig. 9- Degrado laterale al l ’apertura balcone cameretta
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Fig. 10 – degrado lato six apertura balcone cameretta
Fig. 11 – degrado angolo six cameretta
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Fig. 12 – degrado angolo cottura
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Fig. 13 - degrado solaio angolo cottura
Fig. 14 – inf i l trazioni parete sala lato ingresso
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Fig. 15 – inf i l t razione al centro parete della sala
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Fig. 16 – inf i l t razioni angolo sala
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Com’è possibi le costatare, la visione dei fotogrammi di cui
innanzi è più eloquente di qualsiasi descrizione.
Ovviamente per consentire al la propria f igl ia di usufruire
dell ’appartamento, i l “Corbbbbbbb” dovette poi intervenire
per forza maggiore sulle pareti e sul soff itto della sala e
del bagno.
I l Corbbbbbbb per “mascherare” almeno in parte i l degrado
di cui innanzi, provvide a controsoff it tare la zona notte e il
corridoio, per cui adesso sono ancora ispezionabil i i soffi tt i
così com’erano all ’epoca del manifestarsi del degrado.
Per r imediare al meglio senza alterare la sostanza del
degrado, i l Corbbbbbbb realizzò una controsoff it tatura
nell ’appartamento, tuttora esistente per consentire di
verif icare anche a distanza di tempo e quindi a tutt ’oggi le
condizioni del soff i tto così come si presentava dopo
pochissimo tempo dall ’acquisto. Infatt i essendo adesso tale
controsoff i ttatura parzialmente rimossa, è stato possibi le
scattare i l fotogramma seguente.
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Fig. 17 - degrado del soff i tto corridoio al lo stato attuale
Si r ipete, che i vizi lamentati, in prima istanza sono
connessi ai grossi quantitat ivi di acqua (eventualmente
addit ivati) che i VV.F. hanno uti l izzato per spegnere
l ’ incendio. Acqua che ha permeato verso i l basso
impregnando i l solaio “Corbbbbbbb” i cui effett i sono
tuttora visibi l i e r iportat i nei fotogrammi di cui innanzi e
seguenti.
Le acque di cui sopra, tra l ’altro, erano rese aggressive
dalla combustione di material i vari e dall ’ut i l izzo di
sostanze per i l raffreddamento delle strutture.
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I l solaio “Corbbbbbbb”, perciò, si è trovato per lunghi
periodi, impregnato da l iquidi aggressivi e da piogge acide
ricche di anidride carbonica (vedi brevi note tecniche del
20/04/2011).
Com’è noto anche ai non addetti ai lavori, le cause di cui innanzi sono indiscutibilmente l’origine di ben precisi fenomeni di degrado per cui lo scrivente al la luce delle
indagini effettuate, congruentemente al la letteratura
scientif ica esistente su tal i problematiche, r it iene che:
• i l calcestruzzo del solaio “Corbbbbbbb” ha
subito un grave processo di carbonatazione
tuttora in corso che ha danneggiato
ulteriormente la struttura (e che continuerà
inesorabilmente nel tempo);
• A causa del processo di carbonatazione vi
sono evidenti problematiche sui ferri di
armatura della struttura;
• Nel solaio controsoff it tato dell ’appartamento
Corbbbbbbb, sono presenti eff lorescenze
dif fuse marcatamente in corrispondenza di
tutt i i travett i del solaio, ove a vista si
r invengono str isce “nerastre” per effetto
dell ’alterazione subita in generale dal
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solaio, in part icolare dai travett i e dalle
armature e di tutto l ’ intonaco, così com’è
testimoniato dai fotogrammi innanzi
r iportat i.
Ai danni di cui innanzi, i vizi occulti lamentati riguardanti anche le strutture , oltre a coinvolgere direttamente
l ’appartamento comprato dal “Corbbbbbbb”, r i f lettono pure
aspett i condominial i che incidono ulteriormente in modo rilevante e sostanziale sul valore del bene acquistato.
Si ritiene perciò di trasmettere il contenuto di questo elaborato per i provvedimenti che i l caso richiede ed allo scopo di far conoscere la verità al giudice anche sulle attuali condizioni di stabilità e sicurezza dell’impalcato
“Corbbbbbbb/Bxxxxxx” e del contesto in cui esso è inserito.
Naturalmente, nella presente relazione, si è r i tenuto di
r iportare anche considerazioni ovvie e banali per gl i addett i
ai lavori ossia per gl i strutturist i special ist i del settore, ma
ciò si è fatto per far comprendere agevolmente, per quanto
possibi le, la problematica anche a chi proviene da una
formazione non specif icamente ingegnerist ica.
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Indagini effettuate
A seguito dell ’ incarico ricevuto i l sottoscritto i l giorno 7
marzo 2011 si recava nell ’appartamento di proprietà
“Corbbbbbbb” per prendere cognizione dei luoghi di causa.
In tale occasione, con l’aiuto di due ausil iari, provvedeva a
far spicconare l ’ intonaco là dove i l proprio intuito
strutturale consigl iava di asportare l ’ intonaco perché molto
probabilmente i l “rasante” dell ’ intonaco, la stuccatura e la
sovrastante tinteggiatura eseguita dal “Fi i i i i ” avevano
occultato possibi l i lesioni sottostanti .
Infatt i , mettendo a vista la trave principale dell ’ impalcato
nei punti individuati dallo scrivente, si sono rinvenute n° 7
lesioni nella trave in questione, così come esse sono
appresso rappresentate nei fotogrammi n°18, 19, 20, 21,
22, 23, 24 e nel grafico di f ig.25 (ove è riportata la
posizione delle lesioni sulla trave esaminata) e così com’è
stato possibi le riscontrare anche in fase di sopralluogo con
accesso del C.T.U. del 7 apri le 2011.
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Fig. 18 - Lesione n°1
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Fig. 19 - Lesione n°2
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Fig. 20 - Lesione n°3
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Fig. 21 - Lesione n°4
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Fig. 22 - Lesione n°5
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Fig. 23 - Lesione n°6
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Fig. 24 - Lesione n°7
Fig. 25 - Ril ievo quadro fessurativo trave principale
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Va sottol ineato che nella campata che si è esaminata per
tutta la sua lunghezza pari a metri 4.38 si sono rinvenute
ben 5 lesioni e nel tratto tra la prima e l ’ult ima lesione
lungo metri 4.47 sono presenti ben 7 lesioni.
Naturalmente effettuando l ’asportazione totale
dell ’ intonaco per fare un esame accurato dell ’ intera
struttura, non è da escludere la presenza di altre lesioni che adesso risultano occultate .
Lo scrivente, al f ine di indagare sulla natura e costituzione
del solaio, fece dei saggi sul solaio interessato dal degrado
e potette costatare che esso è un solaio t ipo “excelsior”
costituito da travett i in c.a. e laterizi con alette terminali
lateral i al l ’ intradosso. Laterizi di altezza 18cm., soletta
sovrastante di 4cm., interassi dei travett i di 40cm.,
spessore dell ’anima del travetto 7-8 cm..
I l calcestruzzo del solaio Corbbbbbbb / Bxxxxxx (così come
osservabile anche in fase di sopralluogo del CTU e tuttora
riscontrabile) ha un aspetto non omogeneo con presenza
anche di temutissimi “nidi di ghiaia” (vedi foto seguente)
che come si sa sono molto nocivi al la resistenza ed alla
durabil i tà delle strutture.
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Fig. 26 - Travetto solaio ammalorato e con nidi di ghiaia
Per l ’armatura era ri levabile, per quanto fu possibile
accertare, che essa era diversa tra due travett i adiacenti.
Ciò fa supporre che l ’armatura presenta alternativamente
travett i armati in maniera dif ferente oppure che in fase di
armatura al l ’epoca della costruzione del fabbricato i
carpentieri “dimenticarono” di inserire le dovute armature
in alcuni travett i.
L’armatura presente, r isulta in un travetto costituita da due
ferri f i lanti pari a 1 Ф 8.2÷8.8 + 1 Ф 12.5÷12.8 e in un altro
travetto invece è presente soltanto un ferro Ф 12, così
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come rappresentato nella f igura seguente, ove è riportato
una sezione del solaio scaturente dall ’ indagine svolta.
