X Files - Semiotica del Telefilm

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1 27 Novembre 1973 Chillmark, Massachusetts ore 8.53pm Un ragazzo è testimone di un avvenimento che cambierà per sempre la sua vita Sua sorella scompare, la sua famiglia va in pezzi ed è in quel momento che Fox Mulder comincia a…CREDERE. Di DAMIANO CROGNALI www.crognali.it [email protected] twitter.com/ilbellodelweb

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Saggio sulla Semiotica del Telefilm X FILES, con particolare attenzione alla prima stagione

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27 Novembre 1973 Chillmark, Massachusetts ore 8.53pm

Un ragazzo è testimone di un avvenimento che cambierà per sempre la sua vita

Sua sorella scompare, la sua famiglia va in pezzi ed è in quel

momento che Fox Mulder comincia a…CREDERE.

Di DAMIANO CROGNALI www.crognali.it [email protected] twitter.com/ilbellodelweb

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Sommario

“The X-Files”: introduzione ………………………pag. Originalità del prodotto “The X-Files”………………...pag. I personaggi principali ………………………pag. • Mulder ………………………pag. • Scully ………………………pag

I personaggi di contorno ………………………pag. • Skinner ………………………pag. • Gola Profonda ………………………pag. • Mr. X ................................pag. • I Pistoleri Solitari ………………………pag. • L’Uomo che Fuma ………………………pag.

Le Indagini:storie e temi del serial……………………..pag. • Il tema principale:

Minaccia aliena e cospirazioni governative ………………pag. • Il genere Horror ………………………pag.

Considerazioni conclusive: Un telefilm pieno di sentimenti(per me!) ……………………….pag. Sommario ……………………….pag.

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“Un mondo popolato da entità aliene, da cospiratori che tramano nei più oscuri corridoi della politica e persone apparentemente normali che agiscono sotto l’impulso di imperscrutabili deviazioni…”

“Più si riesce a raggiungere il realismo tecnico, più il lavoro risulterà credibile e più fa’ paura, più fa’ paura e più è riuscito…”

CHRIS CARTER , creatore di The X-Files

The X-Files è una serie di telefilm della durata di un'ora prodotta dalla Fox Television. Tratta di due agenti dell’FBI, Fox Mulder e Dana Scully, della sezione Crimini violenti. I due lavorano sugli X-Files, casi che contengono elementi inspiegabili che spesso riguardano il paranormale. Il serial è trasmesso negli Stati Uniti di venerdì sul network Fox, e in molti altri paesi, fra i quali Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. Il 29 giugno 1994, alle 22:26, su Canale 5, con l'episodio "Al di là del tempo e dello spazio",”The X-Files: Pilot”, inizia l'avventura italiana di The X-Files. Ed inizia nel migliore dei modi: più di tre milioni di telespettatori. Oggi, visto l'enorme successo della serie, sembrerebbe facile dire: "il resto è storia..." ma non sarebbe assolutamente vero. Purtroppo alla Fininvest non dovevano riporre molta fiducia nella creatura di Chris Carter, il creatore del serial, se per tutta l'estate la serie veniva proposta senza tener conto dell'ordine di proiezione originale, dando la precedenza a quegli episodi che contenevano argomenti insoliti e più "canonici" come il serial killer mutante dell’episodio “Squeeze” e quello della clonazione in “Eve”. Inoltre occorre rilevare che la prima serie non aveva una stretta continuità tra gli episodi come anche, ad esempio, era avvenuto in Beverly Hills 90210. Ma gli spettatori non hanno risentito più di tanto dei salti effettuati. Piuttosto risulta alquanto strana la scelta di mandare in onda solo i primi episodi e, nonostante la programmazione in seconda serata, eliminare in fase di doppiaggio qualsiasi riferimento "adulto" dai dialoghi. È vero che le tematiche orrorifiche non erano così marcate come in seguito, ma fin dall'inizio The X-Files si è rivolto ad un pubblico in cui i bambini erano ovviamente una minoranza. Comunque stiano le cose, gli ascolti cominciarono a declinare fino ad agosto, allorché andarono in onda le prime repliche, con molti episodi inediti ancora nel cassetto. Una giornata chiave nella serie resta però il 14 settembre 1994, quando per la prima volta venne proposto in prima serata un doppio episodio: “Tooms” e ”Darkness Falls”: quelli con il mitico ritorno di Eugene Tooms e lo sciame assassino. Il risultato fu clamoroso (quasi quattro milioni di spettatori con uno share che raggiunse il 15%: io e la mia famiglia c’eravamo!), e convinse i responsabili della Fininvest che il prodotto avrebbe potuto mirare a ben altri traguardi.

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In effetti si trovarono nella stessa posizione della Fox un paio d'anni prima: una serie dalle infinite possibilità che, se non era stata il successo dell'anno, aveva però attirato l'interesse di un pubblico fedelissimo e piuttosto colto. Come negli USA si decise per il rilancio, con il passaggio su Italia 1, e così la creatura di Carter prese il volo. Scene come: il rapimento alieno e il misterioso ritorno di Dana Scully, la storia d'amore tra Mulder e un'affascinante vampira, l'enigma di Samantha Mulder e così via si fissano nei cuori dei fan, che cominciano a interagire su Internet, a fondare club, a cercare informazioni e materiale sulla serie e i suoi protagonisti, come nella tradizione dei migliori serial televisivi: proprio come era accaduto qualche anno prima con un altro telefilm, Twin Peaks. Ciò che caratterizza questi fan è la loro eterogeneità: dallo stimato professionista appassionato di fenomeni insoliti, alla bambina innamorata di David Duchovny, allo spettatore casuale che si trova alla fine di un episodio a volerne sapere di più, tornando immancabilmente a sintonizzarsi la domenica successiva. Gente disposta a procurarsi poster e cartoline, tazze da latte, cappellini e libri, tutto quanto abbia la mitica X stampata sopra. Terrificante, intenso, intelligente, spiritoso. Sono alcuni dei numerosi aggettivi con cui il pubblico ha descritto il fenomeno noto come X-Files, passato da saga di culto a telefilm di successo. Lo svolgimento anomalo è stata la novità strutturale della serie, divisa tra episodi autonomi e tasselli di un grande disegno dove esperimenti batteriologici, clonazioni e incontri ravvicinati si agganciano nel dominio globale della menzogna e del sospetto. Col tempo gli X-Files hanno scoperto anche l’humour e l’autoironia, perdendo il tono plumbeo di sacra rappresentazione che avevano all’inizio. La parodia di alcuni luoghi comuni del cinema horror diventa il terzo filone del serial accanto alla cospirazione aliena ed al genere horror tradizionale. I registi ed i tecnici della serie hanno condotto delle battaglie settimanali per adattare i loro sogni ed i loro incubi peggiori al piccolo schermo. Ogni singolo episodio di X-Files, infatti, è costruito come un film, tant’è vero che c’è stato addirittura un salto al grande schermo nel Novembre ’98 con The X-Files, the movie “Fight the future”. L’Idea ispiratrice di The X-Files è una grande cospirazione globale alimentata dalla minaccia extra-terrestre: un’idea grande ed intensa che ha creato un prodotto grande, dinamico ed importante. Nel giro di 8 anni di programmazione la serie si è evoluta. Le storie si sono alzate di livello nel corso degli anni pur rimanendo sempre fedeli alle linee tracciate all’inizio da Chris Carter, la mente che si nasconde dietro agli episodi, la persona che sa che sensazione si deve creare, il peso da dare ad ogni scena che deve essere offerta alla macchina da presa. Spaziando nel paranormale, The X-Files deve spesso ricorrere agli effetti speciali per dar vita alle storie create dagli sceneggiatori. Sono state inserite spesso sequenze spettacolari: sequenze d’azione che mettono alla prova gli attori, scene estenuanti con loro grande sforzo fisico, dal momento che si cerca