Fig. 27 - Sezione trasversale del solaio
La variazione del diametro dei ferri rinvenuti, naturalmente è da attribuire al diffuso fenomeno di corrosione che si è innescato a seguito dei fatti lamentati riportati nella relazione a firma dello scrivente datata 2 aprile 2011.
A dimostrazione incontrovert ibi le del gravissimo degrado del solaio oggetto di causa, è suff iciente guardare i
fotogrammi delle fotografie scattate dallo scrivente in fase
d’ indagine, appresso riportate ove è possibi le osservare
oltre al l ’avanzato stato di corrosione, anche delle
variazioni cromatiche anomale sui ferri di armatura e sul
calcestruzzo dei travett i , dovute al l iquido permeato nel
solaio.
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Fig.28- Avanzata corrosione+anomala variazione cromatica
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Fig. 29 - Travetto ammalorato per carbonatazione, nidi di
ghiaia, avanzata corrosione delle armature e per miscela
non omogenea
Per avere la conferma della presenza di calcestruzzo
carbonatato, non si è trascurato, inoltre, di eseguire delle
prove spedit ive di carbonatazione sul calcestruzzo
rinvenuto. Tali prove hanno evidenziato la presenza di un
fenomeno di carbonatazione avanzato così come riportato
nella relazione a f irma dello scrivente dell ’apri le 2011 (vedi
fotogrammi seguenti).
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Fig.30 - Calcestruzzo trattato con fenoftal ina in soluzione
di etanolo al 2%
Questa prova eseguita su calcestruzzo del caso specif ico
non ha fornito alcuna colorazione rosea dello stesso per
cui esso è da ritenersi completamente carbonatato.
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Fig. 31 – per confronto si r iporta la foto di cui innanzi ove
la colorazione rosea indica le zone di calcestruzzo non
carbonatato viceversa, individua calcestruzzo carbonatato.
Ricostruzione dello schema statico geometrico Dalle indagini effettuate, dai sopralluoghi dei giorni
07/03/2011, 07/04/2011, 20/04/2011 e dalla
documentazione reperita, lo scrivente ha ricostruito lo
schema statico geometrico relat ivo al solaio
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“Corbbbbbbb/Bxxxxxx” per condurre una prima valutazione
della sicurezza del solaio oggetto di causa.
Dai sopralluoghi effettuati , dalle planimetrie disponibi l i e
così come si evince anche dalle foto satel l i tari i l fabbricato
Fig.32 – foto satel l i tare di via Nadi n°18-20 e dintorni
ha una forma, in pianta, a “L” ove in un’ala è possibi le
osservare ancora la copertura originaria, cioè un sottotetto
non praticabile avente la sola funzione “termica” e di
protezione dalla neve.
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Fig. 33
Nell ’altra ala si osserva invece che non esiste più i l
sottotetto termico; si r i leva cioè che nella zona in cui
insiste l ’appartamento “Bxxxxxx”, i l sottotetto è stato
abbattuto per poi realizzare una sopraelevazione di una
mansarda abitabile. Tale sopraelevazione è stata
realizzata con la costruzione di due muri in “falso” arretrat i
r ispetto al la struttura perimetrale portante del fabbricato
che poggiano direttamente sul solaio “Corbbbbbbb”.
xxxx
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Tale situazione è meglio comprensibile dai fotogrammi
seguenti r iportanti i prospetti del fabbricato e dalla sezione schematica di fig.46 .
Fig. 34 - Prospett i del fabbricato di via Nxxx n°xx
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Fig.35 Ricostruzione fotografica della situazione originaria
Fig. 36
xxxxxx
xxxxxx
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Sui muri in “falso” è appoggiato i l solaio condominiale di
copertura t ipo “Varese”. Tale solaio di copertura è
costituito da due falde con inclinazione di circa 10° ed è
retto nella l inea di colmo da una trave in c.a. realizzata
sulla sopraelevazione dei pi lastr i central i sottostanti
mentre sul perimetro è retto come innanzi detto da muri in
“falso” poggianti sul solaio sottostante di proprietà
“Corbbbbbbb” e “al iena”.
Naturalmente una sif fatta situazione determina che i l peso
del solaio “Varese” di copertura, scarica per metà sulla
trave centrale di colmo e per l ’altra metà completamente
sul solaio “Corbbbbbbb” tramite la muratura perimetrale in
“falso”.
Per quanto riguarda l’appartamento “Bxxxxxx”, ove scoppiò l’ incendio del 10 novembre 2003, durante il relativo sopralluogo eseguito dal C.T.U. alla presenza dei tecnici di parte, in ogni caso si è avuto modo di osservare che vi sono segni evidenti d’interventi sulla trave (condominiale) centrale in c.a. la quale a un occhio esperto non nasconde anche una lesione nella campata del salone, così come riportato nella seguente foto.
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Fig. 37 – trave principale condominiale situata nel salone
dell ’appartamento “Bxxxxxx”
Per quanto concerne, poi, i l solaio “varese” condominiale di
copertura si è potuto costatare che su di esso si è
intervenuto in part icolar modo lì ove scoppiò l ’ incendio del
xx novembre 2xxx. In ogni caso, però c’è da segnalare che
tale solaio comunque presenta evidenti segni di eccessiva
deformazione i cui effett i sono ben visibil i sul l ’ intonaco
all ’ intradosso del solaio così come riportato nei fotogrammi
seguenti. Ciò sta a indicare che vi è una patologia strutturale in atto proprio sul solaio in cui si è intervenuti con la riparazione effettuata dal geom.
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Dxxxxxxxxx Axxxxxx e dall’impresa Gxxxx Axxxxxx. Riparazione effettuata nel dispregio delle più elementari norme tecniche e di buon senso comune.
Fig. 39 - Andamento delle lesioni presenti nel solaio
“Bxxxxxx” condominiale di copertura riparato a causa
dell ’ incendio
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Fig. 40 - Andamento delle lesioni presenti nel solaio
“Bxxxxxx” condominiale di copertura riparato a causa
dell ’ incendio
Si segnala ancora che si è realizzata anche una zona con
struttura mista in c.a. e profi lat i in ferro così, come si può
notare dai fotogrammi seguenti.
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Fig. 41 – cornicione solaio di copertura riparato a causa
dell ’ incendio
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Fig. 42 – cornicione solaio di copertura riparato
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Ove si evincono anche tavelloni che si presentano lesionati
per eccessiva deformazione e travett i in c.a. di aspetto
“malandato” e una zona, ove sono ancora visibili i “segni” del fumo dell’incendio che si rinvengono fino all’estremità opposta dell’appartamento, da dove è scoppiato l’ incendio , vedi foto appresso riportate.
Fig. 43 – part icolare travetto di copertura ammalorato
dall ’ incendio
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Fig. 44
Si ha motivo di ritenere che, durante la costruzione e riparazione di questa mansarda, nessun provvedimento cautelativo sia stato preso per salvaguardare il solaio sottostante “Corbbbbbbb” , questo perché dalle indagini
effettuate non risulta alcuna struttura secondaria e/o
principale inserita in corrispondenza del muro in “falso” che
poggia sul solaio “Corbbbbbbb”. Ciò è dimostrato dal fatto
che non si è r invenuta alcuna orditura della struttura
principale del fabbricato disposta trasversalmente
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al l ’orditura longitudinale nella direzione della trave di
colmo e dal fatto che non si sono rinvenuti pi lastr i in
posizione intermedia su cui fossero ordite delle travi a
sostegno del muro perimetrale della mansarda “Bxxxxxx”.
Alla luce di tale situazione, lo scrivente ha ri tenuto
opportuno eseguire delle verif iche di stabil ità al f ine di
valutare le condizioni di sicurezza degli ult imi due piani del
fabbricato, tenuto conto anche dell ’ incendio sviluppatosi i l
xx novembre 2xxx.
Scelta dello schema statico Gli elementi di chiusura orizzontale, aventi la funzione
stat ica di trasferire i carichi f issi, i sovraccarichi
accidental i e i l peso proprio al le travi, come si sa, vanno
sotto i l nome di “solai”.
La scelta dello schema statico ovvero la rappresentazione
del comportamento del solaio va fatta con uno schema
risolvibi le mediante i metodi della scienza delle
costruzioni.
Come schema stat ico si assume lo schema di trave
continua.