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di ridurre al minimo la controfigura. Per fare certe scene serve pianificare precedentemente ogni singola inquadratura. Un lavoro lungo e meticoloso per realizzare l’effetto voluto. Insomma: da film! Ma non sono film, perché sebbene il baget disponibile per le scene si sia incrementato nel corso degli anni, rimane sempre un telefilm, dove gli effetti speciali sono di quelli catalogati come “a basso costo”: predominante fra questi, soprattutto nelle prime serie è la dissolvenza in bianco. E comunque gli effetti speciali usano quasi sempre giochi di luce e si basano sulla atleticità degli attori. Per dare vita ad una scena d’azione e renderla credibile è necessario che gli attori partecipino integralmente alla realizzazione della scena, senza ricorrere a controfigure. La loro presenza costante è fondamentale. E la produzione può contare su due protagonisti che sono giovani, atletici e sufficientemente spiritosi da calarsi in tale ruolo. In tali scene recitare serve a poco, il movimento nasce spontaneo. Un ruolo importante nel successo del telefilm viene svolto dalla colonna sonora. Il famoso evocativo fischio, tema musicale del serial, ed i sottofondi musicali appartengono a Mark Snow. I suoni extra-diegetici del serial, cioè i suoni che non sono verosimili nel testo visivo, ma introdotti nel montaggio, sono un armonioso sottotesto, un supporto emotivo che ci accompagna durante tutta la storia: un sottofondo leggero, atmosferico, molto discreto. Non è una melodia, ma effetti sonori che si mescolano nell’aria. Per crearli sono stati mixate componenti elettroniche alle note dell’orchestra che esegue le arie. Per concludere questo paragrafo introduttivo fornisco qualche informazione nozionistica. La serie è stata creata da Chris Carter, un ex giornalista sportivo freelance specializzato nel surf, che oggi ha 40 anni e che ha iniziato la carriera di sceneggiatore nel 1985 alla Walt Disney. Carter è produttore esecutivo insieme a James Wong, Glen Morgan, e R.W. Goodwin. Produttore supervisore è Howard Gordon, coproduttore Paul Rabwin. Produttori Paul Brown e David Nutter. Tutti loro insieme a Carter si occupano anche della sceneggiatura degli episodi, spesso lavorando a coppie, come ad esempio Glen Morgan con James Wong, che è anche autore di film di successo per il grande schermo come “Final Destination”. Anche Gillian Anderson e David Duchovny, gli interpreti protagonisti, negli ultimi episodi si sono cimentati nel ruolo di sceneggiatori e registi. Quanto ai registi, in particolare, invece cambiano frequentemente, alternandosi alla direzione degli episodi. Le scene sono girate quasi sempre a Vancouver, Canada. The X-Files non è basato su fatti realmente accaduti o su dossier dell' FBI, ma traggono spunto da notizie o eventi inspiegabili segnalati in tutto il mondo. La nota che afferma che le storie sono basate su fatti reali è stata aggiunta ad arte per attirare l'interesse del pubblico. Il telefilm è stato premiato dai Viewers for Quality Television e ha ricevuto una nomination all'Emmy per la sigla di testa e la musica. Durante la seconda stagione, gli X-Files hanno vinto il Golden Globe Award per il miglior telefilm drammatico.

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ORIGINALITA’ DEL PRODOTTO “THE X-FILES”

The X-Files ha le sue radici nel telefilm poliziesco statunitense, basato sull’azione e la violenza. E’ un serial, una serialità: cioè una serie di episodi staccati gli uni dagli altri che possono essere visti sintagmaticamente, assistendo ad una specie di film a basso costo, strutturato in tutto e per tutto come un film con un prologo, uno svolgimento sequenziale senza rimandi indefiniti, e se ce ne sono vengono accuratamente fatti dei flash-back riassuntivi, ed una soluzione più o meno chiara rispetto al mistero che la contiene, senza venire però mai a capo delle infinite piste aperte, degli innumerevoli enigmi irrisolti, creando così nello spettatore suspance ed attesa per un nuovo episodio che renda un po’ più chiari i precedenti. E’ questo lo spirito della serialità. Omar Calabrese, il semiologo, paragonava i serial televisivi ai robot replicanti: ogni nuovo prototipo progettato da un uomo porta in sé i precedenti, senza dubbio, ma anche immancabili aggiunte, che non è detto siano per forza migliorie, ma sicuramente qualcosa di diverso rispetto al precedente che lo rende nuovo. E’ ciò che avviene nei serial televisivi, anche in The X-Files. Gli episodi possono essere visti sia in modo singolo, sia in modo paradigmatico, cioè in sequenza, dal momento che ci sono elementi che ritornano sempre, a cominciare dall’ossatura dei personaggi principali all’idea di fondo che muove il tutto. E quando ci sono due episodi che hanno una stretta sequenzialità, vengono usati stratagemmi anche ingegnosi al fine di evitare uno smarrimento del telespettatore. E’ esemplare in merito l’episodio “Tooms” dove un mostro mutante, precedentemente catturato dagli agenti Mulder e Scully nell’episodio di “Squeeze”, viene rilasciato dalla polizia. L’episodio “Tooms” si apre con una istruttoria in tribunale in cui Mulder spiega ai giudici, senza successo, i motivi per cui è pericoloso rilasciare Eugene Tooms, il mostro mutante, facendo un breve resoconto di due minuti sull’episodio di “Squeeze”. In questo modo i telespettatori che guardano per la prima volta The X-Files, sanno in breve tutto del precedente episodio, e senza nemmeno sapere che c’era stato un episodio precedentemente. Il successo di un serial, soprattutto in questo periodo in cui il numero delle puntate è diventato molto alto, è di crearsi una sostanziosa e costante fascia d’ascolto, incrementata anche dalle numerose repliche. Abitualità è la parola d’ordine, perciò è quasi indispensabile mantenere invariati nel tempo i giorni settimanali e gli orari di programmazione. Nella fiction degli anni ’50 e ’60 era raro arrivare a sei puntate ed ancora più raro era fare una seconda serie, The X-Files invece ha 24 puntate per serie, e di serie ce ne sono state fino ad ora sette in Italia, dal ’94 al 2001.