Tale schema in realtà non è lo schema effett ivo del
comportamento stat ico del solaio. Questo perché la trave,
dove appoggia i l solaio non è da considerarsi un vero e
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proprio appoggio semplice, ma di fatto questo vincolo è da
ri tenersi un appoggio elastico. Tale appoggio elastico è da
considerarsi associato però, più ai travett i che insistono
sulla zona centrale della campata, mentre per i travett i
posti nella zona adiacente ai pi lastr i i l vincolo è da
ri tenersi invece più prossimo all ’ incastro.
Questo perché lo schema effett ivo del vincolo solaio-trave
corrisponde a un vincolo elastico che tende a contrastare
la tendenza del solaio a ruotare, opponendosi con un
momento torcente proporzionale al la sua rigidità a
torsione, r igidità che non dipende solo dalla sezione della
trave ma anche dalla sua posizione lungo l ’asse della
trave. Avviene, pertanto, che in mezzeria essa oppone la
minima resistenza a torsione, in corrispondenza del
pi lastro la massima. Le travi, inoltre, hanno diversa
rigidezza torsionale, quindi, a loro volta conferiranno un
certo grado di vincolo ai travett i del solaio. E’ impossibi le,
pertanto, calcolare ogni travetto secondo le sue reali
condizioni di vincolo, per cui r isulta indispensabile
assumere due schemi l imit i, che comprendono tutt i i
possibi l i comportamenti dei travett i.
Considereremo, quindi, un generico travetto vincolato al la
trave in due modi diversi:
1. vincolo appoggio semplice;
2. vincolo incastro;
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Determinazione delle caratteristiche di sollecitazione
Per ottenere le massime caratteristiche di sollecitazione, si
considerano le condizioni di carico più sfavorevoli e
nell ’ impossibi l ità di definire l ’esatto comportamento dei
vincoli , si opera attraverso i l criterio di fascia: si
determinano le massime caratteristiche ed anche le minime
delle sollecitazioni, che si potrebbero verif icare nella
struttura, quindi le verif iche si conducono in base agli
estremi o l imit i di tale fascia.
Bisogna, poi, esaminare le posizioni dei sovraccarichi, per
le quali r isultano i massimi e minimi momenti per le
campate ed i massimi momenti sugli appoggi.
Per avere i l massimo momento in campata, bisogna
caricare oltre la campata considerata quelle non adiacenti
a scacchiera.
Per ottenere i l massimo momento su un appoggio bisogna
caricare le due campate adiacenti e le altre a scacchiera.
Risolta ciascuna condizione di carico con i metodi della
scienza delle costruzioni, (es. con “Cross” o con la
“congruenza” si determinano i momenti in corrispondenza
degli appoggi intermedi e dopo si r icavano i momenti nelle
campate analit icamente o inserendo le parabole con le
note costruzioni), sovrapponendo i vari diagrammi
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corrispondenti al le diverse condizioni di carico, si r icava la
fascia dei massimi e minimi momenti f lettenti sul solaio.
Ai diagrammi dei momenti così r icavati, si consigl ia di
sovrapporre quello r iguardante lo schema di trave
incastrata, da confrontare con i valori dei momenti sugli
appoggi intermedi e di estremità.
Dal diagramma dei momenti conosciamo i valori dei
momenti in corrispondenza delle sezioni caratterist iche,
(sugli appoggi e nelle campate) e quindi i massimi momenti
che dobbiamo uti l izzare per la verif ica dell ’altezza del
solaio e per i l calcolo delle armature.
Queste calcolazioni vanno eseguite per la verif ica delle
sezioni rettangolari e/o a “T” soggette a f lessione retta e
secondo la normativa.
In questa sede, si segnala che la r icerca del massimo
momento si è portata a termine soltanto per la campata che
interessa la proprietà “Corbbbbbbb” pur tenendo conto dei
carichi che incidono sulla campata consecutiva di
proprietà, “al iena”.
Naturalmente i l calcolo si è condotto al f ine di individuare i l
momento “crit ico” nella campata del solaio “Corbbbbbbb”
(perché diversamente si andava oltre i l mandato ricevuto)
con i l relat ivo momento sull ’appoggio intermedio in
corrispondenza della trave “centrale” a supporto del solaio.
La verif ica, inoltre è stata condotta soltanto per la zona di
campata con momento posit ivo (f ibre tese inferiori e f ibre
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compresse superiori), questo perché, al lo scrivente non era
possibi le verif icare l ’armatura presente nella parte
superiore dei travett i del solaio ove era presente i l
momento f lettente negativo (f ibre tese superiori e f ibre
compresse inferiori) perché a tal f ine occorreva accedere
al l ’appartamento “Bxxxxxx” ed eseguire dall ’estradosso le
opportune indagini. Procedura questa che può essere
compiuta soltanto da C.T.U. alla presenza dei tecnici di
parte.
Analisi storico-critica dell’evoluzione strutturale dell’edificio
Per individuare le più opportune verif iche di stabil i tà da
effettuare al f ine di valutare la sicurezza degli ult imi due
piani, si è cercato di comprendere qual’é stata l ’evoluzione
strutturale subita dal fabbricato tramite le sue
trasformazioni.
E’ ovvio che solo effettuando la valutazione della sicurezza
si possono individuare quali sono i r imedi opportuni per
el iminare i vizi occult i lamentati dal “Corbbbbbbb”.
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La Normativa Tecnica sulle Costruzioni non a caso
individua al punto 8.3 delle NTC dei casi ben precisi per i
quali occorre valutare la sicurezza per le costruzioni
esistenti e tra questi inequivocabilmente sono compresi:
• quando l ’edif icio o part i di esso è stato sottoposto ad
azioni eccezionali come ad esempio un incendio;
• quando si effettua un cambio di destinazione d’uso
della costruzione o part i di essa, con variazione
signif icativa dei carichi variabil i ;
• interventi non dichiaratamente strutturali , qualora essi
interagiscano, anche solo in parte, con elementi
aventi funzione strutturale e, in modo consistente, ne
riducano la capacità o ne modif ichino la r igidezza;
E’ essenziale, perciò, tenuto conto che nella fatt ispecie
l ’edif icio è stato soggetto ad un incendio, r icostruire i l
processo di realizzazione e le successive modif icazioni
subite nel tempo dal manufatto.
Le Norme Tecniche individuano due grandi categorie di
situazioni nelle quali è obbligatorio effettuare la verif ica di
sicurezza:
1. variazioni improvvise o lente come ad esempio
incendi e/o corrosione di armature e/o errori
progettuali o esecutivi;
2. variazioni dovute al l ’ intervento dell ’uomo come ad
esempio aumento dei carichi verticali dovuto a cambiamento di destinazione d’uso o che incide
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indirettamente sul comportamento della struttura
(come ad esempio spostamento o semplice
demolizione di tramezzature;
La quantif icazione dei vizi occult i r iguardanti le strutture
dell ’appartamento “Corbbbbbbb” potranno essere valutati
soltanto conducendo delle “verif iche che dovranno
permettere di stabil ire quali provvedimenti adottare
aff inché l ’uso della struttura possa essere conforme ai
criteri di sicurezza delle NTC” così come è riportato al
corrispondente capitolo C8.3 delle norme.
Sempre al capitolo C8.3 “Valutazione della sicurezza”, è
r iportato a chiare lettere “E’ evidente che i provvedimenti detti sono necessari e improcrastinabili nel caso in cui non siano soddisfatte le verifiche relative alle azioni controllate dall’uomo, ossia prevalentemente ai carichi permanenti e alle altre azioni di servizio”.
L’edif icio in questione è stato costruito negli anni sessanta
e per effetto della visitazione dello stesso effettuata dallo
scrivente, si è del parere che originariamente l ’edif icio la
cui planimetria è r iconducibi le ad una “L”, era costituito da
una vert icale a sei piani con sovrastante tetto termico non
praticabile e da un’altra vert icale (ove sono situati gli
appartamenti “Bxxxxxx” e “Corbbbbbbb”) costituita da
cinque piani con sovrastante tetto termico non praticabile.
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Dalla t ipologia dell ’esistente tetto termico sulla vert icale a
sei piani, si evince che esso scarica sulla struttura
portante perimetrale del fabbricato e quindi anche per la
vert icale a cinque piani evidentemente esisteva la
medesima situazione di carichi struttural i (tetto soggetto a
carico di neve e relat ivo sottotetto non praticabile).