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Rispetto al telefilm poliziesco classico che batte le vie del giallo, che preferisce schemi d’azione con personaggi ricorrenti e sfiora non di rado la violenza, ma è anche incline alla commedia, cioè alla romantica storia sentimentale dei protagonisti, The X-Files adopera abbondantemente la formula della contaminazione, seguendo la strada aperta dal suo precedente Twin Peaks, sebbene non ne raggiunga i risultati. Quella di The X-Files è una ibridazione moderata dei generi. Così è difficile vedere The X-Files strutturato come classico episodio thriller, dove l’avversario sarà un “semplice” serial killer, ma è più probabile che invece questo serial killer abbia poteri soprannaturali perché nato da un alieno che ha fecondato una donna umana che aveva avuto precedentemente una relazione con un licantropo che discendeva da una famiglia di vampiri. In questo modo viene mischiato il poliziesco al fantastico, all’ horror ed anche alla parodia, in special modo nelle ultime serie. Ma è difficile che si arrivi a questi livelli di contaminazione dei generi. Ho detto che in The X-Files la contaminazione è moderata, cioè non c’è ibridazione dei generi dall’inizio alla fine dell’episodio. La contaminazione avviene una sola volta per storia e di solito solo fra due generi, ad esempio tra il poliziesco ed il fantastico come in “The X-Files: Pilot” primo episodio della saga, o tra il poliziesco e l’horror come in “Shapes”. Per quanto riguarda le differenze di The X-Files rispetto alla struttura della fiction tradizionale, esse sono evidenti fin dall’inizio. La sigla, il momento di mezzo, che segna l’entrata da un momento ad un altro della programmazione non è la prima sequenza del telefilm ma la seconda. The X-Files inizia con un prologo che fornisce alcune coordinate di base per renderci conto a che genere di episodio assisteremo ed in che posto del mondo ci troviamo, e spesso si chiude con la morte oppure la scomparsa o il rapimento di qualcuno. Dopodiché c’è la sigla, che come nella classica fiction ci fornisce informazioni sulle parti che rimangono invariate del telefilm, con la presentazione degli attori protagonisti. Però nella sigla di The X-Files queste informazioni, come mostrare, per la presentazione degli attori protagonisti, i loro tesserini dell’ FBI, cosa che ci insegna che gli attori interpretano due agenti, la scritta “Paranormal activity” che individua il campo d’azione dei due agenti, e la presenza di alieni e mostri, che ci informa che il criminale non è un semplice umano: tutti questi dati ci vengono forniti attraverso una serie di dissolvenze incrociate, cioè immagini che spariscono per essere rimpiazzate da altre, con la chiusura di una dissolvenza in bianco che segna uno stacco netto. Una trovata totalmente nuova in questo genere di fiction. Le sequenze, cioè le unità d’azione che si svolgono in tempo reale, dove il tempo della finzione corrisponde a quello della realtà, in tutto sono sempre 14. Come ho detto le prime due sono il prologo, in cui la situazione iniziale di equilibrio viene rotta, e la sigla, invertiti rispetto alla fiction tradizionale, seguono poi: l’assegnazione o l’autoassegnazione del caso; la quarta sequenza è il viaggio, cioè lo spostamento verso il luogo dove è accaduto il fatto, anche se poi

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concretamente tutte le riprese sono svolte in Canada, posto azzeccatissimo per darle il mood autunnale. Poi dalla quinta sequenza in poi non esiste un ordine stabile, ma c’è lo svolgimento della storia, un lento avvicinamento che si conclude con la scoperta della verità. Nella tredicesima sequenza c’è sempre la morte o comunque la scomparsa, l’uscita di scena del soggetto perturbatore della situazione iniziale. Ed infine nella quattordicesima scena c’è la sanzione del caso da parte dell’ FBI. Una caratteristica del telefilm è che alla conclusione di ogni episodio si opera un azzeramento pragmatico del tutto, che può avvenire con l’inquinamento delle prove da parte dell’Uomo che Fuma, oppure alla fine di un paio di serie, con la chiusura degli x-files, o più semplicemente la scomparsa casuale ed inspiegata delle prove, o anche in alcuni episodi è Scully stessa che quando fa’ rapporto chiude il caso per insufficienza di prove. Per quanto riguarda l’eticizzazione dei personaggi, ciò riguarda solo gli umani: sono cattivi e politicamente scorretti quelli del governo, ma mai i mostri, i vampiri o i licantropi che compaiono qua e la nella serie. Se Eugene Tooms, il mostro mutante, protagonista di “Squeeze” e “Tooms”, uccide e poi mangia il fegato delle sue vittime, lo fa’ perché è mosso dall’istinto di conservazione: ”o così o muoio di fame”, è questo il messaggio che viene trasmesso. Non c’è una moralizzazione del suo comportamento. Non viene mosso alcun giudizio etico. In ciò si dimostra una grande sensibilità verso tutte le forme di diversità. La cosa sarà ancora più accentuata in seguito. Nella settima serie, nell’episodio “Hungry” incontriamo un giovane mutante che non può fare a meno di mangiare il cervello umano. Per lui è più che una droga, è una necessità incombente, gli vengono le allucinazioni, sta’ male se non può mangiare cervello. Si rende conto che questo suo bisogno è innaturale, cerca di supplire a ciò, mangiando il cervello di altri animali: ma il bisogno è più forte di qualsiasi morale, coinvolge nel profondo l’istinto di conservazione. Cerca anche di farsi curare da un medico specialista, ma tutto è inutile. Le sue parole: ”Ci sono nato!”. E’ un assassino, anzi dei più spregevoli, ma Carter è bravissimo nel descrivere il suo stato d’animo, lo stato d’animo di una persona che con gli uomini c’entra ben poco. Si mette bene in risalto il fatto che lui è diverso, non è un uomo. Per un uomo sarebbe una colpa ingiustificabile, ma una persona che “purtroppo” non è un uomo, non puoi assoggettarla alla morale umana: e la stessa situazione di un lupo che mangia la pecora o assale gli uomini, lo fa’ per sopravvivere. Ma quel giovane, cresciuto da una famiglia umana, ed introdotto così nel profonda in una società che non è la sua, perché è una società umana, perché lui è unico, è diverso, ha una sola soluzione. Uscire da quella società, e lo farà uccidendosi. Si ucciderà per non essere sottoposto ad una giustizia che riflette valori morali che non sono i suoi. Volevo concludere questo resoconto delle differenze di The X-Files rispetto alla fiction tradizionale facendo notare come il pubblico guarda questo telefilm. Nella maggioranza delle fiction il pubblico è omniscente oppure nei polizieschi tradizionali segue i passi fatti dal detective, acquisisce informazioni e poi tira le