Allo stato attuale, la verticale che originariamente era a cinque piani risulta a sei piani. Successivamente alla costruzione del fabbricato, quindi, è stata realizzata una sopraelevazione su tutta la verticale a cinque piani (lato Bxxxxxx) costituente un’opera abusiva di circa 1000 mc.
In ogni caso, non si è propensi a credere che tale
sopraelevazione sia tuttora abusiva, per cui si è del parere
.
D’altro canto ciò è confermato anche dal fatto che
attualmente, l ’edif icio pure essendo completamente a 6
piani, per una vert icale l ’ascensore sale f ino al sesto
piano, mentre per la vert icale (Bxxxxxx) ove è stata
successivamente realizzata la presunta sopraelevazione
abusiva, l ’ascensore sale per cinque piani. Ciò proprio
perché evidentemente l ’ascensore è stato installato prima
della sopraelevazione per cui doveva l imitarsi a servire
cinque piani e non sei come adesso.
Se tale sopraelevazione fosse avvenuta al l ’epoca della
costruzione dell’edif icio, l ’ascensore sul lato “Bxxxxxx”
sarebbe stato predisposto per sei piani anziché cinque.
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che sicuramente con la legge sul condono (legge n°47 del
28/2/1985) si sia condonato tale abuso. Dovrebbe
esistere, perciò, presso gl i uff ici competenti tutta la
documentazione relativa al fabbricato originario, completa
di progetto strutturale e verif iche di collaudo originario e
documentazione relat iva al condono edil izio supportata da
verif iche stat iche e cert if icato di idoneità stat ica visto che
l ’opera abusiva era ed è superiore a 450mc. (fermo
restando che anche se l ’opera abusiva fosse stata
inferiore a 450mc. la normativa sul condono prevedeva
che non si era obbligati a presentare il cert i f icato di
idoneità stat ica, al f ine di snellire le pratiche, ma ciò non
signif icava che le relat ive verif iche sulla sicurezza
strutturale non dovessero essere eseguite unitamente ad
un altrettanto collaudo strutturale. Tali verif iche andavano
comunque eseguite, ma si era esonerati dal presentare la
documentazione per abusi inferiori a 450mc., viceversa
per opere abusive superiori a 450 mc. andava allegata al la
pratica anche i l cert i f icato di idoneità stat ica).
Nella fattispecie, quindi, la realizzazione di tale sopraelevazione, indipendentemente da eventuali aspetti amministrativi sul condono edilizio, andava supportata da un calcolo di verifica strutturale riguardante l’intera sopraelevazione ed il sottostante fabbricato esistente, con relativo collaudo statico.
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Viceversa avrebbe potuto costituire, come attualmente costituisce
Questo perché, viceversa, a questa maniera si sarebbe
potuto condonare un intero fabbricato di 20 piani, ogni
piano suddiviso in tante unità immobil iari intestate ognuna
a un condomino, per avere al la f ine realizzato e condonato
, di fatto, una sopraelevazione rappresentante un pericolo per la pubblica e privata incolumità, così come dimostrato nei capitoli che seguono.
Al l ’epoca del condono edil izio, si è del parere che
qualunque tecnico “con la testa sulle spalle” si sarebbe
guardato bene dal presentare una certi f icazione di
idoneità stat ica per l ’opera abusiva realizzata, se non
supportata da idonee verif iche struttural i.
Si sarebbe potuto, f idando sulla palese “ingenuità” dei
tecnici preposti al la istruzione delle prat iche di condono,
soltanto “aggirare” la normativa facendo comparire l ’abuso
edil izio dell ’ intera sopraelevazione come abusi edil izi
“ indipendenti” sottacendo che in realtà l ’abuso riguardava
l ’ intera ala dell ’edif icio originariamente a cinque piani e
successivamente con la sopraelevazione, portata a sei
piani. Ciò naturalmente f idando sulla palese “ingenuità”
dei tecnici comunali preposti al la istruzione della pratica di
condono.
Naturalmente se così fosse, spetterà al la magistratura
stabil ire se trattasi di “ ingenuità” o di att ività i l lecita.
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un fabbricato di 20 piani senza alcuna cert if icazione di
idoneità stat ica, eludendo la normativa vigente nel più grande dispregio della pubblica e privata incolumità .
Nella fattispecie, se non fossero reperite idonee documentazioni, supportate da idonei calcoli di verifica strutturale con relativo certificato di idoneità statica, ci ritroveremmo proprio nel caso innanzi i llustrato. Nella malaugurata ipotesi che così fosse, qualsiasi
commento in proposito, sarebbe superf luo!
Per i motivi di cui innanzi e per l’importanza che tali motivi hanno, si ripete l’ invito al C.T.U. (così come fatto
in sede di sopralluogo) di chiedere in veste ufficiale
(avvalendosi del delicato ed importante ruolo che egli
r icopre), al l ’amministratore, al comune, al Genio Civi le,
eventualmente al la Prefettura, tutt i gl i att i progettuali
relat ivi al fabbricato condominiale sito in Bologna via
Gxxxxxx Nxxx n°xx. Att i ovviamente inerenti qualsiasi
pratica, l icenza edil izia, eventuali condoni, cert if icati di
abitabil ità, ecc. dall ’ inizio della costruzione ad oggi.
Si segnala inf ine che i l reperimento della documentazione
riguardante i l fabbricato è in ogni caso da ri tenersi
importante anche perché i l comune di Bologna è inserito nell’elenco dei comuni sismici italiani .
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Verifica di stabilità secondo normativa
Tenuto conto che i l fabbricato è stato realizzato
presumibilmente negli anni sessanta con i l supporto di una
progettazione basata sul metodo delle tensioni ammissibi l i
e che successivamente la sopraelevazione del fabbricato
effettuata con la realizzazione della mansarda abitabile
sarebbe dovuta avvenire in conformità a tale metodo con
sovraccarichi dettat i dalla normativa vigente al l ’epoca della
realizzazione della su menzionata sopraelevazione e che la
medesima normativa in realtà era comunque vigente anche
all ’epoca dello scoppio dell ’ incendio, si è r i tenuto
opportuno verif icare la stabil ità del solaio “Corbbbbbbb”
tenendo conto dei carichi e sovraccarichi imposti da tale
normativa, con il criterio delle tensioni ammissibil i .
Negli anni sessanta, al l ’epoca della realizzazione della
struttura in c.a. potevano essere impiegati soltanto acciai
Aq42, Aq50 e Aq60 (vedi circolare n°1472 del 23 maggio
1957). Per gl i acciai in tondo, la tensione massima di
lavoro prevista dalle norme non doveva superare i l 50% del
carico di snervamento e, in ogni caso, i seguenti valori:
1400 kg/cmq. per acciaio Aq42;
1600 kg/cmq. per acciaio Aq50;
1800 kg/cmq. per acciaio Aq60;
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Le tensioni di cui sopra per gl i acciai Aq 50 ed Aq60
potevano adottarsi soltanto in presenza di conglomerato
con classe R200 nel caso di sezione rettangolare e di
classe R250 nel caso di sezione a “T”;
Nel seguito, si dà per scontato (anche se comunque è da
verif icare) che il t ipo di acciaio adoperato sia AQ60 con
σ fam=1800 kg/cmq. e che la classe di calcestruzzo sia
R250; Si presuppone, cioè, che le caratterist iche dei
material i adoperati siano state i l “top” di quelle esistenti
al l ’epoca della costruzione del fabbricato.
Carichi previsti dalla normativa
La normativa prevedeva che per solai di copertura, a
seconda della zona di specif ico interesse, si dovesse tener
conto oltre al peso proprio del solaio di copertura, di un
sovraccarico da neve.
Essendo i l comune di Bologna compreso nella zona I della
suddivisione prevista per i l terri torio dell ’ I tal ia,
considerando che i l tetto è costituito da due falde e che la
quota sul l ivel lo medio del mare per Bologna è di 54 metri,
tenuto conto che nel caso specif ico i l tetto non presenta
parapett i di estremità per cui la neve può considerasi
sporgente dall ’estremità della copertura, considerando un
angolo d’ inclinazione delle falde di circa 10°, si è assunto
un carico da neve distr ibuito sulla copertura pari a
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100k/mq. Per quanto riguarda i l sovraccarico accidentale
previsto dalla normativa per solai che si r i feriscono a civi le
abitazione come nella fatt ispecie è da ritenersi la
mansarda “Bxxxxxx”, per esso si è previsto un sovraccarico
di 200 kg/mq. che grava sul solaio “Corbbbbbbb”.