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somme. Di The X-Files è stato detto invece che vengono aperte migliaia di strade possibili una per ognuno dei personaggi che è coinvolto nella storia. Mio padre dice che è un telefilm che ha più domande che risposte! Io credo invece che lo spettatore guarda solo con gli occhi di Mulder, e le cose a cui Mulder non arriva vengono mostrate al pubblico per giustificare quello che ha detto Mulder, per mostrare che la verità è quella di Mulder. Credo che ci sia una sola verità, quella a cui arriva il sapere di Mulder.

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I PERSONAGGI PRINCIPALI I protagonisti del serial X-Files sono gli agenti speciali dell’ FBI, Scully e Mulder, lei scettica, lui ansioso di credere. Impegnati a svelare misteri che la scienza non sa spiegare. Una coppia apparentemente male assortita, ma questo contrasto li spinge a cercare la verità per quanto bizzarro e terrificante possa essere ciò che hanno di fronte. Non c'è alcuna storia romantica fra Fox Mulder e Dana Scully. Secondo il parere di Carter, "la serie potrebbe essere completamente rovinata se i personaggi andassero oltre quella che è una semplice attrazione sessuale."

MULDER

Negli archivi sotterranei del quartier-generale dell’ FBI giacciono incartamenti di migliaia di casi inspiegabili. Sono chiamati x-files. Il primo fu aperto nel 1946 dal leggendario direttore dell’ FBI Edgar Cooper. Per quasi 50 anni sono rimasti ignorati finché un giovane agente di nome Fox Mulder non ne ha fatto il suo primario obbiettivo d’indagine e la sua ossessione. Psicopatici, vampiri, mostri, mutanti, fenomeni paranormali, ufo: Mulder ha dedicato la sua vita a risolvere misteri di cui il governo, almeno ufficialmente nega l’esistenza. Si batte perché venga alla luce la verità

anche se ciò lo porta a scontrarsi contro la stessa FBI di cui fa parte, convinto che nessun ente governativo ha giurisdizione sulla verità. L'agente Fox Mulder è uno psicologo laureato a Oxford, dotato di memoria fotografica, ed è uno dei migliori agenti della divisione Crimini violenti dell'FBI. Non è ben visto né dai superiori né dai colleghi, a causa del suo interesse per gli X-Files. Il suo interesse per il paranormale é nato durante la sua infanzia quando la sorella Samantha scomparve dalla casa dei genitori, rapita, secondo Mulder, da extraterrestri. Dimostrare che non siamo soli nello spazio è la missione di Mulder, ma il desiderio di ritrovare sua sorella Samantha è sempre stata la molla che lo ha spinto ad andare avanti. Trovare anche la più esile prova che sia ancora viva, è tutto quello di cui ha bisogno per impegnarsi con accanimento nella ricerca. Mulder è in contatto con persone influenti del Congresso, fra le quali il senatore Richard Matheson, uno dei promotori del SETI, programma per la ricerca della vita extraterrestre; questi contatti lo proteggono dall'ostilità dei superiori.

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Ma mentre i colleghi si fanno beffe delle sue azzardate teorie e delle sue ipotesi di cospirazioni governative, i suoi superiori decidono che è tempo di trovargli un partner nel tentativo di screditarlo per poterlo silurare: Scully, la scettica. Di lei possono fidarsi.

SCULLY L’agente Dana Scully conosceva Mulder solamente per la reputazione di essere il miglior analista della sezione reati violenti e per il nomignolo affibbiatogli in accademia di “Lo spettrale Mulder”, mentre gli X-Files come semplici casi non spiegati. I suoi superiori le dicono che la vogliono agli X-Files per dei rapporti sulle attività di Mulder con osservazioni sulla validità del lavoro. Le chiedono un giudizio lucido ed equo. Lei capisce subito che il motivo per cui le danno quell’incarico è di contribuire a smontare il progetto X-Files. Anche Mulder la etichetta da subito come una spia. Scully aveva accettato l’incarico nell’interesse della scienza, ma sin dal primo caso, il suo nuovo partner l’ ha portata in un mondo che non aveva neanche sognato. L’agente Dana Scully è anche medico legale, crede solo nei fatti ed agisce sempre seguendo le regole. Mulder invece crede in qualcosa che può trascendere la scienza, quando questa ed il buon senso non ci offrono risposte, pensa quindi che il tali situazioni si debba considerare il fantastico come plausibile; per Scully fantastico è cercare risposte oltre il dominio della scienza. Scully non si sente una spia mandata a screditare il lavoro di Mulder, a lei interessa risolvere il caso: vuole la verità. E la verità non deve essere cercata chissà dove, scomodando il fantastico e l’irrazionale: la verità con le sue risposte sta la fuori, bisogna solo saperla cercare. Però davanti alle straordinarie situazioni in cui la trascina il suo collega, anche la scettica Scully rimane interdetta. Rimane addirittura vittima di un rapimento alieno. Si chiede se ha visto un trucco molto elaborato, o è stata testimone di un evento straordinario che potrebbe dimostrare la concretezza delle teorie del bizzarro collega. Mulder pensava che gli fosse stata affiancata una spia con l’obbiettivo di farlo cacciare dall’ FBI, invece ha trovato in lei un alleato con cui condividere la sua pericolosa, terrificante ricerca della verità.