Fig. 46 - schema della copertura originaria e della attuale
situazione
Tenuto conto che i l solaio di copertura è poggiato su muri
in “falso” che scaricano (per quanto è stato possibi le
accertare) direttamente sul solaio “Corbbbbbb” sottostante,
i l peso della copertura e dei muri sottostanti sono stat i
com’è d’uso a farsi, schematizzati in carichi concentrat i,
stante la r idotta superf icie di applicazione del carico.
xxxx
bbb
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Calcolo
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bbbbb
bbbbb
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bbbbb
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Prime Conclusioni parziali
Com’è stato dimostrato nel calcolo di cui innanzi, le tensioni di lavoro nel calcestruzzo e nel ferro superano abbondantemente quelle consentite dalla normativa e per quanto riguarda il ferro, esse sono da ritenersi proibitive tenuto conto che la tensione di lavoro, nella
fatt ispecie, è prossima alla tensione di snervamento
dell ’acciaio. Questo significa che il solaio è in pessime condizioni di sicurezza e costituisce fonte di pericolo improvviso in part icolare se i l tetto di copertura (Bxxxxxx)
dovesse essere soggetto a carico di neve e se il
sovraccarico accidentale fosse presente così come impone
la normativa.
Un pericolo effett ivamente improvviso con effett i disastrosi,
poi, potrebbe innescarsi in futuro anche senza le condizioni
di cui sopra relat ive ai sovraccarichi accidental i e di neve,
poiché la carbonatazione, avendo già comportato l’ossidazione dei ferri del solaio e una riduzione delle
sezioni resistenti dei ferri r invenuti nei travett i del solaio
“Corbbbbbbb”, con il passar del tempo queste armature, sono destinate inesorabilmente a diminuire ulteriormente il loro diametro e quindi la loro sezione resistente f ino a far corrispondere tale sezione con i l
massimo momento resistente coincidente al la tensione di
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snervamento. Quando la riduzione di sezione dei ferri del solaio è tale che la tensione di lavoro nel ferro avrà raggiunto la tensione di snervamento, si avrà il crollo del solaio.
Quanto sopra sta a signif icare che i l solaio
“Corbbbbbbb/Bxxxxxx” dovrebbe essere soggetto a un
serio intervento di recupero strutturale nei r iguardi del
ferro e del calcestruzzo e f in quando ciò non fosse
possibi le, l ’appartamento Bxxxxxx dovrebbe essere privato
dell ’abitabil i tà perché altr imenti ciò costituirebbe serio
pericolo per la stabil ità degli ult imi due piani del fabbricato.
Naturalmente ciò è fatt ibi le se l ’ intervento strutturale fosse
eseguito in tempi ragionevoli. Se invece non viene eseguito alcun tipo di risanamento strutturale del solaio, si è del parere che gli ultimi due piani della verticale in questione, dovrebbero essere resi inabitabili per poi estendere tale provvedimento a tutta la verticale perché un eventuale crollo degli ultimi due impalcati, potrebbe scatenare un crollo a catena dell’ intera verticale
Premesso che non è dato sapere l ’effett ivo valore dello
snervamento dell ’acciaio posto in opera, supponendo che esso sia di ottima qualità e pari a quanto previsto dalla
tenuto conto del fatto che il fabbricato non presenta caratteristiche strutturali tali da poter sopperire con adeguata riserva d’energia un coinvolgimento degli impalcati sottostanti.
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normativa vigente al l ’epoca della costruzione del
fabbricato, i l coeff iciente di sicurezza dell ’acciaio, con i
carichi previst i dalla normativa, sarebbe pari a 0.91 (a
fronte del valore uguale a 2.00 previsto dalla normativa). Il valore calcolato 0.91 è inferiore di 1.00 per cui avverrebbe lo snervamento del ferro e quindi il crollo del solaio.
Verifica di stabilità eseguita considerando i carichi reali attualmente presenti nell’appartamento “Bxxxxxx”.
Al la luce delle verif iche eseguite in conformità della
normativa riportata nei paragrafi precedenti, sorge
spontanea la domanda: ma come mai, pur essendo i
material i del solaio (calcestruzzo e ferro) soggett i a
tensioni proibit ive, i l solaio non crol la?
Ebbene, i l solaio, pur non rispettando quanto previsto dalla
normativa, non crol la perché la normativa prevede dei
coeff icienti di sicurezza che servono a far fronte situazioni
anomale per evitare i l crol lo improvviso. Questo, però,
signif ica che quando ci r itroviamo in tali condizioni, la
struttura (in questo caso i l solaio) pur non presentando a
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v ista part icolari fenomeni di dissesto, in ogni caso non è in
condizioni di sicurezza, cioè la struttura è pericolosa ma
non pericolante. Ciò naturalmente non esclude che essa possa divenire pericolante in modo improvviso, specialmente quando i fenomeni di degrado sono subdoli nel tempo come nella fattispecie effettivamente sono per effetto della carbonatazione del calcestruzzo
Per valutare quindi le condizioni attuali di lavoro dei
material i del solaio, invece di considerare i carichi previsti
dalla normativa (neve, sovraccarico accidentale pari a
200kg/mq.), per valutare ad oggi la situazione con i carichi
attualmente presenti,
,
specialmente se si t iene conto che l ’azione di degrado per
effetto della carbonatazione non si apprezza a vista come
nel caso specifico, perché i l ferro e i l calcestruzzo dei
travett i sono rivestit i dal laterizio sia lateralmente che
al l ’ intradosso dei travetti .
Carichi esistenti allo stato attuale
non si è considerato i l carico da neve
e al f ine di simulare i l peso dei mobil i e suppellett i l i
presenti adesso nell ’appartamento “Bxxxxxx”, si è adottato
un valore minimo convenzionale del sovraccarico
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accidentale uniformemente ripart ito pari a 20kg/mq. a
fronte dei 200kg/mq. previst i dalla normativa.
Calcolo
bbbbbb
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Seconde Conclusioni parziali
Non è dato sapere l ’effett ivo valore dello snervamento
dell ’acciaio posto in opera. Supponendo che esso sia di
ott ima qualità e pari a quanto previsto dalla normativa
vigente al l ’epoca della costruzione del fabbricato, i l
coeff iciente di sicurezza dell ’acciaio, con i carichi adesso
presenti sul la copertura del fabbricato e sul solaio
“Bxxxxxx” sarebbe pari a circa 1.10 (a fronte del valore
uguale a 2.00 previsto dalla normativa). I l valore calcolato
assunto pari a 1.10 è notevolmente inferiore al valore 2.00
per essere in sicurezza e molto prossimo a 1.00 valore
quest’ult imo per i l quale avviene i l col lasso della struttura.
Questo sta a signif icare che al lo stato attuale, i l solaio è
pericoloso ma non ancora pericolante. Situazione questa
(pericolante), però, che potrebbe verif icarsi anche a breve
se fossero incrementati gl i attuali carichi presenti
nell ’appartamento “Bxxxxxx” e/o in occasione di un carico
di neve. Naturalmente se i carichi di cui innanzi non
fossero incrementati, con il tempo, inesorabilmente, la carbonatazione presente nel calcestruzzo comunque comporterebbe l’innesco del collasso del solaio .
Stando così le cose, se invece di intervenire si continua con l’usuale inerzia che caratterizza un po’ tutti i condomini, il solaio “Corbbbbbbb” è inesorabilmente destinato a crollare senza preavviso.
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Verifica di stabilità eseguita considerando i carichi prima della trasformazione del sottotetto in mansarda
Al la luce delle calcolazioni e delle considerazioni innanzi
eseguite ci si è chiesto di verif icare se al l ’epoca della
costruzione del fabbricato fossero presenti tensioni di
lavoro nei material i che in un certo qual modo avrebbero
potuto compromettere la stabil ità e la durata nel tempo
della struttura oggetto di causa.
Per fare ciò, si è r i tenuto opportuno eseguire un calcolo di
verif ica con le condizioni di carico previste al l ’epoca della
costruzione del fabbricato.
Carichi esistenti prima della trasformazione del sottotetto in mansarda abitabile
Nella situazione originaria i l fabbricato presentava in
copertura un sottotetto termico non praticabile la cui
struttura (molto probabilmente in legno) scaricava
sull ’ossatura portante del fabbricato o tutto al più per metà
sui cornicioni perimetral i ( i l cui sovraccarico contribuiva a
scaricare le campate del solaio retrostante) che in ult ima
analisi comunque scaricavano sull ’ossatura portante
principale del fabbricato.
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Calcolo
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Terze Conclusioni parziali
Come innanzi r iportato, nella situazione originaria i l
fabbricato presentava in copertura un sottotetto termico
non praticabile la cui struttura scaricava sull ’ossatura
portante del fabbricato.
In queste condizioni, dai calcoli effettuati per la condizione
più gravosa per i l solaio “Corbbbbbbb” (cornicioni scarichi)
si evince che i l solaio sottostante non avesse alcun
problema di stabil i tà e di sicurezza. Infatt i , eseguendo la
verif ica per singolo travetto e o per travett i accoppiati, le
tensioni di lavoro del calcestruzzo e del ferro r isultano
notevolmente inferiori a quelle consentite dalla normativa
vigente al l ’epoca della costruzione del fabbricato.
La tensione di lavoro del calcestruzzo risulta pari a circa
24kg/cmq. a fronte degli usuali 75 kg/cmq. che al l ’epoca
era adoperato come l imite di r iferimento.
La tensione di lavoro del ferro risulta pari a 987 kg/cmq. a
fronte di 1800 kg/cmq. decisamente inferiore alla tensione
ammissibi le facendo registrare un coeff iciente di sicurezza
pari a 3.65 notevolmente superiore al valore di 2.00
previsto dalla normativa dell’epoca.
In queste condizioni i l solaio r ispettava la normativa
dell ’epoca e non era né pericoloso né pericolante.
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Lavori indicativi previsti per la eliminazione dei vizi occulti
Tali lavori, tenuto conto di quanto si è r i levato con le
indagini effettuate, r isultano sicuramente molto onerosi.
Infatt i per una prima quantificazione dei danni economici
arrecati al “Corbbbbbbb” si è del parere che occorre
valutare i costi relat ivi a:
1. asportazione dell ’ intonaco presente
nell ’appartamento al f ine di mettere a nudo le
strutture (travi, solaio ed eventualmente i pi lastri)
per individuare ulteriori anomalie e per verif icare
le caratterist iche meccaniche dei material i che
costituiscono la struttura ed il solaio;
2. effettuazione di un idoneo ri l ievo delle strutture e
dei solai oggetto di vizi occult i ;
3. progettazione di un idoneo intervento strutturale
per i l solaio di copertura con relat iva struttura
portante dello stesso che tenga conto delle azioni
e dei sovraccarichi (neve, ecc.) previst i dalle
Norme Tecniche delle Costruzioni;
4. progettazione, per i l solaio “Corbbbbbbb” e la
struttura in c.a. su cui esso “poggia”, di un idoneo
intervento strutturale che tenga conto:
a. delle azioni eccezionali cui è stato
sottoposto (incendio, saturazione di acque
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aggressive, corrosione delle armature,
carbonatazione, ecc.);
b. delle variazioni di carico per effetto della
diversa sistemazione delle tramezzature
sovrastanti;
c. della condizione che i l solaio di copertura
scarica i l suo peso direttamente sul solaio
“Corbbbbbbb” tramite dei muri in “falso”;
d. dei sovraccarichi accidental i previst i dalla
normativa (200kg/mq.), ecc.;
5. quantif icazione delle spese tecniche relat ive a:
a. r ichiesta di autorizzazione D.I.A.;
b. progettazione esecutiva;
c. deposito dei calcoli al Genio Civi le;
d. direzione dei lavori;
e. collaudo dei lavori di cui innanzi;
6. costi per:
a. spese giudiziarie;
b. perizia C.T.U.;
c. perizie di parte;
7. quantif icazione delle spese imprenditorial i per
eseguire i lavori di cui innanzi, tenendo conto che
nella fatt ispecie l ’ intervento per essere eff icace
dovrà essere di t ipo att ivo (un intervento “att ivo”
prevede l ’esecuzione dello stesso per “cantieri” e
la messa in “forza” delle strutture.
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Per quantif icare l ’ intervento strutturale in l inea di
massima si prevedono le seguenti lavorazioni e/o
interventi:
• tutt i i ferri dei travett i del solaio e delle travi
siano l iberati dal calcestruzzo per effettuare un
trattamento di bonif ica previo spazzolatura del
ferro esistente e successivo trattamento per
incremento delle armature resistenti tramite f ibre
di carbonio o altro.
• la sezione dei singoli travetti del solaio sia
aumentata di inerzia tenuto conto che tutt i i
travett i del solaio sono degradati, che dovranno
sopportare carichi aggiuntivi non previst i nella
progettazione originaria del solaio e che per
r ipararl i occorre l iberare l ’anima dei travetti dai
laterizi adiacenti;
• la r iparazione delle travi lesionate e/o non
verif icate dal calcolo di verif ica strutturale con
placcaggi in ferro o con f ibre di carbonio e malte
special i ;
• ut i l izzo di malta “emaco” ( la scelta più opportuna
sarà subordinata al modulo elast ico e resistenza
del calcestruzzo esistente) in sostituzione del
calcestruzzo ammalorato e di malte epossidiche
per l ’ inserimento di f ibre di carbonio;
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• gl i elementi struttural i dovranno essere posti in
forza f ino al la completa maturazione della malta
t ipo “emaco” e poi successivamente per
l ’ incremento dell ’armatura resistente,
eventualmente effettuata con f ibre di carbonio;
• una idonea coibentazione ed isolamento acustico
al l ’ intradosso del solaio su cui si è intervenuto,
tenuto conto che i laterizi non potranno più
essere riprist inati;
• una prova di carico per valutare la bontà
dell ’ intervento eseguito, così come impone la
letteratura scientif ica e le norme tecniche, per cui
si dovrà valutare anche il costo di tale prova;
• realizzare una controsoff i ttatura per contenere i
danni estetici dell ’ intervento, a completamento
dell ’ intervento strutturale sul solaio.
• non si dovrà escludere, se le condizioni di
sicurezza imposte dalla normativa non fossero
raggiunte, un eventuale ulteriore intervento
al l ’estradosso del solaio e/o interventi su
strutture in proprietà al iena;
• computare i l r i facimento dell ’ intonaco, della
t integgiatura ed eventualmente delle tubazioni
malandate e/o che potrebbero essere
danneggiate durante i lavori;
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• computare i l r i facimento degli impianti che
potranno essere danneggiati dagli interventi
struttural i di cui innanzi, con part icolare
ri ferimento al l ’ impianto elettr ico ed idraulico.
• computare i tempi di esecuzione dei lavori che in
l inea del tutto orientativa si prevedono in 150
giorni lavorativi soltanto per l ’ intervento
nell ’appartamento “Corbbbbbbb” (anche in virtù
del fatto che per l ’ intervento strutturale potrà
essere impiegata al massimo una squadra
lavorativa composta da due operai special izzati e
tre operai generici);
• valutare il trasporto a rif iuto dei material i di
r isulta con relat ivo carico e scarico;
• valutare il costo per una sistemazione alternativa
al la famiglia che attualmente usufruisce
dell ’appartamento;
• valutare i l disagio arrecato al “Corbbbbbbb” per
la situazione in cui si è r i trovato a causa dei vizi
occult i sottaciut i;
A quanto innanzi va aggiunto la restituzione delle spese
condominial i sostenute per la r iparazione del tetto
condominiale del dicembre 2xxx.
Nelle voci precedenti sono stati computati soltanto i lavori di stretta pertinenza dell’appartamento “Corbbbbbbb” , per cui giacché sicuramente dovranno
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essere realizzati anche lavori condominiali strettamente connessi ai vizi occulti strutturali condominiali lamentati, dalla cifra del valore dell ’appartamento dovranno
essere detratt i anche i costi da sostenere, relat ivamente
al la quota del “Corbbbbbbb”, per far fronte ai lavori
condominial i
• i l comune di Bologna è compreso nell ’elenco dei
comuni sismici ital iani;
”.