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I PERSONAGGI DI CONTORNO

Durante le loro indagini, Scully e Mulder hanno incontrato un gran numero di funzionari, informatori e personaggi non meglio identificati, operanti sia all’interno che al di fuori degli apparati statali. Alcuni forniscono risposte mentre altri li vogliono fermare ad ogni costo. Ma chi siano davvero, è quasi sempre un mistero.

SKINNER

Tutti i casi su cui lavorano Scully e Mulder passano attraverso un uomo: il vicedirettore Walter Skinner. E’ il loro capo ed in un certo senso colui che mantiene in vita gli X-Files. Ma Mulder e Scully non sanno con certezza da che parte stia. E quando Mulder glielo chiede in un faccia a faccia, Skinner gli risponde: ”Sto esattamente su quella linea che lei, signor Mulder, continua ad oltrepassare”

GOLA PROFONDA

Come il famigerato informatore dello scandalo Wategate, è conosciuto col nomignolo di Gola profonda. E come il suo omonimo, ha fornito dati ed informazioni esplosive che hanno condotto Scully e Mulder verso scoperte incredibili. Ma come fa’ ad essere sempre un passo più avanti dei nostri agenti e perché è pronto ad intervenire anche quando questo significa rischiare di persona? A Mulder dice di aver partecipato alla elaborazione delle più spietate menzogne, di aver assistito a

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cose che un uomo normale neanche si immagina: l’unica persona di cui può fidarsi è lui, Mulder, per potersi redimere da tutto ciò che ha fatto. Ma in seguito il rapporto con Gola Profonda prende una piega drammatica. Mulder viene sequestrato e trattenuto in ostaggio, però come riscatto i rapitori non chiedono denaro, bensì uno dei più sconvolgenti segreti del governo: un embrione di tessuto alieno. Solo Gola Profonda sa come ottenerlo, ma il suo intervento gli costerà la vita. Scully e Mulder perdono così un valido alleato che ha salvato la loro vita pagando con la sua. Ma con le sue ultime parole Gola Profonda li mette in guardia contro i pericoli che li circondano: ” non fidatevi di nessuno”.

MR. X

In un mondo fatto di rapimenti da parte degli alieni, trame governative ed esperimenti scientifici ai limiti dell’immaginazione, avere un alleato potente è essenziale per sopravvivere, anche se la sua identità è assolutamente sconosciuta. Quando è in un vicolo cieco, Mulder invia il segnale ed aspetta pazientemente Mr. X. Tuttavia il rapporto tra i due è sempre molto teso. Decisamente più sinistro del suo predecessore Gola Profonda, Mr. X ama restare nell'ombra. E' raro che emerga abbastanza per essere visto e, quando lo fa, appare teso, nervoso, paranoico. Ha detto fin dall'inizio

che non vuole finire come Gola Profonda, nei confronti del quale nutre una certa lealtà, ma non abbastanza per farsi uccidere. Mr. X si è dimostrato capace di uccidere a sangue freddo; non è mai stata chiara la sua posizione nei confronti di Mulder da un lato e dei cospiratori dall'altro. Mulder infatti crede che spesso Mr. X lo usi per raggiungere i sui fini e pensa che sia colluso con l’organizzazione, mentre Mr. X è convinto che la guerra si vinca solo scegliendo le partite giuste e che Mulder debba essere un suo strumento, per cui spesso si è rifiutato di aiutarlo. E' stato ucciso in "Herrenvolk".

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I PISTOLERI SOLITARI

Quando i suoi contatti convenzionali non possono aiutarlo, Mulder si rivolge ad un gruppo clandestino dedito al controllo delle attività degli apparati statali, che si autodefinisce “I Pistoleri Solitari”. Credono in un governo nel governo che controlla ogni nostra mossa. Scully, scettica su questa loro idea, chiede a loro come possa riuscirci. Come le rispondono? Le chiedono una banconota, la strappano e le mostrano la striscia magnetica che vi si trova all’interno e le dicono: ”Quando passi all’aeroporto sotto il metal-detector sanno con esattezza quanto porti e dove lo stai portando”. Che rapporto intercorre tra Mulder ed I Pistoleri Solitari? Mulder chiede cosa sappiano della sindrome della Guerra del Golfo. Rispondono: “il fattore orange, i proiettili rivestiti di uranio impoverito” Mulder: ” E che ne dite dell’attività ufo in quel periodo?” Loro:” Già! –con fare ironico- Gli ufo che provocandola sindrome della guerra del golfo. E’ per questo che ci piaci: le tue idee sono più squinternate delle nostre!” Sono in tre: formano la redazione di un bollettino orientato a discutere di cospirazioni che si rivelano basate in pari misura su dati oggettivi e su fissazioni paranoiche. I pistoleri solitari prendono il nome dal presunto secondo assassino di John F. Kennedy. Conoscono molti esperti e possiedono essi stessi una notevole preparazione in svariate materie, costituendo una preziosa fonte di informazioni per l'agente Mulder. Byers è ben rasato, ben vestito ed è un esperto di sistemi informatici. Langly è alto, sparuto, biondo e porta un paio di grossi occhiali dalla montatura nera. La sua specialità sono le comunicazioni. Frohike ha un debole per l'agente Scully. E' una sorta di guru fotografico del gruppo e si occupa delle operazioni speciali.