Tali lavori condominial i , ovviamente dovranno essere parte
integrante del progetto unitario di verif ica e messa in
sicurezza degli ult imi due piani con ri ferimento al la
vert icale sopraelevata con mansarda abitabile, ciò con
ri ferimento al la sicurezza del fabbricato.
Tenuto conto, come è ovvio, che la consulenza tecnica del C.T.U. è anche ai fini dell’accertamento del complessivo stato di sicurezza, sia dell’appartamento de quo, sia del condominio di cui fa parte , e giacché:
• la sopraelevazione dell ’edif icio realizzata con una
volumetria di circa 1000mc. adibita a civi le
abitazione già in regime stat ico è da ri tenersi
pericolosissima;
• tale sopraelevazione è stata realizzata con struttura portante mista con tetti spingenti poggianti su una muratura perimetrale in “falso”, poggiante a sua volta sul’impalcato sottostante dell’edificio cioè poggiante sul
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solaio “Corbbbbbbb” sottostante anziché sull’ossatura portante principale del fabbricato costituita da travi e pilastri perimetrali;
• ciò per motivi di sicurezza è quanto di peggio possa esistere in zona sismica (tanto è vero
che la normativa sismica del D.M. 3/3/1975 al
punto C5 vieta esplicitamente anche la sola realizzazione di coperture spingenti su pareti di muratura
• trattasi di
, e questo senza considerare la
problematica dei muri in “falso” così come è stato
fatto nella fatt ispecie);
tetto spingente su muratura a
copertura di un edif icio di sei piani
• Non è da trascurare inf ine che, per la part icolare
morfologia del sistema strutturale adoperato per
la realizzazione dell ’ult imo piano, possa
verif icarsi durante un sisma un fenomeno di
amplif icazione dinamica delle masse struttural i
con struttura
in c.a. e perciò appare superf luo sottol ineare che
un disastro strutturale nel caso in esame è molto
più probabile di quanto normalmente è possibile
immaginare tenuto conto che quanto più alto è i l
fabbricato tanto maggiore è l ’osci l lazione cui
sono soggette le masse presenti al piano di
copertura;
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presenti al l ’ult imo piano e fenomeni di
diversif icazione locale per effetto dei dist inti
periodi di vibrazione che caratterizzano i
dif ferenti material i struttural i adoperati per la
r iparazione del tetto “Bxxxxxx”.
Nel caso specifico essendo la realtà nel concepire certe
storture struttural i di gran lunga superiore alla fantasia,
l ’unica soluzione possibile per rientrare in un minimo accettabile di sicurezza nei confronti del crollo per la salvaguardia della vita umana, sarebbe l ’abbattimento dell’ intera sopraelevazione
Naturalmente sulla cifra f inale complessiva dei danni
computati dovranno essere applicati gli interessi legali
e ricostruzione della stessa con un diverso sistema costruttivo, fermo restante gl i
interventi a farsi indicati innanzi per i l solaio “Corbbbbbbb”.
Naturalmente nei lavori precedentemente indicati, non si
sono inserite le voci di lavorazione dell ’ intervento di
abbatt imento e ricostruzione perché sarebbe più opportuno
che ciò fosse eseguito dal C.T.U..
Ovviamente dalla cifra del prezzo versata dal “Corbbbbbbb”
per l ’acquisto dell ’appartamento, oltre al costo delle
lavorazioni da eseguire per la messa in sicurezza del solo
solaio “Corbbbbbbb” determinate con le indicazioni innanzi
r iportate, dovrà essere detratta anche la quota
condominiale spettante a quest’ult imo per l ’ intervento di
abbatt imento e ricostruzione dell’ult imo piano.
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valutat i a part ire dall ’epoca dell’acquisto dell ’appartamento
f ino al la definizione della vertenza con i relat ivi tempi di
esecuzione dei lavori.
Si r i t iene che tale “operazione” essendo improcrastinabile dovrà essere realizzata quanto prima nell’ interesse e per la salvaguardia degli attuali utenti della sopraelevazione e del condominio tutto
I calcoli riportati nei capitoli che precedono stanno a dimostrare che a seguito dell’incendio, i tecnici estensori della D.I.A. per conto del condominio e per conto della Bxxxxxx nonché l’impresa esecutrice dei lavori per la riparazione della struttura danneggiata
(geom. Dxxxxxxxxx Axxxxxx, arch. Cxxxxxx Uxxxxxx ed
“impresa Gxxxx Axxxxxx”) se avessero verificato la stabilità del solaio “Corbbbbbbb/Bxxxxxx”, così come il comune buon senso e la normativa imponevano, avrebbero trovato una situazione sicuramente che non avrebbe consentito loro di operare con la disinvoltura
.
Conclusioni
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con cui si sono accinti a riparare il fabbricato . Ciò
perché si sarebbero indiscutibi lmente accort i che i l solaio
“Corbbbbbbb/Bxxxxxx” era al l imite del collasso perché le
tensioni di lavoro erano da ri tenersi proibit ive per i
material i adoperati e quindi le condizioni di sicurezza
erano talmente ridotte da non consentire un intervento
superf iciale ma accurato.
Sulla base dei r isultat i delle indagini e degli studi
effettuati, descrit t i in parte nella presente relazione, si è
giunti al la conclusione che l ’appartamento acquistato dal
“Corbbbbbbb” presentava una serie di gravissimi vizi
occult i tuttora esistenti, diretti ed indirett i, che di fatto
incidono in modo sostanziale sulla attuale valutazione
dell ’appartamento. Questo perché i vizi ri levati, non si
l imitano al semplice aspetto estetico interno
dell ’appartamento (deterioramento di intonaci,
ammaloramento per inf i l trazioni, ecc.), ma riguardano
caratterist iche essenziali per la sicurezza, la durabil i tà e la
vita dell’appartamento e del fabbricato condominiale.
Infatt i , al lo stato attuale, l’appartamento è privo della indispensabile sicurezza che la normativa richiede costituendo esso fonte di pericolo per un’intera verticale del fabbricato e per la pubblica e privata incolumitàPer far fronte a ciò ovvero per mettere in sicurezza
l ’appartamento e la parte di edif icio coinvolta secondo
.
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norma, occorre eseguire una serie di lavori, supportat i da
una idonea verif ica strutturale con relat ivo progetto di
messa in sicurezza nel r ispetto della Normativa Tecnica
vigente.
Infatt i la struttura presenta una serie di difett i senz’altro
r i levanti in rapporto al la sicurezza (così come riportato nei
capitol i che precedono) per cui la crit icità potenziale della
situazione stat ica dovrà essere immediatamente contenuta
con gl i opportuni interventi del caso.
Le condizioni di ammaloramento delle strutture,
determinate dai noti eventi e non, fa si che ciascuno (che è
intervenuto male o non intervenuto per incuria) nei l imiti
delle proprie competenze è responsabile del fatto che gli
ult imi due piani della vert icale “Bxxxxxx” possiedono
coeff icienti di sicurezza di gran lunga inferiori a quell i
previst i dalla normativa.
La situazione è tale, perciò da determinare una condizione di altissimo rischio che potrebbe degenerare. In part icolare, c’è da sottol ineare che i tecnici
che sono intervenuti f in ora sul fabbricato sono imputabili
per non aver avvert i to l ’estrema gravità della situazione.
Naturalmente, in presenza di una così latente situazione di
r ischio stat ico, occorre premunirsi di fronte ad un’inattesa
situazione di straordinaria “fragil i tà” del solaio “Corbbbbbb”
perché trascorrendo del tempo, potrebbe verificarsi per fenomeni di “fatica” un collasso spontaneo del solaio.
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Una verif ica preventiva, così come riportata nei capitol i che
precedono, avrebbe evidenziato lo stato di “salute” dei
solai mettendo in luce l ’elevato grado di vulnerabil i tà degli
ult imi due impalcati che avrebbe sconsigl iato l ’esecuzione
di lavori (struttural i e non) se non con una seria e oculata
messa in sicurezza delle strutture.
Risulta indispensabile, perciò, quantif icare i vizi occulti
sul la base di un serio intervento di migl ioramento stat ico
f inalizzato a recuperare la struttura in maniera tale che le
tensioni nei material i (ferro e calcestruzzo) unitamente alle
possibi l i deformazioni siano inferiori a quelle consentite e
prevedere un apposito intervento per dare un minimo di
garanzia sulla stabil i tà dell ’ult imo impalcato in regime
sismico al la luce di quanto riportato nei capitol i che
precedono.