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L’UOMO CHE FUMA

Compare sempre con una sigaretta in bocca o mentre ne accende una nuova. Non presta attenzione ai divieti di fumo negli uffici dell’ FBI, forte di un grande potere: un funzionario del governo con un peso non comune. Non ha mai rivelato il suo nome o il suo ruolo nella vasta organizzazione che gestisce gli X-Files, ma è onnipresente ed osserva a distanza tutte le mosse fatte da Mulder e Scully. Poi, quando sono sul punto di fare qualche scoperta decisiva riappare ed i risultati sono devastanti. In un faccia a faccia tra Mulder e L’Uomo che Fuma,

l’agente dell’ FBI chiede:”Perché non ci è stata detta la verità? Non è mentendo che proteggerete la gente” e L’Uomo che Fuma:”Si fa’ tutti i giorni” ”Può darsi che sia vero, ma io non ne sarò complice!” ma L’Uomo che Fuma conclude:” Ne è già complice. Sa agente Mulder qual è la verità? Quella che decido io”. Così si autodescrive: “Niente moglie, niente famiglia, solo un po’ di potere. Sono nel gioco perché credo che quello che faccio sia giusto. Se la gente venisse a sapere le cose che so io il mondo salterebbe in aria”. Storica la sua frase: “I presidenti passano, io no!”

LE INDAGINI:

storie e temi trattati dal serial

Le indagini sugli X-Files hanno portato Mulder e Scully ai limiti estremi della realtà ed in molti casi ad un passo dalla morte, ma c’è una costante che si ripete: a dispetto dei loro sforzi tutte le prove finiscono distrutte o semplicemente ignorate dalle autorità per cui lavorano. Infatti più volte nelle

loro indagini Mulder dice a Scully: ”Dobbiamo dare per scontato che siamo sorvegliati”. E’ più si avvicinano alla verità, più pericolosa diventa la loro missione. Comprendere i misteri che stanno dietro gli X-Files, vuol dire conoscere la loro storia. I temi trattati dal serial si ricollegano a due filoni: quello legato

alla minaccia aliena ed alla cospirazione governativa, ed il genere horror, traslato dal cinema.

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IL TEMA PORTANTE: minaccia aliena e cospirazioni governative

Siamo soli nello spazio o c’è qualcun altro? Gli agenti speciali Mulder e Scully hanno sondato i misteri provenienti dalle più remote distanze galattiche e dai più nascosti recessi della mente: dagli ufo alla percezione extra-sensoriale, dai morbi assassini ai rituali sanguinari, dai fenomeni da baraccone ai killer alieni. E la ricerca della prova innegabile e definitiva che potrà convincere tutti quanti noi, ancora continua, anche se questo significherà smascherare la più grande cospirazione governativa della storia. * * *

A partire dalla seconda serie, il tema degli alieni in X-Files inizia ad avere un’ampia trattazione fatta di rimandi sistematici, dubbi e risposte dosate col contagocce, creando una vera e propria "intertrama" che attraversa tutto il telefilm, soprattutto negli episodi iniziali e finali di ogni serie. In “Colony” apprendiamo che ibridi umano-alieni, ottenuti combinando il DNA delle due specie e clonandone il risultato, stanno da anni portando avanti un progetto di colonizzazione continuando a moltiplicarsi tramite clonazione. La loro struttura genetica è tale da renderli immuni a gravi colpi (come una caduta dal terzo piano) e da dotarli di un particolare fluido verde al posto del sangue, tossico per

gli esseri umani. Questi cloni possono essere uccisi solo con una puntura alla base del collo, dopo la quale si liquefanno sparendo completamente nel nulla. E’ questa la prima tipologia aliena ben definita di X-Files, dopo le ombre grigie e le sagome longilinee comparse qua e la nella prima serie. Nella stessa puntata e in quella successiva “End Game” troviamo un altro tipo di alieno, che oltre alle caratteristiche dei cloni colonizzatori ha in più la possibilità di prendere le sembianze di chiunque, non ultime quelle di Mulder, tentando di ingannare Scully, e rivela particolari capacità: “Herrenvolk” guarirà la madre di Mulder in punto di morte. Ma in

questo episodio ha il compito di eliminare tutte le colonie organizzate dai cloni, uccidendo i loro esemplari primari, da cui tutti discendono per clonazione, in

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quanto è stata decretata la fine di tale progetto. I cloni in pericolo chiedono quindi aiuto a Mulder, sotto le false spoglie della sorella Samantha, da cui hanno tratto parte del DNA, ma verranno tutti uccisi dall’alieno killer, colpiti col suo particolare pugnale alla base del collo. Il loro progetto viene dunque

definitivamente smantellato. Ma un nuovo progetto sta per essere realizzato: la colonizzazione, non più di ibridi umano-alieni, che avrebbero contaminato e indebolito la razza, ma di alieni tout court secondo accordi prestabiliti, probabilmente imposti dagli stessi alieni con alcuni membri del Consiglio americani ed esponenti politici internazionali. Secondo gli accordi la colonizzazione dovrebbe cominciare dopo circa 15 anni viene detto in “Patient X” e in “The red and the black”, ma tanto gli americani quanto i russi tentano di porvi rimedio cercando un vaccino contro il cancro nero, che sembra essere il nuovo strumento per la colonizzazione, nonché probabile minaccia con cui gli alieni tengono in pugno i capi di stato, episodi “Tunguska” e “The red and the black”. Il cancro nero compare per la prima volta non ufficialmente, non ancora con questo nome, in “Piper Maru” : è una sorta di olio scuro che pare sia il veicolo attraverso cui gli alieni transitano da un corpo umano all’altro, tra cui, in questo episodio, quello di Krycek, il compagno dato a Mulder nella seconda serie quando viene diviso da Scully. In “Tunguska” scopriamo che esso è studiato dai russi, grazie a un meteorite forse proveniente da Marte che ne conteneva una grande quantità, per mettere a punto un vaccino, facendo esperimenti su uomini imprigionati in un gulag. Ma già qui si capisce che il cancro nero non è più solo un "veicolo" per gli alieni, ma una vera e propria arma batteriologica: si allude perfino a un suo probabile uso da parte di Saddam durante la guerra del Golfo. Nel gulag di Tunguska usano come cavia anche Mulder, che viene così infettato da questo misterioso virus, ma siccome torna a casa sano e salvo se ne desume

che il vaccino sperimentato dai russi funziona, tant’è vero che in “The red and the black” gli americani tenteranno di impossessarsene. Anche Marita Covarrubias, la bionda informatrice di Mulder, verrà infettata e poi guarirà grazie a una versione aggiornata del vaccino, perché il virus continua a mutare. In The X-Files, the movie “Fight the future” si scopre infatti che il cancro nero, mutazione dopo mutazione, installatosi in un

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organismo umano, tende a sfruttarlo per farvi nascere una mostruosa creatura. A questo punto diviene chiaro ai membri della cospirazione che i loro accordi con gli alieni sono solo "di facciata": gli alieni infatti sembrano utilizzare i corpi umani per raggiungere un ulteriore stadio evolutivo, tenendo nascosti i

loro reali fini ai capi di stato. L’unica possibilità, per gli uomini, di difendersi sembra quella di aggiornare continuamente il vaccino alle mutazioni del virus, ma vi è anche un altro spiraglio di salvezza. Che tra gli alieni vi siano da sempre diverse fazioni, con fini e progetti differenti, non è mai stato un mistero: già nella seconda serie si attesta un cambiamento di programma, con la conseguente eliminazione di tutti i cloni colonizzatori, in “Colony” e “End game”, i quali naturalmente non sono molto propensi ad accettare le nuove direttive. Anche in “Talitha cumi” un alieno della stessa tipologia del killer di cloni, cioè mutante e con capacità taumaturgiche si pronuncia esplicitamente contro il progetto di colonizzazione parlando con “L’Uomo che Fuma” a cui per altro diagnostica un cancro ai polmoni. Anche questo "ribelle" verrà dunque perseguitato dall’alieno killer col fatidico pugnale. Il nostro alieno dall’aria pacificatrice scompare, senza morire, alla fine di “Herrenvolk”. In “Tempus fugit” e “Max” le fratture di politica interna nelle vicende extra-umane non sembrano più casi sporadici e accidentali: pare invece che un terzo polo, oltre agli uomini e agli alieni del progetto coi loro accordi, si stia organizzando per sabotare la colonizzazione. Vi sono infatti due forze aliene contrastanti che bloccano l’aereo su cui viaggia Max Fening, vecchia conoscenza di Mulder già vittima di rapimenti “UFO”. Ma si deve giungere a” Patient X” e ”The red and the black” perché le divergenze tra alieni vengano esplicitamente tematizzate: quelli che vengono definiti come "alieni ribelli" tentano infatti di scombussolare i piani della cospirazione umano-aliena anticipando di 15 anni i "raduni" che dovranno precedere la colonizzazione, uomini precedentemente rapiti che vengono richiamati in zone di apparizioni UFO, con l’unico scopo però di bruciare vivi tutti i partecipanti. Intanto un gruppo di alieni ribelli, dopo un atterraggio di fortuna, viene preso dai cospiratori umani ormai divisi da opposte intenzioni: c’é chi ritiene più vantaggioso riconsegnare i ribelli agli alieni e mantenere gli accordi prestabiliti, tentando semmai di difendersi dal cancro nero col vaccino, e chi invece intende sfruttare la situazione per farsi alleati i ribelli e fronteggiare gli alieni a viso aperto. Alla fine i sostenitori della prima ipotesi agiscono

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autonomamente consegnando i ribelli e sarà il solito alieno killer ad occuparsene, decidendo così per tutti la linea politica da adottare. Ma le divisioni interne alla lobby di cospiratori, già evidenti nel tentativo di eliminare l’Uomo che Fuma in “Redux II”, proseguiranno fino all’omicidio dell’Uomo Distinto nel film “Fight the future”, esploso con un autobomba dopo aver consegnato a Mulder il vaccino per salvare Scully. Quindi i contrasti interni caratterizzano tanto il versante alieno che quello dei cospiratori umani, ma gli accordi tra le due parti vengono irrimediabilmente compromessi quando gli alieni si accorgono della sperimentazione del vaccino,

infatti sarà Mulder a introdurlo nell’astronave aliena di “Fight the future”, causando la sua fuga dalla terra, e quando gli uomini scoprono a cosa portano le mutazioni del cancro nero, intuendo le reali intenzioni degli alieni. Le prossime mosse su questa scacchiera planetaria sono le api ed il vaiolo. Infatti api e vaiolo sono due elementi molto ricorrenti nelle ultime serie di X-Files. Le prime, soprattutto, hanno un ruolo primario nel progetto di colonizzazione, come mezzo per diffondere il cancro nero, in“Fight the future” sarà infatti così che Scully contrarrà il virus: punta da un’ape, attraverso piantagioni geneticamente mutate. A parte le allusioni a un possibile utilizzo della vaccinazione antivaiolosa per schedare geneticamente l’intera popolazione, il vaiolo è più volte citato nel telefilm in quanto pare che venga utilizzato dai cospiratori come "prova generale" prima di diffondere il cancro nero, per assicurarsi che le api siano un adeguato veicolo di virus, casi di vaiolo, infatti, avrebbero un insolito rilievo nei mass media, visto che tale virus è stato ormai debellato, permettendo un riscontro immediato dell’operazione. Tutte le persone vittime di rapimenti UFO si ritrovano con dei microchip impiantati alla base del collo. Saranno questi ad indirizzare le persone ai "raduni", si scoprirà in “Patient X”, persuadendole che gli alieni vengano in pace, ipotesi rivelatasi molto dubbia. Tolto il microchip non si è più sotto il suo effetto persuasivo, ma si sviluppa nell’organismo un tumore letale, come avviene a Scully in “Memento mori”, per curare il quale è necessario reimpiantare un microchip sul collo, solo così infatti si salverà Scully in “Redux”. Tra la fine della sesta serie e l’inizio della settima, nella trilogia composta dagli episodi “Biogenesis”, “The sixth extintion” e “The sixth extintion II: Amor Fati”: un manufatto in Africa fornisce le prove che la vita non ha avuto origine sulla terra e

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mentre Mulder si ammala di una nuova malattia d’origine aliena che gli fornisce poteri telecinetici, in Africa dove è stato rinvenuto il manufatto si scopre un’ astronave aliena con degli strani simboli da decifrare. Dal momento che gli altri episodi della settima serie fanno tutti capo al genere Horror, oppure parodistico, bisogna aspettare una nuova ottava serie per sapere se questa sia davvero la prova definitiva che dimostrerebbe le teorie di Mulder. Tesi già ampiamente svelate al pubblico che segue la saga da otto anni.

IL GENERE HORROR Tutti gli episodi di The X-Files che non hanno a che vedere con Ufo o Alieni, oppure non sono contaminati dal genere parodistico, oppure più raramente autobiografico di alcuni personaggi della serie, fanno capo al genere horror. Sono la maggior parte degli episodi e coinvolgono tutti i soggetti della letteratura o del cinema del genere. Alcuni mostri compaiono più volte, coinvolgendo soggetti diversi (chissà quante volte compaiono i vampiri!) o anche lo stesso personaggio, per esempio il mostro Tooms che compare in due episodi distinti. Questi episodi sono completamente disgiunti da quelli che li precedono e da quelli che li seguono, e nessuno dei personaggi conserva una memoria dei loro precedenti casi simili, ad eccezione di presenza di medesimi personaggi. Ma come ho già detto, per comprendere gli X-Files bisogna conoscere la loro storia. Qui di seguito racconto alcuni episodi riconducibili al genere horror.