Viceversa gli ultimi due piani della verticale sopraelevata, con particolare riferimento ove incide la proprietà “Bxxxxxx”, sono da ritenersi in condizioni di sicurezza precaria costituenti tra l’altro pericolo per la pubblica e privata incolumità
“I l perito letto gl i att i ed i documenti di causa, svolto ogni
opportuno accertamento, sentit i se necessario terzi di cui
indicherà le generali tà, verif ichi la sussistenza dei vizi e
.
Per valutare l ’ importanza di quanto innanzi r iportato,
strettamente connesso con quanto richiesto dal Giudice al
C.T.U. si cita i l mandato da questi r icevuto:
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dei danni lamentati in causa da parte attr ice, ne indichi le
cause; dica di ciascuna di essi, se sia imputabile ed in
quale misura percentuale alle posizioni di tutte le part i
convenute e terzi chiamati; dica se in conseguenza di tali
vizi o danni r isult i ed in che misura percentuale da
diminuire i l prezzo pagato per l ’acquisto dell ’ immobile
dall ’attore.
Indichi i lavori necessari con relat ivi costi al la eliminazione
dei vizi; dica se l ’esecuzione dei r iprist ini sarà idonea alla completa eliminazione delle problematiche eventualmente
accertate ed in caso negativo, indichi i l minor valore di
mercato del bene”.
Da tale mandato, come si vede si evince chiaramente che
i l C.T.U. per quantif icare la diminuzione del prezzo pagato
per l ’acquisto dell ’ immobile, deve determinare i lavori
necessari al la el iminazione dei vizi esistenti con i relat ivi
costi, ove PER ELIMINAZIONE DEI VIZI OVVIAMENTE È DA INTENDERSI INEQUIVOCABILMENTE L’INDICAZIONE DI TUTTI I LAVORI NECESSARI PER RIPRISTINARE L’ESTETICA E LA SALUBRITÀ DELL’UNITÀ ABITATIVA DEL “CORBBBBBBB” ED IN MODO PRECIPUO L’INDIVIDUAZIONE DEI LAVORI NECESSARI PER RENDERE SICURO L’APPARTAMENTO ED IL CONTESTO IN CUI È SITUATO IN CONFORMITÀ ALLE NORME TECNICHE VIGENTI.
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Ciò congruentemente a quanto chiesto dalla parte attr ice
f in dalle memorie istruttorie cioè “i l disporsi di consulenza tecnica anche ai fini dell’accertamento del complessivo stato di sicurezza, sia dell’appartamento de quo, sia del condominio di cui fa parte”.
Quindi un malaugurato, eventuale errore di valutazione
della sicurezza di cui innanzi da parte del C.T.U. e/o una
mancata e/o non corretta individuazione dei vizi occulti
struttural i comporterebbe per questi precise responsabil ità,
civil i e penali, legate a possibil i crol l i e/o durabil i tà futura
del fabbricato.
Allegati: Brevi Note Tecniche del 20/04/2011.
San Vital iano lì 24/06/2011
In fede
dott. ing. Angelo Spizuoco
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101
Bibliografia
• R.D. legge del 16 novembre 1939 n°2229 “norme per
l ’esecuzione delle opere in conglomerato cementizio
semplice o armato”;
• Circolare n°1472 del 23 maggio 1957;
• legge n°1086 del 5 novembre 1971 (G.U. del 21/12/71)
r iguardante le norme per la discipl ina delle opere in
conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metall ica;
• D.M. 30 maggio 1972 “Norme tecniche al le quali devono
uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio
normale e precompresso”;
• Legge n°64 del 2 febbraio 12974 (G.U. del 21/03/74)
r iguardante provvedimenti per le costruzioni con
part icolari prescrizioni per le zone sismiche e seguenti;
• D.M. del 3/3/1975 sulla normativa sismica;
• D.M. del 26 marzo 1980 “Norme tecniche per
l ’esecuzione delle opere in cemento armato normale e
precompresso e per le strutture metall iche”;
• Decreto Ministeriale del 9 gennaio 1996 “ norme
tecniche per i l calcolo, l ’esecuzione ed i l col laudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e
per le strutture metall iche”;
• Decreto Ministeriale del 16 gennaio 1996 “norme
tecniche relat ive ai criteri generali per la verif ica delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”;
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102
• Decreto Ministeriale del 16 gennaio 1996 “norme
tecniche per le costruzioni in zone sismiche”;
• Ordinanza del Consigl io di Ministr i n°3274 del 20 marzo
2003 e successive modif iche ed integrazioni;
• Ordinanza del 20 marzo 2003 “Nuova classif icazione
sismica dei comuni sismici i tal iani”;
• Normativa Regione Emil ia Romagna del 24/10/2005
discipl inante l ’att ività edil izia sul proprio territorio;
• Norme Tecniche delle Costruzioni del 14/01/2008;
• Istruzioni al le Norme del 14/01/2008 circ. del
26/02/2009;
• Spizuoco A. (1992) – Elementi di stat ica e di meccanica
del continuo – Ediz. LER Napoli-Roma;
• Spizuoco A. (1993) – Calcolo delle deformazioni nelle
strutture isostatiche – Ediz. LER Napoli-Roma;
• Spizuoco A. (1994) – Strutture iperstat iche – Ediz. LER
Napoli-Roma;
• Spizuoco A. (1998) Lezioni sul c.a. – Ediz. LER Napoli-
Roma;
• Ortolani F., Pagliuca S., Spizuoco A. (1991) – Geologia
Tecnica Territoriale In Aree Sismiche: Problematiche
connesse alla valutazione dell’amplif icazione sismica
locale – Dipart imento di Scienze della Terra Università
di Napoli Federico II ;
• Ortolani F., Pagliuca S., Spizuoco A. (1991) – Geologia
Tecnica Territoriale Finalizzata ad un Corretto Rapporto
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103
Uomo-Ambiente in Aree a Sviluppo Metropolitano –
Dipart imento di Scienze della Terra Università di Napoli
Federico II ;
• Ortolani F., Pagliuca S., Spizuoco A. (2009) – Elementi
Struttural i , Effett i Locali e Danni ai Manufatt i Nell ’Area
Abruzzese Interessata dal Sisma del 6 Apri le 2009.
Workshop “I l terremoto Aquilano dell ’Apri le 2009: primi
r isultat i e strategie future” – Università “G. D’Annunzio”
di Chiet i-Pescara, Chieti Scalo 4 giugno 2009;
• Ortolani F., Pagliuca S., Spizuoco A. (2009) – Sisma
dell ’Aquila ed effett i locali: dove f inisce la natura
comincia la mano dell ’uomo – Società Ital iana di
Geologia Ambientale “periodico n°3/2009 della SIGEA”.
Indice Premessa ………………………………………….…...pag. …. 2 Indagini effettuate ……………………………………………..18 Ricostruz. schema statico geometrico ………....……….32 Scelta dello schema statico ……………………..………….45 Determinaz. caratteristiche di sollecitazione………..….47 Analisi storico-critica dell’evoluzione strutturale dell’edificio ………………………………………………………49 Verifica di stabilità secondo normativa ………...……….56 Carichi previsti dalla normativa …………………………...57
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Calcolo ……………………………………..……………………..59 Prime Conclusioni parziali …………………………………..70 Verif. di stabilità considerando i carichi attualmente presenti nell’appartamento “Bxxxxx” ……..……...... .. ..72 Carichi esistenti allo stato attuale …………..……..... .. ..73 Calcolo …………………………………………………………….74 Seconde Conclusioni parziali …………………..…………..79 Verif. di stabilità considerando i carichi prima della trasformazione del sottotetto in mansarda ……………..80 Carichi esistenti prima della trasformazione del sottotetto in mansarda abitabile …………………...... ... ..80 Calcolo …………………………………………………………….81 Terze Conclusioni parziali ……………………………..... .. .86 Lavori indicativi previsti per la eliminazione dei vizi occulti ………………………………………………………...... ..87 Conclusioni ………………………………………………………95 Bibliografia ……………………………………………………..101 Allegati: Brevi Note Tecniche del 20/04/2011