IN “SHAPES”. Gli agenti indagano in una

riserva indiana per risolvere il caso legato ad una creatura orribile che fa’ a brandelli le sue vittime: un mitico licantropo. Il tema di questa indagine si ricollega al filone dell’orrore: il lupo mannaro, celebre mostro di

tante storie di paura e soggetto più volte adoperato nel cinema.

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IN ”SHADOWS”. Mulder crede nel coinvolgimento di una presenza spettrale quando i due agenti indagano su una forza invisibile che protegge una giovane donna. Si rivelerà lo spettro dell’ex-datore di lavoro di lei, ucciso perché si voleva ribellare ad un traffico d’armi coperto dalla sua azienda, e che ora difende la sua ex-segretaria, anche lei al corrente della storia, dalla sua stessa fine. Qui invece il tema è quello del paranormale: i fantasmi.

IN “ SQUEEZE“ e ”TOOMS“. Mulder e Scully

devono fermare Eugene Tooms, un serial killer mutante che può scivolare attraverso i luoghi più stretti per aggredire le proprie vittime e così nutrirsi del fegato umano. Una volta uscito di prigione dovranno affrontarlo una seconda volta e fermarlo prima che uccida di nuovo. In questo episodio compare un altro stratagemma ricalcato dai film dell’orrore, sul quale filone questi due episodi si collocano avendo come

protagonista un mostro mutante, ed è quello di fare un seguito: Tooms potrebbe benissimo essere chiamato Squeeze il ritorno, come abbiamo una Bambola assassina il ritorno, un Halloweenn il ritorno e via dicendo.

IN “3 - VAMPIR CULTS”. Alcuni omicidi a Los Angeles si rivelano opera di una setta di maniaci bevitori di sangue, vampiri, e Mulder, senza Scully che è stata rapita dagli alieni, viene coinvolto sentimentalmente con una donna loro succube. Un altro celebre mostro del cinema fa’ qui la sua comparsa: il vampiro, contaminato dal problema molto sentito in America delle sette sataniche.

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IN “HUNGRY”. Mulder e Scully devono

scoprire il legame tra un fast-food ed una serie di vittime, rinvenente senza cervello. Il colpevole si rivelerà un giovane ragazzo mutante che per vivere ha la necessità di nutrirsi di cervello umano.

L’episodio è clonato sul soggetto di Eugene Tooms. Anche qui abbiamo un giovane mostro mutate, ma si fa’ più attenzione alla caratterizzazione del personaggio rispetto egli episodi in cui è protagonista Eugene Tooms, in cui si presta più attenzione alla costruzione della storia.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE: un telefilm pieno di sentimenti (per me! )

Altre considerazioni in merito al serial The X-Files non credo di averne: ne ho parlato abbondantemente nella prima parte del mio lavoro. Qui posso solo aggiungere che per le informazioni sui giorni di programmazione ed i dati auditel che cito all’inizio, ho usato il sito www.mediasetonline.it , poiché il telefilm è stato trasmesso sulle reti Fininvest, oggi Mediaset. Le immagini invece le ho tratte dal sito ufficiale del telefilm: www.thexfiles.com. Le altre informazioni invece erano sedimentate da parecchio tempo nella mia mente e non ho fatto altro che rielaborarle per iscritto. In questa sede vorrei motivare la mia scelta. Avevo deciso di fare un lavoro su una fiction. La scelta di lavorare su questo argomento non ha una motivazione valida. E’ sì il genere che guardo di più in televisione, ma credo anche che sia un argomento che per come si presenta, mi dava parecchi spunti su cui scrivere: tra descrizione dei personaggi, il fatto che si snodasse lungo una storia ed altre considerazioni più tecniche, la trovavo ideale per riempire queste mie dieci cartelle. Poi la scelta di prendere come argomento The X-Files ne è stata una diretta conseguenza. Una conseguenza così concatenata che era già presente al momento della mia decisione di trattare la fiction. Questo serial ed un altro, “Friends” sono gli unici che ho seguito con regolarità, ma di Friends non sono arrivato al punto da collezionarmi le videocassette e soprattutto non è un programma che ho seguito per otto anni.

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Non sono un grande fan della serie; mi intriga un po’ per le caratteristiche che ho precedentemente descritto, ma niente di più. Il motivo per cui mi è rimasta nel cuore è da ricercarsi nel cuore stesso. Ho visto per la prima volta The X-Files quel famoso 14 settembre del 1994, dopo che avevo visto per caso parti di qualche episodio su Canale5. Era visto da Mamma e Papà in casa mia. Per l’ora tarda ero un po’ reticente a guardarlo, ma perché mi addormentavo sul divano. Poi il 14 settembre il serial finisce su Italia1 ed in prime time, dura appena un ora e per la prima volta a casa mia, mamma, papà, io ed i miei due fratellini ci trovavamo nella stessa sala a guardare lo stesso programma: non si era mai visto prima. Forse era capitato che stessimo tutti a guardare un medesimo programma, ma ognuno nella propria camera da letto, con la propria televisione. The X-Files, un po’ per la paura alimentata da quella frase ”deriva da storie realmente accadute!” messa ad hoc per incutere timore, un po’ per capirci qualcosina in più tutti quanti, era riuscito a riunirci tutti insieme. Poi questa cosa è continuata per sette anni, grazie anche al fatto che le puntate venivano trasmesse di domenica, un giorno in cui tradizionalmente si sta’ a casa dal momento che precede il lunedì. A casa mia era diventata una usanza riunirci tutti insieme la domenica davanti alla televisione a vedere The X-Files, un usanza che ha retto ad un trasloco dalla Puglia al Piemonte e che ha retto al tempo, sette anni. Un telefilm che per quello che mi ha dato sentimentalmente, ho continuato a seguire anche l’anno scorso, sebbene non avessi una televisione, arrangiandomi a casa di qualche amico, sentendomi così un po’ più vicino a casa. Forse l’unico contatto che ho con il mio ideale di casa.

DAMIANO CROGNALI